Domanda seria, risposta seria

Chiede Rosalux:

“Ispirata da una discussione con il Martinez, sul suo blog, mi chiedo e vi chiedo: ma per voi è una buona o una cattiva notizia che gli indiani Seminole si siano comprati la catena Hard Rock Cafe vendendo l’anima al capitalismo, oppure farebbero meglio a farsi esplodere sui bus di pendolari di Chicago in base alla considerazione che “esiste un diritto dei nativi americani a tutto ciò che va dall’Alaska all’Arizona”?
No, lo chiedo sul serio, eh? Vorrei un parere.”

E’ un perfetto esempio di quello che dicevo prima sui luoghi comuni. Intanto, non è,  chiaramente, un discorso sui Seminole (se Rosa sapesse dove abitano, non avrebbe parlato di Chicago), ma una metafora per la Palestina. Raccontata con una battuta chiara ed efficace.

Per spiegare quale sia il problema con questa battuta, mi trovo costretto a scrivere un lungo trattato, che pochi leggeranno. Però lo scrivo lo stesso, perché la questione dei Seminole è interessante di per sé.

Togliamoci di mezzo la fuffa romantica che accompagna sempre i “pellirossa”: un commentatore del blog di Rosalux tira pure in ballo i “visi pallidi” dei fumetti. Alcuni Seminole erano anche proprietari di schiavi (neri), altri invece erano schiavi (neri) scappati, altri addirittura bianchi poveri, tanto per dire.

I Seminole della Florida hanno condotto la più dura guerra di resistenza di tutta la storia degli Stati Uniti, durata – con varie riprese – dal 1817 al 1858. Durante le tre guerre, ci sono stati molti massacri: ovviamente i più forti ne hanno uccisi di più, ma nemmeno i Seminole hanno scherzato. Gli Stati Uniti hanno perso infatti diverse migliaia di soldati.

Nel 1833, gli americani convinsero alcuni Seminole, presumibilmente analfabeti,a firmare un “trattato” che prevedeva la loro deportazione a ovest del Mississipi: erano tempi in cui il nascente capitalismo cercava la terra, per le risorse che poteva offrire e per lo sviluppo agricolo, e quindi volevano togliere la terra ai Seminole.

Ovviamente, non tutti i Seminole hanno accettato questo patto, per cui sono stati deportati a forza, fin nel lontano Oklahoma: circa un terzo sono  morti durante il viaggio. Alcune centinaia di individui, rimasti in Florida,  sono stati rinchiusi in una piccola zona paludosa, perennemente allagata, piena di zanzare e coccodrilli, mentre le loro terre venivano date ai coloni.

E’interessante notare che i Seminole non hanno mai riconosciuto la conquista americana: ancora oggi, si chiamano il “Popolo invitto”, e non hanno mai firmato un trattato di pace con gli Stati Uniti.

Passano centoventi anni di degrado, miseria, alcolismo e razzismo.

Non sono i Seminole a decidere di uscirne: a cambiare le cose è l’improvvisa eccedenza di capitali degli Stati Uniti, ottenuti grazie al saccheggio del West.

Alla fine dell’Ottocento, un imprenditore fonda la prima città del mondo per pensionati milionari, Miami, venduta con grandi cartelli a Times Square che d’inverno annunciavano, “è giugno a Miami”. Nel 1928, Al Capone si insedia nella città, inaugurando una lunga tradizione di criminalità di alto bordo, mentre la polizia si occupa solo di imporre con la massima durezza la segregazione razziale al 40% di popolazione nera.

Negli anni Cinquanta, Miami diventa la sede dello spietato mafioso Meyer Lansky di Chicago (sì, Chicago c’entra), uno dei padroni della Cuba pre-Castro.

Poi è arrivata la mafia politico-economica cubana, e infine i trafficanti di cocaina colombiani: da qui, la definizione di “Murder Capital of the USA“,nonché la città con la percentuale più alta di proprietari di arma da fuoco.

Quindi, trabocca l’industria del divertimento in Florida, la criminalità ha fondi enormi da investire, la terziarizzazione della società rende irrilevante il possesso delle terre. E un gruppo intraprendente di uomini bianchi scopre il classico trucco dei tempi della globalizzazione: sfruttare le piccole differenze legislative tra un luogo e l’altro per accumulare miliardi. Conosciamo anche noi ditte che hanno sede sull’isola di Man, conti in banca in Lussemburgo e una mezza fabbrichetta ad Ascoli Piceno per approfittare dei fondi per il sud (Ascoli Piceno, infatti, godeva, almeno in passato, dei fondi della Cassa per il Mezzogiorno).

Il buco consiste nello status autonomo delle riserve indiane, quando nel 1988, per tagliare i fondi assistenziali, Reagan lancia l’Indian Gaming Regulatory Act, che permette l’apertura di casinò nei territori indiani.

A vincere le battaglie legali che permisero la casinificazione delle riserve, fu Jack Abramoff, uno dei massimi organizzatori del finanziamento del partito repubblicano, grande promotore della guerra in Iraq, già presidente dell’associazione degli studenti del partito repubblicano e di vari think tank di destra, alcuni dedicati al sostegno al Sud Africa ai tempi dell’Apartheid.

Abramoff creò un’intera coalizione di organizzazioni di bravi conservatori per bloccare le proposte di legge che rischiavano di tassare i casinò. Abramoff è stato, in seguito, condannato per aver truffato i nativi americani di 25 milioni di dollari, ed è stato indagato – ma non condannato – per l’omicidio del proprietario di un casinò con cui aveva litigato violentemente due mesi prima. Una sua fondazione, la Capital Athletic Foundation, avrebbe anche inviato illegalmente 140.000 dollari di armi a gruppi di coloni israeliani.

Da antiproibizionista, stento a cogliere la differenza tra dipendenza da droga e dipendenza da scommesse, ma evidentemente lo stesso sistema che oggi tiene in carcere quasi due milioni di americani, in massima parte per motivi associati alla droga, non ha nulla da ridire quando si tratta di betting.

Per approfittarne, rinascono intere tribù, come la Augustine Band della California, estintasi nell’Ottocento, di cui tre fratelli neri disoccupati scoprono di essere gli unici eredi. Due dei fratelli vengono uccisi in un regolamento di conti per spaccio di droga, la sopravvissuta, Maryann Martin, viene persuasa da alcuni imprenditori di Las Vegas ad aprire la “Augustine Casino”. Lei incassa un milione di dollari l’anno, i suoi sponsor molto di più.

Alcuni membri di tribù si sono trovati così con centinaia di migliaia di dollari, la maggior parte invece con poco o nulla.

Tra i fortunati, i Seminole, che si sono trovati con 35.000 dollari a testa l’anno. Tra i fortunatissimi, il presidente della comunità dei Seminole (oggi caduto in disgrazia), James Billy, un artigiano che costruiva a mano capanne fatte con l’erba, e che per un certo periodo aveva uno yacht privato e un jet da 9 milioni di dollari, già appartenuto al dittatore filippino Marcos.

Il grosso dei proventi, però, vanno alla Seminole Management Associates (SMA), un consorzio di 32 società, tutte ovviamente gestite da bianchi: è questa società, e non “i Seminole”, che ha comprato la catena di casinò a cui fa riferimento Rosalux. E poi ci sono alcuni misteriosi personaggi che giocano e vincono regolarmente e ripetutamente somme enormi.

I Seminole sono entrati nel giro, grazie a un certo James ‘Skip’ Weisman, che si fece dare il primo milione di dollari per l’investimento proprio dal suo amico Meyer Lansky; quando la prima società fu chiusa dallo stato, Weisman ne aprì un’altra, che ha ripreso le stesse attività.

Cosa ci fanno i Seminole con i 35.000 dollari che incassano a testa senza lavorare? Non c’è dubbio che stiano meglio di prima, economicamente. Possono studiare, ad esempio, anche se solo l’1% dei giovani si laurea. Ma non mancano i problemi:

“la stessa cosa che ci permette di fare queste cose, ha avuto anche un effetto devastante su di noi perché permette a chi è affetto da dipendenze da sostanze di pagarsi la propria dipendenza…

“Parliamo di conservare la nostra cultura e le nostre tradizioni e tante cose del genere, ma ci stiamo ammazzando ad uno ad uno, con la droga e l’alcol. E ci stiamo ammazzando con la diabete. Ad uno ad uno. E queste sono cose che possiamo controllare: non è necessario che ci uccidano, ma sono le tre cose principali che ci stanno uccidendo oggi: il diabete, la droga e l’alcol. Ecco la nostra distruzione oggi .”

Oltre un quarto dei nativi americani, infatti, è geneticamente predisposto al diabete, che però si scatena con la sovralimentazione.

Rosalux ha fatto una domanda seria: “è una buona o una cattiva notizia che gli indiani Seminole si siano comprati la catena Hard Rock Cafe?”

Ma vedete quanto è difficile dare una risposta seria. Anzi, mi rendo conto che non ho nemmeno dato una risposta.

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46 risposte a Domanda seria, risposta seria

  1. utente anonimo scrive:

    Sì che la hai data la risposta.

    Ma non la vuoi vedere.

    Non capisco se è perchè sei un “fanatico bolscevico” e pretendi la rivoluzione o perchè sei un “fanatico cristiano eretico” e pretendi la sanità della vita, non ti accontenti, in un certo senso hai ragione.

    Ciao

    Francesco

  2. utente anonimo scrive:

    GONE TO KROATAN !!!!

  3. utente anonimo scrive:

    Miguel, non per fare come al solito il bieco maschilista:-) ma “IL diabete” è notoriamente di genere maschile. Lo so perché viene anche a cani e gatti.

    Ciao

    Ritvan Il Tuo Veterinario Di Fiducia

  4. utente anonimo scrive:

    – il classico trucco dei tempi della globalizzazione: sfruttare le piccole differenze legislative tra un luogo e l’altro per accumulare miliardi.

    Questo, e solo questo, è il vero motivo per il quale lo Stato-Nazione (con tutta l’ideologia che si porta dietro e le istanze che lo regolamentano: forme di governo, rappresentanze, diritto transnazionale e persino le “critche” funzionali, le opposizioni ecc….) gode di ottima salute.

    Sistema di vasi comunicanti: sarebbe impossibile per il capitale vivere concentrato in poche mani senza un labirintico sistema di vasi comunicanti, oliato dall’informazione e “illusoriamente” gestito da chi ci abita dentro per i propri interessi.

    Ma queste sono storie lunghe e non immediate che le mie tre parole qui possono solo banalizzare 😉

    Solito bellissimo post – sono sinceramente affascinato da te, Miguel.

    diego

    [ps: sono sposato e amo mia moglie, non fraintendere, ma questo blog è un attimo di respiro dal quale non riesco a staccarmi ;)]

  5. MUiBlack scrive:

    Visto che la domanda era rivolta agli antimperialisti, la risposta comunque è semplice, anche se i seminole stessero meglio tutti e sotto ogni punto di vista, entrando a far parte del sistema capitalistico causerebbero sicuramente problemi a qualcun altro da qualche altra parte.

    Quindi vada per la resistenza.

    (ritengo personalmente che farsi saltare in aria su un autobus non sia un modo di combattere pratico o efficace, ma se ho capito il senso della domanda la mia risposta è quella).

  6. utente anonimo scrive:

    Ciao Miguel,

    leggo sempre i tuoi post in silenzio e ne traggo continui insegnamenti anche se ho parecchi anni piu’ di te e ho fatto molta militanza nella mia vita.

    Non ti preoccupare per la lunghezza dei tuoi scritti, ci guadagna la chiarezza.

    Ti ringrazio, Roberto

  7. utente anonimo scrive:

    roberto 6 è un altro,

    io mica seguo in silenzio

    😉

    roberto (non silenzioso)

  8. kelebek scrive:

    Per Ritvan, n. 3

    Tu avere ragione io correggere

    Augh Grande Linguista

    Miguel Martinez Cavalca i Bisonti Fumettistici

  9. kelebek scrive:

    Per Diego,

    grazie!

    Siccome il sentimento è reciproco, credo che più che essere i nostri reciproci principi azzurri, siamo semplicemente anime gemelle :-)))

    Hai presente le coppie formate da due persone bruttissime, ma che si somigliano molto, e quindi si credono bellissime?

    Miguel Martinez

  10. utente anonimo scrive:

    x Diego (commento n.4).

    Lo so che un’utopia cercare di ottenere un po’ di coerenza da vosotros:-) ma mi spieghi per favore perché la facoltà delle isole Kayman di fare quel che c..zo gli pare con le proprie banche, in base al principio della sovranità nazionale, per vosotros sarebbe un obbrobrio biecamente kapitalistiko da stroncare e invece, quando in nome dello stesso concetto (ovvero “sovranità nazionale”) un porco come Milosevic fa strage di bosniaci e albanesi e per questo viene giustamente bombardato sempre vosotros strillate indignati per la calpestata “sovranità nazionale”?

    Insomma, se volete che gli USA bombardino le Kayman finché esse non mettano su internet la lista dei correntisti delle loro banche basta dirlo, no?:-)

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Già pregusto il logorroico e criptico papiro che mi manderai in risposta:-)

  11. utente anonimo scrive:

    Ritvan, semplifichi la questione un bel po’, riducendola a comparativismo, se mi permetti, spicciolo.

    Almeno io non ho scritto un papiro. Lascio a Diego il compito di farlo, con l’implicita assunzione che bombardare le Kayman non passa nemmeno per la testa di noi Kompagni (di fatto o “accusati” di essere tali). La soluzione si trova in altre modalita’, qui si usa il gergo militare un po’ troppo spesso.

    Antonello

  12. utente anonimo scrive:

    Io non credo che godano così di ottima salute gli stati nazionali. Semmai sono un ostacolo ormai, di qui l’interventismo di chi può, al buon funzionamento del capitalismo. Comunque, ritvan, credere alla sovranità nazionale è come credere a babbo natale. Tutti i regimi l’hanno violata, appena gli ha fatto comodo. Per non parlare dei tanti altri metodi d’interferenza non così evidenti ma quasi altrettanto efficaci. Il capitalismo, anche globalizzato, è sempre lo stesso, alla fine, coi suoi trucchetti. Pensiamo al classico esempio dei terreni. È banale che l’edilizia frutti di più dell’agricoltura. Di qui il minor valore d’un terreno ad uso agricolo rispetto allo stesso terreno, se edificabile. Ma su questa banalità si sono costruite fortune, quando si compra come uso agricolo terreni che grazie alle buone entrature politiche diventano da un giorno all’altro edificabili.p

  13. kelebek scrive:

    Per p. (n. 12),

    NOn vedo la contraddizione. Il capitalismo è globale, ma ha necessità di piccole irregolarità per continuare a scorrere.

    Una frontiera non deve, ad esempio, chiudere fuori la manodopera straniera, ma deve rendere quella manodopera un po’ più docile.

    Miguel Martinez

  14. utente anonimo scrive:

    Be’ la contraddizione esiste, ma niente paura, il capitalismo vive di contraddizioni, differenze di potenziali. “Piove sul bagnato” è la sua logica essenziale.p

  15. utente anonimo scrive:

    “… la risposta … è semplice, anche se i seminole stessero meglio tutti e sotto ogni punto di vista, entrando a far parte del sistema capitalistico causerebbero sicuramente problemi a qualcun altro da qualche altra parte.”

    potremmo avere uno straccio di prova di questa buffa considerazione?

    quella per cui il capitalismo è “sicuramente” causa di problemi, che se non si vedono almeno abbiamo la certezza che ci sono.

    sennò suona come la certezza che Berlusconi ha dei brogli dei comunisti o quella di Blondet sul complotto giudaico mondiale.

    e, da bravo cattolico, ti prego di non rispondermi che è un Articolo di Fede degli antimperialisti.

    grazie

    Francesco

  16. utente anonimo scrive:

    Martinez, ti ho risposto qui.

    rosa

  17. utente anonimo scrive:

    Noto che molti commenti di questo blog sembrano tratti pari pari dalle pagine del Giornale, o del Foglio.

    C’è questo sfotticchiante Ritvan, per esempio, che mi pare instancabile nel suo neo-montanellismo di risulta.

    Ora vedo che Francesco, qua sotto, fa l’apologia del capitalismo perché non è affatto convinto che il capitalismo sia “causa di problemi”…

    Mah, che dire: era un po’ che non passavo di qui, e non mi aspettavo una fauna di questo tipo…

    (Comunque gli articoli di Martinez sono straordinari, e valgono sempre la pena.)

    Alberto

  18. kelebek scrive:

    per Alberto,

    Grazie. Comunque Ritvan è semplicemente un efficace segugio di peli nell’uovo; e qui l’uovo è chiaramente antimperialista e anticapitalista.

    Mettilo in un blog filoamericano, e vedrai che fa lo stesso identico lavoro, ma in senso contrario.

    E’ questione che quando era piccolo lo hanno messo a fiutare una pista di aporie, e poi l’hanno premiato con una lepre (in Albania non avevano ancora inventato la carne).

    Per quanto riguarda Francesco, no, è fatto proprio così.

    Miguel Martinez

  19. MUiBlack scrive:

    Per francesco, ti ho dato la risposta che avrebbe dato un “antimperialista” visto che la domanda era rivolta aloro (c’era anche la premessa a questo proposito). Non capisco proprio perchè c’è questo attaccamento esasperato ai puntini delle i (ma solo a quelle che vi pare).

    Preciso che la penso esattamente così, ma non è quello che avevo detto nel commento.

  20. utente anonimo scrive:

    interessante questo post…

    due domande:

    come facevi a sapere tutte queste cose su Seminole e i casinò delle riserve indiane? (hai messo i link, va bene, ma possibile che tu conoscessi in anticipo tutta sta roba?? tanto di cappello cmq…)

    perchè il capitalismo avrebbe la “necessità” di irregolarità per funzionare? le irregolarità ci sono, i lussemburghi e le riserve indiane… ma il capitalismo crollerebbe senza di essi, nell’impossibilità di trovarne altri? boh…

    Stradivari

  21. kelebek scrive:

    Per Stradivari,

    ho avuto la fortuna di conoscere Sandra e Flavia Busatta, due sorelle di Padova che si occupano da anni dei nativi nordamericani, con grande conoscenza e nessun cedimento romantico.

    Se ti interessa, qui puoi leggere un loro articolo sulla fuffa New Age attorno ai nativi americani:

    http://www.kelebekler.com/occ/sciamani.htm

    E qui un loro articolo sul falso “discorso del Capo Seattle” che addobba tante case e uffici:

    http://www.kelebekler.com/occ/seattle1.htm

    Miguel Martinez

  22. utente anonimo scrive:

    Anche Marco D’Eramo ne parla nel suo libro, Via da Vento, Viaggio nel profondo sud degli stati uniti.

    maria

  23. utente anonimo scrive:

    Alberto,

    troppo onore, non credo proprio che potrei scrivere per il Foglio, neppure se facessi solo quello.

    Per il Giornale è un’altra questione … nel senso che dubito mi interesserebbe.

    Il punto che ho accennato, malamente per brevità e incapacità, è fondamentale: per negare positività alla scelta dei Seminole, e più ancora alla “resa” dei Palestinesi, il feticcio ideologico del Capitalismo come Male è necessario. Però non è dimostrato, neppure ci si degna di dire che detto Sistema è peggio di altri, disponibili o possibili. E a queste condizioni, detto senza voler offendere, si può solo dire sciocchezze.

    Posso dire che Ancelotti è un cretino SSE suggerisco come si potrebbe far di meglio al suo posto.

    Questo mi pare un principio metodologico da condividire se si vuole ragionare.

    Francesco

  24. utente anonimo scrive:

    In questo caso intendevo con Capitalismo tutto il Sistema-Impero-Capitalismo ecc. ecc. degli anti-imperialisti (io la chiamerei Realtà ma questo è un altro discorso).

    Sennò i palestinesi non c’entrerebbero, poverini.

    Muiblack, io avevo capito, ma trovo che proprio la coerenza anti-imperialista sia la mostruosità logica e politica.

    Francesco

  25. utente anonimo scrive:

    >C’è questo sfotticchiante Ritvan, per esempio, che mi pare instancabile nel suo neo-montanellismo di risulta.

    Mah, che dire: era un po’ che non passavo di qui, e non mi aspettavo una fauna di questo tipo…Alberto< Beh, parlando di fauna…non so se classificare questo tizio nella specie “scarabeus stercorarius” o infilarlo come specie a parte (p.es. con un nome ispirato al Sommo Poeta “Albertus cheaveadelculfattotrombettis”) nella famiglia comprendente quell’insetto africano ribattezzato “alvarus vitalius” a causa dei suoi peti utilizzati come mezzo d’offesa/difesa. Certo che quando una simile bestia non ha argomenti da spendere usa quello che la natura le ha dato: sterco e peti.
    Ritvan

  26. utente anonimo scrive:

    Ritvan

    cattiva digestione?

    non ti facevo di carattere così cattivo

    e pensa quello che hanno scritto di me sia l’ospite sia il padrone di casa!

    ma noi abbiamo quella storia di porgere l’altra guancia …

    ciao

    Francesco

  27. utente anonimo scrive:

    Noto che diversi americani, non solo persone con cui ho parlato ma anche celebrità di cui ho letto, rivendicano un antenato nativo.

    Quasi sempre Cherokee.

    Il motivo per cui lo rivendicano, può essere semplice: moda, l’antenato indiano “fa figo” da quando è passato da selvaggio a saggio e buono; inoltre è “veramente americano” e quindi garanzia di legittimità.

    Non so però perchè il popolo prescelto sia quasi sempre quello Cherokee.

    Forse perchè numeroso? O perchè ha cominciato molto presto, come i Seminole di cui ci ha parlato così bene Miguel, a mescolarsi con altri?

    Guardicchiando su internet, ho trovato “nations” indiane di tutti i tipi, da alcune formate da individui biondi di madrelingua francese ad altre formate da neri, oltre ovviamente a persone dall’aspetto “tradizionalmente” nativo-americano.

    Va be’, lo so che c’entra poco, ma ho il sospetto che la fuffa che ci hanno propinato su di loro sia parecchia. Vado a vedere i link di Miguel 🙂

    Paolo

  28. utente anonimo scrive:

    >Non so però perchè il popolo prescelto sia quasi sempre quello Cherokee. Paolo<
    Probabilmente perché è lo stesso di quel SUV che fa tanto figo:-).

    Ciao

    Ritvan

  29. utente anonimo scrive:

    >Ritvan cattiva digestione? Francesco<
    Manco per sogno, il mio stomaco digerisce pure le pietre: nell’Albania di Hoxha quelli con cattiva digestione non sopravvivevano alla selezione naturale:-(

    >non ti facevo di carattere così cattivo<
    Beh, io credo di essere una persona di carattere e un celebre detto recita:”le persone di carattere hanno solitamente un pessimo carattere”:-). Comunque, io credo che se uno che non conosco e con cui non ho mai scambiato nemmeno un “buongiorno” mi dà di punto in bianco della “fauna”, io sono liberissimo di dargli in risposta della “bestia”.

    >e pensa quello che hanno scritto di me sia l’ospite sia il padrone di casa!<
    Con tutto il rispetto, questi sono affari tuoi.

    >ma noi abbiamo quella storia di porgere l’altra guancia … <
    Sì, come io tengo il gommone parcheggiato sotto casa:-).

    Ciao

    Ritvan

  30. kelebek scrive:

    Per Ritvan, n. 25,

    So che mi risponderai, “ma ha cominciato lui”.

    Però hai continuato tu.

    E qualche metro sopra le righe.

    Cerchiamo di non far degenerare questo blog.

    Miguel Martinez

  31. utente anonimo scrive:

    >Per Ritvan, n. 25, So che mi risponderai, “ma ha cominciato lui”.<
    Ma va? Come hai fatto a indovinare? Ah, già, perché è la verità:-)

    >Però hai continuato tu.<
    Lapalissiano. E Kanunario:-).

    >E qualche metro sopra le righe.<
    Ne dubito, semmai qualche millimetro. Ti reincollo quello che dicevo a Francesco quando se la prendeva con la mia digestione, magnificando la sua attitudine prettamente cattolica di mettere le proprie guance a disposizione di chiunque come punching ball:-) : io credo che se uno che non conosco e con cui non ho mai scambiato nemmeno un “buongiorno” mi dà di punto in bianco della “fauna”, io sono liberissimo di dargli in risposta della “bestia”..

    >Cerchiamo di non far degenerare questo blog.<
    Non chiedo di meglio. Ma non credi che i TUOI amici e gli amici dei TUOI amici abbiano in questo senso e nei confronti del TUO blog qualche obbligo di più rispetto ai tuoi “oppositori”? Almeno quello di “non-cominciare-per-primi-ad-offendere”?

    Ciao

    Ritvan

  32. utente anonimo scrive:

    Pace, Ritvan, pace!

    Che io, ahimè, sono un uomo di buon carattere, nel senso di privo di nerbo.

    E’ che a pigliarmi a mazzate (fuori dal campo di pallacanestro) non mi diverto, neppure se sono metaforiche.

    Eppoi gli epiteti rivoltimi da persone che non stimo mi scivolano addosso come gocce d’acqua sulla roccia, sarà il complesso di superiorità di quelli che hanno fatto il Liceo Classico.

    Quindi, se mi danno della fauna, al massimo penso a quanto si divertono i mandrilli, beati loro. Sono scimmie che in cattività, al contrario dei panda, incrementano l’attivitò sessuale, NdS.

    ciao

    Francesco

    PS non capisco perchè i comunisti non vogliono bombardare le Kayman. Sarebbe il giusto contrappasso per i borghesi: avete messi i soldi lontani dagli omini delle tasse? bene, con quelle tasse si pagano anche le baionette per difendervi, alle Kayman niente tasse, niente baionette e Miguel alla guida dei suoi mercenari nazislamocomnisti ha preso il potere e i vostri soldi.

  33. utente anonimo scrive:

    >PS non capisco perchè i comunisti non vogliono bombardare le Kayman. Sarebbe il giusto contrappasso per i borghesi: avete messi i soldi lontani dagli omini delle tasse? bene, con quelle tasse si pagano anche le baionette per difendervi, alle Kayman niente tasse, niente baionette e Miguel alla guida dei suoi mercenari nazislamocomnisti ha preso il potere e i vostri soldi.<
    Forse non hai capito:-). Si parlava di bombardamento delle Kayman da parte degli USA, NATO e roba simile , non dei mercenari islamonazicomunisti addestrati da Miguel (Dio ce ne scampi e liberi!:-) ), bombardamento finalizzato a costringere il governo kaymano ad abolire il segreto bancario, tassare gli utili e obbedire a eventuali rogatorie internazionali, insoma “giocare pulito”.

    I nostri amici terzomondisti considerano la furbata del governo kaimanesco che campa e fa campare i suoi sudditi con questo tipo di “concorrenza sleale” (come Morales i suoi con la coca, il Montenegro col contrabbando delle sigarette, i cinesi con il lavoro forzato di milioni di prigionieri e così via) come frutto del solito komplotto demo-pluto-giudaico-globale che ha INTERESSE che si conservino queste “sacche d’illegalità”. Però, ovviamente i sullodati terzomondisti mica ci dicono come potrebbe fare un governo eventualmente non succube dei biechi kapitalisti fetentoni demo-pluto-giudaici a costringere le Kayman a sputar fuori il malloppo. Il bombardamento no, non è politicamente corretto, l’embargo neppure, perché si ritorcerebbe contro i poveri e disgraziati bambini kaymaneschi che rimarrebbero senza medicine e latte in polvere, proprio come i bambini iracheni ai tempi di Saddam:-). Un coro di pernacchie sarebbe forse la soluzione terzomondisticamente corretta?:-)

    Ciao

    Ritvan

  34. utente anonimo scrive:

    Visto che la domanda era rivolta agli antimperialisti, la risposta comunque è semplice, anche se i seminole stessero meglio tutti e sotto ogni punto di vista, entrando a far parte del sistema capitalistico causerebbero sicuramente problemi a qualcun altro da qualche altra parte.

    Quindi vada per la resistenza.

    Prendendo per buona la ricostruzione di Miguel, e non ho motivo di non farlo, oltre che per la fiducia anche per il fatto che la stessa Rosa non ha pensato di apportare alcuna correzione, la domanda suona circa così:

    “Dieci anni fa un tizio mi ha pestato con una spranga e si è preso il mio orto, e da quel giorno mi ha tenuta legata in un angolo del cortile nutrendomi con Cocacola e biscotti secchi. La scorsa settimana però ha scoperto che se mi slegava poteva portarmi a battere all’angolo della strada, che è più redditizio rispetto a vendere le carote dell’orto. Oltre ad avermi triplicato la dose di Cocacola e biscotti, il tizio si è quindi comprato un biliardino: questa è una buona o una cattiva notizia?”

    Non sarò granché come antimperialista, ma “cattiva, perché se anche ai biscotti si fosse sostituita la pastasciutta, il venditore del biliardino picchia la moglie” non è esattamente la prima risposta che mi viene in mente.

    Sarà che ho abbandonato la logica della riduzione del danno per cadere nel soggettivismo bieco. 🙂

    Erika

  35. utente anonimo scrive:

    >la domanda suona circa così: Erika<
    Ecco, se tu avessi copincollato qui anche la fatidica domanda, avresti dato un notevole contributo alla comprensibilita del Dialogo. Vabbè, ghe pens’ mì: La domanda risaluxemburghese era:”E’ una buona o una cattiva notizia che gli indiani Seminole si siano comprati la catena Hard Rock Cafe?”

    >”Dieci anni fa un tizio mi ha pestato con una spranga e si è preso il mio orto, e da quel giorno mi ha tenuta legata in un angolo del cortile nutrendomi con Cocacola e biscotti secchi. La scorsa settimana però ha scoperto che se mi slegava poteva portarmi a battere all’angolo della strada, che è più redditizio rispetto a vendere le carote dell’orto. Oltre ad avermi triplicato la dose di Cocacola e biscotti, il tizio si è quindi comprato un biliardino: questa è una buona o una cattiva notizia?”<
    Nel tuo pittoresco e metaforico esempio hai travisato la realtà, addattandola alla tua visione antiamerikana. Il poverocristo privato dell’orto ad opera del biechissimo tizio non era affatto legato. Se lo voleva, poteva andare dove gli fosse parso meglio. Solo che non poteva cavalcare seminudo e con le piume in testa per tutto “l’orto”, calpestando le zucchine per dar la caccia a colpi di frecce alle galline. A questo nobile esercizio, se lo voleva, era riservata una piccola parte del suddetto “orto”, ben recintata.

    Poi, se non hai letto il pezzo migueliano stando a testa ingiù:-) avrai letto la frase “Cosa ci fanno i Seminole con i 35.000 dollari che incassano a testa senza lavorare?”. Non mi pare che “senza lavorare” sia sinonimo di “battere”, tanto meno “esser costretti a battere”, non credi?

    >Non sarò granché come antimperialista,<
    No, ma come travisatrice della realtà tramite trasposizioni paraboliche ad minchiam, sembra che tu abbia pochi rivali.

    >ma “cattiva, perché se anche ai biscotti si fosse sostituita la pastasciutta, il venditore del biliardino picchia la moglie” non è esattamente la prima risposta che mi viene in mente.<
    Sì, quella risposta sarebbe sicuramente una minchiata, ma sempre minore di quella che viene per prima in mente a te.

    >Sarà che ho abbandonato la logica della riduzione del danno per cadere nel soggettivismo bieco. 🙂 Erika<
    Se tu ricevere 35000 dollari a cranio per non fa’ n’cazzo tutto il santo giorno me lo chiami “riduzione del danno” probabilmente hai un’idea molto distorta di quando possa guadagnare uno che caccia bisonti (ammesso e non concesso che ci siano ancora in America) per vivere. E non hai la più pallida idea di quanti cittadini amerikani ed europei si dichiarerebbero ipso facto seminole e disposti ad andare in giro con le piume in testa vita natural durante, se i cari capitribù seminole non avessero preteso ed ottenuto dalle autorità amerikane l’esecuzione di un test del DNA per tutti gli aspiranti seminole. Ovvero, il razzismo alla rovescia:-) quando pecunia non olet.

    Ciao

    Ritvan

  36. utente anonimo scrive:

    Però Ritvan è vera anche una cosa, al di là delle questioni culturali, dei visi pallidi e degli indiani.

    Prendi una comunità di qualche migliaio di persone – chessò, qualche minoranza linguistica del piffero di quelle tutelate dalla costituzione 🙂 – mettili in una comunità recintata in Maremma e dà loro 35000 euri all’anno. Il tutto trasmissibile per via ereditaria.

    Secondo me dopo qualche decennio più che gente allegra e felice trovi solo degli sgangherati dell’altro mondo. Sì, lo so, è una cosa diversa, non siamo in Ammerega, non si può sapere. Lo so, non preoccuparti, è solo un’immagine che mi è venuta in mente…

    Z.

  37. utente anonimo scrive:

    (…magari invece si comprano una catena di alberghi a Cortina e di ristoranti a Portofino…

    Z.)

  38. utente anonimo scrive:

    Z.

    volendo i Seminole possono andare dove vogliono, credo.

    Quindi il vero danno è nel ricevere soldi senza lavorare (devastante) e nell’essere eredi di una tradizione che è stata massacrata dall’incontro con l’uomo bianco (e qui mi permetto di dire che i massacri fisici non hanno modificato la sostanza della questione).

    Francesco

  39. utente anonimo scrive:

    Oddio, io non sottovaluterei il massacro vero e proprio (in fondo è da lì che è partito tutto). Ma a parte questo siamo d’accordo.

    In linea di massima credo che l’assimilazione, per quanto possa essere poco piacevole e talvolta drammatica, sia un’alternativa migliore rispetto alle “riserve” di ogni genere. Dopo qualche generazione può persino mettere tutti sullo stesso piano, a volte…con le riserve questo è molto più difficile.

    Z.

  40. utente anonimo scrive:

    Non voglio affatto sottovalutare lo sterminio cosciente e pianificato degli indiani da parte dei bianchi.

    Solo che credo sia stata la forma di un fenomeno storico inevitabile nel momento in cui due civiltà così diverse, anche per potenza “militare”, si sono incontrate.

    In effetti, oltre al dominio e allo sterminio, esiste la possibilità dell’assimilazione. Che funziona nei due sensi: il dominato al dominatore (i galli diventano romani) e viceversa (i mongoli vengono assorbiti dai cinesi che dominano).

    Ma a MM questo pare non interessare e non capisco perchè.

    Ciao

    Francesco

  41. utente anonimo scrive:

    Sì, ma cerchiamo di avere un minimo di logica. Se alle sparute minoranze non si dà niente, si levano le acute grida di dolore dei benpensanti contro gli “affamatori di minoranze dominate” (vedi soldi negati a hamas) e se si dà loro 35000 USD a cranio, stavolta si strilla che i biechissimi dominanti li stanno tentando di sterminarli per diabete! Vogliamo far pace col cervello, please?

    Ciao

    Ritvan

  42. utente anonimo scrive:

    Francesco: In effetti, oltre al dominio e allo sterminio, esiste la possibilità dell’assimilazione. Che funziona nei due sensi: il dominato al dominatore (i galli diventano romani) e viceversa (i mongoli vengono assorbiti dai cinesi che dominano).

    …e la Graecia capta dove la mettiamo? 🙂 Sì, secondo me è la soluzione che dà i migliori frutti nel lungo periodo, se non si riesce ad evitare lo scontro.

    Ma a MM questo pare non interessare e non capisco perchè.

    Oddio, sono qui da un paio di mesi soltanto, non posso fare l’esegesi di quello che non ho letto 🙂 Ma mi pare che (come Said) abbia parlato criticamente di bantustan a proposito dell’idea di chiudere i Palestinesi in tante San Marino. E in fondo schierarsi per la proposta di stato unico democratico in Palestina significa schierarsi a favore dell’assimilazione degli ebrei israeliani da parte degli arabi :-))

    Z.

  43. utente anonimo scrive:

    (porcaccia la miseria, stavolta ero sicuro di aver chiuso tutti i tag! meno male che Splinder ha sistemato la piattaforma…)

    Ritvan: Se alle sparute minoranze non si dà niente, si levano le acute grida di dolore dei benpensanti contro gli “affamatori di minoranze dominate” (vedi soldi negati a hamas)

    In effetti se tutti i combattenti palestinesi ricevessero 35000 dollari l’anno probabilmente avrebbero schiacciato Israele da un pezzo 🙂

    Scherzi a parte, se e quando esisterà lo Stato-nazione di Palestina, i Palestinesi non dovranno più dipendere in larga parte dai finanziamenti stranieri, e dal modo – magari arbitrario – in cui associazioni come Fatah o Hamas decidono di spenderli. E non saranno più ridotti allo stremo se, per qualche ragione, stati e organismi internazionali decideranno di tagliarli.

    Z.

  44. utente anonimo scrive:

    z.

    allora lo stato di emergenza permanente non serve solo ai biechi disegni dei sionisti!

    Francesco

  45. utente anonimo scrive:

    …e mica solo in Medio Oriente 🙂

    In Italia a destra si dice che c’è un’emergenza-fisco che legittima l’evasione fiscale, e a sinistra che c’è un’emergenza-fisco che rende legittima finanziarie lunghe e incasinate…

    L’emergenza torna sempre comoda a tutti, mi sa 🙂

    Z.

  46. utente anonimo scrive:

    Io è da quando sono nata, e quindi da parecchio:-), che sento parlare di emergenze, ormai è diventato uno scudo comune per tutti.

    maria

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