Facebook e i miei dati ai tempi del controllo globale

Oggi mi arriva un nuovo invito a iscrivermi a Facebook, da parte di una simpatica e coraggiosa amica anarchica.Sapete già cosa le risponderò (tolte le eventuali asprezze, che lei sicuramente non merita).

L’invito appare, ingannevolmente, come se fosse stato mandato non da Facebook, ma direttamente dall’indirizzo della mia amica.

All’invito, segue una lista di sei persone che in passato mi hanno invitato: quattro di queste, non ho idea chi siano – una è turca, tre sono ispanici, ma io scrivo in italiano. Comunque siamo sempre nel campo dello spam pubblicitario.

Ma la cosa veramente interessante è l’ultima parte.

Sotto la dicitura “Altre persone che potresti conoscere su Facebook”, ci sono nove riquadri, con altrettanti nomi. Visto che non ci sono su Facebook, non può trattarsi di dati raccolti da Facebook stessa. Non sono stati raccolti nemmeno confrontando il mio indirizzo e-mail con altri indirizzi dal suono simile.

Tre nomi, mi sembra di non riconoscerli. Invece, gli altri sei sono di persone che effettivamente conosco. Una la conosco bene, le altre cinque sono persone con cui non ho alcun rapporto di amicizia: ad esempio un signore che avevo contattato una volta per chiedere informazioni sulla musica georgiana, oppure un mio storico avversario, un noto cristianista che ho più volte criticato sul mio blog per le sue attività – tra parentesi, è un’ottima persona sul piano umano, una dimostrazione vivente di come bisogna sempre scindere i giudizi politici da quelli personali.

Queste cinque persone certamente non si conoscono tra di loro e certamente non hanno alcun rapporto con la signora che mi ha mandato l’invito, né probabilmente con le altre persone che in passato mi hanno invitato su Facebook.

In comune hanno solo una cosa: qualche volta, ci siamo scambiati delle mail private. Sul mio account Gmail, che per chi non lo sapesse, vuol dire Google.

E cioè, Google, i cui computer sanno già tutto di ciò che gira in rete, coincide con Gmail che sa tutto ciò che ci scriviamo, che coincide con Facebook che sa tutto sulle nostre (meglio, vostre) relazioni umane.

P.S. Come potete vedere dai commenti a questo post, la mia amica non ha nemmeno chiesto a Facebook di invitarmi. In un momento di distrazione, ha fatto un clic da qualche parte su qualcosa – certamente del tutto legale, figuriamoci se non si informano prima con gli avvocati – regalando, contro le proprie intenzioni, il proprio indirizzario al proprietario di Facebook. Per cui lo  stesso invito è sostanzialmente truffaldino.

mark-zuckerberg
Questa faccettina alla “me ne posso fregare di portare la cravatta” appartiene a Mark Zuckerberg, il padrone di Facebook e della vita privata di 350 milioni di esseri umani
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56 risposte a Facebook e i miei dati ai tempi del controllo globale

  1. utente anonimo scrive:

    ebbene si l’amica sono io, che commetto errori e schiaccio un tasto, clic e mi acchiappa tutti i contatti postali e invita chi non mi sognerei mai di invitare e di inviti non ne ho fatti mai neanche uno da quando sto su questa Faccia della comunicazione, da poco…c’è sempre da imparare. Mi è stato detto, fai attenzione su Fb rimangono per sempre le tue tracce, anche in passato mi venne detto…ma che sei in contatto con certe persone?…tu senti frequenti ti vedi anche con questi? sorrido…ma che rimanessero le tracce e non solo mie ma di quelle migliaia di persone che non riescono neanche ad emettere un suono nella Rete, a raccontare la Storia. Ho questo impegno, preso con me stessa e con nessuna altra Fede. Ci accomuna caro Kelebek, io credo,di bazzicare strade contorte, guarda caso in direzione ostinata e contraria. E’ questo è un incidente di percorso, sapessi che ferite…ma non me le lecco e neanche lecco alcun medico. Credo nella persona e nella libertà anche di buttare nel cestino. Tu non l’hai fatto, ne hai scritto, vai oltre e forse sei uno di quelli che ricorda che il cestino una volta non era un’icona della monnezza. 
    Grazie e perdonami, sto sprecando io in scuse e giustificazioni, tempo ed energia ma forse anche questo non accade per caso. un abbraccio
    Doriana Goracci

  2. utente anonimo scrive:

    Mah, se FB ha messo il naso nelle caselle GMAIL dei tuoi amici, è  perchè loro glielo hanno permesso: protesta con chi scrive il tuo indirizzo sui muri (l’ho fatto anch’io, intendiamoci: non è molto diverso da mandare mail con l’indirizzario aperto, come violazione di privacy).

    Ma poi dimmi, tu cospireresti su FB, o ci metteresti le tue foto di letto? Francamente mi pare che sia cosa nota che il posto è piuttosto pubblico, e le mie foto di tramonti della corsica a zuckerman glieli posso volontariamente regalare, visto che ci fa la birra, e posso persino confidargli che oggi sono su di morale perchè ho mangiato i gamberetti, pensa tu.

    Ma dì, se Zuckermann si fosse chiamato Esposito, Alvarez o Johnson ti saresti preoccupato altrettanto?

    rosa

  3. kelebek scrive:

    Per Rosa,

    chip on your shoulder, as usual… Mi sarei preoccupato pure se si fosse chiamato Miguel Martinez

    Miguel Martinez, per l’appunto

  4. utente anonimo scrive:

    Per Martinez

    ”E cioè, Google, i cui computer sanno già tutto di ciò che gira in rete, coincide con Gmail che sa tutto ciò che ci scriviamo, che coincide con Facebook che sa tutto sulle nostre (meglio, vostre) relazioni umane.”

    E’ noto che ciascun essere umano è separato da un qualsiasi altro essere umano da meno di dieci passaggi: cioè io conosco qualcuno che conosce qualcuno che conosce qualcuno….e tramite conoscenze di conoscenze posso arrivare a chiunque sulla Terra. Internet ha reso concreta questa contiguità virtuale. Ora, il numero di contatti possibili esplode più rapidamente di quanto sia controllabile dal più potente computer immaginabile. Non vorrei peccare di ottimismo, ma è precisamente questa pluralità la miglior difesa della privacy. Fermo restando che sia ieri sia oggi sia domani tanto il Mossad quanto il suo equivalente malese o paraguayano possono prima o poi sapere tutto di me in qualsiasi momento, la probabilità che in questa giungla di contatti una qualche informazione che oggi considero sensibile e che mi riguarda possa finire in mani malevoli e a me ostili è praticamente zero. Il fallimento di Echelon  simili nella prevenzione dell’11 settembre è emblematico (per non parlare del fallimento sovietico a prevenire lo scherzo di Mathias Rust). Il raggiungimento del controllo totale tramite il controllo della Rete è una utopia tanto irrealistica quanto i raggiungimento della sicurezza totale tramite il conseguimento della superiorità missilistica. E poi, come scrisse Van Vogt in ‘Dittatura 2200’ (cito a memoria) il vero antidoto al potere di un dittatore che veda ogni intimo dettaglio delle nostre vite è che tutti noi si veda ogni intimo dettaglio della sua. L’iniziativa dei seguaci di Bepe Grillo di filmare i consigli comunali è non a caso boicotata dai medesimi.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  5. utente anonimo scrive:

    No chip on my shoulder, figurati, sei tu piuttosto che ci torni sempre come un’ape al miele: cmq, ammetto che le illazioni non sono affatto utili perchè sono impossibili da verificare e chi ne è vittima come è ovvio negherà fino alla morte: tuttavia l’idea del roscio maledetto che ha nelle sue mani (artigli?) le nostre misere vite però ammetti che è un po’  "a tinte forti", suvvia. La questione della mancanza di privacy, quando metti in comunicazione delle reti di persone, è ovvia: fa parte dei "contro", così come lo spamming. Ci sono misure di prudenza che qualsiasi persona senziente dovrebbe prendere, e se non le prende è responsabilità sua.

    Piuttosto, perchè non sviluppi un po’il tuo plot, che le tinte forti sono avvincenti e ci hai lasciato a bocca asciutta…Zuckerman (Alvarez, Esposito, Martinez) sa a che ora mangio la pastasciutta e che Carolina ha partorito un  altro pupo.

    Perchè lo fa? In combutta con chi? Per ottenere cosa? Sviluppa l’ipotesi, dai.

    rosa

  6. utente anonimo scrive:

    Non credo che ciò che interessa a Zuck sia a che ora abbiamo mangiato la pasta. A lui, probabilmente, interessa che film vediamo, che musica sentiamo, che scarpe compriamo, per poter vendere annunci pubblicitari.

    Ai suoi eventuali compari, invece, interessa quali links postiamo, e in che "giro" rientrano i nostri amici.
    Tra i miei circa 200 "amici" di FB alcuni sono compagni delle medie, altri conoscenti delle vacanze, ma un bel gruppetto sostanzioso sono attivisti di qualcosa. Statisticamente, potrei rientrare in un vasto gruppo di "attenzionati" da parte di un qualche governo.

    La questione sai qual è? Che non me ne frega niente, se sanno come la penso. Amen. Più siamo, meglio stiamo: mica possono arrestarci tutti.

    la timida

  7. utente anonimo scrive:

    "Zuckerman (Alvarez, Esposito, Martinez) sa a che ora mangio la pastasciutta e che Carolina ha partorito un  altro pupo. "

    Per giungere all’occupazione della vita sociale.
    Il mezzo è il messaggio, no?

    E.M.

  8. kelebek scrive:

    La Timida, al n. 6, ha risposto perfettamente alla domanda n. 5.

    Miguel Martinez

  9. utente anonimo scrive:

    Condivido: ad esempio zuckerman mi propone sempre un certo francesco, per allettarmi a seguire un sito di appuntamenti galanti che gli paga le commissioni, e in cambio io l’ho l’incomparabile vantaggio di poter chiedere alla mia compagna delle medie quale hennè usa. Lui diventa miliardario, e mi offre nuovi rutilanti modi di perdere tempo: Un patto reciproco (e volontario) le cui ragioni sono autoevidenti. Soprattutto le sue, visto che ci diventa miliardario.

    La seconda parte invece è quella che chiederei a martinez (o a te) di sviluppare. E’ una illazione, ma può creare universi interessanti: per sapere in che rete è Martinez basta la polizia italiana, se lui commette un illecito.

    Per sapere invece che è un antisionista militante (ops: chips on my shoulder? Naaah!) basta leggere il suo blog!  E che fa zuckerman, se sa che Martinez ti conosce e fate una rete di pasionari antisionisti? Avverte il mossad che gli manda un drone nel culo?

    Mi pare onestamente dispendioso e inefficace, ci sono più antisionisti che formiche, nel mondo, e noi siamo una lobby di ricconi sfondati, non di cretini.

  10. kelebek scrive:

    Sono cittadino italiano e quindi è improbabile che mi rapiscano e portino a Guantanamo in base a qualche indizio.

    Piuttosto trovo preoccupante la creazione di una rete sempre più unificata di controllo su tutti i movimenti. Siamo già al momento in cui il controllo sulla nostra corrispondenza privata, sulle nostre relazioni e sulle nostre curiosità si trova in mano a un unico complesso aziendale.

    In questo flusso unificato, entreranno certamente i dati rilevati dalle telecamere e quelli rilevati dai bancomat o dalle dichiarazioni dei redditi, creando un’unica sorveglianza totale della nostra vita.

    Questa sorveglianza viene effettuata da anonime macchine, è vero; ma a quelle anonime macchine hanno accesso degli esseri umani. E una volta che c’è una perdita nella linea di flusso, quella perdita non è riparabile.

    Tutto si mette a disposizione, non solo di eventuali servizi segreti, che non mi ossessionano particolarmente; ma anche di giornalisti, diffamatori e altra gentaglia che campa tessendo reti e connessioni.

    "Martinez il 12 agosto è passato davanti a casa del noto pregiudicato Caio…" e magari è vero, stavo andando a comprare il pane. E quando rispondo che non ho idea chi sia Caio (ma le difese suonano sempre deboli), quello dice, "è lo spacciatore che vende cocaina al tuo amico Tizio", e magari pure quello è vero, e suona ancora più inutile dire, "ma Tizio è solo un impiegato della biblioteca che mi aveva scritto per dirmi di restituire un libro".

    E’ un pantano da cui già oggi è impossibile uscire, una volta che  ti ci trovi dentro. Figuriamoci quando tutte queste reti saranno unificate, e saranno caduti gli ultimi pudori sulla privacy.

    A una simile situazione, si può reagire in due modi:

    1) fregandosene e lasciando che tutti si rosichino nelle loro paranoie

    2) diventando conformisti totali, evitando preventivamente ogni minimo comportamento o contatto o espressione che un giorno potrebbe essere usato contro di te.

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    mi sa che facebook accede agli indirii google solo se glielo permetti (cioè se tu usi una funione che si chiama "ue bello, vedi se nella mia agenda ci sono delle persone che ritrovi su FB". per altro funziona molto bene se gli permetti di usare le informazioni che tu stesso introduci.

    per dire, FB non mi ha mai proposto fra i possibili amici  persone che hanno come me un indirizzo gmail e con le quali ho scambi frequentissimi, mentre mi ha proposto come amica una mia ex greca della quale avevo perso completamente ogni traccia (ma tutti e due avevamo sul nostro profilo "erasmus in olanda nel 1994" e devo dire che è stato piacevole ritrovarla).

    insomma, se uno ci tiene alla sua privacy, non ha che da non buttarla in pasto all’universo mondo

    roberto

  12. utente anonimo scrive:

    miguel (11),

    aggiungerei, come detto nel post precedente,

    3) evitando di dare a sconosciuti informazioni che non vogliamo che siano diffuse.

    d’altronde se nella vita normale non vado in giro a dire che ho un calzino bucato, non vedo perché dovrei scriverlo su facebook o su un blog

  13. utente anonimo scrive:

    "Sono cittadino italiano e quindi è improbabile che mi rapiscano e portino a Guantanamo in base a qualche indizio."

    non sarei cosi’ ottimista

    roberto (pure il 12 era mio)

  14. kelebek scrive:

    Per roberto n. 14

    Il discorso liberale del tipo, "se la gente si comporta bene, non le succede niente", l’ho perso di vista un secolo fa quando conoscevo tredicenni tossicodipendenti, ladruncoli che non sapevano quello che facevano e gente che finiva in carcere senza manco capire perché.

    Guarda che io sono una persona molto attenta a non raccontare fattacci personali né miei né degli altri, peggiori nemici compresi.

    Eppure tutti gli attacchi contro di me su Internet sono costruiti con abili ritagli di cose che ho scritto, oppure manipolando contatti con altre persone, oppure mettendo insieme cose vere con cose false.

    Penso che il sedicenne medio sia molto meno attento di me quando si tratta di scrivere, che so, "mi sono fumato certa roba buooona" oppure "i froci mi fanno schifo" oppure "a Berlusconi je metterei un razzo ar culo".

    Tutte cose che il poveretto dovrà pagare con gli interessi tra dieci anni quando lo chiamano per un’intervista di  lavoro.

    Miguel Martinez

  15. utente anonimo scrive:

    sulla prima parte del tuo post, allora non capisco perché te la prendi con google. prendere ritagli di scritti e incollarli in modo malevolo, o mischiare il vero con il falso sono attività vecchie come il mestiere più antico del mondo. certo con google è più facile, ma non capisco esattamenteil punto.

    sul ragazino sedicenne temo invece che tu abbia ragione (anche se da qui a dieci anni il fessacchiotto potrà ripulire internet dalle sciocchezze cha ha postato). diciamo che il mio punto 3) si applica ad adulti ragionevoli

    roberto

  16. kelebek scrive:

    Per roberto n. 15

    diciamo che il mio punto 3) si applica ad adulti ragionevoli

    ne conosci?

    🙂

    Miguel Martinez

  17. utente anonimo scrive:

    Per Martinez #14

    ”dovrà pagare con gli interessi tra dieci anni”

    Ma non c’e’ mica bisogno di Internet per questo. Decenni fa successe già con la statunitense commissione McCarthy, decenni fa, col Berufsverbot tedesco e con le nostrane note sui ‘simpatizzanti per i partiti dell’ordine’.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  18. utente anonimo scrive:

    sia io che te siamo abbastana ragionevoli, mi pare
    🙂

    roberto

  19. Peucezio scrive:

    Martínez #14
    Beh, però se non dovessero dare lavoro a chi a 13 anni ha scritto frasi come quelle, non dovrebbero darlo a nessuno.
    La seconda la direbbe qualunque ragazzino di destra, la terza qualunque ragazzino di sinistra e la prima qualunque ragazzino in genere.
    Per il resto il problema esiste e la gente, adolescenti compresi, dovrebbe stare un minimo attenta a quello che scrive.
    Se pensassi un domani di dovere dare conto a qualcuno, userei il PGP per le mail, userei Tor ogni volta che navigo o scrivo in un forum e, o non sarei su facebook, oppure ci scriverei solo: "che bel sole c’è oggi" e cose simili. 

  20. kelebek scrive:

    Per Andrea n. 17

    vero, con qualche precisazione…

    1) il sistema ha sempre meno bisogno di rigoroso barriere istituzionali per escludere

    2) casomai, oggi è una fortuna per pochi essere inclusi

    3) molto di più dipende dal capriccio dell’opinione privata, che proprio per questo diventa in apparenza più tollerante.

    4) oggi si sa infinitamente di più su ognuno di quanto si sapesse trent’anni fa.

    Miguel Martinez

  21. kelebek scrive:

    Per Peucezio n. 19

    Martínez #14

    Grazie dell’accento acuto!

    Beh, però se non dovessero dare lavoro a chi a 13 anni ha scritto frasi come quelle, non dovrebbero darlo a nessuno.

    Certo. Però se io non voglio dare lavoro a Tizio; oppure se io voglio prendere il posto di Tizio, tiro fuori queste cose, che sono fatti inoppugnabili che dimostrano che il nostro è un drogato/nazista/terrorista.

    Miguel Martinez

  22. utente anonimo scrive:

    " In questo flusso unificato, entreranno certamente i dati rilevati dalle telecamere e quelli rilevati dai bancomat o dalle dichiarazioni dei redditi, creando un’unica sorveglianza totale della nostra vita.

    Questa sorveglianza viene effettuata da anonime macchine, è vero; ma a quelle anonime macchine hanno accesso degli esseri umani. E una volta che c’è una perdita nella linea di flusso, quella perdita non è riparabile.

    Tutto si mette a disposizione, non solo di eventuali servizi segreti, che non mi ossessionano particolarmente; ma anche di giornalisti, diffamatori e altra gentaglia che campa tessendo reti e connessioni."

    "Ci sono misure di prudenza che qualsiasi persona senziente dovrebbe prendere, e se non le prende è responsabilità sua."

    "A una simile situazione, si può reagire in due modi:

    1) fregandosene e lasciando che tutti si rosichino nelle loro paranoie

    2) diventando conformisti totali, evitando preventivamente ogni minimo comportamento o contatto o espressione che un giorno potrebbe essere usato contro di te."
    ————————-

    A quella delle misure di prudenza nn ci credo.
    Tutto è trasmissione, a quanto pare.
    Contenti loro (?)
    ciao
    Collega

  23. utente anonimo scrive:

    "mi sa che facebook accede agli indirii google solo se glielo permetti (cioè se tu usi una funione che si chiama "ue bello, vedi se nella mia agenda ci sono delle persone che ritrovi su FB". per altro funziona molto bene se gli permetti di usare le informazioni che tu stesso introduci."

    ——————————–

    Il fatto che l’altra persona sia consapevole o no di questo, e sia consenzioente o no, è proprio così irrilevante?

  24. utente anonimo scrive:

    @ 23: lì é il punto.
    a voler tacere, per tutti gli altri, degli eventuali utili-dixan-canone-e varie da trasmissione.
    (o) Campa

  25. utente anonimo scrive:

    >"mi sono fumato certa roba buooona" oppure "i froci mi fanno schifo" oppure >"a Berlusconi je metterei un razzo ar culo"

    Ecco, l’hai scritto (puoi negarlo?). Un giorno lo useranno contro di te.

    Ale

  26. utente anonimo scrive:

    anonimo (23),
    vediamo un po’:

    tizio ha il mio nome nella sua agenda.
    tizio chiede a FB di cercarmi.
    FB mi manda una mail e mi chiede di diventare amico di tizio.

    ammettiamo che per me sia una scocciatura dire no grazie, perché mi dovrei arrabbiare con google o con FB? l’iniziativa è partita da tizio. un po’ come le catene di sant’antonio, mica mandi al diavolo la catena, mandi al diavolo tizio che te l’ha mandata

    roberto

  27. utente anonimo scrive:

    @ Roberto

    scusa tanto se mi intrometto ma mi sembra che il tuo problema c’entri poco con il post: sarebbe come dire che me la devo prendere con vodafone (e compagnia cantando) se Caia mi manda un messaggino per invitarmi ad una merenda tra coscritti.

    Ovviamente no.

    Ma il punto è un altro: con chi me la devo prendere se oltre al sottoscritto e a Caia altri vengono a conoscenza della nostra merenda, ecc?

    Collega

  28. PinoMamet scrive:

     Su come la penso su Facebook mi sono già espresso nel post precedente;
    le mie considerazioni non sono del tutto diverse da quelle di Rosa.

    Alla quale però vorrei chiedere una cosa;
    scusami, ma tu sei passata attraverso:
    -ONG mediatizzate;
    -dirottatori irpini;
    -transessuali governative americane;
    -musulmani carcerati;
    -sciamani veneti;
    -messia inventori del moto perpetuo;
    -psicologi allucinogeni peruviani;
    -combattivi rabdomanti italiani…

    (tacendo delle decine di argomenti correlati toccati nei commenti)

    per approdare al cognome del ragazzotto fondatore di Facebook, citato sotto una fotografia che lo ritrae;
    e da questo dedurresti che Miguel è fissato con gli ebrei, o sono io che ho capito male?

    Ciao!

  29. utente anonimo scrive:

    mica possono arrestarci tutti.

    beh, parliamone. ho in mente un paio di paesi in cui direi che ci provano con discreto successo (e forse dovrei studiare pure l’FBI degli anni 30-50)

    il vero antidoto al dittatore che vede tutto di tutti è (1) la noia, (2) i limiti alla sua capacità di comprensione e memoria, (3) l’inefficienza intrinseca della burocrazia (come spesso di ricorda Miguel

    Grillo, invece, serve solo a Grillo

    Francesco

  30. utente anonimo scrive:

    >> Beh, però se non dovessero dare lavoro a chi a 13 anni ha scritto frasi come quelle, non dovrebbero darlo a nessuno.

    quoto in toto

    più si diffonde la piena consapevolezza che tutti hanno detto o scritto grandissime cazzate, e con prove a dimostrarlo, meno questo può essere rilevante

    tranne per chi finge di essere sempre stato irreprensibile

    Francesco

  31. utente anonimo scrive:

    Per Martinez #20

    Resto della mia idea. Infatti le barriere istituzionali, se funzionano, garantiscono il sistema dal singolo e il singolo dal sistema (è notorio ad esempio che i soldati di leva anziani sono molto meno manipolabili dai superiori di quanto lo siano le reclute: e cio’ è dovuto al fatto che i soldati di leva, ancorchè sempre formalmente sottoposti conoscono i regolamenti a menadito e li ritorcono contro i superiori più infingardi). Il guaio è quando non ne esistono, o ne esistono indebolite: in tal caso l’arbitrarietà è padrona, e lo spionaggio informatico diventa inutile. Se io so sui cosiddetti a qualcuno ad esempio perchè privo di raccomandazione, non ha bisogno di spiare le mie conversazioni per rifiutarsi di assumermi. E’ infinitamente più liberalel’esercito di Franceschiello di qualunque moderno ufficio del personale: la burocrazia è in molti casi ‘ultimo rifugio della libertà in un mondo sottoposto alla tirannia dell’apparenza del profitto. Più che il macropotere va allora temuto il micropotere, più che il Governo va temuto l’impiegato allo sportello, più che il preside il bidello frustrato, più che l’amministratore intrallazzatore la portinaia fallopriva, più che i Carabinieri i TontonMacoutes, più che i soldati i vigilantes, più che la Confindustria il piccolo prepotente evasore sotto casa. Senza andare ai casi estremi della microfisica del potere studiati da Foucault, viene in mente la poesia di Eduardo, in cui il più pauroso nemico è il vicino imbecille. A Guantanamo ci si finisce raramente per il risultato di qualche clamorosa indagine fatta con Echelon fra Langley e Kandahar. E’ più facile finir male per la denuncia di qualche vicino invidioso del nostro parcheggio che è migliore del suo, o della migliore posizione della nostra tenda nell’oasi (illuminanti certe pagine di Solzhenytsin).

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  32. utente anonimo scrive:

    collega,
    intromettiti pure, ma  non sono sicuro di aver capito al tua obiezione.

    miguel dice che FB e google sanno tutto e io ribatto che sanno uello, che gli diciamo

    mi pare che il mio non probleam (perché non mi sembra di avere un problema) c’entri con il post

    roberto

  33. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #29, #30

    ”antidoto”

    Malauguratamente esiste un efficace controantidoto. Lo sterminio. Fai fuori tutti quelli che potresti dimenticarti, e non ci pensi più (questo del ‘non pensarci più’ l’ho letta in una biografia di Stalin, in cui si citava una frase del medesimo).

    ”irreprensibile”

    Giuesto. Di peggiore v’e’ soo chi sa benissimo di essere stato più che reprensibile, e se ne vanta. Tutti colpevoli, nessun colpevole.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  34. PinoMamet scrive:

      Poiché non tutti possono avere la voglia (come non capirli) di andarsi a rileggere le mie considerazioni su Facebook nei commenti dell’altro post che ne parla, le riassumo qui (non che siano interessanti, ma tanto per essere chiari):

    -Facebook fa pubblicità: è vero ma anche la televisione e i volantini che mi intasano la cassetta della posta; ignoro gli uni e gli altri;

    -Facebook mostra a tutti quello che scrivo: è vero, ma se io faccio un graffito con scritto "Caio scemo" sul muro della stazione, e poi lo firmo, sono fatti miei se Caio mi fa causa; Facebook è esattamente la stessa cosa;

    -polizia e servizi segreti possono leggere le cose pubbliche (vabbè, questo sono buoni tutti) e richiedere (è la legge a permetterglielo), quelle private. la stessa cosa succede coi tabulati del telefono o altro, quindi niente di strano.

    Insomma, non mi pare che Facebook sia nato come strumento di controllo o dominio; ma come ogni strumento di comunicazione verrà monitorato dalle autorità (ma anche da chi si oppone a esse ecc.).

    Niente di diverso dal fare una telefonata o guardare un film in TV, o fare le due cose insieme.

    Ciao!!

  35. PinoMamet scrive:

     Mi oppongo da solo:

    eh sì, ma Facebook facilita le cose alla Polizia o ai servizi segreti, perché tu entri nei gruppi  "AntiSempronio" e "Sempronio mi sta sugli zebedei" e taaac, subito Sempronio, che governa il paese, ha pronto l’elenco di persone da monitorare.

    Sì, vero: ma se io entro in un gruppo PUBBLICO devo aspettarmi che ci sia qualcuno che lo sappia, no?
    Come prendere la tessera di un partito o del cineforum.

    Se invece voglio fare il carbonaro cospiratore segreto, non mi iscriverò di certo a un gruppo pubblico.
    Uno è monitorabile fino a un certo punto, ecco.

    Comunque Facebook:
    – non ha cambiato le leggi vigenti;
    – aumentando il marasma delle informazioni ininfluenti, rende il controllo difficile tanto quanto lo rende semplice (gli effetti si annullano, voglio dire).

    Quanti, tra gli iscritti al gruppo "Tiriamo la torre di Pisa in faccia a Sempronio", saranno davvero pazzi, o terroristi, o amici di pazzi o terroristi, e quanti saranno solo tredicenni esagitati?
    Se gli iscritti sono 500, e ognuno di loro ha 200 amici… 

    Ciao!!

  36. kelebek scrive:

    Per Pino Mamet

    Io non provo alcun piacere a giustificare ciò che combina la multinazionale californiana.

    E’ ovvio che qualunque cosa, ad esempio anche la diffusione della mafia, ha aspetti attenuanti.Ma come si fa a non indignarsi quando questa multinazionale ti manda una mail:

    1) che riporta l’indirizzo ingannevole del mittente: xxx@hotmail non è l’indirizzo di chi mi ha mandato la mail, ma se non vado a leggere con attenzione tutto il header, mi sembra che sia stata proprio la mia amica a scrivermi

    2) che ti fa falsamente credere che quella persona ti abbia invitato (mentre ha semplicemente fatto clic chissà quando su qualcosa di probabilmente incomprensibile, che si è appropriata del suo indirizzario privato): lei non ha invitato nessuno e non ha voluto invitare nessuno.

    3) che per invogliarti ulteriormente ti dice che "potresti conoscere" determinate persone con cui hai avuto solo rapporti del tutto privati e riservati, e che a loro volta sicuramente non gradiscono venire usati come esche pubblicitarie.

    Probabilmente ognuno di questi trucchi è stato studiato da uno stuolo di avvocati, in modo da non creare guai per chi li commettesse.

    Ma ognuno di questi trucchi costituisce un inganno. E non mi sembra il caso di dare la colpa al "cretino che ci casca". E’ un discorso che sento usare dalla "gente per bene" da quando sono nato, e che assolve alla fine guru stupratori, spacciatori, truffatori e schiere di altri delinquenti.

    La mia amica non è una cretina, e credo che sia moralmente superiore, di diverse spanne, al signor Zuckerberg.

    Miguel Martinez

  37. utente anonimo scrive:

    pinomamet:

    – sciamani veneti;

    rosa:

    Beh, sembrano una passione occasionale, gli sciamani veneti :-), mentre la causa degli eroici palestinesi (eretti a rappresentanti del terzo mondo) contro i cattivi israeliani (i rappresentanti massimi del Dominio?) è un tormentone, del nostro ospite. 

    Comunque l’ho già detto. E’ un illazione (se provi a fare una ricerchina zuckerman – zionist però ne trovi tante, di illazioni, LOL)

    D’altra parte: yahoo, o qualsiasi altro provider, è perfettamente in grado (tanto quanto zuckerberg) di sapere in che rete di rapporti ti collochi, con chi ti scrivi e cosa scrivi. Il nostro scrive un blog – firmandolo con nome e cognome – dove non fa giri di parole intorno al suo pensiero, la sua foto è in rete da sempre.

    Perchè proprio FB gli fa tanto sgiai, quando è tutto il sistema che non dà alcuna garanzia di anonimato?

    rosa

  38. PinoMamet scrive:

     Per Miguel:

    ma io capisco benissimo l’indignazione e tutto quanto;
    solo non mi sembra che Facebook, come tale, sia tanto diverso da altri mezzi di comunicazione, compresi comportamenti moralmente discutibili, semi-illeciti, o truffe vere e proprie.

    inoltre io non dico che la colpa è del cretino che ci casca (tantomeno nella pubblicità che può essere, e spesso è, ingannevole),
    ma che se fossi un terrorista non userei Facebook per farlo sapere a tutti; e che se fossi un poliziotto lo troverei un mezzo non particolarmente utile come forma di controllo.

    Per Rosa:
    ma se io parlo venti volte di altre cose, e una volta di striscio nomino i palombari, come fa un palombaro a dirmi "ma tu ce l’hai proprio con me?"

    Poi tu dici un’altra cosa, cioè che il blog, nell’eterno derby Israele-Palestina che a volte appassiona gli italiani, è schierato con la Palestina, e questo è evidente;
    ma che non c’entra niente con Zuckerman/Zuckerberg o con un post dove si parla di Facebook, fino a prova contraria.

    Ciao a entrambi!!


  39. utente anonimo scrive:

    Roberto:

    mi sono espresso male: mi pareva poco in tema la tua scocciatura  nel dover dire "no grazie" all’invito di Tizio.

    Poteva essere anche un "si grazie, molto volentieri", oppure qualunque altra cosa.

    Il punto è che siamo davvero in pieno Grande Fratello, non certo a causa (solo) di fb.

    La speranza è che si morda la coda perchè per me non prelude a nulla di buono.

    ciao

    Collega

  40. Peucezio scrive:

    Miguel, #21
    Sono molto attento agli accenti. 🙂 Di solito ti chiamo per nome; qui, senza farci caso, ho usato il cognome…

    Però anche lui può trovare cose analoghe su di me, quindi, se per ognuno che vuole sgomitare a scapito degli altri, ne arriva a un altro che tira fuori tutte le stronzate che questo ha scritto in rete in vita sua, si forma una catena infinita per cui alla fine queste cose diventano irrilevanti, come sarebbero dovute eserfe fin dall’inizio.

  41. Peucezio scrive:

    Un’altra cosa, Miguel #36,
    non giurerei sullo stuolo di avvocati. Il furto d’identità è reato più o meno in tutte le legislazioni civili, solo che si confida, giustamente, nel fatto che la tua amica non farà causa a Facebook, con le seccature e le spese che questo comporta, perché ha scritto fingendosi lei. Poi ogni tanto la gente fa causa davvero e qualcuno di questi deve pagare somme da capogiro.
    Tanto il sistema continua a funzionare e se fallisce Tizio, arriva Caio a prendere il suo posto.

  42. georgiamada scrive:

    ah ah ah aha ha
    anch’io ho ricevuto lo stesso invito io che non amo affatto facebook e l’ho sempre dichiarato e su cui non aprirò mai una pagina … la cosa buffa è che la persona che mi si diceva avrei incontrato in quella pagina iscrivendomi io la conosco … evidentemente se non è doriana ad aver mendato gli inviti, come afferma, è veramente strana la cosa che Zukerberg sappia con tale precisione quali persone indicare ad ognuno di noi e, volevo dirti che io non ho mai avuto a che fare con Gmail ….

  43. utente anonimo scrive:

    terzo tentativo spero l’ultimo…leggo Geo e capisco che non sono stata chiara.
    sono io che ho schiacciato un tasto facendo la ricerca di un nominativo ed è apparso l’elenco delle mie  4 caselle postali, comprendenti tutto il cucuzzaro personale e rapporti anche del tutto non personali. Grazie Miguel per avermi dato una lezione, sono stata una grulla e mi è costata cara la disattenzione, spero possa servire a chi si serve di internet e ancora deve imparare qualcosa. Grazie alla n.6 la timida con la quale mi sono ritrovata perfettamente, io ormai s-facciata del tutto.chiudo, sono sfinita…e per questo incidente di navigazione…

  44. georgiamada scrive:

    ma no doriana credo tu non abbia capito: non c’entri tu in quello che dice miguel e che volevo dire io, tu avrai anche pigiato il pulsante, ma se è vero, come dici, che è stato un atto casuale, involontario, la cosa misteriosa è come mai le indicazioni di chi uno potesse incontrare nella pagina face book  fossero così mirate, quasi come se  chi inviava avesse accesso alle NOSTRE caselle postali. 
    Ad ogni modo come ho sempre detto da facebook è meglio sempre starne alla larga, lì si è bit da macello e si lavora cantando come cicale solo per la multinazionale della raccolta dati … Facebook non va ignorata, anzi a volte è formidabile come strumento, ma va usata abilmente … e solo in casi eccezionali, per il resto è proprio cosa da popolo yahoo (cfr. swift) schiavizzato dai cavalli matematici.
    geo

  45. kelebek scrive:

    Per  Georgia n. 44

    lì si è bit da macello

    Stupendo!

    Hai capito perfettamente, nel mio post non volevo in alcun modo rimproverare Doriana per qualcosa. Ci mancherebbe che dobbiamo pure sentirci in colpa per i delitti degli altri.

    Miguel Martinez

  46. georgiamada scrive:

    sì … però la rete, come dico sempre,  NON è un balocco, e un uso eccessivamente ingenuo  e facilone mette in crisi anche altri più avvertiti. Purtroppo la rete non è mai un uso solo personale, ma … a rete, quindi prima o poi ci troviamo come nodino di qualcosa di immenso e non controllabile. la sindrome da visibilità e super potere virtuale, devi conoscerla per difendertene, perchè danneggia anche te 😉
    geo

  47. PinoMamet scrive:

                                      TURISMI

     Mi scuso se mi lancio in un discorso un po’ più generale,
    ma la discussione su Facebook mi ha fatto pensare a una cosa.

    Un mio amico mi dice che secondo lui ci sono due tipologie di turisti, entrambe ben rappresentate tra gli italiani in viaggio all’estero:
    quelli per cui è tutto bello, grande e nuovo, e quelli per cui "va bè, c’è anche a Brescia uguale".

    Una volta si parlava di grandi viaggiatori, nello spazio e nel tempo.
    Io, più modestamente, credo che noialtri siamo Turisti della Realtà.
    Sarà la società che è cambiata, boh.

    (io sono un Turista della realtà forse perché sono italiano, e perciò di cultura "cattolica" tra mille virgolette,  e credo che ci sia un aldilà; un viaggiatore è un personaggio epico, magari non torna, un turista si guarda attorno, scatta due foto, vabbè, poi torna a casa).

    Allora io come Turista appartengo alla seconda categoria, quella dei Riduttori.
    Se leggo cioè questo blog, non è per farmi del male (quella fase, quella in cui si va a discutere e convertire gli altri, e poi si scopre che non si converte mai nessuno, e se lo fa lo fa da solo, la ho già passata);

    no, leggo questo blog perché mi piace, perché mi dà notizie che non conosco, e perché, anche se forse non la capisco bene, sento di essere in sintonia con la generale visione del mondo di chi lo scrive.

    Però sono un riduttore:
    "figa (è un’esclamazione che si usa qua) figa, hai visto com’è enorme questo centro commerciale?"
    "vabbè, è identico all’Outlet della strada di Soragna"
    "sì, ma c’è anche il cinema!"
    "vabbè, c’è anche al Barilla Center uguale, è pure la stessa catena"

    Io riduco tutto a ciò che conosco; a volte lo faccio apposta, per avere termini di paragone; a volte mi viene da farlo e basta.

    Allora a me pare che Miguel (che saluto: ciao Miguel! 🙂 e ringrazio per lo spazio che gli rubo) mostri la realtà molto vicina a come la vedo io, però lui la mostra sotto lati nuovi, ed essendo nuovi sono sempre un po’ sconvolgenti, ed essendo sconvolgenti sono sempre (io li trovo) illuminanti.

    Io poi, dentro di me, li riduco a ciò che conosco.

    idem Facebook.
    Ruba le identità per fare pubblicità; e io penso "sì, fa schifo, ma è già stato fatto"; può essere controllato e ci sputtana, e io penso "sì, d’accordo, ma anche altre cose".

    Insomma, riduco. 
    NON vuol dire, lo dico per chiarezza, che difendo gli illeciti che possono essere compiuti da Facebook o nel nome o per conto di Facebook (ho anch’io un avvocato, si sente?)

    Sono come quelle immagini che cambiano secondo l’angolazione (non ricordo il nome neanche a bestemmiare in cinese);
    insomma, è la stessa Realtà, ma io la vedo a volte da un’angolazione diversa.

    Da questa angolazione, Facebook appare sì uno strumento di dominio globale; ma non nel senso che Zuckerberg ci controlli tutti, ma nel senso che anche il telefono, il cinema multisala e la pubblicità non richiesta nella cassetta della posta, sono strumenti del dominio globale.
    Perché questo dominio non è che sia non esistente (e non schifoso: lo è, è anche molto) ma è pervasivo, onnipresente, multisfaccettato e anti-se stesso.
    Non è un sistema da attuare; che va realizzato con strategie, cospirazioni, ecc. (sì, ci sono anche quelle penso, ci sono sempre state; ma sono già al suo interno, non servono a realizzarlo); è un sistema già attuato.

    In questo senso, Facebook non è che mi sembri "da difendere";
    (lo ripeto per chiarezza, non vorrei sembrare il suo avvocato);
    ma mi sembra "normale", proprio come SkyTv o la pubblicità del Calfort o Internet tutto;
    più che "strumenti" del dominio, sono "il" dominio, non so se mi spiego.
    Dentro, poi, per carità, ci si può anche divertire;
    gli si può fare causa;
    si può persino ottenere ragione;
    oppure, e va benissimo anche così, li si può anche rifiutare, uno o tutti.

    Così, tanto per essere chiaro (non so se ci sono riuscito).

    Ciao!!
     


  48. utente anonimo scrive:

    Il problema non è Facebook, sono le caselle postali Google, Yahoo, Hormail, MSN e compagnia cantante.
    Io ho una casella privata email su un server italiano, poco conosciuto, e quando mi arrivano inviti Facebook i "consigli" non ci sono mai.

    Su Facebook, ovviamente, mi sono iscritta usando una casella email fittizia e aperta allo scopo. Insomma: sanno chi sono i miei "amici" Facebook, ma non possono sapere chi sono gli amici veri con cui scambio email… 😉

    la timida

  49. kelebek scrive:

    Per PinoMamet

    Chiarissimo, e sono anche sostanzialmente d’accordo: parlo sempre del sistema in generale, ci mancherebbe che additassi Zuckerberg come l’unica pecora nera.

    Per usare un orrendo termine di marketing, Zuckerberg slatentizza, cioè scopre una nicchia latente nel mercato, che nessun altro ha pensato finora di far uscire fuori, ed è quella nicchia – e non lui – a compiere la vera azione.

    Ma ciò non riduce minimamente il male generale di cui lui è solo un segno, un "segno dei tempi", come si diceva.

    In questo caso particolare, poi, c’è un’altra questione, meno sistemica. E che non riguarda nemmeno l’eventuale pericolosità di Facebook in sé.

    Gli apologeti di Facebook dicono, "ma se uno non è fesso, non ci casca". Bene, per non essere fessi, bisogna essere anche informati.

    Cioè sapere che il messaggio a firma dell’amica Doriana, con cui una persona che stimo mi invita a condividere un suo spazio, non è dell’amica Doriana. Qualunque cosa sia giuridicamente, è nei fatti un falso, e quindi – come ha notato qualcuno – è esattamente come lo spam nigeriano.

    E per metterci gli altri nomi, si sono anche impossessati di qualche mio segreto, che non ho mai comunicato a loro.

    Poi uno decide di cascarci o meno.

    Miguel  Martinez

  50. marijam scrive:

    Cioè sapere che il messaggio a firma dell’amica Doriana, con cui una persona che stimo mi invita a condividere un suo spazio, non è dell’amica Doriana. Qualunque cosa sia giuridicamente, è nei fatti un falso, e quindi – come ha notato qualcuno – è esattamente come lo spam nigeriano.

    maria
    anch’io ho ricevuto da persone che conosco inviti ad entrare in facebook e avevo già notato che la formula di richiesta era la stessa sempre, questo mi aveva  abbastanza meravigliato e pensavo  ci fosse una sorta di testo preordinato che l’invitante adottava anche perchè una volta al mercato ho incontrato una persona che mi ha detto, ti ho invitata su facebook.

    Allora chiedo, l’invito parte in modo autonomo o parte perchè qualcuno clicca qualcosa che ha a che fare con l’invito ad amici? C’è differenza tra le due ipotesi, errori a parte.

    Comunque io non sono su facebook perchè lo trovo abbastanza impudico, nel senso che non voglio parlare della mia vita privata e nemmeno di quella altrui, fatta eccezione per gli amici che per essere tali hanno, però, bisogno di tanto tanto tempo.

    La salvezza della nostra privacy passa anche dalla nostra dose di pudore personale. Per il resto forse non possiamo fare nulla.
    Nella mia banca per esempio si deve lasciare l’impronta digitale altrimenti le porte non si aprono e rimani dentro l’abitacolo trasparente chiuso, tra l’altro per diversi secondi,  troppi per me che soffro un po’ di claustrofobia.
    Vabbè ho rilevato un dettaglio:-)))) che domani potrebbero usare contro di me, come in 1984 quando si minaccia di rinchiudere le persone nella famosa stanza, la 101?

    Ho protestato ma loro mi hanno detto che l’impronta viene cancellata ogni due giorni. Che potevo fare, cambiare banca? Scrivere al garante della privacy? Troppo faticoso e mi sono dovuta adattare, tutt’al più mi sbraccio un po’ e l’impiegato apre subito con il suo  pulsante per liberarmi.

  51. georgiamada scrive:

    dunque miguel a te non è arrivato l’invit(o di doriana ma di una amica di doriana e allora la cosa non mi torna più. Doriana ammette (e io naturalemnte le credo) di aver provocato casualmente LEI la marea di inviti … ma il coalcolo delle probabilità dice che è difficile che un’altra persona abbia nello stesso tempo pigiato un tasto casualmente … allora o tutti i corrispondenti di doriana (e i corrispondenti dei corrispondenti dei corrispondenti) vengono automaticamente atttivati ad inviare automaticamente e-mail di invito (e allora, in questo preciso momento, saremmo tutti sommersi da tali inviti …. e allora si capirebbe come mai paolo ferrero fosse così orgoglioso dei suoi ben, allora mitici,  tremila amici :-)))) ….però ….invece solo quell’invito a me come ad altri, è arrivato.
    P.S
    Poi chi invita perfetti estranei a diventare amico della propria pagina di face book, sotto sotto, si vergogna un po’ (a meno che non sia un ragazzino che cerca ex compagni di scuola e amici d’estate)  quindi nulla di strano che poi neghi.

  52. utente anonimo scrive:

    Questi "inviti" raggiungono ormai chiunque ha un indirizzo e-mail, un po’ di corrispondenti,utilizzi le missive elettroniche e non è ancora nel "ventre della balena".
    A me è capitato, una prima volta, non di essere direttamente invitato da un [ex]corrispondente, ma di ricevere un messaggio che mi diceva che un tale "voleva mettersi in contatto con me", ed in effetti si trattava di uno che faceva parte di una mailing list in cui, qualche tempo fa, compariva anche il mio indirizzo e-mail …
    Ogni scusa è buona per catturate il cliente, per questi "bottegai dell’etere" con possibilità di controllo del privato e dell’intimo-elettronico di chiunque.

    A proposito, complimenti per l’ultimo articolo su Haiti [Haiti cherie, Haiti bonita … ma disgraziata] ripreso subito da ComeDonChisciotte

    Eugenio Orso
    [impiegato parastatale "fannullone", saggista anticapitalista e bloggher dilettante]

  53. kelebek scrive:

    Per Georgia n. 51

    No, mi sono spiegato in modo confuso.

    Iil messaggio sembrava in tutto e per tutto provenire direttamente da Doriana, con il suo nome e il suo solito  indirizzo email come mittenti, con il subject però di "Entra in Facebook".

    Miguel Martinez

  54. georgiamada scrive:

    ok, allora come per tutti noi, infatti proveniva da doriana (non solo sembrava provenire), visto che il tasto l’ha pigiato lei, cosa che può capitare a tutti, la cosa inquietante non è aver ricevuto la mail già programamta (opzione di invito che ogni blog e ogni sito possiede), ma è che, siccome lei ha solo pigiato il tasto, non poteva aver aggiunto lei stessa le persone che avremmo incontrato in detta pagina se ci fossimo iscritti. Persone evidentemente scelte caso per casi e aggiunte razionalmente dalla macchina (in base a che cosa? è quello che mi sto chiedendo) … e in effetti la cosa è veramente inquietante.
    La cosa terribile è che gli utenti usano ingenuamente le pagine facebook come fosse il loro salottino di casa dove girano in ciabatte coinvolgendo figli, amici, nipoti, nonne,  cani e via dicendo … un giorno potrebbero anche pentirsene … ma non per reati, perchè la raccolta dati non sta attenta ai reati, ma magari per cosette che oggi possono sembrare solo quisquilie e un domani un po’ meno …

  55. utente anonimo scrive:

    "apologeta di facebook" perchè posso finalmente parlare di hennè con la mia compagna delle medie? Nah, facebook  è una discreta minchiata. Però se tu ci cospiri sopra – abbi pazienza – non sei disinformato ma fesso.

    rosa

  56. utente anonimo scrive:

    A fatti conclusi, anzi misfatti informo meglio. Il tasto che ho spinto probabilmente cercando una persona, ha aperto e saccheggiato letteralmente tutti i contati di 4 caselle postali, malgrado con FB funziono con hotmail.
    Le altre sono yahoo  libero e inventati
    chiaro? A me per niente ma la noia è stata mia e di chi ha ricevuto questo bell’invito e spiegare anche a chi non volevo assolutamente cosa era accaduto. E anche se non fosse accaduto,  tutto il mio sostegno alla timida, numero 6.
    dal laboratorio cucina di casa, da cui scappo di tanto in tanto perchè anche l’aria mi piace, non fritta…buona navigazione

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