L’ultimo giovane maschio del villaggio

Il sito di The Guardian riporta una delle grandi interviste della storia.

E’ con Goundo Wandianga, l’ultimo giovane maschio rimasto in un tipico villaggio del Senegal, seduto su un copertone, perfetto simbolo del grande agitarsi del mondo che finisce in discarica.

Indossa jeans con regolamentare buco ad altezza ginocchio e maglietta, sullo sfondo alcune capanne di argilla e paglia.

Nella foto, non si vede l’oggetto più importante: il telefonino con cui si tiene in costante attività planetaria su Facebook.

goundo-wandiangaTutti gli altri sono partiti, “Barça ou Barzakh”, “Barcellona o Morte”, rischiando la vita per mari e deserti, per poter arrivare in Europa. Paradossalmente, si spende di più per pagare i viaggi dei figli in Europa, di quanto ritorni nei villaggi sotto forme di rimesse (pensiamo alle dimensioni economiche dell’industria delle migrazioni…).

Spiega il responsabile regionale di quello che si chiama pittorescamente lo sviluppo:

nei villaggi, restano solo gli anziani, le donne e i bambini. Non ci sono giovani, perché non c’è nulla che li trattenga. Non c’è nulla che un giovane maschio possa fare, nemmeno per comprarsi una tazza di tè o una sigaretta. E non c’è una famiglia che voglia che i suoi figli rimangano.”

Non c’è nulla che si possa fare, per due motivi.

Il primo è che i prezzi delle derrate alimentari sono così bassi, che l’agricoltura non può più dare un reddito come prima; il secondo è che il degrado del suolo e la siccità legata al cambiamento climatico la renderebbero comunque difficilmente praticabile.

Da una parte, la Roba che trabocca non si limita ai vestiti di plastica, ma invade tutto l’immenso campo dell’agricoltura industriale, che nel Senegal ha trovato storicamente una delle sue più grandi e criminali fabbriche (rileggere Voyage au bout de la nuit).

Dall’altra, proprio questo meccanismo dell’apparente abbondanza mina la sopravvivenza della vita stessa.

Ora, il Senegal è uno dei paesi più stabili dell’Africa.

Se capiamo perché persino lì, tutti i giovani maschi se ne vanno, capiremo perché il “Terzo Mondo” rischia di fare la fine dei villaggi di montagna dell’Italia: il Molise oggi ha meno abitanti di quanti ne avesse nel 1861.

Solo che i nostri villaggi di montagna si sono svuotati con un futuro immaginario davanti: tutto il continente delle Americhe da saccheggiare, o almeno una civiltà industriale da creare in pianura.

Per capire quello che attende i giovani maschi di oggi, faccio un giro mentale tra i nostri senegalesi. Eccoveli…

C’è il posteggiatore abusivo di una certa età (l’altro giorno aveva steso un cartone tra le auto per pregare).

C’è Magoro che vende fazzolettini davanti al supermercatino e Bakari che li vende davanti al fornaio (Bakari fa anche da meteorologo predicendo alle signore se domani pioverà o no).

C’è Fatouma, che lavora saltuariamente facendo le pulizie nelle case, suo marito è disoccupato più o meno da sempre e si cerca tutti di dare una mano al loro figlio.

C’è Ali, che mentre scappava dai vigili con le borse Gucci contraffatte sottobraccio ha conosciuto una ragazza italiana, e adesso hanno un figlio. Ali ora fa il meccanico in una piccola officina.

Ah, e c’è anche un senegalese che ha avuto un po’ di successo, prima mondano e poi mediatico, facendo il Negro Immagine in un locale notturno dove spacciava cocaina e finendo per ammazzare una ragazza americana in un integrato impeto di movida fiorentina.

L’elenco è significativo.

Tolto l’ultimo personaggio, si tratta decisamente di brava gente, che non ha problemi con gli autoctoni. Anzi, contribuiscono a salvaguardare il carattere popolare del rione.

Ma con un’eccezione, campano di espedienti di dubbia legalità (che poi dipendono tutti esclusivamente da un sistema basato sui contanti che ovunque si cercano di far scomparire). E non brilla nemmeno la stella dei meccanici artigiani, a pensarci.

Noi tendiamo a pensare a queste cose in maniera episodica.

Pensiamo che ci sia una guerra localizzata nella Siria che secondo i punti di vista genera bambini in fuga oppure terribili Terroristi Islamici (che poi hanno fatto appena 17 azioni in un anno in un continente delle dimensioni dell’Europa).

Oppure pensiamo che ci sia qualche altro fatto qua e là che porta alcuni a cercare di venire in Europa, e anche lì i pareri si dividono moralisticamente tra chi li vede come delinquenti invasori e chi li vede come futuri imprenditori che già da oggi ci aiutano a pagare le pensioni.

Eppure il vero quadro ha poco di moralistico.

C’è un pianeta che è stato unificato al prezzo della sua devastazione.

La maggior parte degli abitanti di quel pianeta si appresta ad andarsene da luoghi ormai invivibili, per concentrarsi in pochi luoghi urbani: alcune megalopoli asiatiche e la megalopoli sconfinata del cosiddetto “Occidente”.

Questo però avviene quando, per la prima volta nella storia, le braccia umana non servono quasi più e non è rimasto un angolo libero del pianeta da sfruttare.

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108 risposte a L’ultimo giovane maschio del villaggio

  1. Moi scrive:

    Ma come … Omar Sylla ‘unn ce l’ avete più ?!

  2. Moi scrive:

    l’ultimo giovane maschio rimasto in un tipico villaggio del Senegal, seduto su un copertone, perfetto simbolo del grande agitarsi del “mondo che finisce in discarica”.

    Allusione colta …

    Zygmunt Bauman è morto ‘sto 9 Gennaio …

  3. Moi scrive:

    Considerando l’ Arabo una variante del Terrone 😉 … al Negro è sempre stato tributato l’onore di esser ancor più “sciupafìmmene” 😉 dell’ Italiano , ora l’ onore è un “onere”. 😉

  4. Francesco scrive:

    Mah, un pò il tuo solito post, Miguel.

    Il Guardian, che se non sbaglio è una specie di Manifesto, inglese. diventa la Bocca della Verità.

    Un dato interessante, come il tasso di disoccupazione in Senegal, mi manca completamente. Idem quello sul tasso di disoccupazione reale in Senegal. Non parliamo di qualsiasi nozione sull’economia del Senegal (o dell’Africa, tratteggiata come si fa dagli anni ’60 del secolo scorso, pare il Sogno del Giornalista Pigro).

    Ah, noi economisti l’abbiamo sempre detto, di cosa provocano i sussidi all’agricoltura.

    Una domanda per te: in Asia ci vivono in 4 miliardi, in Europa siamo a uno scarso, cosa ti fa pensare che il futuro sia da noi?

    Ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      disoccupazione, Senegal…

      Ecco un’analisi che trascura i dati non esclusivamente economici (come la questione del prestigio sociale, i cambiamenti climatici, l’urbanizzazione culturale), comunque risponde spero alla tua curiosità:

      https://africaupclose.wilsoncenter.org/youth-unemployment-a-potential-destabilizing-force-in-senegal/

      “in 2013, Senegal’s population was estimated at 12.9 million with an average annual growth rate of 2.5% in the past 10 years. The population is expected to reach nearly 20 million in 2030, according to UN projections. Its growth is marked by two main features: 1) Senegal’s current large youth population, half of which is under the age of 18; and 2) a substantial change in the demographic structure as that population ages, resulting in a significant increase in the labor force. In Senegal, the labor force (e.g. the active population) represents 64.8% of the total population. The rural sector, which represents 55% of the Senegalese population, is home to 54% of this labor force. Following the trend that is apparent elsewhere in Sub-Saharan Africa, the labor force will continue to grow until 2050 or beyond. The number of young workers entering the labor market annually (10% of the 15-24 cohorts) is currently estimated at 269,000 people. It will reach 376,000 in 2025 and 411,000 in 2030. It is estimated that the formal sector creates at best less than 30,000 jobs per year. ”

      Quindi, 240.000 giovani destinati a emigrare, 30.000 destinati a trovare lavoro sul posto.

      Tra l’altro, il PIL del Senegal scese di quasi il 30% tra il 1990 e il 2000, anche se dopo mi sembra che si sia sostanzialmente stabilizzato.

      http://focus-migration.hwwi.de/Senegal.2636.0.html?&L=1

      Appen il 4% dei senegalesi vive all’estero, ma calcoliamo che si tratta per la quasi totalità di giovani maschi in ottima salute; ora, oltre la metà della popolazione del Senegal ha meno di 18 anni (e quindi non è emigrata), la metà della popolazione rimanente è ovviamente femminile, esistono gli anziani… insomma, a occhio e croce circa un terzo dei giovani maschi del paese dovrebbe essere già emigrato, e il resto è bloccato solo dai costi proibitivi.

      Infatti, Il 70% circa delle famiglie senegalesi ha un membro (leggasi giovane maschio) che vive all’estero.

      Tra l’altro, è legato anche al livello di istruzione: oltre il 50% dei giovani medici ha lasciato il Senegal.

      Altre domande?

      • roberto scrive:

        mode zozzone on

        sembra un posto pieno di figa

        mode zozzone off

      • Francesco scrive:

        >>> It is estimated that the formal sector creates at best less than 30,000 jobs per year

        ora, qui mi vengono ben DUE domanda: chi cazzo fa questa stima? e quanto sono grandi i settori informali dell’economia in Senegal?

        perchè 30.000 posti all’anno in un paese con 14 milioni di abitanti mi suona molto poco serio, se ci ripenso

        ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Una domanda per te: in Asia ci vivono in 4 miliardi, in Europa siamo a uno scarso, cosa ti fa pensare che il futuro sia da noi?”

      E’ una domanda che andrebbe rivolta ai migranti, non a me.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Il Guardian, che se non sbaglio è una specie di Manifesto, inglese. diventa la Bocca della Verità. ”

      Ah, pensavo che voi accusavate la sinistra di dire che le migrazioni non sono un problema, che fanno bene a tutti, che tanto gli immigrati rappresentano una piccola percentuale che però fa girare l’economia, ecc. ecc.

      • Francesco scrive:

        veramente io accuserei la sinistra del Manifesto di essere intellettualmente pigra e segaiola, tanto il mondo occidentale sta andando in malora e nessuno ha più una narrazione vincente …

        ciao

  5. roberto scrive:

    trovo sia l’intervista che il commento molto interessanti.

    ci sono però pulci da fare, capelli da spaccare in quattro e domande da fare

    1. non dice che l’agricoltura è impraticabile ma “farming is difficult”. d’altronde poco dopo una signora dice “We’re putting our hope in farming”. non vi da l’idea che cercano di capire, senza avere ancora una risposta, se costa di meno partire o restare?

    2. l’articolo dice “Many have gone to Europe, but many others only make it as far as their local urban centre, Kolda, where they hang around trying to find a way to earn a bit of money”. insomma lo svuotamento non sembrerebbe essere quello del senegal, ma quello delle campagne del senegal a favore di centri urbani o europa. peccato che non abbia presentato dati su quest’aspetto, sarebbe stato molto interessante

    3. “We need the means to farm and a market to sell our produce” questa frase è da stampare e incorniciare mettendola in ogni stanza dove si discute dell’indipendenza di villaggi e quartieri 🙂

    4. “In our parents’ time, life was less expensive”. questa è un’altra affermazione interessante. perché meno costosa? era più semplice? c’ereano meno cose “necessarie” (parla di cellulari e moto)? il fatto che l’agricoltura sia più difficile vuol dire che costa di più in macchinari, acqua, semi ecc.?

    5. “In any case, he says, travelling has been the normal way of life for his people for many generations. “All of us have spent time elsewhere, experienced the outside. That’s our culture.”” anche questa è una frase da incorniciare (devo dire che i senegalesi sulle spiagge me li ricordo da quando ero bambino….)

    6. “This is no longer the case, says Ibrahim Balde, one of the most senior men in Sare Bakary: now, it’s often the migrants who call the shots, from thousands of miles away, over mobile phones”. questo è un aspetto al quale non avevo mai pensato. interessante

    insomma molta carne al fuoco

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “ci sono però pulci da fare, capelli da spaccare in quattro e domande da fare”

      Grazie delle pulci, eleganti precise e cotte al punto giusto.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto… con l’aiuto delle tue pulci, ho modificato un po’ il brano sull’agricoltura.

        Non ho scritto nulla sull’emigrazione verso la città, un po’ perché mi sembra scontata (e ho solo accennato alle megalopoli del Terzo Mondo), un po’ perché le restrizioni che ci sono sulle migrazioni e gli immensi rischi che l’attuale sistema comporta non ci dicono nulla su cosa accadrebbe se queste restrizioni e rischi venissero meno.

        Insomma, Kolda potrebbe stare all’Europa un po’ come Calais sta all’Inghilterra, per tanti migranti. Oppure anche no, almeno per alcuni: ci saranno anche immigrati che fanno i camerieri a Calais, e non pensano nemmeno di andare in Inghilterra.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Sto leggendo Paolo Cinanni, Emigrazione e imperialismo, Editori riuniti.

    Uscito nell’estate del 1968 – basterebbe un’occhiata a libri del genere per smentire le calunnie sul “Sessantotto come epoca di lavativi che volevano consumare in fretta” (poi i deficienti e i profittatori ci sono sempre stati).

    Cinanni

    https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Cinanni

    dedica il libro

    A MIO PADRE emigrato per ben sei volte oltreoceano, che ho conosciuto all’età di nove anni e per pochi mesi soltanto, prima che morisse del male contratto nell’emigrazione”.

    Come tanti testi dell’epoca, la gran mole di documentazione che l’autore tira fuori, pur risultando attuale per tanti versi, si rifa a una cultura ormai tramontata: da marxista che crede nel “valore-lavoro”, la “manodopera” per lui è una risorsa – i giovani più dinamici vengono prelevati da un luogo povero (che si è accollato tutte le spese per formarli), per creare ulteriore “sviluppo” in luoghi ricchi.

    E’ quindi una forma di “imperialismo” sostanzialmente non diverso da quello che si impossessa delle risorse materiali.

    Oggi sappiamo che lo “sviluppo” è un costrutto molto discutibile, e che la mandopera è sempre più inutile; ma il testo è pieno di notizie e idee interessanti.

    Europa, nel secolo 1851-1950 – 54.410.000 di emigranti verso altri continenti.

    Popolazione dell’Italia nel 19861: 25.756.000 persone.

    Emigrazione dall’Italia, 1876-1965: 24.675.000 persone.

    • Carlo scrive:

      In “Storia del miracolo italiano” di Guido Crainz si riporta a un certo punto un brano che parla di Manoppello, il paese d’origine di gran parte dei morti di Marcinelle e che alla domanda “cosa si può fare per evitare che la gente se ne vada da Manoppello (cioè all’estero col rischio di morire in miniera)?” e la risposta è un desolante “niente” perché il collante sociale di Manoppello come di tanti altri paesini è appunto la miseria. Peraltro, a proposito delle migrazioni campagna-città, lo stesso libro riferisce che tra il 1955 e il 1970 25 milioni di italiani hanno cambiato comune di residenza e di questi “solo” un milione sono meridionali trasferiti al Nord e “solo” 10 milioni (meno della metà) hanno cambiato regione di residenza

      • Carlo scrive:

        Errata corrige: i trasferiti dal Sud al Centro-Nord sono stati 3 milioni, comunque ricompresi nei 10 che hanno cambiato regione

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Carlo

        “In “Storia del miracolo italiano” di Guido Crainz si riporta a un certo punto un brano che parla di Manoppello”

        Manoppello è il luogo di nascita di un emigrato per noi molto importante, Giovanni Antonio Santarelli… quest’estate sono andato apposta a visitare Manoppello!

        Curioso l’andamento demografico di Manoppello:

        http://www.tuttitalia.it/abruzzo/29-manoppello/statistiche/censimenti-popolazione/

        vedo che dopo un fortissimo calo tra il 1951 e il 1971, ha avuto un’improvvisa ripresa negli ultimi anni, aumentando addirittura del 24% in un solo censimento. Una crescita così pazzesca in un paesino dimenticato dal mondo deve essere – immagino – dovuta a qualche cambiamento amministrativo. Boh…

  7. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “C’è un pianeta che è stato unificato al prezzo della sua devastazione.”

    In effetti questa è la vera sintesi dei nostri tempi.

    • Francesco scrive:

      e se io portassi i dati sulla durata della vita media per smentirvi?

      dopo tutto gli anni di vita NON sono appropriabili da parte delle classi dominanti, no?

      • Peucezio scrive:

        Guarda che si può anche devastare il pianeta vivendo di più, anzi, ognuno di noi ha più tempo per contribuire a devastarlo 🙂
        Nel Paleolitico, quando si campava vent’anni, non era devastato, anzi, era in ottima salute.
        E comunque temo che il conto ci verrà presentato alla fine.
        Ma stiamo già cominciando: negli ultimissimi anni in Italia l’aspettativa di vita è diminuita.

  8. Grog scrive:

    I BONGHI(1) vanno rimandati nei CONGHI(2) altrimenti finiscono tutti nei filmini porno con i loro enormi PISELLONI e quelle troie delle bianche non ce la danno mai più a noi ipo-cazzo-dotati!
    Noi razzisti siamo degli invidiosi del CAZZO infatti non lo possiamo usare che per mettere una zeppa alla porta!
    Grog! Grog! Grog!
    (1) plurale di BONGO
    (2) plurale di CONGO

    • Moi scrive:

      https://www.youtube.com/watch?v=5KxwI_I13NM

      Luciano Benevene, Nilla Pizzi e Duo Fasano – Bongo Bongo (con testo)

      • Moi scrive:

        In pratica Bello Figo Gu che io e mia amisci veni Italia Otel da mia paiese che noi dici che cè guera invece noi no paghiamo afito no faciomo oprai e tachiamo u’ài-fài e soprattutto noi a da Profughi COOP Rosse ci danno 35 Fighe Bianche 😉 al giorno … è l’ AntiBongo Vecchio Negro che stare bene solo al Congo con Sveglia al Collo non mi muovo nò-nò-nò … 😉

        • Grog scrive:

          Carissimo Moi che tempi decadenti!
          Ai bei tempi di Nilla Pizzi e Duo Fasano si poteva scherzare su Bongo! Adesso se ci provi ti dicono che sei un razzistaccio antisemita e tutto il resto e ti va ancora bene se non ti lapidano!
          Ai bei tempi di Renato Carosone(1) (e poi dicono che i veneti sono razzisti ma fammi ‘o piacere!) si sfottevano gli arabacci cammellati petrolieri con la favolosa “Caravan Petrol” ed adesso invece ci si va a giocare a calcio in un mega frigo perché da loro c’è un clima di merda!
          Ai bei tempi il simpatico terronaccio Domenico Modugno cantava “Pasqualino Marajà” roba che ora costerebbe un bel linciaggio dei i poveri Marò per rappresaglia da torme di incazzatissimi indù!
          Anche Arbore con lo stralunato Andy Luotto chiuso nel cesso che si faceva passare fette di salame sotto la porta per tema dei wahabiti cattivissimi! Ah Ah Ah!
          Marginalmente devo notare che i più grandi sfottitori sono dei simpatici terronacci ovvero gente che potrebbe tranquillamente avere rapporti artistici, umani e/o commerciali con San Marco con soddisfazione reciproca!
          Allah! Allah! Allah! Ma va a cagà!
          Grog! Grog! Grog!
          (1) Renato Carosone incommensurabile artista! Strano anzichenò perché dopo regolari studi di conservatorio fatti con ottimo successo ed il grado sommo di compositore quasi si vergognava del lato popolare della sua arte! Che invece era somma!

        • Grog scrive:

          Bello figo ha i numeri per diventare un GENIO ASSOLUTO uno così figlio di puttana non può non avere un gran senso dell’umorismo e dell’assurdo!
          Anche Bello figo potrebbe vivere benissimo in San Marco ammesso che consumi almeno un pochetto di alcool….
          Grog! Grog! Grog!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        Di Bongo Bongo si era già parlato, forse per merito tuo. Ricordiamo che è una ripresa di una canzone americana (preferisco l’originale):

        https://www.youtube.com/watch?v=FNJ5EuU1hYU

        Non è affatto male come riflessione, considerando gli anni in cui fu scritta e lo stile popolare dell’epoca.

        D’altra parte è vero che il primo passo verso l’emigrazione è sempre l’imposizione di una scala di valori coloniale: fu così anche ai tempi dell’Impero Romano. I vandali saccheggiarono Roma, non perché la odiavano, ma perché pensavano fosse figo avere gioielli romani in casa.

  9. Francesco scrive:

    http://www.worldbank.org/en/country/senegal/overview

    insomma, alla fine i senegalesi sono quattro gatti …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “insomma, alla fine i senegalesi sono quattro gatti …”

      Infatti, è uno dei motivi che lo rende interessante come caso, assieme al fatto che non è direttamente colpito dalla desertificazione, non ci sono guerre civili significative, c’è un reddito molto più alto di tanti altri paesi africani, c’è una relativa uniformità storica e religiosa, c’è uno stato di diritto.

      Insomma, è un caso molto diverso, poniamo, dal Sudan meridionale o dalla Somalia, ma anche dalla Nigeria.

      • Francesco scrive:

        quindi quali sono i problemi dell’agricoltura senegalese?

        seriously

        ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “quindi quali sono i problemi dell’agricoltura senegalese?”

          Non ho mai studiato l’argomento.

          Ho letto diverse cose sulla desertificazione, la siccità e la crisi climatica nella fascia tra Senegal e Sudan (senza essermi concentrato però sul Senegal). Per il solito paradosso, la siccità si accompagna in particolare ad acquazzoni e inondazioni.

          Sugli effetti catastrofici dell’agribusiness globale sulla sopravvivenza dei contadini, mi sono ovviamente interessato al disastro messicano e ho letto qualcosa sul Ghana e sull’India. Nulla di specifico sul Senegal, posso solo immaginare che i meccanismi non siano tanto diversi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      sui remittance data… se leggi nell’articolo che non ti piace perché sospetti che sia di sinistra, si parla parecchio delle rimesse.

      Il problema – come dimostra il Messico, ma anche per molti versi la Sicilia o l’Anatolia profonda – è che le rimesse non creano il mitico Sviluppo nel luogo di partenza.

      • Francesco scrive:

        beh, ma quello mica è compito delle rimesse o del commercio globale o del liberismo

        toccherebbe alle popolazioni locali, secondo la teoria economica, che sono pure riuscite a liberarsi di parte delle bocche da sfamare

        ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “toccherebbe alle popolazioni locali”

          Come dicevo, toccherebbe analizzare moltissimi casi prima di dire qualcosa di definitivo, basato sull’evidenza e non appunto sulla “teoria”.

          Da inesperto assoluto, non mi viene in mente nessun caso di sviluppo positivo (accettando sempre tali termini) indotto dalle rimesse.

          Mi vengono casomai in mente disastri come il Michoacan o l’Egitto (pensa quanti soldi ci hanno messo gli emigrati nei paesi del Golfo).

          Forse le “bocche da sfamare” erano anche le uniche produttive, almeno in senso novecentesco/economico (quindi accantonando per un momento il discorso sul lavoro delle donne).

          • Francesco scrive:

            Miguel

            1) le rimesse non hanno mai innescato lo sviluppo economico, mi pare, e mi pare anche logico: si emigra da posti in cui c’è miseria. se hai trovato fessi che dicono il contrario, peggio per loro

            2) quando ci sono troppi lavoratori, diventano un problema alimentare … se diventano di meno, il problema dovrebbe comunque alleggerirsi, che i disoccupati non erano produttivi comunque. giusto?

            1.1) le rimesse permettono di avere più reddito anche ai poveri dei paesi poveri, che dovrebbe essere meglio che niente, però

            ciao

  10. Miguel Martinez scrive:

    Sempre sugli effetti delle rimesse, almeno in Messico… è uno studio di nove anni fa, ma la cosa interessante è la diretta correlazione tra rimesse e mancanza di “sviluppo”:

    http://mexidata.info/id1393.html

    • Peucezio scrive:

      Ho ragione allora a dire che l’immigrazione non comporta nessun vantaggio per il paese d’origine e che gli imbecilli che insistono che noi siamo stati un paese di emigranti (non si capisce “noi” in che senso: se siamo qui vuol dire che discendiamo da quelli che sono rimasti)trascurano il dettaglio che tale emigrazione non ha portato nessun vantaggio all’Italia.
      D’altronde anche le migrazioni interne: negli anni ’60 la Fiat e in generale la grande industria del nord ha avuto un grande sviluppo, mentre il sud si è degradato e impoverito ulterirmente (al netto di certi aumenti del livello di vita che in quegli anni si sono registrati in tutta l’Europa, come la diffusione di elettrodomestici, automobili, ecc., che non hanno nulla a che vedere con l’emigrazione).

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Ho ragione allora a dire che l’immigrazione non comporta nessun vantaggio per il paese d’origine ”

        Le cose sono sicuramente complesse e i casi singoli saranno numerosi quanto gli individui; inoltre è difficile trovare un gruppo di controllo, per capire cosa sarebbe successo in un luogo povero da cui non ci fosse stata una forte emigrazione, o comunque non so se sia stato fatto uno studio del genere.

        Però penso che non ci siano dubbi su quanto dici sul sud d’Italia, e certamente è così anche per il Messico.

        Poi l’aumento del livello di vita è in gran parte dovuto alla produzione in massa di roba che costa poco, più che all’arricchimento del potenziale compratore.

      • Z. scrive:

        E se non facevano gli operai a Torino come se la pagavano la casa la TV e l’auto? Per poco che costassero, un bracciante che faticava a sfamarsi mica poteva permettersele!

        Peraltro molti emigranti sono ritornati in Italia e hanno comprato casa, hanno messo su un’attività.

        Oggi i figli sono costretti ad arrabattarsi in un Paese in decadenza e magari li maledicono pure…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “E se non facevano gli operai a Torino come se la pagavano la casa la TV e l’auto?”

          Certo. Qui si parlava però del miglioramento del tenore di vita nei paesini tipo Manoppello, di cui si parlava prima, dove credo che l’unica industria sia il santuario del Volto Santo.

          Come dicevo, i casi singoli sono tanti; ma non credo che l’interno della Basilicata sia diventata una piccola Lombardia grazie alle rimesse. Certamente, qualcuno ci ha fatto un baretto e qualcun altro si è anche comprato il trattore.

          • Francesco scrive:

            ‘azz

            sputaci sopra, sul trattore e sul baretto

            non vorrei sembrare menagramo ma l’alternativa secca mi sembra la fame alla nord-coreana

            che ci sia differenza tra sviluppo tout court, sviluppo economico, semplice aumento dei consumi, sono del tutto d’accordo

            ciao

          • Z. scrive:

            Tra l’altro l’emigrazione lascia più lavoro a chi resta. Certo, se il lavoro non c’è proprio…

    • Francesco scrive:

      Ho letto quasi tutto l’articolo e mi ha un pò deluso.

      Per prima cosa, non si capisce se è la povertà a incoraggiare l’emigrazione o viceversa. Non mi stupirei se si emigrasse dalle regioni più povere e incapaci di svilupparsi.

      Non si capisce perchè chi emigra e trova un lavoro non chiami al Nord la famiglia: non dovrebbe essere la cosa normale da fare? o in maggioranza rimangono clandestini? e come fanno a fare rimesse rilevabili dalle statistiche nel cas0?

      Sull’uso che i “locali” fanno dei soldi delle rimesse trovo moltissimo moralismo e nazionalismo da sindaco di paesino calabrese. E un bel vaffanculo mi pare d’uopo.

      In Messico, al contrario di quello che dice l’articolo, le cose si fanno bene, così bene che ha recuperato competitività sulla Cina e che Trump è stato eletto con un programma di ottuso protezionismo!

      Ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “Non mi stupirei se si emigrasse dalle regioni più povere e incapaci di svilupparsi.”

        Non direi. Almeno per quanto riguarda l’Egitto, emigra chi se lo può permettere, cioè chi ha studiato e ha un minimo di sostegno da parte della famiglia. Poi se potessero, se ne andrebbero tutti, ma i costi sono troppo alti per chi magari guadagna un euro al giorno. Casomai emigra verso la metropoli, ma qui stiamo parlando di migrazioni internazionali.

        L’Egitto quindi spende una parte enorme del proprio reddito per formare laureati che se ne andranno, nei paesi del Golfo oppure in Europa. Dove magari gli ingegneri faranno i pizzaioli.

        “Sull’uso che i “locali” fanno dei soldi delle rimesse trovo moltissimo moralismo”

        Ma in gran parte si reinvestono nell’industria della droga, che sicuramente produce ulteriore reddito, ma pone diversi problemi, tra cui la concentrazione del reddito vero in poche mani.

        • Francesco scrive:

          Capisco quello che dici, mi viene da chiedere se quelli che se ne vanno sarebbero in grado di trovare un lavoro in Egitto o meno.

          I pizzaioli egiziani in Italia – e non capisco perchè prima si rompano la testa a diventare ingegneri – dovrebbero avere alcuni effetti positivi sull’Egitto:
          1) ridurre direttamente la sovrappopolazione
          2) chiamare mogli dall’Egitto e rafforzare (1)
          3) mandare soldi a casa e ridurre la miseria

          Non voglio dire che si innesti un “circolo virtuoso” che possa salvare l’Egitto, solo che se non emigrassero le cose sarebbero anche peggiori.

          In cambio, mi aspetterei che gli ingegneri egiziani che trovano lavoro in Egitto siano gente eccezionale – o piuttosto siano parenti di?

          Ciao

  11. Z. scrive:

    L’articolo di Miguel mi sembra condivisibile nella parte in cui afferma che l’uomo ha stravolto il mondo e che le migrazioni ne sono una conseguenza.

    Francesco osserva che l’igiene e la salute in buona parte dell’ Africa hanno fatto enormi progressi. Vero, ed è parte dello sconvolgimento: se una coppia aveva otto figli quando sei morivano giovanissimi, ora continua a farne otto anche se a morire giovani sono uno o due se non nessuno.

    Insomma, la questione esiste, come esistono le buche nel manto stradale.

    Ci sono diversi modi di affrontare il problema delle buche nelle strade, ma dichiararsi contrari alle buche non è uno di quelli.

    • paniscus scrive:

      “Vero, ed è parte dello sconvolgimento: se una coppia aveva otto figli quando sei morivano giovanissimi, ora continua a farne otto anche se a morire giovani sono uno o due se non nessuno.”
      —————————-

      In questo, però, c’è una notevole componente di pregiudizio e luogo comune che è stata smontata da tempo. Ossia, il meccanismo esiste, ma nella maggior parte dei casi è un fenomeno transitorio, che dura solo per la prima generazione.

      Nel senso che anche queste popolazioni, di fatto, una certa possibilità di accesso alla contraccezione ce l’hanno, anche se meno che nei paesi industrializzati… e comunque anche il più rozzo dei metodi naturali qualche effetto sui GRANDI numeri (ossia, per passare da una media di otto figli per coppia a una media di quattro o cinque, che sono sempre tanti ma sono la metà rispetto a prima) ce l’ha.

      E non appena le condizioni socioeconomiche migliorano, di lì a poco la gente comincia spontaneamente a fare meno figli, perché allevare figli diventa materialmente costoso, mentre prima era un investimento vantaggioso anche in termini materiali.

      Se i figli si allevano praticamente “con niente”, si lasciano razzolare allo stato brado, e si mandano a lavorare a sei anni sfruttando anche il loro contributo, alla famiglia povera CONVIENE farne tanti… se invece bisogna mettere in conto di doverli mantenere per almeno 15 anni, compreso mandarli a scuola e garantire loro una certa assistenza materiale continua, senza nessun ritorno vantaggioso per la famiglia (e poi, quando cominceranno ad essere produttivi, i propri guadagni se li metteranno da parte individualmente per sé, e non li consegneranno certo ai genitori), allora l’esigenza di farne tanti viene a cadere eccome.

      In alcune popolazioni la svolta avviene quasi subito, non appena c’è un miglioramento, anche lieve, delle condizioni sociali, in altre invece richiede più tempo perché esiste un grosso condizionamento culturale sul valore della famiglia numerosa come un vanto o una benedizione, ma comunque la tendenza è quella.

      Faccio un esempio personalissimo: nella famiglia di mio nonno, nato nel 1911, erano otto fratelli e sorelle (anzi, potenzialmente nove, perché ci fu anche una bimba morta subito alla nascita, ma otto su nove sopravvissuti), e la cosa era abbastanza comune in tutto il loro ambiente campagnolo-montanaro dei fine ottocento e primo novecento; di tutti questi fratelli (a parte uno morto giovane in guerra, di cui non sappiamo che vita avrebbe potuto fare, ma comunque era arrivato all’età adulta anche lui), tutti gli altri, tranne una, hanno avuto un solo figlio.

      Di questa mandata di cugini di primo grado, il più vecchio è del 1941 e la più giovane credo che sia del 1953, o roba del genere, e appunto sono tutti figli unici, nati in famiglie piuttosto semplici e poco “aggiornate” sulle tecniche di contraccezione sicure, comprese quelle che potevano esserci all’epoca.

      Quindi, non è che i miei bisnonni nel 1910 “non avevano idea di come controllare le nascite”, mentre i miei nonni nel 1940 sì (decisamente, anche in quegli anni, la pillola non c’era): semplicemente, erano cambiate le condizioni sociali ed economiche, e la convenienza di fare più o meno figli era cambiata…

      • Z. scrive:

        Aspetta Lisa… io non penso che in Africa non conoscano la contraccezione. Peraltro, sbaglierò, ma immagino che insieme alle medicine tendano ad arrivare anche i contraccettivi.

        Però penso che in molte zone non sia necessario mantenerli fino all’età adulta o pagare loro gli studi liceali e universitari. Invece hanno spesso accesso, appunto, a un livello sanitario prima sconosciuto.

        Ricordo di aver visto serie diacroniche di piramidi demografiche in cui la base restava larga e il vertice si alzava…

        • paniscus scrive:

          Ok, ma questo vale appunto per la prima generazione!

          Se di lì a poco ci si rende conto che avere tanti figli vuol dire doverli mantenere a non fare nulla fino a 20 anni o anche oltre (anche se non vanno al liceo o all’università! basta che ci sia una situazione come quella descritta sopra, in cui le economie di sussistenza autonoma delle famiglie sono state distrutte, e però il lavoro salariato fuori dalla famiglia non si trova), e poi magari doversi anche indebitare per trovare i fondi per farli emigrare all’estero, senza nessuna garanzia che abbiano successo lavorativo con l’emigrazione … beh, nel giro di pochi anni la natalità diminuisce comunque.

          Il che non è necessariamente SEMPRE un bene in assoluto, eh… ma di fatto l’andamento è quello.

  12. Moi scrive:

    Premesso che mi è sempre sembrato tutt’al più “Olivastro” 😉 … per tanti giovani Negri che arrivano, ce n’è uno _ va be’ … di mezz’età _ che invece se ne va 😉 :

    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/01/11/obama-sui-social-il-saluto-dello-star-system-usa-e-non-solo_c7760e2e-614e-415f-8a83-8758e0507387.html

    Obama, sui social il saluto dello star system Usa e non solo
    Da Madonna a Sharon Stone a Ellen De Generes tutti omaggiano e ringraziano il presidente uscente

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Premesso che mi è sempre sembrato tutt’al più “Olivastro””

      Mi sembra che Obama sia stato il più europeo dei presidenti americani, un signore borghese quasi quasi intellettuale, di famiglia perbene bianca che ha pure studiato.

      La mamma è sempre certa, e quella di sicuro è stata melaninodeficiente!

      https://en.wikipedia.org/wiki/Ann_Dunham

      Il presunto babbo melaninodotato manco si è visto…

      • Peucezio scrive:

        Certo che qualcosa significa se gli americani hanno bisogno di essere mulatti per essere europei.
        Ciò significa che gli americani bianchi, pur essendo gli unici di origine europea, sono i meno europei di tutti.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Ciò significa che gli americani bianchi, pur essendo gli unici di origine europea, sono i meno europei di tutti.”

          Alt, semplifichiamo…

          La grande divisione per me è tra “anglopuritani” e “scozzesi”.

          Gli “americani” insopportabili, camionisti, contadini, cowboy, minatori, cacciatori, carne da cannone, anticomunisti, anticattolici e creazionisti sono di origine scozzese (e soprattutto nordirlandese).

          Gli anglopuritani sono gente di città che ha sempre mantenuto legami con l’Europa, cultori di studi classici, con curiosità letterarie ed etnografiche, viaggiatori (e con meno problemi degli altri a sposarsi con qualche personaggio esotico): il massimo, per me, fu Charles Godfrey Leland, che si inventò pure la Tradizione Magica Italiana, oltre a scrivere poemi romantici in lingua romanè, scrivere divertentissimi resoconti della vita studentesca tedesca e partecipare alla rivolta del 1848 a Parigi.

          Obama appartiene decisamente alla seconda categoria. Trump, che pure è di ascendenza tedesca, si avvicina molto di più alla prima.

          Ovviamente si tratta di due polarità estreme, mica che non si mescolino in modo assai complesso i due mondi.

    • Francesco scrive:

      >> Da Madonna a Sharon Stone a Ellen De Generes

      insomma, Moi, hai rispiegato perchè e percome Trump ha vinto le elezioni!

      come vedere Meryl Streep che sfotte Trump facendo ridere la Oprah Winfrey

      😀

  13. Moi scrive:

    Nel nome dei Facta, facciamo una botta di conti :

    (A.p + E.p) / E.km^2 = …

    Ove :

    (Popolazione Africa + Popolazione Europa) / (km^2 Europa)

    … che densità di popolazione ci aspetta per kilometro quadro ?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “… che densità di popolazione ci aspetta per kilometro quadro ?”

      Beh, finché c’è da saccheggiare da altre parti, si possono anche stipare cinquanta persone in un metro quadro europeo.

      Il problema è quando finisce la festa e si rimane da soli con i rifiuti.

      In cinquanta, in un metro quadro.

  14. Moi scrive:

    In Asia ci vivono in 4 miliardi, in Europa siamo a uno scarso, cosa ti fa pensare che il futuro sia da noi?

    FRANCESCO

    ————-

    At al spiegh mé : a Giugno, David Rockefeller farà 102 anni (prenda nota, Prof. Paniscus !) e vuole vedere il Piano Kalergi realizzato prima (!) di andare Laddove dei suoi gran bei baiocconi 😉 NON se ne farà nulla !

    • Moi scrive:

      PULCINELLA’S SECRETS 😉 REVEALED :

      TRAUMA TRIGGER ALERT 🙂 :

      Il primo Ordine Perentorio di “Kalergic Speed Up”, David Rockefeller 😉 l’ha dato a Giorgio Napolitano : di mettere su Mario Monti ed Elsa Fornero … il secondo Ordine Perentorio di “Kalergic Speed Up”, sempre da David Rockefeller a Giorgio Napolitano, è stato di mettere su Laura Boldrini alla Presidenza della Camera !

      😉

      • Francesco scrive:

        mi manca Napolitano, l’ultimo politico italiano a vedere al di là del suo naso, a onta dell’età

        adesso direi che siamo in pieno Tardissimo Impero Romano, quando di Romani non ce n’erano più, solo debosciati, profittatori e tirapiedi dei Goti

  15. mirkhond scrive:

    Il presunto babbo melaninodotato manco si è visto…

    https://en.wikipedia.org/wiki/Barack_Obama_Sr.

  16. Moi scrive:

    Come disse Habs, l’ Africa NON è MAI stata pronta per l’ Indipendenza … però i Media Main Stream consentono di dirlo pubblicamente solo ai Semianalfabeti; ma NON è il caso di Habs 🙂 …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Come disse Habs, l’ Africa NON è MAI stata pronta per l’ Indipendenza”

      direi che non è mai stata pronta per il colonialismo.

      • Francesco scrive:

        beh, avrebbero dovuto scoprire loro l’acciaio, allora

        🙁

        e lo dico da padano, quindi da colonizzato dai malefici Romani

        • PinoMamet scrive:

          …quand’è che qualcuno spiegherà ai “padani” che la Storia antica non fa un salto dalle guerre puniche al Medioevo?
          😉

          • Z. scrive:

            Gliel’hanno già detto. Ma le piume dell’elmo gli erano finite nelle orecchie, e non hanno sentito!

          • Francesco scrive:

            scusa Pino cosa c’entra? i Galli Padani sono stati colonizzati da Romani e assimilati totalmente al loro sistema, poi essendo una razza superiore hanno pure spostato la capitale a Milano!

            😀

            ma sempre colonizzati ci hanno!

  17. Moi scrive:

    Spiegazione “alla Diego Fusaro” : in una Società Liquida oramai resasi Società Aeriforme, siamo Abitatori del Tempo del Dilagare Inesausto di quel che Marx definiva Esercito di Riserva del Capitale …assistiamo or quindi al Trionfo del Capitalismo Apolide dell’ Elite Finanziaria Globale che tutto mercifica riducendoci tutti ad Individui Atomizzati Alienati Sradicati il cui Oppio Marxiano è il Frivolo più insulso ! 😉

  18. Moi scrive:

    Ma che cosa (!) trattiene lì, l’ Ultimo Giovane Maschio del Senegal (o quasi 😉 …) ?
    Per quanto ancora ? … Forse un’anziana madre gravemente malata che desidera avere accanto almeno un figlio maschio sul purtroppo non lontano giaciglio di morte ?!

    Non so, mi viene in mente una drammaturgia da “anime” quando erano una cosa seria.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Prima di gridare allo scandalo aspetto che Lercio e Imolaoggi confermino la notizia.

      • Z. scrive:

        La cosa bizzarra è che abbiano lasciato la sigla FSM…

        Ho trovato anche:

        – un filmato di oltre un’ora che dimostra che la terra è piatta;
        – un articolo illustrato da un video che dice che l’articolo è falso;
        – un articolo in cui c’è scritto: finalmente da domani chi pubblica bufale andrà in galera!

        Anche l’articolo che parla del celebre professore cannibale Annibale Lettieri non è male.

  19. Josi scrive:

    “C’è un pianeta che è stato unificato al prezzo della sua devastazione.”

    Credo che questa frase sintetizzi la diabolica situazione che stiamo vivendo. Grazie Miguel per l’articolo e per la foto che spiega più di mille sermoni di qualsiasi matrice.

  20. Moi scrive:

    Articoli da Bastian Contrario Documentato di Massimo Fini

    (che qualcuno dovrebbe spiegargli cosa sono i Pragrafi Vs il “Wall of Text” … ma tant’è !)

    ————————-

    Quando l’Africa si aiutava da sola

    http://www.massimofini.it/2010/quando-l-africa-si-aiutava-da-sola

    ———————————————-

    Il Terzo Mondo sta morendo di progresso

    http://www.massimofini.it/1985/il-terzo-mondo-sta-morendo-di-progresso

    —————————————————

    Gli aiuti del neocolonialismo che strangolano l’Africa

    http://www.massimofini.it/2009/gli-aiuti-del-neocolonialismo-che-strangolano-l-africa

  21. Grog scrive:

    Bello figo for PRESIDENT
    ——————————————————-
    Nuovo inno nazionale
    ——————————————————-
    Io sono Bongo e nel culo te lo pongo
    Io sono Bingo e nel culo te lo spingo
    Io sono Bango e nel culo te lo stango
    Bingo per i culi PIDDI si si si si
    Bongo per il culo del PDELLE che ha forma di padelle delle delle
    Bango per il culo della LEGA che delle inculate se ne frega ega ega
    Tutti uniti con Bongo e Bingo e Bango si si si si
    Con il cul dei 5 stelle inculate a crepa pelleeeeee elle elle elle
    Coi culetti tutti per aria e attitudine bonaria aria aria aria
    Stringiamo a coorte abbiamo andiamo a cagar tutti ad Orte!
    ——————————————————-
    Grog! Grog! Grog!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Grog

      “Bello figo for PRESIDENT”

      Io non so quanti di voi abbiano colto il geniale senso di ironia di Bello Figo.

      La cosa più divertente è stata quando l’hanno chiamato come testimonial in TV a litigare con l’Oca Patentata Alessandra M. (meglio l’avo), e lui che non riusciva a dire niente perchénon poteva dire pubblicamente di averli presi tutti per i fondelli.

      Non so se gli augurerei di diventare presidente, ma almeno di avere lo stipendio del presidente sì.

      • PinoMamet scrive:

        Sicuramente se lo augura anche lui 😉 ma davvero mi risulta difficile credere che qualcuno possa aver preso sul serio dei versi il cui senso è “andiamo a fare la bella vita con 35 euro” o “sono venuto in Italia perché volevo fare una vacanza”.

        Ma si sa che la realtà a volte supera le aspettative 😉

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Pino Mamet

          “ma davvero mi risulta difficile credere che qualcuno possa aver preso sul serio dei versi ”

          La grandezza di Bello Figo sta nella capacità di far saltare il gioco che contrappone il Bianco Pentito al Nero Buono dagli Occhi Tristi.

          Il problema è che appena un Negro (che qui ci sta) smette di fare gli Occhi Tristi, tutti i Bianchi Non Pentiti gli saltano addosso.

          • Z. scrive:

            Per me la grandezza di Bello Figo sta nello scherzare allegramente senza teorizzare troppo e senza prendersi troppo sul serio 🙂

      • Grog scrive:

        Lascia stare l’Oca Patentata(1) e non dire che quel gran bastardo figlio di troia dell’avo era meglio!
        Merdoso traditore interventista a pagamento con denari franco inglesi, responsabile del merdosissimo concordato ed infine responsabile del disastro dei militari italiani in Russia, che Dio lo maledica e lo sprofondi all’inferno!
        __________________________________________________________
        BELLO FIGO E’ UN GENIO ASSOLUTO E MERITA UN POSTO AL TAVOLO DELLO SCOPONE SCIENTIFICO OLTRE A FARE IL PRESIDENTE!
        Poi se facesso il Presidente potrebbe avere come ministro degli esteri MOGGI che è uno che sa come funziona il mondo, infatti aveva CORROTTO TUTTI MAGISTRATI COMPRESI !
        Grog! Grog! Grog!
        (1) L’Oca Patentata ha il LABBRO SALVA GOCCIA oltre ad un marito traditore ed in odore di pedofilia, si vede che le Mussolini sono specializzate nel scegliere teste di cazzo come mariti! Ogni tanto devono farli fucilare.

  22. Francesco scrive:

    Miguel,

    non vorrei dare l’impressione di giocare a fare il bastian contrario.

    Se avessi la testa per pensare, starei riflettendo sul valore positivo del socialismo reale e dell’oppressione politica connessa.

    Se si possa pensare che la libertà politica delle classi alte sia incompatibile con quella politica effettiva e con i “diritti economici” delle classi basse.

    Se si debba immaginare che lo sviluppo economico sia sacrificabile alla diffusione del benessere. O se un sistema economico e tecnologico statico sia letale per la società nel suo insieme e il prezzo della sopravvivenza sia da far pagare ai poveri, senza scampo.

    Se il nuovo modello asiatico di limitata libertà economica e molta oppressione politica (ma ben organizzata) sia IL nuovo modello e cosa potrebbe succedere al mondo, non solo all’Occidente.

    Ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Miguel,

      non vorrei dare l’impressione di giocare a fare il bastian contrario.”

      Il modo in cui si dispongono i commenti a volte crea confusione, motivo per cui io cito sempre un pezzo del messaggio a cui rispondo (cercate di farlo anche voi!).

      Infatti, non capisco il tuo discorso, probabilmente semplicemente perché non capisco a cosa staresti bastiancontrando.

      Non ho mai difeso il “socialismo reale”, se non per constatare che molti di coloro che ci hanno vissuto e che io rispetto, ne hanno nostalgia (ma non conosco bene dei cinesi).

      Comunque per precisare… per me socialismo reale=Uomo d’acciaio + livellamento + burocrazia statale + inquinamento + discreto livello di benessere per tutti, finché dura.

      • Francesco scrive:

        Allora, l’uomo d’acciaio potrebbe anche essere considerato un accidente storico di limitata rilevanza.

        Il prossimo Socialismo Reale potrebbe avere l’Uomo Ambientalista invece di Clark Kent, credo.

        Livellamento: è un abominio per me ma io sono un borghese al 100%, non tutti gli uomini. Se guardo a come sto io, temo di essere abbastanza in alto, nella scala mondiale del benessere: ci credo che non amo il livellamento.

        Burocrazia statale: è odiosa ma se fosse la vera alternativa al mercato?

        Inquinamento: come Nembo Kid, potrebbe essere più una fisima tardo-positivista e staliniana. O una conseguenza di un sistema a prova di critica e con ricambio limitato.

        DLBT,FD: ecco il busillis, caro mio. Dura? se dura, è meglio del mondo attuale? e se il mondo attuale, ricco di promesse e di disuguaglianze, non dura?

        Ciao

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per Habs

    Interessantissimo articolo sulla politica estera turca:

    https://www.foreignaffairs.com/articles/turkey/2017-01-03/assassination-ankara

    Credo che ci azzecchi su molte cose.

  24. Miguel Martinez scrive:

    OT, buone notizie da Firenze…

    vi ricordate la vicenda del Teatro Comunale di Firenze, svenduto alla banda degli amici del Rignanese Babbo (teatro valutato 44 milioni, venduto a 26 milioni), che poi con l’aiuto di varie misteriose società panamensi e affini ci ha ricamato un profitto da leccarsi i baffi…

    Finalmente, cominciano le indagini:

    http://www.firenzetoday.it/cronaca/outlet-perquisizioni-bacci-renzi.html

  25. Pietro scrive:

    A me sembra tutto semplice e tutto difficile. Se si vuol continuare con la ricerca in campo medico senza mettere freni ai limiti su fino a che punto migliorare la vita allora o si cambia radicalmente lo stile di vita con una immane opera di redistribuzione planetaria, oppure tanto vale dichiarare il diritto di essere dominanti e volere mantenere gli altri schiavi.

    • Z. scrive:

      Non ciò capito un tubo!

      • Pietro scrive:

        Se tutti viviamo di piu’ (ricerca medica che non si pone limiti e paradossalmente potrebbe tendere all’immortalita’) il mondo non puo’ sostenere la massa di persone. Inoltre se tutti viviamo con uno stile di vita occidentale il mondo collassa. Quindi o si redistruibuiscono le ricchezze modificando lo stile di vita occidentale (ormai esteso a buona parte del mondo) oppure sarebbe meno ipocrita che l’occidente (anche se preferisco parlare di occidente trasversale, visto che in tutto il mondo ci sono classi che vivono all’occidentale) dichiarasse che il suo stile di vita non e’ in discussione ed il resto del mondo deve restare schiavo e funzionale a questo stile di vita.
        Adesso e’ piu’ chiaro? 🙂

        • Z. scrive:

          OK, ora ho capito, grazie!

          Immortalità la vedo dura. Prima o poi la Chiesa dirà che staccare la spina a un certo punto non è un diritto ma un dovere. Vedrete se non ciò raggione.

          Zeta er Profeta

        • Francesco scrive:

          caro Pietro,

          davvero le classi ricche e dominanti non lo hanno ancora fatto, di dichiarare che loro stanno bene così e gli altri si fottano?

          a me pareva proprio di sì

          😉

  26. mirkhond scrive:

    Poco fa, al tg1, hanno detto che Bello Figo Gu è stato minacciato di morte, e che sono stati annullati due suoi concerti che doveva tenere in due città del nord Italia.

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