La Llorona

La Llorona, “la piangente”, è forse la figura suprema della mitologia messicana. Riprendo qualche brano da un bel saggio apparso su Antiwar Songs, a cura di Maria Cristina Costantini:

“La Llorona, con il nome e gli attributi con cui ancora oggi è conosciuta, nasce nel primo periodo coloniale, quando Cortés, dopo aver distrutto Tenochtitlán nel 1520, costruisce sulle sue rovine la nuova capitale, Città del Messico.

Appare di notte, come uno spirito in forma di donna, immersa in un ininterrotto e disperato pianto; la versione più accreditata dice che in vita uccise o perse i suoi figli e divenne pazza cercandoli. A volte si dice che non sa di essere morta.

In certe versioni viene identificata con un demone o uno spirito maligno, in altre con un’anima in pena che chiede perdono, in altre ancora con una dea caduta.

“Appare come una donna vestita di bianco, dai lunghi capelli neri, coperta da un velo che si muove intorno a lei al più tenue soffio di vento. Attraversa lentamente strade e piazze, con un percorso diverso ogni volta; le sue braccia si contorcono per la disperazione, lancia alte grida (“Ay, mis hijos!”, “I miei figli!”) seguite da gemiti strazianti. E ogni volta arriva fino alla Plaza Mayor, dove si inginocchia verso est, bacia la terra, emette il più luttuoso dei suoi lamenti, il più disperato dei suoi pianti; poi, sulle rive del lago Texcoco, scompare, dissolvendosi nell’aria come nebbia, o immergendosi nelle sue acque.

Appare anche in altre città del regno, così come nelle campagne, spaventando il bestiame, che corre impazzito come se qualcuno lo inseguisse; si sente il suo grido lungo i sentieri imbiancati dalla luna, tra gli alberi dei boschi; porta la sua disperazione attraverso aride montagne; esce misteriosa dalle grotte dove vivono gli animali feroci; cammina lenta lungo le rive dei fiumi mescolando i suoi lamenti al rumore senza fine delle acque.

Ovunque annuncia disgrazia a chi la incontra, a chi rimane segnato dal dolore del suo eterno pianto.”

Sempre sulla stessa pagina di Antiwar songs, potete trovare il testo originale e la traduzione della versione più diffusa della canzone dedicata alla Llorona.

René Castillo ha prodotto questo piccolo gioiello di video per il Giorno dei Morti, in cui sentiamo la Llorona cantata da Eugenia León.

La figura che canta è quella di La Calavera Catrina, il personaggio-teschio creato dall’incisore José Guadalupe Posada nel 1910.

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75 risposte a La Llorona

  1. jan scrive:

    Molto bello il filmato. Tim Burton allora ha attinto a piene mani dall’immaginario del Catrìn e della Catrina in La sposa cadavere.

    Ho sentito parlare della Llorona l’anno scorso a Guanajuato, dove appare lamentosa nei tunnel scavati sotto la città.

  2. habsburgicus scrive:

    hai l’ora greca/turca/ romena, Miguel ? 😀 infatti vedo posted on 1/11/2012 mentre da me, in Piemonte, sono ancora le 23.39 del 31/10/2012 😀
    Buon Ognissanti a tutte/tutti 😀

  3. Moi scrive:

    A proposito, vista la data in oggetto, nonché “El Dia de Los Muertos”… io per Halloween di _come dicono i giornalisti _“Genitori Islamici” : -) e di “Bimbi Islamici” in giro perdetta “festa” : -) ne ho sempre visti in quantità probabilmente abbastanza proporzionata alla loro effettiva presenza sul territorio.

    Eppure vedo da Google che la questione è dibattuta, si va tendenzialmente dal “No !” secco al “Sì”, con riserva. Probabilmente è ritenuto un male necessario e sopportabile per creare coesione sociale. Riserva che molti Cattolici non esprimono nemmeno più, anche se altri Cattolici sono frontalmente “contro” Halloween, tipo la definizione di Padre Livio: “Festa delle Zucche Vuote” [sic] 😉 .

    Generalmente, fra i Musulmani oggi come fra i Cattolici nei primi anni Duemila, chi è “contro” non sente bisogno di giustificarlo: tanto nella Bibbia / nel Corano NON c’è, fine della storia !

    Il Cattolicesimo si appoggia alla Dulìa, al fatto che “tanto, prima o poi si, Cristianizza Tutto”, al “dipende da come lo vivi”. Per l’Islam è un discorso un po’ più complicato …

    La questione, in termini di “integrazione”, si pone legittimamente perché, dimenticando il politically correct per un momento, il discorso è che:

    “Se non è un problema neppure per i Migranti Musulmani, non è un problema per nessun altro Migrante di qualsiasi altra religione, se (!) ce l’ha e se (!) ci tiene. ” Ad esempio i Cinesi rifilano “cianfrusagliette” di ogni sorta a tutti, fregandosene altamente di qualunque cosa significhino, di chi e per cosa chiunque le acquisti : non esiste nessuno più “naturaliter ecumenico” di loro ! : -)

    Ancor meno politically correct, anche se pubblicamente nessuna Amministrazione di Sinistra si esprimerà mai così, il criterio _ credetemi !_ è questo:

    “Proposte per l’Integrazione degli Extra : -) ? Se non rompono i maroni i Musulmani, non rompe i maroni Nessun Altro.” : -)

    Non si chiama “Islamofobia”, e neppure “AntiIslamismo” … bensì, piaccia o no, “Pragmatismo” !

    L’ origine etnica conta ancor meno, anzi: più facile che stramaledica Halloween Umar Andrea che non il Kebebbaro sotto casa !

    @ Jam & Ritvan :

    Voi il problema della liceità di Halloween per i Musulmani come lo fronteggiate ?

    PS

    Personalmente, quel che NON mi piace tanto di Halloween è che, di tutti i riferimenti culturali che potrebbe avere _ e ce ne sarebbero ! _ prevale “di prepo” : -) quello nettamente (!) il più insulso … quello da Scimmiottatori di Gringos.

    • Ritvan scrive:

      —@ Jam & Ritvan : Voi il problema della liceità di Halloween per i Musulmani come lo fronteggiate ? Moi—
      Io lo “fronteggio” con lo stesso spirito con cui fronteggio la “liceità” del Carnevale o del Capodanno Cinese:-).

      —Personalmente, quel che NON mi piace tanto di Halloween è che, di tutti i riferimenti culturali che potrebbe avere _ e ce ne sarebbero ! _ prevale “di prepo” : -) quello nettamente (!) il più insulso … quello da Scimmiottatori di Gringos.—
      Bravo, fratello, libera L’Antiamerikano che c’è in te!:-)

      —L’ origine etnica conta ancor meno, anzi: più facile che stramaledica Halloween Umar Andrea che non il Kebebbaro sotto casa!—
      Probabilmente sì, poiché il Kebabbaro sotto casa di solito non ha nulla contro i Gringos – purché paghino regolarmente il conto, naturalmente:-) – mentre un italiano convertito all’islam di solito i Gringos non li vedeva di buon occhio già da prima e magari per i tuoi stessi identici motivi:-).

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Personalmente, quel che NON mi piace tanto di Halloween è che, di tutti i riferimenti culturali che potrebbe avere _ e ce ne sarebbero ! _ prevale “di prepo” : -) quello nettamente (!) il più insulso … quello da Scimmiottatori di Gringos.”

    concordo!

  5. Tortuga scrive:

    Straordinario il filmato, mi è molto piaciuto.

  6. Roberto scrive:

    Conosci l’omonimo straordinario disco di lahsa? (Credo che fosse messicana ma non ne sono sicuro)

  7. Francesco scrive:

    scusa ma la mitologia messicana più antica è in lingua spagnola? che cavolo di gente vi ha conquistato?

    • PinoMamet scrive:

      In che senso, Francesco? La canzone è in spagnolo, che c’è di strano?

      • Francesco scrive:

        neppure un accentino azteco? un nome? un pezzo di piuma di serpente?

        sembra una roba andalusa …

        • PinoMamet scrive:

          Sull’accentino dovrebbe risponderti Miguel, ma perchè non dovrebbe esserci?
          Tanto più che il nahuatl è ancora parlato…

          e poi scusa, scommetto che se ascolti gli U2 o i Pogues non è che gli vai a dire “ehi, se siete tanto irlandesi com’è che cantate in inglese?”
          (forse perché l’accento irlandese lo conosci più di quello azteco 😉 )

        • Peucezio scrive:

          “e poi scusa, scommetto che se ascolti gli U2 o i Pogues non è che gli vai a dire “ehi, se siete tanto irlandesi com’è che cantate in inglese?””

          Io veramente me lo sono sempre chiesto….

        • Francesco scrive:

          eh no, caro Pino, per quanto grandissimi gli U2 non sono la mitologia più antica dell’Irlanda

          poi, scusa, l’unica cosa buona che si può dire dell’imperialismo inglese in Irlanda è che hanno smesso di parlare gaelico!

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          A volte mi stupisci, Francesco.

          Non eri un quasi simpatizzante secessionista? 😉 Cosa c’è di più mitologicamente padanisticamente secessionista 😉 del gaelico?

          e poi è vero che gli U2 non sono la mitologia più antica d’Irlanda.. ma i Pogues sì! 😉

        • Francesco scrive:

          io sono un (raro) esemplare di secessionista antileghista

          come ho cercato invano di spiegare mille volte a Mirkhond, di tutta la paccottiglia storico-mitologica della Lega non me cale nulla, ultimo poi il tema dei dialetti

          la mia asporazione ha solidissime basi macro-economiche e tanto mi basta

          ciao

          PS chi sono i Pogues?

  8. Miguel Martinez scrive:

    Octavio Paz:

    ” “La indiferencia del mexicano ante la muerte se nutre de su indiferencia ante la vida. El mexicano no solamente se postula la intranscendencia del morir, sino del vivir. Nuestras canciones, refranes, fiestas y reflexiones populares manifiestan de una manera inequívoca que la muerte no nos asusta porque “la vida nos ha curado de espantos”.

    “Morir es natural y hasta deseable; cuanto más pronto, mejor. Nuestra indiferencia ante la muerte es la otra cara de nuestra indiferencia ante la vida. Matamos porque la vida, la nuestra y la ajena, carece de valor. Y es natural que así ocurra: vida y muerte son inseparables y cada vez que la primera pierde significación, la segunda se vuelve intranscendente. La muerte mexicana es el espejo de la vida de los mexicanos. Ante ambas el mexicano se cierra, las ignora”.

    • nic scrive:

      Eccetto che per uno sparuto gruppo di borghesia internazionalizzata, che ormai vive in blindata paranoia ed emigra appena può, è assolutamente vero.

      Ed è un “sentimento” che unisce il microbusero que va medio pedo facendo gincane sul periferico alla segretaria microtrasportata che tra una frenata e una gomitata si accomoda le ciglia sintetiche con un’appuntita forchetta, al changarro del barrio (microsupermercato familiare) che vende tortillas, birra e penicillina da iniettare al bambino quando ha tosse -pues señora, no le meta mucha que no sea que le “ayga” daño- alla Feria del Rubato (vestiti, dvd, videocamere, viagra e pistole) più grande del mondo (El Tepito) dove si ammassano tutti i santi giorni migliaia di persone tra venditori ambulanti di quesadillas armati di carretto-bomba (bombolone del gas, fiamma +20 litri di olio bollente) sotto le effigi della Santa Muerte, al contadino zapoteca che seduto a tavola con una dozzina di bambini sorridenti risponde amabilmente alla scontata “sono tutti figli suoi?”: Claaaaro, cuando se mueren unos, tengo más”

      Tre considerazioni personali (per me furono rivelazioni straordinarie):

      1-funziona ugualmentee meglio: persino il DF con i suoi 20 milioni di abitanti tra un terremoto e l’altro è ancora li, vivo e vegeto, molto più Vivo e giovane di Roma o Berlino;
      2-io ci stavo molto meglio ed ero infinitamente più tranquillo e forse persino simpatico (per scoprire che la vita è uno stato mentale collettivo molto meglio colonia Cuauhtémoc che un monastero buddista.;
      3-La morte è insopportabile solo per chi non riesce a vivere. Una volta liberi dall’obbligo di vivere si può iniziare a farlo con fantasia e allegria: http://noticias.terra.com/internacional/narcoviolencia/camioneta-narco-quedo-atorada-sobre-cerca-fronteriza,8b48d2bb1edba310VgnVCM20000099cceb0aRCRD.html

  9. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “neppure un accentino azteco? un nome? un pezzo di piuma di serpente?”

    La lingua nahua – che fu adottata dagli aztechi, che prima parlavano chissà cosa – fu diffusa in Messico soprattutto dai frati spagnoli, che volevano una sorta di lingua di interfaccia con gli autoctoni.

    Infatti, il Messico attuale è pieno di nomi di località chiaramente nahua, in posti dove le lingue indigene non c’entrano nulla con il Nahua.

    Comunque, “gli aztechi” sono un po’ come i celti di Bossi, nel senso che sono in gran parte una “riscoperta” politica relativamente moderna: inizia con il Settecento, quando i bianchi nati in Messico iniziano a fingersi eredi della “grande civiltà antica” per fare dispetto alla Spagna, continua poi con il nazionalismo meticcio e oggi si fonde con le rivendicazioni indigeniste.

    Io credo che lo spirito del Messico sia, in buona parte, mesoamericano ancora oggi, almeno al centro-sud; ma la sua forma non è affatto azteca, tendenzialmente è casomai cattolica.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per nic

    “Ed è un “sentimento” che unisce il microbusero…”

    🙂

  11. izzaldin scrive:

    Se c’è qualcosa che accomuna la Sicilia al Messico (oltre al narcotraffico, alla passione per le armi e alla pigmentazione della pelle 😉 ) è proprio il culto dei morti: qui il 2 Novembre è festivo e ai bambini vengono regalati “i dolci dei morti” dopo essere andati al cimitero a salutare i familiari defunti.
    E’ pratica comune, oltre ai dolci, fare regali ai bambini che così sentono più stretto i legami con i parenti morti.
    saluti,
    Izzaldin

    • PinoMamet scrive:

      Già ricordato sul blog anche questo, ma ci tengo a precisare che la stessa cosa avviene anche a Parma… (per Mirkhond: eredità dei tempi borbonici?)

      ciao!

  12. mirkhond scrive:

    Pino, la cosa che non cesserà mai di stupirmi, piacevolmente 😉 di te, è questo tuo sentirti MERIDIONALE 😉 ……
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      🙂
      Ti ringrazio… in realtà io credo, sospetto, immagino (e immodestamente, a volte ho ragione!) che in generale, non solo su questo argomento, ma proprio in generale:
      non ce la contino giusta!

      Dovresti capirmi bene: non ce l’hanno contata giusta sul “sud retrogrado e poverissimo” (spero di non riaprire altre discussioni sull’argomento);

      e così non ce l’hanno contata giusta neanche sul “nord che pensa solo a lavorare”, e a sentire qualcuno sembrerebbe proprio un altro paese non solo rispetto al resto d’Italia, ma anche, rara avis, rispetto al resto del mondo, perché sarebbe l’unico posto sulla Terra privo di tradizioni autentiche (solo perché non le conoscono o le hanno accuratamente censurate nei decenni passati) e dove si nasce stakanovisti e masochisti…

      non ce la contano giusta su una quantità enorme di fatti, solo che, a forza di contarla sbagliata, la fanno sembrare giusta. E dai e dai, arrivano a convincere, e quando la memoria falsa prende il posto di quella vera, è fatta.

      Per fortuna che rimane sempre qualche particolare fuori posto, qualche fossile, qualcosa “che struscia”, qualche lectio difficilior, qualche sassolino nella scarpa…
      e c’è sempre il solito pedante, rompipalle, sfigato, pignolo e insopportabile che lo fa notare (come molti di noi frequentatori del blog; e lo dico come un complimento! 😀 )

      insomma, sei mai capitato sul sito di diverse marche di jeans americane? non so adesso, ma un paio di anni fa TUTTE rivendicavano di aver “inventato i jeans” (che io non porto neanche, ma vabbè). e già questo è sospetto.
      Ma poi, voglio dire, se il signor Lee o il signor Levi hanno inventato i jeans in California, perchè caspita si chiamano jeans e non, che ne so, californias??

      Faccio questo esempio perché ho fatto notare, in un forum americano, che Garibaldi (a te non simpatico, ok: ma ho guardato l’elenco dei Mille, quelli originali, e lo sai che c’erano più siciliani- esuli- che emiliani? vabbè) li portava prima del signor Lee e del signor Levi, e che i suoi pantaloni sono ancora conservati… niente da fare, continuano nella loro granitica certezza che siano un’invenzione U-S-A.

      Sì, d’accordo, è una cosa senza importanza. Ma a forza di cose senza importanza, finiremo per credere che esistono i padani, e che indossano il kilt e suonano la cornamusa scozzese…

      e prima che questo succeda, ritengo giusto incrementare la dose di pignoleria rompicoglioni 😉

      • Moi scrive:

        Aldo Cazzullo non è leghista, eppure ritiene che tuuti i mali dell’ Italia siano dovuti al fatto che anche chi non è Meridionale ha cominciato per contaminazione da immigrazione interna a comportarsi come tale … la tesi è che l’ Italia Settentrionale fino agli Anni Cinquanta era considerata e stimata anche all’ Estero terra di gente di gente disciplinata, laboriosa ed onesta, invece adesso tutta l’ Italia è schifata come indisciplinata lavativa e disonesta, che secondo Cazzullo sarebbe la condizione naturale dei Levantini.

        Parzialmente on line in googlebooks :

        http://books.google.it/books?id=nEjFRKKSePIC&pg=PA38&lpg=PA38&dq=noialtri+cazzullo&source=bl&ots=ZY0Mc1ojes&sig=CkGw42-M3uA8Rr0_O5AyrZraO5A&hl=it#v=onepage&q=noialtri%20cazzullo&f=false

        • PinoMamet scrive:

          Non mi sono messo a leggerlo, ma dal tuo sunto oserei sintetizzarlo con l’espressione “cazzata”.

          Anzi, ho leggiuchiato un paio di righe, e pare proprio una cazzata; cito:
          “una penisola lunga e stretta, mai uguale a sè stessa”
          questa l’ho sentita mille volte, già mi puzza;
          “dove si passa da ghiacciai eterni” coi Vikinghi a torso nudo…
          “a mari caldi” dove i terroni pescano le monetine gettate dai turisti…
          “da Stati preunitari governati da Cavour e Ricasoli” e quindi bene? magari si riprende dopo, diamogli una possibilità
          “ad altri retti dai Borboni e dalla triade festa-farina-forca”…

          niente da fare… a meno che non smentisca questa sfilza di luoghi comuni nel resto del libro (ma non credo proprio…) è proprio una completa cazzata!

        • PinoMamet scrive:

          Cita anche come esempio (penso positivo, ma purtroppo la pagina prima è irraggiungibile nella preview) la coppia Carolina Costner (che non ha vinto un cazzo) e Alex Schwazer (squalificato per doping)… ma loro vanno bene perché hanno i nomi tedeschi, suppongo;
          chissà che complesso di inferiorità per chiamarsi Cazzullo!

          e poi, sempre leggiucchiando “corteggiare si traduceva al Sud con l’espressione ‘andare dietro?; un andare dietro che bla bla bla”
          si dice da sempre anche qua, ignorante…

          insomma, no, Moi, non ce la posso proprio fare!

        • PinoMamet scrive:

          Forse sono stato frettoloso. Appena più avanti riconosce che nella provincia italiana, amore e sesso erano identici a Nord come a Sud, e legati più che altro alla classe sociale…
          chissà…
          magari prima della fine ci salta fuori una tesi coerente, ma io ho già dato!

        • Moi scrive:

          C’è anche l’aneddoto di quando lui va in un bar, gli dicono che i frullati non li fanno più perché hanno già lavato la macchina e fra un po’ si chiude … e lui conclude che chi non ha voglia di lavorare o è meridionale o ragiona come se lo fosse, ergo anche se non lo era, lo è diventato.

        • PinoMamet scrive:

          Fantastico!
          comunque Moi, ribadisco quanto già dettoti da altri: sei un genio del male a scovare certe cose…
          😉

        • Z. scrive:

          Di Cazzullo ricordo soprattutto il fervore con cui difendeva le madri di Rignano Flaminio e, peggio ancora, Nello Rega. Volendo presumerne la buona fede, insomma, non risulta una persona particolarmente dotata (e ammetto che la tentazione di ironizzare sul cognome è forte). Insomma, mi fiderò di voi e non spenderò un secondo a leggere la prevviù.

          Anche perché, se è probabile che nel Regno Unito non sia più abitudine parlare dei bergamaschi e dei siciliani come si faceva nell’Ottocento, mi sono imbattuto più volte in descrizioni che contrapponevano l’industrial and prosperous North of Italy al backward South.

          Z.

        • Francesco scrive:

          x Moi

          non capisco l’aneddoto

          se capitasse a me, penserei che quel bar è gestito da teste di cavolo e non ci farei ritorno

          gente che non ha voglia di lavorare non merita di avere clienti, molto semplice

          davvero ti pare un atteggiamento ammissibile?

          mah

        • Ritvan scrive:

          —x Moi
          non capisco l’aneddoto. se capitasse a me, penserei che quel bar è gestito da teste di cavolo e non ci farei ritorno.
          gente che non ha voglia di lavorare non merita di avere clienti, molto semplice. davvero ti pare un atteggiamento ammissibile?mah. Francesco—
          Caro Franci, perché non provi a metterti nei panni del barista? Dopo una dura giornata di lavoro, quando hai lavato per bene le macchinette del bar e stai per chiudere ti entra una faccia da Cazzullo di passaggio che non hai mai visto in vita tua – e che con tutta probabilità non rivedrai mai, anche se gli offrissi tutte le leccornie del bar con lo sconto, proprio perché DI PASSAGGIO – e ti chiede di rifare daccapo tutto il lavaggio, poiché lui ha voglia di frullato. Io credo che anche il buon samaritano avrebbe avuto un lieve:-) giramento dei cosiddetti, figuriamoci un barista….Scommetto, invece, quello che vuoi che se il buon Cazzullo avesse fatto la stessa performance nel suo bar abituale, sarebbe stato servito, perché al bar il cliente ha sempre ragione…purché sia cliente ABITUALE. Funziona così nello sporko mondo kapitalistiko occidentale e non ci puoi fare niente…

  13. mirkhond scrive:

    Sono d’accordo sulla tua tenacia nello smontare falsi miti.
    Sapevo che jeans furono inventati da un ebreo di Genova, un certo Levi ed erano i pantaloni usati dai garibaldini.
    Anche i reggimenti svizzeri dell’esercito napoletano, portavano i pantaloni blu con giubba rossa( d’estate giubba rossa e pantaloni bianchi, questi ultimi come d’ordinanza, portati da tutti i reggimenti napoletani, nazionali ed esteri, sempre nella stagione estiva).
    Mi sto chiedendo se anche i pantaloni invernali dei nostri svizzeri, fossero di un tessuto analogo ai jeans/genovesi….
    Del resto anche il telefono, sappiamo che lo inventò il fiorentino Antonio Meucci (1808-1889), ma gli statunitensi continuano testardamente e FALSAMENTE a credere che fu inventato dall’impostore scozzese Graham Bell (1847-1922), che nel 1876 riuscì a rubare il brevetto a povero Meucci, e a vincere pure un processo, grazie ad una giuria ostile al fiorentino….
    ciao!

  14. mirkhond scrive:

    “e lui conclude che chi non ha voglia di lavorare o è meridionale o ragiona come se lo fosse, ergo anche se non lo era, lo è diventato.”

    Cazzullo….ma non è lo stesso personaggio che esalta il risorgimento, l’unificazione dell’Italia sotto il suo (?) Piemonte, da lui cazzullianamente definito la “Prussia d’Italia”?
    Da un lato esalta l’unificazione forzata dell’Italia, dall’altro trasuda di spocchia anti”meridionale”
    Un bel coacervo di contraddizioni il cazzullaro tricolorato…..
    Ora come posso essere connazionale del nordico cazzullo, io che non ho nessuna voglia di lavorare?

  15. mirkhond scrive:

    Meglio essere il terrone dell’Austria che del nordico “fratello” aldo cazzullo….
    Siamo popoli diversi, grazie a Dio…..

    • Z. scrive:

      Dài, non prendertela per quel che scrive certa gente. Se uno dovesse crucciarsi per tutti i cazzulli che ci sono in Italia passerebbe tutta la giornata a deprimersi…

      (lo so, chiedo scusa… alla fine ho ceduto!)

      Z.

  16. mirkhond scrive:

    “Anche perché, se è probabile che nel Regno Unito non sia più abitudine parlare dei bergamaschi e dei siciliani come si faceva nell’Ottocento, mi sono imbattuto più volte in descrizioni che contrapponevano l’industrial and prosperous North of Italy al backward South.”

    Un po’ come nel film italo-tedesco che ho citato qualche articolo più sotto…..
    ciao!

  17. mirkhond scrive:

    Z, a Milano e nel Veneto COME vieni considerato?
    Un terrone villanoviano come dice con orgoglio il tuo concittadino Andrea Boari?
    Oppure sempre un terrone villanoviano, 🙂 ma nel senso (purtroppo) spregiativo del piccolo fuhrer Sizzi di (quasi) purissima razza orobico-longobarda? 🙂
    ciao!

    • Roberto scrive:

      Anticipo Z.

      A Milano tengo famiglia e mi ci trovo come a Napoli (l’unico posto a nord di Napoli dove si possa mangiare una sfogliatella come dio comanda).

      In veneto cosa intendi? Ho già raccontato qualche episodio della campagna veronese inizio anni ottanta. L’ultima volta a Padova università mi hanno trattato come un principe, un’ospitalità davvero squisita (idem a Venezia da turista basta uscire dal serpentone stazione – rialto – San Marco).

      Temo però di trovarmi bene ovunque io vada, non faccio statistica 🙁

    • PinoMamet scrive:

      Anticipo Z. e seguo Roberto:

      come già ricordato qua, i milanesi vedono gli emilianiromagnoli e i parmensi in particolare come abitanti di un posto simpaticamente (o a volte irritantemente) “backward”, e come loro personali guide turistiche/figuranti in costume/risolvitori di problemi facilissimi da risolvere per chiunque non sia milanese…
      anche ci vedono come “dai ritmi mediterranei”, eufemismo per dire “terronici” nel significato cazzulliano, quando non scattiamo a portargli il caffè in dieci secondi o a snocciolare a memoria gli orari degli autobus (di solito elencati a caratteri cubitali giusto dietro la testa del milanese…)

      noi li vediamo come ignobili prede da sfruttare 😉

      i veneti non so come ci vedano, da noi passano in generale per freddini (i vecchi) o “sballoni drogatissimi” (i giovani)….

      mantovani e cremonesi, per me sono barbari di orrende lande a Nord del Po, ma penso che si ritengano civilissimi e raffinati, vallo a sapere…

      • PinoMamet scrive:

        Ricordo (e lo ricordano i miei amici testimoni) l’episodio con un milanese circa quarantenne che voleva sapere chissà perchè DA ME, nell’ordine:
        -se la stazione di S., situata di fronte a lui a cinque metri di distanza, fosse chiusa;
        -perché fosse chiusa (??);
        -come poteva prendere un treno per F. se la stazione di S. era chiusa;
        -il numero dei taxi;
        -quanto costava la corsa per F.;
        -non c’era proprio possibilità che la stazione di S., così tanto per lui, riaprisse dieci minuti?

        lo ho mandato a cagare.

        • Francesco scrive:

          da voi avete stazioni chiuse? chiaro che poi vi si accumuna ai terroni! 🙂

          noto, en passant, che a Milano non si parla del resto d’Italia, tranne qualche accenno molto generico ai meridi0nali: che significato possiamo dare al fatto?

          saluti

          Francesco o’ secessionista

  18. mirkhond scrive:

    Roberto

    Una curiosità

    Ma in casa tua, lì nel remoto Lussemburgo, quante lingue si parlano?
    Tedesco?
    Francese?
    Lussemburghese?
    Italiano?
    Bolognese?
    Napoletano?
    I tuoi figli hanno la fortuna di conoscere tutte queste lingue? 😉
    ciao!

    ps. le femmine del Granducato e della Germania come trovano i nostri connazionali?

  19. Roberto scrive:

    Io parlo italiano, mia moglie tedesco con i bambini ed italiano con me, i bambini sono trilingue tedesco italiano e francese (la lingua franca della scuola nonché di mia suocera). Tra di loro parlano sempre in francese, poi italiano con me e tedesco con la mamma. La grande capisce un pochino il lussemburghese imparato giocando con gli indigeni (e aggiungo che dalla prima elementare fa due ore a settimana di giapponese, adesso è in terza). Il piccolino è un po’ meno sveglio, farà il calciatore 🙂

    Io parlo italiano senza accento particolare (nessuno mi ha mai riconosciuto né come napoletano nè come bolognese) e di conseguenza i bambini hanno un accento assolutamente neutro

    • Peucezio scrive:

      Mah, in Italia non esistono accenti neutri, al massimo c’è chi parla in dizione (doppiatori e pochissimi altri) e che ha quindi una parlata identificabile come “tosco-romana”, ma senza alcune caratteristiche regionali di quell’area (la c(i) fricativa, che fa sì che “dice” suoni come disce).

    • roberto scrive:

      guarda, finora non mi è mai capitato che qualcuno indovinasse le mie origini napoletan-bolognesi sentendomi parlare. pero’ è vero che fra i miei amici e conoscenti non ho dei linguisti fini come te, pino e moi!

  20. Roberto scrive:

    Quanto alla seconda domanda conosco una marea di coppie miste italo tedesche, ed un paio di amici sposati con lussemburghesi.

    Mirkhond, spesso ti incuriosisce la questione “cosa pensano le donne x degli italiani o dei meridionali”, ma nella mia limitata ma non limitatissima esperienza a nessuna gliene è mai importato nulla. In genere ci si innamora di una persona, non di un passa porto 🙂

    • mirkhond scrive:

      La mia curiosità nasce dalla non conoscenza di tanti luoghi e di tanta gente.
      Non ho viaggiato molto come voi, e non sono mai vissuto all’estero…
      Da qui le mie domande, soprattutto rivolte a te che vivi in luoghi così settentrionali….
      Da un punto di vista climatico, ti deprime il Lussemburgo?
      Come alto magistrato della Corte Europea, sei mai stato ricevuto dal granduca?
      Magari con i tuoi cari?
      Quanto alle donne, io non sono un latin lover, e non ci so proprio fare per via di una profonda timidezza mascherata da un carattere non certo facile, come avrete ben notato, durante le mie arrabbiature ;)……
      Per cui chiedo a chi ne sa di più per via delle sue esperienze…..
      ciao!

      • roberto scrive:

        il clima qui fa orrore, non tanto l’inverno, ma la primavera e l’estate sono esasperanti (quest’anno avevo i riscaldamenti accesi il 15 agosto e ad aprile mi sono comprato un affumicatore che non sono ancora riuscito ad utilizzare visto che non c’è stata una domenica di sole…nel mio giardino ci pootrei fare i campionati di lotta nel fango)

        per il resto, alto magistrato nel senso che faccio quasi due metri? 🙂
        no mirkhond, sono un semplice sherpa, salgo sull’everest portando tonnellate di materiale ma poi è hillary che viene ricevuto dal granduca

        io ho visto la granduchessa ad un concerto, anzi in realtà lei mi ha spintonato per andare al bar e io mi sono girato per dirle “mais vous êtez pressée Madame?” prima di rendermi conto che si trattava di sua maestà 🙂 che mi ha fatto un bellissimo sorriso (e sicuramente avrà licenziato le sue guardie del corpo, che erano evidentemente già al bar a bere champagne)

        per il resto, per non annoiare ulteriormente i lettori del blog, se vuoi altre informazioni personali, chiedi pure a miguel la mia mail!

  21. Roberto scrive:

    A proposito di napoletano, mio padre, che pure ha lasciato Napoli 30 anni fa, parla con un accento fortissimo, e spesso la grande si dispera perché adora il nonno ma proprio non lo capisce

  22. jam scrive:

    … chi ha inventao il telefono? a volte farnetico e mi metto a pensare che i telefoni del neolitico avevano connessioni vietate ai telefoni contemporanei, purtanto cosi’ efficienti. stonehange é un insieme di telefoni di pietra simbolicamente cosmica, inventati per comunicare con i morti ed entrare nel mondo etereo. i megaliti rappresentano gli avi, riempiti di sacralità iniziatica, taumaturgia, energia speciale. ogni menhir é un contatto iniziatico, una telefonata particolare: la vita e la morte sono un intreccio che va decifrato anche “ascoltando” le pietre ed il loro simbolismo legato ai solstizi ed al firmamento. una pietra cosi’ pietra, cosi’ terrestre e purtanto cosi’ celeste! e stonehange mi fa pensare all’isola di pasqua, rapa nui. ancora giganti di pietra, sono gli avi, gli antenati, quelli che ormai morti sono diventati “viventi” x’ possiedono il “mana”, cioé la fortuna e la conoscenza. ma stonehange mi fa pensare anche al mitraismo che celebrava la sua festa principale, proprio il giorno del solstizio di inverno, nascita di Mitra, ed i megaliti di stonehange servivano proprio a questo, a catturare non tanto i raggi dell’alba del solstizio d’estate, ma quelli del tramonto del solstizio d’inverno, proprio come nella religione di Ahura mazda… ah com’é piccola la terra!
    ciao

    • Ritvan scrive:

      —-… chi ha inventato il telefono? jam—
      L’italiano Meucci…e poi quel grandissimo imperialista:-) amerikano di Bell se n’è appropriato il merito ( e anche i soldi derivanti dallo sfruttamento commerciale dell’invenzione, of course).

      —a volte farnetico—
      Solo a volte?!:-) (scusa, sorella, ma era più forte di me).

      —e mi metto a pensare che i telefoni del neolitico avevano connessioni vietate ai telefoni contemporanei, purtanto cosi’ efficienti. stonehange é un insieme di telefoni di pietra simbolicamente cosmica, inventati per comunicare con i morti ed entrare nel mondo etereo.—
      E magari farsi dare i numeri buoni del lotto?:-)

      — i megaliti rappresentano gli avi, riempiti di sacralità iniziatica, taumaturgia, energia speciale. ogni menhir é un contatto iniziatico, una telefonata particolare: la vita e la morte sono un intreccio che va decifrato anche “ascoltando” le pietre ed il loro simbolismo legato ai solstizi ed al firmamento. una pietra cosi’ pietra, cosi’ terrestre e purtanto cosi’ celeste! e stonehange mi fa pensare all’isola di pasqua, rapa nui. ancora giganti di pietra, sono gli avi, gli antenati, quelli che ormai morti sono diventati “viventi” x’ possiedono il “mana”, cioé la fortuna e la conoscenza. ma stonehange mi fa pensare anche al mitraismo che celebrava la sua festa principale, proprio il giorno del solstizio di inverno, nascita di Mitra, ed i megaliti di stonehange servivano proprio a questo, a catturare non tanto i raggi dell’alba del solstizio d’estate, ma quelli del tramonto del solstizio d’inverno, proprio come nella religione di Ahura mazda… ah com’é piccola la terra!—
      Tutte biekissime superstizioni pagane…sorella, in nome di Allah ti proibisco di avere tali fantasie sacrileghe…altrimenti sarò costretto a metter mano al mio blocchetto delle fatwa, eh!:-):-)

  23. mirkhond scrive:

    Jam sei mai stata a Gobekli Tepe?
    ciao!

  24. jam scrive:

    …conosco la Turchia, é bellissima, ma a Gobekli Tepe non ci sono stata! a dir il vero anche Gobekli Tepe ha qualcosa di Stonehange…si, si,
    ciao

  25. mirkhond scrive:

    Per Jam

    Gobekli Tepe è più antica di Stonehenge di almeno 5-6000 anni, essendo stato eretto tra il 10.000 e l’8000 a.C. !
    E pensa che è stato tirato alla luce in 17 anni di scavi, solo il 5% del complesso monumentale, che gli archeologi pensano di poter disseppellire del tutto soltanto tra 50 anni!
    Inoltre c’è chi pensa che Gobekli sia il fondo storico dell’Eden biblico!
    ciao!

  26. izzaldin scrive:

    @pinomamet
    sempre a proposito di parma, terroni e percezione della terronaggine…
    sicuramente ne avrai già parlato altrove, ma da quel che ne so io a Parma c’è una distinzione netta fra i cittadini (che mi sono stati descritti come odiosi palloni gonfiati con la puzza sotto il naso) e i simpaticissmi campagnoli della bassa, di cui ho avuto modo di apprezzare alcuni esponenti che effettivamente avevano un modo di porsi super terrone (che ho molto gradito, incluse le abitudini che voi attribuite ai giovani veneti.. 😉 ).
    Corregimi se sbaglio, la vostra erre tipica è più appannaggio dei cittadini borboni napulè che non dei campagnoli arditi, giusto ? 🙂
    saluti,
    izzaldin

    • PinoMamet scrive:

      Allora, non è proprio così.

      la distinzione è tra cittadini (“parmigiani”) e abitanti della provincia (“parmensi”); provincia che è per la maggior parte collinare e montuosa! Io nella Bassa, per esempio, non vado mai, e quando ci vado mi perdo…

      la distinzione caratteriale tra i due tipi direi che è azzeccata 😀 ma non ha niente a che fare con la meridionalità/terronaggine, che è tutto un altro argomento.

      I Borbone del resto governarono indistintamente su tutta la provincia, e le capitali erano due, Piacenza e Parma…
      invece, se c’è una cosa di cui a Parma (specie città) andavano fieri, era l’influenza francese: con Maria Luigia (che poi era austriaca) l’hanno menata non poco, con i Borbone molto molto meno anche se sono rimasti di più…

      per altro la cittadina in cui risiedo è ampiamente “terronizzata” 🙂 credo in misura molto maggiore del capoluogo…

      la R sono in realtà varie “r” (ne avevo fornito campione a Peucezio tempo fa), quella di questa parte della provincia è più grattata simile a quella “parigina da canzone”, quella della città è più morbida e antipatica 😉

      ciao!!

    • PinoMamet scrive:

      comunque sì, noi parmensi siamo più terronici… e ce ne vantiamo!
      😀

    • PinoMamet scrive:

      Aggiungo:
      “Strafalario” e un paio di altri termini che ora mi sfuggono, sono spagnolismi che ho sentito usare solo nella provincia (sottolineo provincia) di PR, e in Sicilia…
      nella mia famiglia inoltre ci tramandiamo un sistema perr curare il mal di gola schiacciando determinati punti del braccio a orari prefissati, anche questo magari diffusissimo, non so, ma che ho trovato (stavolta su internet) di nuovo attestato in Sicilia…
      e i legami della mia famiglia con l’isola non finiscono qua, ma per ora basta dai 😉

  27. mirkhond scrive:

    Per Pino

    L’ultima migrazione grande “lombarda” volta alla colonizzazione-latinizzazione-cattolicizzazione della Sicilia nel 1243, fu guidata da Jacopo Mostacciolo da Parma, dignitario e ministro di Federico II di Svevia, e i coloni erano lombardi di Parma.
    Parma che a quell’epoca era una città lombarda come in questo caso giustamente ricordato da Paolo Sizzi, e uno dei serbatoi di popolamento colonizzatore lombardo, patrocinato dai normanni Altavilla e gli svevi Hohenstaufen nella Sicilia dei secoli XI-XIII!
    Questi lombardi di Parma si stabilirono nell’area di Corleone e Monreale, seguendo una precedente ondata di popolamento di genti del Monferrato guidati da Oddone di Camerana nel 1208.
    Questo ripopolamento assorbì i resti della popolazione arabo-magrebina, decimata, deportata e sempre in Sicilia, cristianizzata a forza, sia sotto gli Altavilla che sotto il tollerante Federico II di Svevia.
    ciao!

  28. jam scrive:

    …i costruttori di Gobekli Tepe, uomini intelligentissimi: le loro parole erano boomerang che arrivavano sulle pietre e le scolpivano delicatamente, poi ritonavano nel corpo di chi le aveva lanciate e ruminavano pensieri d’eternità(!).
    quello che mi stupisce é la freschezza di quei monoliti, e la bellezza delle incisioni, forse x’ sono di colore chiaro mi sembrano cosi atemporali e giovani; una magia di 12000 anni fa che non si é ancora dissolta, una raffinatezza che non si trova a Stonehenge! ma i due luoghi hanno lo stesso valore simbolico oltre alla circolarità della disposizione. quelle pietre rappresentano delle entità metafisiche, la sublimazione della morte, come porta di passaggio verso un’altro spazio-tempo ed un’altra semantica,
    ciao

  29. jam scrive:

    .. fondo storico dell’Eden biblico?
    vorrai dire, fondo storico degli uomini che pur vivendo sulla terra non avevano dimenticato la loro origine, il loro paradiso. il Paradiso Terrestre o Eden, é sempre una “Terra Trasfigurata” una Terra in presenza del suo “Angelo-Intelligenza”, non é mai soltanto questa terra qui..
    ciao

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    “Dopo una dura giornata di lavoro, quando hai lavato per bene le macchinette del bar e stai per chiudere ti entra una faccia da Cazzullo di passaggio che non hai mai visto in vita tua “

    A parte il mio totale accordo con te sul caso specifico, aggiungi il fatto che il signor Cazzullo con ogni probabilità era portatore di quell’odore particolarmente sgradevole che portano con sé i giornalisti.

    E il barista era preoccupato per l’igiene del proprio locale.

    • Francesco scrive:

      da milanese, questa barbara idea di distinguere i clienti tra “abituali” e “di passaggio” la trovo decisamente provinciale – e brezneviana

      un cliente è un cliente e ha diritto al servizio completo per tutto l’orario di apertura

      sennò vai a lavorare alle Poste

      Francesco Ambrosiano

      😀

      • PinoMamet scrive:

        Ecco perché Roma sarà sempre dieci, mille, un milione di volte meglio di Milano…
        😉

      • Ritvan scrive:

        —da milanese, questa barbara idea di distinguere i clienti tra “abituali” e “di passaggio” la trovo decisamente provinciale – e brezneviana. Francesco—
        Si vede che non t’intendi di roba “brezneviana”. Ti informo, fratello, che ai bei tempi:-) brezneviani di casa mia il barista se ne fregava ugualmente – in perfetto stile komunista egualitario:-) – sia dei clienti abituali che di quelli di passaggio, visto che il suo stipendio restava lo stesso anche se gli entrava un solo cliente al mese e “l’extra” che gli passava la Benemerita:-) Sigurimi per riferire le chiacchiere dei clienti pure.

        —un cliente è un cliente e ha diritto al servizio completo per tutto l’orario di apertura sennò vai a lavorare alle Poste —
        Dove sta scritto?

        • Ritvan scrive:

          Caro Franci, anche a me è capitato di entrare in un bar – qui a Roma – poco prima della chiusura e chiedere un caffè. Il barista mi ha detto “Mi dispiace ma stiamo lavando la macchina dell’espresso perché fra poco chiudiamo…se vuole ordinare qualcos’altro?”. Ho detto “no grazie”, ho salutato e me ne sono andato: dopo qualche centinaio di metri ho trovato un bar (a Roma sono come i funghi:-) ) che evidentemente chiudeva più tardi e mi sono bevuto lo stesso il mio caffè. Dici forse che al primo barista avrei dovuto dirgli a brutto muso: “Brezneviano che non è altro, lei è al servizio della Società Soc….pardon, Kapitalista, pertanto interrompa subito il lavaggio della macchinetta e mi faccia il caffè…perché io, Il Glorioso Konsumatore:-), ho il Sacrosanto Diritto di essere servito e del fatto che lei poi dovrà spendere di nuovo in detersivo più di quanto guadagna dal mio caffè io ME NE FREGO… e ci aggiungo pure eia, eia mavalà, cribbio!”:-) 🙂

          P.S. A volte, tentare di capire anche le ragioni degli altri è un esercizio salutare.

        • Francesco scrive:

          carissimo Ritvan

          forse a causa della tua origine oltremarina non mi pari avere ben chiaro il significato dell’espressione “aperto” 😉

          se cerco di guadagnare tempo iniziando prima i lavori da fare dopo, non posso lamentarmi se mi tocca farli due volte

          ciao

        • Ritvan scrive:

          —-carissimo Ritvan, forse a causa della tua origine oltremarina non mi pari avere ben chiaro il significato dell’espressione “aperto”. Francesco—-
          No, no, zul mio gomone il signifigato è chiarisimo: “aberdo” vuol dire ghe buoi endrare, ma non vuol dire ghe droverai ber forza duddo guello ghe gerghi. Du gabire?:-)

          —-se cerco di guadagnare tempo iniziando prima i lavori da fare dopo, non posso lamentarmi se mi tocca farli due volte.—-
          E dove zta sgritto ghe l’esbreso bisogna lavarlo “dopo”??!!

          ciao

    • Ritvan scrive:

      —-A parte il mio totale accordo con te sul caso specifico… Miguel Martinez—
      Beh, quando non ci sono di mezzo i biekissimi ameregani:-) ci troviamo spesso e volentieri d’accordo….

      —aggiungi il fatto che il signor Cazzullo con ogni probabilità era portatore di quell’odore particolarmente sgradevole che portano con sé i giornalisti. E il barista era preoccupato per l’igiene del proprio locale.—
      Beh, no, qui no….altrimenti dovremmo giustificare anche certi esercenti legaioli che si rifiutano di servire i “diversamente bianchi”:-) con la scusa che loro sono “portatori di quell’odore particolarmente sgradevole” mentre loro, i “celtici”, alla “igiene del proprio locale” ci tengono, cribbio!:-)

  31. mirkhond scrive:

    “il signor Cazzullo con ogni probabilità era portatore di quell’odore particolarmente sgradevole che portano con sé i giornalisti.

    E il barista era preoccupato per l’igiene del proprio locale.”

    🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

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