Una critica cattolica ai “cristiani culturali”

La strage di Oslo, che i media hanno scioccamente attribuito a un “cristiano fondamentalista”, è in realtà opera di un “cristiano culturale”, cioè di un signore che vede nel cristianesimo un simbolo etnico-identitario da usare in funzione antislamica.

Luigi Copertino è un autore che si dedica da alcuni anni alla critica sistematica delle derive “occidentaliste” in campo cattolico.

Smaschera con rigore i “cristiani culturali”, cioè coloro che confondono l’esaltazione del cosiddetto “Occidente”, il minestrone fallaciano di campanili e minigonne, con la fede cristiana.

Lo fa da un punto di vista cattolico. Cioè di una precisa fede e dottrina che non sono le mie, e forse non sono quelle della maggior parte dei lettori di questo blog; ma proprio per questo, Luigi Copertino riesce a togliere agli atei devoti, ai cultori della battaglia di Lepanto, ai sostenitori della “causa occidentale”, la loro arma religiosa.

In occasione della strage di Oslo – commessa dal “cristiano culturale” Anders Behring Breivik –  Luigi Copertino ha scritto un eccellente saggio in cui ricorda come la Chiesa, quasi un secolo fa, condannò le idee di Charles Maurras, intellettuale ateo francese, che attraverso il movimento dell’Action Française, agitava tutti i simboli della cristianità medievale per promuovere un nazionalismo di destra.

L’articolo andrebbe letto integralmente, comunque vi anticipo qualche paragrafo fuori contesto:

L’apologia huntingtoniana del presunto “scontro di civiltà”, ormai acriticamente accettata dal sistema mediatico, ripropone anche in casa cattolica la tentazione “maurassiana”, visto che non sono affatto minoritari quei gruppi, quelle associazioni e quegli esponenti di peso ecclesiale e mediatico che, in ambito cattolico, da anni mobilitano i semplici fedeli, soprattutto quelli di formazione “tradizionalista” – povera gente alle prese con le incertezze della Chiesa postconciliare e quindi facilmente suggestionabile e strumentalizzabile – agitando lo spauracchio dell’islam quale “nemico metafisico” di una Cristianità artatamente confusa con l’Occidente ed arruolando, in tal modo, il gregge di Cristo sotto le bandiere a stelle e strisce della superpotenza protestante oltreoceanica.

L’“ateismo devoto” ed il suo stretto parente ovvero il “cristianismo” odierno – come è evidente – ripropongono esattamente le posizioni che già furono di Maurras. Solo che, a differenza del pensatore francese, gli atei devoti ed i cristianisti, oggi, tendono a identificare il Cattolicesimo, o il Cristianesimo più in generale, con l’“anima dell’intero Occidente”. Anch’essi, però, guardano all’identità religiosa come al mero collante storico e sociologico della “civiltà occidentale”, sorvolando poi, in questo a differenza di Maurras, sulle fratture della Riforma protestante e della Rivoluzione francese.

La domanda cruciale, per i cattolici, in questi nostri anni, nei quali non è più, purtroppo, questione di difendere una civiltà cristiana che non c’è più, è infatti la seguente: viene prima la “civiltà cristiana” o la fede? Viene prima la Persona di Cristo o l’Occidente (presunto) cristiano?

Ed ancora: il Cristianesimo, che è innanzitutto la Rivelazione di Dio all’umanità, è capace in termini di mera consequenzialità di generare anche la o le “cristianità” oppure Esso è solo un fattore storico e sociologico che caratterizza una particolare civiltà, tra le tante che esistono, con inoltre la pretesa di imporsi universalmente sulle altre?

Infatti se il Cristianesimo fosse del tutto ricompreso in un contesto culturale preciso, ossia quello occidentale, illegittima, data questa particolarità, sarebbe la sua pretesa di universalità, perché questa sarebbe una universalità “occidentalocentrica” e quindi in fondo etnocentrica.

A fronte di queste obiezioni, i catto-cons solitamente reagiscono con la calunnia e la violenza verbale, invero poco caritativa, che è un po’ il loro modo di “scomunicare” l’eretico. L’accusa, generalmente, data la provenienza tradizionalista di molti catto-cons, è quella di “modernismo”.

I cattolici non dovrebbero mai dimenticare che tra la Chiesa e la società, persino quando quest’ultima ha avuto la forma storica e sociologica di “Cristianità”, vi è sempre stata una certa, relativa, distanza, che impedisce l’identificazione totale tra la Chiesa stessa e la comunità politica o civile. Tradotto in termini attuali: impedisce l’identificazione tra Chiesa ed Occidente odierno. Questo è, appunto, l’errore di “cristianisti”, neocons e teocons. Non a caso si parla di “atei devoti” e non a caso Breivik si definisce un “cristiano culturale” ossia un fautore della “civiltà cristiana” (quale, anche quella post Lutero?) senza alcuna necessità di questionare sugli effettivi fondamenti metafisici, o meno, di una civiltà che poi pretende di chiamarsi cristiana. Maurassismo allo stato puro.


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59 risposte a Una critica cattolica ai “cristiani culturali”

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  2. Moi scrive:

    Luigi Copertino riesce a togliere agli atei devoti, ai cultori della battaglia di Lepanto, ai sostenitori della “causa occidentale”, la loro arma religiosa

    ____________

    A livello d’intellettualoidi sì, concordo … ma a livello di “massa”, di “popolo così com’ è” nient’affatto.

    E’ semplice: il Cristianesimo è o la religione degli sfigati come Pasquale o dei pazzoidi come Padre Livio, e ci fa schifo … parlano eloquentemente i numeri statistici della bestemmia creativa, specie “mosconimane” 🙂 su youtube, ma anche su facebook, in pratica ogni singola bestemmia dà il nome a un nutrito gruppo.

    Poi ci sono i Musi Ulmani, o Musi Slamici ? … Sì, insomma Kwellilah 😉 che ci stanno sul cazzo perché in Dio (Allah ? … chissenefrega !) ci credono davvero. A quel punto il Cristianesimo serve a loro (!), vedendo il crocifisso anche ai cessi pubblici capiscono che qua non comandano loro con la loro sharia !

    … Chiaro adesso ? 🙂 😉 🙂 😉 🙂 😉 🙂 😉

  3. Moi scrive:

    Segnalo la prima cosiddetta “Festa dell’ Unità Islamica” …

    http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/18-agosto-2011/chiusura-ramadan-parco-nord-preghiera-piena-festa-unita-1901319254316.shtml

    … finora non posso che sospendere il giudizio, spero solo due cose :

    1)

    Che sia accessibile anche ai non-Musulmani, che NON sia una “roba” autoghettizzante, cosa che per altro contrasterebbe “di prepo” con la Tradizione del Partitone …

    2)

    Che NON si riveli una specie di iperpoliticizzato (ma anche senza “iper”) “Festival del Dagli a Israele / USA / Occidente ” … cosa che finirebbe con lo scaricare sui soli Musulmani i sentimenti anti-suddetti da parte dei Gruppettari NeoAnarcoComunistoidi o simili .

    Potrebbe essere un’ ottima occasione per far sapere alle masse che l’ Islam NON è un Culto Esotico Afro-Asiatico avulso da Cristianesimo e Ebraismo … e cmq non strutturalmente (!) ostile ad essi al di fuori dei “normali” processi storici.

    Speriamo in bene …

  4. Rock & Troll scrive:

    Tutte queste belle cose bisogna dirle a Ratzinger, che scriveva libri insieme all'”occidentalista” e “fallaciano” Marcello Pera, dove si davano pacche sulle spalle a vicenda.
    Dovremmo quindi concludere che persino Sua Santità è un “cristiano culturale”, un traditore maurassista, e non un vero cristiano, non un vero cattolico?

    • mirkhond scrive:

      Credo che Copertino, come Cardini, eviti accuratamente di associare B16 al cristianismo teocon, per rimarcare l’obbedienza religiosa al Papa, cui come cattolici “integralisti” sono tenuti.

    • Sì, purtroppo anche i vertici della Chiesa si sono fatti contagiare da questo delirio identitario. Credo che la causa sia duplice: da un lato si ritiene l’identitarismo un surrogato della pastorale (demenza al vertice! Dio ci salvi…), dall’altro (come più giù ha osservato Miguel Martinez) ci si rende conto che i politici identitaristi sono quelli più proni alle richieste della gerarchia (prebende, spazi di visibilità, cash, ecc).

    • Francesco scrive:

      potremmo dedurne che Sua Santità non è un odiatore professionista dell’Occidente presente e passato, cosa che lo rende inviso a certe correnti di “veri cattolici”

      in medio stat virtus

  5. corrado (qualc1) scrive:

    Segnalo qui un altro articolo che analizza da un punto di vista “cattolico” (anzi, direi “cazzonico”) la strage di Oslo.

    http://gianni-toffali.blogspot.com/2011/08/ennesime-bufale-anticattoliche.html

  6. Moi scrive:

    *** @ Corrado ***

    L’ Italia ha una straordinaria capacità di subordinare la politica “estera” a quella “interna”, qualche post addietro c’ è una “Solidarietà a Mario Borghezio” che ti consiglio di leggere per avere un’ idea del concetto di cui sopra … ciao.

    • mirkhond scrive:

      Subordinazione che, forse, nasce da una visione provinciale e campanilistica che nasconde l’incapacità di capire cosa avviene davvero a nord delle Alpi.
      ciao

    • Moi scrive:

      http://donzauker.it/2011/07/25/restiamo-arretrati/

      Altra analisi pseudo-cattolica … classica “simpatica beceraggine” Vernacoliere Style.

      PS

      Stando all’ articolo, ma per avere il dubbio che un feto abortito NON sia la stessa cosa di una cisti si deve esser per forza “bigotti” ?! … E’ questo che mi fa desistere dal Laicismo Duro e Puro.

      PS

      Ufficialmente dicono che se la prenderanno con l’ Islam (infatti da Dx li accusano di non criticare mai l’ Islam in quanto cagasotto che temono la fatwa) solo quando e se (!) cercherà d’ imporci la sharia … nel caso saranno degnissimi rivali per Calderoli.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi e Corrado

    Gianni Toffali può essere simpatico o antipatico :-), ma è certamente un cattolico e non un “cristiano culturale”.

    Per quanto riguarda Donzauker, non mi risulta che Breivik abbia mai esaltato le suore, le scuole cattoliche, i conventi e tutte le altre cose che lui tira in ballo. Anzi, nel suo video, Breivik esalta proprio l’enlightenment del cristianesimo.

    Uno può essere totalmente contrario a certe forme di cattolicesimo; ma non ha il diritto di confonderle con la cultura di Breivik.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Casomai, in Italia esiste un certo opportunismo del clero, contento che l’islamofobia identitaria aiuti a vedere con maggior favore i crocifissi nelle aule scolastiche e cose simili. Ma restano due cose sostanzialmente distinte.

    Anche perché i Donzauker e affini non hanno evidentemente mai sentito parlare di una cosa chiamata “riforma protestante”, forse perché è successo al di là dei loro ristretti orizzonti.

  9. Suleiman Kahani scrive:

    “Povero” Brevik, lui che si é cibato tanto bene della propaganda mainstream (che é massonica, filosionista, islamofoba, capitalista…), che la ha introiettata profondamente, digerendola fino all’ultima stilla, poi, quando in base a quella propaganda ha iniziato ad agire (non essendo una superpotenza planetaria ma un ‘povero cristo’ qualsiasi) si trova non “tirato per la giacchetta”, ma spintonato via da tutti i rappresentanti di quella stessa propaganda mainstream che l’ha allattato e nutrito, la ‘mamma’ é diventata ‘matrigna’.

    Finora é stato accusato di essere:

    -cristiano

    -cattolico (da gente che non sa che in Norvegia si segue la chiesa luterana)

    -fascista

    -nazista

    e tutta un’altra serie di cose che non si é mai sognato di essere, lui é solo un filoamericano, filocapitalista, massone, amico di Israele, se incontrasse mai un vero cristiano (anche cattolico), che vive quotidianamente la Parola e il Messaggio del Vangelo, probabilmente metterebbe mano alle armi, considerandolo anch’esso parte della “minaccia” contro cui si é deciso a lottare…

  10. Giuseppe scrive:

    La tua attuale definizione di “cristiano culturale” è impraticabile.

    Per avere qualche senso dovrebbe suonare: “un “cristiano culturale” [è] un signore che vede [una nota: vi è qui una sfumatura eccessivamente intellettualistica, probabilmente potrebbe essere sostituita con un concetto più generale] nel cristianesimo [primariamente] un simbolo etnico-identitario [e non una particolare forma di rapporto con una (presunta) trascendenza]”. Stop.

    La clausola “da usare in funzione antislamica” è del tutto fuorviante.

    Vi è un variegato gruppo di “cristiani culturali” che usano il loro “cristianesimo” “in funzione antisemita”, per esempio.

    Oppure per attaccare nemici ideologici/politici di ogni altro genere (per rimanere all’Italia, mi pare che una parte del sottogoverno democristiano fosse composta essenzialmente da “cristiani culturali”. Per gli Stati Uniti il discorso del “cristianesimo culturale” sarebbe persino più vasto, e più interessante. Anche perché l’uso che fanno attualmente i “cristiani culturali” della loro (sedicente) “identità” contro “i musulmani” (mainstream attuale) o contro “gli ebrei” (mainstream qualche decennio fa, oggi meno diffuso) è puramente contingente.

    Le critiche che rivolgono dei “cristiani culturali” come quello che hai citato ad altri “cristiani culturali” non servono a togliere “le loro armi religiose” agli ammiratori dei bombardamenti da alta quota e della carne di maiale.

    Innanzitutto perché, come fatto notare da altri commentatori, i “cristiani culturali” della variante occidentalista possono rifarsi oggi a figure di primissimo piano nella gerarchia (a cominciare appunto dal signor Ratzinger), ma anche a un’intera storia secolare di appoggio – come “opzione preferenziale” – delle strutture dirigenti della Chiesa cattolica e delle Chiese protestanti ad un evidentissimo “occidentalismo” (compresi alcuni dei suoi prodotti: capitalismo, colonialismo, imperialismo etc.).

    Quanto ai “cristiani culturali” (della variante non-occidentalista) possono rifarsi (oggi) al massimo a un vescovo Williamson, a un Curzio Nitolia, a un Francesco Ricossa e alle sue iniziative a favore del “Beato Simonino”, ucciso dagli (sic) Ebrei. O giornalisti alla Blondet etc. Converrai che è decisamente troppo poco, per “togliere le armi religiose” ai loro omologhi mainstream.

    Il mondo “cattolico” d’altro canto (essendo sociologicamente molto vasto), produce una serie enorme, incessante di posizioni critiche su qualsiasi argomento.

    Non vedo che titoli dovrebbe avere un “cristiano culturale” come il signor Copertino – che si muove in particolare nell’area antigiudaica, e spesso schiettamente antisemita del cristianesimo culturale e identitatario di questi anni – per folgorare di luce “religiosa” i suoi omologhi “occidentalisti”. Credo che abbia le stesse chance di cattolici odiati da entrambe le componenti del “cristianesimo culturale” come Enzo Bianchi o Carlo Maria Martini (cioè appunto zero).

    Per una critica espressa dalla Curia nei confronti di Maurras, gli attuali estimatori delle bombe intelligenti possono tirare fuori dal cappello venti dichiarazioni di appoggio all’estrema destra francese o non francese da parte di alti prelati, e spesso perfino della Curia stessa.

    • Giuseppe scrive:

      Oops, Nitoglia, naturalmente.
      E poi bisognerebbe decisamente sistemare alcune parentesi fuori posto…
      Comunque mi sembra che nella sostanza il commento sia comprensibile.

      Un’osservazione generale: non capisco perché per fare la tua (a mio parere ottima) controinformazione contro l’islamofobia, devi tirar fuori ogni tanto, ma sempre di nuovo, personaggi ambigui, vagamente antisemiti come Copertino o l’autore di “Erbe amare”. E poi devi rimarcare in modo tanto stucchevole l’autoattribuzione identitaria “ebraica” di questa o quella canaglia destrorsa europea o americana (come nel recente post sui fratelli svedesi, per esempio). Ma a chi mai può interessare se la tal canaglia si ritiene “ebrea”, “italiana”, “cattolica”, “zwingliana”, “svizzera” o “confuciana”?
      No, chiedo.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Giuseppe

    La metti un po’ semplice.

    Diciamo che esistono tre categorie.

    I Cristiani Culturali (CC), i Cristiani Vaghi (CV) e i Cristiani Religiosi (CR).

    Il CC può benissimo avere lo stesso atteggiamento di confusa antipatia per un ebreo o per un musulmano.

    Il CV può avere lo stesso atteggiamento di confusa benevolenza per un ebreo o per un musulmano (roba tipo “Gesù porta un messaggio di amore” e fuffa affine).

    Il CR, invece, può trattare musulmani e induisti allo stesso modo, ma non può farlo con gli ebrei.

    Semplicemente perché l’intera struttura di credenze e sacramenti si fonda su quel fantasioso testo autobiografico del popolo ebraico, che i cristiani hanno chiamato un po’ presuntuosamente “Antico Testamento”.

    Quel testo parla, in maniera contraddittoria e confusa, ma assai ripetitiva, di un patto unico tra Dio e il suo popolo, etnicamente definito, che viene collettivamente premiato e punito per la sua fedeltà a tale patto.

    O si ripudia quel testo, e allora crolla tutta l’impalcatura. Oppure lo si inserisce nel racconto.

    E finora hanno trovato solo due modi per inserirlo.

    Il primo consiste nel dire, che gli ebrei, fulcro della creazione divina, sono attualmente fuori dal patto. E quindi in fase di punizione, in attesa della loro redenzione collettiva alla fine dei tempi.

    Il secondo consiste nel dire che Dio ha creato due tipi di esseri umani totalmente distinti: gli ebrei e i non ebrei. Ed essendo gli ebrei salvati collettivamente, per grazia etnica, Gesù è necessario solo per i non ebrei.

    Il primo è l’argomento tradizionale della Chiesa, affermato fino al Concilio Vaticano.

    Il secondo è un ragionamento che si inizia a sentire tra numerosi teologi (anche evangelici, lo stesso problema si pone anche per loro, con la famosa tesi del Dual Covenant), ma che non è mai stato approvato dalla Chiesa cattolica.

    Ora, fatta salva la tesi del tutto minoritaria degli angloisraeliti, tertium non datur. O meglio, ci si arrabatta, con abilità tutta clericale, a fare i Cristiani Vaghi, invocando “il Mistero” e “l’Amore”, e altre cose per mascherare questo problema di fondo.

    Un Cristiano Religioso può trattare un ebreo con la stessa correttezza con cui tratta chiunque altro, ma deve necessariamente credere che esista un “mistero d’Israele”. Mentre non esiste un “mistero dell’Islam”.

    • Giuseppe scrive:

      Accettando per semplicità le tre categorie che proponi, vedo che concordi con me che “[il] CC può benissimo avere lo stesso atteggiamento di confusa antipatia per un ebreo o per un musulmano”. Ergo, la definizione di CC comprensiva di clausola è imprecisa, e deve essere riformulata. Sicuramente eliminando la clausola.
      ——

      Passando ai CR: forse intendi inserire Blondet, Copertino, le edizioni Effedieffe, Williamson, Nitoglia, Ricossa etc. in questa categoria, sotraendoli così ai alla CC?

      Immagino che in tal caso il tuo ragionamento dovrebbe suonare più o meno così: per un CR l’antigiudaismo è una delle due (o tre, o quattro – se si considerano spiritualisti alla Massignon, ed escludendo inoltre che CR sia in realtà un mero sottoinsieme di CV) opzioni possibili e… e cosa? Non capisco come dovrebbe continuare.
      Ovviamente la logica impedisce di formulare la conclusione che in quanto antigiudaici (o antisemiti), i personaggi menzionati siano perciò CR (persino se non si trattasse di due-tre-quattro opzioni, ma di una sola, della prima: dalla premessa che tutte le volte che piove il giadino è bagnato, non segue ovviamente che, se il giardino è bagnato, allora ha piovuto).
      Non capisco 1) cosa permetta di collocare i personaggi nella categoria CR (e non nella loro appropriatissima CC)
      né, più radicalmente 2) che cosa dovremmo mai farcene della stessa categoria di CR.

      Scrivi: “Un Cristiano Religioso può trattare un ebreo con la stessa correttezza con cui tratta chiunque altro, ma deve necessariamente credere che esista un “mistero d’Israele”. Mentre non esiste un “mistero dell’Islam”.“

      Forse intendi che un CR è quella particolare variante di CC “che vede nel cristianesimo [non un particolare modo di relazionarsi con il (presunto) trascendente ma] un simbolo etnico-identitario” fondato su alcune astruse questioni di coerenza testuale, puramente intellettualistiche, letteralistiche, del tutto astratte sia sul piano storico, che soprattutto su quello della sostanza del (peraltro) vago messaggio evangelico (letto vagamente dai CV, che in questa vaghezza replicano la fumosità e l’ambiguità del loro testo di riferimento. e in quanto tali approssimano più da vicino quanto si potrebbe intendere con “cristianesimo religioso”).

      In realtà i personaggi menzionati non credono semplicemente alla, a sua volta vaghissima, nozione di “mistero di Israele” (l’ennesimo, d’altro canto, in un sistema dottrinale dove inciampi ad ogni passo in un “mistero”: il “mistero” della vita, dell’amore, dell’incarnazione, del peccato, della transustanziazione, della santità, della grazia etc. etc. ad libitum): credono per esempio che “gli” Ebrei gestiscano le risorse economiche del mondo, e che allo stesso tempo siano dietro alle “mene rivoluzionarie” comuniste, dietro al socialismo, ma anche alle invasioni imperialistiche, a ogni singolo problema creato dalla modernità, agli “omicidi rituali”, all’arte astratta etc. (insomma a tutta la infame paccottiglia antisemita della modernità, più una parte di quella medievale).
      E questo fa problema.
      È il loro razzismo, non il loro presunto dovere fare i conti con l’ennesimo mistero teologico.
      Per cui vederli citati come forgiatori di strumenti per disarmare ii razzisti CC “occiedentalisti”, fa un po’ senso.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Giuseppe

    “E poi devi rimarcare in modo tanto stucchevole l’autoattribuzione identitaria “ebraica” di questa o quella canaglia destrorsa europea o americana (come nel recente post sui fratelli svedesi, per esempio”

    Ti sbagli.

    E’ stato un sito che la pensa molto diversamente da me, ad accusare Breivik di essere “antisemita”, e ho voluto correggere l’errore.

    Sono poi i fratelli Ekeroth a sottolineare di “essere ebrei”. Cosa che per te o per me non cambierà minimamente ciò che ne pensiamo noi (tra l’altro, io non so se sono canaglie o meno); ma evidentemente ha una potente utilità sociale. E forse su questo sarebbe interessante riflettere.

    In ogni caso, a me interessava una cosa assai diversa. Che non è la loro origine etnica, di cui me ne sbatto; ma le loro scelte politiche a favore dello stato d’Israele.

    Non ho capito francamente che cosa ci sarebbe di “stucchevole” in tutto ciò.

    • Giuseppe scrive:

      Sono poi i fratelli Ekeroth a sottolineare di “essere ebrei”.

      1) Appunto per questo ho parlato di “autoattribuzione identitaria”.

      Cosa che per te o per me non cambierà minimamente ciò che ne pensiamo noi (tra l’altro, io non so se sono canaglie o meno); ma evidentemente ha una potente utilità sociale. E forse su questo sarebbe interessante riflettere.

      2) Per inciso: dichiarare di essere “ebrei” non mi sembra che abbia una “grande utilità sociale”. Una minuscola utilità, a volte.

      In ogni caso, a me interessava una cosa assai diversa. Che non è la loro origine etnica, di cui me ne sbatto; ma le loro scelte politiche a favore dello stato d’Israele.

      3) Be’, sì un destrorso premiato da dei sionisti è verosimilmente un sionista. Il ragionamento sarebbe dunque: poiché i due fratelli (che sono sionisti) fanno parte come dirigenti di un piccolo partito di estrema destra, allora il partito intero è sionista. E siccome Breivik era attento a tutti i vari partiti di estrema destra (che sono appunto quelli che si “impegnano” maggiormente in questi anni contro l’immigrazione, agitando ogni genere di spettro razzista, tra cui quello dell’antislamismo), allora Breivik non può essere antisemita.
      Il che mi sembra un ragionamento molto imperfetto.
      Può darsi che B. non sia antisemita (come non è presumibilmente antigiapponese, visto che queste popolazioni non contribuiscono in questi anni alla Ueberfremdung della Norwegia), ma la cosa deve essere dimostrata per altra via.

      “Ma il mondo culturale di Breivik è quello. E non veniteci a dire che si tratta di un’area “antisemita e antiamericana”.

      Siccome il terrorista norvegese si interessava tra gli altri partiti europei di Forza Nuova, e i dirigenti di FN sono occidentalisti e non esplicitamente antisemiti, vuoi dire che il partito che interessava B. non è antiamericano né antisemita? E che a lui interessava per quello?

      A me sembra che a lui interessassero i partiti razzisti e xenofobi, che in questo periodo per ragioni contingenti conducono le proprie campagne principalmente contro l’immigrazione, in particolare islamica, ma in genere si nutrono di un “mondo culturale” in cui l’opzione antisemita è soltanto funzione del ruolo attribuito agli stranieri nell’invasione della propria presunta identità.
      In sintesi: mi semba che nella visione del mondo delirante dell’assassino B. la caratteristica saliente per giudicare il valore di una formazione politica sia il suo grado di xenofobia, o di razzismo (comprenda esso esplicitamente o no l’antisemitismo o l’antiamericanismo).

      Non ho capito francamente che cosa ci sarebbe di “stucchevole” in tutto ciò.

      Spero di averlo chiarito 🙂

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Giuseppe

    “Mentre non esiste un “mistero dell’Islam”.

    Ovviamente, ci sono quattro gatti di teologi, nel solco di Massignon, che hanno cercato un posto per l’Islam (o anche per l’induismo, o per altre forme religiose), nella “storia universale della salvezza”.

    Ma questi sono voli puramente individuali; e la definizione dell’Islam come “una delle tre fedi abramitiche” è solo una formula di cortesia, non ha nessun fondamento nella grande macchina teologica cristiana.

    Di per sé, i musulmani sono semplicemente, o un’ennesima forma di paganesimo, oppure un’ennesima eresia cristiana.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per concludere, potremmo dire che per i Cristiani Culturali, il cristianesimo è un racconto sugli italiani.

    Per i Cristiani Religiosi, è un racconto sugli ebrei.

    • Francesco scrive:

      scusa, credo di potermi classficare nei CR ma non mi ritrovo nella tua affermazione

      il Cristianesimo è un racconto (diciamo così) che PARTE da UN Ebreo, si porta dietro la storia antecedente degli Ebrei ma da lì se ne diparte e parecchio assai.

      è da qualche tempo che detti ebrei non sono al centro dell’interesse dei cristiani, diciamo da quando i cristiani sono stati “attenzionati” dall’impero romano

  15. Moi scrive:

    @ Miguel

    E i Cristiani da me descritti in apertura in che categoria rientrano ?

    … Ti assicuro che pur esistendo solo in Italia sono diffusissimi e non sentono alcuna contraddizione intrinseca.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Giuseppe

    Scusami se ti rispondo al volo, i tuoi commenti sono molto interessanti e meriterebbero una lunga riflessione.

    Qualche annotazione quindi sbrigativa e superficiale, non all’altezza delle tue obiezioni. Che ritengo molto importanti e sensate, anche quando non sono pienamente d’accordo.

    1) Blondet, Copertino (che non è Blondet), ecc…. e qualunque cattolico coerente. Poi che i cattolici che pensino e siano coerenti siano una piccola percentuale, non posso farci niente. Io per fortuna non sono né cattolico né cristiano. Anzi, proprio perché non posso accettare l’impalcatura cristiana, mi trovo benissimo con tanti cristiani (cattolici ed evangelici), perché non pretendo di edulcorare il loro straordinario e affascinante racconto. Non chiedo mai a loro di “normalizzare” o di laicizzare una cosa quia absurdum.

    Comunque, non considero cristiano chiunque si fondi sulla vita terrena. La fede cristiana deve ribaltare la pratica terrena in funzione del destino eterno dell’anima.

    2) Non è questione di antigiudaismo. E’ che non esiste cristianesimo coerente, senza giudeocentrismo. Che può essere un’ossessione demonizzante o divinizzante, ma è sempre un’ossessione. Ed è (uno) dei motivi per cui, come ti ho detto, non posso dirmi cristiano.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “E i Cristiani da me descritti in apertura in che categoria rientrano ?

    … Ti assicuro che pur esistendo solo in Italia sono diffusissimi e non sentono alcuna contraddizione intrinseca.”

    Caro Moi, ho un debito verso di te che mi fa paura.

    Non solo mi hai regalato una quantità indecente di soggetti (tra cui il mitico Nello Rega), ma con le tue battute a volte leggere in apparenza, ma sempre profondissime, mi hai aperto una quantità di orizzonti che manco ti immagini…

    Posso dirti, grazie?

    • Moi scrive:

      Be’ : in fondo basta praticare l’ apertura di una finestra nella Torre d’ Avorio … e ogni tanto guardare fuori ! 😉

  18. Stefano Zecchinelli scrive:

    Non è un caso che tutti i grandi liberisti della storia, da Voltaire a Tocqueville, anche se atei, riconoscono un ruolo importante alla religione. Già Voltaire, e ancora di più l’autore di ”La democrazia in America”, dicono che la religione è fondamentale per moralizzare le masse; come dire ”l’uomo è malvagio, ed allora ha bisogno di pochi eletti che decidano per tutti”. E’ un drammatico filo nero che segnerà, a fine ottocento, il lento processo di ”distruzione della ragione” in Occidente , usando le parole dell’immenso filosofo marxista Lukàcs. Prendendo in esame il pensiero filosofico dei neo-conservatori – a cui Miguel Martinez ha dedicato ampi studi – troviamo una vera e propria teologia del capitalismo; il ”fare soldi” diventa l’elemento caratterizzante l’etica sociale, e gli stessi rapporti umani. Ciò che più stupisce è che i vari Leo Strauss o Samuel Huntington filosoficamente sono dei nichilisti (grande contraddizione!), quindi partono dalla ”trasvalutazione dei valori” (relativismo etico) di Nietzsche ed Heidegger. Il gioco è chiaro: si attaccano i valori assoluti (uguaglianza, giustizia, socialismo) in nome del relativismo (gli uomini sono cattivi, ”nobile menzogna”), ma il modo in cui si attacca il socialismo (valore assoluto di umanità) è molto simile a quello delle antiche predicazioni evangeliche anti-pagane. Gli osservatori attenti sanno che la dialettica (socialismo) si fonda su tutt’altra cosa (rispetto alle sciocchezze dette da Marcello Pera), mentre l’assolutizzazione appartiene proprio alla putrescenza capitalistica (”fine della storia”, ”male assoluto”, ”religione olocaustica”). Insomma concordo con le analisi qui presentate.

  19. Stefano Zecchinelli scrive:

    Su questo argomento, qualche mese fa, scrissi questo articolo: http://bentornatabandierarossa.blogspot.com/2011/05/karol-wojtila-da-hitler-bush.html

  20. chavo scrive:

    Rimanendo in tema vi segnalo una perla trovata su quel meraviglioso aggregatore neocon che risponde al nome di “Tocqueville” dove potete ammirare un convinto “occidentalista cristiano” maneggiare la nobile arte del rigirare la frittata più e più volte a proprio piacimento fino a far diventare Breivik un satanista massone antiabortista… del suo anti islamismo invece non v’è traccia…. peccato…

    http://www.tocque-ville.it/LinkEsterno.aspx?id=3047936

  21. Leo scrive:

    Grazie a Dio esistono ancora cattolici come Luigi Copertino.
    E’ anche grazie al cristianismo (mi piace di più chiamarlo così) culturale che poi succedono episodi come quelli denunciati nell’articolo successivo (arresto in Francia e velo strappato in Italia).
    Credo avesse ragione quell’ex-dissidente sovietico (di cui disgraziatamente non ricordo il nome) che diceva senza mezzi termini che la UE si avviava a grandi passi ad essere la nuova URSS.
    Dopo l’homo sovieticus cosa avremo ? l’homo paranoicus ?

  22. “O si ripudia quel testo, e allora crolla tutta l’impalcatura. Oppure lo si inserisce nel racconto.

    E finora hanno trovato solo due modi per inserirlo.

    Il primo consiste nel dire, che gli ebrei, fulcro della creazione divina, sono attualmente fuori dal patto. E quindi in fase di punizione, in attesa della loro redenzione collettiva alla fine dei tempi.

    Il secondo consiste nel dire che Dio ha creato due tipi di esseri umani totalmente distinti: gli ebrei e i non ebrei. Ed essendo gli ebrei salvati collettivamente, per grazia etnica, Gesù è necessario solo per i non ebrei.”

    Entrambe le posizioni sono errate. La prima perché gli ebrei non sono affatto al centro della Creazione (il vertice è l’Uomo in quanto essere umano, non l’ebreo), la seconda perché la salvezza collettiva è un’idea eterodossa, almeno per il cattolicesimo (Wyclif, Hus e altri furono condannati per averla affermata), e la stessa Apocalisse non salva la totalità dei membri delle tribù israelitiche, ma “solo” 12 000 persone per ciascuna (numero che simboleggia una moltitudine, ma non la totalità).
    La terza via, che è data ed è anzi quella più convincente (a mio modestissimo avviso), è che l’ebraismo sia stato una necessità perché dal suo tronco nascesse il cristianesimo e che quindi tutto ciò che riguarda l’AT sia da leggersi come preparazione dell’Incarnazione e non in quanto di per sè di valore.
    Del resto è opinione antica all’interno della Chiesa (ne troviamo traccia anche in Abelardo) che l’AT non prometta in alcun luogo la Salvezza, ma esclusivamente ricompense terrene in cambio della fedeltà: occorre il Sacrificio divino per vincere la morte e offrire la Resurrezione all’umanità (che in effetti è la ricompensa originale nel Cristianesimo, prima dell’importazione dei luoghi di residenza temporanea dell’anima dalla filosofia platonica). Certo, leggendo Giovanni (che però è di fine I secolo) sembrerebbe che anche l’ebraismo si fosse convinto della Resurrezione della Carne alla fine dei tempi (leggere il passo di Lazzaro), ma il testo è tardo e, essendo di ambiente non ebraico, probabilmente non è fedele sul punto.
    Dunque, riassumendo, Dio avrebbe sfruttato il trampolino dell’ebraismo per entrare veramente nella storia, quando i tempi sono stati maturi (la pienezza dei tempi). Ciò rende la religione ebraica uno strumento, i cui elementi di verità sono da valutare caso per caso, non una forma minore o una via traversa della Salvezza.

  23. lycopodium scrive:

    http://www.totustuustools.net/tyn/eucarestia1.htm
    “Vedete come già nell’antica alleanza il Signore ha istituito già alcuni sacramenti, però questi segni sacri dell’antica alleanza si rapportano tutti al Messia venturo, cioè hanno il loro significato, la loro capacità di santificare per riferimento a Cristo venturo. San Paolo stesso ce lo dice, ci dice San Paolo che tutto quello che è stato scritto ai nostri antichi padri, cioè ai figli di Israele, è stato scritto per ammaestrare noi. Chi noi? Noi cristiani, si capisce. Quindi in qualche modo la rivelazione dell’antica alleanza è tutta protesa in vista di Cristo. San Paolo su questo è estremamente chiaro. La legge è un pedagogo, è uno che ci prende per mano e ci porta, educandoci, (è un processo educativo, pedagogico), ci conduce a Cristo. Quindi tutti questi sacramenti dell’antica alleanza nascondono profeticamente in sé il Cristo venturo. “Ora è per questo che”, dice San Tommaso, “i sacramenti dell’antica alleanza avevano un’efficacia, certamente, in vista della santificazione, ma non ex opere operato, bensì ex opere operandis”…Ora i sacramenti dell’antica alleanza, dato che non c’era ancora il Cristo mediatore, non si era ancora incarnato il Verbo, che è strumento nel conferimento della grazia, ebbene dato che il Verbo non era ancora incarnato, i sacramenti protesi in vista di Cristo, ma non ancora mediati da Cristo, non avevano ancora un’efficacia intrinseca, però erano come dei ricordi, come dei richiami, come delle realtà che si protendevano profeticamente e misticamente verso il Cristo venturo. Vedete ogni sacramento dell’antica alleanza ha in sé una connotazione del Messia, della promessa della futura salvezza posta in quel popolo da parte di Dio che lo ha scelto come sua eredità. Quindi in qualche modo, quando gli ebrei celebravano, per esempio, la cena pasquale, nella cena pasquale loro esprimevano la loro fede nel Messia venturo. E più viva era questa fede era nel Messia che doveva venire, più si santificavano. Vedete come dipendeva dalle loro disposizioni. Quindi c’erano coloro che lo svolgevano come un rito qualsiasi, tanto perché era comandato, quindi si faceva, ed altri che lo facevano con più meditazione, con più disposizione, con più interiorità. Ebbene, l’effetto di santificazione era diverso negli uni e negli altri. Che cosa contraddistingue invece i sacramenti della nuova alleanza? L’istituzione divina, non solo da parte di Dio che si rivela, ma da parte del Dio del Verbo Incarnato, Gesù stesso ha istituiti i sacramenti della nuova alleanza. Perciò, dato che nei sacramenti della nuova alleanza agisce la virtù della Croce di Cristo (San Tommaso continuamente si esprime in questa forma, dice che nei sacramenti agisce la “virtus passionis Christi”, la virtù, la forza redentrice della passione di Cristo), ora dato che i sacramenti della nuova alleanza sono istituiti da Cristo già venuto, dal Verbo già incarnato, dal Verbo la cui umanità ipostaticamente unita alla persona del Verbo, gloriosa alla destra del Padre, dal momento che tutto ciò si è già compiuto, i sacramenti istituiti dal Verbo incarnato possiedono un’intrinseca efficacia ex opere operato, come ho appunto spiegato.
    Quindi, come dice appunto il catechismo, “sacramenta novae legis efficiunt it quod significant”, i sacramenti della nuova legge producono efficacemente ciò che significano. E’ una cosa di capitale importanza, perché poi da questo dipende tutto il resto, possiamo subito concludere che se i sacramenti della nuova veramente realizzano ciò che significano, vuol dire che se il segno eucaristico è il segno della presenza del Signore, vuol dire, data l’efficacia reale di questo segno, che la presenza si realizza.”

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    Il problema è che non parliamo lo stesso linguaggio.

    Nulla di grave, ma basta capirlo.

    Tu parti, cattolicamente, dall’integrazione dei due testi.

    Io, laicamente, dalla loro distinzione.

    Ricordo che la fede non consiste solo nel credere nella divinità di Gesù, ma anche nel fatto che l’AT sarebbe stato propedeutico al NT.

    Non leggo l’AT “alla luce” dell’NT. E se si toglie quella luce, l’AT viene vista alla luce propria, all’incirca nei termini di cui parlo io.

    Questi termini, a mio (laico) avviso condizionano tutta la questione, e pongono continuamente il problema del giudeocentrismo etnico da una parte; dall’altra, il problema della generale umanità.

    • Naturalmente sì, sono due letture diverse di un testo che devono sempre (nel cattolico) coesistere: leggere il testo per quello che è, “laicamente”, e leggere il testo dal punto di vista cattolico, ovvero come preparazione al NT con tutte le conseguenze teologiche del caso.
      Ovviamente la lettura laica del testo non comporta il problema religioso per il cattolico di dove vadano a finire le promesse e i patti lì presenti.
      Anzi, facendo un po’ di sana lettura agnostica (agnosticismo metodologico, si intende), l’unico aspetto della religione che ci interessa leggendo l’AT sarebbe quello antropologico.
      Antropologicamente, quindi, leggiamo di un popolo che si considera eletto su tutti gli altri popoli e destinatario delle attenzioni uniche ed eterne della sua divinità, che è l’unica esistente. Ma, ragionando religiosamente, di questa lettura al cattolico gliene importa poco.

  25. Stefano Zecchinelli scrive:

    Non è un caso che tutti i grandi liberisti della storia, da Voltaire a Tocqueville, anche se atei, riconoscono un ruolo importante alla religione. Già Voltaire, e ancora di più l’autore di ”La democrazia in America”, dicono che la religione è fondamentale per moralizzare le masse; come dire ”l’uomo è malvagio, ed allora ha bisogno di pochi eletti che decidano per tutti”. E’ un drammatico filo nero che segnerà, a fine ottocento, il lento processo di ”distruzione della ragione” in Occidente , usando le parole dell’immenso filosofo marxista Lukàcs. Prendendo in esame il pensiero filosofico dei neo-conservatori – a cui Miguel Martinez ha dedicato ampi studi – troviamo una vera e propria teologia del capitalismo; il ”fare soldi” diventa l’elemento caratterizzante l’etica sociale, e gli stessi rapporti umani. Ciò che più stupisce è che i vari Leo Strauss o Samuel Huntington filosoficamente sono dei nichilisti (grande contraddizione!), quindi partono dalla ”trasvalutazione dei valori” (relativismo etico) di Nietzsche ed Heidegger. Il gioco è chiaro: si attaccano i valori assoluti (uguaglianza, giustizia, socialismo) in nome del relativismo (gli uomini sono cattivi, ”nobile menzogna”), ma il modo in cui si attacca il socialismo (valore assoluto di umanità) è molto simile a quello delle antiche predicazioni evangeliche anti-pagane. Gli osservatori attenti sanno che la dialettica (socialismo) si fonda su tutt’altra cosa (rispetto alle sciocchezze dette da Marcello Pera), mentre l’assolutizzazione appartiene proprio alla putrescenza capitalistica (”fine della storia”, ”male assoluto”, ”religione olocaustica”). Insomma concordo con le analisi qui presentate. (Avevo fatto questo commento)

  26. Stefano Zecchinelli scrive:

    Ecco sono ricomparsi i miei commenti, inizialmente erano spariti…

  27. francesco scrive:

    @Miguel
    una piccola precisazione sull’esclusivismo vetero testamentario:

    mi sembra che dimentichi la radice Abramitica – che riunisce in un unico percorso storico/esperienziale la discendenza di Ismaele (islam) e Isacco (ebrei e cristiani)

    l’elezione è Abramitica
    le altre sono successive ma tutte vanno e dovono andare a iscriversi in questo contesto
    se no il rischio di una “visione parziale” con relative derive, diventa reale e fuorviante

    ;))

  28. jam... scrive:

    …anche antropologicamente parlando l’elezione del popolo ebraico é relativa: é tipico nelle religiosità antiche di sentirsi il popolo eletto.
    Quindi ad un certo punto a rigor di logica, analisi religiosa e laica non potrebbero non coincidere nella frase di Mauricius: il vertice é L’Uomo non l’ebreo.
    Iddio ha creato l’uomo.
    Comunque la resurrezione della carne non é una novità del NT o di Gesù, nella religione Mazdea esisteva già questo concetto. Lo Spirito Cristico é anteriore alla venuta di Gesù, lo Spirito Cristico pre-esiste in assoluto: Gesù e Cristo sono la stessa persona, ma non sempre coincidono: lo Spirito Cristico é sempre esistito anche prima della venutà storica di Gesù…
    ciao

    • Moi scrive:

      Parli dei “Soter” ? … E’ un argomento interessantissimo, purtroppo però quasi sempre “arruolato” in funzione anticlericale, nel senso di “al catechismo non te lo dicono perché hanno la coscienza sporca !” .

      http://www.youtube.com/watch?v=dj88uYr9uiE

      (Tranqui, niente Mosconi ! 😉 )

      In realtà forse l’ intento del catechismo non è questo, però ci sono effettivamente un sacco di cattolici di ogni età e condizione sociale che dei “culti soterici” nulla sanno e nulla saprano mai.

  29. mirkhond scrive:

    E infatti i Magi Mazdei, provenienti dall’Iran, riconobbero nel Bambino di Betlemme, il o uno dei Saoshiant preannunciati da Zarathushtra, circa 600 anni prima….
    ciao

  30. mirkhond scrive:

    Lo Spirito Cristico é anteriore alla venuta di Gesù, lo Spirito Cristico pre-esiste in assoluto: Gesù e Cristo sono la stessa persona, ma non sempre coincidono: lo Spirito Cristico é sempre esistito anche prima della venutà storica di Gesù…

    Per i Cristiani, Gesù è venuto nella storia, ma E’ SEMPRE ESISTITO come Persona di Dio, ma anche come Spirito Cristico come giustamente lo chiami.
    ciao

  31. jam... scrive:

    “Gesù é sempre esistito come persona di Dio”
    …Gesù é nato in una mangiatoia secondo i cristiani e sotto una palma secondo la tradizione musulmana: é sempre esistito come persona di luce per diventare attraverso la sua nascita Verbo incarnato.
    Nello stesso modo nel quale la luce del Profeta Mohammed é sempre esistita, e si é manifestata-incarnata nel “Verbo-Parola” del Corano. Aicha dice che il Profeta era un Corano Vivente, il Corano é l’esempio dell’Uomo Universale, cioé di questa carne spirituale che puo’ risorgere. Senza questa carne spirituale puo’ avvenire solo una piccola resurrezione , ma non la Grande Resurrezione. Dire resurrezione della carne non basta, perché soltanto la resurrezione della carne spirituale é possibile.
    I Mandei che praticavano il sacramento del battesimo anche prima della venuta di Gesù, conoscevano già tutta l’alchimia cristica e potevano attualizzare tutte le parole di Gesù anche prima della sua nascita…

  32. mirkhond scrive:

    Non è sicuro che i Mandei siano antecedenti alla venuta di Gesù.
    E’ probabile che abbiano origine da sette giudaiche mesopotamiche, fortemente impregnate di gnosi, coeve e posteriori a Gesù.
    ciao

  33. lycopodium scrive:

    @ Miguel
    (post + intervento del 19.8, h.18,34).
    Il post è stato piuttosto sfortunato: l’incalzare degli eventi e dei post lo sta un po’ stritolando. Peccato, perchè il tema (il rapporto cattolicesimo/occidentalismo, con annessa problematica del rapporto cattolicesimo/ebraismo, non senza interessanti sconfinamenti sul rapporto cattolicesimo/cultura) non dovrebbe decadere così in breve. Comunque grazie.

    Quanto al commento,
    mentre, tutto sommato, condivido le “tre categorie” con annessa fenomenologia, mi è abbastanza ostico il giudizio un po’ squalificante sull’ AT: effettivamente è un “testo autobiografico del popolo ebraico”, ma scritto non certo come oggi si scriverebbe una biografia o un’autobiografia. C’è un po’ di tutto, spesso abbastanza mescolato, storia e meta-storia, storia e “mito” etc.
    Confusione e contraddizione stanno nelle cose della vita, prima che nelle teste o nelle penne…
    Quanto al Mistero, i CV mi sono cordialmente antipatici, ma il termine non è necessariamente un modo dissimulatorio per manifestare la propria vaghezza.
    Semplicemente, si possiede la CHIAVE DI VOLTA/PIETRA ANGOLARE, ma per forza di cose non si vede tutto l’edificio.

    • Moi scrive:

      L’ AT è più “abramitologico” 🙂 😉 che “abramitico”, nel senso che gli studi antisemiti (?) dimostrano che neppure l’ Ebraismo è “sceso in Terra” [come dicono i Fondamentalisti religiosi, che non capiscono che invece è l’ esatto contrario: “sono le cose terrene a salire in cielo !] ex novo ma “ricicla” simbolismi e miti religiosi mesopotamici precedenti … però di codici Da Vinci Vs Ebraismo (ma anche Islam) ancora nisba.

      Ripeto, storie romazate complottiste, perché quelle le leggono in tanti. Ma se scrivi un trattato “Tutto Quel Che Avreste Sempre Voluto Sapere Sull’ Ebraismo Ma Non Avete Mai Osato Chiedere”, quello resta invenduto perché la gente, a stragran maggioranza, mentalmente risponde: “Appunto. mai fregato una cippa, molto più interessante il Campionato di Calcio”. 😉 🙂

  34. lycopodium scrive:

    Moi, forse ti riferisci al commento di Francesco, che peraltro condivido.
    Le ricostruzioni alla Codice da Vinci sono sottoprodotti della sottocultura ecclesiofobica, che dalla loro hanno solo le vendite.
    Idem dicasi per gli approcci iper-razionalistici ai Libri sacri.
    Non è però il caso di moltiplicare queste cose per par condicio…

    • Moi scrive:

      Il principio base però di “riadattare”, “reinventarsi” (“riciclare” è in fondo spregiativo perché fa pensare al … “rusco” !) simboli precedenti resta valido.

      Lo hanno fatto anche il Buddhismo, ad esempio il Buddha originario è magrissimo ed estraniato , mentre quello grasso e sorridente, più popolare in Cina e più “simpatico” in Occidente, è “Budai” … una specie di demiurgo taoista, riciclato.

      L’ Induismo, secondo il Donini , che però è pesantemente marxista, avrebbe trovato gli “avatara” / “discese-incarnazioni” un brillante espediente di riadattanemento simbolico per far prevalere lo spirito (fisso) sul corpo (variabile) e per ricondorre a tre (trimurti) e poi a uno (brahma) una pletora di divintà “ancor più pagane” precedenti.

      • Moi scrive:

        Ambrogio Donini (che fu anche dirigente del PCI) nella sua opera più divulgativa “Breve Storia delle Religioni” trova il tempo per scagliarsi contro Giovannino Guareschi che osò definire il 25 Aprile “Festa di Caino” … 😉

  35. jam... scrive:

    @Mirkhond
    …i Mandei attraversarono varie fasi, alcune antecedenti la nostra era e che potrebbero portarci fino agli antichi Sabei…
    ciao

    • mirkhond scrive:

      Mah, questi Sabei non si è mai capito davvero chi fossero. Il termine ha rilevanza nel Corano, per indicare i non appartenenti alle religioni abramitiche, ma ugualmente degni di tolleranza e protezione da parte dell’Islam.
      Cosa di cui, ad esempio, approfittarono nel IX secolo dopo Cristo, gli abitanti di Harran, seguaci di un’antichissimo culto lunare, di origine sumero-babilonese, per salvarsi dall’aut-aut dei califfi, se convertirsi all’Islam o essere sterminati come pagani impenitenti…
      Se invece ti riferisci alle antiche civiltà dello Yemen preislamico, mi sembra che il Monoteismo vi giunse con Ebrei e poi i Cristiani.
      La civiltà “sabea”, stando agli studi e alle ricerche archeologiche, pare che fosse politeista….
      Ma tu forse hai delle indicazioni su studi più approfonditi sull’argomento, di cui non dispiacerebbe se ne accennassi qui…
      ciao

  36. lycopodium scrive:

    Donini qui sembra la versione colta dei medesimi pregiudizi.
    Un approccio SERIO richiederebbe, epistemologicamente parlando, di non farsi fuorviare troppo dalle similitudini.

  37. Miguel Martinez scrive:

    Per Lycopodium

    Una cosa molto difficile, ma molto importante, per me è il dialogo con persone con cui non condivido un preciso luogo comune.

    Voglio dire, è facile “trovarsi d’accordo” tra persone che affermano tutte gli stessi valori, ma magari si dichiarano “laici e credenti” o “di destra e di sinistra”.

    Molto più interessante è parlare, ad esempio, da “laico” (come più o meno sono) con un cattolico autenticamente “credente”, senza cercare necessariamente un terreno in comune. Dicendo quelle che sono le reali differenze, non cercando compromessi, ma comunicando ugualmente con rispetto.

    Tutto sommato, credo che qui ci riusciamo: cioè abbiamo coinvolto persone di culture veramente diverse, che continuano a sostenere tesi che sono diverse alla radice, e pure con forza, ma sanno ascoltare.

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