Vittoria su Vittorio (Emanuele di Savoia)

Abbiamo già raccontato con non poco piacere dello smacco subito dal signor Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia, noto frequentatore di locali alla moda, nonché padre di un ozioso personaggio televisivo.

Un signore che si è vantato in carcere di essersi salvato da una condanna per omicidio, pur essendo colpevole, grazie ai suoi avvocati.

Riviviamo questo piccolo momento di felicità, nelle parole di Paola Loparco, come mi sono state girate su una mailing list.

Il 10 gennaio scorso il tenore Joe Fallisi, anarchico ed attivista per i diritti della Palestina, si è dovuto presentare per l’ennesima volta presso il tribunale di Carrara a causa di una querela mossagli contro dal blasonatissimo Vittorio Emanuele di Savoia. Per nulla educato, il regale accusatore non si è mai presentato in aula, sicché quella del 10 gennaio è stata, l’ultima, imbarazzante, udienza di questo assurdo ma interessante caso giudiziario.

Tutto ha inizio otto anni fa, quando Joe Fallisi viene chiamato a commemorare la morte dell’anarchico Gaetano Bresci, proprio sulla sua tomba, nel cimitero di Carrara.

Durante il suo intervento al convegno, Fallisi fa riferimento all’accidentale morte dello studente tedesco Dirk Hamer per mano di Vittorio Emanuele, accusandolo inoltre di essere un trafficante d’armi ed un piduista.

Il tragico evento, come qualche lettore sicuramente ricorda, avvenne nella notte del 17 agosto 1978, a Cavallo, isola fra la Corsica e la Sardegna. Vittorio Emanuele, di ritorno da una cena, ha un alterco con il playboy Niky Pende, imbraccia un fucile e spara più di un colpo ad altezza uomo. Dirk Hamer dormiva a bordo di uno yacht di suoi amici, ormeggiato in una baia poco distante dalla villa dei Savoia, il proiettile colpisce la vena femorale, la gamba gli viene subito amputata, ma il giovane muore di lì a quattro mesi.

Nel 1991, la Corte d’assise di Parigi condanna Vittorio Emanuele di Savoia a sei mesi con la condizionale, e solo per porto abusivo d’arma da fuoco. L’accusa di omicidio non viene contemplata. Forte di questa sentenza, casa Savoia assolda un pool di legali che indaghi su accuse ed offese mosse in Italia contro di lui in merito a questa vicenda, con il più che probabile obiettivo di scucire denaro in modo facile e pulito. Ci riesce, qualche causa la vince e qualche “euVo” arriva nelle modeste casse dei Savoia.

Nel mirino finisce anche il raduno anarchico di Carrara, a Joe viene contestata la frase: «Ha ucciso un giovane tedesco per futili motivi». Non perché fosse un trafficante d’armi. Non perché massone. Non perché causa della morte di un giovane. Solo “per i futili motivi” che offendono l’onore e la reputazione del sovrano immaginario. Da qui un lungo processo, che è arrivato a sentenza a soli tre giorni dalla prescrizione. «Da anarchico sono abituato a combattere per la giustizia. Io non mento. Non ricordo con precisione le mie parole, ma escludo di aver parlato di “futili motivi”: non è una frase che mi appartiene. Ma ritengo che con il suo gesto Vittorio Emanuele abbia provocato la morte di un povero ragazzo. È stato un tragico incidente, ma un giovane ci ha rimesso, ingiustamente la vita». E così il giudice di pace penale del Tribunale di Carrara, il dott. Rino Tortorelli, vice procuratore onorario, dopo aver disposto l’accompagnamento coatto di Vittorio Emanuele di Savoia per l’udienza del 10 gennaio, cosa che ovviamente non ha avuto luogo, assolve a pieno titolo Joe Fallisi perché “il fatto non costituisce reato”. «E’ una vittoria contro la “casta”, una soddisfazione che mi riempie di speranza. Il giudice Tortorelli è stato equo, come il suo mestiere impone, ma soprattutto coraggioso». Si è creato un precedente storico con la sentenza del 10 gennaio 2011: chiunque affermi che il re senza regno abbia causato la morte di un giovane studente, non è perseguibile. Dopo l’udienza, Joe tiene una conferenza stampa, durante la quale si dichiara felicemente sorpreso; dedica la sua vittoria agli operai della FIOM che continuano a lottare, all’amico Nicolazzi ed immancabilmente al giudice Rino Tortorelli.

Fallisi ha speso circa 7500 € per presentarsi ogni volta in tribunale e per difendersi, il suo avvocato adesso chiederà un risarcimento, dato che Vittorio Emanuele esigeva 50000 € (ridottisi a 25000 fino alla fine del processo) per riparare al danno subito! Quanta distanza tra queste due persone: chi da un lato inganna ed usurpa, chi dall’altro lealmente si spende per i più sfortunati. Joe il 10 gennaio arriva in tribunale con leggero ritardo: era di ritorno da Gaza, dove spesso si reca.

Aveva consegnato il giorno prima, al Sindaco, una richiesta di gemellaggio da parte di Francesco Nigro, Sindaco di Villa Castelli. Grazie a Fallisi adesso una città della Puglia, unica al mondo peraltro, si dichiara “vicina” ad un territorio violato, alla sua gente piegata dal più forte, ma che non smette di credere e lottare.

di Paola Loparco – paola@albacomunicazioni.it

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2 risposte a Vittoria su Vittorio (Emanuele di Savoia)

  1. Z. scrive:

    Non ho capito…

    com’è possibile che un giudice sia al contempo un procuratore, ancorché onorario?

    Uhm…

    Z.

  2. Pingback: Sacrifici umani, per l’Italia | Kelebek Blog

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