Due enigmi.
Il primo.
“Noi siamo forti: la cultura democratica nostrana ha divorato, per esempio, la nostra cultura contadina degli anni ’60, con quel «genocidio culturale» di cui parlava Pasolini. Ma si trattava della stessa cultura bianca, la stessa mamma, lo stesso cibo, gli stessi costumi sessuali, con piccole trasformazioni apparenti. Nella globalizzazione che avviene nella odierna società democratica ci sono dei corpi i cui odori, sapori, colori sono totalmente diversi, distanti, e soprattutto non piacciamo loro affatto: della democrazia non ne vogliono proprio sentir parlare, non l’hanno mai vista a casa loro, non si capisce perché dovrebbero conformarsi alle sue regole di cui la maggiore è quella della libertà individuale. Proprio il contrario di quello che indica per esempio l’Islam come bene supremo.”
Scrive così l’onorevole Fiamma Nirenstein, su Stormfront Il Giornale del 18 ottobre. La signora Nirenstein, sul suo blog, dichiara di aver appena ricevuto da Franco Frattini
“l’incarico di coadiuvarlo nelle relazioni con gli ambienti politici e culturali israeliani e nei rapporti con le comunità ebraiche nel mondo.”
Ora, passi che i musulmani puzzano. Ma come fa Fiamma Nirenstein a sapere che sapore ha la loro carne a mangiarla?
Il secondo enigma.
Rodney Stark è un tuttologo statunitense, che promuove vivacemente il darwinismo in tutti i campi tranne l’unico che gli è proprio, la biologia (secondo lui, l’evoluzione è un’invenzione per screditare la religione).
La principale preoccupazione di Rodney Stark consiste nel giustificare teologicamente il neoliberismo, come si evince dal trionfale titolo di un suo libro, The Victory of Reason: How Christianity Led to Freedom, Capitalism, and Western Success (“La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha portato alla libertà, al capitalismo e al success dell’Occidente”). Un concetto che potremmo tradurre così, “se ti hanno pignorato la casa, è perché lo ha voluto Gesù“.
Adesso, Rodney Stark ha scritto un libro sulle crociate, God’s Battalions: The Case for the Crusades. Dove “the case for” fa riferimento ai documenti presentati dalla difesa in un processo.
Il libro di Rodney Stark è stato pubblicato in italiano, non a caso, dalla casa editrice teocon Lindau di Ezio Quarantelli.
La Lindau curiosamente gestisce anche la storica editrice New Age-teosofica, L’Età dell’Acquario, specializzata in opere come Sangue magico. Come realizzare la propria femminilità con i segreti del ciclo mestruale.
La Lindau pubblica gli scritti di Gianni Baget Bozzo, della fantasiosa Bat Ye’or, di André Glucksmann (Occidente contro Oriente, un titolo un programma) e i testi dell’estremista di destra francese, Alexandre del Valle, nonché le opere antievoluzioniste di Giulio Meotti.
Ora, il blog Liberali per Israele è un acceso sito a sostegno di Israele.
Il 18 ottobre, Liberali per Israele pubblica un’esaltata recensione del libro di Rodney Stark, firmata da un certo Aaronn.
Il titolo della recensione?
Crociate: i buoni eravamo noi.
Noi vuol dire i liberali, o Israele?
Crociate: i buoni eravamo noi.
Noi vuol dire i liberali, o Israele?
Aveva ragione Eduardo : la madre dei deficienti PERICOLOSI è sempre incinta.
“Noi siamo forti: la cultura democratica nostrana ha divorato, per esempio, la nostra cultura contadina degli anni ’60, con quel «genocidio culturale» di cui parlava Pasolini. Ma si trattava della stessa cultura bianca, la stessa mamma, lo stesso cibo, gli stessi costumi sessuali, con piccole trasformazioni apparenti.”
No, la nostra civiltà contadina, l’Albero degli Zoccoli era PIU’ SIMILE ai Musulmani, ai disprezzati Maruchein che puzzano, che all’Albero delle Zoccole dello stesso Frangistan di oggi. Il vero ENORME divario, la vera soluzione di continuità è tra i NOSTRI antenati e noi.
Alcuni anni fa, in casa di amici, ci vedemmo proprio il capolavoro di Ermanno Olmi.
Un mio amico, da anni residente a Milano per lavoro, stentava a riconoscere la SUA Lombardia, quella dei cosmopoliti e sradicati come lui, la Lombardia delle serate tra amici accompagnate dall’amaro ramazzotti, dalla Lombardia raccontata da Olmi, quella contadina.
Mentre invece, essendo stato qualche mese prima in Tunisia, disse che l’ambiente dell’Albero degli Zoccoli lo ritrovava nelle CAMPAGNE TUNISINE.
E’ verissimo. Io non stravedo per gli immigrati mussulmani e non guardo affatto con favore l’immigrazione in generale, ma quello che dici è sacrosanto.
Il fatto è che ‘sta gentaglia prende l’Europa della Coca Cola, del chewingum e del Rock’n’Roll e pretende di farla passare per il profondo e autentico retaggi, al massimo lievemente modificato (piccole sfumature!), della tradizione europea e cristiana, del Medioevo delle cattedrali, della Classicità di Platone e Aristotele.
Per Mirkhond
Prova a mangiarti un contadino di Treviglio (altro che Milano, non c’entra niente!) e poi mangiati un tunisino.
Vedrai la differenza.
C’è qualcosa, no, un attimo, c’è TUTTO che non mi torna nel discorso della Nirenstein.
Cioè, “noi” saremmo forti perché abbiamo distrutto le nostre radici?
Ma purtroppo altri hanno delle radici così diverse dalle nostre che non riusciamo a distuggerle, quindi (!) noi siamo più forti di loro?
boh!
Per Miguel Martinez
Perchè a Treviglio ci sono ancora contadini? Pensavo che la specie fosse ormai estinta.
ho anche qualche dubbio sul fatto che la cultura contadina degli anni 60 sia la stessa cultura metropolitana di oggi…
Per Mirkhond
A Treviglio – che non solo non è Milano, ma ci tiene molto, molto a non essere Bergamo – ho conosciuto diverse persone, che magari facevano mestieri più moderni, ma si riconoscevano ancora nello spirito dell’Albero degli Zoccoli.
Parlo però di una ventina di anni fa.
Per Miguel Martinez
L’Albero degli Zoccoli fu girato nel 1978 tra i comuni di Palosco e Martinengo, vicino Treviglio da attori che nella presentazione del film sono definiti contadini.
Evidentemente erano gli ultimi esemplari della specie.
Nota di servizio: la domanda dovrebbe essere “come fa Fiamma a sapere che i musulmani trovano cattivo il nostro sapore?”.
Per il resto, il brano da te citato è troppo superficiale per essere criticato … per quanto trovi parziale la lettura opposta di Mirkhond. Credo che anche nel 1732 ci fossero clamorose differenze tra “noi” e “loro”, a meno di non piazzarsi proprio sulla linea di confine, che è esercizio sterile.
Ciao
ho anche qualche dubbio sul fatto che un film sui “vecchi tempi” sia valido come documento storico…
Riguardo all’amico residente a Milano, osservando il film, si riconosceva nel paesaggio pianeggiante e nebbioso, ma l’ambiente umano rappresentatovi, invece, lo ha trovato più simile al mondo contadino della Tunisia.
Sono convinto che il vero gap, la vera rottura sia tra il mondo dei nostri nonni e il nostro, piuttosto che tra i primi e gli odierni poveri del variegato mondo islamico.
Lo stesso Olmi, una quindicina d’anni fa, girò un film sulla Creazione nell’Oasi di Ouarzazate in Marocco, luogo celebre per questi film moderni del filone biblico.
Nell’intervista, apparsa su TV Sorrisi e Canzoni della Pasqua 1996, Olmi dichiarò che in questa zona lui ritrovava quella civiltà contadina che in Occidente è ormai scomparsa. Il film tra l’altro, fu girato nello stesso stile dell’Albero degli Zoccoli, tranne Omero Antoniutti, gli attori erano tutti contadini, pastori e paesani berberi.
Circa un anno fa sono stato in Turchia e ho avuto la fortuna di visitare anche alcuni paesini piccoli.
Sinceramente ho trovato i piccoli paesi turchi più simili al mio paese rispetto a quanto lo possa essere Bologna o Londra (parere pure condiviso da mio padre,che quella Emilia che si stava affrancando dalla civiltà contadina l’ha vista).
Vorrà micca dire che, sebbene emiliano, io sia un maruchein? 🙂
-Gino-
Io ho detto simile non uguale. E’ chiaro che le differenze tra i mondi contadini nostri e dei musulmani hanno delle differenze, ma ve ne erano anche tra quelli delle Due Sicilie, quelli del Piemonte, quelli del Lombardo-Veneto e quello Toscano.
Credo però che visti OGGI, i mondi contadini dell’Occidente di IERI abbiano MAGGIORI SOMIGLIANZE con quelli musulmani ANCORA ATTUALI, piuttosto che, nelle stesse zone, tra noi e chi ci ha preceduto.
Ecco perchè, a mio parere, trovo piuttosto stupida l’affermazione della Nirenstein.
Per Gino
Beh, se hai visitato il territorio turco tra le montagne e il Mar Nero, avrai notato, a parte i minareti, delle somiglianze con i paesi alpini e anche alcuni appenninici come quelli emiliani.
ciao
“Credo che anche nel 1732 ci fossero clamorose differenze tra “noi” e “loro””
Io non ci giurerei affatto. Differenze ce ne saranno state senz’altro, ma clamorose??
Non credo che il pastore dell’Atlante e quello del Giura, il falegname di Firenze e quello di Aleppo, il mercante di Bologna e quello di Aleppo facessero vite troppo diverse.
Magari mi sbaglio.
Un indizio: oggi siamo diversissimi, ci sarà qualche causa alla base o no? Magari allora la si notava meno ma, come la talpa di Marx, stava scavando la storia
E benchè abbia messo la data pensando alla distanza dal presente, il mercante di Bologna aveva i primi giornali e alcuni diritti politici che, a occhio, ad Aleppo non c’erano.
In fondo basterebbe leggere qualcuno del 1732 per verificare.
Un appunto: non mi sembra che siamo diversissimi neanche oggi, sai?
Non so te, ma io conosco kurdi dell’Iraq (di cui uno simpatizzante yazida) e della Turchia, iraniani musulmani e baha’i, libanesi, palestinesi e un ex algerino ora italiano (non conto le conoscenze occasionali, e mi limito al vicino oriente), e in tutta sincerità devo ancora capire dove sia tutta questa differenza.
Se devo giocare a fare il “settentriunale al ciento ppe ciento”, allora direi che tolto l’allarmismo stile Fallaci (“oddio i minaretiiii…”) nessuno li distinguerebbe dai normalissimi terroni.
Se invece mi parli di sistemi politici, allora ok, l’Iran non è democratico e il Libano è un gran casino, grazie, lo sapevamo già.
Fine appunto. Per il resto, che ti devo dire, ho letto i soliti resoconti di viaggiatori europei dell’epoca ecc. e non mi ricordo di niente di eclatante che segnalassero, le solite differenze di abiti o cibi o qualche usanza particolare, stop;
non mi ricordo di nessuno che dicesse “quanto sono antidemocratici questi arabi”, ecco.
Francesco: nel 1732 il mercante di Bologna e quello di Aleppo avevano all’ incirca gli stessi diritti politici, cioè poco più di nessuno. Vero che quello di Bologna poteva forse avere i giornali, quello di Aleppo no (c’ era una specie di gazzetta ufficiale ottomana ad Istanbul ma fu un tentativo breve e di scarso successo). Credo che invece il mercante musulmano di Kazan o di Bialystok i giornali cominciasse a vederli.
Ho messo Aleppo due volte; poco male, si vede che ho la curiosità di visitarla.
Ma si può inserire qualunque altra località “loro”, facciamo Alessandria di Egitto?
PS
Che scemenza di definizione “noi” e “loro”: di Alessandria sono Ungaretti, Kavafis, Demetrio Stratos e George Moustaki (Yussef Mustacchi) e Pallada il Meteoro bis-bis-bis-bis-tris-quadrisavolo di una famiglia di qua 😉
Per Pino Mamet
L’amico che vive a Milano (che poi è lo stesso con l’aspetto da cipriota di cui parlammo un paio di mesi fa), con questo amico dicevo, anni fa, quando viveva ancora a Bari, andavamo qualche volta in un ristorante arabo.
Ci fu una accesa discussione tra il sottoscritto e uno studente “greco” di Tripolizza in Morea, fatta di reciproche accuse tra cattolici e ortodossi, su chi avesse favorito l’ingresso degli Ottomani in Europa nel XIV secolo.
Il proprietario, un algerino, giunto per placare la discussione, disse che lui, a parte la religione, non vedeva grosse differenze tra le due sponde del Mediterraneo.
Tutti ne convenimmo e si ristabilì la tranquillità.
ciao
di rodney stark m’è capitato recentemente di leggere un suo libro sul primo cristianesimo. In stile molto sociologico. Ho preso alcuni dati interessanti e per il resto ho tirato lo sciacquone.p
“Occidente contro Oriente”
Yawn.
Seriamente, penso che un titolo del genere sia nelle librerie europee dal 1840 almeno, sempre con autori diversi.
Comunque, l’altra faccia del fatto che la nostra civiltà contadina del passato somigli a quella degli odierni paesi arabi (e non solo) è la civiltà URBANA di quei paesi somiglia moltissimo a “noi”, qualunque cosa significhi “noi” (io non mi identifico in nessuno di quegli aspetti della “civiltà occidentale” che ho visto più evidenti a Tunisi e al Cairo).
Pino: dimentichi Marinetti! Anche lui d’Alessandria!
Vedete che avevo ragione nel sostenere che gli ebrei sono antropofagi? Qui abbiamo una confessione esplicita. 🙂
A me oggi hanno offerto caffelatte, biscotti e una specie di nutella israeliana: dici che lo avranno fatto per ingrassarmi? 😉
No, però ti consiglio di leggere attentamente gli ingredienti di quella nutella: magari hanno voluto renderti compartecipe delle loro abitudini alimentari.
Ah, dimenticavo: 🙂 Bisogna sempre mettere la faccina: coi tempi che corrono se no qualcuno ci denuncia dicendo che diffondiamo l’idea che gli ebrei mangiano i bambini!
Trovo interessante che la colona Nirestein citi Pasolini per rafforzare la sua affermazione. Il genocidio culturale di cui parla la Nirestein, suppongo a causa della globalizzazione/immigrazione, non e’ affatto lo stesso genocidio culturale di Pasolini che e’ invece causato dalla morte di questo mondo arcaico e contadino, ancora parzialmente presente nei paesi africani e orientali.
E’ il mondo che la Nirestein esalta come valore occidentale che Pasolini accusa, non il contrario.
Si veda ad esempio il video dove PPP illustra, con struggente nostalgia, il contorno delle mura di San’a accostando questo tipo di visuale con la cittadina di Orte.
( http://www.youtube.com/watch?v=KqMumN4NI-c )
Si potrebbe fare un video simile paragonando un villaggio palestinese affiancato da una sterile colonia di palazzine israeliane.
Ci sarebbe molto da scrivere su questo e mi limito a questo, e’ tuttavia ridicolo che la Nirestein si appropri delle parole di Pasolini per descrivere qualcosa di totalmente opposto senza che qualcuno le rida in faccia.
correzione: Nirenstein (non Nirestein)
L’intero documentario di Pasolini comincia qui
http://www.youtube.com/watch?v=u3gLWDbnvg4&feature=related
Per Falecius
“nel 1732 il mercante di Bologna e quello di Aleppo avevano all’ incirca gli stessi diritti politici, cioè poco più di nessuno. ”
Quello che in molti in Occidente fingono di non vedere è che le rivoluzioni che hanno portato agli attuali (e oggi sempre più a rischio) diritti politici, sono avvenute CONTRO il Cristianesimo, soprattutto contro il Cattolicesimo.
Per Falecius
“nel 1732 il mercante di Bologna e quello di Aleppo avevano all’ incirca gli stessi diritti politici, cioè poco più di nessuno.”
Quello che in molti in Occidente fingono di non vedere è che le rivoluzioni che hanno portato agli attuali (e oggi sempre più a rischio) diritti politici, sono avvenute CONTRO il Cristianesimo, soprattutto contro il Cattolicesimo.
ciao
Come dici tu, gli “attuali” diritti politici, che non sono però gli unici mai esistiti in Occidente. E che di là dal mare non esistono se non su carte copiate dalle nostre oggi, e allora erano inesistenti per la definizione della società (corigetemi se sbalio).
Che io sappia, la Magna Charta non è una pura leggenda e la differenza tra i diritti spettanti ai sudditi di re cristiani (almeno a quelli anche loro cristiani) e ai sudditi dei sovrani islamici era abissale.
Ribadisco, nè “noi” nè “loro” siamo stati trovati sotto un cavolo questa mattina.
Ciao
“la differenza tra i diritti spettanti ai sudditi di re cristiani (almeno a quelli anche loro cristiani) e ai sudditi dei sovrani islamici era abissale”
Abissale… aridaje!
Non sono un giurisprudente, e poi il periodo (da quando? da Carlo Magno a Napoleone?) e i luoghi in esame (anche solo per “noi”, di chi stiamo parlando, dello Stato della Chiesa nel Trecento o della Spagna dei Borbone o della Prussia delal guerra dei Trent’anni?) mi sembrano davvero troppo vaghi per fare dei paragoni.
In ogni caso, se stai dicendo che nei paesi “loro” il potente poteva prendere uno a caso e gettarlo in carcere perché gli andava, no, mi sa proprio che ti sbagli.
Copincollo da Wikipedia:
“The Ottoman legal system accepted the religious law over its subjects. The Ottoman Empire was always organized around a system of local jurisprudence. Legal administration in the Ottoman Empire was part of a larger scheme of balancing central and local authority.[96] Ottoman power revolved crucially around the administration of the rights to land, which gave a space for the local authority develop the needs of the local millet.[96] The jurisdictional complexity of the Ottoman Empire was aimed to permit the integration of culturally and religiously different groups.[96] The Ottoman system had three court systems: one for Muslims, one for non-Muslims, involving appointed Jews and Christians ruling over their respective religious communities, and the “trade court”. The entire system was regulated from above by means of the administrative Kanun, i.e. laws, a system based upon the Turkic Yasa and Töre which were developed in the pre-Islamic era. The kanun law system, on the other hand, was the secular law of the sultan, and dealt with issues not clearly addressed by the sharia system.
These court categories were not, however, wholly exclusive: for instance, the Islamic courts—which were the Empire’s primary courts—could also be used to settle a trade conflict or disputes between litigants of differing religions, and Jews and Christians often went to them to obtain a more forceful ruling on an issue. The Ottoman state tended not to interfere with non-Muslim religious law systems, despite legally having a voice to do so through local governors. The Islamic Sharia law system had been developed from a combination of the Qur’ān; the Hadīth, or words of the prophet Muhammad; ijmā’, or consensus of the members of the Muslim community; qiyas, a system of analogical reasoning from earlier precedents; and local customs. Both systems were taught at the Empire’s law schools, which were in Constantinople and Bursa.
Tanzimat reforms drastically affected the law system. In 1877, the civil law (except family law) was codified in the Mecelle code. Later codifications covered commercial law, penal law and civil procedure.”
Adesso è ufficiale, dunque? I musulmani puzzano? Mi ricordo, quando Jean Marie LePen aveva detto qualcosa di simile più di venti anni fa, che ci fu una valanga di proteste contro di lui, di sdegno. Ora, quando lo dice Fiamma Frankenstein, magari in termini più convoluti (“odori e sapori di corpi” ecc), tutti zitti, nessuno osa protestare, forse perchè rischierebbe di passare per anti-… O tempora, o mores!
Per Athanasius
Agli Ebrei oggi tutto è concesso….tranne criticare le politiche pro-israeliane!
ciao
“Che io sappia, la Magna Charta non è una pura leggenda e la differenza tra i diritti spettanti ai sudditi di re cristiani (almeno a quelli anche loro cristiani) e ai sudditi dei sovrani islamici era abissale”
I sudditi tutelati dalla Magna Charta erano gli stessi che si erano rivoltati contro re Giovanni, e cioè i nobili e il clero. Non mi sembra che da allora in poi le cose migliorassero per i poveri, anzi, dopo la rottura col Papato di Enrico VIII (1534), e poi con Oliver Cromwell nel XVII secolo, peggiorarono di molto, con la recinzione dei campi comuni e con l’introduzione di un regime capitalistico.
Per non parlare poi del trattamento dei sudditi coloniali a partire dai vicini Irlandesi, e ciò fino agli inizi del XX secolo!
Bel Cristianesimo, quello britannico!
Per Francesco e Pino Mamet
Di solito, almeno fino ad una cinquantina d’anni fa, una delle fonti del discrimine tra Occidente e Mondo Islamico era l’accusa di diffusa omosessualità e di pederastia da parte dei Franchi nei confronti dei Musulmani, soprattutto verso i Magrebini e i Turco-Iranici.
Oggi invece si assiste all’ accusa contraria, anche se ogni tanto qualcuno la tira ancora fuori, vedi il solito Vittorio Messori o film come Ararat e Il Cacciatore di Aquiloni.
E nel cosiddetto Medio Evo i musulmani pensavano che i franchi puzzavano. Presumibilmente gli usi igienici degli ultimi non erano così sviluppati.
I cristiani, riconquistando la Spagna, chiudevano i bagni.
Ancora oggi probabilmente un inglese medio è più sozzo di un arabo medio.
Il motivo per cui in Occidente (lasciamo perdere l’Italia, che è un’isola felice: siamo fra i pochissimi ad utilizzare il bidet ecc.) ci si lava un po’ di più solo perché, essendoci più benessere economico, tutti hanno l’acqua corrente. Da avercela a usarla poi il passaggio non è così scontato.
Per Peucezio
Togli pure il ‘probabilmente’.
Ciao!
Andrea DiVita
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Sugli usi igienici, credo che i Musulmani debbano davvero considerarsi gli eredi della classicità greco-romana, piuttosto che i Franchi.
ma tu guarda i casi della vita. Ho mandato un commento a liberali per Israele in cui si ricordava la strage degli ebrei di Gerusalemme fatta dai buoni che eravamo noi (e pure i pogrom di ebrei che impazzavano in Germania all’inizio delle crociate), e gli ho fatto la semplice domanda se “noi buoni” siamo i filosionisti o i nipoti dei feroci antisemiti crociati.
Il commento non è passato, chissà perchè