Frustare l’acqua non ferma il fiume

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(foto di Repubblica)

Ieri, si è manifestato.

Al Cairo, dove la polizia ha fatto cinquanta arresti tra chi protestava contro il massacro di Gaza.

A Bolzano, dove Mario Borghezio manifestava per impedire ai musulmani della città di aprirsi un luogo di preghiera.

ad Assisi, dove ieri c’erano vescovi e politici e bertinotti di ogni specie, a dire che a loro dispiaceva sia per le madri palestinesi i cui figli vengono bombardati, sia per le madri israeliani i cui figli rientrano così tarda la sera dopo aver bombardato.[1]

A Roma, invece, c’era chi  manifestava solidarietà in maniera chiara e aperta alla resistenza palestinese.

Il corteo per Gaza doveva partire da Piazza Vittorio Emanuele a Roma, alle 15.30.[2]

Piazza Vittorio?

Quando mai si è sentito di un corteo che non partisse da Piazza Esedra? No, questa volta non l’hanno permesso. La Grande Vite si è evidentemente stretta di un altro giro ancora.

Arriviamo in anticipo a Piazza Vittorio. La piazza è vuota, a parte gruppetti del Partito Comunista dei Lavoratori, del Partito di Alternativa Comunista e dei CARC, che girano in tondo cercando di vendersi a vicenda le stesse tenebrose e illeggibili rivistine. [3]

Un po’ sconsolati, ci allontaniamo per mangiare un panino. Mi arriva una telefonata alle tre – il corteo è già partito.

Torniamo indietro di corsa.

C’è una quantità immensa di gente, radunatasi in pochi minuti. Il corteo passa per Santa Maria Maggiore, via Cavour, il Colosseo e la FAO. Non ho idea quante persone ci fossero e trovo spregevole l’uso della Numerologia Politica.

Ma è un fatto che quando la testa del corteo finisce di passare davanti al Colosseo, la coda è ancora dalle parti di Piazza Vittorio.

E’ una delle più grandi manifestazioni cui io abbia partecipato.

E poi non si erano mai visti tanti migranti. Già abbiamo detto quanto coraggio ci vuole perché un cittadino di un paese arabo faccia ciò che qualunque italiano può fare senza pensarci.

Una distesa di bandiere palestinesi, poche quelle politiche italiane.

Cerco i gruppi dei migranti, con tutti gli stranissimi stadi di commistione tra mondi.

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(foto mia)

Sono dispersi in alcune isole di vitalità, con in mezzo le placide distese dei manifestanti italiani.

Da un piccolo camion, proviene la voce di una ragazza, che tiene un comizio in perfetto italiano; poi parte un canto registrato, con musica e un ritmo vivace, che inizia con il grido di Allahu akbar!, ripreso dalla folla di giovani.

Le facce sono quelle che vedi tutti i giorni, dei lavoratori che tengono in piedi questo paese.

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Tutti i gradi del vestire… (foto mia)

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Un po’ di Gaza a Roma (foto mia)

Poi c’è il gruppo dell’UCOII, sempre attentissimo al dialogo, slogan solo in italiano. Anche qui, a guidare è una ragazza, con un megafono in mano.

Per ultimo, in fondo al corteo, un piccolo gruppo molto barbuto, guidato da una donna che cantilena frasi durissime in lingua araba. E a fare da sfondo alle sue antichissime invocazioni, che parlano di sacrificio, di lotta, di vergogna, di dignità, di maledizione e di benedizione, il caso vuole che da un furgone vicino provenga il canto dell’Internazionale.

Certo è un caso, eppure è curioso come tutti i gruppi di musulmani alla manifestazione siano guidati – almeno nei comizi – da donne.

Uno striscione dice:

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(foto mia)


"Frustare l’acqua non ferma il fiume
Gaza resiste Palestina vincerà"

E in questo sta tutta l’impotenza del nemico meglio armato della storia umana.

Segnalo una piccola manipolazione mediatica, che siamo sicuri farà il giro del mondo.

Ieri, tra migliaia di cartelli, ce n’era uno stampato su un foglio A3 da un sito Internet, in cui la stella di Davide appariva sovrapposta a una svastica.

Dicono che è una cosa che non si deve fare, anche se non ho idea perché. No, io non lo farei perché è banale e retorico, però il diritto di essere banali e retorici credo che esista.

Sul sito di Repubblica si legge oggi il titolo, "Roma svastiche al corteo". Cioè, uno dice, i palestinesi vanno in giro con le svastiche, come nel Grande Complotto Antisemita del Mufti di Schweinfurt.

Poi segui il link e arrivi alle foto:

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In quella a sinistra, potete vedere le vere dimensioni del cartello; a destra, come il fotografo lo riprende per ingigantirlo.

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(foto di Repubblica)

Ogni volta che i musulmani pregano, lo fanno apposta per provocare. Questa volta si divertono a offendere i sacri valori dei gladiatori d’Occidente.

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(foto mia)

Note:

[1] Tra i presenti al corteo

"Massimo D’Alema, il presidente delle Acli, Andrea Olivero, Fausto Bertinotti, la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, Paolo Ferrero, Livia Turco e Marina Sereni e il presidente dell’Anci Umbria, Paolo Raffaelli. C’è anche un rappresentante dell’associazione Italia-Israele." (dall’ANSA).

[2] Colgo l’occasione per consigliare la lettura del libro di Lakhous Amara, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio (edizioni E/O). Che racconta con meraviglioso senso dell’umorismo quello che succede dentro un condominio multietnico proprio a Piazza Vittorio a Roma. Amara, sociologo algerino vissuto in Italia, ha capito tutto di questo paese. Per me, un genio.

[3] Per quel favoloso principio che permette ai trotzkisti di riprodursi per scissione, pur restando immutati nel tempo e nello spazio, il PCL adesso si chiama Partito Comunista dei Lavoratori per la ricostruzione della Quarta Internazionale, mentre il PDAC si proclama la sezione italiana della Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale (Lit-Ci).

I CARC – Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo, invece appartengono alla corrente di coloro che picconarono Trotzky. Nascono da una scissione di quell’altra, immarcescibile setta che il Partito Marxista Leninista Italiano: il PMLI (quello che sui propri opuscoli fa sparire i nomi dei Traditori a colpi di bianchetto per risparmiare sulle spese di ristampa) definisce quelli del Carc "terroristi trotzkisti".

I CARC – che come potete immaginare sono poche decine di persone – hanno coronato il sogno di ogni setta marxista, proclamando il Partito.

La sigla del partito è una meraviglia teologica: (n) PCI. Che vuol dire nuovo partito comunista italiano, solo che è lo stesso di sempre, il Partito Eterno, e quindi il "nuovo" viene scritto con la "enne" minuscola e tra parentesi. La cosa fantastica è che questo Partito è, o almeno è stato, a lungo pubblicamente clandestino.

Nel senso che pur non facendo male a nessuno e non compiendo alcuna azione violenta (risse con il PMLI a parte), il CARC scriveva pubblicamente che il partito era clandestino. Qualche magistrato privo di senso dell’umorismo quanto quelli dei CARC ha pensato che clandestino volesse dire terrorista, e i CARC sono stati sottoposti a dure indagini.

I CARC hanno ovviamente già subito una scissione, quella di Linearossa. E Linearossa ha già pubblicato un testo, che si chiama – indovinate un po’ – "Ricostruire il Partito Comunista: necessità concreta e urgente".

Poi Berlusconi dice che bisogna avere paura dei comunisti.

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13 risposte a Frustare l’acqua non ferma il fiume

  1. utente anonimo scrive:

    Repubblica ha pubblicato on-line delle foto sugli scontri a Gaza che – a mio parere – sembrerebbero palesemente taroccate. Provate a dare un’occhiata anche voi.

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/elicotteri-apache/1.html

    phoscippo

  2. kelebek scrive:

    Per Phoscippo

    Certamente il titolo è truccato: “battaglia nei cieli”.

    Se le foto non sono truccate, si tratta comunque di un lancio di missili da una parte sola.

    Miguel Martinez

  3. georgiamada scrive:

    http://georg

    [..] Palestina 150.000 a Roma foto prese da repubblica (l’ulltima da indymedia) per favore mi dite se le foto si vedono? Guardate Radiondadurto (soprattutto QUI dove c’è un collegamento, in diretta con la manifestazione, con Vittorio Arrigoni [..]

  4. utente anonimo scrive:

    1 – dei CARC in questi giorni ha parlato anche Storace:

    http://www.storace.it/2009/01/17/inquietanti-convergenze/

    2 – sul sito del Corriere compare un articolo di Stella, il nuovo profeta dell’efficientismo, sull’anti-semitismo e la Sinistra.

    entrambi mi sono sembrati ottimi esempi di come far discutere sulle illazioni.

    3- da come la ricordo: il PCL e il PdAC tentarono di mettersi d’accordo . Non trovarono l’accordo su due punti:

    a) la forma di partito

    b) le posizioni sul mediooriente

    da quanto il PdAC si è gemellato stabilmente con i trotskisti brasiliani , ha perso l’antipatia anti integralisti islamici e fa i tripli salti mortali per giustificarne l’appoggio in chiave anti-imperialista.

    sul sito del PdAC trovi una difesa della posizione anti-israeliana dal punto di vista comunista. Ottima perchè libera da pregiudizi anti-semiti (anche se naturalmente opinabilissima )

    saluti

    nessuno

  5. controlL scrive:

    Non vale miguel, con la scusa della palestina, infierire sui comunisti. Dì la verità, chi ti paga? Non lo sai che scopo ultimo e unico di tutti noi comunisti è arrivare, col pretesto dell’unità di tutte le forze, al risultato mirabilmente dantesco di fare parte per se stesso? Per cui è ben logico che il primo passo di sciossionisti di partitini in partiti più piccoli sia l’appello a [ri]costruire il partito. Altrimenti come potrebbero scindersi in parti ancor più piccole? Ammira la logica perfetta, quella stessa che foucault vedeva meravigliosamente funzionante nei discorsi folli, invece di far della facile, e pure biecamente reazionaria, ironia.p

  6. vogliopartire scrive:

    DAL BLOG DI MIGUEL MARTINEZ

    [..] domenica, 18 gennaio 2009 Frustare l’acqua non ferma il fiume Ieri, si è manifestato. Al Cairo, dove la polizia ha fatto cinquanta arresti tra chi protestava contro il massacro di Gaza. A Bolzano, dove Mario Borghezio manifestava per i [..]

  7. dalovi scrive:

    …da appasisonato dell’organizzazioni comuniste non posso che apprezzare l’ampia spiegazione sui CARC

  8. utente anonimo scrive:

    >Sul sito di Repubblica si legge oggi il titolo, “Roma svastiche al corteo”.

    E’ sempre stato così, per tutte le volte che ho manifestato a Roma. Ma ci sono dei segnali incoraggianti questa volta: la prima notizia sulla manifestazione riportata da Repubblica parlava di 1500 persone e di 15000 per la questura (l’unica volta che ho visto un giornale superare la questura nella corsa all’abbassamento dei numeri)… poi qualcuno sano di mente si è reso conto che tra centomila persone ci saranno stati almeno un paio di migliaia di potenziali lettori di Repubblica, si è fatto due calcoli e ha capito che spararla così grossa questa volta sarebbe stato davvero antieconomico. E così pochi minuti dopo quel 1500 è sparito e sono rimasti i 15000 della questura (e i 150000 per gli organizzatori)… di tutta questa tarantella ne è rimasta una traccia se leggete i commenti all’articolo.

    E’ incoraggiante perchè i tanti che erano lì – e che non l’hanno mai fatto prima – hanno toccato con mano, grazie al silenzio e alla mistificazione di tutti i media, la reale portata della censura e dell’asservimento. Una cosa è leggerlo e una cosa è viverlo, lo sai.

    Saluti,

    diego

    PS: il discorso finale di Cararo mi è piaciuto molto.

  9. utente anonimo scrive:

    Tra l’altro, e questa è la cosa più assurda, quell’immagine è una vignetta di un disegnatore palestinese molto famoso non solo nel mondo arabo, ma apprezzato anche da noi tanto che Limes stesso, testata dello stesso gruppo editoriale di Repubblica, ne pubblica (e addirittura traduce) i disegni.

    Ma per fortuna che da quelle parti la mano destra non sa cosa fa la sinistra.

    diego

  10. kelebek scrive:

    Per nessuno n. 4

    Grazie del link.

    Uno, perché tu hai commentato un post in cui parlavo dei valori dei gladiatori; mentre nel link che segnali, ci sono proprio persone che si fanno chiamare “GIOVANI GLADIATORI” 🙂

    Due, perché la traduzione dal carchese di tutta la faccenda è chiarissima:

    1) Un compagno (non dei Carc) ha messo la molotov

    2) I Carc e simili hanno l’automatismo per cui ogni volta che succede qualunque cosa è una Provocazione dei Fascisti in Combutta con i Servizi.

    3) Il povero compagno molotovaro – certamente non dei Carc – va dai Carc e si lamenta vivacemente per essere considerato un provocatore fascista in combutta con i servizi

    4) I Carc si vergognano di fronte al compagno (non di fronte alla propria imbecillità) e ritirano tutto il Complotto.

    5) Ma non possono dire che l’hanno ritirato perché hanno parlato con il molotovaro, e quindi combinano un incomprensibile macello.

    Miguel Martinez

  11. kelebek scrive:

    Per Dalovi n. 7

    Credo che “p” al n. 5 abbia detto molto di più di ciò che ho detto io.

    Tra l’altro, alla manifestazione c’era anche un simpatico gruppetto di bordighisti di fresca scissione dall’OCI.

    Con una pubblicazione fotocopiata, scritta fitta fitta, piena di riflessioni davvero profonde e colte (altro che le cose da Carc).

    E che vogliono Rifondare il Partito Comunista. Quello Vero ed Eterno.

    Miguel Martinez

  12. zialaura scrive:

    La politica sostiene Israele …

    [..] …. mentre nelle piazze si manifesta contro i massacri di Gaza Quarta parte Ma l’Egitto impegnato a reprimere gli abitanti di Gaza e a massacrare somali, potrebbe far piacere al vecchio amico di Giancarlo Elia Valori, Muammar Gheddafi; e favorire la [..]

  13. utente anonimo scrive:

    Martinez, a infamare e insultare con congetture sono buoni tutti, perchè invece non provi a controbattare politicamente alle posizioni pèolitiche dei carc? Se nei capace fallo, se non lo sei Taci.

    Viva il comunismo

    saluti

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