Walter Veltroni a Manhattan, commentato

Finora, su questo blog sono stati pubblicati 45.146 commenti. Che a me sembrano un’enormità.

Lì in mezzo si trovano alcuni gioielli poco visibili. Ad esempio, nella discussione sull‘acquisto di una casa a Manhattan da parte di Walter Veltroni,  ce ne sono stati due particolarmente interessanti.

Nel primo, PinoMamet racconta come è andata alla cena in cui Walter Veltroni ha raccomandato la figlia Martina a Giovanni Veronesi che si stava apprestando a fare "Manuale D’Amore 2".

Poi c’è una riflessione di Val, che mi sembra molto saggia.

Ho tolto i commenti dal loro contesto, per cui ho operato qualche taglio (ho tolto mezzo testo di PinoMamet e ho modificato una frase di Val per renderla comprensibile anche fuori dalla discussione), quindi invito a leggere i commenti per intero in fondo al post su Veltroni a Manhattan.


Scrive PinoMamet:

cena a casa Uòlter.
(io già lo sapevo che era una cena, poi leggo sul bolg linkato che in un intervista su Vanity Fair la figlia di Uòlter ha detto che la cosa è nata in una cena)

UOLTER, VERONESI, FIGLIA di Uolter.

Veronesi: "… sì, ma è un testa di cazzo, non capisce niente.."
Uòlter  (ride): "è un sola.."
Veronesi:"ma sì, ma ne trovo mille come lui, lui ancora non lo sa…"
Uòlter: "ma io sono convinto che poi il sistema possiamo cambiarlo… cioè negli Sessanta, Settanta, venivano loro da noi.."
Veronesi: (guarda la figlia di U.) "Ma Martina che vuol fare?"
Uòlter: "Eh, che vuol fare… "
Figlia di Uòlter (Martina): "Sono indecisa tra queste due scuole, una di Manhattan e l’altra non mi ricordo… cioè, magari tu le conosci, se mi aiuti a scegliere.."
Veronesi. "De cinema?"
Martina: "Eh sì"
Veronesi: "Ma che cazzo ne so, dimme come se chiamano e vediamo.."
Uòlter: "Ma non ti disturbare"
Veronesi: "No, che disturbo… ma poi quali scuole, vieni con me e mi fai un secondo aiuto o un’assistente, tra du’ mesi parto…"
Martina: "Eh magari…"
Uòlter .: "Martina, e dai… stà a scherzà"
Veronesi: "No che scherzà, dico davero, sto in preproduzione, lei viene, mi fà l’assistente.."
Uòlter: "ma mica la paghi.."
Veronesi.: "eh, quello vediamo"
Uòlter (finge scherzosamente di picchiarlo su una spalla): "Se la paghi te meno!"
Veronesi: "La metto sotto, je faccio un bucio di culo così" (ridono) "e così si impara il mestiere, io pure, ho abitato du’ anni in un residence.."
[tralascio la scena dei saluti: pacche sulle spalle, ridono, "li mortacci tua". Poi alla fine la paga.]



Scrive Val:

Trovo però che l’acquisto a Manhattan sia carico di un significato che va al di là delle intenzioni personali.
Io ci vedo una mossa di marketing politico che è al tempo stesso un sintomo del mutamento antropologico che ha travolto quello che una volta era il PCI.

Non so se la mossa sia consapevole o sia solo un segno dei tempi: di certo Berlinguer non lo avrebbe fatto, e non solo perché il muro non era ancora crollato. Non mi risulta nemmeno che avesse casa a Parigi, e se anche fosse stato, ho la certezza morale che non ne avrebbe fatto pubblicità.
Ricordo che Blair, per dare una nuova immagine (ah, l’immagine) al Labour, spostò il congresso del partito dalle tradizionale sedi di Brighton o Blackpool, tipici luoghi di villeggiatura del proletariato inglese, in luoghi più glamour e meno legati alla lower class.
Ecco, sbaglierò ma mi sembra che una casa a Manhattan sia un atto simbolico della stessa specie, l’ennesimo segnale che sancisce l’abbandono definitivo, da parte della classe dirigente di sinistra, della battaglia in difesa degli ultimi.

Non saprei nemmeno dire cosa significhi, simbolicamente, per un ex comunista, prendere una stanza in casa dei padroni del mondo. Mi limito a constatare come tutto, compreso il lavoro sui generis della figlia, sia più o meno volontariamente segno di un posizionamento politico ben preciso: il "prodotto" Walter Veltroni non rappresenta, né vuole rappresentare, un’alternativa radicale al sistema dominante (mi si perdoni quest’ultima locuzione, non ne trovo di meglio).

Non so se tutto ciò faccia schifo. Credo però che la questione morale cui in qualche modo fa riferimento Pino esista realmente, anche se io la vedo figlia di una più ampia questione politica. Abbiamo tanto demonizzato l’ideologia, ma per un partito senza ideologia il potere è fine a se stesso. Non stupisce che la sinistra odierna abbia una disinvoltura nei confronti del potere (compreso quello che apre le strade del cinema alla figlia) sconosciuta trenta o quaranta anni fa.

Ho avuto la ventura di ascoltare dal vivo qualche dirigente dell’attuale PD (oltre che plurime volte nei famigerati talk show televisivi): la mia netta sensazione è quasi sempre stata di una recita a soggetto, di falsità.
Non direi di falsità nel senso di menzogna, ma di gente che non crede fino in fondo a quello che dice. In un contesto in cui la sinistra si posiziona sul mercato politico comprando case a Manhattan, come posso immaginare che rinunci a dare una spintarella alla figlia del potente, como posso credere che abbia a cuore le sorti di chi cerca un lavoro per mantenere i figli, como posso pretendere un’austerità di comportamento che sia d’esempio per tutti i Salvatore d’Italia?

Val

Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

32 risposte a Walter Veltroni a Manhattan, commentato

  1. utente anonimo scrive:

    “Non stupisce che la sinistra odierna abbia una disinvoltura nei confronti del potere (compreso quello che apre le strade del cinema alla figlia) sconosciuta trenta o quaranta anni fa”

    io vorrei solo umilmente fare notare che berlinguer (quello che non avrebbe fatto pubblicità alla casa a parigi) è il compianto papà di bianca maria (redattrice in pianta stabile di rai tre) e di marco (giornalista di liberazione e membro della direzione nazionale di PRC).

    tutte carriere nate esclusivamente dalle brillanti qualità dei figli? puo’ darsi, ma non mi sentirei di scagliare pietre su veltroni per la storia della figlia…

    roberto

  2. PinoMamet scrive:

    Troppo buono con me, Miguel!

    Comunque scrivilo che è una ricostruzione mia: non vorrei che qualcuno pensasse che a quella cena c’ero pure io;

    è solo che ho una mezza idea di come funzionino queste cose.

    Ciao!!

  3. utente anonimo scrive:

    “tutte carriere nate esclusivamente dalle brillanti qualità dei figli? puo’ darsi, ma non mi sentirei di scagliare pietre su veltroni per la storia della figlia”

    In effetti hai ragione. Ma ciò mi porterebbe, scusa il moralismo, a scagliare pietre anche a Berlinguer piuttosto che ad assolvere Veltroni…

    Detto questo, non voglio a tutti costi salvare la mia tesi, ma, visto che parliamo di passaggi simbolici, non posso non notare che la carriera dei figli di Berlinguer è cominiciata dopo la morte del padre, nella fase cioé in cui il PCI è entrato definitivamente in crisi prendendo una strada che lo avrebbe omologato per molti aspetti al PSI di Craxi, e, più in generale, a qualsiasi altro partito “filoccidentale”. Dico questo non per salvaguardare il mito di un Berlinguer integerrimo, ma perché proprio l’esempio dei figli mi sembra anch’esso un segno dei tempi.

    Poi, se vogliamo dire che il potere corrompe sempre, penso che siamo tutti d’accordo, ma si tratta di una constatazione dall’utilità piuttosto limitata.

    Val

  4. ulivovelletri scrive:

    http://ulivo

    [..] Walter Veltroni a Manhattan, commentato Finora, su questo blog sono stati pubblicati 45.146 commenti. Che a me sembrano un’enormità. Lì in mezzo si trovano alcuni gioielli poco visibili. Ad esempio, nella discussione sull’acquisto di u [..]

  5. utente anonimo scrive:

    Magari è sfuggito sotto, lo ripeto qui…

    Caro Miguel,

    non avendo partecipato alla gara posso avere il premio di consolazione?

    Potresti amplificare questa notizia

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=11893

    ché Mauro un po’ di memoria nostra se la meriterebbe (forse)?

    Grazie

    silviu’

  6. utente anonimo scrive:

    ciao silviù,

    non riesco ad aprire il link che hai messo, però mi sono letta in libertà un articolo molto bello in prima pagina di quel sito.

    L’altra sera volevo pure leggere qualcosa su ordine nuovo, rispetto al quale avevo solo imparato, alle medie, ad abbassare l’indice e a fare una faccia schifata.

    Credo che non cambierei idea ma ogni tanto anche alle capre vien voglia di sapere qualcosa di più.

    Ciò che rileva, per me, è stato pensare che il mio pc potesse avere coscienza propria e, dunque, farsi delle strane idee, poste le mie letture.

    Non una bella sensazione, in definitiva: capra sì ma almeno allo stato brado…

    Sarebbe già come aver preso il gommone per un’altra vita.

    Quanto al resto, gli interventi di Pino e di Val sono come sempre ineccepibili, scritti benissimo,ecc… ma nascono in “serra”: la vita e le cene di tutti i giorni hanno spesso mille variabili da considerare.

    Così le parole: se io mangio una pizza con Roberto o con Miguel e dico che per me il mondo è arrivato al capolinea… non è mica detto che stia pensanto all’atomica (:-)), forse sto solo riflettendo su tutte le trappole che ci siamo messi sul sentiero.

    Spesso non è facile nemmeno essere la figlia di… chè c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da dire, qualunque cosa una faccia.

    ciao a tutti, io continuo a leggere, di sicuro qualcosa imparo e per me va bene così.

    F.

  7. utente anonimo scrive:

    Una breve osservazione:

    la sinistra radicale, che oggi critica il PD e Veltroni esaltando Berlinguer e il PCI, ieri diceva di Berlinguer e del PCI esattamente le stesse cose che oggi dice di Veltroni e del PD.

    Borghese, venduto, riformista, non più latore di una visione rivoluzionaria del mondo, e così via. I termini assortiti possono variare, il senso resta quello.

    Veniamo al resto. Val, tu scrivi: “Non stupisce che la sinistra odierna abbia una disinvoltura nei confronti del potere (compreso quello che apre le strade del cinema alla figlia) sconosciuta trenta o quaranta anni fa”

    Mi chiedo: di che sinistra parli? Del PCI o del centrosinistra? Il centrosinistra era piuttosto disinvolto anche allora, mi pare. Il PCI invece non poteva essere disinvolto nei confronti del potere, e per un ottimo motivo: era stabilmente all’opposizione, e da lì non poteva né doveva muoversi, per ragioni che tutti conosciamo. A dire il vero Berlinguer per un breve periodo se n’era scordato, e sappiamo bene cos’è successo (e questo, per inciso, è il motivo per cui a Berlinguer ho sempre preferito Togliatti).

    “Ho avuto la ventura di ascoltare dal vivo qualche dirigente dell’attuale PD (oltre che plurime volte nei famigerati talk show televisivi): la mia netta sensazione è quasi sempre stata di una recita a soggetto, di falsità.”

    Capisco quel che vuoi dire. Epperò, che impressione ti danno – prendo alcuni nomi a caso – Fini, Bertinotti, Casini, Maroni, Pecoraro Scanio? ti danno l’impressione di essere più sinceri, meno falsi? di credere di più a quel che dicono rispetto a Veltroni, Bersani, Visco, D’Alema e Prodi? A me francamente no.

    “como posso pretendere un’austerità di comportamento che sia d’esempio per tutti i Salvatore d’Italia?”

    Qui proprio non capisco. Perché da un politico dovremmo pretendere “austerità”? Perdonami, ma un politico non è mica un frate penitente o una suora di clausura. Io da un politico mi aspetto che governi bene il mio Paese e spenda bene il mio denaro: se il suo denaro lo spende in scarpe, in barche, in feste o se lo gioca alle WSOP non mi riguarda. Così come non mi riguarda con chi va o non va a letto, come tratta sua moglie o come educa i suoi figli. Se c’è un difetto che in Italia non abbiamo, grazie a Dio, è proprio quella visione integralista della figura del politico così diffusa in alcuni Paesi come gli Stati Uniti.

    Z.

  8. utente anonimo scrive:

    Sì, ok, sono recidivo… ma via, era un anno e mezzo che non sbiellavo più il blocco dei commenti. Il precedente è sufficientemente remoto e mi sento in diritto di chiedere la sospensione condizionale della pena 🙂

    Z.

  9. utente anonimo scrive:

    per Silviù: alla fine ce l’ho fatta e sono riuscita a leggere.

    Non si parla quasi mai di quelle cose di sicuro per via della lupara e un pò perchè è più suggestivo parlare di mele (scarpe, barche, feste, sigari).

    ciao

    F.

  10. utente anonimo scrive:

    ci ho ripensato: toglierei “barche” (che non c’entrano con quel che voglio dire) tra parentesi per metterci “kurva”: pare che alcune vengano addestrate proprio per distrarre (non solo il cliente), e non mi riferisco certo le povere criste che battono le strade di questo triste mondo.

    F

  11. utente anonimo scrive:

    alle povere criste.

  12. utente anonimo scrive:

    @ Z.

    Chissà, forse l’ho fatta troppo semplice. Del resto volevo solo segnalare una mia sensazione, non stabilire una legge.

    Io non do del venduto a Veltroni, mi limito a constatare certi comportamenti, che tendo a considerare in un certo senso come ineluttabili. Personaggi come Diliberto o Bertinotti mi sembrano già da tempo, anch’essi, consegnati alla cultura del talk show e della vacuità, e qui sta la differenza con il PCI di allora. Il PCI era un movimento di popolo, una chiesa laica (con tutti i pregi e i difetti di essere una chiesa) in cui si riconoscevano milioni di persone, e le critiche da sinistra erano quasi esclusivamente extaparlamentari. Oggi il disincanto è generalizzato all’interno della stessa sinistra “di governo”, basta farsi un giro alla ex Festa dell’Unità per capirlo.

    Proprio il fatto che la “falsità” di un D’Alema sia indistinguibile da quella di un Fini mi fa pensare che ai tempi di Berlinguer (e di Togliatti, come no) una differenza ci fosse.

    Non è questione di bontà del singolo, Togliatti aveva un pelo sullo stomaco da far paura, ma perseguiva il nientemeno che il comunismo, non il potere personale.

    Possiamo dire lo stesso degli attuali dirigenti del PD?

    A tal proposito, penso proprio che una piccola dose di integralismo puritano non farebbe male a una politica i mano a demagoghi ignoranti e irresponsabili, ladri dichiarati, cocainomani proibizionisti, atei devoti, fedifraghi baciapile, puttanieri di ogni risma, ex mignotte in look da suora, cialtroni da talk show.

    Ci vuole un bel po’ di fantasia per pensare che tale marmaglia possa spendere bene il tuo denaro.

    A scanso di equivoci: sono moralista, sì, ma non qualunquista. E realista: so bene che l’austerità è inconcepibile in politica perché è inconcepibile in questa società, votata alla produzione e al consumo senza fine.

    La verità, detta in soldoni, è che il capitalismo/consumismo ha vinto su tutti fronti e che la sinistra ha ceduto al suo paradigma, anche simbolicamente.

    Non so bene come spiegarmi: se a presenziare alla canonizzazione del fondatore dell’Opus Dei (un esempio a caso) ci andasse Togliatti, potrei credere che ciò risponde a una ben precisa strategia, di cui anch’io, ultimo cazzone sulla terra, faccio parte. Se ci va D’Alema, no. Non c’è ideologia, non c’è strategia, è tutta tattica.

    Mi lasciano perplesso le scarpe di D’Alema e il loft newyorchese di Veltroni, e magari mi scandalizzo di fronte agli ex-PCI che accorrono in massa a presentare i libri di una serpe velenosa come Bruno Vespa, ma so bene che si tratta solo di segnali.

    Poi però vedi che la sinistra si accoda passivamente all’emergenza sicurezza, non osa smarcarsi dal dogma della flessibilità, vota regolarmente i bombardamenti decisi dagli americani, e capisci in che direzione vanno quei segnali.

    Scusa, l’ho fatta un po’ lunga.

    Val

  13. kelebek scrive:

    Credo che la questione dei figli di Berlinguer sia totalmente diversa.

    Per me, il problema non è la raccomandazione o la corruzione: senza raccomandazione o corruzione, non si diventa politici, si fanno i traduttori di manuali tecnici, i veterinari e altri mestieri.

    Il punto è l’inserimento organico, anzi subordinato, del ceto politico nel circo mediatico.

    I giovani Berlinguer invece hanno occupato uno spazio completamente diverso: il tentativo della politica di controllare l’informazione.

    I miei discorsi su Alba Dell’Utri, sulle troiette di Berlusconi, sulla Faina Bertinotti e tutto il resto servono a rimarcare questa trasformazione storica.

    Non hanno nulla a che vedere con il moralismo né statalista (“il buon servitore dello stato non deve rubare”) né bacchettona (“ma guarda quell’attricetta come si veste”).

    Chi si perde a inseguire queste due forme di moralismo può solo perdere di vista cosa sta succedendo ai nostri tempi.

    Miguel Martinez

  14. RitvanShehi scrive:

    >Il PCI invece non poteva essere disinvolto nei confronti del potere, e per un ottimo motivo: era stabilmente all’opposizione, e da lì non poteva né doveva muoversi …(e questo, per inciso, è il motivo per cui a Berlinguer ho sempre preferito Togliatti). Z.< Togliatti chi, quello che fece il Ministro della Giustizia in un governo “borghese”??!! Ti senti bene fratello?:-)

  15. RitvanShehi scrive:

    >Sì, ok, sono recidivo… ma via, era un anno e mezzo che non sbiellavo più il blocco dei commenti. Il precedente è sufficientemente remoto e mi sento in diritto di chiedere la sospensione condizionale della pena 🙂 Z.< Ma quale condizionale e condizionale, “non colpevole”, Vostro Onore, perché il fatto non costituisce reato.
    Mica possiamo essere più forcaioli di quel tribunale italico che recentemente ha assolto da ogni addebito – con la motivazione che al momento dell’atto era assai “stressata” – una gentile signorina (rumena, mi pare) che aveva buttato dalla finestra – facendolo secco – il proprio bambino neonato!

  16. RitvanShehi scrive:

    >Togliatti aveva un pelo sullo stomaco da far paura, ma perseguiva il nientemeno che il comunismo, non il potere personale. Val< Mah, ho i miei dubbi in proposito. Sarà il solito “bieko revisionismo”, ma proprio oggi il biekissimo fogliaccio xenofobo:-) “Libero” (che però, col sottoscritto fa un’ eccezione e pubblica spesso e volentieri le mie lettere critiche verso i “padroni di casa”, l’ultima martedì scorso), pubblica un articolo dal titolo eloquente
    “Le idee di Togliatti ispirate dal Duce”.

    In esso si legge, fra l’altro:

    “Nel testo pubblicato sul n.8 (1936)dell’organo del PCI “Stato operaio”, si dichiarava che “noi comunisti facciamo nostro il programma fascista del 1919, che è un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei lavoratori, e vi diciamo: lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma”.

    P.S. Temo che alla kompagna mariak, a ‘sto punto verrà un coccolone:-)

  17. utente anonimo scrive:

    @Ritvan: strano.

    Se il fatto è stato determinato da condizioni di abbandono morale o materiale connesse al parto la madre avrebbe dovuto rispondere di infanticidio.

    Non conosco questa sentenza, forse l’imputata è stata prosciolta per vizio totale di mente: tu ed io non possiamo capirlo 🙂 ma gli ormoni, dopo il parto, a volte giocano davvero brutti scherzi.

    Credo che “pagherà” per tutta la vita questa colpa.

    ciao

    Federico

  18. RitvanShehi scrive:

    >@Ritvan: strano.Federico< Ma quando mai? Donna e pure rumena: normale amministrazione della “giustizia”, direi:-). >Se il fatto è stato determinato da condizioni di abbandono morale o materiale connesse al parto la madre avrebbe dovuto rispondere di infanticidio.

    Non conosco questa sentenza, forse l’imputata è stata prosciolta per vizio totale di mente:< “Temporanea incapacità d’intendere e di volere” la formula esatta adoperata dal GUP del Tribunale di Monza. Ovviamente avente come “pezza d’appoggio” il pezzo di carta firmato dal/dalla solito/a Luminare di Psichiatria che dispone della sfera di cristallo prestata dalla Maga Lisistrata per vedere in ogni momento quel che passava fra i neuroni dell’infanticida in quel giorno di gennaio 2007. >tu ed io non possiamo capirlo 🙂 ma gli ormoni, dopo il parto, a volte giocano davvero brutti scherzi.< Già. Ma anche se tu mi dai un cazzotto in bocca, non è che i miei ormoni comincino a suonare arie angeliche con l’arpa:-). Cionondimeno, se io poi ti accoppo seduta stante, non solo mi becco un sacco d’anni per omicidio volontario, ma avrò anche l’aggravante dei “futili motivi”. Si vede che gli ormoni sono, sì, tutti uguali davanti alla legge, ma alcuni sono più uguali degli altri:-). >Credo che “pagherà” per tutta la vita questa colpa.< Oh, certo, e magari anche oltre, magari Belzebù le metterà alle costole un paio di diavoloni sadiconi, attivissimi e non passivissimi (come diceva una a Piazza Navona):-) ma dubito fortemente che la Legge si debba occupare anche di queste ipotesi. Ciao

  19. utente anonimo scrive:

    @ F. # 6 e 9

    nel caso tu ripassi da qui.

    nel forum di comeDonchisciotte, oltre a quello su Mauro, c’è una intervista a Licia Pinelli, vedova [quasi sempre silenziosa] del ferroviere anarchico Pino volato dalla finestra dell’ufficio di un certo Calabresi la cui famiglia [molto più loquace] riempie spesso TV, giornali e quant’altro.

    Senza che nessuno si offenda io ritengo che il ventennale della morte di Mauro Rostagno [e delle prime briciole di verità che stanno emergendo] e le dignitose e dolorose parole di una donna come Licia Pinelli dovrebbero interessare di più che non le storie finanziarie e mattonare di uno squallido politico e della di lui discendenza.

    Ma io son vecchio e ormai, evidentemente, la mia scala di valori è obsoleta.

    Grazie comunque e continua a informarti 🙂

    silviu’

  20. utente anonimo scrive:

    grazie a te, stasera la cerco.

    F.

  21. utente anonimo scrive:

    @Ritvan 18,

    non vorrei risponderti in maniera imprecisa: hai i riferimenti della sentenza?

    Grazie

    Federico

  22. RitvanShehi scrive:

    >@Ritvan 18, non vorrei risponderti in maniera imprecisa: hai i riferimenti della sentenza?

    Grazie Federico< No, non sono un leguleio, ma ho un link:
    http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo428039.shtml

    A meno che i bieki giornalisti berluskones:-) non ci mettano anche in questo caso le fette di prosciutto sugli occhi (come direbbe un ex frequentatore di questo blog, che francamente mi manca:-) ), le cose dovrebbero stare proprio come descritte in quel link.

  23. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    — Togliatti chi, quello che fece il Ministro della Giustizia in un governo “borghese”??!! —

    …e i compagni del quale hanno collaborato alla stesura della costituzione. Per poi finire necessariamente e perennemente all’opposizione una volta avviata la vita della nuova Italia democratica.

    Trovo incredibile che Berlinguer fosse così ingenuo da pensare che, durante l’era Brezhnev e con le BR che imperversavano in Italia, sarebbe stato permesso ai comunisti di partecipare al governo del Paese. E dire che già aveva visto cosa era successo in Grecia e in Cile…

    Z.

  24. utente anonimo scrive:

    Quanto alle dichiarazioni che hai riportato, beh, non è un mistero l’opinione di Togliatti sulla necessità di recuperare quanto possibile dell’asserita parte proletaria della base del fascismo.

    Ma questo non implica che mirasse al suo potere personale anziché alla lotta per il comunismo (indipendentemente del giudizio che oggi si dà del comunismo medesimo).

    Si potrebbe dire la stessa cosa, cambiate le mutande, per De Gasperi. E aggiungere che non ci sono più i politici di una volta. Poi non posso però non osservare che i mezzi di comunicazione di massa allora non erano altrettanto pervasivi.

    In altre parole: davvero oggi Togliatti rifiuterebbe di presentarsi da Vespa? De Gasperi davvero snobberebbe Mentana? siamo certi che lo riterrebbero conveniente, che potrebbero permetterselo? Infine, sono convinto che persino un Togliatti, un De Gasperi, un Nenni o un La Malfa, oggi, potrebbero essere facilmente ridicolizzati da Raiset in venti minuti netti se tornasse comodo al governo in carica.

    Z.

  25. controlL scrive:

    Be’, quell’appello di togliatti dice una cosa ancora più interessante. Che quel programma fascista che i comunisti italiani volevano realizzato in italia, era già stato realizzato in unione sovietica:

    Noi vogliamo fondare una Italia forte, libera e felice, come forte

    libera e felice e la Unione dei Soviet, dove in questi giorni 170

    milioni di lavoratori discutono la nuova Costituzione, la Carta della

    libertà, lo Statuto di una società di lavoratori liberi. La vittoria

    del programma dei comunisti, in Italia, sarà la libertà assicurata

    dalla disciplina cosciente del popolo padrone dei propri destini,

    sarà il pane e il benessere e la cultura garantiti a tutta la

    popolazione lavoratrice, sarà la politica della pace e della

    fraternità tra i popoli, garantita dal popolo al potere.

    (appello ai fratelli in camicia nera, 1936)

    p

  26. RitvanShehi scrive:

    Ritvan,

    — Ritvan: Togliatti chi, quello che fece il Ministro della Giustizia in un governo “borghese”??!! —

    >…e i compagni del quale hanno collaborato alla stesura della costituzione. Z.< Caro Z., se non sapessi che sei il fine leguleio che sei, direi proprio che non hai la più pallida idea della sostanziale differenza che esiste fra partecipare alla stesura di una Costituzione e partecipare a un governo dello schieramento opposto. O forse ho capito male?:-)

  27. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    — Caro Z., se non sapessi che sei il fine leguleio che sei, direi proprio che non hai la più pallida idea della sostanziale differenza che esiste fra partecipare alla stesura di una Costituzione e partecipare a un governo dello schieramento opposto. O forse ho capito male?:-) —

    Un governo dello schieramento opposto? cioè? temo di essere io a non aver capito…

    Z.

  28. RitvanShehi scrive:

    >Un governo dello schieramento opposto? cioè? temo di essere io a non aver capito… Z.< Semplice. Un governo “borghese”. Vuoi metter p.es. fare il Ministro della Giustizia ….anzi, scusa fare il Commissario del Popolo alla Giustizia del Governo dell’URSS?:-) P.S. A proposito di Commissario del Popolo alla Giustizia in URSS. Si racconta questa storiella:
    In una delle pause di una conferenza internazionale, il delegato sovietico che – magari a detta dei suoi sottopanza – si credeva d’essere molto spiritoso, pensa bene di fare un po’ d’esercizio col collega svizzero. E gli chiede: “Scusi la curiosità, ma non ho mai capito per quale ragione la Svizzera ha un Ministero della Marina, pur non avendo il mare”.

    “Semplice, caro collega” – risponde lo svizzero- “per le stesse identiche ragioni per cui voi, in URSS avete un Ministero della Giustizia”:-) :-).

  29. utente anonimo scrive:

    Mica era un monocolore democristo con Togliatti a guisa di statuina 🙂 Era un governo nato come liquidatore fallimentare dell’esperienza fascista (ad esempio, tra le mansioni di Togliatti vi fu l’amnistia). E avviare il nuovo corso democratico in Italia, incluso il referendum – e dato l’esito del medesimo, l’approvazione nuova costituzione.

    Un “governo transitorio di larghe intese”, diremmo oggi, che si dimise esaurito il suo “mandato a termine” per lasciar spazio al regolare sviluppo della vita democratica della nuova repubblica parlamentare. Uno sviluppo che non prevedeva né poteva prevedere il PCI al governo.

    Ora, quel che volevo dire è che indubbiamente Togliatti era ben conscio che il ruolo del PCI a livello nazionale sarebbe stato un ruolo di opposizione permanente. Nulla di nuovo, dato che già in passato si erano create situazioni analoghe (e quella del PCI era sostanziamente non dissimile dall’integrazione negativa della SPD nella Germania guglielmina). I piani per occupare l’Italia ed evitare la sua eventuale defezione verso l’Est erano già pronti; l’ambasciatore americano in Italia aveva discusso della cosa con De Gasperi. Non si tratta esattamente di segreti di stato e mi pare impossibile che a Berlinguer nessuno avesse detto nulla di tutto ciò… mah…

    Z.

  30. utente anonimo scrive:

    >> In altre parole: davvero oggi Togliatti rifiuterebbe di presentarsi da Vespa? De Gasperi davvero snobberebbe Mentana? siamo certi che lo riterrebbero conveniente, che potrebbero permetterselo? Infine, sono convinto che persino un Togliatti, un De Gasperi, un Nenni o un La Malfa, oggi, potrebbero essere facilmente ridicolizzati da Raiset in venti minuti netti se tornasse comodo al governo in carica.

    (Z.)

    Hai colto il punto. O quantomeno un punto essenziale. Nessuno dice – non io, almeno – che si tratti di una questione Togliatti-buono/D’Alema-cattivo.

    Non è nemmeno una mera questione di moralismo (anche se persdonalmente ammetto di essere sensibile al tema, per una questione estetica più che etica).

    Pertanto non si tratta di scagionare o accusare chicchessia, ma di ragionare sul circo mediatico-politco imperante, sulla dittatura del marketing politico nelle democrazie televisive di massa, sui rapporti di causa-effetto tra un contesto del genere e l’effettivo uso del potere da parte di chi lo deteine.

    Val

  31. RitvanShehi scrive:

    >I piani per occupare l’Italia ed evitare la sua eventuale defezione verso l’Est erano già pronti; l’ambasciatore americano in Italia aveva discusso della cosa con De Gasperi. Non si tratta esattamente di segreti di stato e mi pare impossibile che a Berlinguer nessuno avesse detto nulla di tutto ciò… mah… Z.< Mah, magari Berliguer considerava quei piani (Gladio) l’inevitabile risposta a quelli della propria “parrocchia” (Gladio rossa). E, pertanto, – vista magari anche la fine violenta che facevano spesso e volentieri i leaders in quella “parrocchia” – si sentiva più sicuro sotto l’ombrello della NATO….

  32. utente anonimo scrive:

    Ecco, è questo il punto: a me sembra invece che Berlinguer quei piani non li abbia presi nemmeno in considerazione. Mi sembra che abbia semplicemente fatto finta che non esistessero, un po’ come Veltroni ha fatto finta di poter andare al governo senza la sinistra radicale.

    Altrimenti non avrebbe nemmeno pensato di poter aver libero accesso al governo in piena era Brezhnev (non Gorbaciov o, chessò, Krusciov: Brezhnev!). Certo, dici tu, l’ombrello della NATO e quant’altro. Vero. Ma come avrebbe fatto a convincere gli alleati NATO che dovevano essere felici del fatto che un partito fratello del PCUS aveva preso il potere in un paese chiave dell’Europa occidentale?

    E diGiamo la verità: con tutto il rispetto e la stima che Berlinguer indubbiamente merita, per il coraggio con cui ha sostenuto le sue posizioni se non altro, in quel periodo commettere una simile leggerezza non significava essere solo ingenui. Significava essere, a dir poco, sconsiderati.

    Z.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *