Bingo e Torà (III)

Per le puntate precedenti, qui e qui.

Il conflitto israelo-palestinese è diverso da quello tra la Mauritania e il Senegal – ad esempio – perché coinvolge almeno due elementi oltre ai diretti contendenti: le comunità organizzate ebraiche e gli Stati Uniti.

Senza questi due elementi, l’unica potenza nucleare del Medio Oriente semplicemente non esisterebbe.

Questo fatto crea enorme imbarazzo, anche nella sinistra cosiddetta estrema. Che forse poteva accettare l’improbabile tesi di Israele come “portaerei degli Stati Uniti in Medio Oriente”, ma si intrecciava tutta quando si trattava di parlare del ruolo delle organizzazioni ebraiche.

Figuriamoci poi l’atteggiamento della sinistra maggioritaria, che ogni mattina si sveglia in un bagno di sudore freddo, per paura di essere accusata di “antiamericanismo”.

Parlare del conflitto israelo-palestinese senza citare gli Stati Uniti e le organizzazioni ebraiche è come parlare dei pestaggi di Genova come una rissa tra giovani maschi. Magari criticando i colpevoli, ma evitando accuratamente di dire che erano agenti della polizia, armati e in divisa. Se no, ti accusano di “antistatalismo”.

Chiaramente la rimozione è a senso unico: il gioco delle tre carte della hasbarà o propaganda sionista consiste nel dire che sei antisemita se dici che gli israeliani sono ebrei, ma subito dopo dire che ogni reazione palestinese è puro “odio per gli ebrei”.

La falsificazione c’è. La censura c’è. E c’è una complicità inimmaginabile per qualunque altro paese. Quando il regime birmano fa arrestare i monaci, si parla di sanzioni contro la Birmania. Quando Israele bombarda Gaza, si parla di sanzioni … contro Gaza.

La rimozione di tutto ciò genera il complottismo: chi, ci si chiede, crea questa situazione unica? Che siano gli ebrei, collettivamente, che comandano sugli Stati Uniti, sui media e sui politici del mondo?

Non è una domanda che si pongono solo gli antisionisti. Se la pongono soprattutto gli opportunisti, perché per ogni persona che si oppone ai potenti, ce ne sono dieci che corrono a Gerusalemme per farsi fotografare prima delle elezioni.

Che questa sia una spiegazione “antisemita” è irrilevante.[1] Ciò che conta è che si tratta di una spiegazione errata.

Parlare degli “ebrei” è inseguire un fantasma: ci sono milioni e milioni di persone nel mondo che hanno sangue ebraico, e la cosa in sé è interessante quanto sapere che ci sono altrettante persone che hanno sangue basco.

Anche parlare di religione ebraica porta solo confusione – basti pensare che fino a dopo la fondazione di Israele, la maggioranza degli ebrei credenti e praticanti erano antisionisti, cosa che sfugge regolarmente a quegli antisionisti che, magari in buona fede, parlano di “teocrazia israeliana”.

Infine, il complottismo attribuisce ai propri nemici un idealismo, magari perverso, che non è mai esistito nella storia. In un certo senso, il movimento comunista potrebbe essere visto come un grande complotto ideale, nel senso che tanti uomini hanno lavorato per instillare idee nelle teste della gente, con il fine di creare un sistema politico mondiale. Il risultato di tanti sforzi sono Walter Veltroni e Giuliano Ferrara.

Mentre ha senso parlare di concrete organizzazioni a base etnica, con tutti i loro conflitti interni e mutamenti: sia le storiche organizzazioni sioniste basate in Europa, sia i loro successori decisamente basati negli Stati Uniti.[2]

Non è un caso che le prime fossero minoritarie, le seconde maggioritarie tra chi si riconosce come “ebreo”, qualunque cosa questo termine possa significare. Ma per motivi che riguardano la struttura sociale degli Stati Uniti, e non inesistenti caratteristiche "eterne" di qualche gruppo etnico.

Nota:

[1] C’è però un interessante effetto di feedback. La falsificazione del conflitto israelo-palestinese ha come prodotto principale, vantaggi enormi per Israele, come prodotto secondario il complottismo. Ma il fatto che il complottismo sia, o si possa presentare, come "antisemitismo", a sua volta genera ulteriori benefici per Israele, obbligando il già debole mondo dei critici d’Israele a disperdere le proprie forze in distinguo e prese di distanza, di cui nessuno comunque si accorge.

Non per fare il marxiano a tutti i costi, ma si continuerà a cadere in questa gigantesca perdita di tempo finché si attribuirà il complottismo alla "malvagità" di qualcuno e non a un preciso e ineluttabile meccanismo.

[2] Per le prime, si può leggere Georges Bensoussan, Une histoire intellectuelle et politique du sionisme, 1860-1940, Fayard, 2002, magari in associazione con Zeev Sternhell, Nascita di Israele. Miti, storia, contraddizioni, Baldini & Castaldi 1999. Riguardo alle radici dei “successori”, Giuliana Iurlano, Sion in America. Idee, progetti, movimenti per uno Stato ebraico (1654-1917).

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51 risposte a Bingo e Torà (III)

  1. utente anonimo scrive:

    1) “Senza questi due elementi, l’unica potenza nucleare del Medio Oriente semplicemente non esisterebbe.”: sbaglio o nel 1948 questi due elementi non entravano nella questione nei termini in cui tu li poni parlandone astoricamente, e quindi attribuendo a “sempre” quello cheforse è vero oggi?

    Ergo, Israele come Stato sarebbe esistito nel 1948 anche senza i due elementi ineludibili. Sul fatto che esistrebbe anche oggi o che sarebbe una potenza nucleare possiamo discutere, ma metterei questo primo puntino sulle “i”.

    2) Poi manca (volutamente?) un altro elemento altrettanto decisivo: le legislazioni razziali dei paesi arabi che hanno creato l’etnia “profugo palestinese”, e sono all’origine della non risolvibilità del problema. La Storia è piena di profughi e la pretesa di tornare crolla esponenzialmente col passare del tempo.

    Francesco

    -seguirà-

  2. utente anonimo scrive:

    3) “Figuriamoci poi l’atteggiamento della sinistra maggioritaria, che ogni mattina si sveglia in un bagno di sudore freddo, per paura di essere accusata di “antiamericanismo”.”

    Ehm, la sinistra maggioritaria italiana fonda la propria legittimità sul suo antifascismo. Che comprende, come elemento decisivo di condanna del fascismo, il giudizio sulla Shoah.

    Il suo problema è di essere accusata di antisemitismo, non certo di antiamericanismo (che è stato un gran vanto per la maggior parte della sua storia).

    A meno che la tua memoria non abbia una durata “televisiva” e quindi riduca la sinsitra maggioritaria al Walter Veltroni di oggi …

    Francesco

  3. utente anonimo scrive:

    4) “sei antisemita se dici che gli israeliani sono ebrei”

    ????

    Francesco

  4. utente anonimo scrive:

    5) “E c’è una complicità inimmaginabile per qualunque altro paese”

    Ehm ehm ehm ….

    Quando il regime russo bombarda la Cecenia, si parla del tempo; idem quando il regime cinese arresta i monaci, i preti, i giornalisti, i contadini.

    Mi sa che ti sei distratto un pò, recentemente. Diciamo negli ultimi 50 anni ….

    Francesco

  5. utente anonimo scrive:

    Facciamo invece una domanda onesta e chiediamoci se l’alleanza con Israele è negli interessi degli Stati Uniti

    Questo porterebbe ad eliminare tesi complottiste o ad avvalorarle, senza scadere in analisi dell’ebraicità di dubbio gusto.

    Concordi?

    Francesco

    -fine- 🙂

  6. utente anonimo scrive:

    Le ricostruzioni della storia ebraica di Miguel sono davvero portentose: riesce a parlare dell’ultimo secolo come se la Shoah non ci fosse stata. O fosse una operazione propagandista per convincere i pii haredim a trasformarsi in sanguinari coloni.

  7. kelebek scrive:

    Per n. 6

    Firmare, anche con un nick qualunque.

    Tocchi un argomento estremamente interessante, ma lo fai in maniera raffazzonata, confusa, puramente polemica, come spesso succede.

    Invece, il rapporto tra persecuzione antiebraica in Europa, chiusura delle frontiere statunitensi ai profughi, il destino dei profughi dell’Europa centrale nel dopoguerra, sono tutti temi di grande importanza, anche se ovviamente il sionismo è nato prima e si è affermato dopo, e non in Europa.

    Sul tema consiglio la lettura del Settimo milione di Tom Segev.

    Miguel Martinez

  8. utente anonimo scrive:

    Per poco non mi sgamava quell’Harry Potter del secondino per l’urlo che ho emesso leggendo questo post! Diciamo che è un argomento delicato e che tanti si sentono in imbarazzo a pronunciarsi, poverini!

    Ok! Io non ho nulla da perdere e dico che per risolvere la questione palestinese c’è solo un rimedio: lo Stato di Israele non deve più esistere. Questa è l’unica soluzione, non siete d’accordo?

    Lo stato di israele si sta comportando come i nazisti, da vittime sono diventate carnefici!

    La Palestina potrebbe diventare benissimo uno Stato pacifico dove potrebbe ospitare ebrei e musulmani,ma la bandiera deve essere una sola. E non sarà la stella di David.

    Ciao testa di capra! Ottimo blog!

    http://incarcerato.blogspot.com/

  9. utente anonimo scrive:

    x miguel che scrive:

    si continuerà a cadere in questa gigantesca perdita di tempo finché si attribuirà il complottismo alla “malvagità” di qualcuno e non a un preciso e ineluttabile meccanismo.

    ehm…non è che “complottismo” significhi “malvagità” di qualcuno. Semplicemente è un’ermeneutica dei fatti che parte da un’inclinazione naturale dell’umano: “cercare alleati per raggiungere un obiettivo”. Il problema è l’obiettivo: si potrebbe pensare ad un complotto (non lo chiameresti cosi, ovvio) per estirpare la fame in africa. Ma gli obiettivi, di solito sono meno nobili e rispondono a logiche di potere. Le scie chimiche sono “complottate” da chi ha interesse a sperimentare le variabili atmosferiche (vi sono interessi politici e soprattutto economici in gioco). I tre grattacieli del WTC sono stati demoliti in seguito ad un complotto del PNAC. La monnezza meridionale è frutto di un complotto che dura dal 1991 tra amministratori, politici e imprenditori locali e camorristi.

    Non c’è una necessità intrinseca. Ci sono complotti che riescono e producono effetti continuati nel tempo e complotti non riusciti: la storia è piena. Non credo proprio esista un “complotto ebraico” cioè fatto SOLO da ebrei. Esiste un complotto sionista, fatto da ebrei e da gente che trova conveniente appoggiarlo.

    Cio’ che appare necessario, in tutto questo intreccio di soldi, interessi e gruppi umani, a mio parere, è l’inserimento sociale. Che determina che la rosa di “Candidati” a ricoprire certe posizioni è ristretta e riservata a persone specifiche, legate a una storia ben prcisa e con certe caratteristiche.

    In questo senso è complottista anche la candidatura di M. Madia da parte di Veltroni in Lazio.

    ciao

    cloro

  10. kelebek scrive:

    Per Cloro n. 9

    A parte i singoli esempi che citi – con molti dei quali non sono d’accordo – concordo con il senso generale.

    E’ ovvio che esistono complotti; anzi, la storia è fatta di complotti – cioè di alleanze mascherate per raggiungere fini comuni.

    Il punto però è se è possibile ipotizzare delle collettività che conducono un complotto a lungo termine, che attraversa le generazioni, lavorando sempre d’amore e d’accordo tra di loro, per un fine ideale.

    Questa è l’ipotesi dietro la tesi del Complotto Ebraico; del Complotto Massonico; del Complotto dei Nazisti dell’Operazione Odessa; dell’Internazionale Comunista; dei Musulmani che Vogliono Conquistare il Mondo da 1300 Anni; dei Fascisti che si Infiltrano Ovunque; degli Illuminati, ecc. ecc.

    E’ in sostanza questo che contesto.

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    x miguel che scrive:

    collettività che conducono un complotto a lungo termine, che attraversa le generazioni

    secondo me nel caso del sionismo questo è possibile pensarlo. Perchè è un’ideologia con una sua storia lunga. Così come era possibile pensarlo per il lungo periodo storico che designamo col nome di “rivoluzione borghese”: un complotto di classe che si è avvalso delle società segrete e di “capi carismatici” (vedi Mazzini) che son passati alla storia solo per aver agevolato, appunto, le finalità del complotto. Se guardi alla macrostoria, vedi complotti che appaiono così estesi da far pensare a una “mondialità” della pianificazione, ma sono convinta che questo aspetto sia contingente.

    Una cosa è certa: che il numero di persone che decide delle sorti “grosse” del pianeta è limitato, che la maggior parte degli asserviti ai complotti siano servi e che , comunque, la visione complottista abbia una plausibilità che va oltre quello che possiamo vedere.

    Poi, ovvio: ingigantire le cose, esagerarne i termini è un modo per negare la realtà. Anche questa una forma di disinormazione e di mistificazione.

    riciao

    cloro

  12. utente anonimo scrive:

    a proposito delle scie chimiche:

    http://freenfo.blogspot.com/2008/03/illuminati-scie-chimiche-e-controllo.html

    così eh. Per amore di informazione. Non pretendo di convincere nessuno…

    ciao

    cloro

  13. sardosepolto scrive:

    E’ gia’ arrivato in Italia “The Israel lobby” di Mearsheimer e Walt?

    La sua lettura e’ illuminante sul ruolo ed il funzionamento delle lobby ebraiche negli USA. Tra le altre cose e’ interessante notare come spesso le lobby piu’ attive ed efficaci non siano necessariamente le piu’ rappresentative degli ebrei USA.

    Andrea

  14. idiotaignorante scrive:

    Sapete che John Zorn in realta’ e’ un musicista di merda, ma e’ supportato dalla lobby ebraica? E che dire di Leonard Bernstein: supportato dalla lobby ebraica e dalla lobby gay! E poi quando a livorno e’ bruciato il Moby Prince non c’era nessun ebreo a bordo. Come mai? Dai, ditelo, ditelo… perche’? La l.. la lo.. la lob… la lobby ebraica, bravissimi!

  15. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    tu sostieni che il sionismo è una specie di mostro che distrugge oliveti per piantarvi centri commerciali, che attenta alle radici religiose dell’Ebraismo intero, che suscita in ogni persona di lontane origin ebraiche una morbosa diffidenza nei confronti del suo vicino di casa. In altre parole, si tratta di un movimento su cui hai le idee chiarissime senza mai essere venuto in contatto con i testi originali (perché leggi l’ebraico solo a fatica). Cosa ti fa pensare che mi interessi discuterne con te?

    קזבלן (il numero 6)

  16. sardosepolto scrive:

    Cosa ti fa pensare che mi interessi discuterne con te?

    Non sono il diretto interessato ma azzardo una risposta: forse il fatto che hai postato sul suo blog. Strano gesto per una persona disinteressata alla discussione.

  17. utente anonimo scrive:

    shaul Mofaz, Tel Aviv 05.03.2008:

    “Ho ordinato io l’uccisione di Yassin e ar-Rantisi. Barak deve uccidere i restanti capi politici di Hamas.”

    Durante un convegno del partito Kadima, Mofaz ha aggiunto: “Ho proposto al governo di proseguire nelle eliminazioni mirate”.

    Mofaz ha proseguito: “Quando ero ministro della difesa, ho autorizzato l’esercito a uccidere tutti i capi di Hamas a Gaza, in testa shaikh Ahmad Yassin (centrato sulla sua sedia a rotelle con tre missili, ndr) e Abdelaziz ar-Rantisi.”

    Se uno qualsiasi dei politici o governanti dei paesi islamici parla con queste parole formulando frasi del genere per rivendicare il diritto all’autodifesa dei palestinesi, i politici e i mass media occidentali lo faranno passare subito per un “terrorista”, ancor prima che questo abbia potuto avere il benché minimo ruolo nella uccisione di un essere umano, ma Mofaz che ha ucciso con le sue mani numerosi palestinesi, può parlare in questo modo , senza disturbare in modo più assoluto i “parametri” occidentali del “rispetto per i diritti umani” ed il “rispetto per il diritto internazionale”, nonché per la”democrazia” e per la “libertà”.

    VI SEMBRA IL MODO DI RAGIONARE DI UN QUALSIASI MINISTRO DI UN QUALSIASI PAESE DEMOCRATICO, SE NON CI FOSSE DIETRO IL COMPLOTTO SIONISTA CHE METTE A TACERE I POLITICI E I MASS MEDIA OCCIDENTALI DI FRONTE AD ABERRAZIONI DEL GENERE ?

    Inoltre, di recenete gli israeliani hanno impedito a diverse delegazioni politiche occidentali di entrare nella Striscia di Gaza, così come hanno proibito l’ingresso di camion di aiuti umanitari della croce rossa internazionale, ma anche qui (come quando due giorni fa le autorità di occupazione israeliane hanno impedito all’assessore regionale della Toscana, Massimo Toschi, di entrare a Gaza) i mass media e i politici occidentali taciono per il ricatto sionista che vuole l’occidente interamente annichilito intorno all’unico olocausto riconosciuto , quella ebraica della II° guerra mondiale, che è diventata la questione più sacra e inviolabile nell’occidente, tanto da essere elemnto principale della giustificazione dei crimini commessi oggi dai sionisti contro i civili palestinesi .

    Il complotto sionista esiste e come, la guerra attuale ovvero, il pressunto scontro tra le civiltà, che come dettato dai sionisti dovrebbe riguardare l’Islam e l’Occidente, né è un esempio, come sono esempi anche gli architetti sionisti; da Kissingere a Huntington, e la manovalanza politica; tutti gli uomini del presidente americano Bush, a partire da Michel Leeden e la sua ciurma neonazifascista (detto neocons), naturalmente per chi vuole aprire gli occhi.

    La stessa “questione” nucleare iraniana , chi vuole aprire gli occhi e vedere, non può non constatare che quei terroristi di Peres, Olmert e Livni, stanno premendo in continuazione sulle cancellerie

    occidentali, in particolare quella americana, per una guerra contro l’Iran, sapendo meglio di chiunque che l’Iran non ha (e non intende avere) armi atomiche, e nascondendo la mano quando esso stesso, il razzista Israele, è dotato di oltre 200 testate atomiche illegalmente ottenute grazie al tradimento (verso l’umanità) dei politici corrotti occidentali.

    200 testate atomiche vere con cui i sionisti ricattano il mondo intero.

    Non cé bisongo di tirare ad indovinare verso dove vogliono i sionisti) trascinare il mondo, gli insegnamenti talmudici spartiti agli “studenti” di Yeshiva cioé; IL PIU’ PURO RAZZISMO E FANATISMO RELIGIOSO , vengono taciuti in occidente, mentre gran parte dei mass mnedia e politici occidentali, tra il ricatto e la corruzione sionista , rappresenta l’Islam come “minaccia” , o se va tutto bene, come “problema” anzi, come ” emergenze”, tanto da far parte del “programma ” di una parte politica italiana (i fascisti del centro destra) per le prossime elezioni,

    mentre la maggioranza dei musulmani nel mondo si sta ancora chiedendo che diavolo è questo Alqaeda.

    Questi politici e gli adepti ai mass media collegano Alqaeda direttamente all’Islam e ai musulmani, quando finora il maggior numero delle vittime degli attentati di Alqaeda è composto proprio dai civili musulmani.

    Tutto ciò si fa grazie al complotto sionista, altrimenti,e a questo punto, l’occidente avrebbe dovuto avere una minima conoscenza di che cosa è Yeshiva, la gente avrebbe dovuto sapere che non si tratta di “studenti” bensi dei veri e propri terroristi sionisti, usciti da una scuola di terrorismo, in gran parte finanziato coi soldi del ricatto dell’occidente da parte dei sionisti.

    La gente avrebbe dovuto sapere che quei “studenti” sono i responabili della distruzione delle case palestinesi che noi qui, come se si trattasse solo di un film, guardiamo in TV senza reagire, la gente avrebbe dovuto sapere che quei “studenti” sono i militari che si impostano ai varchi, appositamente per maltrattare i civili palestinesi, la gente avrebbe dovuto sapere che i cecchini sionisti responsabili della uccisione di un gran numero di contadini palestiensi, appunto uccisi, ma lontani da qualsiasi teatro di protetasta e mentre lavoravano sui campi di propria proprietà, sono proprio quei “studenti” e che addirittura , gli stessi politici israeliani hanno paura di contrastare il loro operato per non finire come Ishak Rabin ucciso, per appunto, per mano di uno di questi “studenti”.

    Vi sembra che tutto questo sia un gioco, Francesco gode di giocarci al complottismo ed anticomplottismo, mentre tutto ciò fa parte della amara realtà medioriantale, amara realtà che appartiene anche all’occidente che è costretto a tacere i peggiori crimini che si compiono davanti ai suoi occhi, per mano dei sionisti in Palestina.

    Il sionismo non è un complotto, non lo è nemmeno il suo nefsato potere nel mondo, come non lo è neanche l’effetto della sua incalcolabile influenza sugli affari del mondo che in questo momento è nella merda totale dappertutto.

    reza

  18. Santaruina scrive:

    Miguel, come sempre ottime riflessioni acute, se non fosse che come spesso accade fai cambiare direzione alle tue premesse e le trasformi in una critica generica al “complottismo”.

    Mi ha sempre sorpreso questo tuo “accanimento” contro questo mostro etereo, il “complottismo”, proprio tu che sai sempre dare il giusto peso alle parole e sai evitare quei termini odiosi e generalizzanti, frutto di pregiudizi ideologici e non di ragionamenti.

    “complottismo” è uno di quei termini generalizzanti, errati, vuoti, che non significano niente.

    Mi dispiace che tu ne faccia un uso tanto diffuso.

    I complotti esistono, e questa è una banalità.

    Il “complottismo” invece è fenomeno assai raro.

    Farsi domande partendo da dei dati di fatto invece è qualcosa di diverso.

    Blessed be

  19. utente anonimo scrive:

    Per il n.13 ma ion realtà per tutti: è uscito in Italia lo splendido e accuratissimo saggio ” La Israel Lobby” di Walt e Mearsheimer, due studiosi americani tra i più seri e rispettati da tutti. Un consiglio spassionato per tutti è di leggere questa ricerca accuratissima sulla lobby sionista, tante cose che sembrano senza spiegazione emregono invece con chiarezza in questo saggio.

    Salaam!

    Abu Yasin

  20. PinoMamet scrive:

    A’ nummero 6

    sei sempre John Zorn?

    Non so, mi sembri lui.

    Ciao!

  21. elwin scrive:

    Grazie di cuore per i link su Madame Blavatsky… ho molto apprezzato (e pure i miei lettore a quanto ho saputo ;))

  22. kelebek scrive:

    Per Sardosepolto n. 16

    🙂

    Miguel Martinez

  23. utente anonimo scrive:

    Miguel

    sono offeso!

    ti contesto su alcuni punti precisi e non mi degni di una risposta!

    cattivone

    Francesco

    non è che sono sloggato, ho dimenticato la password 🙁

  24. blatante scrive:

    sono tornato ma guardate che nome ho dovuto scegliere

    Francesco

  25. utente anonimo scrive:

    per #12 cloro al clero

    Sig.ra Barbara de Robertis il suo filosofeggiare adesso l’ha portata alle scie chimiche? Se lei socraticamente ammettesse di non sapere, forse ne saprebbe molto di più, ma lei ostenta di sapere quello che gli altri non sanno.

    Ci sono forse gli odiati sionisti dietro le scie chimiche?

  26. kelebek scrive:

    Per Francesco n. 23 e n. 2

    Sull’antiamericanismo… non penserei solo a Veltroni, ma anche a Bertinotti.

    Comunque il discorso non è affatto nuovo, anche se le motivazioni sono cambiate.

    Negli anni ’60, tanto per dire, è vero che c’erano il guevarismo e il maoismo; ma c’era anche una scuola di pensiero, molto forte nel PCI, che si rifaceva all’idea del cambiamento che sarebbe dovuto partire dai paesi dove si fossero “sviluppate di più le forze produttive”.

    E c’è stato un grande investimento emotivo sul movimento dei neri, su Berkeley, sul femminismo statunitense.

    Veltroni che prende nome e slogan dal Partito Democratico è una caricatura di certe tendenze di allora, molto più nobili ma ugualmente illusorie.

    Miguel Martinez

  27. utente anonimo scrive:

    x demenza precoce n.25 che scrive:

    Se lei socraticamente ammettesse di non sapere, forse ne saprebbe molto di più…

    e infatti, lo ammetto. Le scie chimiche non le considero una “certezza”, ma le ammetto con un ragionevole dubbio, come possibilità.

    Il che è diverso che consegnarsi al fanatismo guerrafondaio come fai te, vigliacchetto da dù lire.

    Segnalo, cmq, questo post su donchisciotte, già che ci sono:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4396&mode=thread&order=0&thold=0

    ciao

  28. blatante scrive:

    Illusorie?

    Potresti chiarire?

    Sembra quasi che tu inviti a prendere in considerazione Guevara e Mao invece della sinistra dei paesi democratici.

    Ciao

    F.

  29. utente anonimo scrive:

    La Dichiarazione di Indipendenza di Israele afferma che il popolo ebraico proviene dalla Terra di Israele e che fu esiliato dalla sua patria. Ad ogni scolaro israeliano si insegna che ciò accadde durante il dominio romano, nell’anno 70 d.C. La nazione rimase fedele alla sua terra, alla quale iniziò a tornare dopo 2 millenni di esilio.

    Tutto sbagliato, dice lo storico Shlomo Zand, in uno dei libri più affascinanti e stimolanti pubblicati qui (in Israele, n.d.t.) da molto tempo a questa parte. Non c’è mai stato un popolo ebraico, solo una religione ebraica, e l’esilio non è mai avvenuto – per cui non si è trattato di un ritorno. Zand rigetta la maggior parte dei racconti biblici riguardanti la formazione di una identità nazionale, incluso il racconto dell’esodo dall’Egitto e, in modo molto convincente, i racconti degli orrori della conquista da parte di Giosué. È tutta invenzione e mito che è servita come scusa per la fondazione dello Stato di Israele, egli assicura.

    Secondo Zand, i romani, che di solito non esiliavano intere nazioni, permisero alla maggior parte degli ebrei di restare nel paese. Il numero degli esiliati ammontava al massimo a qualche decina di migliaia. Quando il paese fu conquistato dagli arabi, molti ebrei si convertirono all’Islam e si assimilarono con i conquistatori. Ne consegue che i progenitori degli arabi palestinesi erano ebrei. Zand non ha inventato questa tesi; 30 anni prima della Dichiarazione di Indipendenza, essa fu sostenuta da David Ben-Gurion, Yitzhak Ben-Zvi ed altri.

    Se la maggioranza degli ebrei non fu esiliata, come è successo allora che tanti di loro si insediarono in quasi ogni paese della terra? Zand afferma che essi emigrarono di propria volontà o, se erano tra gli esiliati di Babilonia, rimasero colà per loro scelta. Contrariamente a quanto si pensa, la religione ebraica ha cercato di indurre persone di altre fedi a convertirsi al giudaismo, il che spiega come è successo che ci siano milioni di ebrei nel mondo. Nel Libro di Ester, per esempio, è scritto: “Molti appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché il timore dei Giudei era piombato su di loro” (Ester, 8,17).

    Zand cita molti precedenti studi, alcuni dei quali scritti in Israele ma tenuti fuori dal dibattito pubblico dominante. Egli descrive anche, e a lungo, il regno ebraico di Himyar nella penisola arabica meridionale e gli ebrei berberi del Nord Africa. La comunità degli ebrei di Spagna derivava da arabi convertiti al giudaismo che giunsero con le forze che tolsero la Spagna ai cristiani, e da individui di origine europea che si erano convertiti anch’essi al giudaismo.

    I primi ebrei di Ashkenaz (Germania) non provenivano dalla Terra di Israele e non giunsero in Europa orientale dalla Germania, ma erano ebrei che si erano convertiti nel regno dei Kazari nel Caucaso. Zand spiega l’origine della cultura Yiddish: non si tratta di un’importazione ebraica dalla Germania, ma del risultato dell’incontro tra i discendenti dei Kazari e i tedeschi che si muovevano verso oriente, alcuni dei quali in veste di mercanti.

    Scopriamo così che elementi di vari popoli e razze, dai capelli biondi o scuri, di pelle scura o gialla, divennero ebrei in gran numero. Secondo Zand, i sionisti per la necessità che hanno di inventarsi una eticità comune e una continuità storica, hanno prodotto una lunga serie di invenzioni e finzioni, ricorrendo anche a tesi razziste. Alcune di queste furono elaborate espressamente dalle menti di coloro che promossero il movimento sionista, mentre altre furono presentate come i risultati di studi genetici svolti in Israele.

    Il Prof. Zand insegna all’Università di Tel Aviv. Il suo libro, ‘When and How Was the Jewish People Invented’, (Quando è come fu inventato il popolo ebraico), pubblicato in ebraico dalla casa editrice Resling, vuole promuovere l’idea di un Israele come “stato di tutti i suoi cittadini” – ebrei, arabi ed altri – in contrasto con l’attuale dichiarata identità di stato “ ebraico e democratico”. Il racconto di avvenimenti personali, una prolungata discussione teoretica e abbondanti battute sarcastiche non rendono scorrevole il libro, ma i capitoli storici sono ben scritti e riportano numerosi fatti e idee perspicaci che molti israeliani resteranno sorpresi di leggere per la prima volta.

    Tradotto dall’inglese da Manno Mauro, membro di Tlaxcala, la rete dei traduttori per la diversità linguistica.

    reza

  30. blatante scrive:

    Reza

    hai trovato un tuo pari, bravo!

    Ed hanno pure chiuso i manicomi, pensa come siete fortunati!

    In ogni caso, e premesso che io sono un italiano cattolico e quindi estraneo allo scontro sulla Palestina, come questo influirebbe sul conflitto in essere?

    Credi che ebrei e palestinesi, siccome il prof Zand glielo dice, si sentirebbero “stessa faza stessa raza” e fratelli?

    Ciao

    Francesco

  31. utente anonimo scrive:

    Francesco, argomenti e commenti anche quando ti trovi di fronte a ciò che non conoscevi, ma solo per amore di rimanere sulle tue idee ?

    Non ti pare che è meglio non lasciarsi ai personalismi, per carecar di capire meglio il problema ?

    Zand vive in Israele e insegna all’università di Tel Aviv, se per te devono metterlo (magari insieme a me) in manicomio, solo perché sei incapace di percepire la realtà da lui illustrata, allora che cacchio stai qui a parlare della questione?

    reza

  32. utente anonimo scrive:

    Per Francesco: proprio perchè sei cattolico allora dovresti interssarti di ciò che combina israele, visto che lì ci sono anche i tuoi luoghi sacri. Non è un mistero che la Chiesa Cattolica parteggi (giustamente) per il popolo palestinese, non solo perchè corrisponde all’etica cattoòlica lo stare con i più deboli e gli oppressi, ma soprattutto perchè i palestinesi sono anche cristiani cattolici e non solo musulmani. Dovresti leggere qc. lettera al Papa di sacerdoti in Terrasanta e capiresti come siano contro le politiche israeliane di sterminio, apartheid e sopraffazione.

    Abu Yasin

  33. elwin scrive:

    Un buon riposo Viandante 🙂

  34. blatante scrive:

    Reza

    non ho bisogno di andare in Israele per commentare Zand.

    Nessuno ne ha bisogno.

    Diciamo che Israele fa male alla leggenda dell’intelligenza degli Ebrei …

    Francesco

  35. blatante scrive:

    x Abu Yasin

    posso smentirti con certezza: la Chiesa Cattolica non sta con nessuna delle parti nel conflitto.

    Chiede giustizia e rispetto dei diritti, in primis quelli delle comunità cristiane e di tutti i cristiani di accedere ai luoghi santi.

    Certo, ognuno poi può leggere questo come una scelta di campo.

    Ma è una lettura, non la nostra posizione.

    Francesco

  36. utente anonimo scrive:

    “la nostra posizione”

    Certo che Francesco è forte, mo è diventato il portavoce del cattolicesimo, nonché di Vaticano.

    reza

    PS – poi vuole mandare me al manicomio.

  37. blatante scrive:

    None Reza carissimo

    se riporto la posizione del Vaticano (e quindi del Cattolicesimo tutto) non mi sono montato la testa, sono solo utile alla comunità dei lettori di Kelebek.

    Ciao

    Francesco

    PS domandina linguistica: se definiamo genocidio quel che capita al popolo palestinese, come definiamo quel che capita al popoo ceceno?

  38. utente anonimo scrive:

    GENOCIDIO.

    Vabbene?

    reza

  39. blatante scrive:

    Caro Reza

    me lo aspettavo e la risposta è: se usi lo stesso nome per due cose così diverse, quel nome perde di significato.

    E se fossi un ceceno mi incazzerei di brutto con te.

    Francesco

  40. utente anonimo scrive:

    Francesco ti assicuro che aldilà della diplomazia necessaria il Vaticano sta decisametne dalla parte dei palestinesi (Ho amici in Vaticano anch’io). E se consapevoli delle differenza religiose i credenti cattolici dovrebbero sentirsi più vicini ai musulmani che ne riconoscono il profeta Gesù/’Isa e la verginità di Maria, piuttosto che agli ebrei che non riconscono nulla del cattolicesimo, sostenendo che Gesù non era altro che un impostore. Senza menzionare il dogma ebraico dei “goym”, cioè del valore minore a quello di un animale che loro attribuiscono a chiunque non faccia parte del “popolo eletto”.

    Salaam.

    Abu Yasin

  41. utente anonimo scrive:

    “E se fossi un ceceno mi incazzerei di brutto con te.”

    pure il portavoce dei ceceni. eddai francé.

    reza

  42. blatante scrive:

    Reza

    sai contare?

    Sai leggere i dati dei morti ceceni e di quelli palestinesi?

    Ecco, DOPO, ne riparliamo.

    Francesco

  43. blatante scrive:

    Abu Yasin

    quello che dici conferma decisamente che non sai quello di cui parli.

    In specie parlando di rapporti tra ebrei e cristiani e musulmani.

    Francesco

  44. utente anonimo scrive:

    Francesco: 1) chi sei tu per dare giudizi sulle posizioni del Vaticano. Portami qc.prova, argomenta invece di dire che non so di cosa pralo dopo che ho invece argomentato le mie ragioni.

    2) Cosa c’entra il n. dei morti. E’ genocidio in Palestiina come lo è in Cecenia. Altrimenti fai come quelli che per sminuire il genocidio degli ebrei da parte nazista dicono che non erano 6 milioni, ma “solo” uno e mezzo (tra l’altro non erano davvero 6 milioni ma l’essenza non cambia). E’ il principio che conta.

    Abu Yasin

  45. blatante scrive:

    No, spettabile Abu

    Nel genocidio è il numero che conta.

    Io vedo questo pericolo nell’uguagliare palestinesi e ceceni: che gli israeliano si convincano a comportarsi come i russi, tanto è genocidio lo stesso.

    Sulla posizione del Vaticano: il tuo confondere politica e religione non aiuta. Certo il Vaticano condanna molte delle cose che fanno gli israeliani ma anche molte di quelle che fanno i palestinesi.

    Non confonderei il non allineamento della Chiesa ad Israele con un suo sostegno politico ai palestinesi.

    Francesco

  46. utente anonimo scrive:

    Francesco,

    — Io vedo questo pericolo nell’uguagliare palestinesi e ceceni: che gli israeliano si convincano a comportarsi come i russi, tanto è genocidio lo stesso. —

    In base a quel che scrive un commentatore di Kelebek? Oddio, è vero che questo è il blog della Prima Internazionale dell’Odio, e che il suo titolare è finanziato direttamente da Ahmadinejad, però addirittura indurre Olmert a piallare la Palestina…

    E soprattutto, a dirla tutta, mi risulta un po’ difficile immaginarti agitato da ansia e terrore per le sorti del popolo palestinese 🙂

    Z.

  47. blatante scrive:

    Z.

    perchè tu sottovaluti il mio essere cattolico!

    Infatti, a differenza di Miguel, io vorrei salvare tutti, anche i resistenti.

    Devo ammettere che io confido nel buon Dio, Miguel non ho ancora capito bene in cosa!

    Però vedo che il mio modesto punto di vista è stato compreso.

    Francesco

  48. PinoMamet scrive:

    Francè

    a parte sperare nel buon Dio, cosa del tutto ragionevole, secondo te cosa potrebbero fare i palestinesi per “salvarsi”?

    Ciao!

  49. blatante scrive:

    Pino

    nella situazione attuale, chinare la testa e aspettare che il vento giri. Come hanno fatto mille popoli oppressi nel corso della storia, quando ribellione avrebbe significato sterminio ed estinzione.

    Non dimenticare nulla, trattare per il possibile, farsi pubblicità nel resto del mondo, astenersi da atti che li rendono odiosi (non per bontà d’animo, per marketing).

    La forza militare e politica di Israele non è destinata a durare in eterno.

    Francesco

  50. RitvanShehi scrive:

    >E c’è una complicità inimmaginabile per qualunque altro paese. Quando il regime birmano fa arrestare i monaci, si parla di sanzioni contro la Birmania. Quando Israele bombarda Gaza, si parla di sanzioni … contro Gaza…kelebek< Ehmmm…non sarà per caso dovuto anche al fatto che i monaci birmani non sparano razzi contro “il regime birmano”?

  51. RitvanShehi scrive:

    OT x Reza

    Ohè, come sta il tuo omonimo ex capo della polizia religiosa di Teheran beccato in un ehmmm…luogo pieno di donnine allegre?:-)

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