Tirate fuori 14 Euro a testa, grazie

Marino Badiale e Massimo Bontempelli hanno colpito ancora, pubblicando un testo veramente importante.

Il titolo è La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell’epoca del capitalismo assoluto.

Il libro è stato pubblicato da Roberto Massari, un editore piccolo ma abbastanza grintoso da assicurare che si possa almeno richiedere in libreria, per la modica cifra di 14 Euro.

Comunque lo troverete in vendita a Chianciano, dove sono sicuro che verrete in tanti…

Il titolo non deve ingannare: Badiale e Bontempelli provengono da lunghe esperienze "a sinistra", ma il testo non è l’ennesima diatriba interna a quel mondo. Anzi.

E’ un discorso che ci riguarda tutti, a prescindere dalle nostre radici ancestrali, ed è il primo tentativo serio di dare spessore e argomenti a quella che è ormai una sensazione comune di milioni di persone.

Viviamo nel mondo descritto da Michela Murgia quando racconta con ironia il mostruoso microcosmo della Kirby. A proposito del proprio libro, l’autrice si pone una splendida domanda:

"C’è la critica? C’è il racconto di un mondo che si critica da solo semplicemente esistendo. Se raccontarlo ne mette in luce le assurdità, allora il mio libro è una critica."

 Il mondo della Kirby è anche un mondo in cui il nostro governo trova normale porre sotto embargo un popolo intero, stremato, alla fame e bombardato come quello palestinese, ordinandogli, se vuole di nuovo mangiare, di abbattere il proprio governo democraticamente eletto.

E’ anche un mondo in cui il nostro governo trova normale cercare di sopprimere un processo perché i magistrati non "collaborano" con il governo stesso.

E’ anche un mondo in cui un partito espelle un proprio dirigente perché avrebbe violato il principio di non violenza, sostenendo il diritto alla resistenza dei popoli aggrediti; e che poi minaccia di espulsione i propri deputati che, in nome della non violenza, osano votare contro una spedizione militare.

Tutte queste cose hanno in comune due elementi.

Primo, violano la Costituzione, che non è né di "destra" nè di "sinistra", ma è semplicemente fondante della convivenza civile.

Secondo, queste violazioni vengono sempre giustificate allo stesso modo: le esige il Mercato Globale, oppure le esigono gli Impegni Internazionali, che sono poi la stessa cosa.

In più, al Buon Elettore di Sinistra, si pone un ricatto a cui cede quasi sempre: se non facciamo noi queste cose, arriverà Berlusconi e farà le stesse cose.

Ora, se diciamo che il Mercato Globale può comandare e decidere in tutto e per tutto delle nostre vite, stiamo dicendo che il capitalismo ha un potere totale e senza vincoli, al di sopra di ogni altra sfera della vita; e i governi devono solo amministrare ciò che esige il capitalismo assoluto.

Scrivono Badiale e Bontempelli:

"Chiamiamo capitalismo assoluto il capitalismo storico che è penetrato in ogni poro e in ogni profondità della vita umana associata."

Aggiungo un esempio mio: tutti conosciamo la grande statua del Buddha a Banyan, in Afghanistan, distrutta dai Taliban, in nome, si dice, del totalitarismo religioso.

Pochissimi conoscono i petroglifi di Burrup in Australia. Si tratta della più grande raccolta di arte preistorica del mondo: un milione di incisioni rupestri risalenti, forse, a diverse decine di migliaia di anni fa.

Burrup non è solo un sito archeologico. E’ rimasto ininterrottamente un luogo sacro fino a decenni recenti, quando i suoi ultimi custodi furono cacciati, uccisi, mandati ai lavori forzati o strappati ai genitori per essere messi in orfanotrofi-carcere.

Adesso hanno scoperto che in quella regione c’è il gas e stanno arrivando le ruspe.

Lo scorso 27 gennaio, il ministro dell’ambiente ha dichiarato che il sito non merita una speciale protezione.

Perché questo fatto non suscita alcuno scandalo nel mondo, al di fuori dei ristretti ambienti degli ecologisti e dei nativi australiani?

Perché mentre non capiamo il Corano (ammesso e non concesso che il Corano giustifichi in qualche modo la distruzione della statua del Buddha), capiamo perfettamente il valore supremo della Competitività sul Mercato Globale.

Ora, se la Competitività sul Mercato Globale diventa indiscutibile quanto il Corano, vuol dire che è il punto di riferimento assoluto e ultimo, ineluttabile quanto la divinità per il vero credente.

E’ esattamente questa aureola di divinità ineluttabile che Badiale e Bontempelli smascherano.

Lo fanno con una gran quantità di dati e di ragionamenti chiarissimi, ma non voglio togliervi il gusto di leggere il libro, anticipandoveli.

Passo al punto più importante, che riguarda proprio il mito della Competitività:

"Un mondo in cui l’affermazione personale e addirittura la sopravvivenza esigono di essere più competitivi è un mondo di rovine, perché ovviamente, non è possibile che tutti siano più competitivi di tutti. Quello della competitività è è necessariamente un giuoco a somma negativa in cui, inoltre, pochi vincono e molti perdono. La sinistra cerca la ‘buona’ competitività, e i modi più efficaci per raggiungerla. Chi cerca invece solidarietà e rispetto della dignità di ogni essere umano, deve evidentemente abbandonare la sinistra".

Infatti, il messaggio forte di Badiale e Bontempelli è proprio questo: se si vuole lanciare una politica che non cerchi di rendere meno micidiali le mazzate del capitalismo, ma che vuole invece fondare una nuova solidarietà, la prima cosa da fare è chiara e dolorosa, almeno per chi usa ancora il nome di "sinistra".

Bisogna rompere, dentro di sé prima ancora che politicamente, con "la sinistra", con l’illusione del "meno peggio", con la fantasia che "comunque sono dei nostri".

Perché la devastazione riguarda tutto e tutti.

Anche il più moderato dei liberali (parlo dei liberali, non dei forcaioli finti tali) dovrebbe capire che il capitalismo assoluto significa la fine della libertà politica, e la fine della libertà politica significa la fine dello stato di diritto e degli stessi diritti umani.

A insidiare, poi, la "famiglia", cara ai conservatori, non sono certo i Dico, ma la natura assolutamente aleatoria del lavoro.

Lo racconta benissimo Khadija sul suo blog:

"Il problema è che sei tu e che poi c’è pure la tua amica di Spoltore con tre figli e separata, e la tua amica di Teramo, ch’è pure mamma single e quella di Bucchianico che di figli non ne ha e chissà che non sia peggio.

E la forza, invece, è nel saper essere architetto o ricercatrice, solo quando è proprio necessario, non in tutti quei casi – e sono veramente tanti – in cui il titolo è un pesante e ingombrante surplus. Molto più difficile saper essere magazziniera o colf con criterio e con dignità, senza stare lì a recriminare, senza sclerare perchè ti senti frustrata che c’hai una laurea e ti tocca fare questo e quello. Ce l’hanno tutti, una laurea, mica solo tu, eh!

Fatto sta che ci occorrerebbe sopravvivere, piuttosto. Possibilmente, senza rischiare di ritrovarci, da un giorno all’altro, sotto un ponte.

Eh, magari!"

Non fingere di attutire i colpi del capitalismo assoluto, magari cercando di aumentare qualche reddito, ma andare nella direzione opposta, come indicano Badiale e Bontempelli:

"Se un lavoratore avesse la casa gratuita, il trasporto gratuito sul posto di lavoro, il nido gratuito per i suoi bambini e l’assistenza gratuita per per i suoi anziani, e gli si offrisse una gamma più ristretta ma soddisfacente di beni di consumo da comprare, potrebbe vivere meglio senza aumenti salariali, in un quadro complessivo di prodotto interno lordo decrescente".

E poi, come ci dicono tra l’altro anche i climatologi, l’alternativa è davvero spaventosa.

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88 risposte a Tirate fuori 14 Euro a testa, grazie

  1. falecius scrive:

    “Se un lavoratore avesse la casa gratuita, il trasporto gratuito sul posto di lavoro, il nido gratuito per i suoi bambini e l’assistenza gratuita per per i suoi anziani, e gli si offrisse una gamma più ristretta ma soddisfacente di beni di consumo da comprare, potrebbe vivere meglio senza aumenti salariali, in un quadro complessivo di prodotto interno lordo decrescente”.

    A me pare una buona descrizione della cara, vecchia Unione Sovietica brezhneviana… Ovviamente, non si sta parlando di libertà politiche.

  2. utente anonimo scrive:

    Per le quali non ci sarebbe posto, anche se qualcuno glissa elegantemente.

    In ogni caso, lo spauracchio dell’Estinzione Globale (persino peggiore di quello del Ritorno di Silvio) fornisce una giustificazione per ogni azione spiacevole ma necessaria.

    Io mi quoto per il posto di “Definitore della Soddisfacenza” nei beni di consumo o, in sottordine, di Custode Museale dei Beni Superflui e non più offerti al lavoratore.

    Intanto credo che risparmierò 14 euro.

    Ciao

    Francesco

  3. utente anonimo scrive:

    magari sarò sempre il solito ingenuotto, ma la differenza fra le due situazioni non è che a burrop nessuno vuole distruggere i girocosi mentre a bamyan le statue sono diventate sabbia e polvere?

    http://www.abc.net.au/news/newsitems/200702/s1859017.htm

    Mrs Roberts told State Parliament

    Woodside will have to abide by stringent conditions to protect Aboriginal rock art of high significance and provide a comprehensive cultural management plan.

    e, per amore della discussione, mettiamo che i talibani australiani vogliano distruggere i girocosi, non è che la differenza sta nelle ragioni del vandalismo: 17 e passa miliardi di dollari da una parte, la supposta gratitudine di allah dall’altra (supposta perchè magari le statue gli piacevano e per punire i vandali gli ha scatenato contro la piaga amerikana)?

    roberto

  4. utente anonimo scrive:

    Se Berlusconi si fosse mai sognato di fare una cosa del genere, l’avremmo saputo (per fortuna)

    maria

    non solo, qualcuno avrebbe parlato anche di regime e di fascismo.

  5. utente anonimo scrive:

    francesco,

    ma davvero tu pensi che i consumi e i bisogni non possano essere sottoposti a nessuna riflessione in vista di una loro riduzione o crescita?

    O deve per forza essere il “mercato” a decidere cosa vale o non vale la pena di avere, produrre, consumare ecc. ecc.?

    maria

  6. utente anonimo scrive:

    È ancora troppo timida e dentro il sistema la proposta di badiale e bontempelli. Inizierei a sentire veramente intuizione che un’altra via è possibile se vedessi la proposta: abbattimento delle ore di lavoro e simultaneo aumento dei salari. Ma in ambito capitalistico è un sogno, qualcuno obietterà. Infatti, si tratta d’una società che sta finalmente iniziando a fregarsene tranquillamente delle leggi economiche vigenti. Allora inizierei a capire che quel qualcuno sta vedendo e indicando la possibilità d’una transizione verso altro.p

  7. utente anonimo scrive:

    trovo interessanti le parole di Badiale e Bontempelli e probabilmente comprerò il libro…

    l’unico problema che continua a non andarmi giù, è la storia del superamento della sinistra…

    passi pure l’andare oltre a tutti questi lacchè di partiti di pseudo-sinistra, cosa che ho già fatto da alcuni anni, ma la sinistra intesa come idea la trovo intramontabile e che “populisticamente” riassumo col classico binomio “padroni e schiavi (lavoratori)”….

    sono i vari bertinotti e diliberto (d’alema non lo considero neppure) a fare un uso improprio di questa sinistra, di fatto la sinistra non li riguarda più…

    ma volendo, potrei fare a meno di nominarla (la sinistra) 😉

    ciao e alla prossima

    orso

  8. utente anonimo scrive:

    miracolo:-) p. che si dichiara d’accordo con qualcosa…

    A parte la battuta, p., io invece credo che la proposta di B e B, sia più efficace che se avesse tirato in ballo le cose sia pure importantissime e precise che tu citi.

    Efficace seppur vaga perchè propone delle cose molto concrete che presuppongono un’economia e un modo di vivere radicalmente differenti da quelli attuali.

    Riguardo alla dicotomia destra sinistra anch’io ho delle perplessità, forse perchè considero di sinistra le idee di b e b:-)

    maria

  9. utente anonimo scrive:

    >A me pare una buona descrizione della cara, vecchia Unione Sovietica brezhneviana… Ovviamente, non si sta parlando di libertà politiche. falecius<
    Porca miseria, mi hai levato le parole di bocca, solo che io avevo pensato alla cara vecchia Albania di Hoxha che ho conosciuto piuttosto bene.

    Se potrebbe anche fa’, per carità. però, bisognerebbe convincere prima anche gli altri 26 (o quel che sono, ho perso il conto:-) ) paesi UE ad adottare gli stessi illuminati criteri di B&B. O, in alternativa, dire chiaro e tondo che si esce dall’UE e si ripristinano le barriere doganali con i paesi UE confinanti. E chi tenterà di introdurre in Italia collant lycra o rossetti cacharel per circuire le giovani ed oneste proletarie ormai abituate – sempre secondo gli illuminati standard stabiliti da B & B in persona – a calzettoni di gomma e matite grasse da asilo nido, sarà fucilato sul posto. Costituzione permettendo, beninteso:-).

    Ciao

    Ritvan

  10. utente anonimo scrive:

    >Io mi quoto per il posto di “Definitore della Soddisfacenza” nei beni di consumo o, in sottordine, di Custode Museale dei Beni Superflui e non più offerti al lavoratore. Francesco<
    Meschineddu, ti accontenti di poco! Io invece punto al posto di Supremo Assegnatore Nazionale Di Case Gratuite Al Proletariato. A quel punto la Spitz mi fa un bel paio di baffi!:-)

    >Intanto credo che risparmierò 14 euro.<
    Hmmm…anch’io. Non lo diciamo ad alta voce, però! E se per puro miracolo B & B riuscissero a stabilire nel belpaese il Regime Illuminato del Consumo Ristretto Ma Soddisfacente, poi cor cazzo che te lo danno a te il posto di Custode del Musseo Dei Lussi Borghesi e a me quello Sopradescritto!

    Ciao

    Ritvan

  11. utente anonimo scrive:

    >francesco, ma davvero tu pensi che i consumi e i bisogni non possano essere sottoposti a nessuna riflessione in vista di una loro riduzione o crescita? O deve per forza essere il “mercato” a decidere cosa vale o non vale la pena di avere, produrre, consumare ecc. ecc.? maria< Controdomanda: Maria, ma davvero ti piacerebbe che fosse un gruppo composto da – faccio dei nomi a caso – Pecoraro Scanio, Rosy Bindi, Piero Fassino e Arturo Parisi (detto affettuosamente Er Neguse) a decidere se permetterti di portare le mutandine col pizzo oppure per principio di precauzione vietartelo, visto che non si sa bene quale effetto potrebbe avere la produzione di pizzi e merletti sul buco dell’ozono o sull’effetto serra?:-) Ciao
    Ritvan Siempre Vice Francesco

    P.S. Miguel, stavolta ho fatto copia:-)

  12. utente anonimo scrive:

    Penso proprio che mi procurero’ il libro. Grazie della segnalazione.

    Per conto mio, ho smesso da un po’ di considerarmi “di sinistra”; e’ un’etichetta che fa danni piu’ di quanto non serva a chiarire le reciproche posizioni.

    E il rifiutarla suscita reazioni non solo tra chi ancora ci e’ affezionato, ma anche nello schieramento opposto, che si vede improvvisamente privato del proprio nemico d’elezione.

    uppe

  13. utente anonimo scrive:

    Un saluto a tutti. Primo commento in questo blog che leggo quotidianamente e con molto piacere. Tra l’altro mi accorgo solo ora che è stata riporata una mia traduzione di un certo discorso tenuto nel Paese dell’Innominabile. Grazie della citazione (adesso mi spiego come mai all’epoca ci fu un repentito e non più ripetuto balzo in avanti nei lettori).

    Se il padrone di casa permette, c’è una cosa che non mi convince:

    il nostro governo trova normale porre sotto embargo un popolo intero, stremato, alla fame e bombardato come quello palestinese, ordinandogli, se vuole di nuovo mangiare, di abbattere il proprio governo democraticamente eletto

    Sacrosante parole.

    il nostro governo trova normale cercare di sopprimere un processo perché i magistrati non “collaborano” con il governo stesso

    Giusto

    un partito espelle un proprio dirigente perché avrebbe violato il principio di non violenza, sostenendo il diritto alla resistenza dei popoli aggrediti; e che poi minaccia di espulsione i propri deputati che, in nome della non violenza, osano votare contro una spedizione militare.

    Una situazione al limite del paradossale, anzichennò.

    Però alla fine di chi è la colpa? Del mercato/capitalismo.

    Io questo non me lo sono mai spiegato. Si individua il responsabile ma si accusa sempre un’entità astratta come “il mercato”. Perché?

    Giorgio

    ps: a proposito del Kirby, vorrei dire che, essendoci entrato a contatto con quel mondo, devo anche ammettere che una persona non del tutto deficiente dovrebbe scappare a gambe levate dopo un’ora di contatto con quel “mondo”.

  14. alhamdulillah scrive:

    …Profondamente d’accordo con la questione del “superamento della sinistra”.

    Più che aumentare i salari, diminuire i bisogni indotti o rivalutare il diritto di ogni uomo allo stato sociale, che, tra l’altro, dovrebbe essere inalienabile, una vera svolta sarebbe la possibilità di riciclare drasticamente i membri del governo attuale, degli oppositori, dei vip e perfino dei portaborse.

    Fare il parlamentare dovrebbe essere un lavoro come un altro, non un famelico businnes che annienta il senso morale e l’intelligenza.

    A presto, inshallah.

    Khadi

  15. utente anonimo scrive:

    Ritvan

    possibile che non si posssa riflettere intorno a un nuovo stile di vita che non comporta necessariamente mutande di lana e calzettonacci, senza tirare in ballo l’Albania o i bieki regimi comunisti?

    Certo è difficile pensare a cosa sia utile e nello stesso tempo bello e a una ridefinizione del superfluo, ma credo sia possibile anche senza comitati di salute pubblica:-)

    maria

  16. utente anonimo scrive:

    Buonasera a tutti (chi c’è)_

    A proposito della Resistenza afghana e dei cittadini Pakistani, voglio lasciarvi un aforisma alla Oscar Dimitri Buffa Wilde_

    Chiedi a una persona, che può essere un veterano di guerra o un semplice impiegato, se davvero uccidere sia così tanto più semplice che morire_ Se ti risponderà subito e senza dubbio di sì, quello non è un uomo ma un animale_

    + + + + + + + + + + + +

    E per sdrammatizzare un po’ l’oscurità di sopra, vi consiglio di dare un’occhiata alla foto di Mastrogiacomo che appare esattamente adesso sul sito ansa.it – con tutta la simpatia, il rispetto e la vicinanza emotiva, sembra un Bogey con lontane velleità da Hemingway “sono scampato alla giustizia talebana, ma ora una bella lotta a mani nude con uno squalo mentre mi brucio i polmoni con un Havana non ci starebbe niente male”_

    Si fa per sorridere – a disgrazia quasi evitata – lo dico senza nessuna malizia, semplicemente perché ho aperto il sito e c’era quella foto e volevo dividere con voi la battuta – mi raccomando_

    Non vorrei dare un’impressione sbagliata_

    Laonardo Migliarini

  17. utente anonimo scrive:

    Aaaah scusate l’intrusione, scusa Miguel_

    Mi è solo venuto in mente ora – nel mio post n.16 sarebbe stato più divertente dire

    “Oscar Dimitri Buffa, vedovo Wilde”_

    Bye_

  18. utente anonimo scrive:

    maria (5),

    a parte divieti o limiti a tutela di alcuni principi fondamentalissimi (chessò, divieto di vendersi un rene, divieto di mettere in circolazione una macchina senza freni, divieto di vendere le torte fatte con il topicida al posto della farina), non vedo chi altro dovrebbe decidere cosa è “utile” o “inutile” se non il consumatore stesso.

    per dire tre giornali sportivi quotidiani *mi* sembrano perfettamente inutili, ma se li vendono beh, meglio per loro.

    un suv *mi* sembra perfettamente inutile, se poi qualcuno si diverte a spendere lo stipendio in benzina e ad impazzire a trovare parcheggio, peggio per lui.

    la canna *mi* sembra perfettamente inutile e dannosa, ma se poi uno se la vuole comprare, finché non mi appesta con la sua puzza, cavoli suoi.

    poi è chiaro che vanno limitate quelle cose il cui consumo danneggia tutti (chessò scoraggi l’acquisto di auto inquinanti, ma perchè sono inquinanti e danneggiano tutti, non perchè sono uno status symbol da ricconi o perchè ti stanno antipatiche)

    roberto

  19. vogliopartire scrive:

    Non conoscevo questi due prof, ho letto quello che pensano e scrivono e li condivivo in pieno, a modo mio e in maniera piu’ semplice dico le stesse cose da tanti anni. Ho provato sulla mia pelle per qualche anno il lavoro nei call center …ma i call center come grossi pollai a produrre per le telecomunicazioni, con i coach con il fiato sul collo, le telecamere puntate in fronte…un lavoro che ancora molti giovani fanno, dove un giornale come Porta Portese offre ingannando miserevolmente chi ingenuamente ancora crede che lavorando in un call center si possa avere un futuro…c’è solo sfruttamento, personale che viene assunto per la prova a paghe irrisorie, a obbietivi da raggiungere impossibili, e in pratica a rotazione hanno personale che lavora quasi aggratis, gli annunci su Porta Portese si susseguono tutte le settimane, due volte in una settimana, e cosi hanno sempre decine di giovani che ci cascano e in mancanza di altro, si accontentano.

    La compagnia di telecomunicazione Fastweb deve la sua fortuna a questo tipo di *produzione*, ma anche la Telecom, e cosi infostrada…e altre compagnie. Gli unici ad arrichirsi sono questi Manager che girano come sciacalli in questi call center a vedere la *produzione*.

    Questo sarebbe il riformismo, la flessibilita, le privatizzazioni…ecc. ecc.

  20. utente anonimo scrive:

    Chapeau, Miguel! E grazie delle segnalazioni editoriali (soprattutto la seconda).

    Ciao, silviu’

  21. utente anonimo scrive:

    roberto,

    non intendo delegare cosa proibire, o scegliere per altri, a chicchessia, e tantomeno per antipatia, gusti personali o moralismi.

    Non credo , tuttavia, che tutto avvenga per caso, prendiamo la televisione, i suoi programmi insulsi e stupidi che sono dilagati dappertutto, a tutte le ore, credi che non si possa fare nulla, in qual campo, senza per questo censurare o sconfinare nel moralismo?

    Prchè ogni canale televisivo deve avere il programma becero simil grande fratello? Non ne bastava uno? perchè la domenica le persone si debbono sorbire programmi di gossip, pseudoculturali,

    dove si parla della guerra, dico a caso, o di altri problemi politici mescolati a balletti banali, interviste del c., e bischerate varie?

    E’ impossibile frenare o proporre qualcosa, di alternativo, ma non in ore notturne, quando tutti dormono?

    I modelli di vita e i modelli culturali non nascono a caso, sono favoriti da questo e quello, si espandono, proliferano., secondo le idee e la logica di chi li pensa e mostra, e in questo la televisione e la pubblicità hanno un ruolo importante.

    Perchè nella grande stampa quotidiana ci sono ogni giorno diverse pagine, cinque, sei, dedicati ad argomenti che nulla hanno a che fare con l’informazione vera e propria? Anzi a volte è proprio questa informazione ad assumere vesti che assomigliano, al gossip e all’intrattenimento.

    Perchè la televisione pubblica deve essere sempre la stessa indipendentemente da chi governa? Sempre la stessa dal punto di vista qualitativo, intendo, non politico.

    Se i suv inquinano o sono dannosi , non c’è bisogno di arrivare alla proibizione di acquisto, ma semplicemente non si fanno circolare mai nei centri delle città, dove non ci sono le condizioni per cui sono nati credo, fango, salite, strade impervie…

    Certo le cose che dicevi tu sono più ancora più importanti e fondanti, non vendersi un rene per esempio, eppure qualcuno lo fa, non in occidente, ma nei paesi più poveri, traffico di organi anche infantili….

    Ma questo è un altro discorso ancora più complicato….

    maria

  22. utente anonimo scrive:

    >Ritvan possibile che non si posssa riflettere intorno a un nuovo stile di vita che non comporta necessariamente mutande di lana e calzettonacci, senza tirare in ballo l’Albania o i bieki regimi comunisti?<
    Perché non lo dici anche al kompagno falecius (commenti n.1), cara? Ma se, da impenitente kompagna quale sei, il tirare in ballo i paesi del cosiddetto “socialismo reale” ti dà l’orticaria, possiamo benissimo evocare le schifezze autarchiche (tipo caffé di cicoria) del Duce all’epoca delle “inique sanzioni”:-).

    Ciao

    Ritvan

  23. utente anonimo scrive:

    > E’ esattamente questa aureola di divinità ineluttabile che Badiale e Bontempelli smascherano.

    >

    No. E’ esattamente quello di cui ti parlavo alcuni commenti fa, a proposito della moralità della legge di gravità. Il punto non è domandarsi se la legge di gravità è morale: il punto è capirla per ottenere cose buone.

    > Lo fanno con una gran quantità di dati e di ragionamenti chiarissimi, ma non voglio togliervi il gusto di leggere il libro, anticipandoveli.

    >

    > Passo al punto più importante, che riguarda proprio il mito della Competitività:

    >

    > “Un mondo in cui l’affermazione personale e addirittura la sopravvivenza esigono di essere più competitivi è un mondo di rovine, perché ovviamente, non è possibile che tutti siano più competitivi di tutti. Quello della competitività è è necessariamente un giuoco a somma negativa in cui, inoltre, pochi vincono e molti perdono. La sinistra cerca la ‘buona’ competitività, e i modi più efficaci per raggiungerla. Chi cerca invece solidarietà e rispetto della dignità di ogni essere umano, deve evidentemente abbandonare la sinistra”.

    Se questi sono i ragionamenti che fanno, stanno messi male.

    Cosa vuol dire essere competitivi? La competizione avviene nell’ambito di un mercato, per la fornitura di un bene o di un servizio “sostituibile”. Un medico non è in competizione con un contadino, e nessuno dei due è in competizione con un traduttore dal portoghese al russo.

    > Infatti, il messaggio forte di Badiale e Bontempelli è proprio questo: se si vuole lanciare una politica che non cerchi di rendere meno micidiali le mazzate del capitalismo, ma che vuole invece fondare una nuova solidarietà, la prima cosa da fare è chiara e dolorosa, almeno per chi usa ancora il nome di “sinistra”.

    Se invece cercasse di capire come funziona l’economia, prima di fare affermazioni come quella qui sopra?

    > Anche il più moderato dei liberali (parlo dei liberali, non dei forcaioli finti tali) dovrebbe capire che il capitalismo assoluto significa la fine della libertà politica, e la fine della libertà politica significa la fine dello stato di diritto e degli stessi diritti umani.

    Storicamente non è affatto così. Da quanto mi risulta, l’affermazione dei diritti civili delle persone è avvenuta prima (e in misura maggiore) nelle società dove lo sviluppo del capitalismo è stato più forte. E non è un caso che le misure di limitazione del capitalismo (come le leggi antitrust) siano state fatte in Inghilterra e negli Stati Uniti.

    E che in paesi dal capitalismo più primitivo (Italia) tali leggi siano estremamente più deboli.

    > E la forza, invece, è nel saper essere architetto o ricercatrice, solo quando è proprio necessario, non in tutti quei casi – e sono veramente tanti – in cui il titolo è un pesante e ingombrante surplus. Molto più difficile saper essere magazziniera o colf con criterio e con dignità, senza stare lì a recriminare, senza sclerare perchè ti senti frustrata che c’hai una laurea e ti tocca fare questo e quello. Ce l’hanno tutti, una laurea, mica solo tu, eh!

    Il fatto che l’Italia, come sistema paese, non assorba i propri laureati è un problema noto. E’ uno dei problemi della (orrore!) competitività dell’Italia.

    In Gran Bretagna importano laureati a tutto spiano. Attualmente vanno moltissimo i polacchi.

    > “Se un lavoratore avesse la casa gratuita, il trasporto gratuito sul posto di lavoro, il nido gratuito per i suoi bambini e l’assistenza gratuita per per i suoi anziani, e gli si offrisse una gamma più ristretta ma soddisfacente di beni di consumo da comprare, potrebbe vivere meglio senza aumenti salariali, in un quadro complessivo di prodotto interno lordo decrescente”.

    Certo. Si chiama “economia pianificata”. Ha fatto la fine che ha fatto, anche se questi due non sembrano essersene accorti. Ed ha causato danni ambientali perfino peggiori del “capitalismo assoluto”. Chiedere a Chernobyl e dintorni per avere qualche informazione.

    Ma sopattutto, chi paga tutto questo? Con quali soldi? In che modo?

    Ma possibile che i conti debbano essere un opinione politica e non un fatto oggettivo?

    PaoloB

  24. utente anonimo scrive:

    Cosa vuol dire essere competitivi? La competizione avviene nell’ambito di un mercato, per la fornitura di un bene o di un servizio “sostituibile”. Un medico non è in competizione con un contadino, e nessuno dei due è in competizione con un traduttore dal portoghese al russo.

    maria

    ma la competizione di cui parlavano B e B, forse va intesa in un senso lato.

    Faccio un esempio.

    Loiero, uomo politico calabrase, con grande potere, in un’intervista a Riccardo Iacona che gli chiedeva come mai lui, Loiero, avesse fatto prevalere, e cioè diventare Presidente di una società che dovrebbe trasformate un’area dismessa del territorio disgraziato di lamezia terme, un oscuro architetuccio invece dell’unico imprenditore della zona che da oltre cento anni dà lavoro reale, vero, nella sua industria di tonno, uomo dunque di vaste relazione e competenze, ha risposto senza pudore che ha preferito l’architetto per NON PERDERE.

    Capisci, aveva ingaggiato una partita di potere e per non perdere sacrificava un possibile sviluppo della sua città , e lo diceva come se fosse la cosa più naturale del mondo.

    Ecco per me questa è competizione, competizione che mira soltanto a fa prevalere se stessi, nelle diverse occasioni, strafottendosi degli altri.

  25. utente anonimo scrive:

    Per Maria, #24

    “Ecco per me questa è competizione, competizione che mira soltanto a fa prevalere se stessi, nelle diverse occasioni, strafottendosi degli altri.”

    Certo. Ma questa NON è la competizione che fa crescere la ricchezza globale prodotta.

    Questa è la competizione che può avvenire in un ambiente scarsamente competitivo, dove le capacità e l’efficacia sono messi in secondo piano rispetto all’appartenenza politica.

    Questa non è competizione. E’ padrinaggio politico di basso livello.

    Ed è, tanto per capirsi, quello che NON genera genera crescita economica.

    Genera solo l’arricchimento di tizio o di caio.

    E’ il motivo per cui in Italia i laureati non trovano lavoro, e in Inghilterra sì: non c’è bisogno delle capacità di persone competenti. Ci vuole l’amico.

  26. kelebek scrive:

    Per maria n. 21

    La risposta alla tua domanda è, “la competitività”.

    Chi non abbassa la qualità del proprio giornale, o della propria televisione, non è competitivo.

    Miguel Martinez

  27. utente anonimo scrive:

    Sì carissimo, ma quando il criterio della competizione ha la supremazia su tutto ,non rimane soltanto nel giro virtuoso e teorico che tu enunci ma si allarga e diventa strumento anche di corruzione economica ed etica.

    Voglio dire che ci sono momenti della vita e dell’organizzazione sociale, e sono molto collegati, in cui la competizione non deve essere strumento assoluto e nemmeno relativo.

    Riflettevo in questi giorni guardando delle pubblicità che se ci fai caso puntano esclusivamente sul valore del singolo visto però come superiore all’altro. Anche se si tratta di un’utilitaria si deve puntare sulla competitività, io sono migliore e superiore a te , ecco perchè possiedo questo oggetto.

    Credimi, questo alla lunga, produce danni.

    maria

  28. utente anonimo scrive:

    “Sì carissimo, ma quando il criterio della competizione ha la supremazia su tutto ,non rimane soltanto nel giro virtuoso e teorico che tu enunci ma si allarga e diventa strumento anche di corruzione economica ed etica.”

    Grazie per il carissimo.

    No. Storicamente, l’aumento della competizione ha sempre provocato lo sviluppo di regole.

    E il motivo è che il sistema, altrimenti, tende a diventare enormemente inefficiente, premiando chi detiene già la ricchezza.

    PaoloB

  29. utente anonimo scrive:

    x Paolo B.

    Concordo pienamente su ciò che scrivi. Specie su questo: “E’ il motivo per cui in Italia i laureati non trovano lavoro, e in Inghilterra sì: non c’è bisogno delle capacità di persone competenti. Ci vuole l’amico.” Parole sante!

    Ciao

    Ritvan

    P.S. x maria.

    Sì, è vero la competitività fa schifo, è immorale. Io propongo di abolire scudetti, coppe, medaglie d’oro (ignobile metallo simbolo del bieko Kapitale) e ciarpame simile. Si gioca e si gareggia e poi tutti son vincitori. Come nel Paradiso pubblicitario di Bonolis e Laurenti:-). E tutti vivranno felici e contenti:-)

  30. utente anonimo scrive:

    p.

    come prosegue la tua storia?

    lavoro di meno e mi pagano di più.

    poi?

    ciao

    Francesco lo speranzoso

  31. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    ma io non ho detto di abolire le gare, gli scudetti , le medaglie e altro, ho detto che la competività va agita con rigore e che non può essere l’unico criterio di organizzazione sociale.

    Ho fatto anche degli esempi ma vedo che tu continui a non voler capire….

    maria

  32. utente anonimo scrive:

    p.

    come prosegue la tua storia?

    lavoro di meno e mi pagano di più.

    poi?

    maria

    ti sembra tanto strano? in fondo è già accaduto, oggi si lavora meno di quanto non si facesse nell’Ottocento e si guadagna di più.

    Probalmente ci sarà stato anche allora un francesco che ironizzava su chi prefigurasse scenari differenti.

  33. utente anonimo scrive:

    >Ritvan, ma io non ho detto di abolire le gare, gli scudetti , le medaglie e altro, maria<
    Lo so, questo l’ho detto io: nell’ambito delle mie metafore iperboliche che mandano in bestia:-) il nostro “padrone di casa”.

    >ho detto che la competività va agita con rigore<
    Sì, ma il rigore dipende molto dal background del paese: un conto è il rigore svizzero e un alto quello italico:-).

    >e che non può essere l’unico criterio di organizzazione sociale.<
    Infatti nessuno dice che dovrebbe essere l’unico, bensì il più diffuso. Nella produzione e distribuzione di beni e servizi, invece, dovrebbe essere l’unico.

    >Ho fatto anche degli esempi ma vedo che tu continui a non voler capire….<
    Maria, siete vosotros che non volete capire. Una volta eliminato surrettiziamente il principio di competitività in campo economico, l’estensione di tale esclusione agli altri campi (culturale e politico e magari anche sportivo:-)) è solo questione di breve tempo. Poi sarai sempre tu – ovviamente se rimani senza una comoda poltrona di potere:-) – a strillare “alla dittatura”. Ma a quel punto sarebbe troppo tardi: finiresti ipso facto in un gulag (o lager, a piacere). La storia del XX secolo lo ha dimostrato abbondantemente.

    Ciao

    Ritvan

  34. utente anonimo scrive:

    Maria

    p. non faceva il caso (come Montanelli) degli scioperi che spinsero i padroni tirchi a mollare qualche lira in più.

    Lui vuole smontare il sistema capitalistico.

    E potrebbe dirti che i soldi in più che si prendono oggi dipendono dalla maggior produttività del nostro lavoro, che permette al padrone di godersi lo stesso i frutti del nostro sfruttamento.

    Sembri la reclame di una università economica per soli uomini ….

    Francesco

  35. utente anonimo scrive:

    Sembri la reclame di una università economica per soli uomini ….

    maria

    questa non l’ho capita, ma che vuol dire?

  36. utente anonimo scrive:

    >questa non l’ho capita, ma che vuol dire? maria < Probabilmente vuol dire che tramite i tuoi discorsi la reclame spiega perché quell’università economica (non so però se Francesco voleva dire “facoltà di Economia” o “università dalle rette abordabili”:-) è costretta ad accettare solo studenti masculi:-).
    Ciao

    Ritvan ‘O Interprete di Francesco I

    P.S. Non che io sia d’accordo con Francesco, beninteso, faccio solo da interprete:-). Anche perché tale aberrante visione economica è diffusa altrettanto equamente anche fra i masculi. Soprattutto fra quelli di estrema destra ed estrema sinistra. La differenza fra le due sullodate categorie sta solo nel fatto che i primi – vedi il nostro Pennuto Rapace Policromo:-) – in genere intendono far beneficiare del loro welfare state alle vongole solo quelli di pura razza italica, mentre i secondi forse pensano di estendere i suddetti benefici anche a nosotros “diversamente comunitari”.

  37. utente anonimo scrive:

    Ritvan,

    no, credo volesse dire economica in senso di poco cara, per dare più forza al suo commento un po’ sprezzante, anche se non capisco la questione di genere.

    Comunque a me sta bene comunque, perchè la penso molto diversamente da lui e anche da te , e mi importa poco delle battute più o meno riuscite!

    maria

    Comunque è una battuta che non fa ridere.

  38. utente anonimo scrive:

    Naturalmente, francesco, non si tratta di richieste sindacali. Farebbero parte d’un piano di fuoriuscita dal capitalismo, usando in controtendenza le sue leggi per liberare quanto preme sotto. Ma maria non ha torto a dire che si può passare a orari di lavoro meno lunghi anche restando in ambito di riforma del capitalismo. Il nodo è quello della precarizzazione o flessibilità del lavoro, se preferisci l’altro termine, con cui si risponde a questa minore esigenza d’ore lavorative. Ma i sindacati tradizionali sono del tutto inadeguati ad affrontare questi problemi. Invece un buon esempio da studiare attentamente di organizzazione di lotta in ambito di precariato l’hanno fornito i lavoratori dell’ups americani. L’america non è solo bush o hillary clinton.p

  39. utente anonimo scrive:

    >Comunque a me sta bene comunque, perchè la penso molto diversamente da lui e anche da te, maria<
    In che senso “diversamente da te”? Sulla distribuzione in base al sesso di tali minchionate, forse, argomento che trattava il mio intervento?:-).

    >Comunque è una battuta che non fa ridere.<
    Temo che neanche le battute di Cornacchione, Guzzantina e comicume sinistrorso vario facciano ridere Berlusconi. E allora?:-)

    Ciao

    Ritvan

  40. utente anonimo scrive:

    Maria, Francesco formula frasi intraducibili e incomprensibili : si spieghi se non vuole apparire lui una pessima reclame dell’economia : ambigua, poco trasparente, per niente rispondente alla realtà.

    Fino ad ora solo tu e Kel avete puntato il dito sulle disfuzioni della sfrenata competizione : uno stato di tensione collettivo, senza regole di correttezza, per cui non vince il meritevole o il migliore ma chi bara meglio , chi offre fuffa, o spacciandola per qualità o semplicemente perché la fuffa rende anche se prodotto scadente.

    C’è un mucchio di gente perbene rosa dal tarlo della competizione e dalla frustrazione. Se non appari in gran forma sei già un perdente : devi competere nel fisico, nell’abbronzatura, con l’abbigliamento, con la plastica al naso, con l’auto, con il lavoro, devi rendere, ci sono gli obiettivi, la vacanza, il trend, il brand, il mercato cinese, il golfo persico, il lusso in onda, l’imbarcazione da diporto, il sushi , il quadro di Christie’s, una riga di coca, sette righe sopra la vita mediocre, lo skiyline dall’hotel di Shanghai…

    Aurora.

  41. utente anonimo scrive:

    Confermo: la scienza economica, almeno nella versione borghese che è poi l’unica ad aver mai funzionato, e che funziona assai bene pure adesso, pare essere del tutto aliena per le menti femminili, almeno nella versione che frequenta questo blog.

    Adesso mi tocca pure rinunciare al moralismo da bravo cattolico e prendermela con le intemerate sulla “competizione sfrenata”, altra bestia dello zoo immaginario.

    I freni sono previsti fin dai tempi del primo homo economicus, tale Adamo Smith.

    E messi in atto da sempre.

    A volte a fin di bene, spesso a fin di interesse privato.

    Non devo essere affatto perbenem visto che non sono roso dal tarlo della competizione e della frustrazione. Voglio solo essere il miglior analista economico che riesco ad essere, e riuscire a farmi pagare per una quota non insignificante del valore economico del mio lavoro. E siccome voglio passare un sacco di tempo con la mia famiglia, so che non riuscirò mai ad essere nella elites di quelli più bravi: pazienza.

    Francesco

    “ma davvero tu pensi che i consumi e i bisogni non possano essere sottoposti a nessuna riflessione in vista di una loro riduzione o crescita?

    – sì, lo penso. nessuna riflessione pubblica o collettiva sui miei consumi e bisogni. solo prezzi.

    O deve per forza essere il “mercato” a decidere cosa vale o non vale la pena di avere, produrre, consumare ecc. ecc.? ”

    Maria, il mercato sono IO.

  42. utente anonimo scrive:

    Francesco, non conosco” la versione borghese ” della ” scienza economica ” e prendo atto che dopo il primo uomo, Adamo, è apparso un primo homo economicus , Adamo pure lui ma di cognome Smith.

    Gli Adami della tua vita sono due, e il secondo sembra più importante del primo.

    Nella mia ignoranza da femmina incompetente e incapace di competere con te nell’analisi del mercato , mi permetto di osservare che anche nello sport che ti piace tanto, il calcio, la competizione sfrenata non è stata frenata dalla “scienza economica che funziona perfettamente” ma svelata e apparentemente frenata da intercettazioni telefoniche. Il Mercato ha fatto sì che tu fossi lo spettatore di partite truccate, in cui calciatori, arbitri, allenatori, presidenti di squadre, ti prendevano in giro, sfruttavano la tua passione, si facevano beffe delle tue analisi di gioco ( guarda che goal, il rigore!, corri, corri…ah, che partita ! La mia squadra è più forte !) Tutti a leggere la gazzetta dello Sport, gli analisti del mercato calcistico.

    Se vuoi possiamo metterla un poco diversa : a livelli alti- tra finanzieri e imprese- ci sono già le spartizioni di potere e meno competizione :si sono concentrati e divisi le fette. Poi sollecitano la sfrenata competizione degli altri , ma solo per sfruttarli, un poco come fece mediaset con Ambra e le centinaia , migliaia di ragazzine che da tutta Italia partivano con la mamma al seguito, per sottoporsi ai provini, speranzose di partecipare a un programma in cui esibirsi, ammiccare, dimenarsi, competere in spigliatezza, spregiudicatezza, pseudo bellezza con le altre.Se anche non venivano scelte, il modello era quello, lo spettacolo e l’audience assicurati. Questo carrozzone creava l’indotto, il business, il mercato, il funzionamento di un metodo di sfruttamento.

    Quando si conosce la scienza economica di Adamo Smith..

    Aurora.

  43. utente anonimo scrive:

    Espellere un membro di un partito significa violare la costituzione?

    Al massimo sarà un gesto molto radicale, ma di qui ad essere incostituzionale…

    Pensa che secondo la giurisprudenza italiana – se non ricordo male – sarebbe incostituzionale costringere il partito a riammetterlo! 🙂

    Z.

  44. kelebek scrive:

    Per Aurora n. 42,

    Si prova un piacere eccezionale a seguire le cose che scrivi, i giochi di specchi e di immagini, gli adami che fanno economia.

    Miguel Martinez

  45. utente anonimo scrive:

    Ecco, lo sapevo, io faccio l’assist e tutta l’attenzione è per Aurora che schiaccia di prepotenza!

    Posso dire che lo sapevo quello che facevo dando del primo uomo (sia pure economicus) ad Adamo Smith?

    Da piccolo questa cosa mi pareva pure significativa.

    Come insegnano nelle scuole di economia, già il buon Adamo Smith (di professione filosofo moralista) prescriveva la morale commerciale come condizione perchè il mercato funzionasse bene.

    Che funzioni, nel medio periodo, è evidente: chi ha imbrogliato nel calcio, violando il contratto tra i partecipanti, è stato punito, tutto il prodotto si è svalutato, i controllo saranno migliori OPPURE (il mercato non è moralista) il prodotto continuerà a svalutarsi fino alla irrilevanza.

    Lo sport che a me piace tanto, come MM sa, è la pallacanestro usana. Regole di ferro per obbligare alla massima concorrenza senza falsare il sistema.

    “Certo è difficile pensare a cosa sia utile e nello stesso tempo bello e a una ridefinizione del superfluo, ma credo sia possibile anche senza comitati di salute pubblica:-) “: possiamo sentire qualche idea al proposito? io, maschio fallocrate e retrogrado, non riesco ad immaginarla questa alternativa. Magari presieduta dal vescovo, dal rabbino e dal mullah della comunità locale, per richiamare tutti alla buona volontà.

    Infine, posso sapere perchè chi offre fuffa dovrebbe vincere?

    Grazie

    Francesco

  46. utente anonimo scrive:

    “Certo è difficile pensare a cosa sia utile e nello stesso tempo bello e a una ridefinizione del superfluo, ma credo sia possibile anche senza comitati di salute pubblica:-) “: possiamo sentire qualche idea al proposito? io, maschio fallocrate e retrogrado, non riesco ad immaginarla questa alternativa. Magari presieduta dal vescovo, dal rabbino e dal mullah della comunità locale, per richiamare tutti alla buona volontà.

    maria

    ma cosa c. c’entra il rabbino o il vescovo, scusa eh, l’alternativa a un modello di società e di consumo si costruisce con la politica, con scelte politiche e culturali, con alcuni valori al posto di altri, anche in modo immateriale, si realizza anche con proposte che rigettano anche solo concettualmente l’esasperata competività e il consumo in cui siamo immersi.

    E speriamo che ora non arrivi Ritvan a ricordarmi l’Albania e le calze e le biro che negli anni cinquanta si portavavano nell ex unione sovietica:-)

    Ma cosa vuoi che ti faccia un programma analitico, ti potrei fare degli esempi riprendendoli anche da cosa cosa scrivono B e B ma intanto tu risponderesti subito, chi paga?

    maria

  47. utente anonimo scrive:

    x Maria

    un esempio in cui manca chi paga è molto manchevole.

    Da bocciatura secca all’esame di utopia.

  48. utente anonimo scrive:

    e tutto il resto del mio post dove è finito?

    Francesco

  49. kelebek scrive:

    Per Francesco n. 48

    Non ne so nulla, comunque non ho censurato niente. Come sai, lo faccio di rado, e solo in caso di comportamento scorretto, non per i contenuti.

    Miguel Martinez

  50. utente anonimo scrive:

    >e tutto il resto del mio post dove è finito? Francesco<
    Nel cestino del perfido Splinder: ogni tanto fa di questi scherzetti del menga. Ti conviene fare una copia di ogni commento (evidenziare tutto il testo col tasto destro del mouse e cliccare “Copia”) e poi, se vedi nell’anteprima che ti è scomparso qualcosa, reincollare subito il tutto in un commento successivo. Io lo faccio soprattutto quando posto un commento lunghetto che il malefico Splinder potrebbe mutilarmi.

    Ciao

    Ritvan

  51. utente anonimo scrive:

    Per Aurora:

    “Se vuoi possiamo metterla un poco diversa : a livelli alti- tra finanzieri e imprese- ci sono già le spartizioni di potere e meno competizione :si sono concentrati e divisi le fette.”

    Certo. Si chiamano “trust”, e determinano una deviazione da quello che in economia si chiama “mercato perfetto”.

    Ora, domanda: dove è che sono nate e sono più forti le autorità antitrust?

    Non è la Russia sovietica.

    Ciao

    PaoloB

  52. utente anonimo scrive:

    >Confermo: la scienza economica, almeno nella versione borghese che è poi l’unica ad aver mai funzionato, e che funziona assai bene pure adesso, pare essere del tutto aliena per le menti femminili, almeno nella versione che frequenta questo blog. Francesco< Ehm…al mio ipertrofico ego:-) fa piacere che io abbia azzeccato la “traduzione” dell’ottima battuta franceschiana sulla reclame dell’università maschile. E scioglie anche il mio (falso:-) )piccolo dubbio, causato dalla non semioticamente perfetta descrizione dell’università: non trattavasi – come ha interpretato maria – di università equa e solidale per gente con le pezze al culo:-), bensì di normale Facoltà di Economia.
    Ciao

    Ritvan

    P.S. Francesco, devi capire che una tale impostazione della mente femminile – di cui gli esemplari bazzicanti il blog credo siano un campione abbastanza rappresentativo – è stata “stampata” dall’evoluzione millenaria della società umana (un punto a favore di Darwin:-) ). Infatti, storicamente alla donna è fregato una cippa di come e qualmente l’uomo produce, caccia, rapina, o procura in altro modo la ricchezza per la famiglia: basta che gliela procuri. E siccome è l’esercizio dell’organo che lo tiene in efficienza, quell’area cerebrale deputata a tali ragionamenti – che Dio aveva indubbiamente fornito anche alla donna – col tempo è andata regredendo e atrofizzandosi, proprio come è accaduto all’appendice (intestino cieco) di nosotros, una volta che i nostri antenati hanno smesso di essere degli erbivori totali.

    Sempre darwinianamente parlando, dai qualche secolo di tempo al femminismo di “risvegliare” anche quell’area neuronale della corteccia cerebrale femminile deputata al suddetto compito. Dopo, forse, riusciranno a capire anche i meccanismi che regolano la produzione della ricchezza

  53. utente anonimo scrive:

    Infatti, storicamente alla donna è fregato una cippa di come e qualmente l’uomo produce, caccia, rapina, o procura in altro modo la ricchezza per la famiglia: basta che gliela procuri. E siccome è l’esercizio dell’organo che lo tiene in efficienza, quell’area cerebrale deputata a tali ragionamenti – che Dio aveva indubbiamente fornito anche alla donna – col tempo è andata regredendo e atrofizzandosi,

    maria

    caro ritvan ti comunico che siamo nel 2007, e che le donne , da tempo, si procurano da sole il loro sostentamento , senza bisogno che siano gli uomini a provvedere.

    Casomai se proprio vogliamo parlare di compiti e ruoli di donne e uomini ,sono proprio questi ultimi a non essersi ancora pienamente impadroniti delle tecniche di auto-accudimento ,altrettanto necessarie per la sopravvivenza quotidiana.

  54. utente anonimo scrive:

    Vero, Maria. Ma la realtà spirituale non muta velocemente come quella sociale e tecnologica. Lo sosteneva Bergson ai primi del Novecento, pensa quanto è diventato vero oggi! 🙂

    Il bisogno di sicurezza atavico (hm, mi piace parlare complicato) è una componente tuttora viva nell’uomo del nostro tempo, e quindi anche nella donna. Per questo secondo me – e non per mere ragioni “di soldi” – l’ing. trentenne è sempre un buon partito. Anche quando è brutto come i debiti, come nella max parte dei casi 🙂

    Zeta il Zoziologo da Zalotto 😀

  55. utente anonimo scrive:

    Vedi francesco, ragionare di politica e quindi di opzioni culturali, economiche, e di vita, non è come fare una legge di spesa che non può essere varata senza adeguato finanziamento, eppure tu continui a volere ,sempre in ogni circostanza, l’indicazione della copertura contabile , come se stessimo elaborando il bilancio di un’azienda.

    Non funziona.

    maria

  56. utente anonimo scrive:

    No sinior Zeda,

    qvi trattasi di realtà prettamente biologika, kve muta in lunghizzime ere, qvindi tonne kapiranno di ekonomia solo verso data di prossima Cempionslig di Inter

    Franz di Tirolo

  57. utente anonimo scrive:

    Maria,

    mi sono espresso male.

    Il sistema di mercato funziona in modo che ogni transazione sia coperta, proprio perchè non esiste la gratuità.

    E quando esiste (pensioni di invalidità e sussidi di disoccupazione), viene coperta dalle tasse pagate dagli altri ed esiste nella misura in cui le tasse vangono pagate.

    In entrambi i casi, apparentemente ignora i bisogni degli uomini.

    Però funziona, sta in piedi, non crolla. Per ogni uscita una entrata e tutto gira.

    Come potrebbe funzionare un sistema alternativo? Con quali principi? In quale direzione ti muoveresti?

    Ciao

    Francesco

  58. utente anonimo scrive:

    Per PaoloB :

    scusami se sono brusca, ultimamente ho qualche influsso planetario che mi rende ringhiosa :

    Cosa vuoi che me ne freghi della “Russia sovietica” ( a proposito, esisteva una Cina o una Cuba “sovietica “?) e di dove è nata la prima istituzione Antitrust ?

    A me interessa l’ Italia. E non mi importerebbe che la politica, il potere, le banche, tutto fosse monopolizzato, purché fosse amministrato in nome del bene comune, da gente onesta e intelligente e preparata.

    E’ inutile confidare in Antitrust, Consob, Corte dei Conti, Garante per la Privacy, se poi tutto è affidato a gente disonesta, menefreghista, incompetente, che a seconda del destinatario decide se prendere o meno provvedimenti e quali.

    Io non sono interessata alla politica teorica, o all’ economia teorica, mi piacciono i fatti.

    Sono andata in banca a chiudere un conto : oltre 70 euro. E al saldo risulta un errore, a loro favore, di dieci euro. Una cavolata, ma non è giustificata. Ora mi tocca di scrivere e chiedere spiegazioni. Sono una delle tante a cui sta capitando, nonostante decreto legge ” Bersani”, di dovere pagare le spese di estinzione. In più, nel mio caso, sembra non sappiano neppure far di conto.

    Dove sono i controlli ?

    La concorrenza nella banche dovrebbe essere attuata da anni, invece nisba : i prezzi dei servizi sono ancora tra i più alti d’Europa, se non i più alti.

    Publicità ingannevole( a sostegno della concorrenza ? ) :

    La Banca Intesa con la pubblicità Sonni Tranquilli ha fatto venire incubi notturni a moltissime famiglie, e solo grazie all’intervento di” Mi manda Raitre”- non di altri organi di controllo- la Banca ha dichiarato che avrebbe rivisto tutti i mutui, aumentati spropositamente in rate – dai 25 anni iniziali a 35 anni- nell’arco di due anni e poi con l’importo di ogni singola rata maggiorato, senza informare i clienti, ai quali poi ha offerto la giustifica dei rialzi dei tassi variabili.

    Dimmelo tu poi se la Consob ha esercitato un adeguato controllo sulle società quotate in borsa.

    O la Corte dei Conti, i cui dirigenti neanche sapevano che i dipendenti al piano di sotto timbravano il cartellino e si allontanavano per ore, come filmato ( e scoperto e svelato ) dalle Jene ? Non sanno controllare i loro dipendenti, quanto saranno in grado di controllare la contabilità dello Stato ?

    Forse è una mia impressione, ma ogni inchiesta che si basa su intercettazioni svela una malcostume generalizzato, che rende l’idea delle persone a cui è delegato il compito di ” amministrare”.

    Kel stesso ha evidenziato che la moglie di un gran politico, ai vertici del settore demanio, guadagna fior di soldi per amministrare. Se abbini questo all’inchiesta di Report, da cui risulta che la gran parte dei beni confiscati ai mafiosi e altri delinquenti- di proprietà del demanio- sono rimasti occupati dai loro parenti, e nessuno osa sfrattarli da anni, ti rendi conto di quanto siano inutili i processi, le condanne, le confische, e vani i risultati. Al demanio non si muovono, preferiscono sfrattare i poveracci che occupano le case dell’Aler. Poi spaccano i sanitari e i lavelli di cucina per renderli inservibili, e sigillano le porte ad evitare altre occupazioni abusive. Non è che fanno immediatamente entrare qualcuno che è in graduatoria, spaccano e basta. Poi , per riutilizzarli, bisognerà spendere ancora. Questo è il sistema insensato di spreco. Questi i vertici che amministrano, e le indicazioni che danno o che si disinteressano di dare.

    Potrei scrivere per ore: mentre tu mi parli dell’antitrust e della Russia Sovietica io penso all’ Italia e al presente e al concreto.

    Sarò fascistoide, o sovietoide, non importa, ma la prima libertà per me è quella ” dalle necessità”, poi , liberati dall’assillo della casa e del sostentamento, liberati dal fare i conti con l’ puoi dedicarti ad altra filosofia, alla ” libertà politica”.

    Aurora

  59. utente anonimo scrive:

    C’è qualche errore nel mio commento- pazienza- il succo, allungato, è quello.

    Aurora.

  60. utente anonimo scrive:

    Anche di più di qualhe errore, se è per quello.

    Diciamo che la vecchia URSS spiega molto bene come sia illusorio immaginare di delegare al Partito la moralità della vita pubblica.

    Si era meno liberi dal bisogno dell’Italia di oggi (o di allora), con una corruzione e dei soprusi almeno pari a quelli che citi, e senza libertà politica.

    Peggio la toppa del buco

    Francesco

  61. utente anonimo scrive:

    Francesco, : chi ha mai parlato di delegare a un partito la “moralità pubblica” ?

    E poi , ripeto, cosa mi importa della Russia sovietica ? Io non ho modelli di individui a cui uniformarmi totalmente, non capisco perché l’ Italia dovrebbe prendere a modello di paragone la Russia sovietica ogni volta che si parla di ” casa, lavoro, studio, salute” garantiti a tutti. Ogni individuo è diverso dall’altro: per quanto tu cerchi di imitare Ritvan non sarai mai uguale. Così ogni nazione, ogni popolo, ha la sua storia, non può avere uno sbocco identicissimo a quello che, magari nel passato, ha avuto una diversa nazione.

    Poi, tornando al concreto, mi pare evidente che tu sia libero dalle necessità e ti possa godere la libertà politica . Ma cosa te ne fai ?

    In concreto, intendo. Tu personalmente.

    Forse che con le tue espressioni di libertà di pensiero politico in questo blog, tu stai incidendo in qualche modo nella vita del paese o nel pensiero politico di qualcuno di noi ?

    Se tutti fossero come te, non ci sarebbe bisogno di libertà politica, o anzi, si può mantenerla tranquillamente per tutti, anche ampliarla, tanto non scalfisce minimamente i potenti, i politici, gli appoltronati in faccende finalizzate a interesse privati .

    Quando tu mi dici che il sistema in onda è perfettamente funzionante, che ha sempre funzionato così, che sempre funzionerà così; che gli altri stanno, o stavano, peggio di noi ; che tu ti contenti della tua retribuzione, quota spettanteti per la quota lavoro ( modesta) che offri al tuo datore ( il resto del tempo è per la famiglia) ; che tu sei un cattolico ma per te i soldi non sono lo sterco del mondo, anzi, tutt’altro ; che il sistema capitalistico va benone, al massimo ci vuole una correzione, meno corruzione; che tutto questo è perfettamente logico, normale, giusto… scusa, ma tu,così integrato, puoi parlare fino al 2150 che nessuno- dall’alto- ministro, gerarca, soviet, ti limiterà mai la libertà politica.

    Aurora.

  62. utente anonimo scrive:

    Francesco,

    come ben sai anche il capitalismo può essere declinato in diverse maniere, i paesi europei per esempio hanno degli assetti sociali profondamente diversi dagli stati uniti, tanto per fare un esempio.

    Voglio dire che le leggi dell’economia non sono tutto e possono avere più esiti.

    Non sono un’economista e non saprei dirti in dettaglio programmi alternativi e precisamente, dove trovare risorse adeguate, che credo, però, nelle tasse e negli investimenti pubblici e privati

    Posso solo ribadire la direzione, dei principi politici da seguire, e cioè il massimo di uguaglianza sociale che non significa reddito uniformato, o appiattimento di personalità, soddisfacimento di bisogni primari, come appunto l’istruzione, che non significa tutti dottori, la casa, la sanità, la tutela dei vecchi, perchè campiamo molto, una cultura diffusa, un ceto politico mobile, rinnovabile perchè non perda di vista le condizioni reali delle persone comuni….

    Se tutto questo riporta in mente esperienze del passato sia pure non riuscite cosa posso farci? Vorrà dire che perlomeno i propositi erano giusti…

    maria

  63. kelebek scrive:

    Non è che sto cercando di corteggiare Aurora, il mio è un innamoramento puramente intellettuale.

    Ma quello che è importante, è che lei arrivi a certe cose senza bisogno di alcuna mediazione ideologica, per esperienza e sensibilità diretta.

    Miguel Martinez

  64. utente anonimo scrive:

    >C’è qualche errore nel mio commento- pazienza- il succo, allungato, è quello. Aurora.< >Anche di più di qualche errore, se è per quello. Francesco< Buono, Francesco, quella era una pararitvanata:-).
    “più di qualche errore” è paraviescamente scorretto, però!:-)

    Ciao

    Ritvan

  65. utente anonimo scrive:

    >Se tutto questo riporta in mente esperienze del passato sia pure non riuscite cosa posso farci? Vorrà dire che perlomeno i propositi erano giusti… maria< Come si dice, la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni:-)
    Ciao

    Ritvan In Versione (S)toccata e Fuga

  66. utente anonimo scrive:

    >…per quanto tu cerchi di imitare Ritvan non sarai mai uguale. Aurora< Già, gli mancherà sempre il gommone:-).
    Ciao

    Ritvan Siempre In (S)toccata e Fuga

  67. utente anonimo scrive:

    >Forse che con le tue espressioni di libertà di pensiero politico in questo blog, tu (Francesco)stai incidendo in qualche modo nella vita del paese…Aurora<
    Già, perché tu e tutti nosotros abbiamo inciso un solco profondo come il Gran Canyon nella “vita del paese”:-)

    >o nel pensiero politico di qualcuno di noi ?<
    Nel mio sì. Ma io non conto, io sono quello del gommone:-).

    Ciao

    Ritvan (medesima versione)

  68. utente anonimo scrive:

    Piccolo aneddoto luogocomunista ritvaniano zen a beneficio di Aurora, perché possa (ma ho poche speranze:-) ) capire perché le cose vanno così in Italia.

    Dunque, c’erano due amici, Tizio e Caio che camminando insieme trovarono due bellissime statuine d’oro, una più grande e l’altra più piccola. Visto che ognuno doveva andare a casa propria, decisero di dividersele. Dice Tizio a Caio:”Dividile tu”. E Caio s’intasca la statuetta più grande e lascia all’amico la piccolina. Ovviamente, Tizio non la prende tanto bene e comincia a lamentarsi:”Ma si fa così fra amici? Questa è un’ingiustizia!”. “Scusa – gli fa Caio – ma tu, da vero amico quale dici di essere, come avresti diviso il malloppo?”. “Io avrei tenuto per me la piccola, non la grande”. “E allora di che ti lamenti, quella hai avuto!”:-).

    Ciao

    Ritvan

  69. utente anonimo scrive:

    Con grande orripilamento di MM per la proliferazione luogocomunista ritvaniana:-), un altro piccolo aneddoto luogocomunista ritvaniano zen a beneficio di Aurora, perché possa (ma ho sempre poche speranze:-) ) capire perché le cose vanno così in Italia (e anche in Albania, a scanso di accuse di scarso rispetto per il paese che mi “nutre” amorevolmente).

    Dunque, c’erano 12 vecchietti soli soletti (a quel tempo le badanti ucraine non c’erano) amici fra di loro, che decisero di festeggiare insieme il Natale. Si misero d’accordo di riunirsi nella casa di uno di loro e ognuno avrebbe portato una brocca di terracotta piena di vino, poi avrebbero versato il contenuto delle brocche in un pentolone grande messo sul fuoco, condito con spezie e avrebbero così bevuto del vin brulé.

    Arrivato il fatidico giornop, il vecchietto padrone di casa così pensò:”Mah, siamo 12 vecchietti, bere vino puro alla nostra età dà subito alla testa e può far male…e poi io sono il padrone di casa e devo pensare alla salute dei miei ospiti. Pertanto, io metterò nel calderone una brocca d’acqua, che con 11 brocche di vino crea proprio la proporzione giusta”. Detto fatto. Intanto cominciarono ad arrivare gli ospiti uno ad uno ed ognuno versava il contenuto della propria brocca nel calderone.

    Dopo un po, il padrone di casa prende un mestolo e assaggia il contenuto del calderone per vedere se il vin brulé è pronto e rimane di sasso: era acqua pura:-).

    Ciao

    Ritvan

  70. utente anonimo scrive:

    Kel,

    mi piace che ti piaccio/ e quando si piace a un tipo come te/ si può ancor meglio non piacere a tanti altri.

    Eh.. ho sempre avuto buon gusto…

    Aurora.

  71. utente anonimo scrive:

    Ritvan, grazie di avermi beneficato.

    Se mai troverò , in tua compagnia, due statuette d’oro, so che non me ne porterò a casa neanche una. Dovrò anzi preoccuparmi di portarmi a casa almeno la pelle.

    E se tu mi invitassi a cena- in totale dodici invitati- a bere acqua, mi diresti che non è venuto l’ospite atteso, quello che doveva pensare al vino buono.

    Aurora.

  72. utente anonimo scrive:

    Aurora,

    — scusami se sono brusca, ultimamente ho qualche influsso planetario che mi rende ringhiosa —

    Nooo! Non mi dire che pure tu hai Saturno contro, come Ambra! :-))

    Z.

  73. utente anonimo scrive:

    (nota per M2: la risposta è lunga, quindi vedi te se vale la pena lasciarla qui.

    Per Aurora, #58

    >Cosa vuoi che me ne freghi della “Russia sovietica” ( a proposito, esisteva una Cina o una Cuba “sovietica “?) e di dove è nata la prima istituzione Antitrust ?

    Serve semplicemente a dire che studiare la storia economica di qualche paese può essere utile a capire come vanno in genere le cose. Sai, si usa dire che lo studio aiuti a comprendere il mondo. Credo sull’argomento abbia scritto qualcosa il noto ideologo filocapitalista Carlo Marx, ma non sono sicuro.

    >A me interessa l’ Italia.

    Anche a me. E neanche poco.

    >E non mi importerebbe che la politica, il potere, le banche, tutto fosse monopolizzato, purché fosse amministrato in nome del bene comune, da gente onesta e intelligente e preparata.

    Se ti fossi guardata un pochino intorno, ti saresti accorta che, storicamente, in media i monopoli generano inefficienza. Può accadere che un monopolista riesca ad essere efficiente, ma storicamente tutti i sistemi dove (ad esempio) le banche erano in mano a un gruppo ristretto di personaggi si sono rivelati tremendamente inefficienti.

    >E’ inutile confidare in Antitrust, Consob, Corte dei Conti, Garante per la Privacy, se poi tutto è affidato a gente disonesta, menefreghista, incompetente, che a seconda del destinatario decide se prendere o meno provvedimenti e quali.

    Certo. Fintanto che persone come te saranno convinte che un mercato efficiente (orrore!) è una cosa “di destra”, non potrà che essere così.

    Ma un mercato efficiente (ossia, un mercato aperto dove le regole siano rispettate) è un bene pubblico che la sinistra dovrebbe fare proprio e tutelare.

    Storicamente, sono i capitalisti a combattere il libero mercato. O, meglio, gli imprenditori vogliono il libero mercato quando comprano e la tutela dello Stato dalla concorrenza quando vendono.

    >Io non sono interessata alla politica teorica, o all’ economia teorica, mi piacciono i fatti.

    Allora perchè non ti studi un po’ di storia economica?

    >Sono andata in banca a chiudere un conto : oltre 70 euro. E al saldo risulta un errore, a loro favore, di dieci euro. Una cavolata, ma non è giustificata. Ora mi tocca di scrivere e chiedere spiegazioni. Sono una delle tante a cui sta capitando, nonostante decreto legge ” Bersani”, di dovere pagare le spese di estinzione. In più, nel mio caso, sembra non sappiano neppure far di conto.

    A parte che il decreto Bersani mi risulta lo stiano convertendo adesso.

    Fa parte delle cose che questo vituperatissimo governo di questa vituperatissima sinistra sta cercando di fare di buono: imporre un po’ di sano rispetto di regole e un po’ di sano rispetto dei controlli. Cosa che è “di sinistra”, perchè tutela i deboli, e cosa che è straordinariamente utile alla creazione di un mercato effciente.

    >La concorrenza nella banche dovrebbe essere attuata da anni, invece nisba : i prezzi dei servizi sono ancora tra i più alti d’Europa, se non i più alti.

    Certo. Ti sei accorta che è stato necessario rimuovere un certo governatore della Banca d’Italia, che aveva impostato una politica protezionista nei confronti del possesso delle banche italiane?

    Cosa suggerisce tutto ciò? Che l’Italia ha un mercato efficiente oppure no? E se non ce lo ha, che senso ha discutere di libero mercato?

    Scusa, il problema in Italia è che non abbiamo abbastanza concorrenza corretta. Anzichè aprire il mercato e rafforzare i controlli, tu proponi di chiudere del tutto il mercato??????

    >Publicità ingannevole( a sostegno della concorrenza ? ) :

    >La Banca Intesa con la pubblicità Sonni Tranquilli ha fatto venire incubi notturni a moltissime famiglie, e solo grazie all’intervento di” Mi manda Raitre”- non di altri organi di controllo- la Banca ha dichiarato che avrebbe rivisto tutti i mutui, aumentati spropositamente in rate – dai 25 anni iniziali a 35 anni- nell’arco di due anni e poi con l’importo di ogni singola rata maggiorato, senza informare i clienti, ai quali poi ha offerto la giustifica dei rialzi dei tassi variabili.

    Scrivi all’autorità garante per il mercato. L’indirizzo lo trovi sul sito Web. Ti garantisco che (oddio! miracolo!) rispondono perfino al telefono.

    Sai come è successo che il latte in polvere oggi si vende nei supermercati e non solo in farmacia? Perchè c’è stato un cittadino che, invece che scrivere indignato su un blog, ha raccolto un po’ di materiale ed ha presentato un esposto a loro. E loro sono stati contentissimi di dargli seguito.

    (cutto sul resto, ma se vuoi ti ci rispondo a parte).

    >Sarò fascistoide, o sovietoide, non importa, ma la prima libertà per me è quella ” dalle necessità”, poi , liberati dall’assillo della casa e del sostentamento, liberati dal fare i conti con l’ puoi dedicarti ad altra filosofia, alla ” libertà politica”.

    No. Tu pensi che l’unica maniera di garantire il “bene necessario” sia di applicare una politica di tipo dirigista, se non da economia pianificata.

    Io ti rispondo che storicamente questo non ha senso.

    Che l’Italia si è liberata dalla propria miseria quando si è aperta al mercato ed ha iniziato il proprio sviluppo economico.

    Io ritengo, basandomi su un po’ di storia (e magari su quello che dice un certo Yunus), utilizzare un mercato efficente possa produrre maggiore abbondanza e maggiori benefici per i poveri.

    Storicamente, l’unico momento in cui i poveri potuto sollevarsi dalla loro miseria è quando c’è stata abbondanza di ricchezza. In caso di scarsità di risorse, non si è mai avuto un impoverimento generale: i poveri sono diventati infinitamente più poveri, e i ricchi hanno mantenuto o sono diventati leggermente meno ricchi.

    PaoloB

  74. utente anonimo scrive:

    – chi ha mai parlato di delegare a un partito la “moralità pubblica” ?

    Ne momento in cui neghi alle persone la libertà “politica” perchè poi è tutto un magna magna, ci vuole qualcuno che guidi le ex-persone, diventate sudditi, verso la “libertà dalla necessità”.

    Storicamente è sempre stato un partito, con nomi diversi nei vari paesi. Non che conti molto, è il principio del rigetto della “libertà politica” che decide già tutto. Lo sbocco sarà identico, se non identicissimo (Mussolini dal balcone, Chavez in TV).

    – Ma cosa te ne fai ?

    Voto, perchè sono troppo pigro e ingenuo per fare politica attiva. E decido se al governo ci va Prodi o Berlusconi; spero proprio di far fallire il progetto dell’UDC. Insomma, alla fine qualcosa conto nel sistema. Solo che conto nella direzione che voglio io, non in quella che piacerebbe a Miguel.

    – Io non sono interessata alla politica teorica, o all’ economia teorica, mi piacciono i fatti.

    Questo si chiama suicidio. Se non comprendi l’ambito in cui vivi, non puoi avere idea delle conseguenze delle azioni. E il prezzo sarà altissimo.

    – Se tutto questo riporta in mente esperienze del passato sia pure non riuscite cosa posso farci? Vorrà dire che perlomeno i propositi erano giusti…

    Credo che ripercorrere la altrui via all’inferno sbandierando gli stessi propositi di quelli già finiti male non sia proprio geniale. Magari farsi venire qualche dubbio sui propri obiettivi, sulla loro possibilità, sul fatto che per pagare le tasse qualcuno deve guadagnare e per investire ci vuole una prospettiva di rendimento economico futuro? Sennò si chiama consumo.

    Ciao

    Francesco

  75. utente anonimo scrive:

    >Ritvan, grazie di avermi beneficato. Se mai troverò , in tua compagnia, due statuette d’oro, so che non me ne porterò a casa neanche una. Dovrò anzi preoccuparmi di portarmi a casa almeno la pelle.

    E se tu mi invitassi a cena- in totale dodici invitati- a bere acqua, mi diresti che non è venuto l’ospite atteso, quello che doveva pensare al vino buono. Aurora.< Aurora mia, ammesso e – ovviamente – non concesso che sia come dici tu, non hai risolto un beneamato caxxo. Vedi, il problema non credo sia io, son venuto in Italia col gommone più o meno 7 anni fa e se tu lo desideri lo rigonfio e riparto per l’Albania liberandoti per sempre dal terrore di rimetterci la pelle o non gustare un buon vin brulé per colpa mia. Ma agli altri 54 999 999 (te esclusa, ovviamente, che sei indubbiamente il prototipo dell’onestà e del senso civico fatti persona:-)) che gli fai? Potresti noleggiare qualche migliaio di transatlantici?
    Ciao

    Ritvan

  76. utente anonimo scrive:

    Aurora: scusami se sono brusca, ultimamente ho qualche influsso planetario che mi rende ringhiosa.

  77. utente anonimo scrive:

    —–Aurora: scusami se sono brusca, ultimamente ho qualche influsso planetario che mi rende ringhiosa.

    > Z.: Nooo! Non mi dire che pure tu hai Saturno contro, come Ambra! :-))< Mah, caro Z., io penso di avere un commento migliore all’excusatio non petita della nostra, in forma di fabula che si racconta in questi casi ad un tiro di gommone da qui:-). Gallina: Caro gallo, ti vedo fiacco e moscio, ti cola pure il becco.
    Gallo: Ma sai, cara, sarà l’influenza, siamo in inverno, fa freddo…

    Gallina: Non credo. Ricordo che ti cola anche d’estate.

    Ciao

    Ritvan ‘O Esopo De Noantri

  78. utente anonimo scrive:

    PaoloB, cutta pure, anzi ora che so il verbo “cuttare” cutto pure io , e alla grande.

    Che tanto è inutile io faccia l’intellectual, philosofal, sociologal , ipnotizzata dagli affascinanti racconti di Marx che tu mi potresti consigliare, serio serio, in alternativa a quelli sulla storia del mondo, dell’economia, ecc.ecc. ( Ronf, Ronf)

    Piuttosto tendo a non confondermi, per il momento, tra le nebbie delle informazioni , come pare succeda anche a te : il pacchetto o decreto Bersani cui tu ti riferisci, non è quello sulle spese bancarie.

    Forse ti è utile avere chiarezza su questa boiata, oltre che sulle mie- da te presunte- propensioni al protezionismo, dirigismo, pianificazione : il decreto legge “Bersani” – che riguarda anche le spese di estinzione di conto corrente bancario- è diventato legge nell’agosto scorso .

    Purtroppo, come tu puoi constatare, non a tutti è chiaro, neppure agli operatori di banca.

    Aurora.

    p.s. : se non mi credi, tra un trattato e l’altro di storia, politica, economia, puoi dedicarti ad altra mattonata e leggerti l’ art. 10 n. 2 della Legge 4/8/06 n. 248,( legge che ha convertito il Decreto Legge

    4/7/06 n. 223).

  79. utente anonimo scrive:

    Per Aurora,

    riconosco l’errore di citazione sul decreto.

    Per la tua banca: cambiala e segnala la cosa alle autorità (credo l’ABI e l’AGCM).

    Per tutto il resto non capisco: mi sfotti perchè mi ritieni poco interessante o perchè non sai cosa rispondere?

    Ciao

    PaoloB

  80. utente anonimo scrive:

    PaoloB, il fatto è che , come ho già detto, a me piace il concreto.

    Rispondere è facilissimo, io però ho bisogno di essere convinta che valga la pena di farlo.

    Tu mi consigli di cambiare banca, e io ti ho appena detto che ho estinto il conto corrente.

    E non mi rivolgerò a nessuno prima di avere contestato per iscritto l’errore e atteso , per un certo tempo, il riscontro.

    Io apprezzo molto i consigli, ma devono essere buoni consigli. E, alla fine, decido io cosa è un buon consiglio per me. Letture comprese.

    Quindi, , magari, spenderò 14 euro.

    Perché nella immane quantità di libri, come in quella dei discorsi, bisogna fare una cernita.

    Aurora.

  81. utente anonimo scrive:

    >riconosco l’errore di citazione sul decreto. Paolo B.<
    Come diceva qualcuno in uno spaghetti-western di Sergio Leone:”Quando, sul terreno dei decreti, un uomo armato di scienza economica incontra una donna armata di scienza giuridica, l’uomo è un uomo morto”:-)

    >Per tutto il resto non capisco: mi sfotti perchè mi ritieni poco interessante o perchè non sai cosa rispondere?<
    Ma no, è solo che c’ha Saturno contro:-).

    Ciao

    Ritvan

  82. utente anonimo scrive:

    >PaoloB, il fatto è che , come ho già detto, a me piace il concreto. Aurora<
    Già, badiamo al sodo nosotros, nella vita reale. Poi, come avatar nel videogioco “Come ti realizzo il Sol dell’Avvenir o la Quinta Via Costituzionale di B & B” ci scateniamo in sogni e deliri irrealizzabili. Ovvero, come coniugare allegramente l’utile col dilettevole, in spregio alla coerenza.

    >Rispondere è facilissimo, io però ho bisogno di essere convinta che valga la pena di farlo.<
    Spero che anche il direttore di banca a cui ti sei rivolta per avere i tuoi amati 80 euri non segua il tuo stesso criterio:-), visto che lui maneggiando quotidianamente milioni e milioni potrebbe giustamente ritenere una faccenda da 80 miseri euri una cosa su cui non valga la pena di rispondere. Io ne ho un altro, semplicissimo e – come nella migliore tradizione ritvaniana:-) -mooolto luogocomunista: chiedere è lecito, rispondere è cortesia.

    >Tu mi consigli di cambiare banca, e io ti ho appena detto che ho estinto il conto corrente.<
    No, cara, tu ha scritto di aver estinto “UN conto” corrente, cosa che – paraviescamente parlando – non esclude che tu possa avere anche UN altro (o più di uno) presso la stessa banca. Specie, dopo il pacchetto-decreto-legge-ukase-bolla-grida:-) Bersani (eh, non ci casco io a dare riferimenti precisi, sennò mi cazzi:-) ) che costringe i liberi professionisti ad avere un conto corrente a parte per l’attività professionale. Pertanto, il tuo supponente sarcasmo nei riguardi del consiglio di P.B. – il quale non è tenuto a sapere quanti conti c’hai tu in quella banca – mi sembra del tutto ingiustificato. Vabbè che Saturno incombe truce e minaccioso:-) ma a tutto ci dovrebbe essere un limite.

    >E non mi rivolgerò a nessuno prima di avere contestato per iscritto l’errore e atteso , per un certo tempo, il riscontro.<
    E se il riscontro sarà – come immagino che sarà, se gli avrai scritto nella tua veste di avvocato, lascando intendere che in caso non scucia gli 80 euri gli farai un mazzo così, legalmente parlando – positivo che farai poi? Sono molto curioso di saperlo.

    >Io apprezzo molto i consigli, ma devono essere buoni consigli. E, alla fine, decido io cosa è un buon consiglio per me.<
    Già, parafrasando, non è buono ciò che è buono ma è buono ciò che piace a me:-). Sono curioso di sapere, però perché trovi “no buono” il consiglio di P.B. di rivolgerti subito a ABI e cuccuzzaro: c’è una ragione oggettiva o solo perché il consiglio proviene da P.B.?:-)

    >Letture comprese.

    Quindi, , magari, spenderò 14 euro.

    Perché nella immane quantità di libri, come in quella dei discorsi, bisogna fare una cernita.

    Guarda che in Italia, pur facendo in genere schifo i servizi pubblici, esistono anche ottime biblioteche pubbliche, eh, dove i libri li prestano gratis da leggere anche ad avvocati parsimoniosi:-).

    Ciao

    Ritvan

  83. utente anonimo scrive:

    Per Aurora:

    come libro ti posso suggerire:

    “Salvare il capitalismo dai capitalisti” di Luigi Zingales.

    e

    “Il Banchiere dei Poveri” di Mohamed Yunus.

    PaoloB

  84. utente anonimo scrive:

    C’è un poeta, aurora, ch’era il più libero dalle “ideologie” poetiche primonovecentesche. Tutte le ha attraversate come spirito i muri. Uno spirito fanciullesco. Si chiamava corrado govoni. Per te “La trombettina”.

    Ecco che cosa resta

    di tutta la magia della fiera:

    quella trombettina,

    di latta azzurra e verde,

    che suona una bambina

    camminando, scalza, per i campi.

    Ma, in quella nota sforzata,

    ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,

    c’è la banda d’oro rumoroso,

    la giostra coi cavalli, l’organo, i lumini.

    Come, nel sgocciolare della gronda,

    c’è tutto lo spavento della bufera,

    la bellezza dei lampi e dell’arcobaleno;

    nell’umido cerino d’una lucciola

    che si sfa su una foglia di brughiera,

    tutta la meraviglia della primavera.

    Ha ragione kel: noi abbiamo le nostre poetiche, tu hai la tua poesia.p

    ps: la raccolta dove puoi trovare questa poesia ha un titolo bellissimo: Il quaderno dei sogni e delle stelle. Al sole alcuni preferiscono le stelle. Io credo che questo in politica valga anche per b e b. Leggerli insieme a corrado govoni potrebbe essere un accostamento felice.

  85. utente anonimo scrive:

    p, grazie per la poesia, penso che un giorno me le copierò tutte, anche quella de ” Il quattro è rosso”, che mi pare desse una idea di freschezza come questa.

    Mi è piaciuta anche la tua espressione ” accostamento felice”: sa di mare.

    Se mi apri lo sterno e mi fai accomodare ( entro scalza) ti suono una nota.

    Sciuscià- aurora.

  86. utente anonimo scrive:

    Ecco, a me ‘accostameno felice’ fa venire in mente la polenta di granoturco e lo stufato d’asino …

    Proprio vero che uomini e donne sono di mondi diversi!

    Francesco

    “Io non sono interessata alla politica teorica, o all’ economia teorica, mi piacciono i fatti.”: detto da un avvocato, che vive della teria della giustizia (o diritto) e del rigetto dei fatti giusti (o linciaggi), questa affermazione mi pare impropria.

  87. utente anonimo scrive:

    >Ecco, a me ‘accostameno felice’ fa venire in mente la polenta di granoturco e lo stufato d’asino …

    Proprio vero che uomini e donne sono di mondi diversi! Francesco<
    Mah, mica tanto. Scrive il Divino Paravia (ocio al 3a e 3b):

    ac|co|stà|re

    v.tr. e intr. (io accòsto)

    AU

    1a v.tr., avvicinare: a. le labbra alla tazzina, a. le persiane, socchiuderle

    1b v.tr., andare vicino a qcn.: a. qcn. per chiedere un’informazione | estens., entrare in contatto con qcn.: a. persone che possono essere utili

    1c v.tr., mettere accanto in modo armonioso: a. due colori, a. il verde al, con il, e il giallo

    2 v.intr. (avere) CO stare accosto a qcs.: il mobile non accosta bene al muro | fermarsi affiancandosi a qcs.: il vigile mi disse di a.

    3a v.intr. (avere) TS aer., mar., manovrare per cambiare direzione

    3b v.intr. (avere) TS mar., manovrare per avvicinarsi a un’altra nave o a un approdo

    Che il nostro avvocato frequenti lo yacht di Briatore?:-)

    >”Io non sono interessata alla politica teorica, o all’ economia teorica, mi piacciono i fatti.”: detto da un avvocato, che vive della teria della giustizia (o diritto) e del rigetto dei fatti giusti (o linciaggi), questa affermazione mi pare impropria.<
    Ma che c’entra, qui si stava parlando di quello che uno fa nel tempo libero. Certo che quando difende il suo cliente l’avvocato se ne strasbatte dei fatti e delle teorie della Giustizia messi insieme che sono contrari all’interesse del cliente medesimo. Ci mancherebbe altro:-)

    Ciao

    Ritvan

  88. utente anonimo scrive:

    le Amway d’oltreoceano si stanno propagando anche in Italia? come direbbe Bossi: “mondo di merda”…

    Stradivari

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