Un attimo prima che la notizia arrivi nei telegiornali, mi chiama un amico, e mi dice,
"sai che hanno arrestato Vittorio Emanuele, e che al centro della storia c’è Massimo Pizza?"
Nei prossimi giorni, qualcuno ricostruirà tutta la storia, dove c’è di tutto, dalle puttane servite ai giocatori al casinò di Campione d’Italia, alla tragedia somala.
Lasciamo stare il vecchio omicida debosciato amico di Bruno Vespa, accusato adesso di " associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione."
Io invece sono interessato a Massimo Pizza.
Massimo Pizza l’ho conosciuto come vicepresidente dell’Associazione Musulmani Italiani, una bizzarra congrega di reduci della dittatura di Siad Barre e di improbabili personaggi italiani, dedita allo smercio di finti titoli nobiliari somali, che si riuniva all’epoca attorno a un ex-mormone, tale Massimo Palazzi, che però preferisce essere chiamato "Dott. Prof. Mawlana Shaykh Abdul Hadi Palazzi Abu Omar al-Shafi’i, Gran Cancelliere dell’Ordine e Gran Precettore per la lingua italiana del Supremo Ordine Salomonico dei Principi del Shekal". Insomma, il pittoresco padrino dei "musulmani moderati" d’Italia.
Sedicente ex-generale dei carabinieri, nonché agente della "sezione K del Sismi" che si sarebbe dovuta occupare di cacciare i movimenti islamisti dalla Somalia, Massimo Pizza è stato il testimone della difesa in un mitico processo contro il giornalista Dimitri Buffa, che aveva accusato un pacifico medico omeopata siriano di voler comprare tutta l’acqua potabile d’Italia allo scopo di avvelenarla: Dimitri Buffa aveva anche accusato i musulmani italiani di aver effettuato prove di astensione dall’acqua del rubinetto, in modo da avvelenare solo i cristiani.
Solo che il processo andò male a Buffa, quando i carabinieri spiegarono al giudice che non riuscivano a trovare Massimo Pizza, perché non c’era mai stato un carabiniere con quel nome.
Ed è divertente pensare come in questo vortice sia andato a finire anche il finto governo somalo, che proprio in questi giorni ha chiesto che l’ONU invadesse la Somalia.
Visto che Palazzi ci attacca dalla mattina alla sera, visto che Buffa ha scritto articoli demenziali contro chi gestisce questo blog, visto che ci siamo occupati della Somalia…
insomma, questo blog pare che si trovi nell’occhio del ciclone, ma dalla parte dei buoni, o se preferite dei cattivi, comunque dalla parte opposta dei Pizza e dei Vittorioemanueli.
L’ANSA ci rivela come Pizza definisce se stesso, dopo alcuni giorni di carcere.
"Nei due interrogatori, Pizza si definisce rappresentante del Governo somalo, «agente provocatore», consulente storico, consulente, bibliografo, «scambiatore di notizie», analista, venditore di informazioni e anche «truffatore ma non musulmano», quando ricorda che è stato vicepresidente dell’Associazione musulmana italiana. (ANSA). RES 16-GIU-06 21:03 NNN"
E’ bello mettersi sulla riva del fiume e aspettare…
Mi dicono su altro forum, e prontamente riferisco:
“…L’italia aveva avuto di tutto, il re galantuomo, il re soldato, il re di maggio, il re lazzarone ….. il re pappone ancora mancava. “
e anche il presidente operaio
Un’ordinanza di custodia cautelare di 2.000 pagine ?
Con i brogliacci di questa trama reale si potrebbe imbastire un best seller.
Aurora.
il re pappone è bellissima, la uso nel mio pezzo.
dacia
>Un’ordinanza di custodia cautelare di 2.000 pagine ? Con i brogliacci di questa trama reale si potrebbe imbastire un best seller. Aurora. <
E’ la solita e ben nota precisione della stampa italica. L’ordinanza ha “solo” 200 pagine.
Ciao
Ritvan il Bieco Provocatore:-)
Cari compagni
forse nella goduria sbeffeggiamonarchia vi sfugge il fatto che l’intero impianto accusatorio si basa sulle “esternazioni” di un certo Pizza (mancano i fichi, spaghetti e mandolino:-) ), figuro magistralmente descritto da Miguel.
E viene portato avanti da uno che di cognome fa Woodcock (gli anglofoni spero capiscano:-) ).
Ciao
Ritvan
P.S. Comunque vada, sempre meglio “pappone” piuttosto che sostenitore dei carrarmati sovietici in Ungheria. Non so se mi spiego…
“Nei due interrogatori, Pizza si definisce rappresentante del Governo somalo, «agente provocatore», consulente storico, consulente, bibliografo, «scambiatore di notizie», analista, venditore di informazioni e anche «truffatore ma non musulmano», quando ricorda che è stato vicepresidente dell’Associazione musulmana italiana. (ANSA). RES 16-GIU-06 21:03 NNN”
INTERESSANTISSIMO ESEMPIO DI META-TAQIYA AUTO-ASSOLUTORIA
…..PIZZA E’ UN MITO !!!
🙂
DAVIDE E.F.R.N.U.E.
x Aurora
Sulla famigerata ordinana di Woodcock la stampa dà proprio i numeri. Fra i due “poli” che sparano rispettivamente 200 e 2000 pagine è spuntato oggi su “Metro” l’inciucio:-). Infatti secondo i “metristi” la verità sta nell’addizione: non 200, né 2000 ma ben 2200.
Ciao
Ritvan
Non ci sono informazioni sicure, Ritvan, eppure l’ordinanza deve già essere stata esaminata dai legali.
Noto che stanno facendo macerare in carcere V.E., caduto anche dalla branda, dato che l’interrogatorio del Giudice per le Indagini Preliminari è fissato per domani e l’arresto risale a venerdì sera.
E’ vero che ci sono cinque giorni di tempo dall’arresto, ma anche i delinquenti plebei di solito vengono interrogati prima. Può darsi che si dia il tempo agli indagati e ai difensori di leggersi il volume, nella parte che riguarda loro e i loro assistiti.
Francesco non aveva finito di chiedere quanti ricchi finiscono in carcere, che gli hanno fatto una retata ad hoc, con Woodcock.
Aurora.
Uffa, baruffa, truffa.
Durmus dorme, Mehmet dorme, Allam aveva un appuntamento alle 17.30 ed ora dorme.
Solo il reale veglia, con la pila rivolta alla 359a pagina del testo che gli pesa in mano da quando lo hanno arrestato, e impreca: come possono pretendere che lui risponda su fatti contenuti in quel malloppo, se gli ci vogliono venti giorni per leggerlo, andando a ritmo medio di 100 pagine al giorno ? Ma ammettiamo che la sua posizione sia contenuta in sole 100 pagine, tra le 2000 e oltre che compongono l’ordinanza. Bisogna andarci cauti lo stesso, se si dice una cosa sbagliata, che può essere male interpretata, senza conoscere i documenti, le fonti di prova e gli intrecci con le posizioni degli altri indagati , ci si può impelagare in contraddizioni. Il P.M. non si lascerà scappare l’occasione per sfruttare ogni dichiarazione a conforto del suo “impianto accusatorio”; il GIP che interroga è lo stesso che ha emesso l’ordine di custodia cautelare, difficile che cambi idea a distanza di pochi giorni e decida per la rimessione il libertà. Al più affievolirà la misura.
Insomma, tanto per andare sul sicuro, la maggior parte degli indagati fino ad ora ha dichiarato che non intende rispondere all’ interrogatorio.
Me li immagino mentre spiegano al Giudice : ” Non abbiamo fatto in tempo a leggere l’ordinanza e le contestazioni che ci vengono mosse, sono duemiladuecento pagine ! ” e il Giudice che risponde : ” Dovete solo dirmi se intendete rispondere o no.”
Intanto gli avvocati pensano al Tribunale per il Riesame e ai faldoni da esaminare che li aspettano, ai tempi da rispettare, all’enciclopedico ricorso da presentare.
Aurora.
>Francesco non aveva finito di chiedere quanti ricchi finiscono in carcere, che gli hanno fatto una retata ad hoc, con Woodcock.
Aurora.<
Ho visto sui giornali una bella foto del nostro Woodcock con in testa un berretto arcobaleno. Sarà una coincidenza?:-)
Ciao
Ritvan
P.S. Hai ragione, la papirologia del sistema giudiziario sta degenerando a ritmi inquietanti (sono i guasti prodotti dalla “Giustizia Proletaria” autoreferenziale). Il caro Woodcock dal copricapo arcobaleno non si è mai chiesto quanti alberi della foresta amazzonica:-) siano stati abbattuti per servire da supporto cartaceo alla montagna di ca..te principesche senza alcuna rilevanza penale che lui (Woodcock) ha confezionato? Urge proposta di legge di iniziativa popolare: nessun atto giudiziario deve avere più di 100 pagine. Chi ne fa di più, gli viene decurtato dallo stipendio il costo dell’eccedenza. Vediamo poi se i cari PM e GIP, GUP e compagnia bella non si danno una regolata!
ritvan,
saranno i giudici ad essere prolissi ma io sono appena uscito dall’incubo di un atto introduttivo di una causa di 270 pagine. 20 per descrivere i fatti. 20 per dirmi quali sono le disposizioni applicabili. una 30 di motivazioni più o meno condivisibili. il resto, inizia con il terribile inciso “ad abundantiam” e sono 200 pagine che non stanno né in cielo né in terra, ma alle quali in qualche modo il giudice dovrà rispondere
roberto
Caro Roberto, cominciamo prima a far dare il buon esempio a PM e giudici e per le cause penali dove c’è im ballo la libertà delle persone e non vil pecunia o confini di poderi:-), poi magari si può estendere la cosa anche ai prolissi papiri avvocateschi.
Ciao
Ritvan
P.S. Che ne dici di applicare la sharia:-) e far mangiare seduta stante agli avvocati le pagine eccedenti le 100? E senza neanche un bicchier d’acqua!:-).
270 pagine di atto introduttivo ? E che é, la causa di Napoleone ? ( direbbe Totò).
La prolissità non è apprezzata dai Giudici, che liquidano in genere l'”ad abundantiam” come questioni già trattate in quanto assorbite dalle precedenti argomentazioni.
Sarebbe interessante sapere però se l’esubero non sia costituito da tante freccie collaterali che convogliano quelle principali verso la vittoria della causa.
Aurora.
>freccie collaterali..Aurora<
Infilzata, cotta e magnata!:-) 🙂
Ciao
Ritvan:-)
Mi sa che vai a cenare, Ritvan, allora buon appetito.
Ciao, Aurora.
no aurora, una più banale lite su fondi comunitari.
volevo solo attirare l’attenzione dei mangiafunzionari come ritvan sul fatto che la prolissità non è solo un difetto dei giudici, ma è cosa comune per i giuristi (e non so perchè sia così, ha ragione aurora che dice che la prolissità non piace ai giudici)
roberto
Io, ai giuristi, un giretto di Sharia glielo farei fare …
Francesco il multiculturale ma solo oggi
Il savoia a livello dei calogero sedara di oggi. Il principe di salina avrebbe avuto solo una smorfia di disgusto. Per questione di stile – noblesse oblige – non di morale. Io, da plebeo, indosso la maschera del nobile siciliano. Chissà se tra i superstiti nobili d’oggi ce n’è ancora qualcuno capace di tanto, o tutti i gattopardi sono definitivamente estinti. Tocca a noi plebei salvare anche le ragioni dell’aristocrazia.p
Scusate ma oggi – visto lo sdegnoso alzar di sopracciglia alla pubblicazione delle puttanesche avventure del sire Vittorio Emanuele IV – mi tocca l’insolita veste di p. citatore poetico. Per la serie “nihil novo sub sole” vi presento il testo della canzone “Carlo Martello ritorna dalla Battaglia di Poitiers” (così facciamo contenti anche i portatori sani di radici cristiane antimusulmane:-) ), scritto in collaborazione con Paolo Villaggio
Ciao
Ritvan il vice-p.
Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d’allor
al sol della calda primavera
lampeggia l’armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d’identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d’amor
“se ansia di gloria e sete d’onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all’amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave”
così si lamenta il Re cristiano
s’inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand’ecco nell’acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d’amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
“Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella”
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
“De’ cavaliere non v’accostate
già d’altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate”
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s’arrestò
ma più dell’onor potè il digiuno
fremente l’elmo bruno
il sire si levò
codesta era l’arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
“Se voi non foste il mio sovrano”
Carlo si sfila il pesante spadone
“non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore”
Carlo si toglie l’intero gabbione
“debbo concedermi spoglia ad ogni pudore”
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d’onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull’arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
“Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor”
“E’ mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c’è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v’eran tariffe inferiori alle tremila lire”
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d’allor
al sol della calda primavera
lampeggia l’armatura
del sire vincitor
Ovviamente il coautore del testo della canzone di Carlo Martello è De Andrè.
Ciao
Ritvan
ritvan,
il re carlo della canzone (complimenti per la citazione, ma da quanti anni vivi in italia?) è un puttaniere, il savoia è un pappone.
qua sta la differenza
roberto
>ritvan, il re carlo della canzone (complimenti per la citazione, ma da quanti anni vivi in italia?)<
Da circa 7 anni. Ma ti ricordo che in Albania si andava avanti a pane e mamma RAI-zia Mediaset.
>è un puttaniere, il savoia è un pappone.qua sta la differenza.
roberto <
Mi sa che le notizie italiche a Lussemburgo arrivano un po’ distorte:-). Ho letto le intercettazioni sui giornali e da esse risulta inequivocabilmente che le mignotte il sire mancato le voleva a esclusivo uso e consumo personale. Probabilmente anche le incriminazioni fatte dai PM italici soggiacciono alla spietata legge del suk arabo: prima lo si accusa di ogni nefandezza possibile ed immaginabile, anche senza lo straccio di una prova (tanto nessuno chiede conto al PM di incriminazioni fatte ad minchiam:-( ), poi comunque qualcosà resterà….almeno nelle teste della gente.
Ciao
Ritvan il Garantista
“”Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor”
Ritvan”
se l’udito non mi inganna, Ritvan, la puttana della canzone, che parlava con riconoscibile accento emiliano, non diceva un anonimo “beh” ma esortiva redarguendo re Carlo con un emilianissimo “Vè'”
(vedi, guarda, bada…
quante volte si sentono ancora le vecchiette che dicono frasi tipo “dì, vè, cosa credi di fare, non hai visto che c’è la fila?”)
La conoscenza delle varietà dell’italiano regionale certo non mancava all’autore.
ma forse sono io che mi ricordo male.
Paolo
Paolo, purtroppo non ho letto il papiro originale vergato dalle mani di De Andrè e Villaggio. Online si trovano due varianti: una con “deh” e l’altra con “beh”, ma non c’è traccia di “vè”. Del resto, la strada da Poitiers a Parigi difficilmente poteva passare per l’Emilia. A meno di non supporre l’esistenza a quel tempo di un’invasione di professioniste emiliane del sesso in terra franca:-)
Ciao
Ritvan
P.S. E’ interessante sapere, invece, che Carlo Martello non è mai stato ufficialmente re dei franchi, titolo che assumerà suo figlio, Pipino il Breve che fonderà la dinastia dei Carolingi.
Che c’entra, caro Ritvan, i dialetti e gli accenti italiani sono usati in canzone, cinema ecc. con intenti espressivi, non di stretto realismo.
Come nella tragedia greca dove c’è monodia in attico e coro in dorico.
Inoltre, la professionista del sesso, perlomeno nella versioneche mi ricordo, parla comunque con accento emiliano, quindi il “vè'” ci sta tutto.
“Deh” sarebbe carino come presa in giro del linguaggio aulico, in linea con la canzone del resto (l’ho sentito in inni religiosi). Ma fuori linea con il tono della risposta della prostituta, che invece è “terra-terra” e smonta l’atmosfera aulica e idilliaca.
“Beh” mi sembra proprio la versione peggiore.
Ciao! 🙂
Paolo
Ha ragione paolo, ho riascoltato la canzone. In questa caso la versione scritta di internet ha una piccola imprecisione. Cose che capitano. Più che altro la piccola disputa è stata un buon pretesto per riascoltare dopo tanto quest’ironica canzone di de andré/villaggio. Un’altra bellissima canzone della “strana coppia” d’autori è “il fannullone”. L’incipit è leggendario:
“senza pretese di voler strafare / io dormo al giorno quattordici ore”
p
Anche il giornalista dell’ Espresso ha iniziato il suo articolo su Vittorio Emanuele con un brano della canzone di De Andrè e Fantozzi. Lui ha avuto l’idea, poi basta andare su Internet e si trova tutta, compreso l’errore.
Quando si copia la memoria degli altri..
Aurora.
:((((
come siamo caduti così in basso………
ma dovevamo proprio riprenderci i Savoia in Italia????
Che gente………
>Anche il giornalista dell’ Espresso ha iniziato il suo articolo su Vittorio Emanuele con un brano della canzone di De Andrè e Fantozzi. Lui ha avuto l’idea, poi basta andare su Internet e si trova tutta, compreso l’errore. Quando si copia la memoria degli altri.. Aurora.<
Caro avvocato, non ti sfiora mai il sospetto che la stessa idea possa venire simultaneamente a molte persone, sentendo un fatto di cronaca?
Ciao
Ritvan
Si fosse trattato di altri, forse, Ritvan, mi sarei adeguata alla semplice spiegazione “dell’idea che viene a molti..”.ma trattandosi proprio di te, e conoscendo la tua abilità nel reperire informazioni, ho dovuto seguire il tuo motto preferito : a pensar male ci si azzecca sempre / e anche questa l’hai copiata da Andreotti.
Aurora.
>Si fosse trattato di altri, forse, Ritvan, mi sarei adeguata alla semplice spiegazione “dell’idea che viene a molti..”.ma trattandosi proprio di te, e conoscendo la tua abilità nel reperire informazioni,…Aurora<
No, digiamocela tutta (come dice La Russa e mi raccomando, ho citato La Russa, eh!:-) ), trattandosi di me che, da bieco exrtacomunitario quale sono, non devo avere avere lo stesso patrimonio culturale dei “padroni di casa” (De Andrè compreso nel pacchetto) mi è vietato fare il collegamento mentale fra il V.E. intercettato puttaniere che tira sul prezzo e Carlo Martello canzonettistico idem. Ekkediamine, simili colpi di genio nemmeno un italico semplice come te se li può permettere, giusto un giornalista dell'”Espresso” (mai letto in vita mia), essere superiore per definizione:-).
>ho dovuto seguire il tuo motto preferito : a pensar male ci si azzecca sempre / e anche questa l’hai copiata da Andreotti.<
Veramente Andreotti diceva “quasi sempre”. E che fosse di Andreotti l’ho citato più di una volta. Il verbo “copiare”, caro avvocato, si usa in altri frangenti.
Ciao
Ritvan
Patrimonio culturale anedottistico e non ( io sono Ritvamara, dottor enciclopedico) ne hai una caterva. Ma lo vedi che in un anno di commenti a fiume straripante su tutto non hai mai tirato fuori un cenno a De André, neppure la canzone di Marinella ti è venuta in mente leggendo della cravatta nel post di Kel.
E che dire delle canzoni in genere, anche le più note nel mondo ? Tu non ne hai mai citata una. Non è nel tuo repertorio la canzone, men che meno una semisconosciuta di un cantautore raffinato. Il massimo a cui sei arrivato è un certo Oreglia,forse un cabarettista di Zelig.
Aurora.
>Patrimonio culturale anedottistico e non ( io sono Ritvamara, dottor enciclopedico) ne hai una caterva. Aurora<
Immagino tu ti riferisca alla maschera del dottor Balanzone. Beh, se entriamo nella commedia italica, una certa propensione a fare la Mira(uror)andolina non ti si può esser negata:-).
>Ma lo vedi che in un anno di commenti a fiume straripante su tutto non hai mai tirato fuori un cenno a De André,<
Non ho mai detto di essere un fan di De André. Fammi capire, caro avvocato, secondo la sua pregevole arringa, se io per tutto il corso dei miei biechi “commenti a fiume straripante su tutto” non avessi mai accennato, chessò ad Alberto Sordi o a Mike Bongiorno o al mostro di Foligno, la prima volta che lo facessi in futuro mi zomperesti addosso accusandomi di chissà quali nefandezze? Guarda che se fai simili sragionamenti davanti al giudice quello come minimo ti scaglia il martelletto di legno in testa:-).
>neppure la canzone di Marinella ti è venuta in mente leggendo della cravatta nel post di Kel.<
Avresti dovuto capire ormai che le canzoni malinconiche mi deprimono e cerco di non evocarle. Ma poi, scusa, anche se mi fosse venuto in mente il collegamento che dici, ho forse sottoscritto un contratto per cui ogni cosa che mi viene in mente lo devo scrivere qui?! Ma guarda te che razza di ragionamento! Allora, secondo il tuo illuminato parere, p.es. se io non ho citato a proposito della molto onorevole proposta di un certo Paul Lafargue la canzone di Celentano “Chi non lavora non fa l’amore”, vuol dire che non conosco tale canzone ma ho copiato il collegamento da “Panorama” o da “Cronaca Vera”?:-).
>E che dire delle canzoni in genere, anche le più note nel mondo ?<
Che vuoi che ti metta qui “O sole mio” e “Nel blu dipinto di blu”? Vabbè, visto che c’insisti: sai perché la canzone “Il cielo in una stanza” è la più preferita dalle donne single?
>Tu non ne hai mai citata una.<
Ecco, sopra te ne ho citate quattro. Cuntent? E cerca di rispondere all’indovinello!
>Non è nel tuo repertorio la canzone,<
Non ho un “repertorio”, anche perché non ho una voce molto intonata (pietoso eufemismo per dire che sono stonato come un coyote:-) ). Ma questo non vuol dire che non conosca la stragrande maggioranza delle canzoni italiche.
>men che meno una semisconosciuta di un cantautore raffinato.<
Sarà semisconosciuta per una romanticona come te, ma per un cacciatore di humor come me è un must. E scommetto che non perdoni a un “raffinato” come lui di essersi messo in sodalizio con Fantozzi (orrore e abominio!:-) ) e aver scritto quel testo triviale, indegno di cotanta “raffinatezza”.
>Il massimo a cui sei arrivato è un certo Oreglia,forse un cabarettista di Zelig.<
Oreglio, cara, Oreglio, e senza “forse”.” Cantautore, comico di Zelig, entertainer, scrittore di libri best seller veri e propri fenomeni dell’editoria italiana con più di un milione di copie vendute”.
Ciao
Ritvan
ERRATA CORRIGE POST 34
Ovviamente “Balanzone” va sostituito con “Dulcamara”. Lapsus freudiano:-).
Ritvan
Allora caro /si fa per dire/ veterinario mi riporto a quanto scritto nel mio primo, esaustivo anche se conciso, commento :
Se tu avessi ascoltato, come hai detto, la canzone sulla Rai in Albania, con la tua solita eccessiva pignoleria, avresti notato l’anomalia:
beh, deh, vè…
Insomma non te la prendere se io sono irrimediabilmente convinta che tu copi a piene mani dai pozzi altrui, compreso quello di Internet.
Con questa base sicura, per rispondere al tuo indovinello, mi è bastato digitarlo su google, individuando immediatamente il sito”haivistol’asta”, dove c’è la soluzione.
Adesso ti informo che non accetterò altri indovinelli, mi sono stufata.
Aurora, la romanticona per cui il ” cielo in una stanza ” non la canzone ” più preferita” ( ma la smetti di copiare anche gli errori ?).
..non è la canzone..
Aurora.
>Allora caro /si fa per dire/ veterinario<
E’ vero, ho tariffe professionali molto abbordabili.
>mi riporto a quanto scritto nel mio primo, esaustivo anche se conciso, commento : Se tu avessi ascoltato, come hai detto, la canzone sulla Rai in Albania, con la tua solita eccessiva pignoleria, avresti notato l’anomalia: beh, deh, vè…<
E’ il tuo solito ragionamento ad minchiam, pretendere che io distinguessi a quel tempo – cosa che per la verità non mi riesce neanche oggi, non essendo un dialettologo italico – un “beh” da un “deh” e da un “vè” ascoltato alla radio. Ma siccome la donna della storiella preferì affogare, piuttosto che ammettere che il grano si miete col falcetto e non con le forbici, lascio perdere.
>Insomma non te la prendere se io sono irrimediabilmente convinta che tu copi a piene mani dai pozzi altrui, compreso quello di Internet.<
Sì, e anche il grano si taglia con le forbici:-).
>Con questa base sicura, per rispondere al tuo indovinello, mi è bastato digitarlo su google, individuando immediatamente il sito”haivistol’asta”, dove c’è la soluzione.<
Brava, vedi che qualcosa da me impari. E PURE GRATIS!:-). Così, la prossima volta fai anche per gli astrusi personaggi che p. ti scaglia ogni tanto fra capo e collo:-).
>Adesso ti informo che non accetterò altri indovinelli, mi sono stufata.<
Niente altri indovinelli. Solo un p.s. con due battute sugli avvocati trovate nel sito da te consigliatomi (così impari a consigliarmi dei siti porcelloni:-) ).
>Aurora, la romanticona per cui il ” cielo in una stanza ” non la canzone ” più preferita” ( ma la smetti di copiare anche gli errori ?).<
Primo, nel sito da cui io avrei – sempre secondo la tua granitica convinzione – l’indovinello, non era scritto “la più preferita”; controlla, avvocato. Secondo, l’espressione “la più preferita” è sbagliata qualora riferita ad un soggetto singolo che preferisce, punto e basta, ma è corretta quando si fa un sondaggio fra più soggetti, alla fine del quale emerge “la più preferita”, ossia la preferita dalla maggioranza.
Ciao
Ritvan il Saccheggiatore di Internet:-)
P.S. Qual è il peso ideale di un avvocato? 2 Kg, compresa l’urna!
Qual è il punto in comune fra un avvocato e uno spermatozoo? Ambedue hanno una possibilita’ su 1.000.000 di diventare un essere umano!
“…è il tuo solito ragionamento ad minchiam, pretendere che io distinguessi..> Ritvan.
Egregio veterinario, da te non pretendo niente( sarei proprio irrazionale a pretendere da te qualcosa), prendo semplicemente atto, e non c’è neanche bisogno di ragionare, che una canzone, che tu hai detto essere per te “un must”, è “un must” che vai a copiare on-line, con l’ errore.
Non c’è poi bisogno di essere dialettologo per sentire la differenza tra un beh, un deh, e un vè…basta ascoltare il “must”, se non si è sordi..
INFINE ( speriamo!), il mio peso ideale di avvocato defunto è sicuramente di due kg. compresa l’urna, che al netto delle empie ceneri farà 190 gr., ma la tua pesantezza da veterinario in vita, quale anima pia la sopporta ?
Aurora.
>prendo semplicemente atto, e non c’è neanche bisogno di ragionare, che una canzone, che tu hai detto essere per te “un must”, è “un must” che vai a copiare on-line, con l’ errore.Aurora<
Beh (o “vè”?:-) ) essere un must non vuol dire conservarne sul proprio PC il testo originale con tanto di autografo di De André. Ma ovviamente il grano si taglia con le forbici.
>Non c’è poi bisogno di essere dialettologo per sentire la differenza tra un beh, un deh, e un vè…basta ascoltare il “must”, se non si è sordi..<
Devi consultare un logopedista o un fonico della radio sulla chiarezza d’ascolto di “b”, “d” e “v” in una canzone sentita alla radio. E poi liberissima sempre tu di sostenere che il grano si taglia con le forbici.
>INFINE ( speriamo!), il mio peso ideale di avvocato defunto è sicuramente di due kg. compresa l’urna, che al netto delle empie ceneri farà 190 gr., ma la tua pesantezza da veterinario in vita, quale anima pia la sopporta ?<
Che ne dici se mi faccio anch’io il cane?:-)
Ciao
Ritvan