“Che nome gli metterò? Lo voglio chiamar Pinocchio” (IV)


"Fu più o meno nell’anno della maturità, quando si fa più impellente la necessità di chiarire a se stessi che cosa veramente vorremmo fare da grandi, che dentro di me mi diedi questa risposta: "Vorrei fare il giornalista o il capo di Stato" (p. 25).

Così rifletteva il giovane Magdi.

Un progetto da realizzare con qualunque mezzo. Anni dopo, Magdi Allam avrebbe fatto della "difesa della vita" – un termine che ricorre più volte nel libro – il proprio motto. Quando il quotidiano La Repubblica gli chiese, nel 2003, di lasciare il suo eccellente albergo a Kuwait City, dove scriveva i propri articoli e soprattutto opinionava in TV, per recarsi al fronte, Magdi Allam si rifiutò per un motivo ben preciso:

"Per me la salvaguardia della vita è al primo posto. E’ un atto di fede." (p. 101)

Invece, il giovane Magdi è stato, a suo stesso dire, una sorta di kamikaze dell’emigrazione: il capitolo che ne parla si titolo, infatti, "Anche a costo della vita".

Dopo la maturità, Magdi aveva cominciato a lavorare presso l’Ufficio culturale austriaco al Cairo. Dove un giorno si riempì di psicofarmaci e si rinchiuse nel bagno. Si risvegliò in ospedale, per annunciare, "Voglio andare in Italia, costi quel che costi". La madre lo affidò "alle cure di un noto psichiatra", che lo imbottì di sedativi e gli fece sperimentare "la tortura della scossa elettrica".

Poco dopo, Magdi avrebbe ottenuto una borsa di studio per iscriversi all’università di Roma. Così, nel 1972, arrivò in quella che lui chiama "la Terra promessa", che lui contrasta con l’odiato deserto egiziano (p. 53), compiendo così il "matrimonio con l’Italia, voluto con tutto me stesso", mentre l’Egitto era, per lui, qualcosa che "dovevo a tutti i costi abbandonare".

Qui le versione divergono, almeno in parte. Magdi Allam sostiene di essersi iscritto subito a filosofia, all’università di Roma, mentre alcuni suoi vecchi amici sostengono che almeno per un anno, non avrebbe avuto nulla a che fare con l’università. In ogni caso, come dice nell’intervista a Grazia,

«I primi anni sono stati durissimi. Ero disorientato: fumavo, bevevo alcolici e caffè, fino a farmi scoppiare il fegato».

Insomma, più o meno come il nostro amico Amer.

Magdi Allam iniziò presto ad arrotondare la sua borsa di studio lavorando come "cameriere o portiere d’albergo". Un lavoro, si può presumere, doppiamente in nero: all’epoca era molto più difficile che oggi impiegare legalmente stranieri, mentre dubito che si possa percepire una borsa di studio mentre si lavora.

Nel 1975, iniziò a scrivere per la stampa, grazie alla sua conoscenza della lingua araba, forse non perfetta, ma certamente superiore a quella della media degli italiani. La sua firma appariva anche, seppure di rado, su Repubblica. Quando, un giorno, Magdi si trovò con il permesso di soggiorno in scadenza e a rischio di espulsione dal paese, Giorgio Signorini, capo della redazione Esteri, senza peraltro avere la facoltà di farlo,

"tirò fuori da un cassetto della scrivania un foglio di carta intestata e scrisse a macchina: "Certifico che Magdi Allam è un collaboratore fisso del quotidiano ‘La Repubblica’ e percepisce mensilmente un regolare compenso" (p. 74).

Grazie a questa falsa dichiarazione, Magdi Allam potè rinnovare il permesso di soggiorno e avviarsi poi alla cittadinanza italiana.

Nello stesso periodo, si mise a frequentare un

"gruppo di amici carissimi che, proponendosi di scardinare la società per introdurvi un cambiamento, si erano ribattezzati ‘piedi di porco‘".

Tutto questa storia di tentati suicidi, documenti falsificati, alcol e propositi di "scardinare la società" si può leggere in due modi diversi.

C’è il modo che potremmo definire nostro. Sappiamo che le persone cambiano. Che le migrazioni sono sempre molto difficili. Che "scardinare la società" può essere una simpatica metafora per attività del tutto pacifiche. Che per un documento falso non è mai morto nessuno. Anche se quasi tutte le "condanne di terroristi" in Italia sono in realtà arresti per terrorismo, che finiscono nella bolla di sapone di una condanna per infrazioni alle regole che governano l’immigrazione.

Poi c’è il modo che potremmo definire magdiallamesco di trattare simili temi.

Il modo magdiallamesco consiste nel chiedere che venga "considerato reato penale l’incitamento a destabilizzare il fronte interno italiano […] rifiutandone i valori" (p. 276).

Consiste nel chiedere che si consideri "l’immigrazione illegale un reato che comporta l’immediata espulsione del clandestino nel paese da cui è partito prima di arrivare in Italia" (p. 274) – e sicuramente la falsificazione di documenti e la violazione delle condizioni di ingresso nel paese (per studio e non per lavoro) costituiscono forme evidenti di "immigrazione illegale".

Magdi Allam ha fatto la sua fortuna, citando fuori contesto bofonchiamenti di immigrati intercettati al telefono, frasi di oscuri testi medievali di teologia scovati dalla polizia nelle baracche, borbottii in una predica del venerdì in qualche scantinato italiano, ed esigendo l’immediata espulsione dal paese dei responsabili.

Siamo quindi certi che se lui avesse scoperto, e non fatto parte, della banda dei "piedi di porco", intenti a "scardinare la società", l’avremmo trovata in prima pagina sul Corriere della Sera.

– Che cos’è quel baraccone? – domandò Pinocchio, voltandosi a un ragazzetto che era lì del paese.

– Leggi il cartello, che c’è scritto, e lo saprai.

– Lo leggerei volentieri, ma per l’appunto oggi non so leggere.

– Bravo bue! Allora te lo leggerò io. Sappi dunque che in quel cartello a lettere rosse come il fuoco c’è scritto: GRAN TEATRO DEI BURATTINI…

  (Continua…)

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33 risposte a “Che nome gli metterò? Lo voglio chiamar Pinocchio” (IV)

  1. utente anonimo scrive:

    solo al livello di curiosità, in regola generale si può percepire una borsa di studio e lavorare (ma in genere c’è un limite massimo di guadagno, per esempio per me durante il dottorato era di 15.000.000). dipende dalle singole università e dalle singole borse di studio

    roberto

  2. utente anonimo scrive:

    oscuri testi di teologia medioevale trovati nelle baracche?

    cosa è, una confessione 😉

    Francesco o’ sbirro

  3. utente anonimo scrive:

    Per Roberto,

    Sono curioso di sapere tu, personalmente, cosa pensi di Allam.

    reza

  4. utente anonimo scrive:

    reza,

    quando allam scriveva su repubblica mi era sembrato un cialtrone e da allora evito accuratamente i suoi articoli.

    trovo particolarmente cialtronesca e antipatica la sua tendenza a sfruttare il cognome per scrivere malissimo di tutto ciò che è in senso lato “islam”.

    un po ‘ come se ogni suo articolo fosse teso a dire “vedete, io sono intellettualmente onesto perchè sono un arabo che parla male degli arabi, quindi potete fidarmi di me”

    roberto

  5. utente anonimo scrive:

    >…un po ‘ come se ogni suo (di Allam) articolo fosse teso a dire “vedete, io sono intellettualmente onesto perchè sono un arabo che parla male degli arabi, quindi potete fidarmi di me” roberto<
    Condivido. E aggiungo che ha pure la fastidiosissima abitudine, dopo aver “mazziato” per bene gli arabi, di farli pure “cornuti”:-), aggiungendo di solito la postilla:”Ma non tutti sono così, ci sono anche quelli buoni”:-). Ho goduto come un riccio (e gliel’ho detto via email ad Allam) quando la Fallaci gli ha risposto a muso duro più o meno in questi termini:”anche tu sei come tutti gli altri!”.

    Ciao

    Ritvan

  6. utente anonimo scrive:

    Sai Roberto, io credo che per quanto un intellettuale del mondo islamico possa essere fedele al laicismo, al liberalismo, o addirittura all’occidente, l’anti islamismo radicale(li chiamano in iran ESTREMISTI)non può diventare il loro motivo di esistenza.

    in Iran Gangi è un intellettuale laico/liberale , egli vuole che la religione sia solamente questione intime per le persone, non vuole la presenza della religione nella vita sociale ma non parla mai della religione stessa bensi dei religiosi.

    Allam ha avuto a che fare coi “fratelli musulmani” quindi forse l’anti islamismo di allam si rifersisce al “idea” del “califfato” che loro hanno!?!

    nel Sciismo l’idea del califfato è rifiutato, i Sciiti hanno lottato contro i califfi per 14 secoli, il modello iraniano quindi si basa sulla democrazia/teocratica per convenienza del momento perché nel fondo della rivoluzione del 79 vi era anche, oltre alla libertà e alla indipendenza, la repubblica islamica come slogan.

    Con Ahmadinejad è iniziato una nuova fase in Iran, è una fase quasi anticlericale, lo chiamano “la rivoluzione della seconda generazione” perché la prima generazione era del clero mentre la terza generazione è addirittura per una riforma totale.

    quelli della II° generazione sono come il mio fratello, ingegnere, uomo d’affari, che ha studiato in america, rispettuoso della religione sempre ma a favore delle relazioni aperte con tutti i paesi(meno che israele e questo vale anche per la terza generazione).

    la terza generazione vuole che ci sia più democrazia e meno teocrazia, vuole le relazioni aperte con tutto il mondo e vuole poter conoscere meglio l’occidente.

    come vedi, allam o non, la realtà del mondo islamico è molto più complesso di quanto sembra quindi nemmeno la totale conversione di Allam al “occidentalismo anti islamico” potrà servire a risolvere qualcosa.

    a mio modesto parere, unica cosa buona che può esistere consiste nel legame tra le forze democratiche e tra le società civili iraniane e occidentali cioé, quello che voleva costruire Khatami senza però riuscirci per motivo principale che è mancanza di onestà intellettuale nei settori politici dell’occidente.

    Vi è stata una grave mancanza occidentale in una decisione delicata per la pace mondiale perché gli occidentali, come oggi per la questione nucleare, hanno delegato le loro decisioni ai circoli sionisti i quali chiedono che la condizione prima alla apertura totale verso l’iran sia il riconoscimento di israele da parte di questo ultimo.

    reza

    PS. ora basta con le buffonate miguel, non desidero rotture dei cosiddetti, si tratta del mio paese e del popolo a cui appartengo, sto cercando di metrermi in discussione per riuscire a capire meglio dove posso sbagliare e dove posso avere avuto idee concrete quindi vedi tu.

    albanese è pregato di rivolgersi ad altri senza commentare me, è infinitamente ringraziato se riesce a capire questo.

  7. etty scrive:

    per roberto:

    non so dirti riguardo alle borse di studio (credo che dipenda dalle singole borse di studio, no?)

    però posso dirti che una persona extracomunitaria, con permesso di soggiorno per studio, può lavorare massimo 1024 ore annue (20 ore a settimana per 12 mesi oppure 8ore al giorno per 6 mesi). All’ingresso deve cmq aver dimostrato di potersi mantenere da studente in Italia (c’è un reddito minimo)

  8. kelebek scrive:

    Per Reza e Ritvan,

    Mi sembra ragionevole la proposta di Reza: evitate, nei vostri commenti, di tirarvi in ballo reciprocamente.

    Miguel Martinez

  9. kelebek scrive:

    Ringrazio Etty e Roberto. Per fortuna ho premesso la parola “dubito”, perché vedo che le eccezioni ci possono essere.

    A presto

    Miguel Martinez

  10. utente anonimo scrive:

    grazie etty,

    non sapevo di quel limite di lavoro massimo (a proposito, bello il tuo blog)

    roberto

  11. utente anonimo scrive:

    grazie anche a reza,

    per il post molto interessante

    “la realtà del mondo islamico è molto più complessa di quanto sembra”

    beh reza, ti assicuro che già sembra molto complessa (ed è un po’ la ragione per la quale seguo questo blog, oltre alla simpatia del padrone di casa e dei partecipanti)

    su khatami, se posso esprimere il mio modestissimo parere e che riguarda solo una parte della politica occidentale (e cioè la politica dell’unione europea), io ho l’impressione che più che “disonestà intellettuale” (che sicuramente esisterà) c’è un problema, grave, serio, strutturale di incapacità di capire quella realtà che tu stesso definisci “molto complessa”

    finchè all’ue si assumono esclusivamente (o quasi) giuristi, statistici ed economisti non potrà far altro che occuparsi di politica agricola

    comunque è un discorso un po’ complesso ed io oggi appunto di politica agricola devo occuparmi 🙂

    roberto

  12. utente anonimo scrive:

    >Per Reza e Ritvan,

    Mi sembra ragionevole la proposta di Reza: evitate, nei vostri commenti, di tirarvi in ballo reciprocamente. Miguel Martinez<
    Io, invece, la trovo estremamente irragionevole per essere applicata a qualsiasi consesso civile basato sulla scrittura, cionondimeno mi adeguo all’ “avviso bonario” proveniente dal “padrone di casa”. Tanto si può sempre usare il metodo collaudato “parla a nuora perché suocera intenda”(o viceversa? boh!:-) ). E già che ci sono inzio subito:

    Caro Roberto da Lussemburgo

    La complessità del mondo islamico non c’èntra ‘na mazza con la gelida accoglienza che Khatami (il galantuomo giusto al posto sbagliato) ha trovato in Europa. E non credo che essa sia dovuta all’eccesso di esperti di agricoltura nell’UE; qualche esperto di petrolio ci sarà pure, no?:-). Prova a seguirmi nel mio ragionamento, reso un po’ criptico per non offendere certe eccessive suscettibilità.

    C’è un paese che chiameremo X, il quale ad un certo punto della propria storia fa una rivoluzione, nell’ambito della quale decide di annullare tutti i contratti che il precedente governo aveva stipulato con ditte del paese Y. Ovviamente, il governo del paese Y – particolarmente sensibile ai leggittimi interessi dei propri cittadini all’estero – s’inkazza come una iena e, dopo aver costatato che il governo rivoluzionario del paese X non intende risarcire le ditte del paese Y dell’esproprio/rottura unilaterale di contratti, fomenta più o meno apertamente il rovesciamento del governo di X. Allora, il governo di X dichiara Y “Grande Satana” (fin qui nulla di male, dagli insulti non è mai morto nessuno) ma poi fra una cosa estremamente ignobile, che nemmeno Attila o Gengis Khan, Hitler o Stalin hanno osato fare: fa occupare da certi suoi scagnozzi l’ambasciata di Y a X, con conseguente presa in ostaggio del personale dell’ambasciata. E le cose rimangono ferme a quel punto (cosa che non impedì – paradossi della Storia – al governo del paese Y di vendere sottobanco e tramite intermediari armi al governo del paese X per poter avere fondi neri da spendere in un paese V)

    Ora, un bel giorno, parecchi anni dopo, il governo del paese X nomina Presidente un galantuomo (detto ancora senza alcuna ironia) e lo manda presso il governo del “paese” Z a chiedere di dare una mano al paese X. Dimenticandosi che il “paese” Z era (ed è) stretto e fedele alleato del paese Y, a cui il paese X aveva fatto tutti quei torti e non solo non aveva mai chiesto scusa ma continuava a sputargli addosso ogni santo giorno.

    Forse il governo e il presidente del paese X dovrebbero imparare un po’ da quel gran figlio di uno scaltro e pragmatico beduino che è il colonnello Gheddafi (se c’è qualche libico che legge, basta che me lo chieda e lo sostituisco con una lettera dell’alfabeto, ne rimangono ancora da usare:-) ). Ma forse c’entra il fatto che il colonnello si riconosce realisticamente come capo di beduini (e coerentemente riceve in una tenda) i quali non hanno alle spalle un Antico Glorioso Impero a fomentare certe megalomanie geopolitiche. E anche forse lui pensa più al benessere del suo popolo che alle proprie ubbie e fobie personali, pur avendo perso una figlia nel bombardameno che gli fece a suo tempo il paese Y.

    Ciao

    Ritvan

  13. utente anonimo scrive:

    ritvan,

    secondo me una pecca del tuo ragionamento è che sopravvaluti la nozione di “stretto e fedele alleato”.

    sono invece molto d’accordo su gheddafi

    oggi c’ho da contare delle mucche e non posso scrivere di più

    🙂

    roberto

  14. utente anonimo scrive:

    ci ho ripensato, ritvan ha ragione, la mia richiesta , se non per la mancanza di praticità, mi sembra che manca semplicemente di apertura, cosa che nel dibattito politico non può mancare.

    Mi permetto però di avanzare una “condizione!?”; che il dibattito resti sempre ” DIBATTITO POLITICO” , senza passare con leggerezza ai fotti, fotti che vanno di moda.

    Francamente non credo che bisogna essere Ferrara,Fallaci o Allam, per sostenere l’occidente e il suo modello di democrazia e di vita, questa cosa non mi risulta, se sto sbagliando allora vuol dire che non ho capito niente in 30 anni, 30 anni in cui, la mia parte di trasmettere le radici culturali su cui si basa la democrazia occidentale all’Iran, l’ho fatto malgrado la mancanza di qualsiasi ruolo, o compito, ufficiale o governativo.

    Intendiamoci, non vorrei passare per “occidentalizzato” tipo Allam o altri, non ho mai ritenuto che il “modello occidentale” sia da adotare come ricetta per altre culture e quindi, non vado in questa direzione ma conosco i punti di forza ovvero; “la procedura”(correggetemi se il termine non è appropriato)su cui, la dinamica società civile occidentale si basa.

    Ho sempre cercato di capire i meccanismi dell’ occidente democratico, ora li conosco e li comprendo ma purtroppo sembra che il mondo non sia più quello di prima perche ora, la tendenza maggiore in occidente va in direzione di “esclusione”, sia dei principi di diritto internazionale come fondamento della politica internazionale, sia di “estensione” dei diritti, internazionalmente riconosciuti, alle società in espansione e sviluppo, come appunto quelle islamiche.

    reza

  15. utente anonimo scrive:

    Non credo che la precondizione del riconoscimento di Israele per accettare pienamente l’Iran (o altri) nel consesso internazionale abbia nulla a che vedere con fantomatici circoli sionisti.

    E’ una regola di civiltà non invitare a tavola che dichiara che un nostro altro ospite è un figlio di buona donna e dovrebbe essere spedito in Alaska quanto prima. E vale anche nelle relazioni internazionali, anche se il nostro siede su immani riserve di petrolio e di gas.

    Israele non è in discussione più di quanto lo sia la Svizzera o l’Australia. Non è difficile da capire, pare sia più difficile da accettare. Peccato.

    Francesco

  16. utente anonimo scrive:

    Francesco, in discussione, in primo luogo e da parte di chi subisce le sue mire egemoniche, appunto i musulmani, è piuttosto la prassi con cui israele si è qualificato negli ultimi 60 anni.

    Quella gente mette in discussione una entità politica senza confini geografici precisi e storici(questo vale per la svizzera e per l’Australia e non per israele)che solo recentemente sta parlando dell’argomento.

    Ed ecco un altra volta la stessa prassi, fanno sapere che anche ora lo faranno unilateralmente, se i palestinesi non scendono a certe condizioni, sempre unilateralmente, stabili da israele.

    E’ ovvio che il vittimismo dell’israele non corrisponde alla realtà dei fatti, fatti in cui è difficile trovare qualcosa di non condannabile nella prassi politica israeliana.

    Ti chiedo semplicemente di valutare la questione del terrorismo; chi può sinceramente distinguere tra atti di violenza armata in cui muiono ogni giorno anche bambini e molti civili, dove israele , atraverso gli omicidi mirati cerca di annientare i suoi nemici, e atti , lo stesso violenti e armati in cui, i palestinesi cercano di fare la stessa cosa?

    Non è una questione che te approvi ciò che fa israele e io lo condanno e viceversa per i palestinesi, di questo possimao discutere per un pò ma quando ci siamo capiti sulle posizioni, la cosa o finisce li o va verso la rissa, come avviene spesso qui, ma la cosa essenziale è che quella gente che vive in quelle condizioni, deve essere aiutata ad uscirné, dve essere aiutata anche la gente che subisce le violenze giornaliere(anche verbali) ormai estese a tutto il mondo perché se lasciamo che il musulmnao, l’ebreo e il cristiano faccia tifo per la propria (ipoteteica)squdra, lasciamo che il mondo maturi lo scontro tra le civiltà mentre ognuno di questi popoli deve poter disfarsi dei propri estremismi, deve essere messo in condizioni di poter dialogare e quindi, di poter trovare la pace, sia interna che nelel relazioni internazionali.

    reza

  17. utente anonimo scrive:

    >ognuno di questi popoli deve poter disfarsi dei propri estremismi, < Tifare per la repubblica islamica è notoriamente un ottimo sistema. JZ

  18. utente anonimo scrive:

    Ma tu dai per scontato che la repubblica islamica dell’Iran sia nel totale errore e israele nel giusto in maniera più assoluto?

    Allora vai, tu laziale e io romanista, che vinca il migliore.

    Però credo sia sbagliata ragionare il tal modo e allora, se hai da discutere e avanzare le tue critiche, forse devi cambiare qualcosa.

    Io sto qua per discutere, esporre le mie ragioni e sentire quelle degli altri, non a tempo perso ma per capire meglio il mondo.

    reza

  19. utente anonimo scrive:

    Caro Reza,

    il punto preliminare è il diritto di Israele a esistere, con confini sicuri e riconosciuti (non con una buffonata come una tregua di 60 anni), senza pretese di imporgli il “ritorno” (e uso le virgolette perchè quasi tutti sono nati dopo) di milioni di persone nel suo territorio.

    Questo ammesso, si parli di dove porre quei confini. E della obbligatoria libertà dello stato palestinese, in primo luogo nel controllo dei propri confini (così non mi darai del sionista, oggi questa richiesta legittima è respinta da Israele).

    I palestinesi hanno scatenato la seconda intifada e l’attuale guerriglia razzaiola pur consapevoli che non avessero alcun senso militare. Sono ancora fortunati che Sharon abbia deciso di ritirare i coloni da Gaza e non di espellere tutti i paestinesi, credo. Se un popolo non sa usare intelligenza per badare al proprio presente e futuro, come può pensare di farcela?

    Io non penso che nessuno dei contendenti sia in totale errore o ragione.

    Ma tutti possono distinguere tra gli attentati mirati (ai capi dei resistenti) degli israeliani e quelli mirati (ai civili) dei palestinesi. E’ fin troppo facile. Piuttosto citami bambini uccisi da sentinelle mentre giocavano nel cortile di casa.

    Francesco

  20. utente anonimo scrive:

    Non ci siamo, tutto ciò che dici, può al massimo essere considerato come “posizione vicino ai sionisti”, ovvero; qualcosa da niente al fine di mettere termine al conflitto.

    Vedi, non credo che dalle posizioni delle due parti possa uscire qualcosa, lo vediamo di come il conflitto resta aperta e si cancrena ogni giorno di più o no?

    Non credo nemmeno che l’appoggio dato dall’occidente all’israele possa servire più di quanto ha servito finora allo stesso fine.

    Se qualcuno tra i potenti del mondo non ha interesse che il conflitto continui, cosa in cui ho tanti dubbi(tacci sua) l’unico modo per poter mettere fine al conflitto stesso è il diritto internazionale, cosa che all’israele non è mai piaciuto.

    reza

  21. utente anonimo scrive:

    >Ma tu dai per scontato che la repubblica islamica dell’Iran sia nel totale errore e israele nel giusto in maniera più assoluto?< No, ma se invoco uno stato laico non posso sostenere nè l’uno nè l’altro.
    Io personalmente proclami per lo stato laico non ne faccio, ma tu che li fai ti senti coerente difendendo una “Rep.Islamica”?

    JZ

  22. utente anonimo scrive:

    Si, coerente nel senso che la repubblica islamica è un punto di inizio e non di arrivo, l’Islam stesso(secondo autorevoli giuristi islamici) provede questo sistema di governo.

    Devo precisare che la scuola giuridica di cui parlo è quella “Imamita” e non quella “Ismailita”.

    Nell’Islam Sciita, il quale segue la giurisprudenza Imamita, non esiste il califfato(questo appartiene alla scuola Ismailita) quindi il ruolo dell’Imam è quello di “guida spirituale”, divenuta nell’Iran islamica “Velayate Faqih” per il semplice fatto che l’attuale fase è ancora quella rivoluzionaria.

    Che la fase attuale sia ancora quella rivoluzionaria lo dimostrano anche i fatti, l’Iran Sciita è circondata dai nemici, saddam e i taliban non hano più il potere come prima ma l’America, i sionisti e Al-qaeda sono ancora li a minacciare l’Iran.

    Con tutto ciò, con l’elezione di Ahmadinejad (un Non-clero)dimosatra che l’Iran ha consolidato le basi della rivoluzione ed è pèronto a passare alla fase successiva ma per questo passaggio serve che l’ingiustizia contro i musulmani non ci sia perché(lo stabilisce anche l’articolo della costituzione) finche esistono musulmani che subiscono l’ingiustizia, l’Iran ha il dovere di prestarli l’aiuto necessario al fine di liberarsi da questa.

    Prossimamente ci saranno in Iran le elezioni dell'”assemblea degli esperti”, si prevede che , per la prima volta dopo la rivoluzione, anche in queste elezioni , finora riservate quasi totalmente al clero, ci siano molti candidati Non-clero, come Ahmadinejad.

    Va precisato che contrariamente a quanto sostengono i mass media quando parlando delle istituzioni “non elette” in Iran(non esistono)anche l’assemblea delgi esperti viene rinnovato attraverso l’elezioni.

    L’assemblea degli esperti ha il potere di nominare il velayate faqih, o con la scleta di una personalità di spicco, o con la scelta di un “consilgio dei faqih” qualora non ci fosse accordo un una singola personalità.

    Alla fine, che io sia per il laicismo, non significa che devo stare contro attaule sistema iraniano, quando gli iraniani decideranno di cambiare, eleggeranno un presidente laico e attraverso le riforme cambieranno le cose perché in Iran cé la libertà di farlo, più di quanto voi altri pensate.

    reza

  23. utente anonimo scrive:

    >ci ho ripensato, ritvan ha ragione, la mia richiesta , se non per la mancanza di praticità, mi sembra che manca semplicemente di apertura, cosa che nel dibattito politico non può mancare.

    Mi permetto però di avanzare una “condizione!?”; che il dibattito resti sempre ” DIBATTITO POLITICO” , senza passare con leggerezza ai fotti, fotti che vanno di moda. reza<
    Condizione accettata. E devo dire – per par condicio – che ultimamente i tuoi discorsi si son fatti molto ragionevoli e il numero degli slogan in essi è drasticamente calato, dunque, la scazzottata fra noi due ha avuto un effetto positivo:-).

    In questo rinnovato spirito commento il tuo ultimo post:

    >Si, coerente nel senso che la repubblica islamica è un punto di inizio e non di arrivo, l’Islam stesso(secondo autorevoli giuristi islamici) provede questo sistema di governo.<
    Hmmm…questo è lo stesso identico discorso che si faceva fra marxisti a proposito della “repubblica socialista” come “punto d’inizio” della rivoluzione proletaria, prima dell’avvento del comunismo vero e proprio, visto che esisteva ancora il kapitalismo in altri stati. Le coincidenze sono impressionanti! E tutti sappiamo come andò a finire.

    >Devo precisare che la scuola giuridica di cui parlo è quella “Imamita” e non quella “Ismailita”.

    Nell’Islam Sciita, il quale segue la giurisprudenza Imamita, non esiste il califfato(questo appartiene alla scuola Ismailita) quindi il ruolo dell’Imam è quello di “guida spirituale”, divenuta nell’Iran islamica “Velayate Faqih” per il semplice fatto che l’attuale fase è ancora quella rivoluzionaria.<
    Una “guida spirituale” o “Velayate Faqih” che sia, avente diritto di veto (direttamente o tramite i cosiddetti “Guardiani” che lui stesso nomina) su qualsiasi cosa – spirituale o temporale che sia – non mi sembra troppo diverso dal califfatto. Con tutto il rispetto per le sottili differenze teologiche fra imam e califfo.

    >Che la fase attuale sia ancora quella rivoluzionaria lo dimostrano anche i fatti, l’Iran Sciita è circondata dai nemici, saddam e i taliban non hano più il potere come prima ma l’America, i sionisti e Al-qaeda sono ancora li a minacciare l’Iran.<
    Sempre a proposito di strabilianti analogie, ti ricordo che Trtsky predicava la cosiddetta “rivoluzione permanente”, finché ci fosse anche una piccola isola kapitalista nel mondo, la quale ovviamente era una minaccia incombente sulla detta Rivoluzione.

    >Con tutto ciò, con l’elezione di Ahmadinejad (un Non-clero)<
    Non vuol dire nulla. Come già detto, Khatamì col turbante nero era (e resta) un personaggio molto ma molto più democratico e progressista rispetto ad Ahmadinejad.

    >dimosatra che l’Iran ha consolidato le basi della rivoluzione ed è pèronto a passare alla fase successiva<
    Mi dispiace, ma per me dimostra tutto il contrario. A meno che per “fase successiva” non s’intenda “fase aggressiva”, per cui è meglio che un pio religioso non si sporchi le mani e lasci il lavoro sporco ad un “non clero” (in occidentalese detto: “laico”) come Ahmadinejad. Cosa che puntualmente si sta avverando.

    >ma per questo passaggio serve che l’ingiustizia contro i musulmani non ci sia perché(lo stabilisce anche l’articolo della costituzione) finche esistono musulmani che subiscono l’ingiustizia, l’Iran ha il dovere di prestarli l’aiuto necessario al fine di liberarsi da questa.<
    Appunto, sempre per la suddetta analogia, come l’URSS – per costituzione staliniana – doveva intervenire finché nel più remoto angolo del pianeta restava anche un solo e derelitto proletario vittima dell’ingiustizia del kapitalismo. Poi sappiamo tutti come andò a finire.

    >Prossimamente ci saranno in Iran le elezioni dell'”assemblea degli esperti”, si prevede che , per la prima volta dopo la rivoluzione, anche in queste elezioni , finora riservate quasi totalmente al clero, ci siano molti candidati Non-clero, come Ahmadinejad.<
    Beh, se saranno come Ahmadinejad – e tutto m’induce a pensare che lo saranno:-) – francamente preferisco gli ayatollah.

    >Va precisato che contrariamente a quanto sostengono i mass media quando parlando delle istituzioni “non elette” in Iran(non esistono)anche l’assemblea delgi esperti viene rinnovato attraverso l’elezioni.<
    Beh, da quel che mi risulta, il sistema somiglia un po’ alle “scatole cinesi”. L’ Assemblea degli Esperti (che fra l’altro elegge la Guida Suprema, oggi l’ayatollah Khamenei) viene sì eletta dal popolo, ma le candidature devono sottostare all’inappellabile e immotivabile veto del Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione. I 12 membri di quest’ultimo vengono nominati per metà (quelli religiosi) dalla stessa Guida Suprema e per l’altra metà (quelli “laici”) dal Parlamento, eletto anche questo dal popolo, ma le cui candidature devono sempre sottostare al solito veto del Consiglio dei Guardiani.

    Come vedi, c’è da farti venire la cefalea a grappolo:-) finché ti accorgi che il popolo c’entra solo “de straforo”:-), pertanto i media “tagliano corto” e dicono che è in pratica un sistema “cooptativo” a base teocratica, piuttosto che elettivo, come lo intendiamo in Occidente. e non mi sembra che i media abbiano tutti i torti. Alcuni analisti politici hanno trovato in questo sistema molte analogie – tanto per cambiare:-) – con quello dell’URSS, specie nella non ben distinta ripartizione delle competenze fra Guida suprema e Presidente che ricorda quella fra Presidente del Soviet Supremo e Segretario generale del PCUS.

    >L’assemblea degli esperti ha il potere di nominare il velayate faqih, o con la scleta di una personalità di spicco, o con la scelta di un “consilgio dei faqih” qualora non ci fosse accordo un una singola personalità.<
    Sì, ma – come detto sopra – i membri di detta Assemblea sono passati per le “forche caudine” dei Guardiani della Rivoluzione, la metà dei queli viene nominato dalla precedente Guida Suprema. E’ un po’ il serpente che si morde la coda e non lascia alcuno spazio per prevedere cambiamenti in senso “laico”.

    >Alla fine, che io sia per il laicismo, non significa che devo stare contro attaule sistema iraniano,<
    “Laicità”, Reza, “laicità” (e non t’inkazzare come tuo solito quando ti correggo:-)). Il laicismo è quello che vieta alla ragazza islamica di andare a scuola con un fazzoletto in testa. Brutta bestia anch’esso, quasi quanto la teocrazia.

    >quando gli iraniani decideranno di cambiare, eleggeranno un presidente laico<
    Scusa, ma Ahmadinejad non era laico??!!

    >e attraverso le riforme cambieranno le cose perché in Iran cé la libertà di farlo, più di quanto voi altri pensate.<
    Eh, sì, nosotros pensiamo sempre male:-). Però, ti ricordo che un certo Andreotti, uno che volentieri mischiava Dio con Cesare:-) diceva: “A pensar male forse si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca”:-).

    Ciao

    Ritvan

  24. utente anonimo scrive:

    Caro Reza,

    pur essendo molto tentato dal modello demo-teocratico iraniano (con una commissione della CEI che seleziona i candidati e il diritto di veto sulle decisioni del Parlamento in mano a Ruini … scusa Ritvan ma mi brillano gli occhietti), la storia insegna che a mescolare clero e politica ci si perde sempre.

    Ricordati che le tentazioni vengono dal Maligno e sono sempre la perversione di giuste aspirazioni.

    Il clero non può avere un ruolo di tutela del popolo dalla sua leggerezza. Non ha mai funzionato.

    Ciao

    Francesco

  25. utente anonimo scrive:

    IL clero è andato al potere grazie al enorme buco politico nella società iraniana all’atto della rivoluzione, buco causato da 38 anni della tirannia dello scià che impedi la formazione di una società civile in Iran.

    Ripeto però il fatto importante che è sconosciuto in occidente, il clero è rimasto al potere agirando lo stesso ayatollah Khomeini il quale voleva una società civile in Iran, Rafsanjani riprese la linea di Khomeini ma Rafsanjani è quasi il Berlusconi dell’Iran quindi andò verso tecnocrazia mentre Khatami era un democratico puro e grazie a lui si rafforzò la società civile in Iran, e qui casca l’asino, non mi stanco mai a ripeterlo che durante gli 8 anni di Khatami l’occidente sbaglio tutto, quei errori li stiamo pagando ora tutti, seanche sembra che il peggio sta per essere evitato, comunque la guerra e il terrorismo stavano portando il mondo verso la rovina totale.

    Ora tutto dipende dalla pace Iran/USA, pace che sembra sta per verificarsi.

    La mia posizione politica comuqnue non cambia, ho votato Moien alle elezioni e lo voterò anche la prossima volta, seanche, finalmente, sembra che i progressisti/riformisti stanno per unirsi e quindi la prossima volta avremo idee e posizioni più chiare e unite.

    Ciò che voglio dire è che, io non voglio cambiare le cose in Iran per farlo assomigliare all’occidente perché credo che il sistema occidentale di democrazia sia in crisi mentre la giovane demcorazia iraniana, nata dalla rivoluzione islamica del’ 79, se segue le vie delle riforme e della estensione della partecipazione diretta(previste ambedue dall’Islam anzi incoraggiate) avrà più possiibilità di riuscità .

    reza

  26. utente anonimo scrive:

    Negli otto anni di Khatami cosa ha fatto l’Occidente contro l’Iran?

    Mi sono sembrati buonini buonini mentre quelli mettevano a punto l’attuale programma di armamenti nucleari.

    Però non ho seguito con la dovuta attenzione.

    Francesco

  27. utente anonimo scrive:

    ma se non esiste nessun programma di armamenti nucleari?

    reza

  28. utente anonimo scrive:

    >IL clero è andato al potere grazie al enorme buco politico nella società iraniana all’atto della rivoluzione, buco causato da 38 anni della tirannia dello scià che impedi la formazione di una società civile in Iran. reza<
    A me risulta, invece, che ai tempi dello Scià ci fosse gia una discreta società civile. Certo, gli oppositori politici finivano in galera, ma questo avviene anche oggi, no?

    Il clero è andato al potere perché è stato il clero a capeggiare la “rivoluzione islamica”. Ti risulta forse nella Storia che un gruppo capeggi la rivoluzione e poi dica a un altro gruppo:”Prego, si accomodi lei al timone che io me ne vado a pesca!”?

    >Ripeto però il fatto importante che è sconosciuto in occidente, il clero è rimasto al potere agirando lo stesso ayatollah Khomeini il quale voleva una società civile in Iran,<
    Il fatto che sia “sconosciuto in occidente” non sarà dovuto al fatto che sia una leggenda inventata di sana pianta?:-). Guarda che di leggende secondo cui il Gran Capo è buono e saggio e vuole cambiare le cose, ma sono i suoi tirapiedi a ingannarlo e “aggirarlo” è pieno il mondo. Anche Enver Hoxha (e scusa l’accostamento blasfemo) ne aveva sfornata una simile.

    >Rafsanjani riprese la linea di Khomeini ma Rafsanjani è quasi il Berlusconi dell’Iran quindi andò verso tecnocrazia mentre Khatami era un democratico puro e grazie a lui si rafforzò la società civile in Iran, e qui casca l’asino, non mi stanco mai a ripeterlo che durante gli 8 anni di Khatami l’occidente sbaglio tutto, quei errori li stiamo pagando ora tutti, seanche sembra che il peggio sta per essere evitato, comunque la guerra e il terrorismo stavano portando il mondo verso la rovina totale.<
    Mi associo alle perplessità di Francesco. Cosa doveva fare l’Europa per Khatamì? Dargli dei soldi, immagino, così, perché gli era simpatico? Caro Reza, come sa anche il meno preparato studente d’economia, gli aiuti allo sviluppo di un paese (immagino che tu non ti riferivi a sacchi di farina, vestiti usati e medicinali scaduti:-), cose di cui anche noi ignoranti occidentali:-) sappiamo che l’Iran non ne ha bisogno ) si esprimono generalmente in due modi: prestiti e investimenti. Allora, come si fa a dare un prestito a un paese dove l’interesse bancario è considerato “usura” e di conseguenza “haram”? E come si fa a fare investimenti stranieri in un paese che – per Costituzione e correggimi se sbaglio – vieta gli investimenti degli “infedeli”?

    Da persona che ha partecipato alla riforma della legislazione albanese dopo la caduta del comunismo, ti posso assicurare che senza una solida e irreversibile riforma legislativa in campo ECONOMICO l’Iran non otterrà mai quello che gli serve per il suo sviluppo. Almeno non dall’Occidente. Ah, se punta su Russia o Cina, non saprei, quelli sono storicamente paesi abituati a buttare il denaro a fondo perduto.

    >Ora tutto dipende dalla pace Iran/USA, pace che sembra sta per verificarsi.<
    Mi fa piacere.

    >La mia posizione politica comuqnue non cambia, ho votato Moien alle elezioni e lo voterò anche la prossima volta, seanche, finalmente, sembra che i progressisti/riformisti stanno per unirsi e quindi la prossima volta avremo idee e posizioni più chiare e unite.<
    Bisogna vedere, però, che ne penseranno i Guardiani:-).

    >Ciò che voglio dire è che, io non voglio cambiare le cose in Iran per farlo assomigliare all’occidente<
    Eh, sì, noi occidentali facciamo leggermente schifo, già…:-)

    >perché credo che il sistema occidentale di democrazia sia in crisi<
    Crisi? In che senso? Io non vedo alcuna crisi delle istituzioni democratiche occidentali. E poi a me risulta che la democrazia non abbia connotazioni geografiche. Un sistema o e democratico o non lo è, anche se si trova più a oriente dell’Iran. L’Australia o l’India, p.es. sono più a oriente dell’ Iran, ma non per questo rivendicano una “democrazia specifica orientale”. Parla chiaro, fratello, vorresti una “democrazia islamica”, con il Corano al posto della Costituzione? In quel caso non è democrazia, né occidentale, né orientale, né settentrionale, né meridionale. E’ TEOCRAZIA. Tutt’altra cosa.

    >mentre la giovane demcorazia iraniana, nata dalla rivoluzione islamica del’ 79, se segue le vie delle riforme e della estensione della partecipazione diretta(previste ambedue dall’Islam anzi incoraggiate) avrà più possiibilità di riuscità .<
    La partecipazione diretta è SOLO una delle caratteristiche della democrazia. L’altra è che il popolo possa fare le leggi che ritiene opportune, Costituzione compresa, senza limitazioni di sorta imposte da presunti portatori della “parola di Dio”. E non credo che le riforme iraniane vadano in questo senso.

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Che ne pensi dell’ayatollah Hussein Khomeini, nipote del Fondatore della Repubblica Islamica che cosi ha dichiarato:

    “L’Iran ha bisogno di un regime democratico che non faccia uso della religione come mezzo di oppressione del popolo e di repressione della società”.

    “E’ neccessario separare la religione dallo stato e mettere fine alla tirannica autorità religiosa che richiama alla mente quella della Chiesa dei secoli bui in Europa”.

    “Tutti coloro che hanno preso il controllo dei centri di potere in Iran, dopo mio nonno, stanno sfruttando il suo nome, il nome dell’Islam e il regime religioso, solo per mantenere la loro tirannica autorità”.

    “La libertà è più importante del pane. Se gli americani la procureranno, lasciamoli venire, ma il popolo iraniano è capace di decidere da solo il destino dell’attuale regime… Ciò di cui abbiamo bisogno è la simpatia internazionale e la comprensione per le nostre legittime necessità.”

  29. utente anonimo scrive:

    ricordati Ritvan che nel’53 il governo del liberale Mosadeq fu rovesciato dal golpe della CIA, negli anni successivi fino alla rivoluzione in Iran vi era solo la tirannia dello scià, quindi solo dal’79 ad oggi il rafforzamento della società civile si è ripresa.

    La questione del governo religioso però è un’altra, devi riconoscere (non so se puoi perché non lo hai vissuto come ho fatto io in Iran)che l’eliminazione del passato porta una schizofrenia che può avere effetti devastanti, lo scià fece questo, decise di tornare ad un glorioso passato remoto attraverso la cancellazione di un passato recente, quello islamico.

    Dalla società creata dallo scià potevano uscire gli elementi malatti di schizofrenia ei famosi “mille famiglie” che comandavano il paese all’ombra del servizio segreto dello scià.

    Senza dubbio il laicismo è argomento attuale in Iran islamico che tu, erroneamente, descrivi con indizzi che illustrano cose da medioeevo, la conferma di questo è l’intervsita di 3 giorni fa del segretario di un importante partito politico, oggi schierato con Ahmadinejad; “il partito dei facendieri”(si chiama proprio cosi) all’apice del quale comanda l’albo nazionale degli ingegnieri; in questa intervista il segretario del partito di facendieri disse; “il nostro è un partito liberale, noi siamo di fede sciita ma nella politica la nostra condotta è quelo liberale”.

    Ritvan, apprezzo la tua capacità di analisi e la tenacia ma spesso vedo tale forza sprecata perché mi sembra che ci caschi con l’immagine che i mass media controllati forniscono dell’Iran mentre da nessuna parte del mondo esiste una società dinamica come quella iraniana.

    reza

  30. utente anonimo scrive:

    >ricordati Ritvan che nel’53 il governo del liberale Mosadeq fu rovesciato dal golpe della CIA,reza<
    Caro Reza, ricordati che prima il “liberale” Mosadeq aveva fatto un golpe contro lo Scià e – cosa ben più grave – aveva “nazionalizzato” (eufemismo usato dai comunistoidi di ogni latitudine per definire la cancellazione degli impegni assunti con le ditte straniere, una sorta di “esproprio proletario” in grande, insomma) l’industria petrolifera. Alla luce di quanto sopra, se Mosadeq era un liberale, io sono Marilyn Monroe:-).

    >negli anni successivi fino alla rivoluzione in Iran vi era solo la tirannia dello scià,<
    Lo Scià fu effettivamente un tiranno, non ho alcuna difficoltà ad ammetterlo.

    >quindi solo dal’79 ad oggi il rafforzamento della società civile si è ripresa.<
    La società civile può convivere anche con la tirannia politica. Basta non rompere i cosiddetti al tiranno. C’è differenza fra tirannia e totalitarismo; quest’ultimo non lascia spazio per la società civile. Pertanto, non è esatto dire che durante il regno di pahlavi la società civile fosse assente.

    >La questione del governo religioso però è un’altra, devi riconoscere (non so se puoi perché non lo hai vissuto come ho fatto io in Iran)che l’eliminazione del passato porta una schizofrenia che può avere effetti devastanti, lo scià fece questo, decise di tornare ad un glorioso passato remoto attraverso la cancellazione di un passato recente, quello islamico.<
    Sono d’accordo. Anche se non ho vissuto in Iran sono capace di fare dei ragionamenti, basandomi anche su esperienze simili. Lo Scià ha commesso gli stessi eccessi laicisti di Ataturk, ma gli è andata meno bene. E, per la legge del contrappasso, l’Iran è scivolato nella teocrazia. Due opposti errori non ne fanno una giusta.

    >Dalla società creata dallo scià potevano uscire gli elementi malatti di schizofrenia ei famosi “mille famiglie” che comandavano il paese all’ombra del servizio segreto dello scià.<
    Non ho mai magnificato il regime dello Scià.

    >Senza dubbio il laicismo è argomento attuale in Iran islamico che tu, erroneamente, descrivi con indizzi che illustrano cose da medioeevo,<
    Ecco, poi ti stupisci perché m’inkazzo! L’accenno al medioevo non lo facevo io, bensì un ayatollah, nipote di Khomeini. E, se ho ben capito, neanche lui diceva che l’Iran è tornato al medioevo, diceva solo che l’assenza di separazione fra Stato e religione è caratteristico del medioevo europeo, cosa ben diversa.

    >la conferma di questo è l’intervsita di 3 giorni fa del segretario di un importante partito politico, oggi schierato con Ahmadinejad; “il partito dei facendieri”(si chiama proprio cosi) all’apice del quale comanda l’albo nazionale degli ingegnieri; in questa intervista il segretario del partito di facendieri disse; “il nostro è un partito liberale, noi siamo di fede sciita ma nella politica la nostra condotta è quelo liberale”.<
    Si vede che i democristiani italici fanno scuola:-)

    >Ritvan, apprezzo la tua capacità di analisi e la tenacia ma spesso vedo tale forza sprecata<
    Ma tutti i nostri amabili sproloqui sono uno spreco continuo. Mica ci pagano per questo.

    >perché mi sembra che ci caschi con l’immagine che i mass media controllati<
    Non oso pensare a chi tu consideri “controllore”:-). Anche il nipote di Khomeini (ti ricordo che un figlio di Khomeini fu ucciso in circostanze non ben chiarite e questa non è un’invenzione dei media “controllati”) da me citato è uno “controllato”? L’altra volta non ho riportato una sua dichiarazione, poiché la ritenevo (e ancora la ritengo) esagerata:”Il regime attuale iraniano è la peggiore dittatura esistente al mondo”. Figuriamoci i kapataz della Corea del Nord, dove si muore di fame, come si son fregati le mani:-). Questo per dirti che non c’è bisogno dell’occhiuto controllo sionista:-) sui media occidentali per farsi un’idea giusta sull’Iran; ci sono i dissidenti iraniani, anche religiosi – come nel caso di Khomeini jr.- a renderci edotti. Facendo la debita tara alle loro dichiarazioni spesso e volentieri esagerate ed enfatiche, come spesso e volentieri lo sono le tue, ma ovviamente nel senso opposto:-).

    >forniscono dell’Iran mentre da nessuna parte del mondo esiste una società dinamica come quella iraniana.<
    Ecco, l’esempio lampante di quel che dicevo sopra: Khomeini jr. che dice “la peggior dittatura del mondo” e tu che ribatti: “la società più dinamica del mondo”. La verità, come sempre, sta da qualche parte nel mezzo….

    Ciao

    Ritvan

    P.S. Non è vero che il regime iraniano sia isolato dai media. Non so in altri paesi, ma in Italia l’Ufficio Stampa dell’ambasciata Iraniana a Roma è “ospite fisso” nella rubrica delle lettere dei maggiori quotidiani italici. Ultimo caso, “La Repubblica” del 10 giugno 2006, dove il sig. Ali Reza Miryousefi del suddetto ufficio se la prende con un articolo nel quale vengono menzionati tre isolotti al centro di un contenzioso fra Iran e Emirati Arabi Uniti.

  31. utente anonimo scrive:

    La famiglia Pahlavi non apprteneva a nessuna famiglia nobile dell’Iran, il padre dello scià fu scelto dagli inglesi perché era un militare corraggioso ma lo stesso fu messo da parte quando decise(nel’45)di dichiarare la repubblica, il filgio fu portato al potere a patto di non rompere per il petrolio che veniva saccheggiato dagli inglesi ma quando Mosadq vinse alle elezioni , con il colonialismo ormai al tramonto, per gli iraniani era raggiunto il tempo di impadronirsi di ciò che li appateneva di diritto ma che veniva rubata dalla potenza inglese.

    Per la nazionalizzazione gli iraniani non fecero niente che non fosse legale, infatti, si sono rivolti alla corte dell’Aja e hanno vinto la controversia con gli inglesi nazionalizzando il petrolio ma ciò non andò giù all’occidente e quindi la CIA organizzò il golpe nel’53.

    dal’53 in poi inglesi,americani e israeliani hanno organizzato il servizio segreto dello scià(il savak)che per oltre 38 anni ha impedito la crescità della società civile e dei partiti politici vietando ogni attività politico/sociale a chiunque.

    Quando scoppio la rivoluzione vi erano partiti politici del lungo esilio ma, per colpa di quei anni in cui lo scià ha regnato il paese con il terrore e appoggio dell’occidente, nessuno di questi aveva una base sociale eccetto il clero sciità che rimase a fianco della gente lottando per tutti gli anni in cui lo scià rimase al potere, sarebbe rimasto anche ayatollah Komeini ma lo scià lo mandà in esilio.

    La lotta del Popolo iraniano contro il colonialismo occidentale non inizio nel’53 bensi quasi mezzo secolo prima con al rivoluzione costituzionale quindi possiamo ritenere che con la rivoluzione del’79 gli iraniani sono riusciti a vincere una lotta lunga più di un secolo per conquistare la libertà, la libertà che va menzionata dal neonazifascimso solo per inganno ma che non fa assolutamente parte dei progetti per cui la guerra in Afghanistan e in Iraq.

    Ora, dopo tanti fallimenti,Il destino ha fatto incrociare l’Islam e la lotta per la libertà di quei popoli ed è nato il risveglio islamico dal cuore del quale nasceranno, uno dopo l’altro, le democrazie mediorientali, sul modello iraniano.

    io la vedo cosi la cosa, insieme a me la cosa vale per diverse centinaie di milioni di popoli della regione i quali, malgrado il neonazifascimo e al-qaeda, stanno vincendo importanti battglie per la libertà.

    reza

  32. utente anonimo scrive:

    caro reza, alcuni veloci appunti sulla storia recente dell’Iran:

    1. Il primo Scià della breve dinastia Pahlavi (non nobile, è vero) fu deposto dall’attacco congiunto di inglesi e sovietici nel 1941, per timore (abbastanza fondato a quanto pare) che se la intendesse coi tedeschi e morì nel 1944. Pertanto nel 1945 non poteva dichiarare nessuna repubblica.

    Fu sostituito dal figlio (quello detronizzato dalla rivoluzione khomeinista) il 16 settembre del 1941. Per la precisione.

    2. E’ vero, pare che il Tribunale dell’Aia abbia dato sostanzialmente ragione a Mossadeq nei confronti della compagnia anglo-persiana. Ma sospetto fortemente che possa esser trattato del solito cavillo (urge parere di Roberto!:-) ). Ricordo che dopo la rottura delle relazioni fra l’Albania di Hoxha e l’URSS, quest’ultima voleva tenersi l’edificio in cui aveva sede la sua ambasciata, sostenendo che il governo albanese l’aveva donato all’URSS. La cosa finì all’Aia e i sovietici ebbero torto. Ma solo perché l’atto di donazione era stato firmato da Enver Hoxha, il quale era “solo” il Segretario Generale del Partito e non Presidente o Primo Ministro e, come tale per gli esimi giudici dell’Aia non era legittimato a donare alcunché. Come dire che i sovietici furono fottuti grazie al sistema di potere copiato da loro!:-).

    3. Se considerate che le compagnie straniere “rubano” il vostro petrolio e pretendete che ve lo estraggano gratis et amor dei, è inutile che chiediate l’aiuto di chiunque per modernizzare il paese. Acca’ nisciuno è fesso:-). Ecco perché il buon Khatamì è stato accolto e rispedito solo con belle parole. Gli investitori stranieri vengono per far profitti, mica per esser tacciati di “ladri” e presi a calci in culo quando al “padrone del petrolio” sembra non servano più.

    4. Della rivoluzione costituzionale dell’inizio sec.XX in Iran effettivamente non se ne parla molto in occidente.

    5. L’Iran non era una colonia di nessuno, bensì uno Stato indipendente. Che poi ci fossero delle ingerenze più o meno pesanti, questa è un’altra storia. Ma non ha senso parlare di “lotta contro il colonialismo”.

    6.Se le democrazie mediorientali nascono sul modello khomeinista la vedo dura per la pace nel mondo. Spero di no.

    7. Io non vedo incompatibilità fra Islam e democrazia e non credo che sia indispensabile uno “stato laico” come lo intendiamo in occidente. Almeno non subito e in modo brusco. Basta che non ci sia un’oligarchia di mullah che mette il veto su ogni legge che gli sembra Corano-non-compatibile.

    8. Mi sembra che Al Qaeda la questione delle relazioni con l’Occidente – e correlato “risveglio islamico” – la veda esattamente come vosotros. Metodi criminali di Al qaeda in occidente a parte, ovviamente. Se tu mi potessi illustrare i punti “dottrinari” divergenti con Al Qaeda ti sarei grato. Ovviamente divergenti sul piano politico, non religioso, poiché al fatto che il loro “islam risvegliato” debba essere sunnita, mentre il vostro debba essere rigorosamente sciita ci arrivo da solo.

    Ciao

    Ritvan

  33. utente anonimo scrive:

    Si Ritvan, sbaglio una data e tu sei abbastanza pignolo per correggermi ma il fatto non cambia, il mio povero papà rimase simpatizzante al padre dello scià proprio per quel fatto; lui voleva dichiarare la repubblica ma trovo l’opposizione delgi inglesi, russi e il clero.

    E’ vero anche che l’Iran non fu mai colonizzato come altre parti del medioriente, ma ciò non toglie che l’occidente e la Russia ci hanno provato quindi la lotta contro il colonialismo ci è stato a fa parte integrante della storia dell’Iran.

    Infine, gli investimenti, per le compagne occidentali, andare ad investire nei paesi dove non esiste la democrazia ma comanda un tiranno e dove non esiste una legislazione al riguardo, è favorevole ed è ciò che stato fatto da dopo guerra per tutto il governo dell’ scià in Iran, dove l’occidente rubava e allo scià si lasciava solo una royalty.

    Ora in Iran esiste la legislazione sugli investimenti, i profitti per gli investitori sono assicurati ma la loro opera sarà gestito da una legislazione e controlato dal parlamento, per assicurare anche il giusto beneficio anche al paese, ma gli investotori non ci vanno perché esiste l’ostracolo americano che con una Act del senato crea problemi ai paesi e società che investono in Iran superando i 40 milioni di dollari!

    Tale ostacolo però non ha avuto l’esito che l’America si aspettava, Russia e Cina , stanno concentrando una lunga strategia economica con l’Iran ma l’Iran vuole avere legami anche con l’Occidente, l’America compresa e quindi, il governo di Ahmadinejad sta cercando di equilibrare la cosa per il bene del paese e credo che ci riuscirà, se riesce a superare l’ostacolo israele che impone all’occidente miglioramento dei rapporti con l’Iran legato al suo riconosciemnto da parte di quest’ultimo, anche qui il governo di ahmadinejad pone una condizione; i diritti dei palestinesi, e dopo il riconoscimento.

    Questa è la relatà della situazione al fuori degli slogan e della propaganda.

    PS-Alqaeda per me(come per tutti i Sciiti) non è islamico.

    reza

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