Il coraggioso sito di Hawiyya, oltre un mese fa, pubblicò un testo del Sub Comandante Marcos che avrei voluto riprendere subito. Solo che i curatori avevano aggiunto, al testo, le parole, "Nei prossimi giorni spiegheremo il motivo della pubblicazione di questa breve annotazione".
E quindi ho aspettato prima di pubblicare; ma mi sembra di capire che non siano poi ritornati sul tema (capita con i blog). E il testo è troppo bello e importante da non riprendere, a prescindere da ogni opinione favorevole o contraria allo zapatismo.
Sono parole che dovremmo imparare a memoria e scrivere tutte le mattine alla lavagna.
Lezione di guerriglia politica di Don Durito della Lacandona al Sub Comandante Marcos
“La frammentazione delle forze che gli si oppongono permette al sistema […] non solo di resistere agli attacchi ma anche di cooptare e sottomettere tale opposizione.
La principale preoccupazione del sistema […] non è la radicalità delle forze che gli si oppongono ma la loro eventuale unità. La parcellizzazione delle forze politiche contrarie al regime permette al sistema di negoziare o “contrastare” la conquista delle isole politiche che si formano nell’opposizione. Applicano una legge di guerra, l’“economia delle forze”: un nemico disperso in piccoli nuclei lo si colpisce concentrando le forze contro ogni nucleo, isolandolo dagli altri.
I nuclei di opposizione non considerano di trovarsi di fronte a un nemico bensì di fronte a vari nemici, mettendo dunque l’accento su ciò che li rende differenti (le loro proposte politiche) e non su ciò che li rende uguali (il nemico che si trovano ad affrontare: il sistema […]).
Ovviamente ci stiamo riferendo all’opposizione onesta, non alle marionette. Questa dispersione delle forze oppositrici permette al sistema di concentrare le forze per “presidiare” e vincere (o annullare) ogni “isola”.
Insomma, non stiamo proponendo una rivoluzione ortodossa, ma qualcosa di molto più difficile: una rivoluzione che renda possibile la rivoluzione …”
Don Durito della Lacandona
Caro Miguel
a me sembra una cavolata, intrisa di settarismo (distinguere la vera opposizione dalle marionette) e di retorica (la rivoluzione per poter fare la rivoluzione).
Se a te pare rilevante, buon pro ti faccia.
Francesco
PS chi sarebbe Don Durito?
è un linguaggio un po’ estremista!!! …Proselitismo?
Digos
uff…. questo Marcos
è uno scarafaggio, infesta e non si capisce come liberarsene
per chi come me non perderà mai tempo a quel personaggio da cervantes potresti dare qualche delucidazione?
che voleva dire? chi è questo don durito? di cosa si stava parlando?
saluti
estremista di Destra
Oppure è un invito subliminale a fare la Cosa Rossa …
Francesco
PS ma in Messico chi potrebbe farla questa rivoluzione?
Don Durito e Miguel “el duro” oggi sono stati citati.
Difficile che qualcuno faccia una rivoluzione – anzi, “la rivoluzione” – insieme a gente di cui non condivide l’agenda e la prassi.
Ma ancora prima, e soprattutto: c’è davvero così tanta gente che ancora crede a “fare la rivoluzione”?
Z.
Per Francesco,
hai ovviamente il diritto di dire la tua; ma il tuo parere resta irrilevante, quanto il mio sarebbe in un dibattito su come debba chiamarsi il nuovo partito di Berlusconi.
E’ abbastanza irrilevante chi è l’autore della frase, quello che conta è il concetto.
Che sembra un’ovvietà, ma descrive in maniera rigorosa e scientifica il principale problema contro cui si va a sbattere ogni volta: la rivendicazione di “scopi diversi” che fa da coperchio a una fogna di personalismi, settarismi, pugnalate alle spalle, complottismi, reciproche denigrazioni e tutto il resto, che sono il marchio distintivo del mondo “alternativo”.
Miguel Martinez
Per Z n. 6
In Messico, il termine “rivoluzione” ha una valenza molto diversa dall’Italia.
Anche i peggiori venduti sono costretti a rivendicare retoricamente concetti come “rivoluzione”, “indipendenza nazionale” e “antimperialismo”.
Il problema che si pone Marcos (che rispetto, ma per il quale non ho certo un culto) è come dare sostanza a simili parole.
Ma il problema di “come” cambiare le cose (quindi di un programma reale) si pone quando si può fare realmente: allora sì che le differenze di programma contano.
In tutte le fasi precedenti (cioè nella vita reale), ciò che conta è riuscire a rendere possibile l’arrivo a un momento in cui i programmi possono avere un senso.
E per arrivare a quel momento, occorre pensare al nemico comune, che esiste davvero, e non ad astratti programmi che non si attueranno mai.
Miguel Martinez
amo la rivoluzione non-violenta di Gandhi, questa parola, revolution, è inflazionata e purtanto è tutto. Un fiore come veramente è, è rivoluzione come l’energia cosmica che ci mantiene vivi del resto. Ogni respiro ha in sè un concetrato di revolution ed è cio che lo rende balsamico, altrimenti saremmo morti…come quando si entra nel politico e le parole perdono il loro significato diventando soltanto un lessico da dizionario.Le nuvole mentre corrono spinte dal vento, loro sanno benissimo cos’è la rivoluzione, e Gandhi ci ha mostrato l’efficacità della dolcezza sulla forza bruta…chissà??? ciao w.jamiyla
aggiungo…è più rivoluzionario un bacio o un cazzotto? forse un pugno dato come se fosse un bacio??? chissà? riciao!!!w.jamiyla
>chi sarebbe Don Durito? Francesco< Un personaggio inventato dal subcomandante Marcos, quando fa lo scrittore. Per maggiori dettagli:
http://it.wikipedia.org/wiki/Subcomandante_Marcos
Ciao
Il Tuo Bignamino:-)
Ma no Ritvan non dirmi che il popolo del Sub Marcos è immaginario e letterario!
che delusione, già mi vedevo turbe di popolo seguire estasiate l’umile Sub, quello che il vero comandante è il popolo!
Poi dicono che uno diventa cinico.
ciao
Francesco
Mi sa che dovrai moderare la tua allegria, Francesco, visto che non è “il popolo del subcomandante Marcos” ad essere finzione letteraria, ma don Durito e il vecchio Antonio, personaggi degli scritti di Marcos stesso.
Ma posso chiederti una cosa?
Io sono sempre stato (ora chi lo sa) uno “de sinistra”, che si legge il manifesto, va alle manifestazioni per gli immigrati (perché sono piene di ragazze carine, ma vabbè), vota “giusto” mangia “solidale” e così via.
Anche così, non sono mai riuscito a capire cosa cazzo volesse ‘sto Marcos, onestamente, e se mi stesse simpatico o sulle palle.
Tu invece, che da quello che ho capito sei un cestista cattolico 🙂 o qualcosa del genere, hai già deciso che è uno che ti sta sulle palle, da essere contenti che sia solo un coglione col passamontagna che parla a un popolo che non esiste.
Io almeno posso dire che ho trovato dei “fasci” che mi stavano simpatici!
Sono più imparziale di te, tiè! 🙂
Ciao!!
Pino, io sono sempre stato di destra, essendo cresciuto con Reagan, Thatcher, Kohl e Montanelli, in un paese che mi imponeva De Mita, Craxi e Berlinguer.
Oggi non posso che apprezza Lula o Kirchner per aver lavorato bene, anche se chiaramente sono di sinistra.
Ma Marcos mi pare un perfetto imbecille, un radical-chic da giungla, fasullo fin nel midollo.
Chiamala antipatia
Ciao
Francesco
Eh, ho capito che ti sta sulle balle… chiedevo se lo conoscevi un po’ meglio di quanto lo conosca io.
Ciao!
Io lo conosco poco.
Però già il fatto che piaccia a Miguel 😉
Per Francesco n. 16
E invece io, come Pino, non ho le idee chiare su Marcos.
Ho le idee molto chiare, invece, sulla straordinare frase sua citata in questo post.
Ciò che per me contava era il contenuto del messaggio, non il messaggero.
Ma proprio perché il messaggero dice, “piantiamola di dividerci”, mi sembra giusto non criticare Marcos.
Miguel Martinez
>Ma proprio perché il messaggero dice, “piantiamola di dividerci”, mi sembra giusto non criticare Marcos. Miguel Martinez< Ribadisco il mio dissenso, Miguel. E ti porto un esempio fresco-fresco. Ti ricordi quell’idividuo destrorso che planò qui un po’ di tempo fa firmandosi +nuovopatriota+, da te accolto molto gentilmente, e che poi se ne andò disgustato, perché a suo dire qui “c’erano troppi insulti”? Sì, proprio quell’energumeno forzuto e leggermente sovrappeso con lo scolapasta in testa, il cui blog tu hai linkato nella categoria “diversamente pensanti” (e conoscendo la tua sottile vena ironica non ho dubbi che “diversamente” non sia riferito ai contenuti dei loro pensieri rispetto ai tuoi:-) ).
Ebbene, avendo letto nel suo blog delle mostruose cazzate sugli infermieri extracomunitari che scavalcherebbero nelle graduatorie degli ospedali PUBBLICI italici certi amici di pura razza italica dell’energumeno, sono intervenuto cercando di spiegargli pacatamente come stavano veramente le cose. Non l’avessi mai fatto: non solo mi ha censurato (c’ha la censura preventiva, lui, oltre allo scolapasta su quella testa di cazzo che si ritrova: un vero paraculo!) l’intervento successivo, ma mi ha dato pure del “verme”!!! E meno male che era contrario agli insulti, il cialtrone italico!
E tu vorresti unirti a simile pattume umano, solo per fare un dispetto a Zio Sam? Non lo crederò mai!:-)
Ritvan,
mi sa che Marcos non ha mica scritto di unirsi al primo che passa!
>Ritvan,
mi sa che Marcos non ha mica scritto di unirsi al primo che passa!
PinoMamet<
Sì, ma +nuovopatriota+ mica è stato il primo a passare per di qui:-)
http://iperh
[..] Un post di Etty (cfr. ©), in veste di consulente per l’immigrazione, ed uno del Miguel nazionale (cfr. ©), pur nelle rispettive diversità di approccio, identificano la tattica vincente del Leviatano moderno nell’antico «divide e [..]
Per Ritvan Shehi n. 18
Veramente il Nuovopatriota l’ho conosciuto tramite il sito dello ziosammissimo Ku Klux Klan…
L’unica causa che mi potrebbe far trovare unito con il Nuopa è la lotta contro la censura in rete.
Miguel Martinez
>L’unica causa che mi potrebbe far trovare unito con il Nuopa è la lotta contro la censura in rete. Miguel Martinez< Con Lui!?? E proprio contro la censura!?? Muahahahahahahahahaha:-) :-).