Il millesimo calcio alla ragione

Ci sono uomini che possiedono diamanti e uomini che possiedono miniere.

Rupert Murdoch, invece, possiede e produce direttamente i nostri pensieri, proprietario del più grande impero della “Notizia”, delle News, mai esistito nella storia umana, un impero che si estende dall’Australia fino in Canada: la “Notizia”, ricordiamo, è quella cosa che ci spiega il mondo in cui viviamo, e determina quindi le nostre scelte.

Come ben si adatta ai nostri tempi, questo inafferrabile, ma onnipresente impero scompare in conti bancari nei paradisi fiscali caraibici.

Gli innumerevoli tentacoli di questo impero agiscono in perfetto unisono: tutti i suoi 175 quotidiani hanno sostenuto, allo stesso modo, l’invasione dell’Iraq nel 2003; ed è sotto l’ala di uno dei suoi periodici solo apparentemente minori, The Weekly Standard, che è nato il movimento neocon, ma Murdoch è stato anche il principale sostenitore di Tony Blair.

Tra i tanti orchi che questa immensa potenza procrea, troviamo News of the World, che ogni domenica viene acquistato da tre milioni e mezzo di cittadini britannici (ricordiamo che Sorrisi e Canzoni TV, il settimanale italiano di gran lunga più diffuso, vende meno di un milione e mezzo di copie), ansiosi di conoscere le ultime perversioni sessuali vere o presunte dei VIP e i dettagli più atroci dei fatti di cronaca nera. Insomma, come dicono in Inghilterra, News of the Screws, “notiziario delle trombate”.

Adesso, la fantasia murdocogena ha prodotto un articolo riguardante un presunto “video islamista”, disponibile su Youtube, che minaccerebbe i noti calciatori David Beckham e Wayne Rooney, con un coacervo di immagini di cimiteri e di morti ammazzati, assieme a figure di musulmani in preghiera.

Non sono riuscito a trovare il video.

Però conosco bene la struttura molto rituale dei video islamisti, che ricadono in due categorie: la ripresa di operazioni militari e alcuni discorsi, molto generici, sulla situazione del mondo, che non farebbero mai riferimento a due portapiedi imbecilli.

Parlano di Cecenia, Palestina, Kashmir, Iraq e Afghanistan e non certamente di stadi.

Ma nel mito delle néoconnarderie, Loro odiano qualunque cosa piaccia a Noi.

Siamo cattolici? “Ci vogliono togliere il crocifisso“.

Siamo atei? “Ci vogliono imporre la legge religiosa“.

Siamo di sinistra? “Sono nazisti antisemiti“.

Siamo di destra? “Sono comunisti e no global“.

Addirittura, siamo appassionati di musica classica? “Odiano Mozart“.

E quindi non poteva mancare, “odiano i calciatori che noi amiamo“.

Difficile essere più infantili di così: gli “islamici” sarebbero disposti a morire, non per le cose che piacciono a loro, ma solo per fare un dispetto alle cose che piacciono a noi.

Però proprio questo ci dà un’idea del livello a cui si è abbassata l’intelligenza comune.

Questo non vuol dire che sia esattamente un “complotto”. Dato il clima che c’è in giro, il video potrebbe anche essere lo scherzo di un gruppo di adolescenti, come ce ne sono a decine di migliaia su Youtube. Ma siccome al-Qa’ida difficilmente farà causa, le si può attribuire qualunque cosa.

Ora, viviamo nel mondo globale. E quindi la bufala di News of the World arriva sul sito della Gazzetta dello Sport, dove viene presa immediatamente sul serio da lettori innamorati per definizione dei calciatori. Che magari fino al giorno prima nemmeno sapevano cosa fosse l’Islam, ma da oggi hanno un motivo per odiarlo.

Ma siccome la principale occupazione del giornalista del terzo millennio consiste nel farsi i giri per Internet, dopo qualche ora arriva anche a Repubblica, sul cui sito leggiamo il titolo:

Al Qaeda contro Beckham e Rooney
“Malvagi, sono adoratori del male”

Il video di un cretino è quindi diventato un fatto: Al Qaeda stessa è “contro” i due calciatori.

E quegli esseri anonimi e mostruosi che sono i titolisti abbozza anche una spiegazione “ideologica” della cosa – leggete bene la seconda riga del titolo – che corrisponde alla demente non spiegazione che sentirete ovunque.

“Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?”

Primo Levi, La tregua, p. 89 dell’edizione Einaudi del 1989.

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106 risposte a Il millesimo calcio alla ragione

  1. utente anonimo scrive:

    Mi stan più simpatici di quel pirla di Kanoutè che era tanto muslim da rifiutarsi d’indossare la maglia della propria squadra poichè lo sponsor (un sito di scommesse) era “haram” o come cazzo si dice.

    Però al cuor bombarolo non si comanda ed il signorino ha ceduto, in cambio di una “donazione” da girare a qualche organizzazione “Benefica” Islamica (di cui, però, il nome non conosco),decidendo di giocare anche lui con la maglia incriminata…

    Vorrei proprio sapere se quei soldi li spendono in armi o medicine/cibo/generi di prima necessità…

    JZ

    P.S: Se fossi io il presidente del Siviglia(avendo potere di licenziarlo) lo avrei fatto su due piedi,invitandolo pubblicamente ad andarsene pure a giocare in un paese dove i team sono “Halal”.

    Ma probabilmente sarei stato minacciato di morte, e magari avreste pure dato ragione ai terroristi di turno, e condannato il mio “atto di razzismo”…

  2. utente anonimo scrive:

    Scusate l’ennesimo messaggio farneticante, oggi mi son dimenticato di prendere le medicine. Vado a dormire adesso che la mamma mi ha preparato la camomilla calda.

    JZ

  3. utente anonimo scrive:

    Io ho trovato questo: un Imam che maledice chi ha seguito i Mondiali di Calcio 2006

    by David / Ritvanarium

    KLIKKAKWAH 😉

  4. utente anonimo scrive:

    Io ho trovato questo: un Imam che maledice chi ha seguito i Mondiali di Calcio 2006

    by David / Ritvanarium

    KLIKKAKWAH 😉

  5. utente anonimo scrive:

    Francamente non vedo cosa abbia fatto di così moralmente esecrabile questo Kanoutè perché tu debba sfoderare tutto il kit del bravo antiislamico: “quelli comprano solo le armi”, “vattene in un altro paese”, “adesso minacciatemi pure” e ovviamente “non sono io che sono razzista siete voi che siete musulmani”.

    Ci mancano solo le donne velate che non possono guidare la macchina, si vede che proprio non riuscivi a ficcarle nel discorso.

    Eppure non è mica il solo sportivo a farsi condizionare dalle sue convinzioni religiose, mi sa.

    Ma è così, noi gli sportivi li preferiamo evasori fiscali.

    Paolo

  6. utente anonimo scrive:

    Il commento era per JZ num. 1

    Il sorriso 🙂 per JZ num. 2.

    Chiedo all’amica psichiatra se la personalità multipla è curabile.

    Ciao!!

    Paolo

  7. utente anonimo scrive:

    Ho fatto la query con

    “Islam” e “Soccer”

    by David / Ritvanarium

  8. utente anonimo scrive:

    Ah per la par condicio, ecco una cristiana-integralista americana che dice che Harry Potter è il diavolo e Gesù l’avrebbe ucciso senza pensarci due volte.

    Evitate di dire che è pazza però, non è musulmana quindi io chiudo un occhio su questo tipo di follia… 😉

    by David / Ritvanarium

    http://it.youtube.com/watch?v=uOIYsGVyg8M

  9. utente anonimo scrive:

    vabbè Davide

    ti salvi perché all’epoca non c’era né Youtube né videofonini, altrimenti ti avrei postato un vecchio prof di filosofia ex ufficiale di Marina che diceva che le donne non potevano assumere ruoli di responsabilità “pensate a una donna sul ponte di comando della nave, come fa se deve prendere una decisione e sta male per le mestruazioni?”

    Giuro.

    I rimbambiti ci stanno dappertutto (saggezza da umarell).

    E non dirmi che la televisione italiana non trasmette rimbambiti…

    Paolo

  10. kelebek scrive:

    Per David n. 7

    Io non ho nulla contro i cristiani che dicono che Harry Potter è satanico.

    Dal loro punto di vista, peraltro, hanno pienamente ragione: tutti i testi di Harry Potter si basano su un presupposto inaccettabile per qualunque cristiano, cioè che esista una natura sottile e sostanzialmente immorale, su cui si può ottenere il potere attraverso la pratica di una scienza magica.

    Per un cristiano:

    1) tale potere è concesso da Dio, ma nei romanzi di Harry Potter, non c’è traccia di Dio

    2) la realtà sottile non esiste, ma allora hanno ragione, in fondo, gli scettici anticlericali

    3) il dominio sulla realtà sottile può essere dato solo dall’avversario di Dio, e quindi da Satana

    4) la realtà sottile è una bufala, alla pari di Dio, dei sacramenti e tutto il resto, e il “cristianesimo” consiste solo nel pagare il prete perché ti faccia il matrimonio

    Miguel Martinez

  11. utente anonimo scrive:

    Ieri in metropolitana un islamico jihadista ha tentato di uccidermi, mi ha inseguito per tutta la stazione urlando “togliti il crocifisso kaffir infedele io sono iraniano di alqaeda”. Questi bastardi terrojihadisti devono morire tutti, belve subumane, ho sfoderato il crocifisso d’argento e gliel’ho puntato in faccia “Fermati bestia del demonio, in nome di Gesù l’Impassibile!”. L’islamolicantropo ha iniziato a contorcersi come una belva ferita, quando allora la Luce di Gesù è uscita dal Sacro Crocifisso e l’ha trafitto dritto sul cuore, uccidendolo e trasformandolo in una statua di pietra.

    I bastardi islamolicantropi non invaderanno mai l’Occidente Sacro Occidentale Amico di Israele, Bush e io e Gesù vi aspettiamo maledetti!

    JZ + Castruccio + DavidRitvanarium SuperSayan

  12. kelebek scrive:

    Per n. 10

    Colgo l’ironia, che fa sorridere anche me. Ma:

    1) credo che tu sia sostanzialmente del mio stesso avviso

    2) quindi riconoscerai lo sforzo che faccio per evitare che questo blog degeneri nel solito troiaio di commenti che iniziano come ironici e finiscono per diventare semplicemente caotici

    3) comprenderai quindi perché non posso accettare identità truccate.

    4) Scegliti quindi uno pseudonimo e usa quello.

    Miguel Martinez

  13. utente anonimo scrive:

    Per Miguel al num. 9

    lo stesso ragionamento che fai, che trovo giustissimo, sarebbe però applicabile a tonnellate di altri maghi della letteratura e della cinematografia, che non mi pare abbiano attirato in epoca recente gli strali dei cristiani di qualunque confessione quanto Harry Potter

    (naturalmente, spulciando gli annali, sono sicuro che qualche esaltato si troverà comunque- quelli non mancano mai).

    Di cristiani che ce l’hanno con Harry Potter invece si sente parlare con una certa frequenza.

    Ci sono forse diversi fattori che influiscono su questo, ma credo che i principali siano:

    – il successo del personaggio;

    – la sua destinazione specifica a un pubblico infantile o adolescenziale.

    I cristiani, che per secoli hanno tollerato i maghi letterari (anche quando bruciavano quelli “reali”), almeno alcuni di loro, potrebbero in effetti vedere in Harry Potter il simbolo della società capitalistica che gli è sfuggita completamente di mano, e offre ai giovanissimi una visione “mistica” che non ha nulla in comune né con l’immaginario, né con la morale cristiana.

    In effetti, la paranoia antipotteriana potrebbe anche essere comprensibile.

    Paolo

  14. utente anonimo scrive:

    What made u among the losers

    Why do u imitate the people of desires?

    Why do u love the evildoers?”

    A me pare che non si tratti di minacce ai calciatori, ma di ammonimenti a non seguire un certo comportamento e stile di vita. La prima frase, a me che mastico poco l’inglese, figuriamoci quelle gergale, la prima frase sembra strana, ma potrebbe essere resa, sperando che qualcuno magari sappia dare il giusto senso a quel “made”, con “come siete finiti tra i perdenti”. La seconda ha quella sibillina espressione “people of desires”, difficile da interpretare. Forse come “persone che suscitano desiderio”. Ad ogni modo, sembra che il significato complessivo è che i calciatori (henry nella fattispecie) non sono un buon esempio da seguire. Della terza è spassosissima la traduzione in “repubblica” della parola “evildoers”, che diventa “adoratori del male”. Tanto per calcare la mano. Comunque è evidente che quell’“u” vale “voi” e si riferisce a chi si è fatto influenzare dallo stile di vita rappresentato dai tre calciatori, non vale affatto “tu” riferito ai calciatori nella foto, che dunque non vengono affatto minacciati o presi di mira addirittura da un piano (quale, quello “scoperto” a perugia?) di al qaeda. A questo punto il messaggio è abbastanza chiaro, chiunque ,visto che ormai “al qaeda” è sinonimo di “chiunque” in tutte le lingue occidentali, l’abbia fatto: quei musulmani che seguono il modo di vivere dei calciatori citati, se non cambiano stile di vita finiranno all’inferno. Una conclusione che qualunque cristiano che conosce il catechismo anche solo superficialmente non potrebbe non sottoscrivere.p

  15. utente anonimo scrive:

    …ognuno di noi é un “mandala vivente” con le nostre azioni e le nostre parole tracciamo anche segni invisibili ad occhio nudo, disegnamo un quadro, tessiamo una tela che restano impressi attorno a noi e ci seguono. Sono il nostro mantello invisibile ed é lui che ci da karisma oppure no, é lui che ci fa emettere certe vibrazioni invece che altre. Mr. Murdoch e le sue notizie camminano con un mantello di menzogna e le menzogne inquinano il pianeta, infastidiscono gli animali, fanno appassire i fiori, abbassano il livello d’intelligenza, provocano guerre inutili ecc. ecc. Fino a quando l’uomo non avrà capito che le DIVERSITA’ SONO UNA RICCHEZZA vuol dire che non ha ancora capito che cosa significhi essere uomo e ne é soltanto un banale tentativo. Amo Nietzsche quando dice: ” non già il fatto che rovesciasti l’idolo, ma che in te rovesciasti l’idolatra, questo fu il coraggio!”. Rifiutare l’altro é idolatria, cioé mancanza di coraggio ecc. ecc. cioé non avere nemmeno il coraggio di affrontare se stessi ( troppo difficile)….ciao!! wadhuda…ops!!!!!!!!!!!!

  16. utente anonimo scrive:

    Va da sé, per chi ha mantenuto un po’ di sale in zucca, che nel confronto tra il giornale spazzatura inglese e la seria repubblica ne esce molto meglio il primo. Vedere i rigidi catoni del berlusconismo e di vallettopoli ergersi a difensori dei comportamenti di beckam e signora fa una pena infinita.p

  17. BarbaraLattanzi scrive:

    Certo, senza aver visto il video è difficile giudicarlo. Non sappiamo poi se conteneva effettivamente minacce.

    comunqe se

    “What made u among the losers

    Why do u imitate the people of desires?

    Why do u love the evildoers?”

    significa “come diavolo avete fatto, da persone civili che eravate, a diventare cafoni trogloditi impasticcati in curva sud che venderebbero la madre pur di vedere la propria squadra vincere il campionato” allora sottoscrivo. E in questo senso si capirebbe pure perché il messaggio era in inglese. Perché era rivolto a NOI europei e non a terroristi di madrelingua araba.

    Naturalmente è solo un’ipotesi da parte di una che non ha visto il video ma solo letto u paio di articoletti del cavolo.

    Harry Potter:

    non ho visto né letto nemmeno quello. Ma presumo che uno dei motivi per cui desta più preoccupazioni di mago merlino e della fata turchina sia perché è venuto fuori in un’epoca di ritorni al paganesimo (wicca e non solo)

  18. kelebek scrive:

    Se volete un esempio normale di testo “qaidista”, con tutta la sua stranezza (per noi) di linguaggio, ecco un esempio:

    http://shahadah.splinder.com/post/13484504

    Ovviamente un orientalista o un responsabile settore studi dei servizi saprebbe creare un testo plausibile, ma non un giornalista o uno studentello.

    Io ad esempio non saprei farlo.

    Miguel Martinez

  19. utente anonimo scrive:

    1) Il commento numero 2 non è mio.

    E’ qualcuno che usa il mio nome. Ho anche una mezza idea di chi sia. Certo che Miguel (ripeto) dall’IP può controllare(e cancellare) Quelli autentici arrivano tutti dallo stesso posto…

    2) Se io sono un datore di lavoro ho diritto di licenziare chi trasgredisce certe regole. I licenziamento di Kanoutè sarebbe stato un messaggio forte.

    Siccome spesso si dice che per distinguere il fondamentalista dal musulmano integrabile è bene usare le leggi che già esistono penso che, nel caso succitato, si sia persa davvero una bella possibilità.

    3) Esecrabile non è il comportamento in sè di Kanoutè (sebbene lo reputi ridicolo e anacronistico nel XXIsimo secolo).

    Esecrabile è il vederlo come diritto acquisito, il non rispettare le regole in nome della religione.

    In altre parole mi sta bene che una persona per motivi religiosi (qualunque religione,sia chiaro) non rispetti regolamenti eccetera.

    Solo che non accetto le deroghe e se, come sarebbe stato giusto, Kanoutè fosse stato licenziato non avrei visto nulla di “razzista” in quella decisione. Esecrabili sarebbero stati il coro di peana “RAZZISMO BU! BU!” e eventuale minaccia di morte al presidente “Nemico dell’Islam”.

    Rendo?

    JZ

  20. utente anonimo scrive:

    E perché mai il datore di lavoro doveva licenziare? C’è stata trattativa privata e si sono accordati. Nulla di più capitalistico. Strano che un difensore dell’occidente non sappia riconoscere i tratti tipicamente capitalistici persino dove sono evidenti. Se io avessi esigenze particolari di qualunque tipo, la mia azienda mi richiamerebbe all’ordine e da ultimo potrebbe arrivare anche al licenziamento. Se li avesse un manager cui è interessata, gli “verrebbe incontro”. Nulla di diverso è successo tra il presidente del siviglia e il manager “dei piedi” kanoutè. Pro o antiislamismo sono pippe mentali che a quel dirigente di società non sono passate neanche per l’anticamera del cervello. Gl’interessavano le prestazioni d’un professionista per la sua azienda di calcio e quelle ha ottenuto.p

  21. utente anonimo scrive:

    Forse non ci siamo capiti:

    Tu pensi sia davvero uno di quelli che accetta la svendita della propria dignità al mercato?

    Sbagli di grosso, così come sbagli nel dire “perché mai avrebbe dovuto licenziare”?

    Era in suo potere di farlo.

    Io al suo posto lo avrei fatto, e non ci avrei trovato nulla di razzista.

    Tu sì? E se sì, perché?

    JZ

  22. utente anonimo scrive:

    Ho parlato di razzismo? Ho semplicemente detto che l’interesse di avere le prestazioni del giocatore a quel dirigente era l’unica cosa che premeva veramente. E siccome era lui a decidere, ha deciso in quel senso. Lo chiamate “libero arbitrio”, mi pare.p

  23. utente anonimo scrive:

    p.

    credo che jz abbia un concetto più feudale del potere

    “Era in suo potere di farlo. Io al suo posto lo avrei fatto, ”

    Questo non risponde a nessuna logica, né capitalistica né altro. E’ semplicemente un’idea astratta e un po’ simplicistica di potere

  24. Oniros scrive:

    Capisco. la tua posizione, come le tue tesi, caro Miguel, iniziano ad essermi sempre più chiare.

    Però non capisco il “perché”. Te lo chiedo onestamente. quale beneficio può mai derivare dall’esasperare gli animi, dall’aizzare le persone contro l’islam?

    Il complottismo può diventare una patologia. oppure può essere tutto vero, forze occulte, manovrano per fini oscuri che intuiamo ma che non riusciamo ad afferrare… allora siamo nella merda! La partita è truccata fin dall’inizio e tanti saluti alla gioia di vivere.

    Comunque non ho dubbi, che il terrorismo si occupi di due calciatori mi pare davvero una scemata.

  25. utente anonimo scrive:

    “Dopo aver vinto 1-0 in casa, il Siviglia si impone anche al `Bernabeu` (5-3) contro il Real e vince la sua prima Supercoppa. Mattatore dell`incontro Kanoute, autore di una tripletta”.

    Credi che qualcuno possa rinfacciare al presidente del siviglia la sua decisione, se questi sono i risultati?p

  26. utente anonimo scrive:

    1) Non discuto il Kanoutè giocatore.

    2) Discuto la logica per cui un eventuale presidente che avesse optato per licenziarlo,suggerendogli lidi più “Halal”, sarebbe stato considerato razzista. Considerato anche che l’insubordinazione professionale di Kanoutè nasce da intolleranza verso il mondo in cui vive e lavora, non il contrario.

    JZ

  27. utente anonimo scrive:

    Questo è possibile, che qualcuno potesse semplificare come razzismo culturale la scelta del dirigente, se fosse stato costretto a scegliere, di preferire il principale finanziatore della squadra a un singolo giocatore. Ma se la sua abilità negoziale gli ha fatto salvare capra e cavoli, non vedo perché avrebbe dovuto ergersi ad astratto “paladino dei valori occidentali” invece di fare gl’interessi, molto occidentali peraltro, d’una squadra di calcio spagnola. Distinguere tra la propaganda che vede in chiaroscuro e la realtà che è molto più sfumata è sempre un esercizio utile, qualunque posizione si abbia. È del resto, a mio parere, uno dei pregi di questo blog, che pure ha posizioni nettissime. Io ho sempre considerata stupida l’idea che sia un’ideologia ad accecare i fatti, mentre è esattamente il contrario: è un’istintiva reazione ai fatti ad accecare l’ideologia che si sceglie.p

  28. kelebek scrive:

    Per p. n. 26

    “Io ho sempre considerata stupida l’idea che sia un’ideologia ad accecare i fatti, mentre è esattamente il contrario: è un’istintiva reazione ai fatti ad accecare l’ideologia che si sceglie.

    Bello

    Miguel Martinez

  29. utente anonimo scrive:

    http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/esteri/venezuela-orario/venezuela-orario/venezuela-orario.html

    http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=73028

    guarda questi due link è la stessa notizia presentata in due maniere diverse.

    Una delle due tende a presentare Chavez come uno scemotto scrivendo di “trovata del presidente…” ma omettendo di riportare l’annunciato acquisto di 5mila fucili dalla russia in caso di invasione americana: quindi in venezuela si ha paura che questo possa accadere, ma il commentatore di repubblica non lo dice.

    L’altro link questa ultima parte la riporta.

    fabrizio

  30. JohnZorn scrive:

    >Questo è possibile, che qualcuno potesse semplificare come razzismo culturale la scelta del dirigente,< Me lo spieghi dov’è il razzismo culturale?
    Sei tu quel “qualcuno” e se non lo sei come ti poni nei confronti di chi urlerebbe “Razzismo!!!!!!!!” ?

    Nel dirti: “Se vuoi lavorare qui le regole son queste, se la tua religione te lo vieta sei tu a doverti adattare,altrimenti ti levi dalle palle e ti cerchi un altro posto?”

    Ripeto: per quanto mi riguarda vale per TUTTI, anche ebrei,cristiani,Indù…

    Dov’è il “Razzismo culturale”?

    JZ

  31. kelebek scrive:

    Per JZ n. 29

    Stupendo il meccanismo della Vittima d’Occidente.

    JZ sta parlando di qualcosa che non è successo (il licenziamento del giocatore); un episodio che quindi non ha avuto alcuna conseguenza o reazione; in cui nessuno ha mai accusato nessun altro di essere “razzista”.

    Ma è già arrabbiato perché si è immaginato qualcuno che alla fine di tutta questa catena di inesistenze, gli avrebbe dato del “razzista”.

    In altre parole, l’unica persona che abbia dato del razzista a JZ è JZ stesso.

    E JZ mette questo “razzista!” in conto a negri, musulmani, no global, buonisti-di-sinistra, pacifisti, antiamericanisti, zingari e la-polizia-che-non-fa-niente, e così ha un ottimo motivo in più per prendersela con tutti loro.

    Miguel Martinez

  32. JohnZorn scrive:

    >Ma è già arrabbiato perché si è immaginato qualcuno che alla fine di tutta questa catena di inesistenze, gli avrebbe dato del “razzista”.< Sfrondato delle battute la domanda è: pensi non sarebbe stato così? >zingari < Che c’entrano gli zingari?
    L’unica volta che mi capitò di parlare di Zingari (che, in questo episodio poco c’entrano) fu (e neanche troppo per accusarli) a proposito di un articolo riguardo le famose “zingarerapitricidibimbiinnocenti” di Como, se qualcuno le ricorda.

    E per dir male di chi scrisse l’articolo, non di loro…

    JZ

  33. utente anonimo scrive:

    Esiste un’avversione dell’islam, ma anche di altre religioni, che può essere definita approssimativamente, visto che hai parlato di razzismo, come razzismo culturale. I libri della fallaci ne sono l’espressione letteraria più efficace in italia. Chi vi avesse visto questa cosa nel licenziamento, se v’era, del giocatore islamico avrebbe fatto questa indebita semplificazione, essendo evidentemente altro il motivo di quel possibile licenziamento. Io ho solo cercato di dire che è possibile che qualcuno possa vedere tutti i fatti, e anche quel fatto possibile, alla luce di questa sola griglia della realtà, per così dire. Ma a me quello che m’è sembrato significativo è non aver colto il motivo tutto occidentale, per niente legato a simpatie islamiche, della scelta reale fatta dal dirigente Sivigliano. Il quale, per quanto ne so, potrebbe avere simpatie fallaciane o qaediste in uguale (be’, non proprio) misura.p

  34. JohnZorn scrive:

    X P.

    Mettiamola giù così: se un giocatore ebreo non avesse rispettato i doveri previsti dal contratto con una squadra e per questo fosse stato licenziato, avresti tacciato il presidente della società di “antisemitismo”?

    JZ

  35. utente anonimo scrive:

    Bravo Martinez, son contento che non ti sfuggono ste cose. Nonostante internet sia usato da milioni, questi video sono visti solo (guarda caso) dagli stessi ‘giornalisti’ che oggi riportano la notizia di una donna morta per essersi fatta fare un massaggio in spiaggia da una cinese. Settimana scorsa se non sbaglio gli usa erano in codice arancione, sembra quasi il lancio commerciale di un prodotto, come i video di Shakira a rotazione ogni 3 minuti su mtv..

  36. PinoMamet scrive:

    Sono Paolo!

    Dimenticavo che su Splinder esisto anch’io!

    Quindi, a scanso di equivoci, d’ora in poi posterò così, anche se è troppo sbattimento per i miei gusti 🙂

    Ciao!

  37. PinoMamet scrive:

    John Zorn:

    secondo me il proprietario della squadra aveva diritto a licenziare Kanoutè; anche se Kanoutè fosse stato indù, ortodosso, buddhista o udite udite ebreo.

    Però, visto che la cosa era accomodabile, come in effetti è stata accomodata, il proprietario sarebbe stato un capo di cazzo se non l’avesse accomodata, per impuntarsi a licenziare.

  38. JohnZorn scrive:

    >secondo me il proprietario della squadra aveva diritto a licenziare Kanoutè; anche se Kanoutè fosse stato indù, ortodosso, buddhista o udite udite ebreo. < Basta questo. Il resto nn m’interessa. Per quanto mi riguarda il soggetto, in una squadra di mia proprietà, non giocherebbe mai. E certamente non perché “Muslim”. JZ

  39. utente anonimo scrive:

    Il bello è che potrebbe persino succedere. La serie b gioca di sabato per esempio, ed è chiaro che se un ebreo si rifiutasse categoricamente di giocare quel giorno, non potrebbe far parte di nessuna squadra di quel campionato. Io di certo non taccerei nessuno di antisemitismo per quel motivo, ma non è detto che non ci fosse qualcuno che lo facesse. Magari adducendo il fatto che lo zampino della chiesa cattolica in questa scelta è stato piuttosto visibile.p

  40. JohnZorn scrive:

    Non vedo l’ora di un caso Kanoutè dove il negro barbuto di turno viene licenziato, per sentire i commenti di IADL e simili…

    JZ

  41. hafiz scrive:

    Nel Nome di Dio

    Dimentichi Miguel di dire che Murdoch è un noto Ebreo Sionista , come volavasi dimostrare..

  42. kelebek scrive:

    Per JZ n. 40

    Mi affascinano i tuoi processi mentali.

    Dunque, si sta parlando dei media di Rupert Murdoch, secondo cui al-Qaeda avrebbe minacciato due calciatori inglesi.

    Da qui, parti per una complessa associazione di fantasie, finché non riesci a immaginarti una complessa sequenza di situazioni irreali in cui “qualcuno” alla fine ti potrebbe dare del razzista.

    E continui a litigare con questo immaginario qualcuno, dicendo perché avrebbe torto lui.

    Poi, chi sarebbe questo “qualcuno”? I media? Il parlamento? Masse di casalinghe inferocite?

    No, sarebbe Dacia Valent. Che, con tutto l’immenso affetto che ho per lei, non è esattamente la società italiana.

    Kanouté, almeno esiste, anche se tutto il resto della tua costruzione è una fantasia di persecuzione tua.

    Però, per sentirti ancora più perseguitato, tiri in ballo un “negro barbuto” che non esiste nemmeno.

    Comunque, se un “negro barbuto” venisse licenziato, può darsi che ti darebbero del razzista:

    1) Dacia Valent

    2) Mario Rossi, operatore sociale precario di Parma

    I media e i politici starebbero lì invece a dire, “come mai non l’hanno licenziato prima?”

    Per cui non dovresti soffrire molto, anche se Dacia Valent e Mario Rossi ti dovessero dare del razzista.

    Miguel Martinez

  43. kelebek scrive:

    Per Hafiz n. 41

    1) Che Murdoch sia sionista, non c’è dubbio.

    2) Se è ebreo o no, non me ne potrebbe importare di meno.

    Miguel Martinez

  44. kelebek scrive:

    Sempre per JZ n. 40

    Bellissima poi quella frase, “non vedo l’ora”.

    Cioè tu speri che succedano, in sequenza, queste cose:

    1) un Negro Barbuto fa qualcosa di islamico

    2) Il Negro Barbuto viene licenziato

    3) Tu dici, “hanno fatto bene a licenziarlo!”

    4) Dacia Valent, dalla tirannosaurica potenza del suo blog, scrive, “JZ è un razzista”.

    5) JZ raggiunge l’estasi.

    Miguel Martinez

  45. PinoMamet scrive:

    Conosco un negro barbuto, se a qualcuno interessasse licenziarlo;

    è cubano e insegna balli latino-americani e hip-hop.

  46. hafiz scrive:

    Nel nome di Dio.

    Murdoch effettivamente non è un ebreo, ma un giudeo-sionista, e ti posso assicurare che la cosa non è un elemento trascurabile.

  47. utente anonimo scrive:

    Mah! Io non concederei molto spazio di discussione a questa farneticante minaccia, parecchio in odore di burla. A mio parere è opera di un gruppetto di dementi assetati di visibilità. Un entità terroristica che si rispetti non monterebbe mai un filmato così talmente assurdo e privo di sostanza (come se i divi del pallone avessero delle colpe personali da espiare verso i paesi islamici). Poi, perchè proprio quei calciatori e non il figlio di Gheddafi? Che, come è noto, è un gran appassionato di calcio e tifoso della Juventus.

    Così fosse dovrebbero fare una gran pulizia all’interno del mondo islamico, prima ancora di cominciare dall’Occidente.

    Guerra psicologica o, al Qaeda non ha una vera ideologia jihadista?

    La risposta verrà data quando il fondamentalismo islamico in onore della sua Jihad dovesse perpetrare un duro colpo partendo proprio dai miscredenti di fede islamica. Iniziando la Jihad dal proprio interno corrotto! Gheddafi figlio dovrebbe essere il primo della lista!

    la Cellula

  48. utente anonimo scrive:

    …comincino le pulizie jihadiste destabilizzando prima il regno di

    Maometto già invaso da molti miscredenti. Insomma facciano un autogoal!

    la Cellula

  49. JohnZorn scrive:

    Miguel

    Alcune precisazioni:

    1) Il “negro barbuto” non è un invenzione. Kanoutè lo è, e non l’ho scelta a caso come immagine.

    2) La Iadl invece l’ho scelta a caso eccome. Rappresenta invece una corrente assai diffusa.

    Quella che vuole come “razzista” qualsivoglia azione che danneggi un “diverso”.

    3) Il “processo mentale” di cui parli non è niente di tutto ciò.

    Vorrebbe solo che dopo la tappa numero 2 non ci fosse neanche bisogno di commenti al fatto, sacrosanto qual’è.

    Tutto qui

    @Cellula

    >il figlio di Gheddafi? Che, come è noto, è un gran appassionato di calcio e tifoso della Juventus. < Quest’ultima cosa, per quanto mi riguarda, è un buon motivo per assassinarlo 🙂 JZ

  50. utente anonimo scrive:

    solo perchè è juventino??? (forse è anche un socio azionista della squadra)… ahahha ahah ah… pensa se fosse stato tifoso del Milan che ha il diavolo per simbolo!

    la Cellula

  51. utente anonimo scrive:

    Al Qaeda minaccia due calciatori?

    Beh, ammesso e non concesso che sia vero, la prima cosa che mi viene in mente è che hanno fatto progressi. Al Qaeda intendo.

    Invece che fare discorsi molto generici, finalmente fanno nomi e cognomi. E se la prendono con chi rovina il mondo per davvero, molto più che qualunque politico o capo terrorista.

    Sono loro, i calciatori, le veline, i coglionazzi televisivi, i Briatore, i valentinorossi, a degradare più di ogni altro questa società.

    “Se uno nella vita non sa fare un cazzo fa lo sportivo. Se è pure una testa di cazzo fa il giornalista sportivo.” — Gianfranco Funari

    Stradivari

  52. BarbaraLattanzi scrive:

    NOn sono sicura che un calciatore possa essere licenziato per motivi religiosi (o inerenti alla sua religione). Anche se non si tratta di un tradizionale contratto da salariato sono sicura che esistono normative in merito (a parte un vago articolo costituz

  53. utente anonimo scrive:

    “Se uno nella vita non sa fare un cazzo fa lo sportivo. Se è pure una testa di cazzo fa il giornalista sportivo.” — Gianfranco Funari

    maria

    e se uno è gianfranco funari che fa?

  54. JohnZorn scrive:

    >NOn sono sicura che un calciatore possa essere licenziato per motivi religiosi (o inerenti alla sua religione). < Son sicuro tu non abbia capito una ceppa o sia una “difendi-il-Diverso” a oltranza. Non si tratta di licenziare uno per motivi religiosi, semmai perché questi ultimi gli impedivano di assolvere i propri doveri di calciatori. Come ho già spiegato il presidente della squadra ha deciso di mediare, però avrebbe avuto ragione anche avesse optato per il licenziamento. JZ

  55. utente anonimo scrive:

    Stradivari… Che senso ha prendersela con un calciatore piuttosto che con il presidente della squadra o, addirittura con il presidente della FIFA?

    É come se le BR colpissero un operaio al posto di un industriale che, secondo la teoria marxista/leninista dovrebbe essere lo sfruttatore, solo perchè fa parte del mondo del lavoro. La colpa della degenerazione sociale è del sistema e, la politica ne è sempre la massima responsabile.

    Ma è una burlonata dai! Fosse vero, allora il figlio di Gheddafi dovrebbe saltare in aria per la gloria di al Qaeda.

    la Cellula

  56. BarbaraLattanzi scrive:

    jz

    “Non si tratta di licenziare uno per motivi religiosi, semmai perché questi ultimi gli impedivano di assolvere i propri doveri di calciatori. ”

    Dovere di calciatore è giocare, non fare pubblicità

    “Son sicuro tu non abbia capito una ceppa o sia una “difendi-il-Diverso” a oltranza. ”

    Ti sbagli di grosso

  57. JohnZorn scrive:

    >Dovere di calciatore è giocare, non fare pubblicità < Nel calcio d’oggi fa parte del mestiere di calciatore, ancor più che il giocare in sé. Dove vivi? O vuoi forse dirmi che avevo ragione e che quel presidente non avrebbe avuto diritto di mandar via quel giocatore? JZ

  58. BarbaraLattanzi scrive:

    In questo caso c’erano gli estremi per una denuncia o un ricorso. poi bisogna vedere cosa avrebbe deciso il giudice

  59. JohnZorn scrive:

    >In questo caso c’erano gli estremi per una denuncia o un ricorso< Bene, quindi tu sei una di quelle che avrebbe urlato “Razzismo!!!” Come vedi caro Miguel, non erano solo mie fantasie. Resto del parere che quel presidente sarebbe stato nel suo pieno diritto, qualora avesse scelto di rescindere il contratto. JZ

  60. PinoMamet scrive:

    Beh il presidente aveva il diritto di licenziare, il giocatore di fare ricorso, il giornalista o l’uomo della strada di accapigliarsi sul fatto che fosse razzismo o meno.

    Non credo che qui sia in discussione “il diritto” di uno o dell’altro, in effetti; ma il fatto che un casino para-religioso (ma poi non mi pare che l’Islam, che proibisce gli interessi bancari o roba del genere, proibisca anche di giocare per banche che li praticano…) fosse risolvibile con un po’ di disponibilità reciproca.

    E visto che questa disponibilità c’è stata non vedo perché tu ti debba ostinare a immaginare scenari peggiori, come se dopo tutto li desiderassi.

    In questo senso sottoscrivo i post di Miguel: a te forse farebbe piacere un caso simile, che però finisse malissimo, in modo che scatti l’accusa di razzismo e tu possa ergerti a difensore della tesi “non è razzismo”.

    Ciao!

  61. BarbaraLattanzi scrive:

    NOn sto parlando di me, ma di un (eventuale) avvocato, che certamente avrebbe portato anche questo tipo di obiezioni.

    Comunque stiamo parlando di ipotesi e possibilità. La cosa non è successa, jz, il presidente non ha agito come avresti agito tu. e ci sarà pure un motivo, no?

  62. JohnZorn scrive:

    >a te forse farebbe piacere un caso simile, che però finisse malissimo, in modo che scatti l’accusa di razzismo e tu possa ergerti a difensore della tesi “non è razzismo”< Evidentemente non hai capito.
    Non vorrei accadesse per poter dire “Non è razzismo”, perché OGGETTIVAMENTE non lo è.

    Vorrei accedesse per ridere di quanta gente sosterrà esserlo.

    E affinchè un domani ci sia la certezza che dire NO ai deliri di un futuro altro signor Kanoutè non venga classificato razzismo o lesivo del diritto come troppo spesso sento definire il non accondiscendere all’intolleranza allogena.

    Di religioso la diatriba non aveva nulla visto che il giocatore ha accettato di foraggiare un’organizzazione muslim continuando a sfoggiare la maglietta “Haram”…

    X Barbara: il motivo? Il giocatore gli era troppo prezioso dal punto di vista sportivo. Ciascuno fa le sue scelte e decide di svendere la propria dignità come vuole.

    JZ

  63. Ritvanarium scrive:

    Intervengo loggato per dimostrare la mia effettiva identità … Non solo il 10, ma neppure il 7 è mio.

    Kelebek, ti chiedo di controllare gli IP, spero non mi abbiano in qualche maniera clonato …

    Trovo esecrabile che si facciano dei fake a chicchessia … l’ unica altra persona autorizzata a firmarsi Ritvanarium potrebbe essere Ritvan Shehi stesso, ma non penso proprio che sia stato lui …magari da un internet caffé dalla località in cui è ora in ferie.

    Comunque, entrando nel merito:

    1

    Finché non arriva un Ordine di Cattura e Rogo per la Signora Rowling con Sigillo Pontificio non vedo nulla di preoccupante.

    1Bis

    L’ Imam che ho trovato su Youtube lo trovo tutto sommato accettabile perché_come direbbe Ritvan_ non istiga nessuno a portare gli Harammatori (o come si dice) a Giudizio Divino AnziTempo.

    1Ter

    Il 7 lo trovo simpatico e non (!!!) mi offende … ma non voglio mai più vedere un mio fake !

    1Quater

    il 10 è un fake clamoroso, poiché l’ autore non sa nulla di Esorcismo Anti-Islamico della Bassa 😉 :

    Il Crocifisso contro gli IslamoLicantropi NON è d’ Argento BENSI’ formato da una Salsiccia Appassita e da un Cacciatorino legati assieme con un Codino di Maiale … è un’ Arma Efficacissima, ma i Sionisti non vogliono che la usiamo perché la trovano poco Kosher …. perciò, per una volta, che Rumi e Reza li ringrazino, ai Sionisti !!!!

    ;-)))))))))))))))))))

    ;-)))))))))))))))))))

    ;-)))))))))))))))))))

    ;-)))))))))))))))))))

    By

    DAVID RITVANARIUM the ORIGINAL ONE AND ONLY registered trademark

  64. BarbaraLattanzi scrive:

    x jz

    “X Barbara: il motivo? Il giocatore gli era troppo prezioso dal punto di vista sportivo. ”

    vedo che cominci a capire come funziona il mondo

    x tutti gli altri:

    non preoccupatevi, jz non diventerà mai presidente di una squadra

  65. JohnZorn scrive:

    >

    x tutti gli altri:

    non preoccupatevi, jz non diventerà mai presidente di una squadra< Giusto.
    Vuoi mettere togliere a Barbara e amici la soddisfazione di vedere un mio stipendiato muslim dettare legge a casa mia? 🙂

    JZ

  66. PinoMamet scrive:

    A’ John Zorn

    se diventi presidente di una squadra sarà mia cura scovare e mandarti il giocatore ebreo ultraortodosso più scassacazzi che esista 😉

    Ciao!!

  67. utente anonimo scrive:

    Per maria,

    Se uno è Gianfranco Funari conduce tribune politiche in televisione in modo decisamente migliore di quello a cui i Vespa, i Mentana e i Santoro ci hanno ormai abituato.

    Per la Cellula,

    Lungi da me il pensare che un burocrate del “mondo calcistico” sia migliore di un calciatore. Mi fanno schifo entrambi. Peraltro la metà delle volte il secondo è uno che qualche decennio prima faceva il lavoro del primo.

    Lo sport di oggi non è quello dell’antica Grecia. Tra badilate di soldi, velinate, divismi cialtrotelevisivi e doping, sono cambiate un po’ di cose.

    L’unica lancia a favore Beckham, Rooney & C. è che nella loro mediocrità, ironicamente, sono “i migliori”. Nel senso che se non fanno goal li cacciano, c’è poco da fare. Mentre un politico alla Prodi se fallisce una volta gli si dà sempre una seconda possibilità. E poi una terza, una quarta, una quinta, etc.

    Stradivari

  68. utente anonimo scrive:

    — Se uno è Gianfranco Funari conduce tribune politiche in televisione in modo decisamente migliore di quello a cui i Vespa, i Mentana e i Santoro ci hanno ormai abituato. —–

    PAROLE SANTE !!!!!!!!!!!!

    … E NON RIPROVATE A FAKARMI !!

    BY David-Ritvanarium

    ExhorcistaInsaccatorum;-)

  69. utente anonimo scrive:

    e questa??

    http://www.circus.it/?r=903179

    come me la spieghi Miguel?

    H.

  70. kelebek scrive:

    Per H n. 69

    Se c’è una cosa che trovo sgradevole è la gente che dice, “e questa come la spieghi?”, postando un link.

    E’ sgradevole perché:

    1) Non sono un insegnante e non sono pagato per spiegarti niente

    2) Di tuo non hai detto nulla

    Fatta questa premessa, il riferimento è al caso di Mohammed Hegazi al-Muntasir, un giovane musulmano egiziano che dice di essersi “convertito al cristianesimo”.

    Sto cercando di documentarmi.

    Trovo molto materiale in italiano (ma quasi sempre sul tipo “Casa della Libertà solidale con…”), quasi nulla in altre lingue.

    A quanto pare, MH – secondo alcune fonti di 20 anni, altre di 25 – chiederebbe di essere riconosciuto sui documenti come “cristiano”, in un’iniziativa lanciata da un’organizzazione di copti canadesi chiamata “Middle East Christians Association” (MECA). Il loro sito web, tra l’altro, ha un solo link in lingua inglese, Islam, the largest cult in history.

    La MECA è stata immediatamente ripudiata dalla chiesa copta egiziana.

    http://www.almasry-alyoum.com/article.aspx?ArticleID=71959

    Lo Stato, a quanto pare tergiversa sul caso: far saltare la polveriera della convivenza tra le comunità religiose dell’Egitto è l’ultimo cosa che serve in questo momento.

    Alcuni religiosi islamici condannano Hegazi, altri dicono che la conversione è una “libera scelta”.

    Ho l’impressione che sia una faccenda che potrebbe finire male, a spese delle antiche comunità cristiane d’Egitto.

    Miguel Martinez

  71. kelebek scrive:

    Aggiungo al commento precedente…

    Il Medio Oriente è governato da Potentati, cioè da strutture di potere economico-militare, in genere attorno a una forte personalità.

    Le minoranze nel Medio Oriente si legano da sempre al Potentato, cosa che ha evidenti vantaggi ma anche svantaggi.

    Non è un fatto solo mediorientale: pensiamo ai Rom, protetti da Ceausescu e da Tito; o agli ebrei, non solo tra gli ottomani.

    Così, in Egitto, è dai tempi del loro grande protettore Nasser che i copti hanno la strada spianata per fare carriera nell’esercito: essendo minoranza, saranno grati al Sovrano e non possono sognare di fare un colpo di stato.

    Ma l’associazione tra potere e minoranza vuol dire che spesso le tensioni tra i sudditi e il sovrano si scaricano sui fragili amici del sovrano: ecco che a rimetterci sono, facilmente, cristiani ed ebrei.

    Miguel Martinez

  72. utente anonimo scrive:

    A fronte di questa complessità che si cerca di svelare, Miguel, i media propongono la facile soluzione buoni-cattivi, più facile per tutti e più rassicurante. Mi sembra una lotta impari e mi ricorda l’immagine della repubblica di platone dove il filosofo, libero oramai dai legacci che imprigionano all’ignoranza, vede il mondo esterno alla caverna e poi scende giù di nuovo, dai suoi ex compagni di prigionia cercando di spiegare loro che la verità non sono le ombre sulla parete della caverna, ma loro lo prendono per pazzo e preferiscono rimanere prigionieri della falsità.

    Barbara

  73. utente anonimo scrive:

    Stradivari,

    i conduttori che hai nominati sono abbastanza odiosi, compreso santoro, non mi pare però molto meglio Funari e forse si salva perchè ha meno potere ed è un po’ più rustico ovvero con meno pretese intellettuali.

    Fu porprio lui alcuni anni fa a inaugurare una certa televisione fatta di urli e beceraggine, si chiamava a bocca aperta, pensavo fossse una cosa passeggera e invece poi la formula un po’ ripulita è stata ripresa da tutti .

  74. utente anonimo scrive:

    “Ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni?”

    Di tutto il post, mi sembra sia stata trascurata questa citazione, che forse è la cosa più interessante. Nel senso che la cosa più importante, così mi sembra, è rispondere all’interrogativo che pone.

    Personalmente, ho la presunzione di essere immune dalla malattia. Ma forse, chissà, sono il re dei babbei senza rendermi conto.

    In generale, non saprei cosa pensare. Diffido istintivamente, ma razionalmente non le escludo, delle risposte che suggeriscono l’esistenza di un qualche grande complotto (inteso come congiura scientemente orchestrata). Tendo comunque a sospettare, vista la facilità e la superficialità con cui certe pseudo-notizie si diffondono sui cosiddetti media, che un importante fattore in gioco sia, molto semplicemente la stupidità umana.

    Le due cose, del resto, non si escludono: i grandi poteri (che siano governi, banche, o qualche misteriosa Spectre) sono tali anche grazie alla capacità di sfruttare su larga scala la stupidità (ingenuità? istintività?) umana.

    In questa prospettiva, la domanda di Levi apre ulteriori interrogativi sulla esistenza di una, mai troppo indagata, spaccatura dell’umanità tra menti deboli e menti forti, in sostanza tra stupidi (molti, il popolo bue) e intelligenti (pochi, i potenti. O gli epicurei, gli asceti, qualche santo per lo più laico).

    En passant, da sedicente ateo-illuminista (sic, chiedo scusa, ogni tanto bisogna usare qualche etichetta) mi chiedo se la “resistenza” alla diffusione del pensiero unico alla Murdoch debba per forza passare, data l’esistenza di uno sterminato popolo bue, da forme di chiusure identitaria piuttosto che da un sano, aperto, razionale, critico illuminismo cosmopolita… ma sto divagando.

    Val

  75. utente anonimo scrive:

    Grande tensione a Barcellona dopo le minacce subite da Thierry Henry, oltre a David Beckham e Wayne Rooney, attraverso un video di Al Qaeda. I tre erano stati definiti “maledetti” e nemici dell’Islam”. Un pericolo che la polizia spagnola ha preso molto sul serio, al punto che il portavoce Rodrigo Gavilan ammette: “Bisogna essere preoccupati da queste notizie”. E avvisa. “Se venisse confermato che si tratta dei terroristi il governo civile di Catalogna non lo ammetterà pubblicamente per non creare allarme. Le istituzioni difenderanno la tesi che si tratta di un pazzo”.

    Continua la saga. Questa notizia l’ho presa da “libero news”. Alcune cose da notare.

    Intanto la certezza acquisita (verità per “addizione”, molto democratico) che il video è di chiunque/al qaeda. Del resto ogni video è di chiunque finché non si sa di chi sia di preciso.

    La mutevolezza dei significati, alla cui lista si aggiunge “maledetti” e “nemici dell’islam”, delle frasi incriminate; ricorda un po’ il giochetto del passaparola in un orecchio che alla fine della catena di passaggi è tutta un’altra. Il fine di propaganda del giochino qui è rivelato dal fatto che nel gioco vero le parole non hanno affinità di significato tra di loro, mentre in questo gioco truccato le parole appartengono tutte a un preciso campo semantico.

    L’affermazione del poliziotto spagnolo che si cercherebbe di non creare allarmi nel momento stesso che si creano. Un po’ come la figura retorica della preterizione, che dice di qualcosa affermando che non ne vuole dire. Cioè un modo di metterla in rilievo, in realtà. Comune e familiare è la formula di preterizione da tutti usata “per non parlare di…”.

    L’ultima frase è stupenda anche per un altro motivo. In pratica dice: sono sicuramente terroristi. Se le autorità lo ammettono, è dimostrato; se non lo ammettono è dimostrato lo stesso, perché cercherebbero di non aggiungere tensione e allarme. Quasi non stessero facendo proprio questo lavoro questi messeri.p

  76. utente anonimo scrive:

    🙂 ..grazie Miguel – 70 e segg. – ormai lo sai che sono un’eretica.

    e non è stato con “parole mie” è perché, data la mia non conoscenza dell’argomento se non attraverso quegli articoli, ho preferito dartene la stessa panoramica che ne ho io, con il link.

    tralascio naturalmente – considerando privata ogni religione – quanto a me sembri assurdo “registrarla” su un documento o all’anagrafe. mi da una sensazione di “secoli bui” difficile da descrivere. sempre che non sia una bufala.

    in quanto ai “potentati” non penso che si limitino solo al medio oriente ma che siano ormai “globali”, strettamente intrecciati agli interessi economici dei soliti “pochi” nei loro “paradisi fiscali”.

    e concordo con l’immagine di Barbara [72] perché è proprio l’inseguimento delle ombre ciò che ci viene continuamente indotto e proprio per non farci alzare lo sguardo dall’ombra dell’ombra mentre ci scanniamo per determinare l’ombra “buona” dall’ombra “cattiva” secondo l’una o l’altra religione in cui ci si dovrebbe per forza riconoscere mentre esseri come noi ci vestono il suo Dio delle loro emozioni terrene.

    nonché, in linea generale, mi trovo a concordare con Val [73], sarà che forse soffro della stessa inguaribile “presunzione”. 😉

    non penso però proprio a un “complotto” quanto a un’interdipendenza fra la pigrizia [più che la stupidità] e un desiderio di “serenità” di molti e l’ambizione da “antico zar” [possessore di anime] di altri, attraverso la virtualità del denaro.

    e non saprei fra questi chi sia più sprofondato nella caverna.

    l’identità è un altro discorso. è ciò che sono attraverso quello che ho assorbito dal luogo – inteso come comunità a partire dalla famiglia e via via espandendola – in cui sono nata e cresciuta. e ciò che ne rimane come “mio” – mia elaborazione – dopo il necessario distacco nonché confronto con altre, fino a divenire qualcosa che non ho bisogno di affermare, fa parte intrinseca di me.

    e il “bisogno” di affermarlo invece mi appare, appunto, più come il desiderio di qualcosa che sfugge proprio malgrado nel vento troppo veloce di questa globalizzazione del tutto economica e a cui la perdita delle varie identità non può far altro che comodo, avendo già pronta quella a suo uso con cui coprirci.

    infatti, la notizia stona non poco con l’attuale massa migratoria in movimento dal medio oriente all’occidentale europa mentre sarebbe più comprensibile se il flusso migratorio fosse inverso. ma così non è.

    quindi ecco che questo assolutismo religioso contribuisce ad allargare le fratture e una domanda sorge spontanea:

    perché la cristiana – cattolica, protestante, ortodossa, usw. – europa dovrebbe acconsentire alla perdità di alcune caratteristiche simboliche della sua storia [dal crocefisso al natale e così via] che questa notizia contribuisce a far apparire perdita unilaterale?

    e dovremmo accettare di sentirci denominare razzisti solo perché opponiamo resistenza a una richiesta dilagante di abiura di simboli millenari da parte di gente che infine è fuggita o è comunque in cerca di speranze? speranze che il loro stato intrecciato alla religione non ha dato loro.

    poi – sempre che la notizia sia come appare – che in italia le venga data evidenza solo dalle “destre” è abbastanza logico perché alle “sinistre” non conviene esprimersi, rischiano troppo la contraddizione con quanto predicano.

  77. utente anonimo scrive:

    ;)) ..scusa.. ho scordato la firma del 76!

    H.

  78. kelebek scrive:

    Per H.

    Quante riflessioni…

    Solo una cosa. A parte un convertito italiano che si è appellato semplicemente al concetto di laicità dello Stato, nessun musulmano ci penserebbe lontanamente a chiedere agli italiani di togliere crocifissi, Natali, eccetera.

    A patto che nessuno osi cercare di convertirlo (questo sì che sarebbe grave), un musulmano arrivato da un paese del Medio Oriente non trova nulla di strano nel fatto di vivere in un paese cristiano, con simboli e ritmi cristiani, come il suo invece è un paese musulmano.

    Anzi, in genere si sente rassicurato dalla presenza comunque di uno spirito religioso.

    Ciò che gli risulta inconcepibile è la laicizzazione radicale.

    Quando dico queste cose, i lettori che fino a un minuto prima sbraitavano perché i “musulmani minacciano la mia identità cristiana” passano a urlare, “lo sapevo che tutte queste religioni sono una stessa identica fregatura, via preti e imam!”

    Ma in quel caso, non posso farci niente.

    Miguel Martinez

  79. JohnZorn scrive:

    Quoto il commento di Miguel, però ci sarebbero due cosette:

    1) In un tuo post precedente (sull’Arabia) parlavi di “predicazione religiosa che non deve essere un diritto” (riferendoti ai cristiani nei paesi arabi)

    Allora perché dovrei accettare si predichi l’Islam nel mio?

    >A patto che nessuno osi cercare di convertirlo (questo sì che sarebbe grave)< Dipende cosa intendi per “cercare” di convertire. Non certo con la forza,ma neppure gli italiani che si sono converiti all’Islam credo siano stati costretti. Penso che non sia reato un prete che parlandogli gli suggerisca il cristianesimo come vera religione (o altri ministri di altri culti),così come non credo sia reato se un Imam o simili ti spinge alla conversione all’Islam. Non credo i muslim in Italia siano tutti come Adel Smith, e neppure come questo, credo: http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/08_Agosto/21/madonna_murata_lecco.shtml

    JZ

  80. utente anonimo scrive:

    Abbozzo di risposta congiunta alle considerazioni di MM(#78) e H. (#76).

    Identità. Concetto difficile e vago, ma potente e quindi da maneggiare con cura. Io non so se sono in grado, non ho gli strumenti per sviluppare ragionamenti molto complessi, quindi perdonatemi se ne tento uno terra-terra.

    Quel che mi chiedo, in soldoni, è: possibile che la critica alla violenza dell’Occidente (Iraq, Palestina, Guantanamo, ma anche… l’Isola dei Famosi e Porta a Porta, Wal Mart e Mc Donald, la TAV e la Exxon Valdez e chi più ne ha più ne metta) debba per forza manifestarsi in manifestazioni di chiusura, tendenzialmente anch’esse violente?

    Il leghista della Val Brembana o il seguace di Heider in Carinzia, l’Imam fondamentalista, il cristiano rinato antiabortista e antislamico, il naziskin dell’ex DDR, il simpatizzante dell’ETA, gli integralisti ortodossi e i nostalgici di Lenin mi appaiono, da una certa angolazione, davvero molto simili.

    Slavoj Zizek (che cito avendone letto non più di quattro pagine) arriva a fare, provocatoriamente, una “Difesa dell’intolleranza” (Città aperta edizioni – 2003). Ecco, io sono affascinato dall’ipotesi che ci sia del buono in certe forme “politicamente scorrettissime” di reazione collettiva alla globalizzazione (consentitemi la formulazione un po’ generica.)

    Anzi, sono pronto ad assumere per vera l’ipotesi: ciò che non mi convince affatto è che tali forme siano necessarie.

    Quello che per il musulmano, dice MM, è inconcepibile è la laicizzazione radicale (altro concetto un po’ generico, ma ci capiamo). Amesso e non concesso che sia così (a quanto pare è intollerabile, più che inconcepibile, anche che qualcuno osi provare a convertirlo: e perché mai?) un punto a favore del laico consiste forse nel fatto che quest’ultimo prova per lo meno a concepire le ragioni di un intollerante (almeno, dovrebbe). Ma capisco che messa giù così è banale.

    Però, insomma: sulla globalizzazione economica e imperialista guidata (per quel che gli riesce) dagli Usa e sulla distruzione delle identità (quali? sono tutte buone, tutte necessarie?) bisognerebbe approfondire molto il discorso.

    Le identità sono un concetto troppo scivoloso: per questo tendo a diffidare delle critiche alla violenza occidentale che diventano critiche all’occidente tout-court, così come le critiche alla violenza islamica divengono giudizi inapellabili sull’islam tout-court.

    Dalla violenza di Bush e Bin Laden (fatte le debite proporzioni e tutte le distinzioni di ordine e grado), così come dall’informazione avvelenata di Murdoch & C. ci si salva meglio con l’aiuto di Carlo (Marx) e di Emanuele (Kant) che con le metafisiche delle identità. Secondo me.

  81. JohnZorn scrive:

    >Slavoj Zizek< Autore interessantissimo. JZ

  82. utente anonimo scrive:

    Questa volta ho dimenticato (#80)io la firma, sorry.

    Val

  83. kelebek scrive:

    Per Val n. 80-82

    Il problema è che un’uscita intelligente dalla situazione attuale richiede distacco dai luoghi comuni, rotture di amicizie e legami, un numero sufficientemente vario di esperienze per cogliere l’esistenza di diverse possibilità, l’umiltà di non fissarsi sui propri errori passati, la cultura per cogliere alternative, una certa indipendenza personale ed economica.

    Si tratta quindi non di una possibilità sociale, ma di una possibilità individuale, e nemmeno frequente.

    “Sarebbe meglio”, ma a un livello, temo, del tutto astratto.

    Miguel Martinez

  84. utente anonimo scrive:

    Gia’…”distacco dai luoghi comuni, rotture di amicizie e legami”…

    Purtroppo e a volte ci piace troppo essere parte del gruppo, o di un “qualcosa qualsiasi”, perche’ essere diversi da soli fa troppa paura e guardarsi dentro anche, meglio farci rappresentare da qualcuno, da un gruppo che essere noi stessi.

    E poi piano piano non ci si puo’ piu’ staccare da quel gruppo, se non con molto coraggio, anche se non se ne condividono piu’ le idee…tu fai un favore a me, io ne faccio a te, tu ne devi uno a me, io ne devo uno a te e cosi’ via.

    Comunque diventa sempre piu’ difficile essere coerenti con se stessi e le proprie idee.

    E anche essere coerentemente contro qualcuno e le sue idee.

    Ricordo l’ultimo libro di Tiziano Terzani (n.b. l’ antitesi della Fallaci, per chi non lo conoscesse), quello scritto in fin di vita dopo che gli era stato diagnosticato un cancro.

    Ha cercato di curarlo attraverso l’anima prima di tutto, ha cercato di rifiutare l’idea di ricorrere alla medicina occidentale ufficiale, lui che da sempre era stato molto critico dell’Occidente e negli ultimi tempi dell’America in particolare, si e’ poi ritrovato suo malgrado in un centro specializzato e rinomato americano, come ultimo tentativo per curarsi, e ne rimase sorpreso e amareggiato, lui stesso. In lotta con se stesso nel dover ricorrere alle cure del progresso che lui aveva sempre rifiutato, con successo.

    E le cure alla fine purtroppo non ebbero alcun successo…

    Ciao

    Pat

  85. utente anonimo scrive:

    Per Miguel n. 83: hai perfettamente ragione.

    Mi sembra però che, di conseguenza, non restino che due possibilità alternative: che ci sia una via di uscita non intelligente o che non ci sia affatto una via di uscita. Il che, all’atto pratico, è lo stesso.

    Se così fosse, se cioè fossimo tutti socialmente condannati a rimanere nel vischio di determinate relazioni (materiali e simboliche), non significherebbe che l’islamofobia si combatte solo in forza di un legame con l’Islam o l’antisemitismo solo in forza di un legame con Israele?

    In parole molto povere: se ogni collettività è strutturalmente “invischiata” in certe forme culturali chiuse all’esterno, il rifiuto dell’altro è in qualche modo legittimo.

    [Parlo di cose con un risvolto pratico importante: si pensi al dibattito sul riconoscimento costituzionale delle radici cristiane dell’Europa, all’ ingresso o meno della Turchia nell’UE, alla possibile corsia preferenziale all’immigrazione non-islamica (ma anche, esempio ancor più specifico, all’integrazione delle chiusissime comunità cinesi in tante città europee e italiane)].

    Ad ogni modo, forse la risposta esatta l’hai già data tu: la soluzione è la è la fuoriuscita, individuale, dai “luoghi comuni”. In senso figurato e letterale. A cominciare dal luogo comune sociologico che la modernità sia fatalmente rottura dei legami e dilapidazionedel capitale sociale (luogo comune che permette al buon Ratzinger di criticare la modernità -atea, relativista, laicista, nichilista e via esagerando – rilanciando la religione come socialmente opportuna a prescindere dal discorso sulla sua verità. Ma questo è già un altro discorso).

    ciao,

    Val

  86. utente anonimo scrive:

    A cominciare dal luogo comune sociologico che la modernità sia fatalmente rottura dei legami e dilapidazionedel capitale sociale (luogo comune che permette al buon Ratzinger di criticare la modernità -atea, relativista, laicista, nichilista e via esagerando – rilanciando la religione come socialmente opportuna a prescindere dal discorso sulla sua verità. Ma questo è già un altro discorso).

    maria

    cosa significa OGGI modernità?

    E’ in atto una distruzione spaventosa del legame sociale , la forza sta soltanto in gruppi sociali intesi come roccaforte contro altre roccaforti, basti pensare che la questione fondamentale odierna è la questione delle tasse!

    Una volta miguel ha detto una cosa molto interessante, a mio parere, e cioè che il capitalismo globale ha bisogno di due cose per trionfare: la distruzione della memoria e della religione. Se la modernità è questa io la rifiuto, non ho alternative da avanzare ma intanto dico no!

  87. utente anonimo scrive:

    Maria, proviamo a ribaltare il ragionamento: perché la distruzione della memoria e delle religioni dovrebbe essere, di per sé, un fatto negativo?

    Suggerisco di riprendere il famoso passo di Marx sui fiori della religione che abelliscono le catene dello sfruttamento sociale…

    Potrebbe esserci utile a inquadrare un po’ meglio la questione.

  88. utente anonimo scrive:

    Direi che quel passo di marx dice già da solo che distruggere la religione non serve a niente, lasciando intatte catene, che non sono ovviamente i fiori di cui sono adornate. Iniziamo pure da marx, ma non letto come un volgare illuminista.p

  89. utente anonimo scrive:

    Questa non è male. Attendo suggerimenti per una lettura di Marx meno volgare e meno illuminista.

    Nel frattempo provo a spiegarmi meglio.

    E’ certamente vero che la globalizzazione è distruttrice del legame sociale, non fosse altro perché, in quanto globalizzazione economica (finanziaria, consumistica), pretende un mercato unico, immenso, standardizzato e omologato. Ma è l’equazione modernità=capitalismo globale=occidente che mi appare terribilmente approssimativa e, in ultima analisi, inutile.

    Ciò che mi urta non è tanto il postulato, più o meno esplicito, per cui moderna cultura occidentale=macchina produttrice di devastazione, quanto il postulato successivo, ossia che non sia possibile una critica dall’interno.

    Si torna così al punto di partenza. L’unica forma di resistenza socialmente praticabile sarebbe l’adesione a un’appartenenza identitaria. Allora, che dire, viva le ronde padane, il naziskin xenofobo, l’imam fondamentalista, l’Eta, Heider, Zhirinovsky, i gemelli Kaczynski e le bombe sul ponte di Mostar…

    Tra parentesi, tendiamo spesso a parlare di distruzione di legame sociale come se avessimo fatto esperienza di chissà che idillio sociale passato… ma a quando ci riferiamo, esattamente? Ai giocosi anni di piombo? All’armonioso periodo delle corporazioni fasciste?

    Abbiamo letto tutti Pasolini, e ci accorgiamo d’essere diventati tutti brutti cattivi consumisti e individualisti. Dispiace a tutti noi che i centri commerciali siano diventati luoghi di aggregazione quando invece noi da giovani ci trovavamo nelle notti d’inverno a vegliare nelle stalle, mentre le nostre madri filavano la lana, le nonne recitavano il rosario e i vecchi tramandavano le antiche storia del paese…

    C’est la vie…

    🙂

    Val

  90. utente anonimo scrive:

    Quante opinioni mi dai, che non ho detto. Io ho detto solo due cose:

    che marx non è illuminista; tu pensa pure altro.

    Che, meno negabile, da quella frase risulta evidente l’inutilità di distruggere la religione; il che non scalfisce minimamente quelle che marx definisce catene.

    Sul consumismo, che è solo la superficie, questa non è una società del consumo, ma della produzione; una società del consumo sarebbe una società di tipo comunista. E prendila come vuoi quest’affermazione per me così evidente.p

  91. utente anonimo scrive:

    In effetti, a parte le prime due righe, la risposta era all’intervento di Maria.

    Del tuo, mi ha fatto sorridere il “volgare illuminista”.

    Quanto ai fiori, se vogliamo stare a Marx (che peraltro nemmeno io ho definito illuminista) distruggere le religioni è inutile, ma solo rispetto alla necessita di sciogliere altre catene. Tolte le catene, dovrebbe svanire anche la necessità degli ornamenti floreali o, se vogliamo, degli oppiacei.

    Quanto alla società della (sovra)produzione piuttosto che del consumo, hai ragione, sono sostanzialmente d’accordo con te.

    Non cambia però di molto la questione di fondo: senza le messe in latino o le cinque preghiere quotidiane siamo per forza atomi allo sbando in balia del dio denaro?

    In molte considerazioni di Miguel scorgo lo stesso atteggiamento che criticavo in Ratzinger [non se l’accostamento sia troppo azzardato :-)]: una concezione della religone definita dai suoi effetti sociali. Non che sia un aspetto marginale, per carità: probabilmente è vero che “senza dio tutto è permesso”, che le religioni controllano la violenza piuttosto che fomentarla, che i religiosi praticanti sono mediamente cittadini migliori eccetera. Quindi Dio è necessario, anche se non esiste (o anche se ogni tanto entra in conflitto con qualche altro Dio).

    Ma che fine la ricerca della verità?

    Non rischiamo di diventare dei piccoli De Maistre o, peggio, dei Giuliani Ferrara? 🙂

  92. utente anonimo scrive:

    Io non vado a messa e non andrò neanche a quelle di rito latino. Comunque se un cattolico mi dice che sono un “evildoer” e che finirò all’inferno, non considero questo “terrorismo”, ma semplice applicazione della sua dottrina. Tanto per rimanere in tema col post. Mi sembra peraltro logico che il papa possa dal lato della sua visione cattolica del mondo ristabilire universalmente una pratica liturgica che considera importante. Che non è che fosse abbandonata del tutto, solo necessitava d’un’autorizzazione speciale che è stata soppressa. Ognuno reagisce come può allo stato di cose. Chi le accetta e si trova bene, chi parzialmente le contrasta coi mezzi che ritiene più idonei. Non posso suggerire io ai cattolici quali siano questi mezzi per loro. La mia parte semmai sarà di cercare di comprendere dal mio punto di vista perché alcune cose succedono. La ricerca della verità non può essere disgiunta da un comportamento consono alla verità che si cerca e che si è (parzialmente) trovata. Una società cristiana dove tutti fossero grandi teologi e ciascuno si comportasse come meglio gli garba, per scopi che con quella verità non hanno nulla a che fare, non sarebbe una società cristiana. È la differenza, se vuoi, tra il teologo ratzinger e il “teologo” ferrara.p

  93. utente anonimo scrive:

    Devo essermi espresso male. La messa in latino era un modo di dire: le fratture post-conciliari all’interno della Chiesa mi appassionano poco o punto.

    Per me il discorso si sviluppa su due livelli: il primo riguarda quella che io chiamerei il dilemma del bambino e dell’acqua sporca. La resistenza al capitalismo di Murdoch e di Blair (due nomi quasi a caso) comporta obbligatoriamente forme di “intolleranza” e di chiusura identitaria? Faccio notare che la massa del “cattolico medio”, open-minded, moderato e politicamente corretto, non rappresenta che un misero argine contro il dilagare dell’imperativo produttivo/consumistico. La vera resistenza, magari inconsapevole, viene da forme di aggregazione tendenzialmente estreme, integraliste, marginali.

    Ripeto: siamo condannati a una sorta di massimalismo culturale per cui è tutto un aut aut? Se rifiuto il dio di Ratzinger o di Al Zawahiri, siono per forza condannato ad essere schiavo del dio denaro o a diventare un rimbabito televisivo? Se rifiuto Paris Hilton, Charles Merril e Paul Wolfowitz (tre nomi quasi a caso) devo per forza smettere di essere ateo?

    Il secondo livello, ovviamente legato al primo, riguarda la verità della religione ovvero l’esitenza o meno di dio. In questo senso parlo di verità: dal mio parzialissimo punto di vista, l’evidenza dell’inesistenza di dio è tale da sorpassare persino l’evidenza dell’utilità sociale della fede in dio. Il mio piccolo cervellino si sforza sempre di far accettare a quel poco di razionalità di cui è in possesso che una cosa inesistente sia talmente importante per gli uomini. E che addirittura usurpi il nome della verità, quando la verità è proprio che dio non esiste! Si sforza, ma non ci riesce. E’ un mio limite, non ho dubbi, ma non so che farci.

    Val

  94. kelebek scrive:

    Per Val n. 93

    E tu come rispondi, socialmente e non solo individualmente, alla tua stessa domanda?

    Miguel Martinez

  95. utente anonimo scrive:

    La tua volontà è già una risposta al primo quesito. Ti dirò di più: non c’è affatto bisogno di rifiutare in blocco il costume occidentale (l’uomo è peccatore, direbbe il saggio cattolicesimo) per opporsi al suo imperativo. A me paris non dispiace, è solo un esempio di tante altre cose, e la guardo con molta indulgenza. Ma la marginalità, il settarismo, per me è necessario in questo momento. Non si può non essere pochi se si negano i miti fondanti di questa società, inutile illudersi. Non è questione d’identità per me, che rifiuto questo concetto, ma di condizione in cui si opera.

    Su dio, grandi menti affermano la sua esistenza, grandi la negano. “Filosoficamente” non se ne esce fuori. Per me la cosa dev’essere rovesciata. È un’intuizione generale della vita che poi ci attira a pensieri e teorie che affermano o negano dio, non una presunta dimostrazione puntuale quasi fosse un singolo teorema o legge matematica. Tutti sappiamo fare 1+1 e capire il concetto di “addizione numerica”, ma chi sa definire davvero il concetto di “numero”? Sommi matematici e filosofi si sono divisi sulla sua definizione. Anche qui più si semplifica e più si sprofonda in questioni così generali da essere fuori dall’orizzonte dall’intelletto calcolatore e razionale.p

  96. utente anonimo scrive:

    p, che commenti favolosi : nella nebulosa arriva la luce della mente luminosa.

    Aurora.

  97. utente anonimo scrive:

    Guarda, come Aurora ha intuito e io stesso ho confessato, a certe altezze siderali il mio povero pensiero non riesce ad innalzarsi: mi perdonerai quindi se ti seguo solo sino a un certo punto. E mi perdonerai perciò anche questa banale considerazione: che saggi e filosofi non si sono mai scannati sulla definizione di numero, che le dispute sul concetto di infinito matematico non hanno causato scismi e guerre dei tren’anni.

    Del resto, so bene che “filosoficamente” non se ne esce e non mi sogno minimamente di cacciarmi nel ginepraio di una discussione teologica; ne uscirei, tra l’altro, piuttosto malconcio. Ciò che dicevo sull’inesistenza di dio rifletteva più che altro un mio personale disagio intellettuale, se così posso chiamarlo.

    Quanto alla soluzione sociale del dilemma, francamente non lo so. Mettiamola così: se, per stare al mondo senza fare troppo danno, la maggioranza della gente ha bisogno di istituzioni religiose e dell’idea di un’entità soprannaturale, benvengano l’una e l’altra. Certo, sarei curioso di capire se il dilemma è reale e se effettivamente si pone in questi termini. Non sono un fan dell’individualismo metodologico però spero che, data una soluzione individuale, questa sia sempre trasformabile, almeno potenzialmente, in una soluzione sociale. Io non ho ricette: immagino che tra gli ingredienti cia sia senz’altro molta indulgenza, condita da una notevole dosa di (auto)ironia e di sano relativismo…

    Insomma, qualcosa del genere: http://www.youtube.com/watch?v=XnG_VjVoDAc 🙂

    Val

  98. utente anonimo scrive:

    E comunque: è ovvio che “non si può non essere pochi se si negano i miti fondanti di questa società, inutile illudersi”. Però non negherai che, nella maggior parte dei casi, questo settarismo che tu dici necessario (e io tendo ad essere d’accordo) diventa in tutto e per tutto una questione d’identità. Allora si potrebbe metterla così: non è possibile un settarismo laico, razionale, intellettualmente onesto, e rigoroso ma che sia al tempo stesso sorridente e rilassato? Io dico di sì.

    Per esempio, tutto il filone di studi sulla decrescita è promettente e interessantissimo. (Ciò mi suggerisce però che per negare i miti fondanti di questa società sia più utile studiare demografia e antropolgia economica che Heidegger e Severino…).

    Val

  99. utente anonimo scrive:

    Le religioni sono state e sono fondamento anche di società. Sono queste che si fanno la guerra. Magari i matematici non la dichiarano, ma quanti di loro hanno messo le loro competenze al servizio d’essa? La scienza non ne è affatto immune, quando non si parla delle sue nozioni astratte, ma dei gruppi di scienziati. Tecnicamente anzi, molto più delle religioni, visto che fornisce i mezzi con cui si combatte, che non ci si lancia libri sacri tra i combattenti di diverse religioni o ideologie.

    Hai pienamente ragione a sottolineare il rischio identitario nel settarismo, tanto più grave quanto più sono piccoli i gruppi. Esserne consapevoli e cercare d’evitarlo è l’unica difesa del gruppo. Per il singolo, se si accorge che quella è la deriva, andarsene. Non è molto, ma non ci sono ricette d’applicare. Pienamente d’accordo che sotto di ciò che la grancassa mediatica ripete, stanno sorgendo studi e teorie molto interessanti che cercano di vedere un mondo organizzato diversamente da questo. E questo, cosa ancora più interessante, tra persone che politicamente hanno idee diversissime tra loro, e che appartengono a diversissimi ambiti della conoscenza umana. Qualcosa bolle in pentola. Rilassarsi ed essere autoironici significa per me, in ambito politico, non dare molta importanza al lavoro che si svolge (non muoviamo il mondo, come tutti, ne siamo mossi) e cercare prima di capire invece di buttarsi nell’azione. Molto bella la canzone di brassens.p

  100. BarbaraLattanzi scrive:

    Mi sembra che tutti questi discorsi profondissimi partano da un unico presupposto sbagliato. L’associazione religione-guerra.

    E se provassimo a cambiare il presupposto?

  101. utente anonimo scrive:

    Per Barbara (e per p.): in verità, come dicevo in un post precedente, sono convinto che le religioni controllino e limitino la violenza piuttosto che fomentarla. (Senza trarne conclusioni troppo azzardate, non posso far finta di non sapere che il secolo meno religioso di sempre è stato il secolo dei genocidi e delle bombe atomiche.)

    Il nesso guerra-religione, dunque, per me non esiste o rappresenta tutt’al più la superficie, o il detonatore, di ben altre dinamiche.

    L’accenno alla guerra dei trent’anni era contingente e funzionale a contestare un paragone che secondo me non regge (che la scienza abbia grandi colpe sulla coscienza è indubbio, ma la competizione tra teorie scientifiche alternative non ha mai causato spargimenti di sangue come la competizione tra verità religiose alternative).

    Di fatto, l’unica cosa che rimprovero alla religione è di essere basata sul nulla, su una proiezione mentale, su un illusione collettiva: in sostanza, di essere un imbroglio.

    Per il resto, condivido al 101% ciò che dice p.

    Val

  102. utente anonimo scrive:

    L’associazione tra guerra e religione esiste, barbara. Ma non è l’unica. È solo più evidente di altre perché la propaganda lo sfrutta maggiormente. Vedi nell’occidente il caso un po’ paradossale degli atei devoti. Ma la guerra è collegata a tutte le componenti che formano una società che la conduce.p

  103. BarbaraLattanzi scrive:

    Val sostiene che sia basata sul nulla. quindi sarebbe questo nulla a determinare il destino dell’umanità?

  104. utente anonimo scrive:

    Associazione, per spiegarmi meglio, non vuol dire causa/effetto. Ma che una società in guerra mette in campo tutte le sue forze materiali e culturali, o spirituali, se si preferisce, nell’impresa. Una società dove la religione è più forte, sarà questa la principale forza culturale da usare; in altre società si useranno preferibilmente altre forze: per restare nel novecento, si possono indicare la libertà o la rivoluzione.p

  105. utente anonimo scrive:

    A determinare il destino dell’umanità possono essere tante cose. Un certo sovraffollamento del pianeta, per esempio. Oppure qualche broglio elettorale in Florida.

    Val

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