Per dimostrare che Mostafa el Korchi è un pericoloso terrorista, c’è anche il fatto che avrebbe compiuto ciò che gli inquirenti definiscono un esorcismo.
Nel caso particolare, su un immigrato marocchino che picchiava la moglie.
Avete capito bene: l’imam è terrorista, anche perché avrebbe usato un sistema un po’ particolare per salvare un’immigrata dalle botte del marito.
Non si capisce bene cosa c’entri l’esorcismo con l’unico capo di imputazione, l’Art. 270-quinquies – Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, – a meno che non rischi di paralizzare eventuali armi paranormali adoperate dagli occupanti dell’Iraq o dell’Afghanistan.
Casomai, l’esorcismo islamico somiglia a una pratica cattolica ed evangelica, tanto diffusa, quanto poco pubblicizzata.
La differenza si trova nel diverso valore che gli si dà: mentre il cristianesimo attribuisce la possessione a un irriducibile avversario di Dio, l’Islam la attribuisce a esseri del mondo intermedio, creature di Dio quanto noi, nate da una fiamma senza fumo.
Il mondo intermedio, con i suoi jinn, è un elemento dell’Islam (solo Avicenna ne avrebbe negato la reale esistenza), quanto la credenza negli angeli del cristianesimo; ma è un fatto che è soprattutto nel Nord Africa, che la credenza assume una dimensione sociale rilevante.
Tahir Shah, autore angloindiano, si è recentemente trasferito a Casablanca, e ha approfittato del suo cambio di residenza per scrivere un simpaticissimo libro, The Caliph’s House (Bantam Books, 2007), dove racconta cosa voglia dire acquistare una grande casa, abitata non solo da una numerosa servitù, ma anche da una ancora più numerosa popolazione di eccentrici e scorbutici jinn. Memorabile poi la figura dell’abile e poliglotta assistente Zohra – fidanzata via Internet con un connazionale residente a New Jersey – e della sua consigliera Amina, una jinnessa alta trenta metri.
Al di là del tono affettuosamente paternalistico del testo, Tahir Shah descrive un mondo che è familiare anche a chi, come me, viene dal Messico; dove i santi e gli innumerevoli abitanti del mondo intermedio sono assai più presenti e vivi degli assistenti sociali.
Nella tremenda solitudine di una vita scaraventata per fame su queste sponde in cui lo spirito è morto, i jinn ti entrano nel sangue, e tu scagli la tua paura addosso a quella povera donna dagli occhi neri che Dio ti ha dato in sposa.
E allora, che il Suono li rimandi sotto i cavalcavia, o a fuggire in cielo su uno dei fasci di luce con cui le discoteche nascondono le stelle:
1. Di’: «Mi rifugio nel Signore degli uomini,
2. Re degli uomini,
3. Dio degli uomini,
4. contro il male del sussurratore furtivo,
5. che soffia il male nei cuori degli uomini,
6. che [venga] dai dèmoni o dagli uomini».
Presenze “non-visivamente-presenti” riempiono la vita di molti. Io tendo ad optare per una sana follia che rende il presente vivibile, più della quieta disperazione che nasce dall’aspettare l’aiuto dei “vivi”.
Ciao e buon giorno 🙂
grazie per la segnalazione bibliografica che sembra interessante.
tra santi vari e munacielli, il mondo intermedio di napoli si inserisce perfettamente in questo panorama messican-nordafricano
roberto
Per roberto n. 2
Non conosco il mondo intermedio napoletano, ma Giuseppe Pitrè ha documentato in tutta la sua complessità quello siciliano, nella “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”, volumi XIV-XVII.
Miguel Martinez
Piano co’ Napoli! 🙂
Che mica solo lì!
Mio bisnonno materno lo chiamavano a dormire nei luoghi infestati dai folletti (mio bisnonno materno era campano, tra l’altro, però viveva in Emilia, alla faccia dei leghisti) perchè quando c’era lui e il suo amuleto proveniente non so da quale santuario, i folletti scappavano.
Era sposato con mia bisnonna, adottata da bambina, scurissima, e “cattolicissima”: credeva in fatti che le Madonne fossero tre, sorelle tra di loro, e ad ognuna attribuiva un santuario.
E chi scrive in persona ha visto, da bambino, una vecchietta cui tutto il paesino tribuiva il titolo di strega, ma non per offenderla, proprio perché
si diceva che lo fosse.
Senza contare le innumerevoli storie del parente di questo o quell’altro (le storie erano sempre ad personam) punito da un santo o dall’altro offeso con lui: storie raccontate devotamente dai più grossi bestemmiatori che ci siano al mondo, per altro.
Oppure quei quattro cinque di Pellegrino Parmense (si sanno ancora i nomi, in paese) che a fine ottocento o pirmi Novecento, non ricordo, andarono alla ricerca di una leggendaria scrofa d’oro con maialini, finché il Diavolo in persona non li fece desistere apparendo sotto forma di cacciatore alla ricerca del suo cane.
Giuro.
Paolo
O’ munaciello lo conosco annch’io, Roberto:
poiché sono convinto che esista (come anche la Bella ‘Mbriana) suggerisco che possa trattarsi del Genius Cucullatus.
Ciao!!
Paolo
Molto demartiniana la fine. Davvero bello, Miguel
Barbara
E’ proprio vero, il mondo intermedio e’ presente nella vita di tanti molto piu’ degli umani aiuti…nella musulmana Asia Centrale la vita della popolazione locale e’ immersa in questi mondi che intrecciano shamanismo, zoroastrismo e infine Islam. I jinn sono riconosciuti ma insieme a loro tante altre creature del passato pre-Islamico. La figura di esorcista piu’ eclettico e’ quella dei Bakhshi, “stregoni” che vivono soprattutto presso le tombe dei santi e che mormorano versetti del Corano pur senza saperne il significato e procedono poi con pratiche shamaniche e l’uso “zoroastriano” del fuoco per ‘esorcizzare’ i loro quotidiani clienti. Un pellegrinaggio alla tomba-che a volte mica ospita per forza un santo, puo’ anche essere un albero sacro o una sorgente-e’ la cura per tutti i mali o anche per la realizzazione dei propri desideri. Si trovano in abbondanza soprattutto luoghi per le donne che desiderano avere figli e che per ottenerli vanno presso l’albero sacro (dove ad es. se vogliono un maschio infilano un coltello nella corteccia, un ago invece per la femmina) o presso luoghi in cui si rotolano nella sabbia per ottenere gli stessi risultati.
Per non parlare della cultura tradizionale giapponese dove ancora si compiono gesti quotidiani per ingraziarsi o ringraziare il mondo e le “presenze” intermedie per le loro benevole influenze. Li’ ogni cosa, oggetto o elemento naturale ha una vita a se’ che va rispettata e tenuta in armonia con quella dell’uomo. Basta vedere le opere di Miyazaki, che saranno pure semplici cartoni animati ma che in realta’ quanto a spiriti e “presenze” ha ben poco di inventato ed attinge molto alla cultura tradizionale. In realta’ tutta la cerimoniosita’ attribuita ai giapponesi deriva proprio da questa cultura che non dimentica mai le “presenze intermedie” e le ringrazia per ogni piccola cosa della vita. Basta analizzare i loro sussurri quotidiani-alcune formule linguistiche di ringraziamento/buon appetito/auguri etc.- che si capisce subito come queste non siano rivolte agli uomini ma alle presenze intermedie.
Se l’imam ha contribuito a placare la rabbia dell’immigrato marocchino tramite il sistema a lui piu’ consono non ci vedo nessuna pratica terrorista, anzi…ma si sa, la nostra ignoranza non ha limiti…
Pat
In una scuola del Cortonese (AR), 20 anni fa, il prete passava una candela accesa lungo il collo degli allievi per proteggerli dal mal di gola il giorno della Candelora. Un altro faceva “ascoltare i morti” passando un nastro registrato alla rovescia.
Ho assistito a tre esorcismi in Grecia: due su donne malate, di cui uno in una chiesa (il pope, alla fine: “e mi raccomando, continua a prendere le medicine come ti ha detto il medico), l’altro in casa, con una strana poesia dove la Vergine si lamentava col Bambin Gesù che gli apostoli le avevano buttato il malocchio). Il terzo, compiuto dalla madre di una mia corrispondente che ero andata a trovare, mirava a togliere il malocchio a un grege di pecore e comprendeva l’aspersione di un batuffolo di lana di tutte le pecore con una mistura d’acqua e d’olio che era stato benedetto alla Pasqua precedente. Siccome rimaneva un po’ della mistura, la signora l’ha spruzzata sul marito, sui figli e – dopo aver chiesto il loro permesso – sugli altri presenti.
Miguel, io di ‘ste cose non ne so molto e nemmeno posso capire cosa dica quella voce, ma il “Suono” e’ cosi’ bello che continuo a riascoltarmelo. 🙂
uppe
È strano. Tutta la pubblicità sono esorcismi e incantesimi di vendita, e questi si stupiscono se esistono ancora? Mai prosperato di più. E non voglio dare affatto un significato negativo alla pubblicità, che potrei anche definire, un po’ di sbieco, “letteratura applicata”. Siamo così istupiditi, che non sappiamo cogliere i nessi tra cose e mondi diversi, ma non separati così assolutamente come la stupida specializzazione scientista tende a far credere.p
comunque non capisco come un esorcismo possa rappresentare una prova di appartenenza a gruppi terroristici. Allora che dire di padre Amorth?
comunque non preoccupatevi, tra poco dovrebbe andare meglio…
http://www.youtube.com/watch?v=fcWApfiNEgk
…sto danzando un ritmo di preistoria-futura, perla di un unico mare …ciao! wadhuda
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
@ Barbara Lattanzi, re #12
Tra i video affini elencati accanto a quello che segnali, ho trovato The Jane Story (a Real Exorcism), secondo la descrizione una registrazione di un esorcismo avvenuto in America, presentata alla Tulane University. L’esorcista (cristiano ortodosso) è così allucinante di violenza e di volgarità che potrebbe essere una balla. Ma è online da novembre e quindi se fosse una balla l’università ne avrebbe probabilmente già chiesto la rimozione. 6 parti. Ancora più allucinanti: i commenti a favore dell’esorcismo.
nella natura tutto é esorcismo, ogni attimo che noi viviamo é esorcismo, ogni soffio di vento ogni fiore é qui per mantenere un equilibrio cosmico sulla bilancia delle rotazioni celesti. I vulcani, i terremoti, gli tsunami, la pioggia, la neve, sono esorcismi alla ricerca della ‘perduta’ verità. Ogni bambino che nasce é un esorcismo perché ci riporta ancora ed ancora il messaggio dell’amore. Danzare, ripetere parole magiche come ci ha insegnato Gesù, o bismillah come ha proseguito Mohammed é il gesto supremo per sintonizzarci con la creazione e cominciare a decifrare i misteri che ci circondano; cercare gli angeli della nostra eternità…i popoli primitivi non la smettevano mai di danzare! perché???? ciao. wadhuda..ops!
nella natura tutto é esorcismo,
maria
ma cosa si esorcizza? per me la sparizione, tutto serve a questo, lo chiami ricerca della verità perduta, o amore di qualche dio?
Va bene lo stesso ma il senso non cambia…
vado al mare, buone vacanze a tutt* e a presto.
maria
Buone vacanze, Maria
Buone vacanze anche da parte mia, Maria!
Miguel Martinez
…i popoli primitivi non la smettevano mai di danzare! perché???? ciao. wadhuda..ops!
La danza, soprattutto quella circolare, attorno a se stessi e attorno ad un centro rispecchia il movimento della terra attorno a se stessa e quello attorno al sole. E’ il movimento dell’universo e la sua forza primordiale a cui danzando ci uniamo. Ecco che la verita’ perduta e’ semplicemente il senso dell’esistenza che ci unisce al destino della natura e dell’universo.
Si danza anche per trovare l’asse immobile attorno a cui il movimento e i mutamenti si sviluppano.
Il tao simboleggiato dal cerchio in cui lo yin e lo yang si avvicendano non e’ altro che questo movimento.
Anche la swastica buddhista e’ in movimento circolare.
Noi ci troviamo all’interno di questo movimento in un qualsiasi punto del cerchio e siamo trascinati dai mutamenti. Trovando l’asse, il centro attorno al quale tutto ruota, possiamo distaccarci dai mutamenti necessari e contingenti ed averne una visione globale, traendo forza da essa e il senso del nostro destino.
Questa secondo me e’ la funzione della danza.
Ciao,
Pat
quando guardiamo l’Uno, allora lì è per noi “il termine ed il riposo”, e non cantiamo più senza accordo, noi che danziamo realmente intorno all’Uno una danza in cui siamo posseduti dal dio.
In questa danza l’anima vede la fonte della vita, la fonte dell’Intelletto, il principio dell’essere, la causa del bene, la radice dell’anima….
– la danza delle anime intorno a Dio è cordialmente offerta da Plotino, Enn. VI 9 (9), 8-9.
…si, le conchiglie sulla spiaggia sono tatuate con la spirale della circolarità e stanno sognando quella magica danza che L’Unico ha impresso nella loro essenza d’amore. In effetti le conchiglie danzano ininterrottamente un sospiro d’amore, come il mulino a preghire della donna tibetana che non smette mai di ruotare, come la danza dei dervisci che é l’âme de l’âme de l’âme du tounoiement! (per disintegrare tutto cio che non é Lui). ciao! wadhuda
O come, o come! You are the soul of the soul of the soul of whirling!
O come! You are the cypress tall
in the blooming garden of whirling!
O come! For there has never been and will never be one like you!
O come! Such one has never seen the longing eye of whirling!
O come! The fountain of the sun
is hidden under your shadow!
You own a thousand Venus stars
in the circlying heavens of whirling!
The whirling sings your praise and thanks with a hundred eloquent tongues:
I’ll try to say just one, two points translating the language of whirling.
For when you enter in the dance you then leave both these worlds.
For outside these two worlds there lies the universe, endless, of whirling.
The roof is high, the lofty roof which is in the seventh sphere,
but far beyond this roof has reached the ladder, the ladder of whirling!
Whatever there appears but He,
you tread on that in dancing:
The whirling, see, belongs to you
and you belong to the whirling.
What can I do when Love appears
and puts its claw round my neck?
I grasp it, take it to my breast
and drag it into the whirling.
And when the bosom of the motes
is filled with the glow of the sun:
They enter all the dance, the dance
and do not complain in the whirling!
by Rumi
(purtroppo ce l’ho solo in inglese-wadhuda lo cita in francese-
speriamo che il senso sia leggibile per tutti!)
P.S. Anche l’elettrone di un atomo danza attorno al suo nucleo, come aveva gia’ notato Rumi, prima che le scienze esatte ce lo dicessero con esattezza:)
Buon risveglio a tutte le creature danzanti…
Pat
P.P.S. del 22
non sapevo della danza anche nel Plotino-pensiero, interessante, e’ sempre una bella sorpresa notare com’ e’ piccolo il mondo:)
Pat
Sempre in Plotino, la rotazione dei pianeti intorno al sole rappresenta una danza mistica, essendo il sole una rappresentazionevisibile di Dio. ruotano anche intorno al proprio asse perché il centro rappresenta di nuovo la realtà ontologicamente
sovraordinata (adorazione del divino). in Giamblico poi ciò darà luogo a tutta una serie di speculazioni sulle proiezioni dell’Uno ineffabile nel mondo celeste, con conseguenze di carattere religioso astrale.
Giordano Bruno fu un attento lettore di Plotino. le sue conclusioni sono tratte non da osservazioni empiriche o conti matematici, ma da considerazioni filosofiche e mistiche.
# 22
Bello!!!
VESTITA DI BIANCO
Ieri sera sul tardi / han suonato alla porta
ho aperto era notte / una figura mi ha detto
ciao sono la morte.
Non so perché / non mi sono sorpreso
è entrata parlando / e ho detto
ti stavo aspettando
Si è seduta di fronte / poi dopo un istante
mi ha detto è un vero peccato / sei bello sei forte
però sei tanto sudato.
Le ho detto ti chiedo / un solo favore
quando verrà / l’ora ti prego
non fare rumore
io non ho paura / ma gli altri
non devono sentire.
Poi le ho detto / lasciami il tempo
soltanto il tempo / di farmi
scordare
dirò soltanto / che devo partire
che me ne voglio andare.
Poi non so spiegarlo / ma è come se adesso
trovassi la mia / liberazione
è come staccarsi / da un mondo che non
ti ha mai / voluto bene.
L’indifferenza / la gente che non ha
più niente / da dire
Adesso io posso / adesso io voglio
per l’ultima volta / respirare.
Quello che sento / non riesco a spiegarlo
e tu sei / vestita di bianco
t’immaginavo / diversa e cattiva
pensare che sembri / una cosa viva.
Voglio guardare / per l’ultima volta
gli alberi i fiori / lo sai è primavera
e adesso la sera / arriva più tardi
e i giorni già sono / più caldi.
Adesso se vuoi / possiamo anche andare
ho fatto le cose /che avevo da fare
ho detto le cose / che avevo da dire
adesso io posso / adesso io voglio
venire.
ALLA MORTE
Morire sì,
non essere aggrediti dalla morte.
Morire persuasi
che un siffatto viaggio sia il migliore.
E in quell’ultimo istante essere allegri
come quando si contano i minuti
dell’orologio della stazione
e ognuno vale un secolo.
Poi che la morte è la sposa fedele
che subentra all’amante traditrice,
non vogliamo riceverla da intrusa,
né fuggire con lei.
Troppo volte partimmo
senza commiato!
Sul punto di varcare
in un attimo il tempo,
quando pur la memoria
di noi s’involerà,
lasciaci, o Morte, dire al mondo addio,
concedici ancora un indugio.
L’immane passo non sia
precipitoso.
Al pensier della morte repentina
il sangue mi si gela.
Morte non mi ghermire
ma da lontano annunciati
e da amica mi prendi
come l’estrema delle mie abitudini.
Due esorcismi letterari sulla morte. Che usano la stessa tecnica retorica. Amicarsi e familiarizzarsi con l’ospite spaventoso, sicché sarà facile alla fine seguirlo fiduciosamente. “Alla morte” è di vincenzo cardarelli, poeta/prosatore del primo novecento; “Vestita di bianco” è di Michele pecora, un cantante/autore che ebbe qualche fama tra i settanta e gli ottanta. Questa sua bella canzone si può ascoltare all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=6WeYKvFNPVA
p
p,
perché parli di morte ? E proprio in questo post?
Devo ancora incontrare chi muore sereno, con l’espressione in viso di chi viene accolto da una bellissima donna ( il Gattopardo) o da una angelica figura di bianco vestita.
Tu mi commuovi, e questo non mi garba, non voglio rattristarmi ancora o prima del tempo.
Il forte della canzone suda all’apparizione della “amica” morte . Io ho visto anziani che “trasudano” voglia di vivere, che si abbarbicano a una mano o che cercano di stringere la loro a pugno, quasi a volere lottare ancora, nell’ultimo istante, contro la morte.
” Barcollo ma non mollo”, dice la scritta sul mio accendino, tutto nero, che ho involontariamente sottratto iersera, imboscandolo nella mia borsetta con le sigarette.
Però anche io spero che non sia tanto male al di là e di essere pronta al momento giusto.
Aurora.
P.s. :se al mondo c’è chi ti vuole bene, non si può andare via così, non esiste un tempo per farsi scordare.
Non è tanto sulla morte, aurora, il commento, ma sull’uso degli esorcismi. Per questo il post giusto è questo. L’“occidente”, a saperli riconoscere, non è meno pieno di esorcismi di civiltà più “arretrate”. In questi giorni m’è capitato di riascoltare questa canzone dopo più di vent’anni che non sentivo (ne avevo un vaghissimo ricordo), e mi sono sorpreso a pensare che quel testo in maniere più semplice e immediata, un po’ ingenua anche, toccava alcuni temi presenti anche nella densa poesia di cardarelli. Soprattutto ambo i testi sembrano avere la stessa funzione di rendersi familiare e usuale un momento e una situazione eccezionale e paurosa. È proprio questa paura che si vuole esorcizzare il tema principale di questi due testi letterari.p
Sì, p, ho capito ora che volevi puntare più sull’esorcismo che sulla morte , anche se secondo me l’esorcismo dovrebbe servire ad allontanare il male, non a farselo amico o renderselo familiare.
Aurora.
Qui aurora una poesia di giovanni giudici affatto contraria. In una sorta di sogno immagina una società così regolata che persino la morte è diventato banale “adempimento burocratico”. Il poeta si rifiuta, ribadendo l’eccezionalità dell’evento.
DESCRIZIONE DELLA MIA MORTE
Poiché era ormai una questione di ore
Ed era nuova legge che la morte non desse ingombro,
Era arrivato l’avviso di presentarmi
Al luogo direttamente dove mi avrebbero interrato.
L’avvenimento era importante ma non grave.
Così che fu mia moglie a dirmi lei stessa: preparati.
Ero il bambino che si accompagna dal dentista
E che si esorta: sii uomo, non è niente.
Perciò conforme al modello mi apparecchiai virilmente,
Con un vestito decente, lo sguardo atteggiato e sereno,
Appena un po’ deglutendo nel domandare: c’è altro?
Ero io come sono ma un po’ più grigio e un po’ più alto.
Andammo a piedi sul posto che non era
Quello che normalmente penso che dovrà essere,
Ma nel paese vicino al mio paese
Su due terrazze di costa guardanti a ponente.
C’era un bel sole non caldo, poca gente,
L’ufficio di una signora che sembrava già aspettarmi.
Ci fece accomodare, sorrise un po’ burocratica,
Disse: prego di là – dove la cassa era pronta;
Deposta a terra su un fianco, di sontuosissimo legno,
E nel suo vano in penombra io misurai la mia altezza.
Pensai per un legno così chi mai l’avrebbe pagato,
Forse in segno di stima la mia Città o lo Stato.
Di quel legno rossiccio era anche l’apparecchio
Da incorporarsi alla cassa che avrebbe dovuto finirmi.
Sarà meno d’un attimo – mi assicurò la signora.
Mia moglie stava attenta come chi fa un acquisto.
Era una specie di garrota o altro patibolo.
Mi avrebbe rotto il collo sul crac della chiusura.
Sapevo che ero obbligato a non avere paura.
E allora dopo il prezzo trovai la scusa dei capelli
Domandando se mi avrebbero rasato
Come uno che vidi operare inutilmente.
La donna scosse la testa: non sarà niente,
Non è un problema, non faccia il bambino.
Forse perché piangevo. Ma a quel punto dissi: basta,
Paghi chi deve, io chiedo scusa del disturbo.
Uscii dal luogo e ridiscesi nella strada,
Che importa anche se era questione solo di ore.
C’era un bel sole, volevo vivere la mia morte.
Morire la mia vita non era naturale.
p
L’atmosfera è sicuramente quella dell’incubo : una sensazione di angosciante estraneità deve attanagliare il sognatore di fronte all’assurdità della morte come ” incombenza burocratica”, con una legge che gli impone di presentarsi diligente e puntuale all’ ufficio trapasso organizzato, dove è pronto il meccanismo omicida spezzanuca.
Per me non è immaginazione , ma proprio vissuto, anche se in sogno.
E’ il particolare astruso- tipico dei sogni- del paesello vicino a quello natìo , in cui da un lato c’è il richiamo alle radici, dall’altro la consapevolezza che qualcosa con il tempo è cambiato: il paese del sotterramento è più a occidente, è il tramonto della vita.
E’ irreale, onirica, anche la discreta indifferenza della moglie.
Alla fine diventa un bel sogno, perché nel salutare tutti (anche la moglie ) e andarsene, il poeta esprime il suo imperioso istinto di sopravvivenza e agisce secondo quello che si sente realmente, non per assecondare leggi o aspettative altrui.
Che sollievo svegliarsi senza bare in attesa di misure.
Per esorcizzarla pensiamo alla predica : …uomo giusto e pio, marito fedele, padre esemplare / capobastone locale/.
Aurora.
Be’, la vita continua. E poi da un padre così esemplare chissà che gioielli di figli maschi saranno venuti fuori. Buonanotte.p
Gioiello,
non mi ero reso conto, ma
” La morte , si sa,
tutto dissigilla..”
Aperti gli occhi,
ho visto nel tuo scrigno:
figlio mio,
quanto sei bello.
Aurora.
Che bella questa improvvisazione sul tema. Con un raffinato tocco di sereni. Mi dichiaro battuto, come sacripante a bradamante:
60
Ecco pel bosco un cavallier venire,
il cui sembiante è d’uom gagliardo e fiero:
candido come nieve è il suo vestire,
un bianco pennoncello ha per cimiero.
Re Sacripante, che non può patire
che quel con l’importuno suo sentiero
gli abbia interrotto il gran piacer ch’avea,
con vista il guarda disdegnosa e rea.
61
Come è più appresso, lo sfida a battaglia;
che crede ben fargli votar l’arcione.
Quel che di lui non stimo già che vaglia
un grano meno, e ne fa paragone,
l’orgogliose minacce a mezzo taglia,
sprona a un tempo, e la lancia in resta pone.
Sacripante ritorna con tempesta,
e corronsi a ferir testa per testa.
62
Non si vanno i leoni o i tori in salto
a dar di petto, ad accozzar sì crudi,
sì come i duo guerrieri al fiero assalto,
che parimente si passar li scudi.
Fe’ lo scontro tremar dal basso all’alto
l’erbose valli insino ai poggi ignudi;
e ben giovò che fur buoni e perfetti
gli osberghi sì, che lor salvaro i petti.
63
Già non fero i cavalli un correr torto,
anzi cozzaro a guisa di montoni:
quel del guerrier pagan morì di corto,
ch’era vivendo in numero de’ buoni:
quell’altro cadde ancor, ma fu risorto
tosto ch’al fianco si sentì gli sproni.
Quel del re saracin restò disteso
adosso al suo signor con tutto il peso.
64
L’incognito campion che restò ritto,
e vide l’altro col cavallo in terra,
stimando avere assai di quel conflitto,
non si curò di rinovar la guerra;
ma dove per la selva è il camin dritto,
correndo a tutta briglia si disserra;
e prima che di briga esca il pagano,
un miglio o poco meno è già lontano.
65
Qual istordito e stupido aratore,
poi ch’è passato il fulmine, si leva
di là dove l’altissimo fragore
appresso ai morti buoi steso l’aveva;
che mira senza fronde e senza onore
il pin che di lontan veder soleva:
tal si levò il pagano a piè rimaso,
Angelica presente al duro caso.
66
Sospira e geme, non perché l’annoi
che piede o braccio s’abbi rotto o mosso,
ma per vergogna sola, onde a’ dì suoi
né pria né dopo il viso ebbe sì rosso:
e più, ch’oltre il cader, sua donna poi
fu che gli tolse il gran peso d’adosso.
Muto restava, mi cred’io, se quella
non gli rendea la voce e la favella.
67
– Deh! (diss’ella) signor, non vi rincresca!
che del cader non è la colpa vostra,
ma del cavallo, a cui riposo ed esca
meglio si convenia che nuova giostra.
Né perciò quel guerrier sua gloria accresca
che d’esser stato il perditor dimostra:
così, per quel ch’io me ne sappia, stimo,
quando a lasciare il campo è stato primo. –
68
Mentre costei conforta il Saracino,
ecco col corno e con la tasca al fianco,
galoppando venir sopra un ronzino
un messagger che parea afflitto e stanco;
che come a Sacripante fu vicino,
gli domandò se con un scudo bianco
e con un bianco pennoncello in testa
vide un guerrier passar per la foresta.
69
Rispose Sacripante: – Come vedi,
m’ha qui abbattuto, e se ne parte or ora;
e perch’io sappia chi m’ha messo a piedi,
fa che per nome io lo conosca ancora. –
Ed egli a lui: – Di quel che tu mi chiedi
io ti satisfarò senza dimora:
tu dei saper che ti levò di sella
l’alto valor d’una gentil donzella.
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Ella è gagliarda ed è più bella molto;
né il suo famoso nome anco t’ascondo:
fu Bradamante quella che t’ha tolto
quanto onor mai tu guadagnasti al mondo. –
Poi ch’ebbe così detto, a freno sciolto
il Saracin lasciò poco giocondo,
che non sa che si dica o che si faccia,
tutto avvampato di vergogna in faccia.
p
p, forse sei un poco saracino, ma
non ci penso proprio a com-battere chi mi rifornisce di materia prima.
Aurora.
Una poesia d’un poeta particolarissimo, sandro sinigaglia. Un testamento (la conosci “il testamento” di de andré?) in attesa d’una morte quasi desiderata: “poca è la strizza dell’Orco”. Tra fastidio, disgusto della vita e la ben più terribile debolezza, fiacchezza, rassegnazione di vivere.
ANACREONTICA
Miei pugillari… di nefa vivo
d’euèg di splin o pur già sotto
i soranti vanni dell’imbecillità
queto ed imbelle suddito son fatto?
Velocior quindi l’aspo ordunque prilla
tempi statuti da costituisti
di severi legati item di mete
affidabili ai venturi item di fiaccole
protese ai prossimi tedofori?
– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – -Brevi e concinni
miei pugillari saltem scrivete
che se Polimnia al mio labbro non soccorre
né ai baci miei ebbromordaci né ai duttili
simplemmi me più cimenta Cloe lungi
col piè cansando l’imicola lacinia
poca – non troppa – è la strizza dell’Orco
e tali sensi consacrate ai Mani.
Data la lingua del nostro, faccio un minimo di notazione “critica”, com’è nell’antologia da cui ho preso questo testo meraviglioso.
Pugillari: latinismo per appunti, taccuino.
Nefa, enuèg, splin: arcaismo, provenzalismo, anglismo per noia, tedio.
Soranti vanni: “ali mezze spiegate” di certe figure araldiche d’aquila.
Velocior prilla: fa girare più velocemente (metafora della vecchiaia)
Costituisti: bilancio finale, rendimento di conti.
Severi legati: ultime volontà, non è più tempo di scherzi.
Item: e inoltre, parimenti, rifacendo il verso a certo latino notarile.
Brevi e concinni: così vuole essere ogni poesia di sinigaglia, breve ed elaborata artisticamente.
Saltem: almeno; lo stesso effetto di item.
Polimnia: musa della poesia lirica.
Ebbromordaci: straordinaria invenzione di sinigaglia, che indica tutta la sua foga amorosa; in rima ribattuta con baci.
Cloe: Amante generica dal nome classico in linea con l’inquadramento di questa poesia atteggiata “classicamente”.
Simplemmi, abbracci: amplessi, ma l’imprestito è greco invece che latino.
Cimenta: sfida; l’amore fatto bene è un cimento, proprio come la poesia.
L’imicola lacinia: l’indumento più intimo e basso, la mutandine insomma, ma trasformate da questa incredibile espressione.
Strizza dell’Orco: espressione che unisce un termine del parlato famigliare alla classica espressione “orco” per indicare l’aldilà; l’antologia ricorda il verso di monti nell’iliade tradotta da lui: Molte anzitempo all’Orco/generose travolse alme d’eroi. Espressione che è straordinaria immagine del “classicismo distorto” di questo poeta.p
p,
si muore soli, si sa ( sono andata a vedermi il testo del testamento), ma quel ghiacciolo in villetta, tanto per cominciare, te lo sei gustato ( di che colore ?) . E anche io.
Sandro Sinigaglia, non l’avevo mai sentito nominare, ma alla fine del suo dire, mi sovviene un monito ( un sussurro furtivo ?) : non c’è tempo da perdere.
La sua voglia di vivere avrebbe ripreso quota a tutt’ali, credo, se solo avesse rincontrato
una Cleo , Brada-amante.
Aurora.
P.s: hai la capacità di condurmi da un ambiente ad un altro, senza che neppure me ne accorga.
Cloe, non Cleo.
Aurora.
Naturalmente ho mangiato molti ghiaccioli. Il mio preferito era quello azzurrino all’anice. Ma anche quel cockerino li gustava golosamente. Mio nonno seduto su una panchina fuori dal bar a bersi qualcosa, mentre ai suoi piedi il cagnolo sgranocchiava un ghiacciolo è un ricordo vivido che ho della mia adolescenza. Eravamo tutti molto attaccati a quel cocker che scherzosamente avevamo chiamato ari (diminutivo di aristotele, nientemeno).p
Allora Ari ha vissuto come un emiro, beato lui.
Quasi quasi dalle tue parti estive conviene avvicinarsi simulando un baubau o un cipcip : aria buona, cibo appropriato, liberi svolazzamento e/o circolazione in casa, eventuale svago al bar con consumazione, pigre e sane ronfate : insomma, le “cure” sono assicurate.
Aurora.
Per dirti chi era mio nonno. Mio padre e mia madre i primi tempi si frequentarono come poterono di nascosto, come succedeva, entrambi minorenni. Quando mia nonna venne a saperlo, lo fece presente a mio nonno in tono molto preoccupato che qualcuno andava dietro alla figlia. E mio nonno di rimando, ironicamente: “E chi è quel fesso?” Così sdrammatizzando tutto. Quanto alla “battuta”, mia madre era magrissima, e allora si preferivano ragazze più in carne.p
p, mi fa molto piacere il tuo rintocco.
Dunque è da tuo nonno che avresti preso la capacità di ” ridimensionare”, “sdrammatizzare”.
Però mi sa che è dipende anche da altre “radici”:
nell’ ironia bidirezionata ( la figlia e il futuro genero) di tuo nonno c’è infatti un sapore di aspro-pepatino che mi fa pensare all’insalata , di cui non ricordo il nome, un tipo di rucola, che abbonda dalle tue parti e di cui presumo vi siate ben nutriti.
Tuo padre, peraltro, a sentirsi dar del fesso per la scelta di una fanciulla magra, avrebbe potuto rispondere che ” La carne più buona ( migliore ) è quella vicino all’osso”.
Il mio cane , per altri aspetti molto selettivo , non è d’accordo : lui si sbafa tutta la carne con ingordigia, e si slurpa anche gli spaghetti purché siano conditi con tanto parmigiano. Altrimenti, se non c’è il formaggio, mi guarda come dire : cosa ho fatto oggi di male per meritarmi questo ? E non li tocca. Sono costretta a buttarli. E’ troppo tardi per mandarlo in collegio.
Aurora.
Dalle nostre parti si chiama ruca, senza diminutivo, e il nostro è “il paese della ruca”. Con i cicatelli (fatta pasta in casa), ma anche con la pasta corta normale tipo le penne, è favolosa.p