Alcuni giorni fa, ho messo in rete due post riguardanti la curiosa banda di persone che sta cercando di bloccare la costruzione della moschea a Colle Val d’Elsa, perché ritengono che i musulmani sarebbero potenziali "terroristi".
Il paradosso sta nel fatto che il piccolo gruppo di promotori, chiamato SOS Italia, ha avuto, tra i propri militanti e candidati alle elezioni locali, Luca Razza, il fondatore di un gruppo definito ufficialmente "terrorista" dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dal nostro ministero degli interni.
Non solo: il signore che firma il volantino contro la moschea, Roberto Severini, porta lo stesso nome e cognome di un signore, sempre attivo a Milano e militante in cause analoghe, che – secondo la Lega e i media, altri non sarebbe che Roberto Sandalo, uno dei più agguerriti "terroristi" di Prima Linea.
Io non credo, ovviamente, che i contestatori della moschea siano "terroristi di estrema sinistra". Luca Razza, da quel poco che so, mi fa anche una certa simpatia, e non c’entra niente, che io sappia con l’attacco alla moschea.
Tutti poi hanno il diritto di cambiare idea.
Ma persone le cui vite sono profondamente segnate dall’accusa – non mi interessa quanto giusta – di essere dei "terroristi" devono essere davvero imbecilli, se usano una simile parola contro altri, con assoluta leggerezza e senza la minima prova. E il caso di Razza dimostra che chiunque – anche SOS Italia – può diventare "terrorista" per associazione.
Ho scritto sia a Razza che a Severini, chiedendo chiarimenti e offrendo ampio spazio di rettifica.
Razza non mi ha risposto, e infatti non sono sicuro che il suo indirizzo – che ho preso dal suo vecchio sito, ora chiuso – sia valido.
Più strano il caso di Severini, che dovrebbe semplicemente precisare di essere o no Roberto Sandalo.
Ho scritto all’indirizzo e-mail che Severini stesso ha messo una decina di giorni fa sul volantino contro la moschea; e da cui Severini aveva risposto (subito, e rabbiosamente) a un frequentatore di questo blog, appena un giorno prima che gli scrivessi io.
Bene, nemmeno Severini mi ha risposto, e il messaggio che gli ho mandato non mi è tornato indietro.
Siamo a Natale, è vero. Magari Severini è in vacanza.
O forse sta pensando a come buttare giù l’albero di Natale che i musulmani di Colle hanno messo nel cantiere dove si sta costruendo la moschea.
ebbè
visto che stranamente questo post di commenti non ne ha, mi permetto di “aggiornarlo” con un link in attesa di una più cospicua serie: “Sandaleide, ovvero come t’inverdisco il terrorista”.