Con i lavoratori della GKN

Purtroppo non potrò esserci, ho una miriade di problemi, ma è una questione simbolica forte, quella dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio (eh sì, hanno scelto di avere un profilo sul Libro de’ Ceffi, e sospetto che sia parte del problema).

Immaginate il mondo che passa dallo stato solido e durissimo dei metalli e dei martelli, a Campi Bisenzio come a Piombino come a Detroit; allo stato liquido delle liquidazioni (appunto) e infine allo stato gassoso-virtuale dei capitali planetari.

Io non so quanto, ai tempi nostri, l’industria pesante che ha fatto potente l’Europa possa sopravvivere in Europa, ma mi fa rabbia per tutte le piccole, semplici, umanissime persone che alla Gkn ci lavoravano, e che si trovano travolte dai traffici dei capitali.

E’ gente che mi fa una gran simpatia, e che ha condotto una lotta contro i mulini a vento/investimenti internazionali, con determinazione e coraggio e creatività.

Una determinazione che nasce da una cosa che non conosceremo mai più: la vita condivisa in fabbrica.

Che poi alla fine è il bello di tutto l’antico mondo delle persone con la quinta elementare ma che leggevano libri, e mentre montavano pezzi meccanici per un padrone lontano, parlavano tra di loro perché potevano guardarsi in faccia tutto il giorno, e spesso facevano ragionamenti davvero profondi.

E mangiavano insieme alla mensa, e spartendo il pane, diventavano com-pagni. E con le loro mani, e con la vecchia forza creativa di avi contadini e artigiani, costruivano Case del Popolo, che gestivano con meticolosa cura e pulizia.

Che alla faccia di tutte le “sinistre”, fu la bellezza del movimento operaio, socialista, comunista italiano. E che si coglie ancora nella dignità di tanti anziani.

P.S. Leggo solo adesso questo ottimo testo apparso su Io non sto con Oriana. Interessante la proposta che fanno i lavoratori, molto nello spirito toscano.

7 novembre, dalle h 8.00 chi può, qua. A sentire che rumore fa la dignità.
L’assemblea dei lavoratori invita tutte le realtà sociali, sindacali e politiche solidali alla lotta Gkn ad essere presenti, nelle forme e modi possibili, lunedì 7 novembre a partire dalle h 8.00 di mattina di fronte allo stabilimento Gkn, via Fratelli Cervi 1, Campi Bisenzio.

Invitiamo la nostra famiglia allargata, realtà sociali, sindacali e personalità solidali, lavoratrici, lavoratori, scuole, università, artisti, ad approvare ordini del giorno, semplici messaggi social, fotografie di solidarietà alla lotta Gkn, esporre striscioni. Un solo grande messaggio: “giù le mani da Gkn”, una fabbrica la cui dignità è a disposizione di un intero paese. Per la fabbrica pubblica e socialmente integrata.

L’assemblea dei lavoratori Gkn chiede ad ogni organizzazione sindacale di indire azioni di sciopero utili a favorire la presenza di solidali di fronte ai cancelli Gkn a partire da domani lunedì 7 novembre e per tutto il periodo necessario a impedire il grave attacco al presidio e all’assemblea permanente dei lavoratori.

L’assemblea dei lavoratori Gkn dà mandato alla Rsu di indire un primo pacchetto di ore di sciopero da utilizzare per qualsiasi mansione interessata all’opera di smobilizzo materiali o di altre attività arrecanti danno al patrimonio societario e industriale dell’azienda.

A partire da lunedì mattina stesso discuteremo le ulteriori azioni di mobilitazione e solidarietà necessarie. Sin da ora diciamo però che è vitale per la nostra lotta dare la massima attenzione e appoggio alla campagna per la Fabbrica pubblica socialmente integrata e al percorso della Soms Insorgiamo, a partire dall’assemblea popolare indetta per il 9 novembre alle h 20.30 a Campi Bisenzio.

#insorgiamo

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706 risposte a Con i lavoratori della GKN

  1. Miguel Martinez scrive:

    (tradotto con DeepL)

    https://reclaimthenet.org/companies-smartwatches-track-workers/

    3 novembre 2022

    Le aziende vogliono che i lavoratori indossino smartwatch per tracciare ogni loro movimento
    Tecnologia invasiva.

    Di Ken Macon
    Inviato alle 12:21 pm

    Se siete stanchi della censura, della cultura della cancellazione e dell’erosione delle libertà civili, iscrivetevi a Reclaim The Net.

    Tyson Foods e JBS, due delle più grandi aziende produttrici di carne degli Stati Uniti, hanno investito in Mentore, una startup che ha sviluppato un software per migliorare la produttività e ridurre gli infortuni, secondo quanto riportato da Investigate Midwest. L’applicazione può consentire ai supervisori di monitorare i movimenti dei lavoratori.

    Una volta installata in uno smartwatch, l’applicazione di Mentore può registrare il movimento direzionale, la velocità, la forza e la rotazione del braccio di un dipendente. L’app analizza i dati per avvisare il lavoratore se sta usando troppa forza o velocità. L’applicazione è anche in grado di distinguere tra “movimento attivo lieve” e “movimento attivo intenso”. Il cofondatore di Menotre, Apoorva Kiran, ha dichiarato che l’app può anche monitorare la disidratazione.

    I dati vengono messi a disposizione dei supervisori, come riporta Vice. L’applicazione consente inoltre ai lavoratori di accedere ai punteggi storici e attuali del “rischio di infortunio”.

    Il software è stato installato in circa 10.000 smartwatch in quattro Paesi diversi.

    I sindacati si oppongono al software di Mentore, perché ritengono che venga utilizzato per far lavorare di più i lavoratori.

    “Tutto ciò che viene implementato nell’impianto è a vantaggio dell’azienda stessa, non dei lavoratori”, ha dichiarato Magaly Licolli, direttore esecutivo di Venceremos, un’associazione no-profit che si occupa dei lavoratori del settore avicolo. “Ora stanno usando la tecnologia per monitorare i lavoratori e vedere quanto ancora possono mettere sulle loro spalle”.

    La United Food and Commercial Workers Union (UFCW) ha affermato che richiedere ai lavoratori di indossare uno smartwatch potrebbe essere una violazione delle politiche di salute e sicurezza, perché potrebbe portare a lesioni e alla contaminazione dei prodotti.

    “Oltre al tracciamento e all’invasione della privacy, c’è un vero e proprio problema di sicurezza e salute”, ha dichiarato Mark Lauritsen, responsabile dell’UFCW per il confezionamento della carne, a Vice.

    L’applicazione non viene utilizzata negli stabilimenti in cui i lavoratori sono rappresentati dall’UFCW. Lauritsen ha dichiarato che l’UFCW farà pressione per impedire l’uso dell’applicazione.

    “Non permetteremo che il loro bisogno di avere più soldi e più produttività metta in pericolo la vita e gli arti delle persone solo per poter guadagnare un dollaro in più”, ha dichiarato. “Non succederà”.

  2. Moi scrive:

    … Mbe’ ?! … Siamo nel 1972 o nel 2022 ? 😉

    Lo Sfruttamento NON sussiste più, per la Nuova Sx : l’ Imprenditore “implementa” la Produttività perché ha disinteressatamente a cuore “Creare Nuovo Lavoro” ! 😀

    … Mica parliamo di Schwa e Sea Horse Daddies , eh ! 😉

    • PinoMamet scrive:

      A volte tocca dar ragione a Moi…
      Anche se la sinistra italiana non parla (ancora?) di sea horse daddies…
      Però l’impressione è che abbia davvero barattato i diritti dei lavoratori con battaglie di facciata a favore di minoranze più o meno autodefinite.

      Non stupisce per niente che sia votata nei quartieri borghesi, dove si hanno molti più amici Lgbtspqrqwerty che operai…

      A latere:
      dell’assurdità di certe idee ritenute “obbligatorie” nei media si è accorto anche l’ultimo Boris (4), con le richieste inclusivu 😉 della “nuova piattaforma”…

  3. Francesco scrive:

    Scusate ma la premessa che pure Miguel fa, che è economicamente impossibile far sopravvivere l’industria in Europa*, solo a me pare decisiva? Al di là delle chiacchiere sulla fabbrica “pubblica e socialmente integrata”, che non vuole dire assolutamente nulla, a me pare impossibile tenere aperta una fabbrica “solo” per il lato umano della questione.

    La fabbrica, come la bottega artigiana, esiste per produrre un bene socialmente utile. Cioè vendibile con un profitto. Sennò vuol dire che si produce un bene che vale 10 talleri spendendo 11 talleri di fattori produttivi: una follia in qualsiasi regime economico e politico.

    *assumiamo pure che MM abbia ragione su questo punto, cosa che mi pare assai dubbia.

    Inoltre la “nuova” proposta industriale che viene evocata e invocata … che cosa è? dove è? in cosa consiste? non trovate poco probabile partire da “vogliamo tenere aperta la fabbrica” e solo dopo chiedersi “per fare che cosa”?

    E questo con tutta la simpatia per “per tutte le piccole, semplici, umanissime persone che alla Gkn ci lavoravano”.

    Ohi, se avete in mente un altro mondo possibile fatemelo sapere, io qui vedo DAVVERO una lotta contro la legge di gravità.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ francesco

      “un bene socialmente utile. Cioè vendibile con un profitto”

      È qui che casca l’asino. Quel “cioè ” il più delle volte non sta in piedi.

      Non sta in piedi perché tanti lavori producono beni socialmente utili ma non vendibili con profitto – a meno di non azzerarne l’utilità sociale. Penso agli autisti degli autobus, alle badanti, ai vigili del fuoco…

      Il problema è che finché viviamo in una società dove vale l’identità fra “socialmente utile” e “vendibile con un profitto” non ne usciamo.

      Non ne usciamo (hai voglia a introdurre incentivi e sovvenzioni, sono solo pannicelli caldi) perché non si risponde alla solita domanda: profitti per chi?

      Il profitto di chi ci ha messo i soldi?

      Ma quello non è definibile come “socialmente utile”, a meno che chi ci mette i soldi non sia la società stessa. E torniamo al solito discorso: possiamo ancora permetterci la proprietà privata dei mezzi di produzione?

      Ad esempio: Cingolati disse che lui non poteva obbligare ENI a tenere bassi i prezzi del gas perché in ENI c’erano investitori che volevano vedere garantito il proprio investimento (sentito con le mie orecchie). La domanda è: ma un Ministro della Repubblica deve difendere gli interessi degli investitori o quelli dei cittadini-utenti?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • roberto scrive:

        andrea

        “È qui che casca l’asino”

        non farti fuorviare dalla parola “socialmente”.

        credo che francesco voglia semplicemente dire che
        1. se io fabbrico ferri per i cavalli e nessuno me li compra, chiudo, oppure devo diventare talmente piccolo da giustificare la mia esistenza
        2. se io fabbrico ferri per i cavalli e spendo più di quello che guadagno, chiudo

        • Fuzzy scrive:

          Chiudi se lo Stato non decide di sovvenzionare i ferri di cavallo.
          Dipende dalla loro utilità.
          Metti che siano utili.
          Ma vuoi mai che lo Stato sovvenzioni attività inutili se non dannose per la comunità?
          Metti che lo Stato abbia perso la prerogativa di gestire l’economia.
          E qui Nino Galloni (non so il preambolo, la faccenda del Torio mi sembra di averla già sentita, non mi esprimo, comunque è interessante il seguito)
          https://youtu.be/OGPedYNumEM

          • roberto scrive:

            Scusa fuzzy ma se sono utili perché nessuno li vuole e se sono inutili perché lo stato dovrebbe sovvenzionarli?
            E se sovvenziona i ferri di cavallo inutili, perché non le alabarde e le carrozze?

            • fuzzy scrive:

              I ferri da cavallo rappresentano ciò che non ha richiesta in un certo tipo di agricoltura meccanizzata, energivora e inquinante. E lo Stato giustamente non li sovvenziona, sovvenzionando invece l’agroindustria.
              Vuoi uno Stato che abbia a cuore un’agricoltura più sostenibile dove gli animali ritornino nei campi? Allora finanzierà i ferri da cavallo.
              Ma non è questo il punto. Il problema è che lo Stato (come dice Galloni) non si occupa più di economia da parecchio tempo. Prima la gestione è passata ai Boiardi, poi sono arrivate le multinazionali e la finanza. Oggi quando dici Stato intendi gli interessi di soggetti sovranazionali.
              Ho fatto l’esempio dell’agricoltura per via dei ferri da cavallo, ma lo stesso principio si può applicare anche all’industria pesante. Chiaro che essendo pesante andrebbe proporzionata a seconda delle reali necessità. Potrebbero essere utili reti di recinzione, chiodi ecc, piuttosto che travi in acciaio per costruire un ponte sullo Stretto di Messina. In questo caso se i lavoratori sono troppi li ricollochi in altri ambiti dove la ricettività potrebbe essere altissima, come i servizi alla persona o il recupero del territorio ecc.
              Mancano le vie di mezzo. Con le vie di mezzo cambia tutto. C’è spazio per la creatività e in una certa misura pure per il capitalismo.
              Non vuoi cambiare niente e pensi che vada tutto bene così come è adesso? Bene. Buona fortuna.
              Sai cosa, io che appartengo alla minoranza di chi pensa che non vada bene niente mi sento un poco calpestato in uno Stato come il nostro.

              • Francesco scrive:

                >>> I ferri da cavallo rappresentano ciò che non ha richiesta

                Mi sa che basta così, il resto mi puzza di fuffa e ideologia e Ciriaco De Mita.

                😉

              • roberto scrive:

                fuzzy

                non vorrei deluderti ma quelli che pensano che non vada bene niente e si sentono calpestati dallo stato non sono affatto la minoranza…

                per il resto, si vorrei cambiare qualcosa, tipo non dover pagare le tasse per far sopravvivere imprese che fanno cose inutili (non sto parlando di GKN che non ho la minima idea di cosa faccia)…mentre non ho nessun problema a pagarle per cose utili…

              • Francesco scrive:

                Ah, una piccola precisazione. Non esiste nessun bene per cui la domanda sia ZERO.

                Quando un economista dice “non c’è domanda” deve intendere “non c’è una domanda sufficiente a coprire i costi di produzione”.

                Nel caso delle malattie rare, questo crea un problema, almeno per il malato.

                Nel caso dei ferri di cavallo, crea un problema “solo” per il fabbricante, che deve cambiare prodotto o mestiere.

                Da cattolico, devo ammettere che la fortissima domanda per una cazzata come “sapere cosa sta facendo Chiara Ferragni” tende a mettermi in crisi, però.

                Nel Medioevo avrebbero sottoposto l’offerta a un vaglio morale più che di esistenza di domanda. Forse il mondo migliore è quello in cui ci sono entrambi.

                Solo che poi qualcuno avrebbe da eccepire se spendo i miei soldi per la maglietta di Larry Bird invece che per dei libri. O magari anche su quali libri scelgo di comprare.

              • Fuzzy scrive:

                https://rethinkdisruption.com/about/#
                Io credo che qualcuno stia già pensando “per il nostro bene” cercando comunque
                di mantenersi al controllo.
                Ho il forte sospetto che se a queste soluzioni “tutta tecnologia” per caso un giorno dovesse mancare una vite o un bullone crollerebbe tutto disastrosamente.
                A me i triangoli piace guardarli
                appoggiati sulla base, anziché sulla punta.
                Circa. Ma appunto, ci sono anche le vie di mezzo

              • tomar scrive:

                fuzzy:
                “Mancano le vie di mezzo. Con le vie di mezzo cambia tutto. C’è spazio per la creatività e in una certa misura pure per il capitalismo.”
                D’accordissimo. Chiamiamolo, se vuoi, socialdemocrazia, o più stato sociale, se nessuno qui si offende.
                Che un po’ qui da noi, se pur mal organizzato, già c’è, cose tipo la cassa integrazione o, finita quella, il reddito di cittadinanza, che se gli allocatori ottimali di risorse non trovano di meglio che offrire a una lavoratrice in esubero con famiglia un lavoro mal pagato a 50 km da casa diventa giustamente un reddito di fannullanza, che non è la cosa ottimale ma è comunque meglio della barbarie.

              • Daouda scrive:

                Veramente lo stato sociale è la causa del perché le cose vanno vale .
                Se guadagni 4000 euro al mese ai prezzi attuali mica te fai problemi a pagátte le cose da solo

      • Francesco scrive:

        “in qualsiasi regime economico e politico.”

        scusa se mi cito Andrea ma quanto dico vale a prescindere dalla proprietà dei mezzi di produzione, assolutamente.

        è un dato ingegneristico, non speculativo.

        COME decido che è bene tenere aperta la fabbrica GKN (io che sono il Buon Decisore Assoluto)? se posso calcolare monetariamente costi e incassi, si chiama profitto. Anche se io sono il PCUS. se non posso, devo inventare qualcosa e si chiama declino brezneviano. se decido di tenerla aperta lo stesso, si chiama Ciriaco De Mita (nel bene e nel male).

        perchè se produrre 10 talleri di ferri di cavallo mi costa 11 talleri di beni – lavoro, materie prime, energia, capitale, terreno, inquinamento, R&S, tutto – sto distruggendo valore e questo si paga, si paga anche più che riallocare quei fattori di produzione altrove – compresa rabbia e paura e dolore dei lavoratori.

        non so perchè pensate a me come a un Nosferatu milanese, davvero

        ciao

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “talleri”

          Le leggi dell’economia non sono come quelle della fisica. Le seconde descrivono il mondo anche se l’essere umano manca, le prime no.

          Il ‘tallero’ del tuo ragionamento non è un’unità di misura delle risorse (materiali + umane è+ il tempo richiesto) per produrre ferri di cavallo. E’ tutt’al più una misura del costo di quelle risorse.

          Mentre la massa di un oggetto non si può modificare, n si può cambiare il lavoro necessario a sollevarlo da un metro da terra, il costo di un oggetto è un fatto sociale, dunque umano, dunque modificabile. E’ un numero su un cartellino attaccato all’oggetto, non ha più importanza di quella che decidiamo di dargli. (Prova a ignorare la massa di un sacco di patate, invece, e te ne accorgi).

          Fare un’analisi delle risorse basandosi sul loro costo è esattamente come studiare la pianta di una città studiando i cartelli indicatori sulle strade d’accesso alla città.

          Marx aveva cercato di risolvere la questione di come misurare le risorse necessarie alla produzione in maniera indipendente dalla moneta utilizzando come unità di misura il tempo necessario a produrre una data quantità di beni. Probabilmente sia l’eterogeneità dei diversi beni da produrre sia il progresso tecnico rendono l’idea di Marx inapplicabile.

          Ma – come sa bene qualunque esperto di incentivi fiscali – la convenienza relativa di una merce rispetto a un’altra è modificabile, mentre la sua massa no.

          Non facciamoci ingabbiare dalle convenzioni.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            E qui ti sbagli: il valore di un oggetto non è una convenzione. Se riesci a fare meglio di Marx e a trovare una misura oggettiva ottimo, in attesa io mi tengo il prezzo per mancanza di alternative.

            La massa di un sacco di patate è certa quanto irrilevante, se non sai darle un valore.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “Marx”

              Non te ne sei accorto, ma vieni nel mio carrugio.

              Il prezzo è un fatto sociale. Dunque lo si può lasciare determinare al mercato o no, ma è sempre il frutto di una decisione politica (anche il laissez-faire è una politica!). Quindi la politica può modificarlo (con tasse, incentivi ecc.) .

              Una massa, invece, non dipende dalla politica. Le leggi che la regolano sono forse ignote, ma di certo oggettive.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Tu confondi, brutalmente, un fatto sociale con una decisione politica arbitraria.

                La domanda su quale sia il valore (e quindi il giusto prezzo) di un bene risale ad Aristotele, o almeno così mi hanno insegnato. La risposta non è banale – e non sono gli interventi della politica a modificare quel valore (benchè possano modificare il prezzo).

                Temo sia un nodo non suscettibile di essere tagliato con un bel colpo di spada!

                Ciao

              • Daouda scrive:

                Andrea poraccio in realtá è un burocrate oppressivo nell’anima

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “arbitraria”

                Ancora con questa distinzione alla Toniolo fra ‘sociale’ e ‘politica’?

                https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Toniolo

                Non c’è né nel capitalismo, né nel socialismo. Forse nel catechismo… 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                credo tu abbia esposto un’altra delle ragioni per cui il socialismo e il comunismo NON possono funzionare!!!

                si chiama confusione, se non si capisce la differenza tra la politica e la realtà, il desiderio e la realtà, il programma del partito e la realtà, il discorso del segretario del partito e la realtà

                e alla fine si ha sempre bisogno della polizia politica per nascondere questa confusione

                ma da scienziato sai che nascondere non cambia nulla nei fatti, giusto?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Scusate ma la premessa che pure Miguel fa, che è economicamente impossibile far sopravvivere l’industria in Europa*, solo a me pare decisiva? ”

      Infatti. Il processo di (1) deindustrializzazione, virtualizzazione, robotizzazione, speculazione finanziaria, globalizzazione si combina con (2) il picco delle risorse, (3) la crisi ambientale e (4) la scelta dell’Italia di entrare in una guerra non sua.

      Il risultato non è solo il collasso dell’industria. Auguri, Giorgia!

      • Francesco scrive:

        ti contesto il “non sua” che è moralmente e politicamente pura miopia!

        peraltro: robotizzazione+virtualizzazione+globalizzazione batte deindustrializzazione, hopefully

        ciao

  4. Miguel Martinez scrive:

    Sul lavoro.

    Il punto è proprio separare il concetto di “lavoro socialmente utile” dal concetto di “profitto”.

    Anni fa scrissi qui:

    https://kelebeklerblog.com/2017/06/10/soldi-subito-per-tutti/

    Prendiamo il solito giardino, dove attualmente nessuno viene pagato per fare qualcosa.

    Partiamo dal cancello d’ingresso, che fa davvero schifo. Andrebbe ridipinto tutto. Ci vorrebbero un fabbro, un pittore, un architetto con idee originali ma in armonia con la storia fiorentina.

    Per tenere aperto il giardino, ci vorrebbero quattro persone al giorno, in due turni: una all’ingresso, a ricevere la gente e a spiegare le regole, e una a girare continuamente a vedere che vengano rispettate, unendo fermezza e diplomazia: due turni, sette giorni la settimana, diciamo ventotto persone.

    Poi ci vorrebbe qualcuno in grado di seguire i drammi familiari, tra divorzi e sfratti, diciamo tre o quattro psicologi, nonché un avvocato con tutto il suo studio. E poi ci vorrebbero cinque persone che dessero una mano a tutte le mamme che non ce la fanno a star dietro ai figlioli tutto il giorno, perché hanno da lavorare…

    Falegnami, affrescatori, stuccatori…

    Gente in grado di insegnare il calcio, il pallavolo, l’inglese, l’arabo, i giochi di prestigio…

    Storici in grado di passare mesi agli archivi, ricostruendo le vicissitudini del luogo…

    cantanti e musicisti, in grado di mettere tutto ciò in musica…

    Da pulire il giardino tutti i giorni da un capo all’altro, da spiegare a ogni frequentatore come vanno differenziati i rifiuti, da vedere come coinvolgere ciascuno a fare qualcosa anche loro. E da fare un piano per ridurre davvero la produzione stessa dei rifiuti…

    Esperti di cultura punjabi, in grado di comunicare con le mamme sikh e musulmane…

    qualcuno in grado di spiegare a genitori e bambini il motivo per cui è da fessi lavorare gratis per Zuckerberg, digitando ossessivamente sul telefonino; e quindi un misto di buon senso da quinta elementare e di informazioni tecniche da laurea in elettronica…

    gente in grado di cogliere il nesso tra allattamento da un capo, e dall’altro, l’idea che il bambino deve sentirsi responsabile e non solo beato utente senza freni che può spaccare tutto…

    Cuochi e pasticcieri per le cene e le feste, con dietro dietisti ed esperti di alimentazione (e da riflettere sul rapporto tra cibo e rifiuti), qualcuno in grado di organizzare una campagna per farci regalare violini, muratori, esperti di alberi e di pianti…

    un gruppo di psicologi e medici e diplomatici che ci aiuti a capire come frenare i babbi e le mamme che fumano davanti ai figlioli…

    diciamo che per un centinaio di persone, potremmo trovare lavoro al nostro piccolo giardino.

    Qui smascheriamo la menzogna fondante: di lavoro utile per tutti, fisicamente e mentalmente stancante ma profondamente soddisfacente, ce ne sarebbe un’infinità.

    Pochissimo di questo lavoro potrebbe essere sostituito, anche dal più brillante dei robottini.

    Il problema non è affatto che “manca il lavoro”, anzi mancano i lavoratori.

    Altro che mantenerli a sbafo. A lavorare!

    • Francesco scrive:

      se non è pagabile, è definibile lavoro?

      nel Medioevo, i conventi di clausura dove stavano solo a pregare erano “valutati” abbastanza da spingere chi aveva beni a devolverne parte perchè i santi monaci e monache non morissero di fame

      oggi, a chi viene in mente di fare lo stesso per il giardino?

      anche se potresti non crederci, ci arrivo anche io al concetto di socialmente utile ma non remunerativo. solo che significa “qualcun altro deve pagarlo”, che quelle 100 persone mica vivono d’aria. e non sai quanto mi spiace, non è che contare torni e presse dia tutto questo senso alla vita.

      PS sicuro di non essere cattolico?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “nel Medioevo, i conventi di clausura dove stavano solo a pregare erano “valutati” abbastanza da spingere chi aveva beni a devolverne parte perchè i santi monaci e monache non morissero di fame”

        Un po’ come i traduttori, gli insegnanti a scuola, i politici, i giornalisti, i librai, gli influencer, i programmatori, le guide turistiche, gli economisti, i designer, gli allenatori, i ballerini, gli arredatori, i broker, i fumettisti, i discografici, i cantanti lirici…

        Solo che tutti questi non sanno più nemmeno fare i digiuni.

        • Francesco scrive:

          No Miguel, qui mi cadi nel marxismo volgare, che scambia la produzione di beni materiali per la sola e vera produzione di beni economici!

          E mi deludi molto.

          🙂

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “qui mi cadi nel marxismo volgare, che scambia la produzione di beni materiali per la sola e vera produzione di beni economici!”

            No, al contrario: dico che il motivo per cui si stroncano quelli della GKN (“al mercato globale non interessano i macchinari che producete!”) non significa che quelli della GKN non potrebbero fare mille altri lavori utili.

            E se la società riesce a trovare il modo per far mangiare persino la Chiara Ferragni, potrebbe trovarlo per far mangiare gente che fa cose molto più utili.

            • Francesco scrive:

              OK, convinci la società che la Ferragni non fa un cazzo e che altre persone farebbero cose utili, quindi vale la pena di pagarle

              Io sono già convinto!

              Ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “OK, convinci la società che la Ferragni non fa un cazzo e che altre persone farebbero cose utili, quindi vale la pena di pagarle”

                Infatti, è un po’ lì la chiave.

                Io sono convinto che i frati della Certosa, che ogni giorno nel cortile scavavano una badilata della propria tomba, erano molto più utili della Ferragni.

                https://kelebeklerblog.com/2021/05/04/la-maddalena-il-vento-la-morte-e-il-silenzio/

                Ma la cosa importante è che una certa società ne era convinta; un’altra società è convinta che la Ferragni vale qualcosa; e nel mondo del socialismo di Tomar, o dei comuni medievali italiani, anche gli operai della GKN potrebbero valere qualcosa.

                Quindi c’è davvero da sperare che le visioni del mondo cambino qualcosa?

              • Francesco scrive:

                >>> Quindi c’è davvero da sperare che le visioni del mondo cambino qualcosa?

                Credo proprio di sì, anche se il cosa si possa cambiare è un punto molto delicato!

    • roberto scrive:

      miguel

      “Per tenere aperto il giardino, ci vorrebbero quattro persone al giorno, in due turni: una all’ingresso, a ricevere la gente e a spiegare le regole, e una a girare continuamente a vedere che vengano rispettate”

      🙂

      dai che siete davvero strani, mai vista una roba del genere in nessun parco del mondo

      🙂 🙂 🙂

      • Francesco scrive:

        perchè non hai l’esigenza didattica che spinge Miguel!

        😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “dai che siete davvero strani, mai vista una roba del genere in nessun parco del mondo”

        Non ci ho messo le faccettine 🙂 Quello che intendo dire, in modo giocoso, è che non è affatto vero che “manca il lavoro”: si sono infinitamente attività realmente utili, di cui le comunità umane hanno bisogno. Anche nell’era della robotizzazione.

        Casomai c’è il problema che su questo tipo di attività, non ci sono investitori che ci possono fare la cresta.

        Ma non c’erano nemmeno in passato: non è una condizione necesssaria della società umana.

        • Francesco scrive:

          Piano: stai dicendo che ci sarebbe la domanda ma che non c’è il potere d’acquisto?

          Questo mi pare da un lato inerente alla società umana (le risorse sono limitate), dall’altro apre un discorso sulla distribuzione delle risorse esistenti …

          Ciao

        • roberto scrive:

          Miguel

          “Casomai c’è il problema che su questo tipo di attività, non ci sono investitori che ci possono fare la cresta.”

          Non so se con questa buffa espressione diciamo la stessa cosa, ma il problema è trovare o volontari disposti a lavorare gratis o persone disposte a pagare…e per persone intendo in senso lato esseri umani, istituzioni o consigli di amministrazione

          Parli di “insegnare calcio, pallavolo”? Beh qui nel granducato si da per scontato che è un lavoro retribuito. Nella squadra del mio paese il coach è impiegato comunale e fa prima squadra e tutte le giovanili. Gli assistenti invece sono pagati dal club (un po’ con le quote ed un po’ con gli sponsor)

          Cioè quelli dei quali parli sono tutti servizi meritevoli di essere remunerati ma…da chi? Questo è il problema

    • Francesco scrive:

      1) i testi a volte sono da fucilazione

      2) le facce dei bambini lavoratori sono inconcepibili

      3) per fortuna che quei lavori non esistono più!!!

  5. tomar scrive:

    Socialisme ou barbarie.
    Gira e rigira, sempre lì siamo. Non se ne esce.
    (anche se il socialisme è la cosa più difficile del mondo,
    così difficile da sembrare giustamente impossibile)

    • Francesco scrive:

      il socialisme nega troppo della libertè per essere la cosa giusta.

      mi pare una classica trappolona del Dimonio

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “liberté”

        La libertà dei lupi è la morte degli agnelli (Gramsci)

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Gramsci chi? il fondatore del partito comunista d’Italia?

          Non sono di quella parrocchia. E a ragion veduta.

          PS peraltro la libertà degli agnelli è la morte dei lupi. Ma in ecologia non funziona molto bene.

  6. tomar scrive:

    “…una cosa che non conosceremo mai più: la vita condivisa in fabbrica.
    Che poi alla fine è il bello di tutto l’antico mondo delle persone con la quinta elementare ma che leggevano libri, e mentre montavano pezzi meccanici per un padrone lontano, parlavano tra di loro perché potevano guardarsi in faccia tutto il giorno, e spesso facevano ragionamenti davvero profondi.”

    Ho conosciuto quell’antico mondo quasi 50 anni fa, quando tutti i giorni percorrevo in bicicletta viale Monza per arrivare a Sesto San Giovanni, e all’ingresso della città sobborgo di Milano mi accoglievano le imponenti moli della Falck e della Breda, ai cui operai andavo a insegnare negli appena nati corsi 150 ore. E quanto poi imparavo da quegli intellettuali organici che erano alcuni delegati della FIOM e della FIM!
    Tornando in anni recenti a quell’ingresso nell’ex Stalingrado non riuscivo più a credere che fosse lo stesso luogo: sparite le grigie moli di Falck e Breda com’era diventata molto più cool la nuova skyline postindustriale!
    Vecchio nostalgico direte?
    Confermo.

    • Francesco scrive:

      Toh, ci passo in bici ogni giorno andando a lavorare! ormai di quelle fabbriche non rimane (quasi) più nulla, non so quanto fosse inevitabile ma immagino che la Storia sia esattamente questa cosa qui

      Ciao!

      PS capisco la nostalgia

  7. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    https://www.tio.ch/dal-mondo/attualita/1620340/attivisti-jet-amsterdam-centinaia-schiphol

    PAESI BASSI

    Amsterdam, centinaia di attivisti “inchiodano” i jet (privati) a terra

    • Moi scrive:

      https://www.youtube.com/watch?v=vuYSTGpXAKU

      Dutch police arrest more than 200 climate activists who blocked Amsterdam’s Schiphol airport

    • Miguel Martinez scrive:

      per Moi

      “Amsterdam, centinaia di attivisti “inchiodano” i jet (privati) a terra”

      Siccome domenica vado con Ryanair in Olanda, la notizia mi incuriosisce.

      Come sempre… in principio hanno totalmente ragione, visto che colpiscono i jet privati.

      Avrebbero anche in buona parte ragione se colpissero quelli come me: quando io sostengo un principio, sto sempre attentissimo a distinguere tra il fatto che il principio è giusto, e un eventuale tentativo da parte di questo fallibile peccatore di fare il giusto.

      Insomma, posso anche commettere una schifezza, e se qualcuno me lo fa notare, dire che lui ha ragione.

      • Moi scrive:

        Anche Ugo Bardi è ipocritamente andato fino a Teheran (!) in aereo, anziché fare un pocast con gli Ayatollah sull’ Aocalottismo … se era troppo Boomer 😉 per saper come s’ha da fare , bastava contattare un Under30 ! 😉

        • Moi scrive:

          podcast, streaming, live, call , teams … qvi az’idént lé ! 😉

        • Moi scrive:

          Apocalottismo … che intanto che noi si fa la Decrescita Culopezzata 😉 , in Arabia Saudita costruiscono robe da fantascienza del 3000 immaginata nei 1950’s ! 😉

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “Anche Ugo Bardi è ipocritamente andato fino a Teheran (!) in aereo, anziché fare un pocast con gli Ayatollah sull’ Aocalottismo”

          Credo che gli ayatollah siano ampiamente tecnofili, perché no?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “ayatollah”

            Ricordo benissimo di aver letto da ragazzo un’intervista a Khomeini appena rientrato dalla Francia in Iran. Diceva che l’Islam non è in alcun modo contrario alla tecnologia, anche se sviluppata dagli occidentali; quello che conta è l’uso che se ne fa.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

      • roberto scrive:

        miguel

        “quando io sostengo un principio, sto sempre attentissimo a distinguere tra il fatto che il principio è giusto, e un eventuale tentativo da parte di questo fallibile peccatore di fare il giusto.”

        ho notato

        io invece sostengo mooooolti meno principi ma cerco di applicarli anche a me stesso
        (chessò, sostengo il principio che parcheggiare in divieto di sosta è da barbari incivili e asociali? beh non lo faccio proprio mai)

        • Peucezio scrive:

          Che è un’assurdità.
          Perché in un milione di casi parcheggiando in divieto di sosta, magari per cinque minuti, non dai fastidio a nessuno.
          Ma se non esistesse il divieto di sosta, in molte strade nemmeno si potrebbe circolare.

          Quella fra il piano logico e quello etico è una distinzione elementare

          Un principio resta valido indipendentemente dal fatto che chi lo sostiene sia imperfetto o non lo applichi rigorosamente: si discutono le idee, non le persone.

          Se il mondo dovesse essere retto da regole a misura della fallibilità umana, non esisterebbe nemmeno la proibizione dell’omicidio. Se ognuno di noi giudicasse ciò che è giusto in base ai propri limiti morali, il mondo diverrebbe un inferno.

          Non c’è niente di più sbagliato e dialetticamente scorretto che confondere gli argomenti con le persone e spostare la discussione sul piano personale.
          Anche perché in una discussione nessuno è tenuto a dare conto della propria condotta personale.
          Qui si cerca di discutere con la massima onestà intellettuale (per quello che riusciamo). Io ho il diritto di eccepire sulle contraddizioni logiche del mio interlocutore, di eccepire sul merito di ciò che dice, di smascherare sue eventuali mistificazioni dialettiche.
          Ma NON ho il diritto di sindacare sulla sua vita personale: sono affari suoi e non deve darne conto a me. Tanto meno in una sede pubblica come questa.
          E perfino se decide di metterli in piazza, non ho il diritto di valermene come argomento contro le sue opinioni.
          Posso tirare in ballo la vita personale altrui se qualcuno lo fa sulla mia, se mi fa la morale. Ma non se esprime opinioni diverse dalle mie.
          A me queste paiono le regole basilari di rispetto reciproco in ogni discussione.

          Bada, non è una critica nei tuoi confronti, che sei pacato e sempre rispettoso, quantomeno con chi ti rispetta, come è giusto.
          È proprio il principio che trovo criticabile.
          Che me ne importa se metti la macchina in divieto di sosta o no? Se mi dici che nel tale luogo il divieto ha senso o no, ti rispondo sul merito, poi quello che fai sono cavoli tuoi: se ce lo vuoi raccontare a titolo di cronaca, liberissimo.

          • roberto scrive:

            peucezio

            “Un principio resta valido indipendentemente dal fatto che chi lo sostiene sia imperfetto o non lo applichi rigorosamente: si discutono le idee, non le persone.”

            ma sono assolutamente d’accordo su questo e su tutto il resto (parcheggi a parte 🙂 )….dico solo che *io* ho il principio di rispettare i miei principi, e probabilmente è per questo che non ne ho tantissimi:
            – non parcheggiare in divieto di sosta
            – trattare il prossimo come vorrei essere trattao io
            – non lasciare tracce quando vado in giro in mezzo alla natura
            – rompere il meno possibile le scatole al prossimo (che è una applicazione del 2)
            – rispettare la dignità di tutti (compresi i prigionieri, i criminali e gli juventini)
            – non sprecare soldi pubblici
            e poche altre cose….

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Anche perché in una discussione nessuno è tenuto a dare conto della propria condotta personale.”

            Concordo molto con questo.

            Infatti, cerco di non usare mai l’argomento, “Tizio si dice preoccupato per l’ambiente ma ha il macchinone; Tizia si dice cattolica, ma convive senza essere sposata”.

            Che è molto diverso dal dire, “Tizio si dice preoccupato per l’ambiente, ma scarica i veleni della sua fabbrica nella falda acquifera”, oppure “Tizia ha preso i voti dicendo di essere sovranista e invece svende l’Italia alla NATO”.

            • Francesco scrive:

              non vedo la diversità, però

              sempre un problema di incoerenza mi pare

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “sempre un problema di incoerenza mi pare”

                L’incoerenza è un fondamentale diritto umano.

                La manipolazione degli altri sfruttando i loro principi, per ottenere scopi che non c’entrano niente, è una cosa ben diversa.

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                beh, no, perché nel secondo caso si parla di politici o persone con ruoli pubblici, quindi è legittimo discutere anche i loro atti, perché vanno molto al di là della loro vita personale.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “io invece sostengo mooooolti meno principi ma cerco di applicarli anche a me stesso”

          Forse ho scelto male la parola “principio”.

          Io constato semplicemente che centinaia di migliaia di voli aerei sono devastanti per il mondo stesso in cui vivo.

          Non sarei certamente contrario a misure che li limitassero; e credo (e qui passiamo ai “principi”) che a parità di inquinamento, un aereo che porta due persone (pilota più miliardario) andrebbe colpito prima di un aereo che ne porta 50.

          Molto più complessa è la situazione delle scelte individuali.

          Io non parcheggio in divieto di sosta, anche perché non ho la macchina 🙂 Ma non è un buon esempio, perché stai parlando di qualcosa di illegale: il problema sono i comportamenti dannosi, ma legali.

          Ma vado a fare la spesa al supermercato, sapendo piuttosto bene tutto il disastro che c’è dietro. Per cambiare una situazione di quel tipo, ci vorrebbero drastici provvedimenti governativi, se io non ci vado, non cambierà nulla, semplicemente dovrò spendere di più.

          Mi dirai, “se tutti invece boicottassero i supermercati, o i voli aerei, vivremmo in un mondo migliore”. Vero, ma non lo farà quasi nessuno. Non mi interessa fare bella figura o “virtue signalling”.

          Ma questo non mi esonera dalla responsabilità di analizzare criticamente gli effetti di ciò che (anche) io faccio.

          • Francesco scrive:

            >>> Non mi interessa fare bella figura o “virtue signalling”.

            male, molto male, su questa strada si finisce alla lotta armata!

            😀

            io adoro fare bella figura, anche se alla fine me ne accorgo solo io. vale la pena e la spesa, in genere.

    • Peucezio scrive:

      Moi,
      “Amsterdam, centinaia di attivisti “inchiodano” i jet (privati) a terra”.

      Se fosse per questa gente vivremmo tutti in stanzoni con cinquanta letti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Se fosse per questa gente vivremmo tutti in stanzoni con cinquanta letti.”

        Non so te, io personalmente non ho il jet privato, eppure vivo in una stanzina con un solo letto.

  8. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    I Ferragnez approfittano di chi li “followa” , rispondendo che “li lòvvano tutti” ! 😉

    … è la Sacra Legge Domanda – Offerta, a prescidere dai contenuti.

    Cmq Fedez èstato molto abile _ ma secondo me è farina del sacco di sua mogliettina _ con Ivano Monzani … il Capo Sicurezza “Boomer” immortalato mentre faceva “controfacce” schifate alla sua musica … definendolo Gran Professionista con il quale è un Onore di Lavorare … e altri VIPs a osannare ‘sto Ivano.

  9. tomar scrive:

    Interessante questo intervento sui licenziamenti di Elon Musk appena comprato twitter perché en passant fa un paragone con licenziamenti tipo quelli della GKN dicendo che non sono la stessa cosa, come a pelle sembra anche a me. Ma la questione è: in un sistema capitalista è possibile tracciare un qualsiasi discrimine tra razionalità e disumanità tale che si possa individuare quando la prima trapassa nella seconda?
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/08/elon-musk-i-maxi-licenziamenti-a-twitter-indignano-ma-fece-lo-stesso-steve-jobs/6864132/

  10. tomar scrive:

    “un qualsiasi discrimine”
    forse meglio: “un preciso discrimine”

  11. Miguel Martinez scrive:

    Allora, un ragazzino disegna una svastica sul banco e dà pure un pugno alla prof che lo rimprovera.

    Ora, perché ha disegnato la svastica, visto che si può dubitare che il ragazzo fosse appassionato di storia tedesca del Novecento?

    La risposta lo dà l’articolo stesso: la prof stava facendo una Lezione sull’Inclusione.

    Immagino quante volte durante prediche pallose di preti, nel Settecento, qualcuno si sia divertito a tirare un moccolo pian piano. O durante la pallose prediche del gerarchetto fascista del posto, a sussurrare barzellette contro il Duce. O durante le prediche di un ayatollah in Iran…

    Leggete attentamente la succosa panna di fuffa nelle Indignate Reazioni delle Sacre Istituzioni all’episodio, il carico di moralismo ideologico, il reciproco autoesaltarsi per la propria bontà, il fatto che tutte le parole sembrano prodotte da un generatore automatico.

    https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/11/07/news/svastica_frasi_antisemite_sulla_cattedra_sospeso_studente_gallarate-373418148/

    Disegna una svastica sulla cattedra, scoperto tira un pugno alla prof: a Gallarate studente sospeso per tutto l’anno

    07 Novembre 2022 alle 16:07 2 minuti di lettura

    Disegni di svastiche e frasi antisemite sulla cattedra e per finire – quando si è reso conto di essere stato smascherato – un pugno alla docente che stava chiedendo chiarimenti sull’accaduto: il responsabile dell’atto di violenza è uno studente minorenne dell’IIS “Andrea Ponti” di Gallarate (nel Varesotto), che è stato sospeso per un anno.

    Il grave episodio si è verificato lo scorso 20 ottobre, nel corso di una lezione sull’inclusione: “Qualche disegno di svastiche e qualche frase antisemita bellamente fatti trovare sulla cattedra; la docente chiede chi sia l’autore del gesto – si legge in una nota firmata dall’intero corpo docente e condivisa dal dirigente scolastico Giuseppe Martino – La volontà della docente è avviare un momento formativo importante, proprio per maturare il senso del rispetto.
    Ma le cose vanno diversamente e alla fine, turbato, lo studente responsabile, sentendosi smascherato, regala un occhio nero alla docente”. Tutta la comunità del Ponti, dagli insegnanti al personale amministrativo e soprattutto agli stessi ragazzi, “esprime alla collega sostegno, supporto e stima e si stringe intorno a lei per far sì che riesca a superare il momento di smarrimento e ansia che le ferite interiori (non visibili) inevitabilmente portano come strascico”.

    Gli altri studenti sono peraltro stati i primi a prendere le distanze dall’atteggiamento del compagno, condannando fermamente la violenza. La presa di posizione dell’istituto, con l’immediata decisione di sospendere il ragazzo fino alla fine dell’anno scolastico, è stata netta e si estende “a tutte le situazioni dove viene leso il diritto dei singoli, che accidentalmente possano trovarsi in una situazione di maggiore fragilità rispetto a chi agisce con violenza – prosegue la nota – Ognuno ha il diritto di lavorare e vivere la propria vita in sicurezza e nel rispetto della propria identità e delle proprie posizioni intellettuali. È attraverso il confronto delle idee che si sviluppa lo spirito democratico e un positivo clima di libera convivenza civile”. Senza mai prescindere dal fatto che “il Ponti ha i suoi valori e chi vuole farne parte deve accettarli, per implicita condivisione”. Vuole esprimere alla docente tutta la propria solidarietà anche il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani: “Quello che si è verificato al Ponti è un bruttissimo episodio – dichiara – Bene ha fatto il dirigente scolastico a prendere severi provvedimenti. C’è ovviamente una ferma condanna anche da parte mia, oltre alla vicinanza all’insegnante che è stata colpita”.

    A ferire particolarmente la comunità scolastica è inoltre il fatto che “si parla di un istituto d’eccellenza, tra le realtà più innovative a livello nazionale – prosegue il primo cittadino – Spiace davvero constatare che debba salire alla ribalta delle cronache per il gesto sconsiderato e ingiustificabile di un unico studente”. D’altronde, come hanno voluto chiarire i docenti, “talvolta siamo costretti a vivere eventi estranei dal contesto a cui vorremmo appartenere, che non riproducono il nostro sistema di valori. Tali episodi non rispecchiano i valori della comunità che li subisce e rispetto ai quali la stessa comunità manifesta profondo sdegno”. L’IIS Ponti si definisce orgogliosamente “un istituto in cui avanguardia e inclusione vanno di pari passo” ed esprime compatto “il proprio sostegno morale a una collega che tanto si spende per i ragazzi, principale perno di una professione votata a favorire la crescita dei cittadini di domani. La comunità scolastica condanna questo atto che offende una professionista, un pubblico ufficiale, una donna”.

    • Francesco scrive:

      secondo me la sospensione di un anno per danneggiamento del banco è adeguata

      il resto mancia, invece

      PS c’è un refuso, hai scritto “tedesca” invece che “europea”!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Io credo che la sospensione sia per l’aggressione all’insegnante, più che per i disegni sul banco.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Io credo che la sospensione sia per l’aggressione all’insegnante, più che per i disegni sul banco.”

          Penso anch’io e non contesto minimamente la punizione, quello che a me interessa è tutto il tono retorico: una sorta di fotografia di un fiume di parole moraleggianti e autocongratulatorie.

          Che sono quelle del 2020, ma il meccanismo è uguale a quello dell’Italia del 1600 o del 1930, o la Russia del 1930, o l’Iran del 2000, o l’Egitto di oggi, con altre parole.

          E’ questo il fenomeno interessante, non l’episodio in sé.

        • paniscus scrive:

          “Io credo che la sospensione sia per l’aggressione all’insegnante, più che per i disegni sul banco.”

          E ho come il vago sospetto che l’insegnante abbia posto la sanzione come merce di scambio per rinunciare alla denuncia (che aveva tutto il diritto di fare e che probabilmente avrei fatto anch’io), e che però la scuola non voleva per paura del contraccolpo mediatico, che comunque è arrivato lo stesso.

          Cioè, che abbia detto chiaramente a preside e consiglio di classe: “Se non siete d’accordo a far sparire da scuola questo ingestibile bullo per parecchi mesi, io non solo lo denuncio, e chiedo un bel risarcimento economico alla famiglia, ma racconto pure ai giornalisti che voi avete fatto di tutto per convincermi a non denunciarlo, a insabbiare tutto, e di fatto a COPRIRLO e difenderlo“.

          Prendere a pugni una persona (specialmente se in quel momento sta svolgendo funzioni di pubblico ufficio) sarebbe un reato comunque, indipendentemente che si siano anche disegnate svastiche o meno.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “indipendentemente che si siano anche disegnate svastiche o meno”

            Che, tra l’altro, in questo caso non costituirebbero neppure un’aggravante, penalmente parlando: non ha menato l’insegnante per antisemitismo, ma perché è stato richiamato.

          • tomar scrive:

            a paniscus
            “E ho come il vago sospetto che l’insegnante abbia posto la sanzione come merce di scambio per rinunciare alla denuncia”

            Non conosco ovviamente quel ragazzo, che senz’altro non è un bravo ragazzo e non considero l’opinione di Francesco (“la sospensione di un anno per danneggiamento del banco è adeguata”) perché la prendo per una delle sue battute, ma quella della sospensione di un anno e punto a capo a me non sembra una una risposta veramente educativa al problema in questione.
            Ripeto non conosco quel ragazzo, ma siamo tutti sicuri di darlo per spacciato? Perché la sospensione di un anno è questo, è quasi sicuramente spacciarlo una volta per tutte.
            Non si potrebbe pensare a un percorso diverso, che punti sempre e comunque al recupero?
            Un primo immediato provvedimento sanzionatorio andava ovviamente preso, tipo due settimane di sospensione durante le quali il consiglio di classe poteva approfondire il quadro psicologico, sociale, famigliare ed esistenziale del ragazzo e su questa base stabilire successive sanzioni però collegate a un percorso di recupero, che so altri due o tre mesi di sospensione durante i quali al ragazzo venivano però richieste obbligatoriamente una serie di pratiche di autorecupero (oltre al fatto di continuare a studiare, fare compiti a casa ecc.) con periodico controllo degli insegnanti. Passato questo periodo, la sanzione avrebbe potuto essere ulteriormente prolungata qualora gli insegnanti ritenessero ancora insufficiente il cammino di “redenzione” del ragazzo e così via, ma una scuola che se la cava con l’anno di sospensione al reprobo e così se ne lava le mani non è per me una buona scuola.

            • PinoMamet scrive:

              Secondo me non era la prima che combinava.
              Capace che fosse la venticinquesima.

              Altrimenti un anno di sospensione non glielo avrebbe dato nessuno.

            • roberto scrive:

              Non saprei Tomar….cosa intendi praticamente per “pratiche di auto recupero con periodico controllo degli insegnanti”?

              L’azione del ragazzo è davvero grave e credo che sia educativo fargli capire che non puoi fare cose del genere facendola franca…

              • tomar scrive:

                a roberto
                “credo che sia educativo fargli capire che non puoi fare cose del genere facendola franca…”

                Ho detto che quel ragazzo deve farla franca?
                Rileggete per favore: il tipo di percorso rieducativo che auspicavo non escludeva che quel ragazzo restasse fuori dalla sua classe anche per un anno intero, se non avesse mostrato evidenti e comprovati segni di ravvedimento.
                Me per dio, anche per i grandi “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato” e dove sta la rieducazione della scuola per questo ragazzo? Fuori dalla classe e buttar via la chiave per un anno?
                Cosa intendo per “pratiche di recupero”? Possono essere compiti di studio e compiti di azione, ma in cosa debbano consistere “concretamente” possono determinarlo solo gli educatori di quel ragazzo. Se sono educatori.

              • roberto scrive:

                Beh due settimane di sospensione seguite da due-tre mesi di sospensione con i compiti per me è “farla franca”….ha dato un pugno in faccia in classe ad una professoressa per la miseria!

                Poi rileggo anche tu, non ho detto che la sanzione non deve essere rieducativa, ti ho solo chiesto *cosa* sarebbe rieducativo, perché a dire “pratiche rieducative” siamo capaci tutti, ma quando si tratta di vedere *concretamente* cosa sono le pratiche rieducative iniziano le difficoltà. Fare i compiti? Boh….non è così rieducativo, li fanno anche gli studenti che non prendono a pugni i professori…

              • roberto scrive:

                Compiti di azione? Avrebbe dovuto accompagnare la professoressa dal dottore (se lei accettava), almeno per rendersi conto della sofferenza fisica creata…e seguire il percorso di guarigione, quello è davvero il punto di partenza.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “L’azione del ragazzo è davvero grave e credo che sia educativo fargli capire che non puoi fare cose del genere facendola franca…”

                Beh, direi che si è affrancato una volta per tutte dalla scuola, che visto il suo presumibile carattere deve essere il massimo.

              • paniscus scrive:

                “Avrebbe dovuto accompagnare la professoressa dal dottore (se lei accettava), almeno per rendersi conto della sofferenza fisica creata…”—–

                Ma figuriamoci se una persona dignitosa, che ha già subito un abuso ingiustificabile e che è già stata eccezionalmente generosa a non denunciare… deve pure sentirsi chiedere di ritrovarsi l’aggressore tra i piedi anche nella vita privata (e in momenti in cui si discute di dati privati sensibili), a fare finta di coccolarla solo perché questo gli fa “crediti” nel percorso di recupero.

                E’ vero che hai specificato “se lei accettasse”, ma io personalmente, oltre a non accettare, ci rimarrei davvero malissimo per il solo fatto che mi venisse chiesto.

                Da quando in qua deve essere la vittima stessa a servire come strumento di aiuto e di facilitazione al violento, e ritrovarselo vicino ancora più di prima?

                Se fosse stato un danno causato da un incidente colposo ma non deliberato, di cui il responsabile è già dispiaciuto e si è scusato subito, lo capirei, ma per un’aggressione volontaria proprio no!

                Per quanto mi risulta, il primo provvedimento che si prende in quasi tutti i casi di violenza privata (non solo a scuola, ma anche in tutti i casi di maltrattamenti domestici, stalking, molestie varie) è quello della diffida al bullo ad avvicinarsi alla vittima, che deve essere libera di vivere serenamente senza ritrovarselo davanti in continuazione. Poi, che non sempre sia facile farlo rispettare, è un altro discorso, ma il principio esiste.

                Solo se la vittima è insegnante, si fa eccezione, perché l’insegnante deve essere un* missionari* sacrificale? Non mi torna.

              • roberto scrive:

                paniscus

                “Ma figuriamoci se una persona dignitosa….”

                non hai mai sentito parlare di cose tipo “mediazione penale”?

                nel caso ti suggerisco una cosa brevissima da leggere
                https://www.studioincipit.eu/cose-la-mediazione-penale/

                ci sono una trentina di anni almeno di riflessioni sul fatto che far incontrare caino e abele faccia bene a tutti e due: ad abele per avere voce, far capire a caio la sua sofferenza e guardare in faccia caino

                a caino per capire meglio il male che ha fatto

                sembra impossibile? credo che sia una cosa molto personale e capisco la tua reazione pur non essendo sicuro di condividerla.

                tra l’altro qualcosa di molto simile è avvenuto in sud africa con le commissioni truth and reconciliation, e lì non hai pugni in faccia ma gente fatta a pezzi a colpi di machete….

              • roberto scrive:

                PS Paniscus

                “Solo se la vittima è insegnante, si fa eccezione,”

                madonna ma che razza di piagnoni….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “madonna ma che razza di piagnoni….”

                Evidentemente non ti hanno raccontato alcune cose che succedono.

              • roberto scrive:

                miguel,

                guarda, a dispetto di quanto tu possa immaginare me ne hanno raccontate abbastanza,
                ma me ne hanno raccontate altrettante per praticamente qualsiasi altra categoria di lavoratori senza bisogno di questi vittimismi un po’ stucchevoli….

                ma vabbé, è un rivolo molto secondario nel discorso e lascio perdere

        • Peucezio scrive:

          Mauricius,
          “Io credo che la sospensione sia per l’aggressione all’insegnante, più che per i disegni sul banco.”

          È probabile.
          È il caso mediatico che sicuramente nasce invece dalla svastica e non dall’aggressione.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Di norma per un pugno finisci sul gioornale locale. Sulla stampa nazionale ci finisci se tu che tiri il pugno sei l’insegnante, per la massima del “uomo morde cane”.

            • Francesco scrive:

              stai dicendo che uno studente che picchia un insegnante è orami un cane che morde un uomo, come notizia?

              🙁

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, sto dicendo che uno si aspetta che un insegnante si comporti in maniera mediamente migliore di un adolescente.

              • paniscus scrive:

                Francesco:
                “stai dicendo che uno studente che picchia un insegnante è orami un cane che morde un uomo, come notizia?”——-

                A questo punto direi che non ci siamo ancora arrivati, ma di sicuro sul piano delle reazioni legali e delle denunce, invece sì.

                Effettivamente, studenti e famiglie che denunciano insegnanti (e non necessariamente per percosse o abusi fisici, ma per qualsiasi cavolata di fantasia casuale) stanno diventando talmente all’ordine del giorno da non fare più notizia, come il cane che morde l’umano.

                Mentre se un insegnante denuncia uno studente o un genitore di uno studente (anche in caso di aggressione fisica, minacce gravi, furti o diffamazione pubblica), viene trattata come una mossa talmente esagerata e talmente inopportuna sul piano educativo, da essere additata appunto come “umano che morde cane”.

                In pratica, ci si aspetta che l’insegnante, per sua natura, debba essere un missionario angelico e disincarnato, del tutto disinteressato alla propria tutela e al proprio benessere personale, e pronto a sacrificarli per mettere sempre al primo posto quelli degli alunni.

                Anche se gli hanno fatto molto danno, senza alcun diritto di farlo.

              • PinoMamet scrive:

                Ma che ci avrai da festeggiare, mah, manco fosse roba tua.

                Comunque, i civili non erano stati evacuati?
                E non erano stati ampiamente filmati prima mentre festeggiavano la liberazione contraria, cioè dal giogo ucraino, con gran sventolamento di bandiere russe?

                Ah ma quella era propaganda.
                Già.
                Ma allora anche questa.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “PS c’è un refuso, hai scritto “tedesca” invece che “europea”!”

        Vediamo… uno può essere nazistofilo perché ritiene che la Germania abbia diritto al riarmo, o alla Silesia inferiore, o che non debba continuare a pagare riparazioni per la prima guerra mondiale, o che meriti un passaggio attraverso il corridoio di Danzica, o perché ritiene che la regione del Saar dovrebbe essere pienamente reintegrata in Germania, o perché ritiene che il Sudetenland sia terra tedesca e non ceca. Oppure perché nel contesto del conservatorismo tedesco, è antimonarchico e contrario ad avventure in Africa, oppure è contrario al nazionalbolscevismo e considera la Russia un nemico storico più dell’Inghilterra.

        Tutti motivi rigorosamente tedeschi, o almeno da appassionati di storia tedesca.

        Per quali motivi un europeo non tedesco dovrebbe essere filonazista (fatta eccezione ovviamente per gli ucraini)?

        • roberto scrive:

          Ci sono addirittura i nazisti dell’Illinois
          🙂

          https://youtu.be/ZTT1qUswYL0

        • Francesco scrive:

          Io non lo so ma so di sicuro che l’Europa era piena di nazistofili negli anni ’30 e ’40 e che ce ne sono ancora, almeno fino a Mosca. E non indaghiamo casi extraeuropei famosi (Ritvan!!! dove sei finito?)

          Ciao

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “’Europa era piena di nazistofili negli anni ’30 e ’40”

            Diciamo che c’erano 1) filotedeschi e

            2) persone che invece non vedevano i tedeschi come nemici.

            I filotedeschi erano in genere quelli che avevano in antipatia la Russia (ucraini, lituani, estoni, lettoni) o la Jugoslavia (Croati) o i Cechi (slovacchi). Poi in Norvegia c’era anche qualcuno con sentimenti “germanici”.

            Poi c’erano tanti francesi, in genere cattolici, che non amavano lo Stato giacobino e pensavano che una solida amicizia franco-tedesca fosse meglio dell’ostilità.

            Più lontano, poi, c’erano quelli che vedevano negli inglesi il loro principale nemico, ma non sono europei: indiani, egiziani, argentini.

            Ma non capisco cosa c’entri questo con il “refuso” che avrei fatto parlando di storia tedesca invece che di storia europea.

            • Francesco scrive:

              Miguel

              perchè fai lo gnorri? l’Europa era piena di gente che riponeva nel NAZISMO le sue speranze, di ogni nazionalità.

              Non è una bella storia del mio passato di europeo ma non mi serve a nulla nasconderla sotto un tappeto.

              Ciao

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                ” l’Europa era piena di gente che riponeva nel NAZISMO le sue speranze”

                Sì: i tedeschi di Austria, Sudeti e Danzica.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Sì: i tedeschi di Austria, Sudeti e Danzica.”

                I sudtirolesi no: Hitler aveva subito messo in chiaro che non avrebbe toccato il suo amico/maestro Mussolini, e ha accettato la deportazione dei sudtirolesi nell’infame “referendum” senza battere ciglio.

              • Francesco scrive:

                QUELLI erano tedeschi

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Parli dei norvegesi, quindi? Effettivamente lì qualche pangermanista in senso molto lato c’era.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “l’Europa era piena di gente che riponeva nel NAZISMO le sue speranze, di ogni nazionalità.”

                A me vengono in mente gli esuli russi in Europa, che spesso (non sempre) vedevano nella Germania la forza che avrebbe potuto combattere Stalin.

                Poi ovviamente i cattolici spagnoli vedevano nella Germania il paese che poteva mandare loro armi contro i repubblicani.

                Anche in Inghilterra, c’era gente che diceva che “il vero nemico è la Russia, non la Germania”.

                Mi viene in mente la Romania, dove il movimento contadino-studentesco sperava in un appoggio tedesco sia contro i russi (per riprendersi la Bessarabia) sia contro i commercianti ebrei. Poi Hitler con la sua realpolitik li ha scaricati (e poi ha mandato i romeni a morire in Ucraina).

                C’erano persino i sionisti di destra che speravano che i nazisti trattassero abbastanza male gli ebrei europei da farli andare nella poco interessante Palestina.

                Ma sono tutti moventi geopolitici, mi dai qualche esempio di filonazista ideologico e non tedesco?

                Non valgono gli ammiratori di Mussolini, che furono tanti, vedendo in Italia un esempio di un paese che (ai loro occhi) pone fine alla lotta di classe, riesce a modernizzarsi e diventare importante nel mondo.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Non valgono gli ammiratori di Mussolini, che furono tanti”

                Conoscevo una parente stretta del Duce, che portava al collo un gioiello a forma di “M” che Churchill aveva regalato al suo Modello.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Non valgono gli ammiratori di Mussolini”

                E non valgono nemmeno individui molto, molto particolari come la greca Savitri Devi.

                Che sì, ammirava proprio Hitler, forse anche più del “nazismo” https://savitridevi.org/our-mission/

                Ma Savitri Devi non era esattamente la “greca media”.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Savitri Devi”

                Scopro solo adesso che Savitri Devi parlava otto lingue, aveva una laurea in chimica e una in filosofia, nonché un dottorato in matematica.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “Tappeto”

                Ho conosciuto un fisico Estone a Varsavia che mi ha raccontato che a casa loro la Liberazione che viene festeggiata è il giorno in cui i Tedeschi scacciarono i Sovietici dall’Estonia durante l’operazione Barbarossa.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                A proposito di Churchill (e quindi, per Francesco 😉 ) :

                youtube per i suoi misteriosi algoritmi mi segnala due video storici, uno di un’ora circa in cui Churchill viene celebrato come una delle più grandi figure del Ventesimo secolo, l’altro di una ventina di minuti in cui si dimostra che Churchill (oltre che un fanatico guerrafondaio e un affamatore dell’India) era un idiota che ha reso difficile il compito dei militari inglesi a guerra già iniziata con la sua mentalità “da scolaro amante delle risse” e il suo vizio di interferire a cazzo nelle decisioni militari.

                Ovviamente ho guardato il secondo, e non solo per la durata 😉

              • Peucezio scrive:

                Francesco,

                “perchè fai lo gnorri? l’Europa era piena di gente che riponeva nel NAZISMO le sue speranze, di ogni nazionalità.
                Non è una bella storia del mio passato di europeo ma non mi serve a nulla nasconderla sotto un tappeto.”

                ti rendi conto che fai del moralismo e della tabuizzazione retroattiva anziché cercare di capire la storia per quello che è?

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                non solo non mi rendo conto, non ho proprio capito!

                Se volessi spiegarmi

              • Peucezio scrive:

                Madonna santa, come si fa a spiegarlo in modo più chiaro di così.

                Una cosa non viene analizzata, ma diventa automaticamente il Male.
                Non esistono il Male e il Bene metafisici, ci sono i fenomeni storici, da valutare nella loro complessità.
                Compreso il nazionalsocialismo.
                Il tabù, lo stigma non sono categorie storiche, sono categorie metafisiche e soprattutto moralistiche.

                (Che non significa affatto che gli eenti storici non siano suscettibili anche di valutazione morale. A ottant’anni di distanza, con tutti o quasi i protagonisti morti me ne sfugge un po’ il senso: le urgenze mi sembrano altre, ma in linea di principio…
                Ma il male reale non è IL Male, è relativo, limitato contraddittorio, con mille sfaccettature, mischiato e fuso col bene, ecc. ecc.)

                E il moralismo funziona se ci sono i moralizzandi.
                Quindi tutti sono complici del Male. O quantomeno lo sono tanti.

                E quindi le varie contiguità con il III Reich e in nazionalsocialismo, di entità, con origini e ragioni diverse, diventano COMPLICITÀ.
                Il fanatismo moralizzatore non vuole capire le cose, cerca colpevoli, complici e in fondo vuole dimostrare che sono tutti cattivi, che siamo tutti impuri, che siamo colpevoli, reprobi.
                Il mondo è malvagio, è intriso di peccato e va emendato.
                Un cattolico direbbe che il mondo è buono, in quanto creato, che c’è il peccato, che nessuno da Adamo in poi ne è esente, così come c’è il bene, la santità, ecc.
                Uno gnostico o un cataro crede nella malvagità del mondo, che va purificato.

                Sì, però mi devi pagare.
                Ti ho scritto un fiume di parole per spiegarti cose che avevo espresso in modo sintetico quanto chiarissimo, se solo avessi avuto la compiacenza di fare uno sforzo!

              • Francesco scrive:

                Ti dirò, caro Peucezio, che il mio giudizio è anche più radicale di così.

                Secondo me, chi negli anni Trenta incappava nei nazisti aveva il dovere di capire che merda erano, le loro idee e loro stessi. Non ho bisogno di mettere maiuscole metafisiche, mi basta il volgare termine “merde” per qualificarli e mi basta quello che dicevano e facevano fin dall’inizio.

                Capisco chi ha scelto di non vedere e capire perchè quelli erano anni terrificanti ma rimane una colpa.

                Col fascismo il discorso è diverso perchè la violenza era nell’aria e pareva indicare una via di uscita della crisi e “tempi disperati richiedono misure disperate”.

                Credo però che il nazismo si qualificasse da subito, almeno per chi lo incontrava da vicino, de visu, per il male che era. Un pò come incontrare Lenin, per fare un paragone.

                Ciao

                PS sì, in effetti ho modificato quello che scritto prima, ripensandoci. Il nazismo era il fascismo tedesco “visto da fuori” da dentro credo fosse da subito molto peggio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “chi negli anni Trenta incappava nei nazisti aveva il dovere di capire che merda erano”

                Se tu fossi stato un militante per l’indipendenza dell’India in quegli anni, avresti detto, “ecco qualcuno che con conosco, che sta creando problemi alla merda che conosco. Ah, e ci hanno pure copiato lo svastica!” (svastica sost. maschile)

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                pure petitiones principii.

                A me non piace la frutta.
                Ma mica dico che sia male.
                Tantomeno faccio sparate moralistiche decontestualizzando e assolutizzando la storia.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Secondo me, chi negli anni Trenta incappava nei nazisti aveva il dovere di capire che merda erano, le loro idee e loro stessi. Non ho bisogno di mettere maiuscole metafisiche, mi basta il volgare termine “merde” per qualificarli e mi basta quello che dicevano e facevano fin dall’inizio.

                Capisco chi ha scelto di non vedere e capire perchè quelli erano anni terrificanti ma rimane una colpa.”

                Benissimo. Perché gli amici a Kiev per cui dovrei tifare sfegatatamente erigono statue a tizi che, incappati nei nazisti, ci si sono messi in affari in tutto e per tutto, dagli attacchi agli ebrei al reclutamento nelle forze armate naziste.
                Però qui dovevo contestualizzare, giusto?

              • PinoMamet scrive:

                “Credo però che il nazismo si qualificasse da subito, almeno per chi lo incontrava da vicino, de visu, ”

                E per chi non lo incontrava?
                Tu ne parli come se gli anni Trenta del XX secolo fossero oggi, quando c’è internet e tutti possiamo renderci conto, per esempio, di quanto sia arrogante, falso e cinico Zelenski.

                Ma negli anni Trenta, quando gli unici media erano i giornali e la radio, che raggiungevano comunque neppure tutta la popolazione europea, per non parlare di quella indiana o messicana…

              • Francesco scrive:

                Allora, potrei non essermi espresso benissimo. Secondo me, chi negli anni 30 incontrava i nazisti in Germania aveva tutti gli elementi per capire chi erano.

                Chi ne sentiva parlare in India no, poteva anche cogliere solo l’idea che fossero nemici degli inglesi (anche se pare ci volesse molto per cogliere quello prima di cogliere cosa pensassero delle razze inferiori).

                Sul presente ucraino sono troppo preso a festeggiare la liberazione di Kherson per rispondere.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Buone notizie:

    https://terpress.blogspot.com/2022/11/la-lotta-di-piombino-fa-nascere-la-rete.html
    LA LOTTA DI PIOMBINO FA NASCERE LA RETE NO RIGASSIFICATORI NO GNL NAZIONALE

    LA LOTTA DI PIOMBINO FA NASCERE LA RETE NO RIGASSIFICATORI NO GNL NAZIONALE

    ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COMITATI A PIOMBINO IL 19 NOVEMBRE

    La prima manifestazione contro il rigassificatore a Piombino c’è stata l’8 giugno, organizzata da noi, un piccolo gruppo di cittadini, da cui il nostro nome Gazebo 8 giugno. Eravamo mossi dalla paura e dalla contrarietà alla decretazione d’urgenza che rende possibile lo scempio. Da allora una quarantina di manifestazioni di vario genere, organizzate insieme ai tre comitati già esistenti in Piombino, Salute Pubblica, La Piazza e Liberi Insieme. Migliaia di persone coinvolte, migliaia di articoli di stampa e trasmissioni, convegni, politici a ogni livello e di ogni partito, tanto tanto studio. Quando fu pubblicato il progetto Snam non ci tranquillizzò affatto, anzi, apparve subito affrettato ed estremamente lacunoso, lo studiammo e presentammo innumerevoli osservazioni: noi, il Comune, cittadini e associazioni.

    Molte di queste domande non hanno mai ricevuto risposta. E si è così arrivati al 25 ottobre quando Giani ha firmato una cosiddetta autorizzazione, talmente infarcita di prescrizioni da rendere forse il progetto inattuabile. E su questo noi ora puntiamo, perché siamo determinati a lottare fino alla fine. In questi mesi noi e il Comune di Piombino insieme a noi, non abbiamo mollato di un centimetro. Il nostro No e quello del nostro Sindaco, per motivi ambientali, di sicurezza, economici, è diventato sempre più convinto e motivato. Il Comune ha nominato un proprio legale, che si è dotato di uno staff di alto profilo e ha dimostrato come scientificamente tutti i nostri timori siano validi.

    In questi mesi mai una volta Il Commissario Giani si è degnato di incontrarci. Questa è la storia di una imposizione di un impianto di quel genere a un territorio senza sentire neanche una volta chi ci vive in quel territorio. Questa è la storia di un potere arrogante e prepotente che ha messo in campo ogni mezzo per piegare la nostra resistenza, compresa la disinformazione sistematica. Ma noi, cittadini armati solo della nostra ragione, siamo ancora qui e resistiamo e resisteremo; ma una cosa l’abbiamo ottenuta, le nostre lotte ci hanno fatto conoscere in tutto il mondo, noi e le nostre bellezze, ma anche ci hanno costretto a una presa di coscienza dei nostri diritti e del dover difendere i nostri territori il che farebbe bene a tanti in Italia. Noi ora siamo più informati e più consapevoli di quanto fossimo a giugno, perciò più determinati.

    Ai primi di luglio Luigi da Piombino e Nadia da Bologna hanno dato vita alla RETE NO RIGASS NO GNL, con l’idea che Piombino non poteva fare una lotta isolata, come non poteva farla Ravenna, ma unendo le forze insieme si poteva far capire ai governi e alla gente che non si era soli e che il No ai rigassificatori e ai depositi Gnl era una lotta nazionale. Da queste due città Piombino e Ravenna pian piano abbiamo unito le lotte di Portoscuso, in Sardegna che per quanto non fosse coinvolta dal decreto Aiuti come emergenza nazionale e con Commissari con poteri speciali e cioè senza le certificazioni VIA e AIA, si trova da mesi in lotta ed è possibile che anche a loro arrivi l’ok al progetto navi rigassificatori. Però Portoscuso e Piombino hanno le navi in porto vicino alle case, Ravenna invece ha la nave rigassificatore a 4 miglia dalla costa ed è un pò meglio, anche se è pur sempre pericoloso e impattante. Via via la RETE NO RIGASS NO GNL ha incontrato i comitati di Panigaglia, alcune persone che hanno seguito Porto Viro, l’associazione di Trieste che ancora agisce e che si trova con una parte del governo che vuole rinverdire un vecchio progetto abbandonato nel 2016 e cosi’ a Gioa Tauro, Falconara e tanti altri. Oggi la rete consta di 47 contatti via whatsapp e 34 via mail, questo gruppo ha dato supporto con documenti presentati a Piombino e Ravenna per le osservazioni ai progetti SNAM, ma soprattutto oggi ha deciso di incontrarsi a Piombino città simbolo della nuova devastante strategia di negare la partecipazione dei cittadini e soprattutto sono negati con le procedure di urgenza ed emergenza nazionale i diritti di applicazione delle tutele ambientali e sanitarie come la VIA e AIA, per impianti che sono d’ufficio nella Seveso 3 perchè soggetti a incidenti rilevanti. Il 19 novembre 2022 dalle 14 i comitati e dalle 16 comitati e cittadini si trovano all’Hotel Centrale per una assemblea generale. Siete tutti invitati.

    info retenorigassnognl@gmail.com tel. 3486531575

    Maria Cristina Biagini Comitato Gazebo 8 giugno

    Nadia d’Arco RETE NO RIGASS NO GNL

    • Francesco scrive:

      Scusa ma sono veri o è il Lercio? una divertente parodia dei Comitati Nimby italioti?

      PS roberto e io ci iscriveremo per fondare la corrente “contro il GNL invadere l’Ucraina subito, senza se e senza ma”, così torniamo prima al Gas Naturale Gassoso russo!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “Comitati Nimby italioti”

        Il contrario.

        “Nimby” sarebbe, “a Piombino no, fatelo pure a Gioia Tauro!”

        Per questo è importante il passaggio a un comitato nazionale, che è quanto di meno nimbesco ci possa essere.

        I Nimby veri sono quelli che “a casa mia voglio il gas, il fracking ve lo fate nel Texas”

        • Francesco scrive:

          Ehm, ti faccio presente che il motto è “a casa mia voglio l’elettricità, il come e dove la si produce non mi interessa”. Solo applicato a tutta l’Italia, tanto la importiamo da Francia, Slovenia e Austria (ma manco questo sanno).

          No, avrò rispetto dei Nimby quando a casa loro avranno gli standard tecnologici degli Amish.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “tanto la importiamo da Francia, Slovenia e Austria ”

            Ma tanto loro la fanno col nucleare che è bellissimo da tenere in casa, quindi che problema etico ti poni?

            • Francesco scrive:

              Io? io sto benissimo, infatti non sono in piazza a protestare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E allora perché vuoi che atri protestino al posto tuo?

              • Francesco scrive:

                non mi sembrava di aver solidarizzato con la rete Nimby presentata da MM

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “non mi sembrava di aver solidarizzato con la rete Nimby presentata da MM”

                Ti ho appena spiegato che è il contrario di una rete “Nimby”. E’ una rete Inby, “In nobody’s backyard!”.

              • Francesco scrive:

                e io ti ho replicato che, finchè useranno i prodotti della moderna tecnologia, per me queste sono bugie e scuse ma la sostanza è esattamente quella dei Nimby

                “Voglio tutto il bello della modernità e non voglio vedere l’altra faccia della medaglia.”

                Chi è contro il rigassficatore deve per prima cosa rinunciare all’elettricità (sarò clemente, possono usare l’eolico e il solare, se riescono a produrlo senza “il sistema”). E poi andiamo a vedere cosa altro c’è nella “bolla”, come la chiami tu.

                Gli occhiali senza di cui sarei orbo, i colliri senza di cui sarei cieco, le medicine senza di cui sarei vedovo, e questo è solo l’inizio.

                Si viveva anche nel 1700, senza alcun dubbio. Come si vive anche oggi in Somalia o ad Haiti.

                Ma preferirei non finire lì.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Chi è contro il rigassficatore deve per prima cosa rinunciare all’elettricità”

                Veramente basterebbe rinunciare alla guerra. Che ha anche altri costi.

              • Francesco scrive:

                Guarda che io sono serio: chi è contro il rigassificatore di solito è anche contro ogni altro impianto Utilissimo ma Scomodo o Puzzolente o colpevole solo di essere necessario.

                Visto che respiro l’aria della Pianura Padana, anche quando vado in bicicletta, sarei felice di un pò di coerenza tra scelte e conseguenze.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “Amish”

            OAAF!!!

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            “No, avrò rispetto dei Nimby quando a casa loro avranno gli standard tecnologici degli Amish.”

            E io avrò rispetto degli Iyby (“In your backyard!”) quando faranno una centrale nucleare in Piazza Duomo a Milano, o un inceneritore di rifiuti davanti agli Uffizi a Firenze.

            O fraccheranno le Dolomiti invece di farci le piste da sci.

            • Francesco scrive:

              Io aspetto la mia centrale da assai tempo. Non me la vogliono fare!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “Iyby”

              Magari!!!

              Io ho una centrale a carbone sotto la Lanterna a pochi Km dalle finestre di casa mia. E un’altra centrale a carbone ce l’ho a Vado Ligure; ha moltiplicato i casi di cancro in zona.

              Casi veri, non la fuffa delle statistiche di greenpeace (minuscola voluta) sulla nube di Chernobyl.

              Dove si deve firmare per sostituirle con centrali nucleari?

              Vai a Pietrafitta, vicino Città della Pieve. C’è una vecchia centrale a carbone dismessa perché sostituita dall’adiacente centrale a metano. A neanche un Km, sulla strada per Piegaro, c’è un agriturismo, l’Abbazia dei Sette Frati. Nei secoli passati era appunto un’abbazia davanti alla quale si teneva il principale mercato delle vacche dello Stato Pontificio fuori Roma. L’abbazia ha affreschi ricuperati e restaurati dalla proprietaria, che è una laureata in Restauro; erano coperti completamente dalla fuliggine che usciva dalla centrale a carbone. Via quella, si sono potuti ripulire e si è potuto ricuperare lo spazio dell’abbazia.

              Dimenticavo: per produrre la stessa quantità di elettricità fornita dalla centrale a metano non basterebbe ricoprire di specchietti e girandole tutta la vallata, anche ammesso che funzionassero con la pioggia, col cielo coperto o di notte.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • roberto scrive:

              miguel

              “quando faranno una centrale nucleare in Piazza Duomo a Milano, ”

              io dalle finestre del mio ufficio vedo la centrale nucleare di cattenom ad esettamente 22km in linea d’aria, va bene?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “io dalle finestre del mio ufficio vedo la centrale nucleare di cattenom ad esettamente 22km in linea d’aria, va bene?”

                Vai, un biglietto gratis per criticare i piombinesi.

                Francesco cosa offre?

              • Francesco scrive:

                a parte la camera a gas più grande d’Europa?

                temo nulla, qui in Italia non si costruisce nulla e le grandi industrie milanesi sono state chiuse negli anni 70

                🙁

              • roberto scrive:

                francesco e miguel

                “a parte la camera a gas più grande d’Europa?”

                in effetti mi sento più sicuro a respirare i vapori che escono da cattenom che davanti al duomo a milano

  13. Miguel Martinez scrive:

    L’errore di Francesco secondo me sta nel confondere molta gente che per motivi contingenti pensava bene, o non male, di Hitler, con “filonazisti”.

    Negli Stati Uniti, c’erano tante persone che vedevano male gli ebrei (quasi quanto vedevano i cattolici italiani e polacchi e lituani). E quindi, le poche volte che pensavano alla Germania, dicevano, “Hitler fa bene a limitare il loro strapotere”.

    Poi cosa avrebbe pensato Hitler dell’ultrademocratismo americano, dell’idea che l’Individuo conta più di qualunque Stato e che il Potere nasce dalla canna del fucile (dell’Individuo)…

    • Francesco scrive:

      No, credo proprio che la crisi delle società “liberal-capitalistiche” dei tardi anni ’20 e ’30 avesse aperto ampi spazi ad alternative, quali il fascismo e il comunismo.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “No, credo proprio che la crisi delle società “liberal-capitalistiche” dei tardi anni ’20 e ’30 avesse aperto ampi spazi ad alternative, quali il fascismo e il comunismo”

        Dunque:

        1) per darti ragione, ho tirato fuori un sacco di motivi per cui un tedesco poteva essere filonazista

        2) per darti ragione, ho spiegato un sacco di motivi per cui molti non tedeschi, dall’India all’America, potessero vedere in modo non negativo l’affermarsi del nazismo in Germania (essenzialmente due motivi opposti: “difendere l’Occidente dalla barbarie russa” e “liberarci dagli oppressori inglesi”).

        Non ho sentito tuoi commenti su questo, precisazioni, aggiunte, niente.

        • Francesco scrive:

          perchè io parlavo di nazismo, tu di Germania

          io ho cercato di ampliare la visuale usando il termine fascismo, usato nella storiografia anglofona per il movimento politico

          era pieno di nazisti inglesi, che mi interessano di più dei filo-germanici irlandesi

          anche perchè ci stanno un tot di nazisti, mentre il vecchio filo-germanesimo è solo storia antica

          ciao

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “perchè io parlavo di nazismo, tu di Germania”

            No, parlavo dei motivi per cui la politica promossa dal Partito Nazionalsocialista del Lavoratore Tedesco poteva piacere a tedeschi, e perché poteva piacere ad alcune – diversissime – categorie di non tedeschi.

            La questione dei fascismi è diversa: tanta gente in Europa, di ceto medio/alto, vedeva in Mussolini il modello di una soluzione che salvasse dal comunismo e permettesse uno sviluppo economico dove la lotta di classe sarebbe stata superata in nome di una “superiore armonia” (che poi un comunista dirà, non del tutto a torto, “sì, l’armonia dei padroni!”).

            Non mi risulta che ci fossero movimenti non tedeschi che vedessero nel nazismo un modello, perché era troppo legato al nazionalismo tedesco.

            Non sono al corrente di nazisti inglesi: c’era Mosley con la British Union of Fascists, Henry Williamson e molti altri. Avevano due punti che li avvicinavano al nazismo: una discreta giudeofobia (senza manifestazioni violente) e l’idea che l’Inghilterra condivideva molte radici culturali con la Germania e che la Prima guerra mondiale fosse stato un errore.

            Poi sicuramente guardavano dall’alto in basso africani, indiani e altri popoli sottomessi, ma questa era la base stessa dell’Impero britannico.

            Ma non li chiamerei affatto “nazisti”.

            No, ancora non vedo chi sono i tuoi “nazisti europei”.

        • PinoMamet scrive:

          1- NON ci stanno un sacco di nazisti, anzi credo che i (neo) nazisti siano lo zero virgola zero qualcosa della popolazione europea, a contarli;

          2- negli anni Trenta c’erano molte persone, in Europa o nel mondo, che facevano il tifo per Hitler, e di solito per motivi molto diversi tra loro e che potevano anche c’entrarci 😉 poco con le peculiari idee del Mein Kampf…

          Non credo che al nazionalista indiano Subhas Bose per esempio il ruolo presunto degli ebrei nelle economie europee togliesse il sonno la notte 😉

          • Francesco scrive:

            sul punto 1 forse sono poco obiettivo perchè UN nazista oggi è per me una enormità, lo riconosco

            sugli anni Trenta invece ho moltissimi dubbi, c’era una caterva di intellettuali, scienziati, imprenditori, alti burocrati europei che si schierano con i fascismi, temo proprio

          • PinoMamet scrive:

            I fascismi però non vuol dire niente, e schierarsi con i fascisti meno ancora.

            Da “nutrire vaghe simpatie per un governo autoritario” a “sostenere lo sterminio degli ebrei” c’è un oceano intero…

            Non giochiamo con le parole.

            • Francesco scrive:

              Discordo: credo che per vari anni si sia pensato che l’esperimento democratico fosse fallito e che fosse necessario uno stato autoritario, anti-materialista e anti-bolscevico.

              In questo contesto il razzismo contro gli ebrei e il loro sterminio sono “accidenti” germanici, non sostanza della proposta politica.

              • PinoMamet scrive:

                Sì ma tu parlavi proprio di nazismo…

              • Francesco scrive:

                il nazismo è l’esempio “più fulgido” di regime fascista, no?

                credo anche quello che raccolse i maggiori successi , forse apparenti, prima della guerra

                lo dico cercando di mettermi nei panni degli anni ’30

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                …no?

                In realtà tra fascismo italiano e nazionalsocialismo tedesco ci sono somiglianze, ma anche parecchie differenze.

              • Francesco scrive:

                Pino

                sono d’accordo con te ma dubito la cosa fosse “chiara” negli anni Trenta e Quaranta.

                Ciao

  14. Miguel Martinez scrive:

    So anche per storie narratemi in famiglia, che tanti negli Stati Uniti ce l’avevano con l’impero britannico, nel solco della rivoluzione americana, e dicevano, “why should we pull Britain’s chestnuts out of the fire?”

    E quindi non tifavano per Churchill, almeno fino a Pearl Harbor.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Mi sento chiamato in causa, per fortuna non è l’unico mondo che c’è…

    certe volte Miguel
    questo mondo può farti paura
    per fortuna, Miguel, non è il solo che c’è
    basta chiudere gli occhi

    https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=40770

    Stanotte ho sentito un grande boato
    sembrava una bomba chissà
    mi ha fatto paura, la casa ha tremato
    e ha tremato l’intera città

    La gente per strada, la gente scappava zan zan

    Non era una bomba quel grande boato
    ma un tuono lontano laggiù
    tu questo hai sentito
    di certo hai sbagliato
    sono grande, ne so un po’ di più

    La gente per strada, la gente ballava zan zan

    Certe volte Miguel
    certe volte Miguel
    questo mondo può farti paura
    per fortuna, Miguel, non è il solo che c’è
    basta chiudere gli occhi

    Stanotte li ho visti gli aerei nel cielo
    sfrecciare più in alto e più su
    non so se era un gioco oppure era vero
    ma vorrei non tornassero più

    La gente per strada, la gente scappava zan zan
    Stanotte non c’erano aerei nel cielo,
    ma sciami di stelle lassù
    è questo che hai visto, che hai visto davvero
    tante stelle giocare nel blu

    La gente per strada, la gente danzava zan zan

    Certe volte Miguel
    certe volte Miguel
    questo mondo può farti paura
    per fortuna, Miguel, non è il solo che c’è
    basta chiudere gli occhi

  16. tomar scrive:

    A tutti e di nuovo
    sul ragazzo “nazista” e picchiatore espulso dalla scuola per un anno.
    Averlo “semplicemente” espulso dalla scuola per un anno, lasciandolo all’aria aperta, quell’aria evidentemente così tossica da farlo essere in quel modo, è peggio che se lo avessero condannato a un anno di carcere.
    Ricordiamoci di Malcolm X.

    • PinoMamet scrive:

      Sì, beh, ma suppongo che questo abbia reso l’aria della scuola molto meno tossica per i compagni 😉

      E non penso al suo presunto nazismo, ma alla sua presumibile problematicità.

      Stare fuori non gli farà bene? Non saprei, però ogni tanto, oltre che di Caino, bisogna ricordarsi anche di Abele 😉

      • tomar scrive:

        a Pino Mamet
        “però ogni tanto, oltre che di Caino, bisogna ricordarsi anche di Abele”
        Certo, ma fissare come sostanze Caino e Abele è un punto di vista dell’ebraismo che non condivido.
        Io da materialista dialettico mi sento più vicino al completamento cristiano della vicenda. 😉

      • PinoMamet scrive:

        …e qual è?

        • tomar scrive:

          …e qual è?

          E’ per me semplicemente che Caino e Abele non sono sostanze ma accidenti, non si è Caino e Abele ma si diventa Caino e si diventa Abele, dipende pressoché tutto dalle circostanze, dall’aria che si respira, soprattutto da bambini e da giovani, poi, cambiando l’aria, Caino può diventare Abele e viceversa.
          A me è capitato più volte di pensare ad Adolf bambino e adolescente e non sono affatto sicuro che dovesse per forza diventare Hitler.
          Su questa storia Caino-Abele le riflessioni più profonde che conosco mi sembrano quelle di Dostoevskij (che divenne in vecchiaia anche un bel po’ antiebraico, cosa per cui un mio carissimo ebreo ateo si rifiuta categoricamente di leggerlo e non immagini quanto mi dispiaccia per la sua completa umanità).

          • tomar scrive:

            corrige: un mio carissimo amico ebreo ateo

          • PinoMamet scrive:

            Sì, tutto interessantissimo, ma stiamo sul pezzo: per farsi sospendere per quindici giorni, nella scuola italiana, bisogna averla fatta grossa parecchio.

            Per farsi sospendere un anno intero, non basta aver dato uno schiaffo a un professore: probabilmente quello è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

            E studenti, professori, bidelli e anche passanti, staranno meglio senza di lui.

            Si prenda un anno di riflessione su come trasformarsi in Abele.

            Oppure se ne vada a quel paese, che è persino meglio.

          • roberto scrive:

            tomar

            che l’aria che ognuno di noi respira abbia una influenza su quello che siamo mi trova d’accordo.

            ma credo che sia esperienza di tutti noi che persone che respirano la stessa aria fanno scelte diverse, o sono diverse, e per me cambiare aria non è sufficiente e a volte nemmeno necessario

            e poi come dice giustamente pino, a prescindere dall’aria, hai un momento preciso in cui c’è un caino ed un abele, quando tizio da un pugno in faccia a caia, beh hai un pugno in faccia, un occhio nero ed un’anima ferita (non sono sicurissimo che sarei molto felice a rientrare in una classe dove sono stato pubblicamente picchiato, e ancora di meno a ritrovarmici con il picchiatore)

  17. tomar scrive:

    Ricordiamoci di Malcolm X
    e di don Lorenzo Milani.

  18. Moi scrive:

    @ MIGUEL / TOLKIENOFILI 😉 …

    “Gli anelli del potere”: un’occasione persa

    —————–

    “Gli elfi ci rubano il lavoro” (Sic!)

    https://www.heraldo.it/2022/10/16/gli-anelli-del-potere-una-recensione/

    cast e troupe bilanciati per genere ed etnia secondo una rigorosa logica da manuale Cencelli.

    [CIT.]

    • Francesco scrive:

      beh, già Jackson aveva fatto capire che non è epoca all’altezza di Tolkien, la nostra

      figurati questi scappati di casa! hanno messo nel telefilm tutto quello che hanno, cioè niente, e tutto quello che hanno capito di Tolkien, che è anche meno

      • Moi scrive:

        … Come si dice “OK Boomer !” , in Elfico ? 😉

        • Francesco scrive:

          rimane che hanno dovuto zittire i commenti, tanto fa schifo il programma!

          😀

        • PinoMamet scrive:

          In effetti non è un buon segno. Silenziare i commenti negativi (non un paio: migliaia) è una toppa che è peggio del buco.

          Su youtube comunque si moltiplicano i canali di persone

          (comprese donne, gay e minoranze varie, ma direte “eh vabbè sono i soliti “amici gay” da prendere ad esempio…
          quindi, più importante ancora: compresi gli addetti ai lavori, sceneggiatori e insegnanti di cinema)

          critici (per usare un eufemismo) verso l’ “agenda woke” delle produzioni degli ultimi 10, 15 anni.

          Consiglio:
          https://www.youtube.com/watch?v=12f0ligwS5s

          (c’è anche la versione di 2 ore, se ci tenete)

          Sintesi:
          agli spettatori uomini piacciono i personali femminili forti: sempre piaciuti.
          Non gli piacciono i personaggi femminili stronzi .
          Vanno benissimo le minoranze: va meno bene sbatterle dentro obbligatoriamente dove non c’entrano niente…

          • Francesco scrive:

            ma alle spettatrici donne piacciono i personaggi femminili stronzi o no?

            dopo tutto sono metà del cielo

            idem per le minoranze: loro vanno a vedere i film con dei loro personaggi messi dentro alla cazzo o no?

            ciao!

          • PinoMamet scrive:

            Ai miei studenti nero direi che la cosa è completamente indifferente.

            E devo dire che anche le studentesse non sono particolarmente interessate alle super eroine “femministe”.
            Mentre invece erano molto toccate dal tema del catcalling.

            • Francesco scrive:

              che sarebbe?

              scusa ma non sono Moi

              • tomar scrive:

                “che sarebbe?”

                Neanche io sono Moi, ma comunque l’articolo 660 del codice penale dice che “chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516“.
                L’articolo 660 non menziona, e per fortuna, il termine catcalling ma direi che ci sta dentro tutto.

              • PinoMamet scrive:

                Un paio d’anni fa era salito alla ribalta proprio con il termine in lingua inglese, pardon americana, e andava dai casi elencati dal Codice a “ciao bella!” gridato per strada (e, nelle intenzioni di alcuni, trattato penalmente quanto quelli…).

                Secondo le mie studentesse, alcuni ragazzi che in piscina uscirono dall’acqua per conoscerle erano pure catcallatori 😉

                Non ho più quella classe, ma non mi risulta che nessuna di loro, per coerenza, sia entrata nelle suore di clausura 😉

              • Francesco scrive:

                vedi che alcune benemerite istituzioni cattoliche sarebbero ancora oggi delle vere benedizioni per la nostra società?

                o tempera, o mares!

                (dedicato ai pittori di barchette)

  19. Moi scrive:

    Femminismo Sui Generis … o Genderis ?! 😉

    https://www.youtube.com/watch?v=eEG6UkhIl7c

    Giorgia Meloni: “sono donna, sono madre, sono put**na”. E queste sarebbero femministe?

  20. Moi scrive:

    Was Pushkin Black ? 😉

    https://jordanrussiacenter.org/event-recaps/those-crazy-americans-of-course-pushkins-not-black/#.Y2uLo73MLIU

    [SPOILER 😉 :

    negli USA coevi lo sarebbe stato, ergo per il Mondo Occidentale … se Hollywood lo decide, lo è ! 😉

    • Moi scrive:

      I have always been able to joke that Black people are able to recognize their own even in others who may not look “traditionally Black,” i.e. dark skin, wide nose, and big lips. It was the summer of 2012, and I was studying the Russian language and literature in St. Petersburg when I came upon this statue of Alexander Pushkin, who is Russia’s equivalent to Shakespeare.

      https://bookriot.com/alexander-pushkins-blackness/

  21. Moi scrive:

    “La Ferragni del Clima che ha abbindolato tutti i Capi di Stato Occodentali tranne Donald Trump” [sic]

    https://www.nicolaporro.it/greta-thunberg-annuncio-a-sorpresa-la-regina-dei-gretini-passa-il-testimone/

    … passa il Testimone.

  22. Moi scrive:

    … secondo me il NaziCosplayer di essere stato cacciato da scuola se ne frega, anzi starà meglio : probabilmente la riterrà infarcita di Propaganda Ebraica, la stessa Lobby Globalista che gli riempie le discoteche di negroni a caccia di figa bianca ! 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “probabilmente la riterrà infarcita di Propaganda Ebraica, la stessa Lobby Globalista che gli riempie le discoteche di negroni a caccia di figa bianca !”

      Stiamo sempre facendo ipotesi a vuoto su persone che non conosciamo: la mia è che a lui di ebrei, globalisti e negroni non gliene importa niente. Anzi, magari è di origine straniera lui stesso.

      Semplicemente di fronte alla signora di mezza età che per un’ora di fila predica che bisogna essere Buoni, e magari citando Hitler come esempio del demonio, la prima cosa che gli è venuta in mente era disegnare una svastica.

      Tra l’altro, ho conosciuto un notissimo neofascista italiano… figlio di illuminati progressisti, lo hanno mandato a una scuola privata laica per figli di illuminati progressisti, che hanno mandato i bimbetti in terza media in pellegrinaggio a Marzabotto, dove davanti al Monumento ai Martiri, gli è scappato il primo saluto romano e la prima (ma certo non ultima) sospensione.

    • tomar scrive:

      per Moi
      “… secondo me il NaziCosplayer di essere stato cacciato da scuola se ne frega, anzi starà meglio”

      Mancavi solo Toi.

  23. tomar scrive:

    per Miguel
    “Beh, direi che si è affrancato una volta per tutte dalla scuola, che visto il suo presumibile carattere deve essere il massimo.”
    Quoque tu Miguel?
    Confesso che questa unanimistica convergenza di per altri versi così diversi commensali sul crucifige, sul dagli all’untore, su come staranno-staremo tutti meglio senza il ragazzotto nazista tra i piedi che così affrancato potrà così godere se stesso in assoluta pienezza… mi fa un po’ star male. E vabbè saranno anche quelli fatti miei.

    • Francesco scrive:

      Posso? forse anche per lui essere allontanato dalla scuola sarà l’occasione di trovare un suo posto nel mondo, non necessariamente criminale.

      Su questo mi sento in sintonia con Peucezio, non credo che l’istruzione e la scuola siano condanne da erogare a tutti.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “Su questo mi sento in sintonia con Peucezio, non credo che l’istruzione e la scuola siano condanne da erogare a tutti.”

        🙂

        • tomar scrive:

          “Su questo mi sento in sintonia con Peucezio, non credo che l’istruzione e la scuola siano condanne da erogare a tutti.”
          Anche io, e condivido molte delle ragioni di Ivan Illich.
          Ma tirarlo fuori nel caso in fattispecie mi sembra nella migliore delle ipotesi benaltrismo, nella peggiore lasciamo perdere.

          • Francesco scrive:

            Sarò una brutta persona ma l’idea che infliggere al ragazzotto in questione delle sedute di psicologo scolastico ma da più del sadismo che della soluzione del problema.

            La mia ipotesi di partenza è che a questo ragazzo la scuola faccia male.

    • PinoMamet scrive:

      Non credo che sia un ragazzotto nazista.
      Credo che sia un ragazzotto stupido, violento e rompicazzo, che deve essercisi messo proprio di impegno per farsi cacciare dalla scuola italiana.

      Per inciso, due settimane fa nella mia scuola (non nel liceo, nel tecnico a cui sventurate riforme hanno obbligato a unirsi) c’è stato un quasi accoltellamento tra studenti.

      Un ragazzino, accusato di furto da altri di un’altra classe, ha preso una bottiglia da un bidone fuori dalla scuola e si è esibito nel numero “spaco botilia amazo familia”.

      Al pomeriggio, non pago, si è presentato sotto casa dell’ altro con un machete, ed è poi stato allontanato dai carabinieri.

      L’anno scorso aveva gettato uno zaino pieno di un amico dal terzo piano, sulla strada sottostante, senza minimamente preoccuparsi di eventuali passanti (punizione: portare delle slides sul bullismo, biecamente copiate da internet).

      Quest’anno è riuscito a farsi dare quindici giorni di sospensione con frequenza….

      C’era un commentatore, su questo blog, che usava ricordare quante tipologia di lavoro pesante necessitino di manodopera.

      Io mi limito a suggerire (spero che Z. legga 😉 ) lo sbirulificio.

      • roberto scrive:

        pino

        “L’anno scorso aveva gettato uno zaino pieno di un amico dal terzo piano, sulla strada sottostante, senza minimamente preoccuparsi di eventuali passanti”

        a quanto mi consta il primo licenziamento per ragioni disciplinari di un eurocrate risale ai primssimi anni sessanta (1961? 1962? qualcosa del genere) e si trattava di un inglese (tal maurice alvis, lo dico perché il nome è riportato nella sentenza) che, in stato di alterazione alcolica, aveva gettato dei bicchieri dalla finestra del 9 piano del palazzo del consiglio

        lo dico solo per dare speranza al teppistello che potrà sempre provare un concorso eurocratico
        🙂

      • paniscus scrive:

        “Quest’anno è riuscito a farsi dare quindici giorni di sospensione con frequenza….”
        ————-

        E a che piffero serve la “sospensione con frequenza”?

        La cosiddetta sospensione con frequenza aveva senso fino a 20 o 30 anni fa, quando la sospensione VERA, cioè l’interdizione dalla frequenza, avrebbe solo fatto un favore all’alunno che già NON voleva andare a scuola e che già abituato ad assentarsi spesso. Per cui, il ragionamento era: “ti becchi la sanzione disciplinare formale che pesa sulla valutazione, ma a scuola ci vieni lo stesso, così almeno sei costretto a seguire lo stesso le regole della scuola, a impegnarti, a fare i compiti, a studiare, e a essere interrogato, invece di sbracarti sul divano o andare al parco giochi”.

        Ma siccome il bullo quadratico medio attuale NON vuole affatto starsene fuori, ma vuole andare a scuola, appunto perché ci può andare anche senza studiare, fare i compiti e senza rispettare le regole, e vuole andarci solo per disturbare, provocare e divertirsi creando disagio ad altri, che senso ha la “sospensione con obbligo di frequenza”? Gli si regala solo una sodisfazione in più!

    • paniscus scrive:

      “su come staranno-staremo tutti meglio senza il ragazzotto nazista tra i piedi ”
      ——–

      A me non frega più di tanto che sia nazista (che probabilmente non è nemmeno vero), il problema è che sia un bullo aggressivo e picchiatore.

  24. Moi scrive:

    Ma non era che

    “la politica è la prosecuzione dell’ economia con altri mezzi
    la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi ”

    ?

    Che Guevera, o giù di lì …

  25. Miguel Martinez scrive:

    Per gli amanti dell’America…

    https://colinrivas.tv/video/kanye-west-with-drink-champs-pt-1/

    Kanye West spiega il rapporto tra Noi Neri Discendenti delle Dodici Tribù Disperse d’Israele, portatori del sangue di Gesù, con i loro cugini ebrei bianchi, che però sfruttano i neri nello show business e li usano per far vedere come sono buoni e inclusivi.

  26. Miguel Martinez scrive:

    Su Piombino…

    Il governo ha deciso di mettere a qualche centinaio di metri dalle case degli abitanti una roba dallo straordinario potenziale distruttivo, per poter pagare all’America il gas a quattro volte il prezzo a cui si pagava prima, da estrarre con la tecnica più distruttiva nota all’uomo.

    Perché – non per la prima volta nella storia – si sta facendo trascinare da un amico straniero (proprio quello che gli vuole vendere il gas a quattro volte il prezzo) in una guerra mondiale.

    A questo, i piombinesi reagiscono comprensibilmente preoccupati, e fanno benissimo.

    Solo che la questione dovrebbe essere di tutta Italia.

    Niente sanzioni a nessuno, niente armi a paesi in guerra, niente basi militari straniere sul proprio suolo, niente rigassificatori.

    Sarebbe un programma minimo per un governo “sovranista”, che invece preferisce occuparsi di rave.

    • Francesco scrive:

      Provateci, ci sono delle cose chiamate “elezioni” per verificare se c’è consenso sul quel “benissimo”.

      Non mi stupisco di non voler nessun punto del programma sovranista!

      🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “Non mi stupisco di non voler nessun punto del programma sovranista!”

        Ottimo. E’ la base da cui partire.

        Premesso che nel mondo la gente tende a scegliere tra due grossi partiti…

        Se un Grosso Partito dice:

        “vogliamo un pericoloso rigassificatore perché vogliamo farvi pagare il gas quattro volte di più perché vogliamo partecipare anche noi a una guerra mondiale”

        e l’altro dice il programma sovranista che ho espresso,

        la gente voterà in un certo modo.

        Se un Grosso Partito dice, “la cosa più importante del mondo è condannare dalla mattina alla sera un governo di ottant’anni fa”

        e l’altro Grosso Partito dice, “no, la cosa più importante del mondo è ridurre il numero di senegalesi che vendono catrafuse per strada e non togliere le concessioni ai bagnini”,

        la gente voterà in modo ben diverso.

        • Francesco scrive:

          >>> Premesso che nel mondo la gente tende a scegliere tra due grossi partiti…

          premesso che in Italia non è per nulla così, sbaglio o tu/voi vorreste cambiare le cose?

          vuoi il sovranismo pacifista e decrescista? hai già come sponsor il Papa e pure gratis, adesso lavorare!

          😉

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “sovranismo pacifista e decrescista”

            Tu sei un genio.

            Come sei riuscito a inserire tre contraddizioni in termini in quattro parole?

            Se sei sovranista di certo non sei pacifista, perché devi fare la guerra a mezzo mondo (come minimo alla UE e ai migranti, ma proprio come minimo).

            Se sei pacifista sei contro i guerrafondai, e la decrescita in questo momento la sta portando la guerra, non la pace.

            Se sei decrescista non sei sovranista, perché se c’è una cosa che i decrescisti propagandano e una visione della politica e dell’economia estesa a tutto il genere umano.

            Sono ammirato, dico sul serio.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  27. Francesco scrive:

    OT

    per un breve attimo, è stato possibile che i candidati alla presidenza della Lombardia fossero Fontana, Moratti, Cottarelli.

    Roba da votare a occhi chiusi tanto non potevo sbagliare più di tanto!

    😀

    fine OT

    OT number 2

    i russi stanno ritirandosi di Kherson? se fosse vero, mi pare una notizia militarmente molto importante. Putin sta davvero perdendo sul campo?

    fine OT number 2

  28. Miguel Martinez scrive:

    Sempre fantasticando sul futuro dello studentello di Gallarate, mi chiedo una cosa.

    Mettiamo che esca definitivamente dal sistema scolastico e dalle soffocanti coccole dell’inclusività punitiva.

    Nella mia esperienza personale:

    1) la scuola superiore si subisce esattamente nel momento di massima ribellione adolescenziale, per cui è normale che le persone sane si ribellino, e più cercano di rificcarlo dentro il nido, più si ribellino. E’ biologia.

    2) la gente, se non è particolarmente motivata, non impara praticamente nulla a scuola (io il latino e il greco me li sono imparati da solo, prima di andare a scuola, e poi ho campato di rendita al liceo classico, dove non ho imparato quasi nulla).

    Quindi, non è certo una tragedia.

    Ma credo che il titolo scolastico – e sempre di più anche la laurea triennale – stia diventando come l’app con lo spid, il QR code e altra robaccia senza la quale non puoi entrare da nessuna parte. E proprio per questo, la scuola è necessariamente diventata poco selettiva: negare un titolo di studio sarebbe come negare la carta d’identità.

    Praticamente, chi non ha almeno la laurea triennale oggi farà fatica a trovare anche un posto come facchino alla Esselunga.

    Almeno è la mia sensazione.

    • Miguel Martinez scrive:

      Aggiungo che personalmente, per motivi generazionali, non ho mai dovuto far vedere a nessuno nemmeno il diploma di scuola elementare per lavorare (la laurea me la sono scaricato per curiosità qualche mese fa dal sito dell’università).

      Ma diventa sempre più difficile, perché i burocrati delle ditte hanno bisogno di giustificare burocraticamente le aziende da cui si forniscono;

      i fornitori (tipo agenzie di traduzioni) devono a loro volta certificare chi lavora per loro;

      e la certificazione più ovvia è il titolo di studio.

      Già un paio di volte, ho dovuto firmare dichiarazioni in cui affermo di essere laureato in lingue (senza precisare che questo traduttore italiano > inglese è laureato in lingue orientali).

    • PinoMamet scrive:

      Sullo studio del latino e del greco hanno scritto interi volumi e non dovrei mettermicisi…

      diciamo che mi sono state utilissime le prime lezioni di grammatica, diciamo i primi tre mesi?
      Dopo di che, le lingue classiche (ma tutte) si imparano soprattutto traducendole. Una versione al giorno e impari il latino e il greco senza problemi.

      Lo studio della grammatica serve invece esclusivamente a passare le interrogazioni sulla grammatica 😉 : infatti l’ho dovuta ristudiare all’università, mica perché fosse più difficile tradurre il dialetto eolico di Saffo (al contrario, è più facile: c’è il testo a fronte…), ma, di nuovo, per superare gli esami di latino e greco. 😉

      Ribelli adolescenti: mah, può essere.
      Io vedo soprattutto adolescenti di due categorie:

      1- normali , persone con cui è anche piacevole discorrere, non necessariamente secchioni;

      2- stronzi , persone che vogliono dimostrarti qualcosa (intelligenza, forza, interesse, disinteresse…) non necessariamente tamarri.

      Non li trovo sani: una persona sana si fa i cazzi suoi, anche a sedici, non aspira a rompere quelli altrui.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      ma non sarebbe più semplice avere titolo senza scuola?
      Quando compi 18 anni ti viene recapitato a casa il diploma.
      Scherzi a parte (ma mica tanto),

      credo che il liceo un po’ faccia la differenza.
      L’ho notato fra i miei amici. A parità di retroterra familiare e capacità individuale, noti proprio una differenza di strumenti, coordinate, strutture di pensiero.

      La laurea invece è veramente un pezzo di carta: conosco tanti non laureati molto più colti di laureati.

  29. Moi scrive:

    Ma le Svastiche Induisto-Buddhiste _ diffusissime , da molto prima del Mostro di Braunau-am-Inn, in quella popolatissima regione di Mondo fra India e Giappone compresi _ … non le disegna più nessuno ?! 😉

  30. Moi scrive:

    @ PANISCUS & ANDREA DI VITA

    https://www.youtube.com/shorts/EEwHHsAh3gQ

    il vero (!) significato del “virgola nove periodico” … veramente bellina ! 😉

  31. Miguel Martinez scrive:

    https://www.futurity.org/air-pollution-deaths-mortality-2826852/

    Air pollution may cause far more deaths than previously thought

    “We found that outdoor PM2.5 may be responsible for as many as 1.5 million additional deaths around the globe each year because of effects at very-low concentrations that were not previously appreciated,” says Scott Weichenthal.

  32. Miguel Martinez scrive:

    https://torino.repubblica.it/cronaca/2022/11/05/news/si_ammala_di_tumore_per_luso_del_cellulare_condannata_inail_a_riconoscere_una_rendita_al_lavoratore-373067659/

    Torino
    Si ammala di tumore per l’uso del cellulare: Inail condannata a riconoscere una rendita al lavoratore

    05 Novembre 2022 Aggiornato alle 17:59 2 minuti di lettura

    Usava il telefono cellulare almeno due ore e mezza, tutti i giorni, per 13 anni. E ora l’Inail è stata condannata anche in appello a riconoscergli una rendita professionale di invalidità per essersi ammalato di neurinoma acustico, un tumore benigno che colpisce un nervo dell’orecchio.

  33. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    https://www.feministcurrent.com/2022/10/21/whats-current-male-sex-offender-rapes-woman-following-move-to-ontario-womens-shelter/

    October 21, 2022
    What’s Current: Male sex offender rapes woman following move to Ontario women’s shelter

    A woman was reportedly raped by a known sex offender at a women’s shelter in Ontario, Canada after the predator identified as transgender in order to gain access to the facility.

  34. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Moi

    https://reduxx.info/child-rapist-awarded-2-5-legal-settlement-over-gender-affirming-care-access/

    Child Rapist Awarded $2.5 Million in Legal Settlement Over “Gender Affirming Care” Access
    October 6, 2022

    A violent sex offender has been awarded more than $2.5 million in legal fees after suing the state for withholding “gender affirming care” while he was incarcerated for sexually abusing a 15-year-old boy.

    Adree Edmo, formerly known as Mason Edmo, first launched a lawsuit against the state of Idaho and the state department of correction’s medical provider, Corizon Correctional Healthcare, in 2017 after being denied “gender” surgeries.

    In the suit, Edmo had sought access to a legal name change, “gender appropriate” clothing, and “gender affirming” surgeries. Edmo, who was housed in a male prison at the time, also demanded a transfer to a women’s facility.

    In 2018, U.S. District Judge B. Lynn Winmill ruled that Edmo was at risk of “irreparable harm” without the surgery, and ordered the state to pay for it. The state appealed, with one of their lawyers noting that the medical professionals treating Edmo agreed that he did not qualify for the surgery due to his “uncontrolled mental health issues.” The state’s lawyer also said that Edmo had refused to participate in therapy to help prepare for the procedure.

    The appeal was unsuccessful, and Edmo received his surgery and was subsequently transferred to women’s prison in 2020 to serve the remainder of his sentence. He was released in 2021.

  35. tomar scrive:

    Per Moi e Miguel
    E’ possibile individuare un continuum tra autocastrazione chimica o fisica o castrazione chimica o fisica o si tratta di pratiche antitetiche in termini di civiltà giuridica?
    A vedere quel che succede nel mondo vien da dire che grande è la confusione sotto il cielo e quindi la situazione è eccellente.
    https://www.today.it/cronaca/castrazione-chimica-dove.html
    https://www.today.it/mondo/castrazione-chimica-alabama.html
    https://www.today.it/mondo/castrazione-chirurgica-stupratori-nigeria.html

    Per restare in ambito paesano si può notare l’interessante scontro di civiltà tra Salvini, l’unico finora in Italia (ma anche qui siamo indietro in Europa) a chiedere la castrazione chimica obbligatoria per i violentatori e Di Maio che invece li vuol vedere “marcire in galera” e tutt’alpiù la ritiene accettabile come alternativa solo per casi minori, tipo palpeggiamenti.

  36. Miguel Martinez scrive:

    Il bello dell’America:

    https://www.cbsnews.com/philadelphia/news/philadelphia-homicide-shooting-crime-gun-violence/

    As Philadelphia’s homicide numbers rise, roughly 50% of cases don’t get solved

    PHILADELPHIA (CBS) — At least 393 people have been killed in the city of Philadelphia in 2022. For many families left to deal with the grief, they must also live with the reality that their loved one’s killer remains on the run.

    For every person killed in Philly, there’s about a 50/50 chance their case will be solved.

    • Francesco scrive:

      Interessante. Sbaglio o la polizia di Philly dipende direttamente dal sindaco?

      • Miguel Martinez scrive:

        “Philly”

        Qualche dato in più:

        Nella sola città di Philadelphia nel 2021, 561 omicidi (nello stesso anno in tutta Italia, 295 omicidi).

        https://www.axios.com/local/philadelphia/2022/01/10/philadelphia-record-homicides-2021-police

        By the numbers: Killings were up nearly 13% over the previous year.

        501 homicides (89%) involved firearms, according to police.
        2,332 people were shot in 2021, up 4% over 2020.

        Context: The previous single-year homicide peak was 500 in 1990.

        Between the lines: 80% of 2021 homicide victims were Black, while white victims accounted for 18%.

        Black men between ages 18-34 were the most affected, accounting for 280 homicides.
        41 children under age 18 were killed in 2021.

      • roberto scrive:

        francesco

        “Sbaglio o la polizia di Philly dipende direttamente dal sindaco?”

        non è così dappertutto negli USA?

        • Francesco scrive:

          credo di sì, era giusto per preparare il terreno a una domanda su chi cazzo sia il sindaco di Philly e cosa faccia

          a Napoli possono sempre dire che la Polizia la comanda il Ministro dell’Interno e i Carabinieri quello della Difesa

          • roberto scrive:

            per chi è
            ci risponde wikipedia
            https://en.wikipedia.org/wiki/Jim_Kenney#Archdiocese

            per tutto il resto…boh?

            • roberto scrive:

              perchè wiki si ferma sull’arcidiocesi? sa che rispondo a te?
              🙂

            • Francesco scrive:

              pare che sia apprezzato a Philly, si vede che gli omicidi non disturbano i cittadini

              Miguel, hanno posti speciali in cui ammazzarsi senza dar fastidio agli elettori?

              • roberto scrive:

                francesco

                “Miguel, hanno posti speciali in cui ammazzarsi senza dar fastidio agli elettori?”

                posso darti una impressione da turista (5 giorni a pasqua)?

                il centro, cioè historical district, è pulito, lindo e sicuro come una cittadina svizzera (e a me è piaciuto tantissimo)

                poi a ridosso del centro ci sono da un lato quartieri fighetti, ancora molto sicuri (tipo rittenhouse square) e dall’altro quartieri un filo inquietanti (chinatown)

                e poi così via in alternanza di posti fighetti e posti così così, ma con la sensazione di compartimenti stagni…fino ad arrivare a posti davvero allucinanti (kensigton avenue… mai vista una roba del genere)

                ma appunto ho avuto l’impressione di separazioni invisibili ma insuperabili, non sarei minimamente stupito se l’avvocato che vive a ritterhouse square e che frequenta solo i quartieri fighetti non abbia mai visto le baraccopoli a kensigton avenue se non nel video di bruce springsteen (striiiit of filadelfiaaaaa nannannaaa)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Miguel, hanno posti speciali in cui ammazzarsi senza dar fastidio agli elettori?”

                Certo, i quartieri neri.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco (& tutti)

            Eri tu che cercavi notizie di Cherson?

            https://fb.watch/gIN3Ov0kSv/

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Quindi sarebbe vero che i russi devono lasciare l’unico capoluogo di cui avevano preso il controllo?

              En passant, noto che le voci usualmente pronte a condannare bombardamenti terroristici e uso delle mine tacciono, sembra proprio che senza l’ingrediente “yankee” certe reazioni non accadano.

              Speriamo che questa guerra finisca presto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “unico”

                Mariupol non è un capolouogo?

                “bombardamenti”

                Attenzione: anche secondo le fonti filoNATO (penso a Repubblica) non si tratta della rotta disordinata tipo Caporetto che è il vero segnale della disfatta.

                Se davvero gli Ucraini tengono sotto tiro i ponti sul fiume evitare di tenere a tutti i costi caposaldi che non si possono o che è difficile rifornire è una scelta sensata.

                Sta agli Ucraini farsi sotto.

                Evacuati i civili, il rischio per Kiyv di infilarsi in una battaglia tipo Stalingrado (che i Russi sono notoriamente abituati a vincere) è alto.

                Tanto più che grazie ai Gheran-2 mezza Ucraina rimane al buio (e mezza Russia no) per cui il vantaggio di poter rallentare i rifornimenti nemici dalle retrovie Zelensky l’ha perso, pure avendo gli HIMARS (che costano quasi venti volte i Gheran-2).

                Sembra quasi che Mosca abbia preparato una mossa da giocatore di scacchi, o meglio una trappola.

                Se Zelenski ci casca, buon per Putin.

                Se invece ne sta alla larga, con il conseguente stallo si può arrivare a un quasi cessate il fuoco di fatto.

                Insomma, è come se Mosca offrisse tacitamente la possibilità di una trattativa, lasciando a Zelensky il cerino in mano se rifiuta.

                Staremo a vedere.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                1) relata refero, mica sono un esperto di oblast ucraini.

                2) Caporetto o no, mi pare una ritirata politicamente costosissima. E non pare che i russi stiano lasciandosi dietro le forze per combattere in città ma proprio che stiano spostandosi sull’altra sponda del fiume Dnipr

                3) “mezza Ucraina rimane al buio” è il meglio della foglia di fico? ricordo quando gli americani riscostruivano gli impianti elettrici in Iraq e di notte gli insorti li ridistruggevano. Qui è un pò diverso ma del resto i russi non sono gli americani 😀

                4) a Stalingrado i russi non evacuarono i civili ed ebbero molte più vittime dei tedeschi (conferma prof?) … mi spiace per il tuo tifo ma mi pare una situazione diversa

                5) al mio occhio ignorante, non credo che gli ucraini accetteranno di lasciare ai russi tutto il pezzo del loro paese che giace a est del Dnipr, comunque. sarebbe una disfatta in stile polacco

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Pare che Zelenski voglia rifiutarla:

                infatti, mentre un paio di giorni fa faceva sapere che “liberata Kherson si poteva trattare”, poi, con tipico voltafaccia zelenskiano, ha iniziato a proclamare che “la bandiera ucraina deve tornare a sventolare su tutte le città” (suppongo anche sulla Crimea, sua fissazione).

                Ci sarà della strategia in questi continui mutamenti di idea, io ci vedo soprattutto della stupidità e dell’avventurismo
                (come già detto anni fa, se ne ricava l’impressione di un’assoluta mancanza di serietà e di affidabilità).

                I generali ucraina, più cauti, parlano di “presunta ritirata dei russi” e dalle ultime notizie che avevo letto non erano ancora propensi a farsi troppo avanti, proprio perchè temono trappole (come quelle che loro stessi hanno preparato per i russi, che ci sono cascati, in una qualche cittadina dell’est di cui non ricordo il nome).

              • PinoMamet scrive:

                Errata: mesi, non anni.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Gli americani avevano detto che dopo Cherson si trattava. E negli utili giorni non si parla che di negoziati seri, cioè tra russi e americani, non delle pagliacciate con [censura]elensky.
                Del resto i tedeschi hanno fatto entrare i cinesi ad Amburgo senza che gli usàni potessero aprire bocca dopo la porcata del gasdotto, Biden ha perso la maggioranza almeno in una camera e il fronte interno degli schiavetti europei (albionici in primis, che sono al terzo governo che inizia a perdere pezzi) inizia a dare segni di cedimento. Dall’altro lato l’opinione pubblica russa vuole che Putin tagli corto per motivi ormai più che comprensibili, per cui le condizioni per il cessate il fuoco ci sono tutte ed ecco che i russi annunciano il ritiro da Cherson.
                Quello che vuole l’Ucraina è irrilevante: quel paese non esiste più.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Aggiungiamo che la Russia è rientrata nell’accordo sul grano, che poteva stracciare a cuor leggero grazie alla puttanata ucraina di usare la zona smilitarizzata per condurre un attacco più scenografico che effettivo contro Sebastopoli.

              • PinoMamet scrive:

                Aggiungo un paio di note “a naso”, di colore, che mi hanno dato l’idea di un sottile mutamento di orientamento nell’opinione pubblica:

                esce improvvisamente la settimana scorsa la notizia di Biden che ha perso la pazienza con Zelenski quest’estate, di fronte alle richieste/ricatti morali di quest’ultimo;

                il filmatino del “eroico soldato ucraino che respinge a mani nude l’assalto dei cattivissimi russi” diventa, il giorno dopo, il “soldato russo in difficoltà che si salva a mani nude da un attacco ucraino”…

              • PinoMamet scrive:

                Addiorittura mi è capitato di leggere su qualche giornale online qualche descrizione di atrocità da parte ucraina

                davvero deve essere arrivata una velina, e non quelle di Striscia la Notizia (se esiste ancora) 😉 , con “contrordine compagni” 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “En passant, noto che le voci usualmente pronte a condannare bombardamenti terroristici e uso delle mine tacciono, sembra proprio che senza l’ingrediente “yankee” certe reazioni non accadano.”

                Io non condanno niente e nessuno. Immagino che tutti commettano atrocità a tinchitè, si chiama guerra.

                Semplicemente, la guerra tra Russia e Ucraina mi interessa quanto la guerra tra Etiopia e Tigrè. Ammetto di essermi occupato poco di entrambe.

                Mi interessa il conflitto geopolitico mondiale, di cui l’Ucraina è solo una pedina.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “costosissima”

                Lo sarebbe se non fosse condivisa. Ma pure Kadyrov (Ceceni) e Prigozhin (gruppi Wagner), in origine assai critici dei comandi Russi, si sono detti d’accordo.

                “fico”

                Chiamala foglia di fico. Vuol dire che i rifornimenti al fronte avvengono solo coi camion. Se hai mai guidato cento km sulle strade polacche puoi solo immaginare cosa significhi guidarne seicento su quelle più a est. L’economia Ucraina non esiste praticamente più al di fuori dei soldi USA e UE.

                “Stalingrado”

                Giusto. Dovevo dire Grozny.

                “Ucraini”

                Per il motivo economico di cui sopra, Kiyv oggi è un burattino degli USA persino più di noi, ed è tutto dire.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “mine”

                Chi si ritira mina sempre il terreno e rende impraticabili i ponti. Sembra che i Russi abbiano fatto la seconda cosa; difficile abbiano omesso la prima.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Miguel

                non ce l’avevo con te! mi riferisco ai pacifisti ufficiali, gente che chiede di firmare il trattato per l’abolizione delle armi nucleari e condanna l’uso delle mine sul confine coreano.

                Pare che siano diventati afoni, sul tema delle mine come sulla bruttezza di togliere la corrente ai civili.

                Siccome dai Don Chisciotte pretendo la coerenza, lo rilevo.

                Ciao

              • Francesco scrive:

                ammetto di capire poco l’entusiasmo di Andrea per la brutalità e la violenza, anche quando non del tutto gratuite, dei russi

                per MT mi pare sia un riflesso condizionato, gli USA sono il Male e tutto quello che gli va contro diventa Bene, quindi letture manichee dei fatti e fanatismo a gogo (“l’Ucraina non esiste più”). ma è triste e nero, come i pensieri di un orco secondo Tolkien

                invece in Andrea vedo più sincera ammirazione, un atto turpe come bombardare la rete elettrica a lui gli piace proprio, non mi stupirei se domani suggerisse di far saltare le dighe

                o scoprisse i bombardamenti a tappeto sulle città europee e si innamorasse degli Alleati

    • Miguel Martinez scrive:

      Comunque Chicago batte Philadelphia, 797 omicidi (e 3766 vittime di sparatorie) nel 2021. 276 vittime di sparatorie (credo che la cifra si riferisca all’insieme di morti e feriti) avevano meno di 16 anni.

  37. tomar scrive:

    Distraiamoci un po’ con la storia dei migranti tra Francia e Italia: i più accaniti contro la scelta del governo francese di concedere il porto di Tolone alla Ocean Viking sono proprio i sodali ideologici francesi di Salvini e Meloni: Marine Le Pen e Èric Zemmour e con gli stessi argomenti di Salvini e Meloni.
    L’Internazionale socialista e quella comunista hanno certo avuto una storia travagliata, ma una storia è comunque stata possibile.
    L’internazionale nazionalista o sovranista può essere solo una barzelletta che non fa più neanche ridere appena qualche nazionalista si trova ad avere in mano le redini di qualche nazione, allora è subito guerra, altro che applauditi interventi dell’ospite nazionalista straniero nei reciproci congressi.

    • PinoMamet scrive:

      Certo, ma questo è anche l’effetto di dover gestire, da sovranisti, le dinamiche “solidaristiche” di un’unione tra Stati.

      Più che la Le Pen, mi stupiscono gli errori del governo Meloni. Certo, questo è un tema importante per il suo elettorato: ma andava gestito in silenzio e aumma aumma, proprio perché, stando in “Europa”, più di tanto non si può fare.

      Pessima l’idea di far stazionare le navi delle ONG in alto mare.

      La navi, qualunque cosa se ne pensi (“salvatori di poveri naufraghi” o “traghettatori di emigranti in combutta con gli scafisti”- e probabilmente, di volta in volta, sono entrambe le cose) vanno fatte attraccare, i migranti vanno soccorsi
      (e bisogna dare fiato alle trombe mediatiche)
      e poi bellamente espulsi.

      Il diritto del mare obbliga a salvare le vite in difficoltà, ma non obbliga nessun governo a concedere visti o permessi di soggiorno ai naufraghi salvati…

      • tomar scrive:

        a PinoMamet
        “ma non obbliga nessun governo a concedere visti o permessi di soggiorno ai naufraghi salvati…”
        Sì non obbliga, ma una volta terra queste persone hanno diritto di fare richiesta di asilo per motivi spesso fondati, questa richiesta va esaminata ecc., quindi almeno per un po’ te li devi comunque tenere ed è proprio questo che non vogliono i sovranisti d’ogni risma dopo le promesse fatte ai loro elettori.

        • PinoMamet scrive:

          “hanno diritto di fare richiesta di asilo per motivi spesso fondati”

          …ma spesso no 😉
          e comunque, sono le autorità del paese ospitante che lo decide…

          nel frattempo, comunque, passata la grancassa mediatica, l’opinione pubblica se n’è già scordata.

          Io, se fossi il GovernoMeloni 😉 , proprio farei tutto in sordina.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Tomar

          “Sì non obbliga, ma una volta terra queste persone hanno diritto di fare richiesta di asilo per motivi spesso fondati, questa richiesta va esaminata ”

          Sono straniero io, e ho seguito attivamente le vicende di tanti migranti – penso agli zingari scappati dal Kosovo dopo l’attacco della NATO e “puliti etnicamente” dagli albanesi.

          Il problema è che una volta che un immigrato mette piede sul suolo europeo, è molto difficile rimandarlo realmente “a casa”. Quindi è normale che ci provi.

  38. tomar scrive:

    Insomma lasciarli in mare, o a morire di freddo nei boschi (Polonia) o dietro le recinzioni di filo spinato alle frontiere (Ungheria e Croazia), o sparargli mentre si arrampicano sulle recinzioni (Spagna socialista) questa è la linea comune più o meno di tutti i governi dell’Unione Europea, sovranisti o meno. “Prendeteveli voi” è l’unico grido che li accomuna e da questo punto di vista anche i nostri sovranisti hanno le loro ragioni a lamentarsi dell’altrui ipocrisia, visto che sul mare siamo la prima frontiera d’Europa.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      ” questa è la linea comune più o meno di tutti i governi dell’Unione Europea, sovranisti o meno.”

      All’incirca è questa, in effetti.

      Il problema però, a cui non è ho la soluzione è questo.

      La Nigeria ha, se ben ricordo, 200 milioni di abitanti.

      E hanno più o meno gli stessi motivi validi per emigrare, che avevano gli abitanti dei villaggi del Molise settant’anni fa.

      Con la differenza che gli abitanti del Molise comunque godevano delle stesse scuole, dello stesso sistema sanitario, degli stessi stipendi per chi aveva il posto fisso, dei milanesi.

      I nigeriani, no.

      Ai molisani, bastava andare alla stazione e fare il biglietto per Milano. E infatti oggi, il Molise ha meno abitanti di quanti ne avesse nel 1860.

      Se i nigeriani potessero fare la stessa cosa, senza rischiare di finire in mare, o di morire di freddo ecc., cosa farebbe il 70% di loro?

  39. tomar scrive:

    … e a proposito SuperDraghi sulla questione migratoria come problema europeo ha sparato il suo famoso cannone durante il suo governo?
    Non mi risulta, ma forse non era in Agenda.

    • Francesco scrive:

      o forse è un problema impossibile da risolvere, hai letto l’intervento di Pino?

      anche lui crede che sia possibile rispedire a casa gli immigrati DOPO che sono arrivati a terra

      e che quindi sia evitabile il tenerli a forza fuori (in Libia o in nave) che è palesemente una brutta cosa

      la mia “non soluzione” è una integrazione molto vicina all’assimilazione: sei voluto venire qui? OK, le regole sono queste e filare. Sennò davvero torni a casa a calci.

      Ma credo sia legalmente illegittimo.

      • PinoMamet scrive:

        Confesso la mia ignoranza: non vedo cosa ci sia di difficile nell’espellere persone senza permesso di soggiorno.
        Dovrebbe essere la prassi normale, anzi.

        Con quelli sbarcati dalle navi delle ONG dovrebbe essere ancora più facile: sono già raggruppati! 😉
        Neanche bisogna andarli a cercare.

        Vabbè, giusto il tempo per verificare se hanno diritto all’asilo.

        • Francesco scrive:

          >>> non vedo cosa ci sia di difficile nell’espellere persone senza permesso di soggiorno.

          neppure io ma pare sia sostanzialmente impossibile per tutti i paesi dell’Europa occidentale.

          • roberto scrive:

            1. Non sono in prigione quindi girano dove gli pare
            2. Una volta che gli hai notificato il decreto di espulsione devi acchiapparli, metterli su un aereo e riportarli a casa (parlo ovviamente del caso di persone che non vogliono essere espulse)
            3. Il punto 2 è difficile perché senza documenti devi essere sicuro di dove sia “casa”…immagina un aereo pieno di tizi ammanettati e senza documenti che arriva a Kabul: gli afghani non ti fanno nemmeno avvicinare se non sono sicuri che sono afgani
            4. Il punto 2 è pure costoso: sull’aereo ci vogliono due agenti di scorta e quindi sono 5 biglietti (due andata e ritorno per la scorta e uno per l’espulso)

          • PinoMamet scrive:

            Beh quelli appena sbarcati non vanno ricercati, e sono in flagranza di reato.

            Immagino che i poliziotti viaggino gratis 😉 comunque se il gran costo è una convenzione con una compagnia aerea, vi passo la segreteria della scuola, e il professore bravo a organizzare le gite… 😉

            • PinoMamet scrive:

              Sul punto di non sapere dov’è casa, immagino che gli immigrati ci giochino perché trovano conviente farlo.

              Non vorrei essere tacciato di più fascio di quanto sia, ma un paio di aerei con il metodo Boris Johnson (tutti in Rwanda, poi arrangiatevi) dovrebbero convincerli che gli conviene dire la verità.
              Comunque con tutta la comprensione per gli immigrati (anche nonno ha fatto la malavita in Francia) ma a un certo punto saranno anche cazzi loro…

              • roberto scrive:

                Non è un problema degli immigrati ma dei paesi che ricevono! Se li mandi in Rwanda e il governo Rwandese non fa atterrare l’aereo o non fa scendere i passeggeri, hai un problema

                I poliziotti pagano, a meno che ovviamente non siano aereo di stato ma visto che gli armi di stato non volano gratis hanno pensato che costi di meno prendere un aereo di linea

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Non è un problema degli immigrati ma dei paesi che ricevono! Se li mandi in Rwanda e il governo Rwandese non fa atterrare l’aereo o non fa scendere i passeggeri, hai un problema ”

                Credo che il governo del Rwanda fosse d’accordo: riceverebbero un sacco di soldi, e i migranti cercherebbero di andarsene al più presto.

                Un po’ come la Turchia.

              • PinoMamet scrive:

                Che poi non voglio essere cattivo con loro, però insomma una qualche soluzione ci deve essere.

              • Francesco scrive:

                >>> una qualche soluzione ci deve essere.

                e perchè dovrebbe esserci?

              • PinoMamet scrive:

                Perché c’è a tutto

              • Francesco scrive:

                davvero?

                e il mal di mare? gli errori arbitrali? il mal di testa delle donne? il posteggio quando sei in ritardo?

            • roberto scrive:

              Pino

              “ Beh quelli appena sbarcati non vanno ricercati, e sono in flagranza di reato.”

              Ok ma poi appena li acchiappi fanno una domanda d’asilo e innanzitutto devi occupartene e poi, se respingi la domanda d’asilo, sei di nuovo nel circolo di cui prima

              No, non è affatto facile espellere degli immigrati clandestini

            • Miguel Martinez scrive:

              Per PinoMamet

              “Immagino che i poliziotti viaggino gratis”

              No.

              • PinoMamet scrive:

                Annamo bbene….

              • PinoMamet scrive:

                Sì, però aspetta un attimo: non intendo dire che viaggino gratis normalmente, tipo se devono andare a trovare i parenti a Saronno.

                Dico che per riaccompagnare i voli di reimpatriati non dovranno pagarsi il biglietto.

                Come dubito fortemente 😉 che i soldati in missione in Vaffanculistan si paghino il volo…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Dipende.
                Se lo Stato noleggia un aereo per il rimpatrio, nessuno paga il biglietto: si paga già il noleggio del mezzo.
                Se lo Stato utilizza un volo commerciale per il rimpatrio, la compagnia fa pagare il biglietto per tutti: ovviamente nessuno di loro verserà un euro personalmente.

  40. Miguel Martinez scrive:

    Sulla questione delle migrazioni…

    Credo che possiamo essere d’accordo che

    1) c’è un forte aumento demografico nei paesi del “Sud” del mondo

    2) che nella maggior parte dei paesi del “Sud” del mondo stanno raschiando il fondo del barile, in termini di risorse, a parte qualche paese che è riuscito per un momento a cavalcare qualche specifico capriccio del mercato planetario (e che regge finché regge il mercato, vedi lo Sri Lanka quando è crollato il turismo causa Covid)

    3) la “rivoluzione verde” che ha estratto dalla natura più di quella che poteva dare, sta cominciando a incrinarsi

    4) è normale e umano che qualche miliardo di giovani del “Sud” cerchi di salire sulla scialuppa dell’Occidente che ha accentrato su di sé tutta la ricchezza saccheggiata al mondo, e a centinaia di milioni di anni di accumulazione naturale

    Però non guardiamolo da “sinistra” come “la povera migrante mamma con il bimbo in braccio” o da “destra” come “lo spacciatore fannullone che cerca di farsi mantenere con le nostre tasse”.

    Esistono entrambi, ma soprattutto esiste un immane sommovimento storico, di fronte a cui tutti sono impotenti.

    • Peucezio scrive:

      Impotenti no: vuoi che uno stato che sa chiudere in casa la gente non sappia chiudere le frontiere?
      Guarda l’Ungheria. Se ha qualche difficoltà consiste solo nella pressione politica internazionale, non certo in una difficoltà tecnica a tenere lontani gli stranieri.
      E checché se ne dica si può fare anche sul mare, anche se esponendosi di più a critiche.
      Sono scelte.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Guarda l’Ungheria. Se ha qualche difficoltà consiste solo nella pressione politica internazionale, non certo in una difficoltà tecnica a tenere lontani gli stranieri.”

        Non credo che 150 milioni di nigeriani vogliano andare in Ungheria.

        Vogliono andare in Germania.

        Se la Germania ci tiene, li accolga, risolverebbe subito il problema per l’Ungheria.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Impotenti no: vuoi che uno stato che sa chiudere in casa la gente non sappia chiudere le frontiere?”

        Fai l’errore secondo me di guardare la tragedia solo dal punto di vista europeo.

        So poco della Nigeria, ma l’Egitto – 100 milioni di abitanti e niente risorse – spende cifre enormi per istruire i suoi figlioli senza futuro.

        Le scuole egiziane hanno 50 alunni per classe, ma ognuno studia per dieci italiani. E i più bravi hanno una sola possibilità – scappare dall’Egitto e andare in Europa appena possibile.

        Risparmiando all’Europa i costi di vent’anni di formazione. Costi che l’Egitto recupera svendendosi alle potenze mondiali (e grazie a Dio l’Egitto da sempre sa giocare tra almeno quattro, USA, Russia, Israele e Arabia Saudita), e indebitandosi con la Banca Mondiale e sparando a mitragliate sulla popolazione quando si ribella.

        • Peucezio scrive:

          Beh, non vedo contraddizione con quello che ho detto io.

          Magari ai paesi europei conviene avere gli egiziani. O, altri.
          Ma non mi si dica che è un evento epocale inarrestabile.
          Non è come il vento o i terremoti o il moto degli astri.
          Sono scelte umane, quelle fra le tante possibili.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Non è come il vento o i terremoti o il moto degli astri.
            Sono scelte umane, quelle fra le tante possibili.”

            E’ come tutti gli immensi eventi sociali.

            La diffusione dello smarfo, nel bene o nel male, comporta una rivoluzione planetaria nella maniera di socializzare, di lavorare, di muoversi; la trasformazione dei nostri “dati” più intimi in merce; un riallineamento geopolitico che potrebbe portare a guerre mondiali; la creazione di quattro o cinque oligopoli finanziari…

            La diffusione di smartphone è pefettamente evitabile: basta non comprarli, o basta che lo stato li vieti.

            Succederà? No.

            I fenomeni sociali sono così.

      • roberto scrive:

        Peucezio

        “Sono scelte”

        Sono totalmente d’accordo, con l’eccezione del riferimento alla pressione internazionale: pure quella è una scelta! Se io voglio affondare un barcone o sparare sui profughi ammassati alla frontiera, che mi fotte se fanno il girotondo intorno all’ambasciata o se l’Onu manifesta “viva preoccupazione”?

  41. tomar scrive:

    Miguel:
    “Esistono entrambi, ma soprattutto esiste un immane sommovimento storico, di fronte a cui tutti sono impotenti.”
    Hic manebimus non optime.

  42. Miguel Martinez scrive:

    Sulle migrazioni…

    Mi fa senso, come da destra a sinistra le si guardi solo dal punto di vista “nostro”.

    O per strillare che veniamo “invasi”, o per dire che “i cattivi di destra non accolgono le Povere Vittime”.

    Max viene dal Togo, Sona dal Sudafrica (una bellezza strepitosa, ragazza madre che fa la modella).

    E ci siamo trovati d’accordo che dobbiamo iniziare a guardare la questione delle migrazioni dalla parte opposta: gli africani non sono gattini che annegano, sono persone vere (e spesso anche stronze, perché no?).

    L’Africa sta perdendo la sua meglio gioventù, che emigra in Europa, e finché questo disastro continua, l’Africa resterà nei guai.

    Bisogna trovare come invertire la rotta, come fare in modo che tanti africani tornino a casa e vi riportino le arti che hanno imparato: che poi è quello che ho visto in Romania, un paese che ha la fortuna di avere tanti “ritornanti” che vi riportano le loro esperienze altrove.

    Ho proposto a Max alcuni contatti “progressisti”, ma lui ha detto che vuole parlare soprattutto con i “sovranisti”, con quelli che vedono nelle migrazioni un problema, perché è un terreno condiviso da cui si può partire per far rinascere l’Africa.

    • Francesco scrive:

      “aiutiamoli a casa loro” … dove lo ho già sentito?

      😀

      • Fuzzy scrive:

        https://www.landcoalition.org/en/uneven-ground/
        Se anche volessero tornarci troverebbero tutto recintato e spianato.
        Finanza farlocca.
        È il cane che si morde la coda. Crollerà tutto, a partire dai fondi pensione.
        https://grain.org/en/article/6880-we-need-a-movement-to-take-pensions-out-of-financial-markets

        https://quifinanza.it/pensioni/fondi-pensione-piangono-i-rendimenti-124/675927/

        -Sei sicuro Fuzzy di quello che hai affermato?
        -Non molto, ma per ora va bene così.
        Poi mi informo meglio. Magari leggo gli articoli che ho linkato.

        • Francesco scrive:

          lo sconsiglio vivamente, toglie tutto il divertimento dalla discussione!

          sarebbe come se io parlassi solo di cose che conosco

          🙂

        • Fuzzy scrive:

          “Allo stesso tempo, dobbiamo costruire movimenti per “recintare” i beni pubblici (acqua, sistemi alimentari, trasporti, servizi sanitari, istruzione, alloggi, ecc.) e tenerli fuori dalle mani predatorie del capitale finanziario.

          È una sfida enorme anche solo immaginare di abbandonare i sistemi di fondi pensione dominanti. Ma data la loro crescente presa sul nostro cibo, salute, acqua e altri settori, e gli scarsi risultati per così tanti lavoratori in pensione, è urgente saperne di più e vedere cosa possiamo fare”

          -Capisci Fuzzy?
          -Grosso modo…

          • Francesco scrive:

            e dove li mettiamo? nelle mani predatorie di burocrati statali?

            questa fuffa dei beni pubblici inizia a stancare, anche se capisco che la fuffa della crescita sia venuta a noia

            • Fuzzy scrive:

              Nelle mani della finanza no.
              Nelle mani predatorie di burocrati statali….
              Erano comunque chiamati a dender conto a uno Stato, se lo Stato garantiva delle elezioni democratiche.
              Ora sono gli Stati che rendono conto alla finanza.
              Ma sono tempi non comparabili, data la diversa disponibilità di risorse attuali, popolazione ecc. Insomma, quando trovo dei parallelismi storici troppo precisi mi viene il sospetto che l’argomentazione sia in gran parte fuffosetta.

              • Francesco scrive:

                bah, proprio il dover rendere conto alla politica è la principale debolezza di fondi pensione pubblici … un attimo che ti trovi ad aver finanziato la Cassa del Mezzogiorno, in qualunque modo si chiami nel tuo paese

                ho molto più fiducia nella finanza che nella politica, quando si tratta di maneggiare soldi. e nella politica quando si tratta di regolare i mercati.

                ofelè fa il tò mestè, mi pare si dicesse una volta

              • Fuzzy scrive:

                Eh, eh, sempre la storia dei mestieri. Ma non è che ora gli economisti vogliono insegnare il mestiere ai politici?
                Ma io direi che il mestiere primario è l’elettore. Ahimé preso a calci in culo da tutti.
                Ho abusato troppo delle mie meningi, questa volta. Mi gira persino la testa. Ahi, ahi.
                Mi è persino rimasta fuori l’anarchia, che non so dove metterla. Basta.

              • Fuzzy scrive:

                Ma ecco che mi viene in mente l’antica frase di mio trisnonno lao-tzu.
                “Quando il lavoro era compiuto
                e tutto andava bene, il popolo diceva: “L’abbiamo fatto da noi”.

              • Francesco scrive:

                Fuzzy, è anche peggio: pessimi economisti che raccontano di poter garantire la crescita atteggiandosi a pessimi politici, e pessimi elettori che vogliano abboccare!

              • Fuzzy scrive:

                È il popolo che si deve affrancare dai cosiddetti “esperti”.
                Si deve riappropriare del know how. Fare con le mani. Che adesso vogliono tutti il lavoro da ufficio. E qui mi sembra di incrociarmi con Karl. Chi viene da destra ha la precedenza.
                L’hi tech è una fregatura. Un triangolo sulla punta. Non può stare in piedi.
                Poi in misura minore ci sta anche quello, e gli economisti in certi ambiti, ma senza quel mostro che è diventato la finanza.

  43. Miguel Martinez scrive:

    “Max viene dal Togo”

    Ecco quello che Max propone

    http://africainmotion.nl/

    • tomar scrive:

      Ho letto e si tratta di progetti senz’altro interessanti e meritevoli.
      Sarebbe interessante sapere da Max quante fattorie ecologiche sono già state realizzate in Africa con la collaborazione dei giovani agricoltori olandesi.
      E’ un’iniziativa che mi sembra abbia molti aspetti in comune con la campagna dei 1000 orti in Africa lanciata da slowfood-Terramadre nel 2010, obbiettivo raggiunto nel 2012 e rilanciato da allora con l’obbiettivo dei 10.00o orti.
      Non ho le cifre esatte ma ora si dovrebbe essere arrivati a circa 4000 orti.
      Parlane a Max… anche se sono un po’ di sinistra però le cose le fanno.

  44. tomar scrive:

    per Miguel
    “Ho proposto a Max alcuni contatti “progressisti”, ma lui ha detto che vuole parlare soprattutto con i “sovranisti”, con quelli che vedono nelle migrazioni un problema, perché è un terreno condiviso da cui si può partire per far rinascere l’Africa.”
    Mi sembra che Max sia come minimo un po’ ingenuo, ovvero che creda che quando i sovranisti dicono “aiutiamoli a casa loro” sia qualcosa di più della battuta perfetta per un talk show.
    Non mi risulta che Orban o i polacchi abbiano stanziato un centesimo per un qualsiasi paese africano o per il Libano o il Pakistan, i soldi li usano per il filo spinato alle frontiere. O magari Max pensa che lo farà il governo Meloni?
    Poi che su l’aiutiamoli a casa loro anche gli altri e la sinistra abbiano fatto quasi solo chiacchiere è certo.
    Forse l’unico paese al mondo che l’ha fatto è la Cina, anche se in una logica che per molti versi si può definire imperialsocialista. Ma se oggi buona parte dell’Africa è una sorta di feudo cinese è perché quei paesi hanno ritenuto che i “generosi” e colossali investimenti cinesi in infrastrutture di base prima del tutto assenti fossero comunque più convenienti rispetto a quelli americani e degli ex colonialisti interessati pressoché unicamente all’estrazione di materie prime. Alle quali sono interessati anche i cinesi, ovviamente, ma che prima hanno saputo offrire anche prospettive di sviluppo interno.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Non mi risulta che Orban o i polacchi abbiano stanziato un centesimo per un qualsiasi paese africano o per il Libano o il Pakistan, i soldi li usano per il filo spinato alle frontiere. O magari Max pensa che lo farà il governo Meloni?”

      Boh, mettiamoli alla prova.

      Finora sono sempre e solo stati i “bianchi” a parlare per l’Africa.

      Con qualche bianco che su Repubblica parla di qualche singolo negretto, per dare addosso ai propri nemici bianchi di destra.

      Se invece un africano vero va dalla Meloni, e dice, “ci finanzi un progetto per far tornare in Africa a fondare piccole e medie imprese gli emigrati che noi abbiamo formato a nostre spese, e che hanno arricchito le vostre industrie?”

      Max credo che pensi che la Meloni almeno possa cogliere l’occasione per fare bella figura.

      Non che alla Meloni gliene importi nulla del Togo, ma non gliene importa nemmeno agli antirazzisti di sinistra, e nemmeno a te o a me.

      Gliene importa giusto a Max.

      E Max è un mio amico, per cui mi interessa addirittura il Togo.

      • roberto scrive:

        Miguel

        “ Se invece un africano vero va dalla Meloni, e dice, “ci finanzi un progetto per far tornare in Africa a fondare piccole e medie imprese gli emigrati che noi abbiamo formato a nostre spese, e che hanno arricchito le vostre industrie?”

        Si ce la vedo la Meloni ad andare dai suoi elettori e dire “finanziamo questi africani a casa loro”

        🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

  45. Miguel Martinez scrive:

    Da messicano, trovo molto più devastanti gli accordi NAFTA che il famoso muro che Trump voleva fare (poi Biden ha bloccato molti più messicani di Trump, ma la cosa non fa più notizia).

    Un conto è che gli Stati Uniti fermino i contadini immigrati messicani; un altro è un accordo che permetta ai capitalisti usani di entrare in Messico.

    E’ una questione di potenza di fuoco: anche il più scapestrato contadino messicano che entra negli Stati Uniti, più di un paio di stupri non potrà fare.

    Mentre il capitalista usano che entra in Messico può distruggere centinaia di migliaia di esistenze.

    • Francesco scrive:

      mi pare che tu abbia una visione leggermente negativa del commercio internazionale e ancora di più degli Investimenti Diretti Esteri

      ma sei sicuro di queste tue idee?

  46. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    OT ma mica tanto

    Cucù

    Piccolo intoppo nella battaglia leghista per la flat tax. Il fisco s’è accorto che molti si fanno pagare una parte dei lavori in nero per non superare i 65 mila euro, altrimenti addio flat tax. E così l’evasione fiscale ha raggiunto — tra professionisti, commercianti e lavoratori autonomi — la quota record del 68,7 per cento. Ai contribuenti che invece pagano il 100 per cento resta il dubbio che il sommerso, invece di emergere, si immerga sempre più in profondità.

    Sebastiano Messina – Repubblica 9/11/22

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      bella lì, questa sparata del 68,7% di evasione mi suona così tanto da Leggi per La Difesa della Razza

      quale è la fonte del tuo amico Seba?

      PS oggi non sono favorevole a una Flat Tax, anche se in astratto la vorrei per tutti i redditi sopra la mera sopravvivenza.

        • Francesco scrive:

          1) grazie

          2) “il tax gap, cioè la propensione alla fuga dal fisco misurata dalla distanza fra il gettito potenziale e quello reale, è salita nel 2020 al massimo storico del 68,7% fra i lavoratori autonomi e le imprese, e ha sottratto alle casse dello Stato 27,65 miliardi di euro”

          Da lavoratore dipendente, sarei curioso di sapere come viene calcolato il “gettito potenziale” perchè messa così suona proprio inverosimile. Poi di cosa stanno parlando? una evasione del 69% che costa allo Stato “solo” 28 miliardi di euro dovrebbe riguardare pochi o poveri contribuenti, mi pare.

          Insomma, ai tempi questa materia mi piaceva un sacco, all’università, ma sono passati 30 anni abbondanti …

          Ciao

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “del 68,7% fra i lavoratori autonomi e le imprese”

            Cifra sicuramente in malafede.

            1) E’ impossibile per definizione quantificare l’evasione, che è esattamente ciò che sfugge ai contatori.

            2) E’ impossibile mettere sullo stesso piano liberi professionisti e imprese: Miguel Martinez potrebbe pure fare delle saltuarie lezioni d’inglese senza scriverlo nella denuncia dei redditi. Oppure Miguel Martinez potrebbe ricevere saltuarie lezioni a casa di danza classica, senza che la maestra lo scriva nella sua denuncia.

            Ma è impossibile che Miguel Martinez faccia una traduzione per la Fininvest, senza che la Fininvest esiga la fattura; o che la maestra apra una scuola senza rilasciare regolari ricevute alle sue allieve, se non altro perché i genitori a loro volta le scalano dalle tasse.

            3) La Flat Tax conviene a chi ha poche spese: a un traduttore che ha giusto bisogno di un computer, un tavolo e una sedia, ad esempio. Non conviene a una maestra di danza che deve pagare un affitto. Quindi la Flat Tax può essere usato solo da attività molto piccole, senza sede, dipendenti, ecc. Se la maestra di danza si dichiara forfettaria e viene ogni tanto a casa mia e mi fa qualche lezione, non ha effettivamente interesse a fatturare, e può evadere le tasse. Ma non è questo che minaccia l’economia italiana.

            4) Presumo che la sparata del 69% venga dalle minacce fatte dall’Agenzia delle Entrate-Riscossioni: pescano a sorte, sparano una cifra grossa anche quando hanno torto marcio: nel caso di cui vi ho parlato più volte, hanno semplicemente mentito dicendo che l’INPS non sarebbe stato pagato, esistono tutte le ricevute. Se decidono che Francesco ha un reddito di 30.000 euro l’anno, e dichiarano che ha evaso per 20.000 quando non ha evaso nulla, è facile dire che evade per due terzi…

            • Francesco scrive:

              io sento puzza di malafede ma non mi spingo alla certezza

              mica sono i putiniani che dichiarano che la guerra non può essere vinta!

              😉

            • roberto scrive:

              miguel

              “1) E’ impossibile per definizione quantificare l’evasione, che è esattamente ciò che sfugge ai contatori.”

              questa cosa la ripeti spesso, ma…lo sai che esistono biblioteche intere di letteratura sulle modalità di calcolo dell’evasione fiscale?

              • Francesco scrive:

                io ho perso ogni fiducia in Trump quando gli ho sentito dire “come possiamo dire che gli immigrati clandestini sono 13 milioni? sono clandestini, non lo sappiamo. potrebbero essere 3 milioni oppure 30 milioni”

                siccome il concetto di stima si sviluppa all’asilo, ho capito che era un bugiardo senza ritegno.

                PS ciò detto, la stima dell’evasione è troppo politicamente delicata perchè io mi fidi

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Io ho perso ogni fiducia in Trump quando gli ho sentito dire “come possiamo dire che gli immigrati clandestini sono 13 milioni? sono clandestini, non lo sappiamo. potrebbero essere 3 milioni oppure 30 milioni””

                Credo che esiste una stima di quanti immigrati entrano in Italia, quanti non vengono “riconosciuti”, quanti vengono regolarmente fermati e rilasciati, magari con foglio di via, ecc.

                Certo, c’è un ampio margine di errore.

                Ma dire che “professionisti e imprese evadono il 69%” è semplicemente una fola.

              • roberto scrive:

                Io non dico che mi fido ciecamente ma
                1. È possibile
                2. È appunto una stima

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “In risposta a Miguel Martinez.

                “modalità di calcolo dell’evasione fiscale?”

                Bene, cosa ne dici del ragionamento che ho fatto su ciò che è possibile evadere e ciò che non è possibile evadere?

                Non sto sostenendo l’estensione del regime forfettario ad altre categorie, sto semplicemente chiedendo di dire cose sensate in merito.

            • roberto scrive:

              Miguel

              “Bene, cosa ne dici del ragionamento che ho fatto su ciò che è possibile evadere e ciò che non è possibile evadere?”

              Beh la tesi è che “Miguel Martinez faccia una traduzione per la Fininvest, senza che la Fininvest esiga la fattura;” ?
              Boh è possibile ma non ne sono tanto sicuro…certo è che Miguel Martinez può fare traduzioni per soggetti che non possono scaricare nulla e che quindi non esigono la fattura.
              Pensa ad esempio agli avvocati…ti sembra così assurdo che lavorino chiedendo compensi in nero?
              Tassisti?
              Medici?
              Idraulici?

              Non sono molto convinto della tua tesi che devi distinguere imprese e liberi professionisti

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “Non sono molto convinto della tua tesi che devi distinguere imprese e liberi professionisti”

                Bene, approfondiamo.

                Credo di aver detto in modo abbastanza chiaro la situazione di un traduttore forfettario:

                1) non ha spese significative da scaricare

                2) certo che può “evadere” qualche decina di euro facendo singole lezioni private, a persone non interessate a loro volta a giustificare spese.

                Se avesse spese che eccedono il 22% di margine concesso, dovrebbe invece fatturare maniacalmente tutto: è quello che succede alle piccolissime persone che mi danno dei lavori.

                Il problema di giustificare maniacalmente tutto, è che tutto ti può essere contestato. Roberto scarica 20 euro per l’acquisto del libro “Diritto Europeo 2022”. E’ una vera spesa di lavoro, oppure si tratta di un libro irrilevante ai fini del suo lavoro? Una volta su cento, i privati pagati per acchiappare chiunque possano, glielo contestano.

              • roberto scrive:

                Scusa ma sul punti 2, della mia risposta
                “certo è che Miguel Martinez può fare traduzioni per soggetti che non possono scaricare nulla e che quindi non esigono la fattura.
                Pensa ad esempio agli avvocati…ti sembra così assurdo che lavorino chiedendo compensi in nero?
                Tassisti?
                Medici?
                Idraulici?”
                Cosa ne dici?

                E sulla base di quello che dico, mantieni la tua posizione che è, ricordo, “ E’ impossibile mettere sullo stesso piano liberi professionisti e imprese”?

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “Tassisti?
                Medici?
                Idraulici?”
                Cosa ne dici?”

                Non sono sicuro, ci provo.

                1) Tassista, ha da scaricare l’acquisto dell’auto, la licenza da tassista, quindi non gli conviene la Flat Tax.

                2) Medici, presumo che debbano pagare l’affitto di uno studio, quindi idem.

                3) Idraulici. Non ne so abbastanza delle spese che possono avere, ma forse qui potrebbe convenire la flat tax.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” “ E’ impossibile mettere sullo stesso piano liberi professionisti e imprese”?”

                Non sono sicuro della definizione giuridica delle due categorie.

                A spanne, direi che un “libero professionista” è un idraulico o un traduttore, con la differenza che l’idraulico lavora di solito per privati che non hanno bisogno di fatturare, un traduttore lavoro per ditte che invece ne hanno bisogno.

                Un’impresa, boh, potrebbe essere qualunque cosa a partire dal fornaio Giuseppe, che deve acquistare ogni giorno quantità enormi di farina e altro, deve pagare un affitto, ecc., per cui ha tutto l’interesse a detrarre meticolosamente le spese.

                E il fornaio Giuseppe non c’è stata una volta che non mi abbia rotto le scatole dandomi lo scontrino che sembra carta, ma va buttato nel misto. E io glielo lascio sempre lì. E lo stesso vale per tutti i negozianti con cui ho a che fare.

    • Francesco scrive:

      PS caro Andrea, mi sovviene ora che quanto dici è uno dei principali punti di forza della vera Flat Tax: se paghi sempre l’X% di tasse, tutte le manovre di questo tipo diventano inutili

      😀

  47. KARL scrive:

    A proposito di industria pesante, trent’anni di rincoglionimento mediatico sul famoso ” terziario avanzato” ci hanno fatto dimenticare che il nomade digitale può starsene a sorseggiare il suo caffè a Starbucks davanti al suo terminale proprio perchè c’è un’industria pesante che glielo permette.
    In particolare nei tardi anni ’90 e i primi del nuovo millennio si è toccato l’apice delle farloccaggine.
    Erano anni in cui si sentiva dire : ” ma lo sai che a Londra e a New York esiste la figura del consulente Feng Shui per le aziende ? Insegna a riposizionare i mobili da ufficio lungo le linee energetiche vitali del pianeta. E c’è gente che si guadagna da vivere così ! Noi italiani siamo troppo indietro ! “. Oppure il “personal shopper”, il ” web designer”, il pubblicitario e altre amenità. Oggi chi ha provato queste strade rimpiange di non avere imparato a fare l’idraulico. Supportati da una pubblicistica prevalentemente anglo-americana (a proposito, che fine hanno fatto i Rifkin e i Negroponte ? non se ne sente più parlare da almeno quindici anni) .

    • roberto scrive:

      sono d’accordo su tutto, a parte il web designer che mi sembra utile (basta vedere certi siti istituzionali quanto funzionano a cazzo…)

      però sotto sotto ammiro chi riesce a farsi pagare per cose totalmente farlocche
      🙂

      • KARL scrive:

        Il numero di gente che si fa pagare per cose totalmente farlocche è considerevolmente inferiore a quanto si possa pensare, ed è in diminuzione. Ma questo non impedisce a milioni di gonzi di credere di poterci arrivare. In fondo il telefilm “Friends” ha fatto da apripista a questo immaginario : dei tizzi che non facevano una cippa da mane a sera, se non lavoretti improbabili, sorseggiando caffè in un bar dall’arredamento shabby chic e che nonostante questo vivevano in bellissimi appartamenti a Manhattan con vista su Central Park. Decisamente meglio che riparare un cesso otturato o saldare la ghisa in un cantiere.

        • roberto scrive:

          di nuovo, sono d’accordo con tutto

        • PinoMamet scrive:

          C’è da dire che il sistema dei media americani

          (stavo per scrivere “Hollywood” ma qui si parla di serie TV… comunque facciamo a capirci)

          dopo l’epoca dei Seinfeld e Friends ha capito che qualcosa non andava, e già nei primi anni 2000, ma specialmente durante o dopo la crisi economica dei sub-prime ha cominciato a produrre per un po’ delle serie in cui i protagonisti avevano lavori seri, veri, anche pesanti o noiosi;

          Scrubs, la serie è una commedia ma il mondo degli ospedali, anche se non realistico, è assai meno “glamorous” di quello di altre serie (infatti si focalizza sugli specializzandi)

          in My Name is Earl il protagonista, ex ladruncolo, si muove in un universo di sbandati e trova la sua realizzazione, alla fine, in un lavoro umile ma serio
          (la serie era divertente per altri motivi);

          Dead Like Me (credo ideata per fare concorrenza all’atmosfera vagamente funebre di Six feet under): anche dopo morti i protagonisti devono trovarsi un lavoro (nella vita reale, su questa terra, dove tornano sotto mentite spoglie) e hanno a che fare con affitti, bollette ecc.

          The Office è la copia della serie britannica dello stesso nome, l’ambientazione è appunto un ufficio…

          Cobra Kai (spin-off dei film della serie Karate Kid): il “cattivo” di uno dei film adesso è un mezzo fallito che lavora nell’edilizia…

          • Moi scrive:

            Cobra Kai (spin-off dei film della serie Karate Kid): il “cattivo” di uno dei film adesso è un mezzo fallito che lavora nell’edilizia…

            ————–

            … Julie (Hilary Swank), quando accidenti arriva ?! 😉

            …. A quanto pare, ci sarà nuovo film sequel, come Karate Kid 5 ! Ma non ne so nulla … senza Miyagi , presumo. 😉

            … Però sarebbe fighissimo rivederlo tipo il Fantasma di Bruce Lee in “No Retreat No Surrender” (quello con Van Damme giovane cattivo) .

            https://www.youtube.com/watch?v=79q_nt8mDm4

            😀

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ roberto

        “farlocche”

        Sfondi una porta aperta. 🙁

        I siti istituzionali (e non solo quelli) sono messi in piedi e vengono curati da varie software house.

        Il personale tecnico di una software house è strutturato di solito come segue:

        a) Da un lato ci sono i ‘front-end’, che curano sostanzialmente quello che vede la segretaria sullo schermo del PC, cose come i colori pastello dei tasti, ecc.

        b) Dall’altro ci sono i ‘back-end’, che curano il cuore del software (di solito adattando software già esistente alle esigenze del cliente di turno).

        c) Questi fin qui sono i galoppini. I veri soldi nella sua retribuzione li becca il ‘senior’, che deve coordinare i galoppini e che di solito è assunto dalla software house dopo aver lavorato a sua volta come galoppino presso un gigante tipo Google o simili: di solito ha maturato almeno cinque anni di esperienza vera (non universitaria). Il senior è in genere l’unico che ha conoscenze di informatica un po’ meno superficiali dei galoppini e del personale non tecnico, dei commerciali e dei dirigenti della software house. Spesso lavora on-line coi galoppini. Sia il senior sia i galoppini lavorano in multi-tasking, cioè seguono contemporaneamente progetti diversi per clienti diversi.

        Ora, il rapporto della software house col cliente (l’Istituzione Pubblica come il negozietto sotto casa) non li tiene il senior. Li tiene il commerciale, che di informatica sa di solito quanto basta a scaricare i filmini da Pornhub. Questi contratta col rappresentante del cliente, che a sua volta non è un informatico competente (se lo fosse farebbe il senior in una software house) ma è qualcuno messo lì perché ‘ci capisce di computer’.

        Simile discorso vale per gli hardware.

        Ad esempio, il rappresentante di un grande ospedale Italiano di proprietà della Curia del capoluogo di provincia dove è localizzato l’ospedale è un sacerdote; le sue segretarie hanno usato per molto tempo stampanti ad aghi (le ho viste di persona) che ancora cinque anni fa l’ospedale ha pagato circa diecimila euro l’una.

        La cosa peggiore è che se cambia il dirigente dell’Istituzione cambia anche il rappresentante del cliente, perché mancando una figura professionale specifica ciascun dirigente ha ovviamente la persona di sua fiducia. Ne segue che la stessa funzione viene spesso svolta presso l’Istituzione da portali diversi, con password diverse, procedure diverse ecc.

        Ad esempio, in alcune grandi aziende Italiane ci sono da due a tre portali diversi per segnare ingresso, uscita, ferie, trasferte, buste paga, noleggio automobili ecc. I portali non parlano tra loro, per cui tutte le volte bisogna ricopiare i dati a mano. Inoltre i browser non vengono aggiornati, per cui i dipendenti hanno di solito due browser uno che è quello di default fornito dall’azienda e uno proprio con cui si lavora.

        Se c’è un baco, il dipendente lo segnala al proprio responsabile, questo lo segnala a chi si interfaccia con la software house, questa attiva il senior, il senior attiva un galoppino che risolve il problema (si spera) e tutta la trafila procede all’inverso. Il più delle volte se un pulsante sullo schermo non funziona come previsto si fa prima a evitare di usarlo.

        In un’azienda che conosco alcuni passaggi intermedi sono stati saltati. La software house ha addirittura un ufficio nella sede dell’azienda! Ma se vogliono attivare la software house i dipendenti hanno il tassativo divieto di andare in tale ufficio. Devono chiamare telefonicamente un call-center esterno localizzato in un’altra città che attiva la software house che ritelefona al dipendente sul telefono della scrivania dell’ufficio e risolve il problema da remoto.

        In tutto questo, devo dire che il nadir dei portali con cui in azienda ci si deve confrontare per lavoro ce l’aveva il CORDIS dell’Unione Europea. Informatici che conosco confermano che si trattasse del più infernale pasticcio che si potesse imbastire. Questa era perlomeno la situazione qualche anno fa; ignoro se nel frattempo la situazione sia cambiata.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          andrea

          “I siti istituzionali (e non solo quelli) sono messi in piedi e vengono curati da varie software house.”

          io ho esperienze dirette (nel senso che proprio ci ho lavorato) di siti istituzionali fatti “in house” con vantaggi (tutto quello che dici nel tuo post non si applica) e svantaggi (se non hai le professionalità per fare un sito per bene, viene fuori un disastro)

          cordis non lo conosco, in genere trovo i siti della commissione abbastanza dispersivi, mentre trovo ottimi quelli di parlamento e soprattutto corte di giustizia

          la tomba dei siti per me è Hudoc, quello della corte europea dei diritti dell’uomo…

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ roberto

            “professionalità”

            In moltissimi casi vale il vangelo dello ‘ouysourcing’: tutto ciò che non è ‘core business’ si deve far fare all’esterno.

            Quanto alle competenze, aggiungo che una volta andai in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno di mia moglie. Un funzionario mi chiese se per cortesia sapevo dirgli come si formatta un floppy disc…

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • KARL scrive:

              A proposito di consulenze e outsourcing si potrebbe scrivere un Libro Nero, come quello del comunismo: ho visto aziende pagare consulenti 4 volte quello che avrebbero pagato per un dipendente interno , aziende che hanno dato in outsourcing la loro Ricerca e Sviluppo!!!
              Dicono tanto del Pubblico ma non è che il Privato sia tanto meglio.

              • Francesco scrive:

                >>> ho visto aziende pagare consulenti 4 volte quello che avrebbero pagato per un dipendente interno

                hai mai visto aziende risparmiare soldi grazie a un consulente? vengono, non sanno un cazzo, non capiscono un cazzo, quelli bravi fanno fare il lavoro a te, gli altri vendono fumo. e alla fine prendono un sacco di soldi!

                beata la vita dei consulenti senior

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco & KARL

                “consulenti”

                Ecco: immaginatevi che praticamente in tutte le realtà lavorative che ho visto io, private e statali (tranne forse le Forze Armate, ma era praticamente l’epoca dei pallottolieri 🙂 ) l’informatica è sempre stata trattata come materia da far fare a qualche ‘consulente’.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • roberto scrive:

              andrea

              “come si formatta un floppy disc…”

              vabbé stai parlando di 20 anni fa epoca nella quale poteva essere davvero lecito non saper formattare un floppy disc (francamente non saprei neppure io come si fa…ma immagino che la risposta oggigiorno si trovi in 2 secondi)

              PS a proposito, non mi hai mai mai detto qual è quella app di google map che permette di seguire il cellulare spento (con una precisione che ti dice pure davanti a quale negozio ti sei fermato)…eppure dicevi che era facilissima da trovare….

              • Peucezio scrive:

                Oh, Madonna, come state combinati.
                Nel 2002 c’erano già versioni e straversioni molto moderne di windows, evoluzione di windows 95, che consentivano di formattare un floppy con un click nel modo più intuitivo di questo mondo.
                E comunque anche col dos non è che ci volesse ‘sta grande scienza: “format a:” ed è fatta!

              • roberto scrive:

                Beh Peucezio,
                non mi ricordo di aver mai avuto bisogno di formattare un floppy disk, o se l’ho mai fatto saranno appunto passati 20 anni, non vedo perché dovrei sapere come si fa….ma immaginavo che con Windows è una cosa facile ed intuitiva

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “proposito”

                Giro di nuovo la domanda alla Santa Informatica di famiglia (me l’ha detto lei, io ne capisco poco o niente) che adesso è all’estero. Prometto che sarai il primo a saperlo! 🙂

                “floppy”

                No, guarda, all’epoca lo sapevo persino io che ho imparato a programmare in FORTRAN sulle schede perforate.

                Comunque non riguarda solo la pubblica amministrazione. In quegli stessi anni passai una mezz’ora al telefono a spiegare a una segretaria di una ditta dell’efficientissimo NordEst la differenza fra fax ed e-mail.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

                Ciao!

        • Francesco scrive:

          Andrea

          si possono SCARICARE i film da Pornohub???

          :0

          • KARL scrive:

            a proposito di conslenti Senior: un mio amico ha iniziato a lavorare in Accenture subito dopo la laurea. Ad un mese dall’assunzione lo mandano da un cliente e il suo capo gli dice: ” mi raccomando, se te lo chiedono tu di sempre che sei un Senior ” .

  48. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Piccole donne crescono…

    https://www.womenarehuman.com/male-murderer-and-necrophiliac-transferred-to-womens-prison/

    Assassino e necrofilo trasferito in un carcere femminile CA – Kitchener, Ontario. Un omicida maschio, che sta scontando una condanna all’ergastolo per aver aggredito fisicamente una donna nel 1995, tagliandole la gola, e poi averne aggredito sessualmente il cadavere, è stato trasferito in un carcere femminile.

    L’assassino e necrofilo, che attualmente si fa chiamare Catherine Lynn, era stato precedentemente condannato per aggressione con danni fisici nel 1974 ed era stato accusato di aver aggredito una donna che si prostituiva nel 1993, anche se quest’ultima accusa è stata poi ritirata.

    Lynn ha trascorso 18 anni in istituti di massima e media sicurezza prima di essere trasferita in un istituto di minima sicurezza nel 2014.

    Secondo la decisione del Parole Board of Canada (PBC) dell’aprile 2022, “il comportamento istituzionale di Lynn è stato inficiato da una serie di incidenti legati a comportamenti sessuali inappropriati con altri, a una scarsa risoluzione dei conflitti e a un abbigliamento inappropriato”. Durante il periodo di detenzione, Lynn ha completato numerosi programmi, tra cui vari programmi per autori di reati sessuali, anche se la sua capacità di gestire i fattori di rischio comportamentali “necessita di alcuni miglioramenti”, e Lynn è stato “raccomandato, e in lista d’attesa, per un altro ciclo di programmazione di mantenimento”.

    Heather Mason, ex detenuta federale del Grand Valley Institution (GVI) For Women e ora sostenitrice delle donne in carcere, ha appreso da un detenuto del GVI che Lynn è ora ospitato lì e che Lynn voleva trasferirsi in un carcere femminile “per vedere come le donne camminavano, parlavano e agivano”. Ha detto che voleva trasferirsi in un carcere femminile per osservare come le donne camminavano, parlavano e si comportavano. Quando la donna me l’ha detto al telefono, ho pensato: “Ma è scritto nel suo documento di libertà vigilata, quindi non stava mentendo”. com/cFwqFiIGlU – Heather Mason (@Mason134211f) 13 settembre 2022 Come nota la Mason, questo sembra essere confermato dalla decisione della commissione per la libertà vigilata, che indica che Lynn: era stata recentemente autorizzata a sottoporsi a un intervento chirurgico (probabile riferimento a una procedura per apparire più simile a una donna) aveva intenzione di chiedere il trasferimento in un istituto senza nome (probabilmente il Grand Valley Institution for Women) sperava di trasferirsi in questo istituto “per potersi guardare intorno e vedere come [informazione redatta]” (il testo redatto dice probabilmente “le donne camminavano, Quando è stato chiesto se il trasferimento in questo istituto (femminile) avrebbe aumentato il rischio di recidiva (presumibilmente sessuale e violenta) di Lynn, dato il suo passato di violenza contro le donne, il Parole Board afferma che la risposta fornita è stata che “il suo passato rappresenterebbe una sfida per il suo trasferimento”.

    L’indicazione che il trasferimento verso l’istituto innominato sia verso un carcere femminile è fornita anche in precedenza nella decisione del PBC, in cui si afferma che Lynn “ha recentemente fatto richiesta di trasferimento verso un istituto federale [redatto]”; la parola redatta più plausibile è “femminile” (cioè “un trasferimento verso un istituto federale femminile”). Il Parole Board ha negato la piena libertà condizionata perché ritiene che Lynn “presenterà un rischio eccessivo per la società se rilasciato e che il suo rilascio non contribuirà alla protezione della società facilitando il suo reinserimento nella società come cittadino rispettoso della legge”.

    Non sono disponibili informazioni sulla decisione del Correctional Service of Canada di accogliere (apparentemente) la richiesta di trasferimento di Lynn, nonostante i suoi precedenti di violenza contro le donne.

    Continua a leggere Assassino e necrofilo trasferito in un carcere femminile | Le donne sono umane. Per saperne di più: https://www.womenarehuman.com/male-murderer-and-necrophiliac-transferred-to-womens-prison/

    Tradotto con http://www.DeepL.com/Translator

  49. tomar scrive:

    x Moi e Miguel
    “Piccole donne crescono…”

    Ma quest tip non dovrebbe avere almeno una settantina d’anni ? (di cui circa la metà trascorsi al fresco)
    Voglio dire, per crescere è cresciuto parecchio.

  50. PinoMamet scrive:

    Vabbè il governo Meloni che è quello che è, ma…

    nessun commento sulle simpatiche reazioni galliche?

    Mo’ l’Italia deve prendersi barconi su barconi e zitta, ma se ne arriva uno in Francia apriti Cielo?

    Aldilà della fola sugli accordi, che nessuno ha mai rispettato (a cominciare dai francesi) , ma a nessuno è parsa una reazione un po’ isterica?

    Vabbè, perlomeno da queste parti, dove la Francia è un po’ di casa (ma forse ovunque, non so), si diceva:
    “È passata anche a Napoleone… che aveva gli speroni d’oro”.
    Passerà anche al signor ministro pseudo fascio francese.

    • Francesco scrive:

      Tanto come sbarcano li iniziamo a far transitare verso la Francia no?

      è una lotta nel fango mi sa

      • PinoMamet scrive:

        “Tanto come sbarcano li iniziamo a far transitare verso la Francia no?”

        In maniera illegale, certo. Legalmente non si può, perché la Francia ha blindato i confini. Sacrosanta difesa del suolo francese: ognuno farà ben quel che vuole a casa sua, o no? 😉
        Ah no: l’Italia è “disumana”…

      • Fuzzy scrive:

        https://www.remocontro.it/2022/11/11/migranti-eterno-presente-declinato-ancora-al-passato/
        Migrazioni bibliche in atto.
        Improvvisamente ci si rende conto che ora i migranti vengono usati come “arma”.
        C’è molto da imparare da questo articolo.

        • tomar scrive:

          a Fuzzy
          “C’è molto da imparare da questo articolo.”
          Davvero, dice più o meno tutto quel che c’è da dire sulla questione.
          Dio acceca che vuol perdere.

          • Fuzzy scrive:

            Oddio, il rischio di un’invasione di migranti e di un’italia sovrappopolata all’inverosimile magari si potrebbe concretizzare col passare del tempo, ma per ora
            1https://ugeo.urbistat.com/AdminStat/it/it/demografia/popolazione/italia/380/1
            Il saldo demografico (direi comprendente anche gli immigrati)
            2 https://www.money.it/quanti-migranti-accoglie-solitamente-la-francia
            migranti accolti in europa (regolari e irregolari).
            Dai numeri non viene fuori tutta questa tragedia. Certo, ci sono categorie di lavoratori che si trovano in difficoltà a gestire gli stranieri. A volte si ha a che fare con personaggi molto diciamo “vivaci”.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Fuzzy

              “Dai numeri non viene fuori tutta questa tragedia.”

              Infatti, è il tipico ragionamento di quelli che potremmo chiamare gli “aperturisti”.

              Solo che non prendono in considerazione il fatto che sono i numeri (semplificando questioni molto complesse) di quelli disposti a indebitare se stessi e tutti i propri parenti per buttarsi in un’avventura che può portare alla tortura, all’annegamento, alla scomparsa nel nulla.

              Immaginati se bastasse andare sul sito di Ryanair per prenotare un volo Kinshasa-Berlino…

              • Fuzzy scrive:

                Si, ho espresso soltanto il punto di vista di noi che li riceviamo.
                Ma non dubito che dietro a ogni immigrato ci siano storie molto tribolate e che se potessero resterebbero nel loro paese.
                Poi però senti l’operatrice sanitaria, il vigile, il poliziotto, l’insegnante ecc che si lamentano per via di comportamenti ingiustificatamente scorretti di molti di questi che in fondo vengono trattati con pari diritti rispetto agli italiani. Ci sono normali quartieri in piccole cittadine emiliane, roba di quasi campagna fino a poco tempo fa, dove ora i vigili vengono affrontati al grido di “andatevene che qui comandiamo noi”

          • PinoMamet scrive:

            Non c’è il rischio del sovrappopolamento dell’Italia o dell’Europa, e del resto anche a destra nessuno parla di questo rischio.

            Parlano invece di “identità”, e qui il rischio c’è e molto concreto: per rendersene conto basta andare, appunto, in Francia, che sulla questione immigrazione ha i nervi scoperti .

            Se la cecità (per rispondere a Tomar) della destra è nel non rendersi conto della vanità dell’impresa di svuotare il mare con il cucchiaio, quella della sinistra è nel continuare a proporre l’idea (in effetti vetero socialista) che un “lavoratore” sia intercambiabile con un altro.

            Non è così, gli esseri umani sono esseri umani prima e più che “lavoratori”, e le culture continuano ad avere una certa importanza.
            C’è senza dubbio anche razzismo, da parte della destra; ma anche molta ottusità a sinistra, nel non rendersi conto che una delle culture da salvare, tanto pe’ cambiá, è la nostra.

            I “raduni Africa” con tanto di ragazze italiane insultate sul treno, come le baby gang in grande maggioranza (balle: completamente) formate da stranieri dalle mie parti, sono senza dubbio l’effetto della carenza di politiche di integrazione.

            Ma questa è solo metà della medaglia.
            L’altra faccia è che queste politiche di integrazione ci sono, a volte, e vengono rifiutate lo stesso, perché essere poveri o stranieri non rende immuni dall’essere stronzi o criminali.

            Che gli stranieri tranquilli, onesti, lavoratori, studiosi, che si volevano integrare, lo hanno fatto.

            Che non sempre le ragazze musulmane si mettono il velo perché obbligate dai genitori: a volte è il contrario.

            Insomma, se il problema dell’immigrazione è irrisolvibile, va perlomeno gestito, in modo da preservare la dignità degli immigrati, ma anche l’integrità dei valori della cultura ospitante.
            Se la sinistra rifiuta di rendersene conto, continuerà a perdere.

            Del resto, questo è il minore dei suoi problemi…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Pino Mamet

              ” per rendersene conto basta andare, appunto, in Francia, che sulla questione immigrazione ha i nervi scoperti .”

              Esiste poi un aspetto ancora quasi sconosciuto in Italia.

              A Utrecht, la piazza più grande è la Piazza della Moschea. Con un gigantesco edificio che sembra un mega-centro commerciale, al pianoterra ristorante/bar/ecc. halal, sopra una moschea e che ostenta all’esterno la sigla del Ministero degli Affari Religiosi della Turchia.

              Al Mercato Etnico (una cosa immensa) vedi decine di giovani con barba e gallabeya che gridano versetti coranici in arabo mentre raccolgono fondi per fare una “contromoschea” araba libera dal governo turco e le sue spie.

              Qui non si parla proprio di “integrazione”, anzi. Casomai è la cultura olandese che lascia a tutti fare la propria vita.

            • PinoMamet scrive:

              I popoli, infatti, non sono tutti uguali.

              Ho un amico olandese- ha sposato un’amica mezza spagnola – ed è abbastanza facile intuirlo 😉

              In Italia non c’è lo stesso livello di disinteresse per quello che fa il vicino.

              Poi il romanzo olandese che tutti leggono a scuola parla di colonialismo in Indonesia.

              Quello italiano parla di una coppia di fidanzati cattolici oppressi da uno straniero (pure cattolico) e circondati da una schiera di personaggi positivi, ambigui e qualche volta negativi, tutti cattolici, finché la Provvidenza li aiuta.

              Ma poi c’è anche da un lato l’ottusità da destra, per la quale la parola “moschea” significa “luogo in cui si trama il terrorismo”;

              Quella da sinistra, per cui moschea significa “luogo di ritardati in cui si opprimono le donne”

              Quella cattolica, per cui “i musulmani possono pregare ma non è bene che ci siano i minareti perché siamo un paese cattolico”

              E infine quella dei musulmani stessi, per i quali moschea significa “qualunque posto brutto e scrauso in cui posso mettermi con il culo in aria e le ciabattazze al fianco e poi finita la preghiera vai di birra e parolacce in marocchino”.

              Per cui le moschee italiane sono e resteranno a lungo posti brutti scrausi e malvisti.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “Quella cattolica, per cui “i musulmani possono pregare ma non è bene che ci siano i minareti perché siamo un paese cattolico””

                Cattolica… direi leghista-destrorsa in salsa moderata.
                Quella cattolica oggi è: chiunque, di qualsiasi religione, venga qui e si faccia il suo tempio in nome della fratellanza universale.

    • roberto scrive:

      Pino

      “Aldilà della fola sugli accordi, che nessuno ha mai rispettato (a cominciare dai francesi) , ma a nessuno è parsa una reazione un po’ isterica?”

      A me è sembrata la solita reazione da stronzi, specialmente per gli accordi, davvero minimi, non rispettati, ma a dire il vero capisco un filo di irritazione oltralpe: in fin dei conti accolgono più immigrati che noi, è evidente che in Italia arrivano direttamente a Ventimiglia e noi continuiamo a lamentarci

      • PinoMamet scrive:

        Hanno moltissime ragioni infatti, ma sono i toni che mi stupiscono

        • roberto scrive:

          No dai è il solito tono da stronzetti che si credono portatori di una civiltà superiore…mi irrita ma non mi stupisce

        • PinoMamet scrive:

          Tra parentesi, ho visto su YouTube un video di una conferenza in Francia di una scrittrice nigeriana… Per mia colpa, non ricordo il nome.

          L’intervistatrice francese le faceva alcune domande, diciamo, un po’ ingenue 😉 tipo “ma in Nigeria leggono i tuoi libri?” …

          L’intervista non era completa, alcuni pezzi erano tagliati quindi non posso giudicare, ma alla fine le chiedono cosa pensa della Francofonia
          (a una scrittrice in lingua inglese di un paese dove non si parla francese…) e allora l’intervistata comincia a dire che secondo lei la Francia deve smettere di ritenersi un impero.

          In sala qualcuno si alza e se ne va (anche un ministro, dai commenti)

          L’intervista va a puttane perché la scrittrice sbotta affermando di essersi sforzata di rispondere anche a domande offensive (vedi sopra) e di essere stata costantemente trattata come una sottosviluppata.

          Ripeto, non giudico perché non ho visto tutto, ma credo ci sia sotto un grosso malinteso culturale:
          non conosceva ancora i francesi 😉

          (Poi io adoro la Francia, ma…)

  51. Moi scrive:

    Il Modello Integrazione Olandese, nella sua storicità, è stato ineffabilmente concettualizzato dalla UAAR come :

    “Siamo tutti ricchi, perciò vediamo di goderci ciascuno i propri soldi … senza stare a litigare per l’ Amico Immaginario” !

    … ma quando ti ritrovi masse immense di “Non-Ricchi” 🙂 ?

  52. Moi scrive:

    Il Modello Integrazione Italiano, mi ispira paradossalmente fiducia perché … i primi a NON trovarcisi siamo Noialtri stessi Italici :

    l’ Identità è un fatto locale , e poco o nulla istituzionalizzato (l’ Emilia Romagna è in controtendenza, con “fisse” alla Francese … fortunatamente a livello però locale !) … alle radio sportive locali si sentono interventi interessanti del tipo

    “preferisco 100 volte uno di colore _ sì, insomma : un negro scuro _ che da un po’ di tempo vive e lavora a Bologna e tifa per il Bologna … rispetto agli Italiani nati e vissuti a Bologna che tifan una squadra di merda, che si mette a ladrare le partite anche quando non contano un cazzo … come la Juve !”

    [sic]

  53. Moi scrive:

    la Destra Italiana ha capito , oserei dire “in tempo utile”, che Vs l’ Islam (che appunto è una realtà complessa e divisa al suo interno) l’ approccio Fallaciano non funziona … funziona, invece, attendere al varco le contraddizioni, alla lunga ineluttabili, fra un Islam “hard” 😉 e le politiche “emancipatorie” per tutte le _ più o meno autoproclamate _ Minoranze Oppresse.

    La Sinistra non sembra capire _ perché non ammette la propria fallibilità _ di dover essere meno idealista e più pragmatica … il tifoso Italico che tocca al culo a una giornalista diventa, così, molto più motivo di scandalo del Clan Familiare che fa pagare con la vita a una ragazza la Disobbedienza al Corano (… o almeno all’ interpretazione che loro ne danno).

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ moi

      “sinistra”

      OAAM!!

      Mentre a destra si intende “sicurezza” come “mano libera ai manganellatori di Cucchi & simili” a sinistra si tende a guardare con comprensione l’illegalità dei poveracci perché sono poveracci, dei migranti perché migranti ecc. dimenticando che le prime vittime di ogni illegalità sono i più deboli… cioè altri poveracci.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  54. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=nxbPe9amqAw

    Bologna, un manichino con le fattezze della presidente Meloni è stato appeso a testa in giù

    PS

    Come già per Formigli e la Gruber, se le percentuali fossero state invertite e “a quel modo” avesse vinto Letta … la legge elettorale sarebbe stata perfetta.

    • Moi scrive:

      Insomma, a Bologna il Cosplay (Politico) , come diceva Zeta … c’è tuto l’ anno, mica solo nelle date prestabilite e da prenotarsi .

      https://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/manichino-giorgia-meloni-1.8275174

      Chi ha appeso il manichino di Giorgia Meloni a Bologna

      Gli attivisti di Cua e Laboratorio Cybilla sui social hanno rivendicato la protesta di giovedì sera. La condanna del rettore Molari

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Bologna, un manichino con le fattezze della presidente Meloni è stato appeso a testa in giù”

      Divertente la sequela “ferme condanne” “inaccettabile” “gravissimo” ecc ecc per quattro ragazzi che hanno fatto una passeggiata con un pupazzo. Fossero questi i problemi…

      • Miguel Martinez scrive:

        “Meloni pupazzo”

        Ah il prefetto ha fatto pure un comunicato per condividere le sue emozioni: “”Sono colpito e rattristato”. Speriamo che faccia un comunicato pure per dire se gli è piaciuta la cena.

  55. Moi scrive:

    Mi sache ha ragione Velardi : meglio se il PD candidasse Soumahoro …

    https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/33765805/elly-schlein-claudio-velardi-ricca-borghese-non-sa-nulla.html

    Elly Schlein, Claudio Velardi durissimo: “Ricca e borghese, non sa nulla”

    … e cmq Marzo è parecchio troppo “in là” , con di mezzo le Amministrative in Lazio e in Lombardia, mica _ con tutto il rispetto … _ in Molise e in Valle d’ Aosta !

    • Moi scrive:

      Alessia Morani sulle Primarie & Congresso di Letta

      https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/33766523/alessia-morani-enrico-letta-sbalordita-caos-pd.html

      Oggi ho letto l’appello di Letta su La Repubblica che, nella sua idea, dovrebbe dare inizio al congresso del Pd, al cui confronto, passatemi la battuta, il congresso del partito comunista cinese pare avere un regolamento smart”.

    • Moi scrive:

      Articolo interessante anche sul “Perché Abbiamo Perso” … pur sapendolo, perseverando nell’ errore. Tipo la Marvel con le “Mary Sue” nei film … 😉

      • Moi scrive:

        Velardi sulla Schlein, intendo …

        ———
        […]

        La sinistra moderna è nata sulla grande idea del cosmopolitismo: siamo tutti cittadini del mondo, proletari di tutto il mondo unitevi. È successo, siamo nel mondo globale. Questi ideali si sono realizzati facendo uscire dalla fame miliardi di persone nel resto del pianeta, creando però lavoro a basso costo e sfruttamento nelle società mature. Col risultato che, se oggi la sinistra volesse difendere le categorie che un tempo la votavano, dovrebbe diventare sovranista e nazionalista».

        Un enorme paradosso storico.

        «Non l’unico. La sinistra ha realizzato anche uno Stato sociale che funziona, col risultato che chi è tutelato dalle pensioni e da altre garanzie non pensa ai rider e agli altri nuovi emarginati. Così la sinistra, che a parole dice di volere un nuovo modello di sviluppo e tutto il resto, dimostra, in ogni sua azione, di difendere la società in cui viviamo».

        C’è la nuova e meravigliosa frontiera dei cosiddetti diritti civili.

        «È l’unico settore in cui la sinistra non ha vinto del tutto, ma
        anche lì, ormai, ci siamo quasi. I suoi leader credono che questa battaglia possa appassionare le schiere degli emarginati e degli sfruttati, ma loro rispondono mandandola a quel paese: giustamente, visto che non li protegge. La destra riesce a presidiare meglio i territori delle marginalità: oggi la sinistra è l’establishment, la povera gente vota a destra».

        […]

        • tomar scrive:

          per Moi
          “Velardi sulla Schlein, intendo”

          Non per fare una Fallacia ad hominem (nel ventennale del glorioso lutto di Oriana per il Social forum a Firenze), ma in questo caso per farla, dai consigli di Velardi, se fossi il PD, mi guardi Iddio, visto il suo luminoso percorso identitario che oggi lo porta a dire che Giorgia è ormai l’unico leader che abbiamo (sottinteso dobbiamo tenercela cara).
          Piccolo escursus velardiano: da dirigente del PCI ad oggi lobbista e presidente della fondazione Ottimisti & Razionali, passando per il momento più fulgido della sua carriera quando fu chiamato insieme a Fabrizio Rondolino (altra esemplare carriera) a fare da consigliere criptoberlusconiano di D’Alema a palazzo Chigi quando il leader Massimo aveva come faro del socialismo in Europa Tony Blair (a D’Alema va comunque riconosciuto di aver fatto aperta autocritica della sbandata di quel periodo).
          Poi certo, Velardi non è uno stupido, ricorda con Fortini che bisogna “farsi candidi come volpi e astuti come colombe. Confondere le piste, le identità. Avvelenare i pozzi” e quindi la sua candida proposta volpina di Aboubakar Soumahoro come presidente del PD andrebbe considerata visto lo stato di agonia di quel partito.

        • PinoMamet scrive:

          Se fossi il PD. che non sono né fui, mi guarderei più che altro dalla Schlein…

  56. tomar scrive:

    “faro del socialismo in Europa”
    Per regalare anche una fallacia ad me ipsum, un piccolo ricordo:
    All’epoca in cui militai per sei mesi nell’avanguardia del proletariato in Italia, “faro del socialismo in Europa” era definito dai dirigenti cinesi il leader albanese Enver Hoxha e noi giovani militanti non del tutto sdraiati sulla linea amavamo canticchiare in consessi non ufficiali “con il sole e con la piògia sempre viva enver ògia”.

  57. Miguel Martinez scrive:

    Sobo sempre affascinato dagli sviluppi inattesi.

    https://reduxx.info/transgender-child-killer-released-from-prison-threatens-terfs-on-social-media/

    Praticamente, un giovinetto esuberante negli Stati Uniti (latino), nel 1996 ha torturato a morte e probabilmente violentato una ragazzina nera.

    Rilasciato dopo 25 anni di carcere, è ricomparso come militante trans su Twitter con il “handle” 430043004300430043004300 @Code4300 dedicato a dare la caccia alle donne “transfobe”.

    E da qui nascono tante svolte interessanti.

    Ad esempio, @Code4300 dice di aver votato repubblicano, perché i democratici sostengono il diritto delle donne biologiche di abortire:

    “WOMEN VOTED IN DROVES TO KILL THEIR UNWANTED BABIES. THEY ARE BABY KILLERS IN ALL SENSE OF THEIR NAME. RADICAL FEMINIST ARE BABY KILLERS. TERFs ARE BABY KILLERS.
    #TERFs=BABY KILLERS”

    Oppure:

    “Women are gullible creatures that need to take lessons from Transgender women on how to dress and act like a lady.”

    “RADICAL FEMINIST. There name says it all. They are radical, extremists, walking plaques that need conversion force electric treatment to bring them back to honor men and to serve us as we see fit because only a man can teach a naive woman.”

    “Spent 2 days with the TERFs. They have such small brains. It was fun seeing them calling me every name in the book but by my name. It’s evidence Men are Smarter than women. THANKS ELON FOR BUYING TWITTER MAKING IT A MALE OWNED BUSINESS.”

  58. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Ce la siamo persa… la prima domenica di novembre è #TransParentDay

  59. Miguel Martinez scrive:

    Visto che ogni tanto andiamo a finire su queste amenità, un professore di high school in Canada è al centro di discussioni, perché va in giro come vedete nell’immagine.

    https://reduxx.info/ontario-school-board-rejects-possibility-of-employee-dress-code-following-prosthetic-breast-wearing-teacher-controversy/

    La cosa che noto subito è la mascherina.

    • PinoMamet scrive:

      Il naso fuori! Tanto vale non metterla! 😀

    • roberto scrive:

      Spero che almeno a fine giornata abbia mal di schiena…

    • Miguel Martinez scrive:

      “prof con mascherina e tette”

      Il prof si presenta a scuola da mesi addobbato in questo modo.

      Qualcuno si è appellato al regolamento scolastico che vieta di esibire tette e genitali.

      La scuola ha risposto che prevale invece il rispetto per la sua “espressione di genere”, e questa è la notizia interessante.

      Secondo questa fonte

      https://www.rebelnews.com/ezra_levant_show_september_26_2022

      sicuramente di parte, qualcuno (anonimo, ecc. quindi da prendere con la dovuta cautela) avrebbe detto che il prof. sarebbe un “antigender” che vuole rendere ridicolo tutto il sistema woke:

      “This dude is gaming the system. An anon here yesterday was in this dude’s class. This teacher was almost fired for ‘toxic’ masculinity last year, as well as not embracing woke culture. He’d drop red pills to his class, such as how silly gender neutral bathrooms are. The school board hate him. He’s now upping the ante to exploit the very clown world the school and society itself created. His long game is most likely to get fired and then sue for discrimination. There is no other explanation… no better way to troll clown world than to be an over-the-top caricature of a woman.”

      • tomar scrive:

        “Il prof si presenta a scuola da mesi addobbato in questo modo.”

        In effetti questa circostanza depone a favore della tesi che sia un “antigender”, addirittura con precedenti di mascolinità “tossica”.
        Da un certo punto di vista lo si potrebbe anche considerare una sorta di Greta che si immola solitario in un’azione esemplare, che proprio per la sua radicalità nella sfida del ridicolo potrebbe prima o poi trovare seguaci.
        Vedremo un giorno sfilare immensi cortei di ragazzi che esibiranno con tettone al silicone la fierezza della loro mascolinità?

      • Francesco scrive:

        I like this guy!

        • tomar scrive:

          Francesco:
          “I like this guy!”

          A Frà, basta chiacchiere dal divano però.
          Ora devi come minimo mandarci una tua foto con le tettone.
          Il vero credente imita il modello, ti ricorda qualcosa?

          • Francesco scrive:

            ma io al massimo posso passare per “credente medio” se non “così così”

            sono molto lontano da “vero credente”, quello mi viene solo per il Milan

            non so perchè

  60. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/shorts/VhCDzdrAUTU

    … scenetta interessante sullo zelo eccessivo politically correct ! 😉

  61. Miguel Martinez scrive:

    Interessante commento sul Fatto Quotidiano:

    https://kelebeklerblog.com/2022/11/06/con-i-lavoratori-della-gkn/

    Il regolamento Dublino 2 entrò in vigore nel 2003, benedetto dal governo Berlusconi, compresa lega e Meloni. Oggi cadono dal pero e negano la paternità di quel provvedimento poi rinnovato senza sostanziali modifiche il “1/01/2014” dallo statista E. Letta (Dublino 3 che scade nel 2023). Il regolamento prevede che tutti i migranti che non ottengono lo status di profugo restano o vanno rimandati nel paese di 1 approdo. Destra e pseudo sinistra quindi hanno voluto che il problema dell’immigrazione venisse gestito unicamente dai paesi di primo approdo, Italia (al centro del Mediterraneo), in testa. Oggi il governo di destra, lo smemorato di smemorandia, abbaia contro la Ue accusandola di non voler collaborare per risolvere la questione. Così con una fava prende 2 piccioni: 1) per aver fatto un favore agli altri partner Ue, sollevati da onerosi obblighi in materia di accoglienza, i notabili di destra vennero ricompensati con incarichi di prestigio nelle Istituzioni europee: Tajani diventa Presidente del Parlamento Ue con stipendio da favola. Stessa pacchia per i notabili della pseudo sinistra. 2) Ora la destra ha buon gioco a strumentalizzare il fenomeno dell’immigrazione alimentando la guerra tra i poveri. Nasconde le proprie responsabilità e le addossa agli altri. Prendendo atto della realtà a nostro sfavore (Dublino scade nel 2023) Conte, invece, era riuscito ad ottenere la ripartizione dei migranti su base volontaria. Di più non poteva fare. Dalla Meloni solo sceneggiate.

    • roberto scrive:

      Interessante come i sottotitoli di un porno

      1. Innanzitutto il regolamento Dublino è figlio della convenzione di Dublino (1990 governo andreotti), ma diciamo che all’epoca era difficilmente immaginabile il casino attuale e anzi, si prevedeva piuttosto un afflusso dai paesi dell’est e quindi che tutti si sarebbero fermarti in Germania
      2. Effettivamente con il regolamento Dublino 2 si poteva cambiare il sistema, ma siamo nel 2003, governo Berlusconi troppo impegnato con le storie di zoccole
      3. Dublino 3, non cambia nulla se non l’aggiunta di un sistema europeo per le impronte digitali. 2014, governo letta…poteva cambiare qualcosa? Boh forse si…
      4. Arriviamo all’interessante 2015 governo renzi, settembre…renzi ottiene il primo vero risultato con l’accordo temporaneo sulla riallocazione dei migranti in deroga al principio di Dublino
      5. Nello stesso periodo, settembre 2015, la commissione adotta una proposta legislativa per rendere il meccanismo di riallocazione permanente. Per la cronaca, ottobre 2015 sua la camera che il senato (maggioranza PD e amici) votano a favore di questa proposta
      6. La proposta vive tempi difficili, fondamentalmente per l’opposizione degli Stati Vysegrad sin dalle prime discussioni (siamo a gennaio 2016) e nel 2019 la commissione ritira la proposta
      7 nel frattempo, maggio 2016, la commissione presenta una nuova proposta per modificare dublino (per la cronaca l’odiatissimo su questi schermi juncker è il presidente della commissione all’epoca)
      8 primo voto favorevole del parlamento europeo è del novembre 2017: Lega astenuta e 5S contrari. Perché la lega si astiene? Boh sembra che sia perché il gruppo di cui faceva parte (eurofobi nazionalisti) semplicemente usa la tattica di astenersi o votare contro qualsiasi cosa…bella gente…poi Salvini ha simpatie per orban e i vysegradisti che sono ferocemente contrari
      Perché i 5s votano contro? Nessuna idea, secondo me solo perché il Pd vota a favore…dicevano che la proposta era troppo timida (…quindi meglio niente 😁)
      9 a partire dal2018 la proposta si perde in sede di trattative al consiglio (ricordo: il consiglio è dove ci sono i governi)…chi c’era al governo in IT? Gentiloni per sei mesi e poi Conte….

      Conclusione: cosa cavolo ha ottenuto Conte!?!

      • PinoMamet scrive:

        In sintesi: l’Italia paga l’aver avuto governi, distratti, idioti, e semplicemente troppi.

        Comunque la Meloni aveva iniziato sostanzialmente bene (maggioranza abbastanza solida, preoccupazione per temi concreti tipo aiuti per le bollette e- incredibile! – aumento per gli insegnanti…)
        e si va a impegolare in una stupidissima ed evitabilissima controversia sugli immigrati.

        Onestamente credo che i veri colpevoli siano gli ineffabili leghisti, che dove toccano fanno danni, ma insomma anche lei non ha contribuito a migliorare la situazione.

        (Le altre questioni, “il” presidente ecc. le derubrico a sciocchezze)

        • Moi scrive:

          La “capatrena” …

          https://www.youtube.com/watch?v=mUn-1qiVi0E

          … non è Salvini : quindi ,al massimo, la Schlein e la Boldrini se la cavano con l’ Odium Sui Femininum !

          • Moi scrive:

            …. si noti, sopra , l’ impagabile interprete in linguaggio dei segni (sordomuti …) che traduce senza far una piega pure le battute !

          • roberto scrive:

            Non so cosa centri con questo la schlein, temo che nella tua fantasia ed in quella della destra stia sulla strada della Boldrini (personaggio mitico al quale attribuire ogni nefandezza, specialmente se ridicola)

            La schlein comunque era in una delle commissioni parlamentari che discutevano della riforma di Dublino III, mentre i leghisti erano in spiaggia e i pentastellati facevano…boh…contavano le forchette e i bicchieri d’acqua alla buvette in parlamento o cose così

            • PinoMamet scrive:

              Beh, la Boldrini ha fatto abbastanza da sola per rendersi odiosa.

              Alla Schlein per ora non saprei trovare colpe particolari, se non di essere assolutamente e senza scuse la persona sbagliata al momento sbagliato come ipotetica nuova leader di un partito di seppur vaghissimo orientamento di sinistra come il PD.

        • Moi scrive:

          (Le altre questioni, “il” presidente ecc. le derubrico a sciocchezze)

          ——————

          Lo sono, anche per me : ma l’ Opposizione NON sembra trovar di meglio a cui aggrapparsi … nevvero, Miguel ? 😉

  62. Moi scrive:

    Eric Zemmour sur l’Ocean Viking
    en direct de Toulon chez Pascal Praud

    https://www.youtube.com/watch?v=9BJi4z7g5UE

    7 min : 21 sec

  63. Moi scrive:

    A sproposito di Elly Schlein … ho sentito dal vivo una frase che sembra uscita direttamente da una vignetta di Guareschi 😉 :

    ” … alle Primarie del Partito (maiuscole ben udibili dalla gravità della voce … come direbbe Luciano De Crescenzo !) voglio votare lei-lì con quel nome strano, che non so come si scrive e come si pronuncia !” [sic]

    … dubito che intendesse Paola De Micheli 🙂

    😀

  64. Moi scrive:

    Polemiche al Parlamento francese: deputato urla «Tornino in Africa» mentre parla collega nero

    https://www.youtube.com/watch?v=w6mQRwMEDnw

  65. tomar scrive:

    Mentre Miguel è in cielo verso l’Olanda (ma quanta CO2 produci Miguel?) provo a distrarre i commensali dalle vicende “nostrane” con una postilla sulla stupidità criminale di Putin.
    Ora che ha dovuto ritirarsi da Cherson Dugin chiede addirittura il regicidio (e si può capire nell’OMS Putin ha perso solo la faccia, lui la figlia).
    Sempre più Putin si sta dimostrando come un giocatore di poker ubriaco che bleffa regolarmente nella mano sbagliata.
    Primo stupido e decisivo bleff: l’attacco inizia 2 giorni dopo il riconoscimento delle due repubbliche del Donbas. Era lecito attendersi che una cosa chiamata OMS significasse un’operazione militare “limitata” tesa a conquistare le porzioni del Donbas non ancora sotto il controllo dei separatisti. L’obbiettivo, a detta degli analisti sul campo, sembra che fosse sostanzialmente realizzabile e quindi si sarebbe trattato di una specie di Crimea atto secondo, che certo avrebbe provocato dure reazioni dell’Occidente, ma non i milioni di profughi e il passaggio alla guerra NATO contro Russia, gli invii di armi a manetta ecc.
    E invece cosa fa l’astuto Putin: ubriacato dai suoi cialtroni consiglieri e dal suo delirio grande russo s’illude del colpo di stato interno e della possibilità di sostituire in pochi giorni Zelens’kyj “con un governo di persone per bene”.
    Così quella ridicola fila di 50 km di vecchi carri armati impantanati verso Kiev in attesa di non si sa bene che cosa. Per il resto abbiamo visto come è andata finora.
    Truppe che si spostano di qua e di là anche queste con bleff e movimenti da ubriachi guidati da strateghi militari che cambiano ad ogni luna nuova ottenendo solo distruzioni, massacri e crimini vari oltre alla perdita pressoché totale della prevista simpatia da parte dei russofoni d’Ucraina.
    Faccio questa postilla dopo aver letto l’articolo di Luca Steinmann sul numero 9 di Limes (La deucrainizzazione spiegata ai profani). Steinmann è l’unico giornalista italiano presente da molti mesi nel Donbas, che ha girato in lungo e in largo. Quel che si evince dalla sua analisi, non certo filoputiniana, è che comunque la netta maggioranza di quella popolazione non solo è russofona ma si sente anche fondamentalmente russa, sentimento rafforzato dagli otto anni di guerra dimenticata da noi ma non da loro, che hanno subito ripetuti bombardamenti ucraini anche su molti obbiettivi civili.
    Così stavano le cose prima del 24 febbraio, ma come sempre Dio acceca chi vuol perdere.

    • PinoMamet scrive:

      Sì, beh, ma eviterei di attribuire pensieri a D-o.
      Perlomeno prima di questa primavera 😉

      C’erano dei tizi con Gott mit uns sui cinturoni e non hanno fatto una bella fine.

  66. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    Vai tra’ 😉 , che la Schlein ha la Benedizione di Scanzi e della Gruber :

    https://www.youtube.com/watch?v=m5klmbKJiLg

  67. Moi scrive:

    SE vi sembra troppo di DX la Meloni … lo “Hold My Beer” 🙂 di Silvana De Mari :

    https://www.youtube.com/watch?v=6d5aF7jCAF0

  68. Moi scrive:

    Al contrario di Saverio Tommasi , costei (ignoro chi sia) riescea fare un servizio equilibrato

    https://www.youtube.com/watch?v=ATsOUXFxJUo

    già l’inizio , interessante :

    È il 21 dicembre del 2012. Qualcuno lo ricorderà come il giorno in cui secondo la profezia Maya il mondo sarebbe dovuto finire, invece è il giorno in cui Giorgia Meloni annuncia la nascita del suo nuovo partito, Fratelli d’Italia.

    [cit.]

  69. Moi scrive:

    C’ è sempre il Fenomeno Intellettuale di Sx che deve far finta di non capire l’ ironia popolare … o forse non la capisce proprio ? 🙂

    https://www.affaritaliani.it/politica/si-alla-presidente-no-alla-capatrena-822589.html

    Sì alla presidente (Meloni – corretto), no alla “capatrena” (errato)

    PS

    Mi pare che “capa” (anche se fa un po’ Napoletano 😉 …) sia sostanzialmente accettabile, almeno colloquialmente.

    • Moi scrive:

      “capa” come “quella che comanda” … intendo.

    • tomar scrive:

      Moi.
      Sì alla presidente (Meloni – corretto), no alla “capatrena” (errato)

      Scherzi di cattivo gusto a parte, non è difficile dirimere tali sciocchezzuole senza sbandare puerilmente a destra o a sinistra.
      Termini relativi a professioni, ruoli, attività e terminanti in -e o in -a possono tranquillamente restare invariati tra maschile e femminile anche se in alcuni casi la tradizione colta o d’uso aveva fissato desinenze femminili diverse: le prime desinenze tradizionali a cadere, per quel che ho osservato, mi sembrano siano state quelle di studentessa e poetessa, ormai quasi ovunque sostituite da la studente e la poeta, e mi sembra giustamente: anche se a poetessa eravamo abituati pensiamo se su questa strada fossero venuto fuori anche atletessa o maratonetessa, decatlonetessa e così via cacofonando. Per questo stesso motivo Meloni poteva aver ragione a non voler essere chiamata presidentessa, ma solo perché ha una tradizione d’uso scherzosa o spregiativa (che non hanno invece per esempio professoressa o dottoressa), ma volere “il“ presidente è una sciocchezza da parvenue, oltretutto proprio lei che ci tiene tanto a non far confusione tra i sessi. A questa stregua dovrebbe per coerenza dire alle studenti patriote che non basta aver perso l’-essa, devono esigere anche l’articolo al maschile.
      “Capatrena” più che errato è spirito di patata (vabbè è un giornalista). D’accordo che “capa” sia accettabile colloquialmente, però quando è da sola (“ho parlato con la capa” intendo per es. la capufficio) direi molto meno in parole composte, quindi “capatreno” mi suona proprio male.

      • PinoMamet scrive:

        L’unica capa interessante è La Capagira.

        Riguardàtevelo! 🙂

      • roberto scrive:

        Davvero c‘è chi dice “la studente”!?!

        • PinoMamet scrive:

          Mai sentito.

          • tomar scrive:

            a roberto e aPino Mamet
            Davvero c‘è chi dice “la studente”!?!
            Mai sentito.

            Anche io fino a un po’ di tempo fa non l’avevo mai sentito, ma ultimamente l’ho trovato in diversi testi on line e non solo.
            Certo che al vostro e al mio orecchio suona strano perché l’orecchio linguistico è naturalmente conservatore, ma non è strano che questo avvenga con i participi presenti in -ente e in -ante.
            Non diciamo forse un’insegnante e ci stupirebbe sentire un’insegnatessa? o la partecipantessa?

            • Moi scrive:

              “la studente” … mai udito né letto, ma non mi sorprenderei affatto di una “Wokata” 😉 simile in Italiano “Colonizzato” linguisticamente.

              • tomar scrive:

                Moi
                “Colonizzato” linguisticamente

                colonizzato da che o da chi?
                e allora dì insegnantessa.
                sono forme assolutamente speculari, non c’è alcun motivo grammaticale né fonetico per diversificarla, studentessa era semplicemente una forma invalsa in un dato tempo, ma non è in alcun modo più giusta della forma unica per maschile e femminile… docente, partecipante, corrispondente… non facciamo diventare il nostro orecchio l’arbiter linguae (e dico nostro perché anch’io ho una spontanea resistenza a questi mutamenti).
                E ripeto sia studente che poeta al femminile si stanno diffondendo sempre più e può darsi che siano nate come wokata ma non sono affatto dei bastardi, anzi rendono gli usi linguistici più coerenti e trasparenti.
                Non confondiamoli con altre scemenze linguistiche che sono sì solo wokate.

              • PinoMamet scrive:

                Poeta al femminile l’ho sentito dire: in realtà da una… poeta (non ricordo il nome) che la rivendicava come forma corretta, qualche anno fa, e praticamente da nessun altro.

                Studente al femminile, ripeto, non l’ho mai sentito.
                Senza dubbio è etimologicamente corretto, ma in questi casi il grande giudice è l’uso.
                Se davvero, come dici, si sta diffondendo, allora “avrà ragione”.

              • Moi scrive:

                “Colonizzato” linguisticamente

                ———-

                Di default 😉 , appunto, dall’ Inglese, specie nella sua incarnazione d’ OltreAtlantico !

                Grammaticalmente è molto più difficile (lessicalmente o si sostituisce alla bruta o il “false friend” diventa accettabile se non perfino predominante o sinanco sostitutivo !) , perciò si tende allo Spagnolo “Zapaterista” 🙂 … in cui a parte rare eccezioni come “actriz” , abbondano le forme in “ora” , “tora” , “dora” che sinceramente trovo “sgodevoli” 🙂 in Italiano in luogo di “trice” o simili derivati !

                Sta a vedere che il Terrunciello di Diego Abatantuono con i l suo “maschilo” e “femminila” 🙂 era , in vero, un’ Avanguardia Linguistica Progressista !

                😉

              • Moi scrive:

                In Spagnolo “Woke” (o come lo chiamano …) so che han strolgato soluzioni tipo “todos , todas y todEs” [sic] …. in pratica usano la “e” a mo’ di schwa , visto che a differenza nostra Italiana , loro in Spagnolo non ce l’han neppure (che io sappia … Peucezio ?) nei dialetti (in cui cmq è più un “allofono” che fonema a sé , nei daletti invece Italiani del Sud … pur essendoci) !

              • Moi scrive:

                Siamo al paradosso Woke di gente che sa che la schwa c’è in Puglia, Campania, Molise, Lucania ecc (in Sicilia non mi pare) … ma NON che c’è in Inglese, perché NON lo ha “fatto a scuola” !

              • PinoMamet scrive:

                Beh, io tutti ‘sti esperti di schwa nei dialetti italiani non ce li vedo 😉

                Il napoletano “contemporaneo” lo trovo sempre scritto con le finali tronche (mammt ecc.) per esempio, con una grafia diversa tanto da quella forse “toscanizzante” delle vecchie canzoni napoletane o dei copioni di Eduardo de Filippo, tanto dalle trascrizioni in alfabeto fonetico dei colti alla Peucezio 😉

              • roberto scrive:

                moi

                “Siamo al paradosso Woke di gente che sa che la schwa c’è in Puglia, Campania, Molise, Lucania ecc (in Sicilia non mi pare) … ma NON che c’è in Inglese, perché NON lo ha “fatto a scuola” !”

                scusa se oso chiedere ma…hai mai conosciuto casi del genere o letto una cosa così? chiedo perché ogni tanto ho l’impressione che ti fai dei viaggioni e poi li prendi per realtà e ce li posti come se fosse qualcosa di realmente accaduto…

                🙂

              • Peucezio scrive:

                Tomar,
                guarda che il femminile dei nomi si ascrive alla morfologia derivazionale, non a quella flessiva, quindi il principio di regolarità che invochi non è pertinente: ogni nome è idiosincratico.
                Non è che l’orecchio sia conservatore, è che la lingua è convenzione, quindi funziona su un equilibrio fra mutevolezza spontanea e stabilità (se ognuno sìinventasse forme nuove ogni momento, non ci si capirebbe).
                Oggi invece si impone artificialmente la lingua dall’alto, rompendone la naturale fisiologia.

            • roberto scrive:

              Tomar

              “Certo che al vostro e al mio orecchio suona strano”

              non è solo questo è che davvero non l’ho mai sentito dire né visto scrivere, ma non vivo in italia e per questo ho chiesto

      • Peucezio scrive:

        Tomar,
        io sento sempre dire “poetessa” e “studentessa”.
        Tra l’altro mi pare ridicolo che si coni un femminile mai esistito per alcuni nomi (gli orrendi “ministra” e “sindaca”) e si rendano indeclinabili nomi che il femminile ce l’hanno da sempre.

        Semmai non sento dire più “avvocatessa” (che io ho sempre usato e continuerò a usare) sostituito da “avvocata” (che ha un vago sapore teologico e usato in ambito profano suona piuttosto ridicolo), ma perché lì il maschile è in -o.

        • roberto scrive:

          peucezio

          ““avvocatessa” (che io ho sempre usato e continuerò a usare) ”

          io continuo ad usare “avvocato” ma ormai chiedo cosa preferiscono….più o meno, a spanne, sul mio campione non statistico, le donne della mia generazione (diciamo dai 40 in sù) preferiscono “avvocato”, quelle più giovani a metà avvocatessa e avvocato…nessuna mi ha mai detto avvocata, a parte la Madonna che preferisce “avvocata”

          (scherzi a parte sarà l’influsso della chiesa di Maria Avvocata in piazza plebiscito e il quartiere dell’avvocata, entrambi a napoli…non riesco a dire avvocata senza farmi venire in mente un ave maria)

          • Peucezio scrive:

            Sì, a me viene in mente il Salve Regina, ma “avvocata” sta diventando di moda, almeno sui media.

            Che sono i peggiori corruttori della lingua: se si volesse salvare la lingua italiana basterebbe chiudere tv, giornali e siti internet mainsetram.
            Ma non perché dicono “avvocata”, ma perché banalizzano il linguaggio, impoveriscono il lessico, inseriscono inglesismi del tutto inutili, a volte fraintendendoli, diffondono traslitterazioni sbagliate di nomi stranieri, pronunce alla cazzo di cane… sono di un’ignoranza abissale, ma plasmano la lingua della gente.

        • paniscus scrive:

          “un femminile mai esistito per alcuni nomi (gli orrendi “ministra” e “sindaca”) “—-

          Parova a rifletterci, non è difficile: i termini “ministra” o “sindaca” fino a qualche anno fa non esistevano, semplicemente perché non esistevano le ministre o le sindache (o quelle poche che esistevano erano considerate come eccezioni rarissime). Per cui, nessuno si poneva il problema di quale fosse la forma corretta del femminile del termine “ministro”, perché quella parola non serviva a descrivere nessuna persona reale. Adesso invece sì.

          Esattamente come non esisteva la parola “bicicletta” prima che inventassero le biciclette, e non esisteva la parola “ferroviere” prima che inventassero la ferrovia e che quindi venisse a esistere il relativo professionista.

          Un linguista dovrebbe saperlo molto meglio di me, ma una nuova parola può cominciare a esistere quando comincia a esistere la persona, l’oggetto o il concetto che questa parola rappresenta. Non capisco da dove arrivi la convinzione che “siccome prima non era mai esistita”, allora non sia legittimo cominciare a farla esistere, quando è il caso.

          • Peucezio scrive:

            Ma stai scherzando?
            Ho fatto in tempo a vedere tante donne ministro ben prima che si coniassero questi neologismi!
            E lo stesso vale per i sindaci. Quando a Milano abbiamo avuto la sventura di avere la Moratti, nessuno si sognava di chiamarla “sindaca”.
            Sono sempre sorpreso da come gli altri abbiano un senso così’ scarso della temporalità.

            • paniscus scrive:

              “Quando a Milano abbiamo avuto la sventura di avere la Moratti, nessuno si sognava di chiamarla “sindaca”.—-

              Semplicemente perché lei non avrebbe voluto, e ha cominciato subito, di sua iniziativa, a farsi chiamare al maschile sui documenti ufficiali, esattamente come sta facendo adesso la Meloni (e in entrambi i casi, presumibilmente, non certo per purismo linguistico ma perché convinte che le desinenze sessuate abbiano una connotazione “di sinistra” e che avrebbero causato delusione e calo di popolarità tra chi le aveva votate).

              Stai sicuro che se anche la Moratti, a suo tempo, avesse chiesto di essere chiamata “sindaca”, lo si sarebbe fatto, e il termine sarebbe entrato in uso comune molto prima.

              Solo che, all’epoca, la discussione non era ancora diffusa come adesso, e quindi nessuno se n’è accorto. Dopo 10 o 15 anni che la parola “sindaca” o “ministra” sono normali, la percezione è cambiata.

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                “Solo che, all’epoca, la discussione non era ancora diffusa come adesso, e quindi nessuno se n’è accorto. Dopo 10 o 15 anni che la parola “sindaca” o “ministra” sono normali, la percezione è cambiata.”

                Sto dicendo esattamente questo.
                Che donne in quei ruoli ci sono da molto prima della diffusione di queste aberrazioni linguistiche e la cosa non ha creato nessun problema.
                Quindi non la comparsa del referente che fa sorgere il termine o la desinenza.
                È il fatto che negli ultimi anni si sono radicalizzati questi ridicoli fanatismi ideologici.

                Negli anni ’80-’90 si pensava al femminismo come a un residuato degli anni ’70, come una cosa in parte utile, in parte folcloristica, ormai superata dalla piena emancipazione femminile in tutti i campi, dall’equiparazione giuridica, ecc.
                Oggi c’è un ritorno di quelle ideologie, fuori tempo massimo, in versione grottesca.

                Stessa cosa per gli omosessuali.
                Io sono cresciuto in una società in cui la loro discriminazione era percepita come un ricordo di altre epoche.

                Ma oggi non conta più la realtà effettiva, contano le fisime linguistiche e simboliche, conta la censura dello scherzo, il moralismo fanatico, la tutela di gruppi un tempo svantaggiati diventa il pretesto per eliminare la libertà di parola, per creare una cappa opprimente.

        • tomar scrive:

          x Peucezio
          ”Tra l’altro mi pare ridicolo che … si rendano indeclinabili nomi che il femminile ce l’hanno da sempre.”
          Anche tu Peucezio: mi fa specie che in questo consesso di linguisti ci sia tanta renitenza ad accettare quelle evoluzioni delle lingue che sono un continuum nella loro storia, altrimenti parleremmo oggi come si parlava nel Decamerone o addirittura in latino. Certo il passaggio dal latino al volgare è figlio anche degli innumerevoli errori con cui sempre più il popolo parlava il latino.
          E così pure altri ”errori” hanno causato gli sviluppi successivi.
          Ma nei casi che sottoponevo – i nomi di origine greca terminanti in -a e i participi presenti in -ente – nemmeno di errori si tratta, ma semmai di uniformazione all’usanza più generale visto che giustamente usiamo per la gran maggioranza di questi nomi la stessa forma per maschile e femminile… o preferiresti chiamare la femmina del caso atletessa, maratonetessa, eseugetessa, ascetessa, geometressa, gerarchessa, parassitessa, pilotessa, sofistessa… oppure insegnantessa, sovrintendentessa, sorvegliantessa… si potrebbe continuare.
          Insomma mi sembra che l’unico argomento per opporsi a queste nascenti uniformazioni sia l’attaccamento alla pigrizia del nostro orecchio (anche del mio non credere) ed è semmai questo attaccamento che un giorno verrà considerato probabilmente ridicolo… “ma sai come dicevano ancora trent’anni fa…?”

          • PinoMamet scrive:

            “o preferiresti chiamare la femmina del caso atletessa…”

            scusami ma questo è un falso argomento, è una fallacia logica di cui non ricordo il nome (studiato al corso apposito).

            Nessuno ha mai detto di chiamare le atlete “atletesse”;
            e nessuno lo ha mai fatto.

            Anzi, il punto è proprio quello.

            La lingua viene fatta dall’uso.
            Avvocatessa, vigilessa, studentessa, sono entrate nell’uso;
            studente (femminile) no.

            In futuro, chi può dirlo? In fondo, “tramezzino” è entrato nell’uso comune, e “arzente” no.

            • tomar scrive:

              x Pino Mamet
              “La lingua viene fatta dall’uso.”

              Ma guarda che siamo d’accordo: io stavo solo notando per scorribande mie (ho fatto per lo più il lessicografo) la comparsa mi sembra in aumento di quei nuovi usi (una studente e una poeta) che tu non hai ancora notato.
              Giustamente tu dici, in futuro chi può dirlo?
              Io semplicemente ho definito fuori luogo (anche grammaticalmente) lo strapparsi i crini di fronte all’evenienza che questa novità si consolidi.

            • paniscus scrive:

              Oltretutto, anche la “vigilessa” non ha senso morfologico, si potrebbe semplicemente dire “la vigile”, che è invariabile per genere, esattamente come “la custode” o “la contabile”.

              Si tratta di un residuato, come “poetessa” o “studentessa”, che si salva solo perché si era attestato diffusamente da più tempo e quindi ci siamo abituati a sentirlo.

              Ma dal punto di vista grammaticale è perfettamente inutile e ridondante.

              • paniscus scrive:

                Faccio presente, inoltre, che l’avversione recente per i suffissi in -essa ha le sue ottime ragioni nel fatto che spesso, in passato…

                …o hanno assunto un significato scherzoso e sarcastico,

                …oppure hanno indicato donne che non portavano il titolo direttamente, ma erano le compagne degli uomini che li portavano, e che facevano da consorte-tappezzeria solo per rappresentanza.

                A partire dai vecchi titoli nobiliari (nella genealogia aristocratica la contessa è la moglie del conte, non è una donna che eredita il titolo per conto proprio), fino a certi paeselli di provincia di qualche decennio fa, in cui nel linguaggio popolare esisteva la “sindachessa”, che non era un sindaco donna, ma era la moglie del sindaco, che lo accompagnava nelle cerimonie pubbliche, .

                Inoltre, nel gergo dell’editoria, del teatro e del giornalismo, il suffisso viene usato in maniera negativa e denigratoria per indicare un testo eccessivamente ridondante, noioso e lungo: l’ARTICOLESSA, la MONOLOGHESSA, la DIALOGHESSA, e roba del genere, ispirato appunto all’immagine della signora dal fisico imponente, dall’abbigliamento appariscente e dalla chiacchiera eccessiva, che fa la casalinga di lusso e accompagna il marito in occasioni pubbliche.

                A me il suffisso -ESSA ha sempre dato un’idea di ipertrofia e di esagerazione, quindi negativa, anche molti anni prima che ci fossero i ragionamenti woke.

                Certo che si salvano poche eccezioni, tipo la dottoressa, la professoressa, la studentessa o la poetessa, ma appunto solo perché siamo abituati a sentirle, non perché l’effetto non ci sia…

              • PinoMamet scrive:

                Mai sentito di “sindachesse”.

                Contessa si può essere suo jure e non solo perché moglie di conte..

                Come la badessa non è la moglie dell’abate 😉

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                francamente mi sembrano tue idiosincrasie personali.
                Non vedo cosa ci sarebbe di ironico o offensivo in “studentessa”.
                E non è mai stata la moglie dello studente.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “ispirato appunto all’immagine della signora dal fisico imponente, dall’abbigliamento appariscente e dalla chiacchiera eccessiva, che fa la casalinga di lusso e accompagna il marito in occasioni pubbliche”

                In italiano il cambio di genere viene usato per indicare un aumento di dimensioni: secchio-secchia, pennello-pennellessa, cucchiaio-cucchiaia, cesto-cesta. Non c’entra “-essa”.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                esatto.
                La buca è più grande del buco.
                Anche nei dialetti avvengono fenomeni simili, sono stati studiati.

          • Peucezio scrive:

            Tomar,
            guarda che il problema non è l’evoluzione spontanea. Nelle lingue scritte e standardizzate, essendo più rigide e stabili, le novità ci mettono un po’ di più a farsi strada, ma alla fine, se sono funzionali e soprattutto sono consacrate dall’uso degli utenti più autorevoli della lingua (scrittori, pubblicisti, ecc.) s’impongono, come è giusto che sia.

            Qui il problema è che la cosa è calata dall’alto per ragioni ideologiche, di ingegneria orwelliana della lingua. Sono forzatue decise a tavolino, l’esatto contrario della spontanea dinamica evolutiva della lingua.

            • paniscus scrive:

              Il problema è che c’è anche chi utilizza questa distinzione in modo strumentale e ideologico:

              cioè, se quello di cui si sta parlando è un cambiamento linguistico che gli piace e gli va bene, sostiene che è un cambiamento spontaneo e quindi legittimo;

              se invene NON gli piace, allora sostiene che non si tratta di un cambiamento spontaneo, ma di un’imposizione ideologica imposta dall’alto da qualche lobby che non dovrebbe avere il diritto di farlo.

              Fattene una ragione, ormai i vocaboli “ministra” e “sindaca” li usano quasi tutti.

              Che siano inizialmente sorti da soli, o che siano stati incoraggiati di proposito, non cambia niente, ormai si usano, e sono anche grammaticalmente corretti (a differenza degli orrendi e inutilissimi “presidentessa” o avvocatessa”).

              • Peucezio scrive:

                “Grammaticamente corretti” non vuol dire nulla: è lessico e come tale arbitrario.
                Non parliamo a sproposito. Ho già spiegato la differenza fra morfologia flessiva e derivazionale.

                Certo, alla fine anche le imposizioni dall’alto cambiano il linguaggio. Ma visto che appartengo ancora alla generazione che per decenni non ha mai sentito queste forme e le ha viste nascere tardi, non mi si chieda di aderire o approvare questa neolingua orwelliana.
                Quando sarò morto e nessuno si ricorderà più di quando non si usava, non ci si potrà più fare granché.
                Ma ho diritto di additare le cagate e le forzature fatte durante la mia contemporaneità.

              • paniscus scrive:

                “Ma visto che appartengo ancora alla generazione che per decenni non ha mai sentito queste forme e le ha viste nascere tardi, non mi si chieda di aderire o approvare questa neolingua orwelliana.”
                ———-

                Appartieni anche alla generazione che per decenni non poteva nemmero immaginare che di lì a poco sarebbero esistiti gli smartphone (e che non solo sarebbero esistiti, ma avrebbero assunto un ruolo enorme, invasivo e determinante in tutti gli stili di vita di tutto il mondo, modificando radicalmente le percezioni e le abitudini dell’umanità), e hai cominciato ad abituartici solo da adulto.

                Eppure non mi sembra che la cosa ti turbi così tanto: l’hai accettata senza problemi e (probabilmente) adesso non potresti vivere senza, e fai anche fatica a ricordarti come si facesse prima.

                Se io dichiarassi che, siccome a me personalmente gli smartphone non piacciono, e preferivo come si comunicava prima, allora “vorrei che nessuno li usasse più fino a che non sono morta io, o finché non sono morti TUTTI quelli che ancora si ricordano il mondo senza smartphone, mi prenderei solo un sacco di belle pernacchie.

                Prova a ragionare sul paragone.

            • PinoMamet scrive:

              Non so se sono d’accordo.

              Che un uso prenda piede o meno lo si può sapere solo dopo, non è prevedibile in base ai nostri gusti: non in base a quelli contrari, certo, ma neppure di quelli a favore.

              E certamente c’è una specie di campagna a favore di certi tipi di femminile, la cui utilità, ammetto, mi sfugge abbastanza.
              Dice, eh ma i femminili in -essa sono sminuenti e offensivi.
              Mmmm
              E se invece no?

              Non credo che nessuno abbia mai inteso presidentessa o avvocatessa o, ci fa notare Moi, campionessa, in senso sminuente e offensivo.

              “Ah ma in Russia al tempo di Pushkin dicevano generalessa nel senso di moglie del generale”.
              Sì, in Russia, al tempo di Pushkin.

              L’unico caso simile che mi viene in mente è la cantantessa riferita a Carmen Consoli, che credo se ne sia appropriata.

  70. Moi scrive:

    @ MAURICIUS / PEUCEIZO / HABSBURGICUS … tutt*

    Con fare introduttivo da Adam Kadmon Cattolico 🙂 , Don Alberto Ravagnani (giovane Prete reso famoso dalle discussioni VS Fedez … mai scadute però nel “Dissing”) riprende le sinistre 🙂 parole del Maltese Monsignor Mario Grech :

    “La Chiesa morirà dissanguata”
    [cit.]

    https://www.youtube.com/watch?v=vR94yMrNXFo

    8 min : 6 sec

  71. Moi scrive:

    In teoria “poeta” , va be’ … dovrebbe fare come “atleta”, invariato al femminile (così almeno una polemica sulle “Donne Trans” nello Sport ce la si risparmia !) ; anzi : dovrebbe (!) fare così a maggior ragione, giacché in “poeta” invarato (più che “neutro” …) basterebbe l’ articolo, mentre in “atleta” è sempre apostrofato con l’ ambiguità fuori contesto !

    TUTTAVIA … nel Mondo Reale (!) , an l’ è menga acsé , cum éla ? 😉

    • paniscus scrive:

      Secondo me “poeta” usato anche al femminile dovrebbe essere perfettamente legittimo, esattamente come atleta, artista, terapeuta o astronauta.

      Nessuno si sogna di dire che Samantha Cristoforetti è una “astronautessa” o che Vanessa Ferrari è una “ginnastessa”, eppure il meccanismo delle desinenza in -ta è identico.

      Penso che la forma “poetessa” sia semplicemente sopravvissuta perché ha cominciato ad attestarsi molti secoli prima rispetto agli altri femminili dello stesso tipo (forse l’unica altra eccezione è la “profetessa”), e ormai ci siamo abituati.

      Peraltro in Italia c’ stato qualche caso di scrittrici di versi che hanno preferito farsi chiamare “una poeta”:
      https://www.iodonna.it/spettacoli/libri/2022/06/22/addio-a-patrizia-cavalli-la-poeta-che-sapeva-arrivare-al-cuore-di-tutti/

      • Moi scrive:

        Stranamente, però, si continua a dire”Campionessa” anziché “Campiona” 😉 …

      • PinoMamet scrive:

        Eccola! È la “poeta” che ricordavo io, e anche l’unica.

        Comunque, ci insegna Peucezio, non conta tanto il meccanismo, quanto che sia accolto dalla lingua viva, parlata.

  72. Moi scrive:

    mentre in “atleta” è sempre apostrofato con l’ ambiguità fuori contesto

    _________

    rectius : sempre apostrofato come articolo determinativo … quello indeterminativo vorrebbe l’ apostrofo, ma siccome non si ode … purtroppo sempre meno gente ce lo mette allo scritto.

    • tomar scrive:

      a Moi
      “… quello indeterminativo vorrebbe l’ apostrofo, ma siccome non si ode … purtroppo sempre meno gente ce lo mette allo scritto.“
      Quella dell’apostrofo è invece una battaglia che va combattuta, come ogni battaglia contro ciò che può trarre in inganno… almeno fino a quando qualcuno ancora scriverà e non vivremo tutti nel Metaverso.

      • Moi scrive:

        … ricordo anche un’ iniziativa a una Festa dell’ Unità dal titolo “Dì [sic, come la parte luminosa del giorno opposta alla notte …] Qualcosa di Sinistra” … e a un stènd 😉 ANPI un “gli” per Liliana Segre !

        … Antonio Gramsci si starà contorcendo nella tomba ! 😉

  73. Peucezio scrive:

    Pino,
    “Il napoletano “contemporaneo” lo trovo sempre scritto con le finali tronche (mammt ecc.) per esempio, con una grafia diversa tanto da quella forse “toscanizzante” delle vecchie canzoni napoletane o dei copioni di Eduardo de Filippo, tanto dalle trascrizioni in alfabeto fonetico dei colti alla Peucezio 😉”

    In realtà la grafia napoletana tradizionale cui ti riferisci più che toscanizzante è etimologica, o, meglio, è storica: risale a quando le vocali distinte si pronunciavano ancora come tali.
    Anche se con dei livellamenti: si scrive “capa” (prendiamo l’esempio fatto all’inizio), perché è femminile, essendosi persa la cognizione che un tempo si diceva “la capo”, regolarmente da CAPUT, anche se con metaplasmo di genere, al punto che in italiano dialettale si dice “la capa”. Qui c’entra anche il fatto che quando si ha una successione di forme nominali (nomi e aggettivi) femminili nei dialetti altomeridionali, indipendentemente dall’etimo, tutti, tranne l’ultimo, acquisiscono una desinenza -a, estesasi dalle forme della I declinazione o della prima classe, per cui in Puglia si dice “la vèsta nove”, cioè la veste nuova, malgrado dovrebbe in teoria essere “veste”, della III.

    • PinoMamet scrive:

      Anche nei dialetti parmensi (non mi allargo a tutta l’Emilia Romagna, non so) c’è la stessa estensione: “la vesta nóva”…
      (una caratteristica che trovo simpatica è il trattamento di certi complementi, per esempio di materia, come aggettivi: “stlen’na d’ora”, stellina d’oro…)

      • Moi scrive:

        Ma forse è la versione declinabile di un aggettivo tipo “golden” 😉

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        sì, credo che sia una caratteristica galloitalica: anche in milanese si dice “granda”, “verda”, “gióvina”, ecc.

        E si dice “tutta d’òra e piscinina” (terzo verso di “O mia bella Madonnina”.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Peucezio

          “Madonnina”

          In Genovese esempi del genere non mi vengono in mente. Ricordo che Giorgio Bocca chiamava la provincia di Cuneo (che a quanto pare era la più estesa di tutte le province Italiane) “la granda”, citando un’espressione locale (verosimilmente abbreviazione di “la granda provincia”).

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  74. Moi scrive:

    @ PANISCUS

    In effetti qualche volta, quasi sempre da gente di qualche anno in più ho sentito dire il parossistico bonario : “Fighessa” per dire una molto bella che sa di esserlo e si dà tante arie / se la tira troppo …

    • Moi scrive:

      Un mio amico appassionato della serie Terminator si era dovertito a definire Kristianna Loken “Terminatoressa” 😉 … (anche) come crasi con “Fighessa”, appunto. 🙂

  75. Moi scrive:

    @ ROBERTO

    Buon divertimento …

    @ PINO

    … Règgiti forte 🙂 :

    @ PEUCEZIO

    … Forse , nella tua sullodata invettiva, hai esagerato per difetto 😉

    ______________________________________________

    Vedi Napoli e poi schwa

    [ed è solo il titolo …]

    https://www.rivistastudio.com/schwa-dialetto-napoletano/

    • Moi scrive:

      Sono idee che in versione molto meno dotta girano anche fra SJWs / Wokes Made in (Southern) Italy … che “coniugando modernità e tradizione” 🙂 fanno uscite tipo :

      “Voi Polentoni che ci schifate tanto a noi Terroni , come ci chiamate, ma … noi lo schwa lo teniamo da sempre … stiamo avanti, siamo più inclusivi e civili di voi !”

      Però quando parla Inglese lo fa come “a Scuola” , con una pronuncia che adesso va di moda chiamare “alla Super Mario” , dal doppiaggio originale del cartone animato Anni ’90 tratto videogame Anni ’80.

      Per farla breve, “Allievə a distanza 🙂 di Vera Gheno” … l’ Accademica Pasionaria 😉 della Schwa, anzi : lo Schwa, s’ ha da dire !

      • Moi scrive:

        SJWs / Wokes Made in (Southern) Italy …

        @ Roberto / tutt*

        —————-

        Ora ,oggidì, 2022 , ma da mò … NON occorre più che Intellettualoni di Sx tipo Umberto Eco o Galimberti, Corrado Augias, Eugenio Scalfari, Paolo Crepeteet Alii ci vengano a raccontare i Gggiovani con fare da Accademici di Entomologia che scoprono nuove , bizzarre specie : no !

        Si può andare ad ammirare con piglio scientifico (ma io faccio alla Franz Boas 🙂 …) “le bestie strane” su siti di video / socials ma il generalista Youtube basta e avanza … NON serve, quindi, necessariamente specializzarsi con Instagram, Twitch , Instagram, Facebook Tik Tok u la Madòna ed San Lòcca ! 😉

    • PinoMamet scrive:

      Ci ho dato un’occhiata e a prima vista mi sembra più ironico che “woke”

  76. Moi scrive:

    Enrico Montesano e … la Decima Mas !

    Montesano e la maglietta della X Mas: «Sono un collezionista di t shirt». E annuncia una causa alla Rai

    https://www.corriere.it/spettacoli/22_novembre_13/montesano-scuse-la-maglietta-x-mas-sono-collezionista-maglie-32095038-637b-11ed-bcf5-ba13826ce8c8.shtml

  77. Moi scrive:

    Ahlam AbashirAhlam Abashir (ansa)

    https://www.repubblica.it/esteri/2022/11/14/news/instanbul_arrestato_lattentatore-374430133/

    Strage in Turchia, arrestata una donna siriana: “Io, addestrata come ufficiale dell’Intelligence del Pkk”

  78. tomar scrive:

    In questo dibattito tra commensali keleblekeriani sull’evoluzione linguistica al giorno d’oggi mi sembra che ognun abbia detto la sua e mi limito ad aggiungere una noticina autobiografica soprattutto per Peucezio, dal quale, pur non condividendo la sua visione secondo me ancora ottocentesca o primo novecentesca di tale evoluzione (e cioè che le novità debbano essere “consacrate dall’uso degli utenti più autorevoli della lingua (scrittori ecc.)”) non vorrei però essere considerato un corifeo dell’ “ingegneria orwelliana della lingua”. La noticina autobiografica è questa: pur avendo registrato in testi on line un uso crescente della poeta e della studente non ho alla fine ritenuto di doverle ancora attestare nell’ultima edizione del mio Dizionario italiano di base uscita un mese fa.
    Insomma, se non sono un passatista non sono nemmeno un… come direbbe Moi?

    • PinoMamet scrive:

      Woke?
      Non registrare ancora nemmeno questa 😉

    • PinoMamet scrive:

      Ma per curiosità, dove le hai trovate queste studenti (donne) e poete?

      Io per ora ho sentito solo quella riportata da Paniscus. Che poi è poeta perché ci si definisce lei, correggendo gli altri che usano il consueto poetessa.

      • tomar scrive:

        Pino Mamet.
        Ma per curiosità, dove le hai trovate queste studenti (donne) e poete?

        Pino ho fatto queste ricerche mesi fa e non mi sono certo appuntato i luoghi. Ma se provi a cercare tra virgolette “una poeta”, “la poeta”, “una studente”, “la studente”, di risultati ne trovi abbastanza.
        Per “la studente” il primo risultato è addirittura Garzanti linguistica che la dà come forma più corretta… ma poi la pagina completa non risulta raggiungibile… forse per un sabotaggio dei passatisti 😉.

  79. tomar scrive:

    Passando invece all’uso terroristico delle parole nella propaganda di guerra, proporrei oggi “deportazione”.
    Vi ricordate qualche settimana fa che su tutti i giornali di qui si diceva che i russi stavano deportando TUTTA la popolazione di Cherson per poter poi attirare l’esercito ucraino in una sanguinosa battaglia edificio per edificio?
    Non c’era evidentemente uno straccio di serio giornalista sul posto, che avrebbe potuto constatare che non era in atto nessuna deportazione di tutta quella popolazione, ma che semplicemente una parte di quella popolazione riteneva più prudente seguire i russi in ritirata e portarsi in zone per sè più sicure.
    I collaborazionisti? Certo. Quanti non si sa, ma che fosse per loro più prudente farsi “deportare” lo dimostrano le foto di ieri (nella Cherson in festa) dei due “collaborazionisti” legati a un palo ed esposti alla gogna dei passanti festanti. E va a sapere se dopo la gogna non gli sia già toccato di peggio.

    • PinoMamet scrive:

      Leggo oggi su La Stampa, no L’Eco di Putin, che l’ONU (l’ONU) accusa la Russia e l’Ucraina di maltrattamenti e torture sui prigionieri.

      • Francesco scrive:

        Minchia, c’è una guerra e l’ONU riscopre i maltrattamenti ai prigionieri. Sono basito, non me l’aspettavo.

        Però concordo con Tomar sulle conclusioni, anche se io avevo letto di “evacuazione dei civili”, non di “deportazione”.

        Ma chi lo parla il russo? o almeno lo legge? per questo cerco di volare alto

      • PinoMamet scrive:

        Ma sì, guarda un po’, riscopre anche le torture.

        • Francesco scrive:

          e fa bene, è il suo mestiere

          ma in questa guerra mi pare sia un contorno, non la pietanza (tranne quelli della Wagner, pare, non me ne hai parlato stranamente)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “quelli della Wagner”

            Ah, sì: quelli che si teletrasportano nei campi di prigionia ucraini e massacrano a martellate i prigionieri di guerra dei nostri eroi!

            • Francesco scrive:

              non ho ben capito

              puoi spiegare pliz?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La Stampa Libera ha passato un video preso da Nexta, un’Eroica Testata Dissidente Bielorussa (nota per le sue bufale negli ultimi mesi) in cui viene mostrato un tizio ammazzato a martellate.
                Questo signore, secondo la ricostruzione dei Media Democratici, era un mercenario di Wagner, fatto prigioniero dagli ucraini, che poi si sarebbe fatto reclutare dagli ucraini, quindi rapito da quelli di Wagner (che hanno libero accesso alle prigioni ucraine, mi pare di capire) e ucciso a martellate.
                Ci hanno propinato il video i nostri media, per cui mi sorprende che tu, informatissimo come sei, non ne sappia nulla.

              • Francesco scrive:

                no no, ho letto appunto di un “disertore” della Wagner catturato dai suoi e ammazzato a martellate.

                se capisco stai confermando

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Come dirmi che sei mona senza scrivere che sei mona, giusto?

              • Francesco scrive:

                il mona è chi decide che l’unica verità possibile è quella favorevole a Wagner, caro mio

                ma apprezzo che tu stia cadendo ormai al livello dei “mass media di regime che ci nascondono le cose e mentono sempre”

                sei quasi pronto per Byoblu, La7 e il Movimento 5 Stelle

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ah, quindi devo credere alle fonti che in ordine hanno detto:

                – i russi si bombardano da soli nella centrale nucleare
                – anzi no, siamo noi a bombardarli perché l’hanno trasformata in armeria
                – la Dugina l’hanno ammazzata i russi
                – il ponte della Crimea è stato colpito da un kamikaze russo
                – i missili sulla Polonia sono stati sparati dai russi

                Diciamo che Byoblu e i terrapiattisti diventano perfino più autorevoli di questi cazzari compulsivi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Aggiungiamo anche il pilota che aveva abbattuto millemila aerei russi, la Denisova che è stata licenziata perché si inventava crimini di guerra inesistenti, i russi che si sarebbero ritirati da tutto il Sud ancora a inizio settembre, la strage di Odessa che sarebbe stata commessa dai servizi segreti russi, i russi che si autodistruggono i gasdotti, eccetera, eccetera, eccetera.

                Tutto vero, tutto “se non ci credi sei un no-vax” e poi tutto smentito.

              • Francesco scrive:

                ho mai sostenuto UNA di quelle tesi? oppure che l’Ucraina non faccia spudoratamente propaganda pro domo sua?

                ho rifiutato di correggermi quando (una volta) hai dimostrato che mi sbagliavo, come sulle modalità di attacco al ponte della Crimea?

                il problema mio è quando si inizia con questi fatti e si finisce con giustificare ingerenze e invasione russa.

                saluti

  80. Peucezio scrive:

    Chiarisco per i non linguisti la questione, un po’ tecnica, della morfologia flessiva e derivativa e di come mai dire che “ministra” è il femminile grammaticalmente “corretto” di “ministro” è privo di senso.
    Lo spiegai tempo fa, ma ad alcuni sarà sfuggito.

    La questione è che la formazione del femminile per i nomi è molto diversa da quella per gli aggettivi.
    Gli aggettivi, come sappiamo dalla grammatica scolastica di base, si declinano secondo il genere e il numero, i nomi secondo il numero.
    Infatti non ci poniamo il problema di stabilire qual è il femminile di “telefono” o “scrivania”. Il genere dei nomi, quando non corrisponde al genere naturale, è arbitrario.
    La questione si pone per quei nomi, umani o animali, diciamo animati, che si riferiscono a entità che hanno un genere naturale.
    Ma non è che i nomi animati acquisiscono un genere grammaticale nel senso che si applica loro la flessione. Perché il genere è un tratto intrinseco di ogni nome, mentre può variare nell’aggettivo a causa dell’accordo: “l’uomo buono”, “la donna buona”.
    Questo significa che “psicologo” e “psicologa” non sono due forme della flessione dello stesso lessema, ma sono proprio due entrate del lessico.
    Per praticità diciamo che “psicologa” è il femminile di “psicologo” e non lo riportiamo nei dizionari (tomar me lo confermerà o meno), ma tecnicamente non è esattamente così: sono due parole diverse, anche se una è il corrispettivo femminile dell’altra.
    E non si passa dall’una all’altra per flessione, ma per derivazione. In questo caso a suffisso zero.
    Come quando diciamo “la stipula”: è un deverbale da “stipulare”, ma non ha un suffisso specifico. Cioè è un nome che deriva da un verbo, ma non acquisisce nessun suffisso specifico.
    Mentre se dico “contemperamento”, ho un deverbale, con suff. -mento, a partire da “contemperare”.
    Ora, mentre “avvocatessa” è il derivato da “avvocato” che forma il femminile col suff. -essa, “avvocata” è a suffisso zero. Infatti -a è una desinenza (o, più tecnicamente, morfema flessionale), indica che è singolare (nella classe flessionale dei nomi femminili in -a), non è un suffisso.

    Ora, mentre la morfologia flessiva funziona secondo un sistema di regole chiuso e piuttosto rigoroso, la morfologia derivazionale, poiché pertiene al lessico, è molto più libera e, di norma, poco predicibile.
    Cioè noi sappiamo che la grammatica prevede che tutti i nomi maschili in -o abbiano il plurale in -i (con pochissime eccezioni, in genere prestiti) e che gli aggettivi in -o abbiano il femminile in -a, non esistono regole fisse per la suffissazione, ma al massimo tendenziali.
    Un dito piccolo è un ditino, ma un albero piccolo è un alberello, un fungo piccolo è un funghetto, un libro piccolo un libretto o un libriccino o, per essere arcaizzanti, un libello, un piccolo lupo non è un lupino ma un lupacchiotto.
    E così per la formazione del femminile. Talvolta non si ricorre nemmeno alla suffissazione, ma, soprattutto nel caso dei termini di specie, cambia proprio la radice: uomo- donna, porco o maiale – scrofa, bue o manzo o toro – vacca, ecc.
    Ma anche per es. frate – suora (anche se c’è il sinonimo monaco – monaca).
    O i nomi di parentela (in cui etimologicamente l’ultimo esempio rientrerebbe): fratello – sorella, padre – madre, genero – nuora. Ma non figlio, nonno, suocero, zio, cugino, cognato… che hanno femminili in -a.
    Come si può notare, non esiste nessun criterio: un’opzione o l’altra sono legate a ragioni storiche, etimologiche, in parte semantiche…
    In ogni caso parlare di regolarità o, peggio, di correttezza non è in nessun modo pertinente, se non facendo riferimento a una vaga e impressionistica analogia formale, per cui la coppia “monaco – monaca” ricorda quella “bianco – bianca”, ma sul piano grammaticale è una fallacia, anche se sul piano storico le desinenze hanno la stessa origine e il meccanismo è simile.

    • tomar scrive:

      Giustissima e istruttiva la tua dissertazione Peucezio, peccato che non prenda in considerazione i casi su cui avevo richiamato l’attenzione, quelli dei nomi di professioni e attività di origine greca terminanti in -a o come participi presenti in -ente e -ante. In questi casi, solo per alcuni di questi nomi e chiaramente solo per influssi socioculturali erano nati dei femminili diversificati che facevano eccezione alla regola.
      Nessuno scandalo, ma se gli influssi socioculturali cambiano nemmeno ci si dovrebbe scandalizzare se invece si afferma un’uniformazione alla regola… se si afferma.

      • Peucezio scrive:

        Non mi è chiara la pertinenza con ciò di cui ho parlato io.
        Io ho semplicemente spiegato la differenza fra morfologia derivativa e flessiva e il fatto che la versione femminile di un nome non c’entri con la flessione, ma sia un processo derivativo e, come tale, impredicibile, idiosincratico, legato al lessico più che alla grammatica in sé.
        Non ho enunciato regole di sorta, anzi, ho proprio spiegato che non ci sono regole fisse.

    • roberto scrive:

      Grazie mille Peucezio!
      Mi ricordavo la spiegazione ma è utile un ripasso

  81. Francesco scrive:

    >>> E non erano stati ampiamente filmati prima mentre festeggiavano la liberazione contraria, cioè dal giogo ucraino, con gran sventolamento di bandiere russe?

    leggo solo ora! mi viene in mente una miserabile e squallida sceneggiata con pochissime persone, e pure poco convinte, che “festeggiavano” la liberazione

    ma potrebbe essere che mi sono perso qualcosa di meglio organizzato.

    PS no, non tutto è propaganda, come hanno imparato i fascisti quando da dietro le persiane chiuse hanno visto l’accoglienza agli alleati da parte degli italiani.

    • PinoMamet scrive:

      Io mi ricordo una miserabile e squallida sceneggiata con poche persone con le bandiere ucraine, pensa te.

      • Francesco scrive:

        quando? adesso lì’ a Kherson?

        io, sai che mi accontento, mi ricordo certe previsioni di una Stalingrado bis

        😉

        PS seriamente, guardando le cose un minimo “in grande”, la mia narrazione mi pare filare molto bene con i fatti.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “mi pare filare molto bene con i fatti”

          Non riesco a capire come tu lo riesca a stabilire: hai più volte affermato (e magari a questo punto lo avrai ripetuto ancora una volta, in risposta ad un mio commento sopra) che tu ignori completamente quello che la stampa italiana riporta sulla guerra in Ucraina. Insomma, la tua conoscenza dei fatti prescinde persino dell’omogeneizzato che fanno i media mainstream.
          In compenso una volta hai detto che ti informi sui media cinesi, per cui non possiamo escludere che tu ti perda qualche “fatto” nella traduzione.
          Come fai a dire che i fatti ti danno ragione se li eviti scrupolosamente? Non dico che sia falso: dico che tu ti stai avventurando nell’inconoscibile.

          • Francesco scrive:

            io non ignoro completamente, io cerco di ignorare la paccottiglia. e di incrociare piuttosto info da fonti un pò meno mainstream (dal Manifesto al Guardian ad Avvenire ai siti cinesi, in effetti)

            Ma con molta calma, non è la Guerra dei Sei giorni, c’è tempo.

            Ah, Pino, ti è forse sfuggito che Andrea prevedeva una resistenza russa a Kherson che facesse fare agli ucraini la fine della Sesta Armata di Von Paulus. Invece siamo più alla guerra italo-greca 🙂

            Naturalmente l’Occidente non ha SEMPRE ragione, in questo caso però ha pienamente ragione. A volte capita.

            • PinoMamet scrive:

              No, in questo caso l’Occidente, o per meglio dire la NATO, o per meglio dire l’America, ha deciso di far agire il suo pupazzo ucraino in maniera del tutto irresponsabile, provocando la Russia di Putin, che non è mai stata noto per andarci giù leggero.

              E tutto per cosa? Per il sacrosanto diritto (che non è scritto da nessuna parte) dell’Ucraina
              (paese, voglio ricordarlo, mezzo inventato, e i cui confini storici comunque sono assai più ristretti di quelli attualmente rivendicati)
              di entrare nella NATO per rompere le scatole alla Russia.

              Nonché preziosa riserva di collaborazionisti nazisti all’epoca, e di esaltati neonazisti oggi.

              E poi voi filo-ucraini vi stupite che tutti gli altri non condividano il vostro entusiasmo…

              • Francesco scrive:

                Pino

                ma che cazzo scrivi scusa?

                1) l’Ucraina esiste quanto qualsiasi altra nazione e credo sia diventata irrimediabilmente “vera” con l’Holodomor.

                2) i suoi confini sono quelli riconosciuti dalla comunità internazionale, non da Pino Mamet o da Vladimir Putin

                3) il desiderio dell’Ucraina di entrare nella NATO, dopo i fatti del 2014, sarebbe una “irresponsabile” provocazione?

                sono molto serio: ma che cazzo scrivi?

              • PinoMamet scrive:

                La verità.

              • Francesco scrive:

                Pino

                è che ti conosco per persona troppo intelligente per credere anche solo un secondo che certe cazzate siano la verità

                non riesco proprio a capire, sono perplesso

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Ti rispondo dopo perché non ho tempo.

                Spesso ho l’impressione che, aldilà di rispettive simpatie, parliamo di cose diverse.

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                sorvolo sul resto.

                “3) il desiderio dell’Ucraina di entrare nella NATO, dopo i fatti del 2014, sarebbe una “irresponsabile” provocazione? ”

                I fatti del 2014, cioè il fatto che il governo legittimo è stato rovesciato con la forza, da un colpo di stato illegale?
                Se il principio è che se non mi piace il vincitore delle elezioni o sospetto brogli vado in piazza e faccio cadere il governo con la violenza, allora ogni imposizione della forza bruta è legittima, compresa l’invazione militare.
                E gli assaltatori del Campidoglio a Washington hanno l’unico torto di non essere andati fino in fondo.

              • Francesco scrive:

                Peucezio,

                io mi riferivo più all’invasione russa numero 1.

                Mentre di governi rovesciati dai loro popoli quando hanno esagerato nel mostrarsi al servizio di regimi stranieri e ostili mi pare ci siano buoni esempi.

                Ma da allora gli ucraini hanno votato più volte, i politici del 2014 sono ormai un lontano ricordo.

                Come ho detto, non è colpa mia se i tentativi di cacciare gli Yankees sono sempre stati sfanculati dagli italiani, alla fine compreso pure Berlinguer!

        • PinoMamet scrive:

          La tua narrazione, Francesco, fila bene solo con la tua illusione che la Nato ossia l’America abbia sempre ragione, tranne quando è troppo prudente o moderata nello sterminare i nemici.

          “io, sai che mi accontento, mi ricordo certe previsioni di una Stalingrado bis”

          Non lo so, non leggo bene il mandarino quanto te.

          Comunque non mi pare che per ora i russi stiano soffrendo nessuna Stalingrado.

          Mi ricordo invece benissimo che secondo i media italiani la Russia avrebbe dovuto finire le armi dopo una sett… un mes.. due mes… ieri.

          e che le sanzioni avrebbero messo il sistema economico russo in ginocchio, più o meno con la stessa precisissima tempistica.

          Ma non preoccuparti: a differenza di te, non ho mai creduta alla favoletta ucraina “siamo i più deboli, uèè uèèè, gne gene”.

          Sono stati i più forti da subito. Poi i loro generali sono altrettanto o più idioti di quelli russi, e devono sottostare ai desiderata di un povero scemo il cui curriculum militare consiste in un paio di show televisivi, ma, che posso farci?

          • PinoMamet scrive:

            “ma come sono i più forti?? ma se sono stati invasi?”

            Sono stati invasi perché sono scemi, quando il vicino ti avverte in tutti i modi che sta per invaderti, e tu non ci credi, beh, non si può dire che tu sia stato preso di sorpresa.

            Ciò nonostante, sono stati immediatamente riempiti di soldi e di armi, che sono i due mezzi con cui si fanno le guerre (e di esperti stranieri che gli insegnano come usarle, e direi che le hanno usate al posto loro almeno nelle prime fasi).

            Hanno fatto una mobilitazione generale di praticamente tutti, mentre i russi hanno lasciato pochi reparti (dopo le primissime fasi hanno ritirato tutti i soldati di leva o quasi: fonte, la stampa italiana che ne ha parlato ampiamente come prova dello “scarso sostegno a Putin”) e molti di questi di milizie del Donbass e di mercenari della Wagner.

            Hanno beneficiato, sempre gli ucraini, di tutta l’intelligence NATO possibile e immaginabile, e financo dei servizi privati di Elon Musk (che adesso presenta il conto all’Unione Europea! manco alla Nato…)

            E con tutto ciò, gli eroici neonazisti sono riusciti a conquistare le città solo ben dopo che i russi le avevano lasciate.

            Lì c’è anche della genuina idiozia, altro che…

            • paniscus scrive:

              Secondo un titolo dell’ultima ora, sono riusciti a sconfinare anche in Polonia.

              La vedo sempre più pesante.

              • Francesco scrive:

                Ehm, i russi, per la precisione, un paio di missili finiti in Polonia ammazzando anche due persone.

                So che sono quisquilie qui, rispetto alla carriera TV di mr. Z.

                Spero di non svegliarmi domani in guerra con la Russia. Nel senso che spero che la Russia colga l’occasione per levarsi dalle palle e tornare in Russia – che c’è un sacco di posto.

              • PinoMamet scrive:

                Onestamente non ricordo l’ultima volta che Putin ha deciso di rovinare l’economia europea, mentre ricordo benissimo le sempre più esose richieste di Zelenski per liberare il suo paese, che peraltro nessuno avrebbe invaso se non avesse insistito a chiedere l’ingresso nella NATO.

                Quindi, con tutto il dovuto rispetto per i morti, per me sì, sono meno interessanti due missili russi (ammesso che fossero russi) finiti per errore in Polonia, che la carriera televisiva dell’infame aspirante despota ucraino nonché peggior leader degli ultimi 20 anni.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino mamet

                “infame”

                Temo che Zelensky farà la fine della Dugina. O che gli troveranno foto di ragazzini sul computer. E non per mano dei Russi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Gli americani lo hanno sputtanato sui due missili “russi” (poi rivelatisi ucraini) in Polonia, per cui mi sa di sì, che se non si dà una calmata una sua uscita di scena ormai è probabile.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ mauricius Tarvisii

                “calmata”

                Probabilmente hai ragione.

                Io però pensavo a un altro scenario.

                Zelensky ha già presentato un elenco di dieci punti per la pace, dopo l’entrata a Cherson. Ignoro quanto siano realistici.

                Ma non dimentico la sua connazionale che intervistata alla Rai ha detto qualche settimana fa che l’unica parola che Zelensky non deve pronunciare è “trattativa”.

                Quando De Gaulle rinunciò all’Algeria si scatenò l’OAS, l’Organisation de l’Armée Secrète.

                In Ucraino diventa (stando a Google traduttore, ma in Polacco è praticamente identico):

                Організація таємної армії
                Organisatsiya Taiémnoiy Armiy

                Con tutte le armi che abbiamo pagato a Zelensky per scodinzolare dietro a Washington, fare rispettare ai camerati un futuro cessare il fuoco coi Russi in Donbass e Crimea non sarà uno scherzo.

                In Irlanda l’accettazione della pace con Londra cento anni fa costo’ una guerra civile fra chi la sosteneva e chi la rifiutava. E in Irlanda dubito ci fossero le armi oggi presenti in Ucraina.

                Dai nemici mi guardo io, ma dagli amici…

                Ciao!

                Andrea Di Vita

  82. Mauricius Tarvisii scrive:

    Intanto la Resistenza Ucraina continua eroicamente in Italia: i lettori di Kant prendono di mira la stazione putinista dei Carabinieri di un oscuro paese campano.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/15/terrorismo-blitz-contro-la-rete-neonazista-ordine-di-hagal-4-arresti-in-campania-avevano-contatti-con-il-battaglione-azov/6873462/

  83. Mauricius Tarvisii scrive:

    Resistenza Ucraina in Italia (parte 2)

    Anche Nardella rientra in quest’ultimo giro di crocchette di [censura]elensky.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/11/14/urso-guerini-battistini-e-molinari-tra-le-onorificenze-di-zelensky-a-italiani_83556b77-c4ac-47fb-ac04-93da7a9b3e7a.html

    Tra i premiati spicca Molinari. Ma a Mentana non hanno ancora dato nulla o semplicemente me lo sono perso?

    • PinoMamet scrive:

      Qualcuno gli segnali Montesano: ha messo una maglietta della X Mas, immagino che valga almeno quanto una bella bandiera con la svastica del battaglione “non nazista, come vi viene in mente?” Azov!

      • Moi scrive:

        … e teniamo ben d’occhio chiunque dovesse fare gli Auguri _ anzi : Avgvri 😉 … _ AlbionicoFascistissimi 😉 “Merry Xmas !”

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ moi

          “Xmas”

          Semmai FBF = “Felice Befana Fascista!”

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Moi scrive:

          Il fatto che certi Dritti Sociali siano stati possibili soltanto in contesto di Stato Nazione, piaccia o no, è vero … mentre il Mondo Globale, NON essendo Comunismo Planetario Assoluto 😉 sembra poter consentire solamente Diritti Civili.

          Ciò può , effettivamente, fare sì che riemergano simpatie Naziste /Fasciste perfino negli “Archi Costituzionali” …

          tuttavia (!) la “Sindrome di Onoda” 😀 di certa Sx iniziata almeno dallo “Scendere in Campo” (espressione negli intenti molto più calcistica che bellica …) di Silvio NON aiuta !

          … Anzi, risulta controproducente tipo l’ universalmente nota storiella del Pastorello che “… al Lupo ! al Lupo !”

  84. Andrea Di Vita scrive:

    @ Roberto

    “Polonia”

    Il presidente Duda dice che non vi è alcuna certezza su chi abbia lanciato i missili.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    https://oko.press/ap-rosyjskie-rakiety-spadly-na-polske

    • Mauricius Tarvisii scrive:
    • Francesco scrive:

      mi pare che la prudenza sia d’obbligo, dopo tutto la NATO fa finta di non essere in guerra con la Russia, in modo da poter trovare una via d’uscita più agevole

      la Russia stessa finge di non essere in guerra!

      🙂

      • PinoMamet scrive:

        No, non c’è niente da fare, anche se l’America stessa smentisce, per Francesco ha da essere colpa dei russi uguale

        • Francesco scrive:

          gli USA non hanno ancora smentito ufficialmente

          io sono convinto che anche se trovassero che sono missili russi finiti in Polonia smentirebbero e racconterebbero qualche palla che permetta di NON andare allo scontro “ufficiale” con la Russia

          e la mia ipotesi preferita è che non siano missili russi, visto che al di là delle sparate di facciata la Russia non vuole davvero lo scontro aperto con la NATO

          pare che gli ucraini stiano accusando apertamente la Russia … visto che è loro interesse, invece, far diventare ufficiale la partecipazione della NATO, così da essere sicuri che non saranno abbandonati sul più bello (e in questo metto anche i fanatici che vogliono davvero riprendersi la Crimea)

          ciao

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            No, no: è proprio ufficiale che i missili sono ucraini. Lo dicono polacchi, Nato e USA.

            • Francesco scrive:

              autoattentato o tentativo di intercettare i missili russi? quale è la tesi prevalente?

              PS ci avevo preso!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sarebbero missili di contraerea, quindi verosimilmente un incidente (i sistemi di navigazione non sono infallibili). Poi si sono sputtanati mentendo come al loro solito.

              • Francesco scrive:

                “sputtanati” … che parola grossa

                hanno fatto quello che ci si aspetta da loro, direi

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Infatti: mentire a mitraglia.Solo che questa volta gli è andata peggio del solito e nemmeno tu fai finta più di credergli.

              • Francesco scrive:

                non esattamente: lo definirei piuttosto “dire quello che serve mentre il tuo paese è invaso e combatte per continuare a esistere”

                le pulci direi di fargliele tra una cinquantina d’anni, come con Churchill

              • PinoMamet scrive:

                E basta co ‘ ‘sto Churchill!
                L’hai visto il filmato che ti segnalavo, dove dimostrano che era un idiota?
                Cerca “Churchill idiot” secondo me lo trovi.

                In ogni caso, no, le sporche balle restano sporche balle anche in ucraino.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Capisco Francesco: ha difeso per decenni le balle di Silvio, per cui sparare puttanate a mitraglia diventa una medaglia al valore.

              • Francesco scrive:

                Pino

                non ho visto il filmato per un motivo molto semplice: il merito di Churchill è aver deciso di combattere Hitler e di rifiutarne le proposte di pace dopo la caduta della Francia

                eventuali errori militari sono ben poco rilevanti per il giudizio, a fronte di questi fatti

                avrei solo perso tempo, magari lo farò avendo tempo da perdere in futuro, adesso che il Milan non gioca per un pò

              • PinoMamet scrive:

                Non si tratta solo di errori militari (tutt’altro che “eventuali”) ma di vera e propria stupidità politica.

                Oltre che di orrido cinismo.

              • Francesco scrive:

                Pino: ho sentito accusare Churchill di tutto ma non di stupidità politica. Ti spiace fare qualche esempio?

                Grazie mille!

              • PinoMamet scrive:

                Ma perché non ti guardi il filmato??

              • Francesco scrive:

                non guardo MAI i filmati, sono quasi offeso che dopo tutti questi anni tu non lo sappia!

  85. tomar scrive:

    Francesco:
    ”2) i suoi confini sono quelli riconosciuti dalla comunità internazionale, non da Pino Mamet o da Vladimir Putin“

    Scusa Francesco, ma quello dei “confini riconosciuti dalla comunità internazionale” per te è un criterio assoluto o in qualche caso faresti un’eccezione?

    • Francesco scrive:

      Siccome, nonostante le apparenze, non sono un guerrafondaio assetato di sangue, tendo a tenerlo come criterio molto in considerazione.

      I confini sono una cosa delicata, da modificare con prudenza e per via diplomatica e con l’accordo più ampio possibile.

      Ma ci sono eccezioni, in cui il rispetto dei confini provoca mali maggiori della loro violazione.

      PS non sono i confini a essere delicati, è la gente che vive sul terreno a rischiare di subire gravissime conseguenze da azioni sconsiderate.

  86. tomar scrive:

    Francesco:
    “ci sono eccezioni, in cui il rispetto dei confini provoca mali maggiori della loro violazione”
    Perché sei così riservato? Qualche esempio? Che so… la Crimea, ma vai avanti tu.

    • Francesco scrive:

      quando il governo “legittimo” di un paese opprime con grande violenza una parte dei suoi cittadini, su base etnico-geografica

      e la comunità internazionale ha la forza per imporre che questo cessi

      in questo caso mi pare si possa prendere in considerazione un intervento “dentro” i sacri confini e pure una loro modifica

      un “buon” esempio sono gli interventi nella ex-Jugoslavia, per quanto molto tardivi. ma anche Timor Est.

      • tomar scrive:

        E il Vietnam non è un altro “buon” esempio? Lì non c’era neppure un sacro confine, ma solo una delimitazione provvisoria, il diciassettesimo parallelo, eppure per “difenderla” inutilmente gli USA provocarono diversi milioni di morti.
        E Taiwan, che fa parte dell’unica Cina (riconosciuta da pressoché tutto il mondo) da più di 250 anni?

        • Francesco scrive:

          Sul Vietnam ho un’opinione minoritaria, per cui non vedo nessun motivo di gioire per il successo della parte governata dalla locale dittatura comunista nell’unificare il paese. Ancora oggi il paese vive sotto un regime autoritario, benchè abbia cambiato alleanze passando al fianco del vecchio nemico USA e abbia abbracciato il capitalismo. Tra le molte cose discutibili o sbagliate fatte dagli USA nello scontro con l’URSS, e molte ce ne sono state, la guerra del Vietnam non mi pare ci stia.

          Taiwan? consegnare 24 milioni di persone che vivono libere alla dittatura del PCC? perchè altrimenti mostrano che un’altra Cina è possibile? preferirei tornare a quando la Cina nazionalista era riconosciuta come “la vera Cina”, piuttosto.

          Ciao

          • tomar scrive:

            x Francesco
            Cioè, il principio è sacrosanto quando fa comodo agli amici miei e vada a farsi fottere quando non gli fa comodo?
            Fine delle trasmissioni.

            • Francesco scrive:

              no, il principio è valido fino a quando non confligge con qualcosa di più importante

              forse dovresti riconsiderare chi hai scelto come amici

  87. Moi scrive:

    Continuano i “Cortocircuiti a Dx” 🙂 in Francia : dopo Zemmour, anche la Le Pen dice che NON si sente di biasimare l’ Italia … perché la Meloni ha fatto ciò che avrebbe fatto anche lei !

    • Moi scrive:

      Melonì 😉 :

      https://www.youtube.com/watch?v=9-YO1j2GO-I

      battute Francesi su come l’ Italiano sia una lingua più “sympa” del Tedesco.

    • tomar scrive:

      Belli questi i “Cortocircuiti a Dx”, ma se fossero stati al governo parlerebbero così o sarebbero stati ancora più duri di Macron (come in effetti sono stati, per riflesso condizionato, nelle prime reazioni)?

      • Moi scrive:

        Zemmour è più intelettuale (a volte, forse, lo è troppo …) ed è più chiaro :

        votare a Dx significa credere ancora nello Stato Nazione … a Sx, nelle Elites Superiori “Tout-Puissantes” !

      • Francesco scrive:

        ottima domanda!

        • Moi scrive:

          Be’, in Francia NON c’è il Localismo / Campanilismo dell’ Italia … cosa che in Italia è stato uno svantaggio finché eravamo al massimo “Terroni Vs Polentoni” , MA che per me è un vantaggio “tirando dentro” il resto del Mondo !

          … E lo sarà pure quando l’ Immigrazione arriverà da altri Pianeti, con le Astronavi ONG di Soros diventato Cyborg !

          🙂

  88. Moi scrive:

    @ PANISCUS / ANDREA DI VITA

    Non ricordo chi lo formulò, sicuramente avrò travisato qualcosa … ma c’è un tipo di Logica Matematica (odiatissima in Politica) che vuole Vero e Falso come “percentuali” anziché entità assolute : uno dei primi divulgatori (spero non troppo semlificatore) ne fu Luciano De Crescenzo.

    • Fuzzy scrive:

      https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lotfi_Zadeh
      Lotfi Zadeh.
      Mi sembra strano che la logica “sfumata” sia osteggiata dalla politica. In fondo, tolte le moderne applicazioni ingenieristiche, si tratta del normale “senso comune”
      Non è forse vero che la Politica viene definita l’arte del possibile?
      Poi ci sono i fanatici.

      • Francesco scrive:

        In effetti ho subito pensato a Berlusconi che con questa logica ci sguazza da una vita, senza neppure saperlo.

        😀

        • Fuzzy scrive:

          Andreotti forse è più rappresentativo.
          Berlusconi mi sembrava più che altro “l’arte dei propri possibili interessi”.

          • Francesco scrive:

            Pensavo alle dichiarazioni pubbliche.

            Arte in cui Andreotti era maestro supremo, altro che gli omuncoli che sono venuti dopo.

            Tra l’altro, ci fosse ancora lui, avremmo qualcuno a cui guardare nell’attuale crisi.

  89. Moi scrive:

    @ FUZZY

    Grazie … d’altronde , è Fuzzy Logic ! 😉

    Hai ragione, diciamo meglio : in politica, la sfumatura logica NON piace in Campagna Elettorale (permanente, in Italia) … ma poi _ obtorto collo_ ls si deve applicare.

  90. PinoMamet scrive:

    Rispondo a Francesco qua sotto.

    Sì, per me l’Ucraina è una nazione mezza inventata. L’altra mezza è la Galizia, che ha una sua identità.
    Insomma.

    Ma la Rus’ di Kiev è l’inizio della Russia, Ucraina vuol dire “confine, periferia” (della Russia) e le attuali regioni meridionali si chiamavano Nuova Russia.
    A parte qualche poeta dialettale come Shevchenko, i grandi scrittori ucraini che tutti conoscono scrivono in russo e vivono in Russia almeno per lunghi periodi (Gogol’, Bulgakov…).

    Che queste cose le dicano Dugin e Putin non le rende meno vere.

    È un buon motivo per invaderla? Certamente no, ma almeno per porsi qualche dubbio sui suoi “immutabili” confini sì…

    E anche per giustificare le mie simpatie, che come tali sono insindacabili: a me piacciono i popoli veri, non le sottomarche.

    Bene, ma l’Ucraina aveva dei confini riconosciuti internazionalmente, dirai.

    E se li doveva tenere, invece di rompere le scatole ai russofoni e sterminarne un po’, già che c’era (lo dice Amnesty).

    Ah, va bene, dirai, ma non aveva il diritto di chiedere di entrare nella NATO?

    Ora, a parte che entrare nella NATO non è un diritto umano, ma una scelta politica di parte, quando ti dicono che se lo fai ti invadono, e tu lo fai lo stesso, allora sí, stai facendo una scelta irresponsabile.

    A Zelenski hanno consegnato un paese quasi intero (tranne la Crimea, sulla cui “ucrainitá” trovo più che lecito avere dubbi) e funzionante, in cui era libero di fare il coglione in TV.

    Lui ha restituito un paese a pezzi, distrutto e invaso. A causa delle SUE scelte prima di tutto.
    Non è permesso dire che è ha agito malissimo?

    L’unico modo per non ammetterlo è ritenere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina comunque.

    “Così, de botto, senza senso”, come gli sceneggiatori di Boris.

    Ma di questo non c’è e non ci può essere alcuna prova, e onestamente mi pare anche molto improbabile, per cui…

    • PinoMamet scrive: