La nazione che parla con gli angeli

Leggo che un certo David De Pape è entrato da solo in casa della speaker del Senato degli Stati Uniti, brandendo un martello.

Vado a vedere chi è David De Pape, e direi… ma è l’anima stessa degli Stati Uniti, di tanti e tanti americani che abbiamo conosciuto come lui.

Tanti morti nel Klondike, un numero sterminato in carcere, ma qualcuno è riuscito a fondare multinazionali e altri a inventare religioni: nella nazione dei hustler,va così.

David De Pape aveva un blog, di cui l’unica traccia è questa, dedicata a combattere la censura e sostenere il Primo Emendamento alla Costituzione, ma gli articoli purtroppo sono stati fatti sparire: la storia oggi si può annientare con un clic.

Restano solo i titoli, di cui il più intrigante, perché coglie i due grandi filoni mitologici americani, quello veterotestamentario e quello massonico (giudeomassonico!?), è Noah survived the collapse of Atlantis.

Sappiamo che De Pape avrebbe raccontato a un’amica di

“parlare con gli angeli, e che ci saranno tempi duri a venire”

L’Apocalisse è il flip-side della moneta del hustler.

David De Pape, di mestiere creatore di braccialetti di canapa, viveva nel magico mondo post-hippy di Berkeley, nella stessa casa di Oxane “Gypsy” Taub e dei suoi tre figli.

Gypsy Taub, diciamo subito, è nata in Russia, cosa che la rende ancora più americana.

David De Pape ha fatto da testimone al mitico matrimonio nudista di Gypsy Taub con un certo Jaymz Smith (la fantasia ortografica non manca agli americani) sulle scale del Municipio di San Francisco.

Il signore abbigliato è De Pape, tra breve arriverà la polizia e metterà in gabbia quelli vestiti da sposi.

Gypsy Taub dedica infatti la sua vita a una causa profondamente americana.

La libertà fondante, come insegna il secondo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, è il right to bear arms“, senza il quale ogni altro diritto è alla mercè del primo che si arroga il dominio dell’uomo sull’uomo: quel dominio di oppressione su cui si fonda proprio il vecchio mondo, l’Europa dei monarchi e dei papi e della medicina di Stato e degli eserciti e delle scuole dell’obbligo.

This gun is good for many things, I’ve learned to use it well
Our founding fathers wrote your rights in stone
One day should our noble country ever go to hell
Just remember son that tyrants are still made of flesh and bone
Just remember they are made of flesh and bone

Ma un diritto forse ancora più primordiale è quello di essere se stessi.

Gypsy Taub ha fatto questo un video per rivendicare il diritto di girare nudi, sempre e ovunque, che apre con la più americana delle frasi – l’avrete vista mille volte, perché anche la pubblicità, non a caso, è un’invenzione americana:

“Ci insegnano che i nostri corpi sono qualcosa di cui ci dobbiamo vergognare. Invito tutti a liberarsi dal body shame!”

Qui si tocca una corda profondamente americana: nel Nuovo Mondo, il miracolo è sempre possibile, basta volerlo – sarà poi Gesù, il terapeuta o il chirurgo plastico a realizzarlo per noi. He’ll validate you!

“I have a friend named Jesus.
Theres no other friend like He.
I have a friend named Jesus.
Gave His life to set me free.”

E infatti, la Gypsy ha anche un blog dove offre in forma inadulterata quei rimedi-per-tutti che l’America ha riversato sul mondo, fino a farli penetrare, ingerghiti, nei Piani di Offerta Formativa di qualunque istituto tecnico.

A invalidarti, è solo la paura, il senso di colpa che ti instillano: puoi conquistare la Luna, andare in paradiso, vendere il Colosseo a Totò, cambiare sesso e smettere di invecchiare.

“Andrò nudo incontro al Signore! San Francesco d’Assisi”

recita questo cartello dei seguaci della Gypsy.

Ma che ci fa questa folla di nudi?

Me lo spiegò una mia amica italiana lesbica, che visse per un periodo nella gay community di San Francisco.

Bene, a San Francisco puoi andare in giro nudo. Da un secolo. Poi qualche maschietto si mette un vezzoso penis sheath, o magari soltanto una cravatta. Nel 2012, il Comune passò un’ordinanza che imponeva qualche limite all’esposizione dei genitali (non dei seni femminili). Cosa che suscitò un’ondata di proteste – infatti il matrimonio della Taub, che portò al suo arresto, avvenne in quel contesto.

Il maestro della Taub, come quelli di generazioni di americani dai tempi del culto di Saint Germain, è un essere “non materiale” di nome Lazaris, che parla per channelling. E insegna la più pura delle filosofie americane:

“Lazaris è arrivato sul nostro pianeta durante la più grande trasformazione spirituale che l’umanità abbia mai vissuto e mai vivrà. Sta accadendo ora. Si è sviluppata negli ultimi decenni e si sta avvicinando al suo apice.

Lazaris ci insegna che siamo noi a creare la nostra realtà al 100%.

Accanto alla nudità e al diritto all’aborto, la Taub sostiene la “medicina psichedelica“, infatti gestisce anche una “psychedelic healing clinic and rehab for street kids in Mexico” dove usa medicine poco convenzionali per curare le tossicodipendenze.

Dice la Taub:

“Per me la libertà del corpo non riguarda solo la legalizzazione della nudità pubblica. Per me va molto più in profondità. Credo che la libertà del corpo significhi anche che siamo liberi di consumare qualsiasi sostanza che scegliamo di consumare, che il nostro corpo ci appartiene e che nessun governo ha il diritto di imporci cosa possiamo o non possiamo fare con esso.”

Due cose.

Uno, l’immaterialità. Il mito americano, the American Dream, il vivere in un futuro scisso tra il Regno e l’Apocalisse, l’adorazione per Freud quando venne in visita, le folle a cantare e battezzarsi nel fiume, il giocare a violare ogni possibile frontiera, le “identità di genere”, i mondi di Meta e della realtà virtuale, i complotti di QAnon, gli angeli che parlano, l’idea che la malattia possa essere una colpa da curare con la volontà, l’onirico mondo della musica di sottofondo e della pubblicità, gli stati alterati di coscienza, il think big, l’evanescenza della finanza. E la proiezione di questo delirio sul mondo:

“l’America era Atlantide, l’ America era il cuore, era il destino,
l’America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,
l’America era il mondo sognante e misterioso di Paperino.”

L’altro, la libertà, che gli europei faticano molto a cogliere, perché non è “il diritto di chiamare la polizia se qualcuno mi infastidisce”. E’ qualcosa di molto più radicale, anzi, “l’anima”, unica e senza vincoli, è proprio il fondamento dell‘immaterialità.

Forse potete iniziare a capire perché negli Stati Uniti – e nella cugina Canada – ci sia stata una rivolta così possente contro le restrizioni anti-Covid: quando il mondo immaginale del panico, del care, dei rimedi (tecnici infallibili), delle immagini televisive, si scontrò con il mondo del freedom.

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382 risposte a La nazione che parla con gli angeli

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Non sono riuscito a leggere quasi una sola riga senza un vago senso di nausea.

    Ma davvero siamo vassalli/”alleati” di questa gente?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “Non sono riuscito a leggere quasi una sola riga senza un vago senso di nausea.”

      Io l’ho scritto con un profondo affetto per quella che è una parte importante di me.

      Più che altro, mi rendo conto che gli italiani conoscono ancora poco gli Stati Uniti.

      I critici pensano solo al miliardario cattivo con il sigaro in bocca che prende a frustate i negri; i sostenitori sappiamo cosa pensano.

      Poi vorrei far notare come ogni cosa contenga il proprio antidoto: esattamente quella cultura di “libertà” che permette ad alcuni di riversare “creative destruction” su tutto il pianeta, permette a uno che parla con gli angeli di entrare dentro la casa di uno dei “distruttori creativi” con un martello – la libertà è anche assumersi responsabilità.

      Ma soprattutto, l’America non è l’Europa, chi crede che lo sia non ha davvero capito niente.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez & pino mamet

        Ricordate quando scrissi che la parola “Occidente” ha almeno tre significati?

        Ecco: se Trump rappresentasse il primo, Padre Pio il secondo e Corrado Augias il terzo, io starei coi piedi ben radicati nel terzo.

        (E più ancora che con Augias mi immedesimo col Serenus Zeitblom del “Doktor Faustus” di Thomas Mann).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Beh, pur sapendo che chi ti pone di fronte delle scelte in quel modo ha già truccato il gioco, posso ben scegliere San Pio a questo giro!

          Non sono però convinto che questi matti che MM tanto ama abbiano un peso particolare negli USA. Sospetto siano poco più che folklore.

          C’è anche un sacco di gente assennata, sempre abbastanza poco assennata da arrivare sulla Luna ma assennata!

          Ciao

  2. PinoMamet scrive:

    Al contrario di ADV, non provo alcun senso di nausea: il mondo è bello perchè è vario.

    Provo invece un senso di grande estraneità, di grande lontananza;
    più che altro ho l’impressione che gli italiani che venerano l’America (cioè tutti) venerino qualcosa che non conoscono quasi per niente, cioè la conoscono, ma a metà.
    (“La risposta è dentro di te: e però, è sbagliata!” diceva Corrado Guzzanti)

    Un gigantesco fraintendimento.

    Ecco, al posto del Grande Cocomero dei Peanuts (che infatti era una Grande Zucca), gli italiani venerano il Grande Fraintendimento culturale, per cui di là dall’oceano ci sarebbe gente come noi, divisa in una destra più o meno come quella italiana, e in una sinistra come quella italiana crede di essere, con modi di ragionare suppergiù simili a quelli italiani se non identici…

    dimenticando che di là dall’oceano è pieno di gente che dall’Europa ci è scappata.

    • PinoMamet scrive:

      Questa primavera (credo) ho visto Licorice Pizza: sgombro il campo agli equivoci, mi ha fatto cagare, e non vedo come a qualcuno possa essere piaciuto, a meno che non lo abbia visto per niente (come immagino sia il caso di molti giornalisti/recensori), o sia pagato per scriverne bene (idem), o sia stato un adolescente a Hollywood negli anni Settanta.

      Non è neppure il più “americano” dei film, ma il fatto è che dice qualcosa ed è pensato per significare qualcosa solo per chi abbia quel tipo di ricordi lì: un giovane hustler, appunto, nei quartieri bene, più o meno liberal, della California dell’epoca.
      Forse anche ad altri americani può dire qualcosa.

      In Italia non dice proprio nulla, e lo scelgo come esempio per questo: è solo una collezione di figurine del tutto diverse da quelle italiane dello stesso periodo.

      Come se noialtri proiettassimo in America un film dove si parla, che ne so, del Pentapartito, della nazionale di Bearzot, della televisione con Pippo Baudo e Mike Bongiorno… che cazzo gliene potrebbe fregare a loro??

      • Moi scrive:

        Concordo : già ne parlammo … il fan service al Krav Maga e Imi Lichtenfeld, e poi avrebbero proprio tagliato una scena che spiega perché quel titolo 😀 [l’ immaginfico nome di una scomparsa catena di negozi di dischi in vinile, dalla forma appunto nera, lucente a solchi come “pizze di liquirizia” ] , incomprensibile all’ Estero … e non l’ han capito neppure gli Statunitensi giovani 🙂 !

        • PinoMamet scrive:

          Tra l’altro credo che nessuno in America, all’epoca in cui è ambientato il film, sapesse cosa fosse il krav maga, nessuno aveva mai cominciato a commercializzarlo con quel nome, e un ragazzo israeliano che lo avesse imparato (durante il servizio militare, che NON è il caso della ragazza ebrea-americana del film…) lo avrebbe probabilmente tradotto in inglese come “sistema di lotta” o “di autodifesa”… ma probabilmente non ne avrebbe parlato punto e basta, non perché “segreto”, ma perché, boh, erano due pugni e due calci che si imparavano a militare.

  3. PinoMamet scrive:

    Comunque quando hai (Miguel) nominato Gesù, mi è venuto in mente questo:
    https://www.youtube.com/watch?v=xs6cwcO7VTo

    non credo che esista una scena più americana di questa
    (e della canzoncina Plastic Jesus)

  4. tomar scrive:

    La mia reazione a questo post è stata un po’ diversa da quella di ADV, e cioè: che ho da dire io al riguardo rispetto a quello che ha detto molto meglio e molto più a fondo Miguel?
    In ammerica non sono mai stato, americani ne ho conosciuti pochissimi, quasi solo quando ero in Guatemala, e certo anche a me, disilluso europeo, davano questa impressione del “se voglio, tutto è possibile”, postura a cui guardavo con un misto di ironica condiscendenza ma anche quasi nostalgica ammirazione.
    Però tra questi di uno solo sono diventato amico, un trentenne scrittore, o aspirante tale, che aveva sposato facendoci un figlio (e già piantato) una bella sandinista nicaraguense, e si parlava del comune amore per Benjamin.
    Una mosca bianca insomma.

    • PinoMamet scrive:

      Io in America sono stato (pochissimo), americani ne ho conosciuti diversi, e soprattutto conosco certi movimenti chassidici in origine russi ma attualmente americani, e direi proprio tipicamente americani in tutto, tranne che parlano con il caratteristico accento yiddish e non hanno Jesus 😉

      e l’idea è proprio quella, “se vuoi puoi”, “diventa te stesso”, “empowering” eccetera.

      Mi sono fatto l’idea che Dio parli in modo diverso a popoli diversi…

      (“il mondo cambia, tutto si rinnova, anche Dio si rinnova in tanti modi”, scriveva Steinbeck- cito a memoria- in un suo libricino…)

    • Miguel Martinez scrive:

      per Tomar

      “Una mosca bianca insomma.”

      L’America è il paese delle mosche bianche!

      Oggi parlavo con la B., figlia di pasticceri campani trasferitisi proprio a San Francisco, dove wow, i dolciumi italiani! e si diventa ricchi.

      Cresciuta a camminare tra i boschi, fa la ceramista a Firenze, ma sotto Natale torna per fare pasticcini negli Stati Uniti.

      Grandi occhi meravigliati a guardare ogni aspetto del mondo, abbiamo parlato delle storie delle statue che lei aveva studiato, di Graeber e le sue americanissime teorie sull’Alba del Tutto (americanissime, perché inedite, inattese, fanno saltare in aria tutta la storiografia, eppure hanno senso!), wow

      del suo amico scultore cui un miliardario danese dei bitcoin ha commissionato una statua in bronzo,

      a cogliere nella luce del mattino i riflessi nelle foglie, wow…

      vediamo uno scoiattolo correre, e allora la curiosità e l’entusiasmo di chiedersi come sia la natura italiana tutta antropizzata…

      a indicare in lontananza la chiesa di San Bartolomeo, dove il Sodoma si era fatto ritrarre come Giuda, wow

      ecco anche questo è immaginario e libertà, è America.

      • tomar scrive:

        per Miguel
        “L’America è il paese delle mosche bianche!”

        Capisco quel che vuoi dire, grande è l’America, ma nel contesto del discorso che facevo “mosca bianca” significava che “l’amico americano” non condivideva il fiducioso ottimismo nelle proprie possibilità, basta volerlo, della gran parte dei suoi connazionali.
        Dicevo del comune amore per Benjamin, uno che in uno scritto del ’29 sul surrealismo diceva che essere rivoluzionari significava agire per “organizzare il pessimismo”. Ed esprimendo la sua sfiducia per il destino della libertà in Europa così concludeva quell’articolo: «Fiducia illimitata solo nella IG Farben e nel pacifico perfezionamento della Luftwaffe». E questo lo scriveva 15 anni prima che la IG Farben producesse il Zyklon B per le camere a gas e la Luftwaffe seminasse morte e distruzione in mezza Europa.
        Ciò detto, è poi vero che eravamo attratti anche dalla vena messianica che attraversava il pessimismo dell’ebreo “marxista” Benjamin, vena presente soprattutto nelle Tesi sul concetto di storia, suo testamento teorico scritto come interiore reazione al Patto Molotov-Ribbentrop poco prima di fuggire verso la Spagna e di suicidarsi alla frontiera per timore che le guardie franchiste lo consegnassero ai nazisti.
        Molto probabilmente un inguaribile ottimista americano non si sarebbe suicidato, e avrebbe fatto bene, perché il giorno dopo il suo suicidio arrivò il visto che stava attendendo per imbarcarsi per gli Stati Uniti.
        Ma due parole ancora sul messianismo di quelle tesi, che si concludono così:
        “E’ noto che agli ebrei era vietato investigare il futuro… Ciò li liberava dal fascino del futuro, a cui soggiaciono quelli che cercano informazioni presso gli indovini. Ma non per questo il futuro diventò per gli ebrei un tempo omogeneo e vuoto. Poiché ogni secondo, in esso, era la piccola porta da cui può entrare i Messia.”

    • Francesco scrive:

      postura a cui guardavo con un misto di ironica condiscendenza ma anche quasi nostalgica ammirazione.

      OTAT!

  5. Miguel Martinez scrive:

    Penso che un’altra cosa interessante sia…

    non distinguere troppo tra “destra” e “sinistra” in America

    Tra

    il missionario evangelico che dice che ogni sera si trova in tasca i soldi che gli servono per vivere, senza chiedere niente a nessuno e senza lavorare

    il venditore di polizze dal metodo infallibile

    l’uomo che ha deciso di essere una donna,

    sono tutti “valid”, no?

  6. roberto scrive:

    Anche io non capisco la nausea di Andrea e sono per il pinesco “il mondo è bello perché è vario”

    Però mi suona un campanello di allarme a leggere “l’anima degli Stati Uniti”…ci vado almeno una volta all’anno da 15 anni, ho famiglia laggiù, ho conosciuto una marea di persone e ogni volta che ci vado resto con questa idea che non esiste nulla che li accomuni tutti

    Forse una cosa che piace a Miguel e cioè il senso della comunità, quasi che ognuno si sente vivo solo in quanto parte di una comunità (che può essere la chiesa, il quartiere, i professori di Harvard, i nudisti, little Italy, e così via all’infinito) . E alla comunità aggiungerei uno spiccatissimo patriottismo anche nei più anarchici

    Ma davvero non saprei in cosa il nostro nudista possa essere considerato “anima degli Stati Uniti”
    Si certo, la “libertà” ma non è certo un’aspirazione comune (penso ad esempio a quelli che scelgono la vita militare perché gli piace “ordine e disciplina”…non vi sembra americanissimo?)

    • roberto scrive:

      Si e poi sono d’accordo con Tomar e Pino, su questo altro aspetto caratteristico del “se vuoi puoi” con il corollario “se non ci sei riuscito non ci hai provato abbastanza”

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Però mi suona un campanello di allarme a leggere “l’anima degli Stati Uniti””

      concordo totalmente con quello che dici.

      Preciso meglio, “ciò che rende gli Stati Uniti diversi dal resto dell’umanità”.

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      ma sei sicuro di questo?
      Ho vari amici americani, ma solo uno stretto e dice che se fosse per lui grossa parte degli USA sprofonderebbero nel mare e che lui appartiene alla Florida e tutt’al più al sud (sarebbe pronto a prendere in mano il fucile e andare a combattere la nuova guerra di secessione), non agli Stati Uniti.
      E mi ha fatto capire molto di più lui sugli USA di tutti gli italiani stellestrisciuti alla Alberto Sordi, intrisi di retorica patriottarda altrui (immaginaria).

      E non credo che siano solo quelli del sud a odiare la Federazione come una sorta di corpo estraneo e quasi abusivo e ad attribuire una qualche legittimità solo al loro stato di appartenenza. Anzi, credo sia un sentimento un po’ di tutta l’America profonda.
      Certo, a New York e Los Angeles no. Ma là tanto dicono che i bianchi sono cattivi, che bisogna restituire il continente agli Indiani, chiedere scusa ai negri…
      Insomma, apparentemente sono patriottici fanatici, ma poi uno si chiede dove sta tutto ‘sto patriottismo.

      • Peucezio scrive:

        Mi riferivo a:
        ” E alla comunità aggiungerei uno spiccatissimo patriottismo anche nei più anarchici”.

      • roberto scrive:

        Peucezio,

        Un episodio che mi ha fatto davvero impressione: wyoming, rodeo…cosa c’è di più americano di bovari armati fino ai denti che vanno a vedere dei cowboy? Gente super socievole e simpatica che però è capace di definire trump “socialist scum” (feccia socialista)

        Eppure tutta l’arena resta in silenzio assoluto per l’inno, e poi fanno venti minuti di festa quando lo speaker li invita a salutare i membri dell’esercito presenti (“c’è un Marine?” Due si alzano in piedi “applaudiamo i nostri Marines”…e così per 20 minuti per tutte le forze armate…)
        Poi basta vedere il numero di bandiere in giro….

        • Peucezio scrive:

          Allora forse c’è proprio una specificità del sud.
          D’altronde la guerra civile c’è stata.
          E non è escluso ce ne sia un’altra (anche se non credo sarebbe fra nord e sud).

          • PinoMamet scrive:

            Mah, secondo me è una specificità del tuo amico.
            Io ho una conoscente americana del Sud, ed è l’America incarnata: padre ex pilota dell’aviazione, casetta delle vacanze nei boschi, università a Boston, patriottismo, infatuazione per un’Europa idealizzata ecc

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Allora forse c’è proprio una specificità del sud.”

            Penso invece che siano le contraddizioni simboliche tipiche degli “incolti” (detto senza giudizio).

            Come i russi che si fanno il segno della croce ed esaltano Stalin, i patrioti fiorentini che mettono insieme Savonarola e i Medici.

            O i tantissimi americani che esaltano l’esercito e si oppongono alle guerre, fenomeno inimmaginabile in Italia.

            • Peucezio scrive:

              Sì, credo anch’io.
              Ma lui non è affatto incolto, è molto colto, raffinato, distinto, legge molto…
              Per questo anche mi ha sorpreso.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Allora forse c’è proprio una specificità del sud”

            Non saprei. Mi pare di aver capito che il Sud sia sovrarappresentato nelle forze armate USA.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Una cosa cruciale, ma incomprensibile, per la sopravvivenza del mondo.

    L’Immaginario americano, la Creative Destruction, può annientare il pianeta.

    Ma la Libertà (anche degli appassionati dei fucili, o dell’LSD, o del nudismo) la può fermare.

    Arriva questo messaggio americanissimo, di Tulsi Gabbard:

    “Of all the enemies to public liberty, war is perhaps the most to be dreaded.”

    These prophetic words were spoken by none other than the Father of the Constitution, James Madison. America’s fourth President had the wisdom to see beyond the litany of challenges facing our founders and innately understood how the power of fear could be weaponized against future generations to erode the very freedoms they had fought so hard to obtain. Madison was fully aware of the primal human need for safety, and that perceived threats to this safety could be used one day to justify attacks on our fundamental liberties.

    Unfortunately, just one century later, our country’s leaders would begin to ignore his warning. At the pinnacle of World War I, the United States government would make its first such betrayal, passing the ill-conceived Espionage Act in 1917 to purportedly safeguard against spying and bolster our national security at a time when Americans felt especially vulnerable. However, it was used to silence and target the free speech of those who spoke out against the war.

    • Francesco scrive:

      Per la cronaca, Joseph Schumpeter, l’uomo che inventò la Distruzione creativa, nacque in Moravia nel 1883 e si trasferì negli USA nel 1932, dove morirà nel 1950. In pienissima era keynesiana.

      Saluti

  8. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=AIALGh3MRAQ

    un esempio di Storia Americana (Rivoluzione Messicana) Italianizzata che diceva Pino 😉 …

  9. Peucezio scrive:

    Io devo dire che leggendo il post non ho provato né nausea, come Andrea, ma nemmeno estraneità, come Pino.
    Semmai senso di oppressione per come viviamo non dico in Italia (che fino a non molto tempo fa aveva gli anticorpi contro lo statalismo nelle sue forme di elusione comunitaria e individuale) ma sicuramente in Europa, col suo giacobinismo liberticida, collettivista che ti impone le tasse, la scuola, un’infinità di leggi e regole…
    Questa libertà assoluta propugnata dai personaggi del post è una proiezione, una sorta di ideale forse irrealizzabile, ma almeno lì ci provano e mettono l’asticella dell’insofferenza alle imposizioni molto più in basso di noi, che, stringi stringi, siamo un popolo di schiavi, dove tutto è vietato.

    • roberto scrive:

      Beh se vuoi un paese dove tutto è vietato e quello che è permesso è strettamente regolato, gli Stati Uniti sono perfetti 😁

      • Peucezio scrive:

        Sarebbe da chiedere a chi apre un bar quanti permessi bisogna esibire e quanti mesi bisogna aspettare qui e lì.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “bar”

          Peucezio, libertà non è libertà dai bolli quando vuoi aprire un bar.

          Quella è la libertà di chi vuol farsi imprenditore, cioè padrone, cioè sfruttatore.

          Libertà è libertà dalla precarietà.

          Sono più libero in USA, dove se sto male spesso devo scegliere fra le medicine e il cibo, o in Italia, dove un malato terminale può essere curato gratis fino alla fine dei suoi giorni?

          Sono più libero in USA, dove posso farmi ammazzare a scuola perché non ho un’arma automatica più veloce degli altri, o in Italia, dove i dipendenti di una fabbrica mandata in rovina da un management incapace chiedono e ottengono che la politica difenda il loro posto di lavoro come patrimonio di tutta la collettività?

          Sono più libero in USA, dove gli esami da superare i test a domanda multipla alla faccia della cultura tanto poi all’università ci vanno i ricchi, o in Italia, dove le tasse universitarie sono alla portata di mti se non di tutti?

          Libertà presuppone società, e società fa rima con tolleranza solo se garantita dallo Stato. Più giacobino quest’ultimo, meno discriminatorio; meno discriminatorio, più rispettoso delle diversità; più rispettoso delle diversità lo Stato, meno precari i singoli cittadini; meno precari, più liberi.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Libertà è libertà dalla precarietà.”

            Libertà è sempre rispetto a qualcosa direi, e sono tutte libertà.

            La specificità di quella americana è forse “il diritto di forgiare il proprio destino nel bene e nel male e a proprio rischio”?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “forgiare”

              Tale diritto esiste in pratica solo se uno ha i soldi per poterselo permettere.

              La grande maggioranza di coloro che hanno il problema di mettere insieme il pranzo con la cena questo diritto non ce l’ha se non sulla carta.

              Se questa è davvero la libertà in USA, allora meglio la Cina di Xi, dove tutte le restrizioni più feroci almeno trovano una giustificazione nel sottrarre alla miseria una fetta consistente della specie umana.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Se questa è davvero la libertà in USA,”

                Direi che è piuttosto il sentimento che ispira gran parte della cultura americana. Non è detto che pensino alle conseguenze che dici tu 🙂

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “sentimento”

                OK, ma è appunto di sentimenti che stiamo parlando, del vasto continente dell’Immaginario.

                Per quanto riguarda la ‘libertà’:

                -l’immaginario dell’Occidente di Trump e della Thatcher è quello del barista armato contro i burocrati statali e gli intrusi in genere, in senso figurato e letterale: si è liberi dall’intruso

                -l’immaginario dell’Occidente di San Padre Pio e della Santa Faustina Kowalska è quello di chi si sente libera la coscienza dal peccato dopo una confessione una comunione alla messa domenicale. O, in una versione più pagana, quello che di chi si sente felicemente parte di un tutto durante la festa del villaggio dove tutti insieme si beve e si canta e si tocca il didietro alle ragazze ammiccanti: si è liberi dalla solitudine

                -l’immaginario di un Corrado Augias e di un Serenus Zeitblom è un bel libro letto in pace sapendo che tutti i bisogni materiali impellenti nostri, dei nostri cari e dei nostri vicini son soddisfatti: si è liberi dal bisogno.

                Dei tre, il primo è quello ormai ‘mainstream’ anche da noi. Il secondo è quello conviviale, che viene continuamente riproposto ad esempio nel Vangelo. L’ultimo è quello epicureo: ‘chi gusta un’oliva quando ha fame e beve un sorso d’acqua fresca quando ha sete è felice quanto Zeus’. E ciò è impossibile se non vale per tutti, secondo il vecchio racconto della differenza fra paradiso e inferno (rispettivamente il luogo in cui si bada anche agli altri o si bada sol a se stessi quando si può mangiare solo da una ciotola di riso comune usando bacchette lunghe tre metri).

                Per quello che vale, personalmente mi riconosco maggiormente nel terzo.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            baristi maledetti affamatori del popolo!

            Davvero vedi in un barista uno sfruttatore? Uno sfruttatore di che? Di chi? E se non ha nemmeno dipendenti ed è a conduzione famigliare?

            È il contrario di quello che dici tu. Dove c’è lavoro dipendente c’è alienazione sfruttamento.
            Dove c’è lavoro autonomo non si è sotto nessuno e si gestisce il proprio: in un mondo ideale tutti farebbero questo.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “libertà”

              Con la parola “libertà” è come con la parola “occidente”: bisogna specificare sempre di che cosa si parla.

              E poi sì, finché un dipendente avrà la ritenuta alla fonte e un barista no
              il barista sarà sempre a priori sospettato di evasione, cioè di furto ai danni del dipendente, fino a prova contraria.

              Personalmente non ho mai capito a che cosa servano i lavoratori autonomi. Una società ben organizzata non ne ha bisogno. Vai in ufficio, e ogni settimana ti arriva il pacco con tutto quello di cui hai bisogno. Il resto è spreco; e più passa il tempo, meno risorse abbiamo da sprecare. A che servono il barista, il lattaio, il calzolaio, il pellicciaio?

              Sono trentasei anni che mangio cinque volte alla settimana gratis in una mensa eccellente. Perché non devono poterlo fare tutti, e tutti i giorni della settimana? A che serve “fare la spesa”? Che ce ne facciamo, dello “shopping”? In più, se hai un problema si muove il sindacato: “migliaia di dita di una sola mano che può stringersi a pugno, un pugno pronto a colpire”. Quale garanzia migliore contro lo sfruttamento del padrone?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “libertà”

                Dimenticavo: lo sai come si fa a ridurre di molto il carico di lavoro delle forze dell’ordine, e per di più con una riforma a costo zero?

                Basta obbligare chi presenta una denuncia ad es. di furto o rapina a un bell’accertamento fiscale.

                Poi si vede, chi è il ladro.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Andrea, la tua società ideale assomiglia sempre di più a un posto spaventoso.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                stavo per dire la stessa cosa.

                Andrea,
                va bene tutto.
                Ma almeno lascia perdere la libertà, che è l’esatta antitesi di ciò che vorresti.
                Piuttosto ammetti che il tuo ideale sarebbe un chip nel cervello di ogni persona, che la faccia agire meccanicamente in funzione della massima efficienza e razionalità di questa macchina sociale spaventosa che hai in mente (sesso compreso).

              • Peucezio scrive:

                E, per inciso, confermi il mio assunto.
                La colpa degli autonomi è di non pagare le tasse.

                Come se dover forzatamente versare parte dei propri soldi a un’autorità fosse un segno di libertà.
                Capisci che in questo modo ogni cosa vuol dire anche il suo opposto?
                Invece no. Il linguaggio è una convenzione, serve per capirsi, se tu chiami nero il bianco e bianco il nero, non riusciamo a comunicare.

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                ma spiegami una cosa, anche le donne (e noi uomini per le donne) sono proprietà dello stato, che te le dà in concessione, come una sorta di affitto o comodato?
                L’affettività non è un moto e un’esigenza spontanea, spontaneamente soddisfatta, ma un servizio erogato dall’istituzione, che ne resta proprietaria e titolare giuridicamente e moralmente.

                Magari anche i nostri arti, le parti del nostro corpo.
                Non sono nostre: la proprietà è un furto, è una forma di oppressione borghese.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Personalmente non ho mai capito a che cosa servano i lavoratori autonomi. Una società ben organizzata non ne ha bisogno”

                Una cosa che apprezzo enormemente di ADV è che sostiene posizioni con cui si può essere concretamente d’accordo oppure dissentire.

                Io dissento, ma non ho mai sentito esprimere in modo più chiaro – e anche ben ragionato – ciò con cui non sono d’accordo.

              • tomar scrive:

                ad Andrea Di Vita
                “Personalmente non ho mai capito a che cosa servano i lavoratori autonomi. Una società ben organizzata non ne ha bisogno. Vai in ufficio, e ogni settimana ti arriva il pacco con tutto quello di cui hai bisogno. Il resto è spreco; e più passa il tempo, meno risorse abbiamo da sprecare. A che servono il barista, il lattaio, il calzolaio, il pellicciaio?”
                (per inciso una premessa: sono d’accordo con Miguel sulla tua preziosa capacità di esporre con chiarezza il tuo pensiero)
                Mi sembra che qui tu tratti di quale sia il miglior sistema di allocazione delle risorse.
                Il liberista radicale risponde che il miglior sistema è il libero mercato, nel quale ognuno perseguendo il proprio profitto si produce per un gaudioso mistero il benessere generale.
                Lo statalismo sovietico e affini pensa che il modo migliore sia una pianificazione centralizzata che stabilisca intelligentemente e a priori come meglio allocare le risorse ai fini del benessere di tutti.
                Quella liberista è una presa in giro ideologica più o meno in malafede i cui frutti abbiamo visto e vediamo chiaramente, per cui, a occhio, propenderei per la programmazione “intelligente”.
                Ma sono abbastanza persona concreta da vedere che anche qui c’è qualche non piccolo inciampo.
                “ogni settimana ti arriva il pacco con tutto quello di cui hai bisogno”.
                Ebbè, ma perché ti arrivi davvero quel pacco, e perché sia quello giusto per te e non magari per un altro, e perché ti arrivi davvero ogni settimana e non ogni mese o mai ecc., converrai che è necessario mettere in piedi una gigantesca macchina burocratica, forse oggi meno gigantesca con i computer e gli algoritmi che sovraintendono all’armonia prestabilita, ma comunque non eliminabile del tutto.
                Ed è qui, converrai, che nasce e si sviluppa la maggiore criticità dei sistemi a pianificazione centralizzata, che diventano “inevitabilmente” troppo anelastici, causa principale e finale del collasso dell’URSS, non certo la vulgata del ritiro dall’Afghanistan (da quanti posti si son ritirati anche peggio gli USA?).
                Insomma, mi sento un po’ come l’asino di Buridano, per cui tendo a naso a propendere per una seria socialdemocrazia che cerchi di evitare entrambi i burroni trovando per aggiustamenti successivi la più ragionevole ed efficace compenetrazione tra statale-centralizzato e “libera” iniziativa (tra virgolette, perché libera solo finché e in quanto non confligga con altri interessi umani e comuni).

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ tomar

                “Buridano”

                Tocchi un tema più volte considerato in questo blog, e da gente ben più autorevole di me 😉

                Chi ne capisce distingue fra ‘ottimo di Pareto’ e ‘ottimo di Nash’.

                L’ottimo di Pareto è quella situazione modificando la quale c’è sempre qualcuno che ci rimette.

                L’ottimo di Nash è quella situazione modificando la quale chi la modifica ci rimette.

                E’ stato dimostrato che il libero mercato è un ottimo di Pareto, perché garantisce la migliore distribuzione delle risorse.
                (Niente code chilometriche in attesa delle introvabili angurie da Cuba, come ho visto coi miei occhi nella Praga Comunista).

                Ma il liberale/liberista/neoliberista non si limita a ricordare questo. Aggiunge anche (è l’idea della ‘mano invisibile’) che il libero mercato si ottiene semplicemente consentendo la libera competizione fra chi partecipa. Stando alla teoria della ‘mano invisibile’, dal momento che ciascuno cerca di massimizzare il proprio utile si ottiene naturalmente, automaticamente (cioè senza bisogno dell’intervento dello Stato, come per opera di una mano invisibile appunto) anche la distribuzione ottimale delle risorse.

                In realtà (Nash ci ha preso il Nobel) un ottimo di Pareto non è necessariamente un ottimo di Nash, e viceversa. Nella libera concorrenza chi si allontana dal comportamento ottimale fa il propri danno, perché diminuisce il proprio utile: la mano invisibile è n ottimo di Nash. Ma il libero mercato, e la relativa distribuzione ottimale di risorse, non è un ottimo di Nash, ma di Pareto. Di suo e lasciata a se stessa, la libera concorrenza non porta necessariamente alla distribuzione ottimale di risorse del libero mercato, ma – per esempio – a monopòli, situazioni di scarsa trasparenza, fenomeni di insider trading ecc.

                Ci vuol edunque la mano ben visibile, superiore, correttiva di un’autorità pubblica – che chiameremo ad esempio ‘Stato’, o magari ‘Unione Europea’ – che rimetta le cose in carreggiata.

                ormai questo lo riconoscono anche i liberali meno fanatici.

                Altra questione è se ciò sia possibile in un regime dove la proprietà dei mezzi di produzione – quei mezzi che servono a produrre tutti gli altri, inclusi l’acqua, l’energia, le macchine industriali ecc. – debba per forza essere lasciata a privati – che in quanto tali perseguiranno l’interesse collettivo solo in subordine al profitto individuale – oppure no.

                II sostenitori della prima tesi si dicono ‘di destra’. I loro oppositori, ‘di sinistra’.

                (Un corollario è che oggi in questo Paese manca o quasi del tutto la sinistra).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “colpa degli autonomi”

                Mai detto una fesseria simile.

                Dico e ripeto che gli autonomi hanno – do fatto – il privilegio di poter eludere il fisco in un modo che per i percettori di reddito fisso con ritenuta alla fonte è preclusa.

                (Non a caso gli autonomi si oppongono ferocemente a qualunque forma di possibile controllo del reddito, anche sol quella legata alla moneta elettronica).

                Questo privilegio mina alla radice il contratto sociale.

                “donne”

                Qui proprio vai fuori tema. Ma fuori come un poggiolo, come si dice a Genova.

                Guarda che è Adam Smith a dire che ogni essere umano è in qualche modo un mercante, anche di se stesso. Io mi sono limitato a parlare di come l’economia supplisce ai bisogni. Cosa c’entrano i chip?

                O la libertà per te è anche quella di fregare il prossimo, posto di riuscirci?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Dico e ripeto che gli autonomi hanno – do fatto – il privilegio di poter eludere il fisco in un modo che per i percettori di reddito fisso con ritenuta alla fonte è preclusa.”

                Vero.

                Ma è anche vero che a un autonomo, che crede di aver sempre pagato rigorosamente tutto ciò che doveva pagare, l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni (che è una ditta privata a scopo di lucro) può ingiungere, nel 2022, di pagare 8500 euro entro 5 giorni per “qualcosa” riguardante i redditi percepiti nel 2005.

                E quando vai da un avvocato per capire almeno di cosa si tratta, la Ditta Privata in questione:

                1) ti trascina in tribunale

                2) ti dice che non è tenuta a spiegare nulla del motivo della richiesta, perché è colpa tua che non ti sei informato prima (avevi 17 anni per informarti, vergognati!)

                3) ti spiega che non conta il fatto che siano passati 17 anni (e quindi molto dopo i 10 anni in cui pensavi che dovevi conservare scrupolosamente i documenti per dimostrare la tua innocenza)

                4) ti chiede la maggiorazione del 50% per coprire le spese legali (cosi siamo a 12.750 euro, senza sapere perché). E quel 50% va ad avvocati privati.

                Ah, e l’autonomo deve pagare pure l’avvocato suo, quisquilie, poche migliaia di euro.

              • Miguel Martinez scrive:

                E sospetto che chi ha subito questa storia, non sia l’unico in Italia.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Ah, e l’autonomo deve pagare pure l’avvocato suo, quisquilie, poche migliaia di euro.”

                Per cui l’Autonomo Criminale Evasore, che in un anno guadagna di lordo circa 20.000 euro (LORDO!) deve versare circa 16000 euro, di cui la metà a privati, senza avere la minima idea di che delitto abbia commesso.

                Insomma, molto di più di quanto guadagni in un anno di netto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “17”

                Come dimostra il fatto che ti si richiedano documenti di 17 anni fa che notoriamente nessun contribuente in Italia è tenuto a conservare, il tuo è un caso chiaro di abuso.

                Come tale non fa testo qui: qui parliamo della norma.

                E la norma è che il percettore di reddito fisso i soldi non li vede neanche, glieli tolgono prima ancora che possa dir nulla. Poi semmai sta a lui fare ricorso… come dicevano i Romani, ‘beati possidentes’.

                E questo avviene non una volta nella vita, ma tutti i mesi tutta la vita.

                (Poi magari ci si sente pure dire che i dipendenti sono degli imboscati).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Come dimostra il fatto che ti si richiedano documenti di 17 anni fa che notoriamente nessun contribuente in Italia è tenuto a conservare, il tuo è un caso chiaro di abuso.”

                Per te (e per Salvini) sarà un abuso.

                Gli avvocati dell’azienda privata che si chiama Agenzia delle Entrate trattino Riscossioni per farti credere che siano l’Agenzia delle Entrate ti citeranno una gran quantità di sentenze per dimostrare il contrario.

                Comunque, al Criminale Evasore Autonomo in questione, l’azienda privata in questione non chiede affatto “documenti di 17 anni fa”. Chiede di pagare 8500 euro entro cinque giorni.

                Il Criminale Evasore Autonomo in questione deve onestamente ringraziare Matteo Renzi perché dal, boh, forse 2017, con l’introduzione del “forfettario”, non gli possono più fare questi scherzi. Almeno si spera.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “8500”

                OK, ma quante volte ti è capitato nella vita?

                A un percettore di reddito fisso capita tutti i mesi, di pagare per altri che non pagano ma che sfruttano alla bisogna gli stessi servizi che ha pagato lui/lei (salvo poi aver pure il coraggio di lagnarsene, magari).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Miguel

                “ 1) ti trascina in tribunale”

                Ma poi in tribunale come è finita?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Ma poi in tribunale come è finita?”

                Si attende… poi il problema è la ditta privata cui sono affidate le riscossioni (la famosa “Agenzia Entrate-Riscossioni”) più che l’Agenzia stessa.

                Però riflettiamoci: presumo che non sia l’unico caso in Italia di questo tipo. E presumo che gli 8500 euro rientrino nel famoso calcolo di “quanto si evade in Italia”. Mentre l’importo base sarebbe di meno di 4000 euro, il resto sono gli interessi accumulati in 17 anni, e comunque quei 4000 euro non sono stati evasi.

                Per cui 0 euro diventano, anche ai fini di titoli sparati sui media sulla “piaga dell’evasione”, 8500.

                Ripeto, non è il caso singolo che interessa, è il meccanismo.

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            in ogni caso io non condivido questa cosa di chiamare “libertà” la cosa che piace a noi.
            La libertà è la libertà.
            Non è la solidarietà, l’uguaglianza, lo stato sociale, le regole, ecc. No. Queste possono essere bellissime cose. O non esserlo. Ma NON sono la libertà.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “tasse”

              Massi’, aboliamolo, questo obbligo giacobino di pagare le tasse.

              Che chi ha i soldi possa curarsi se sta male e istruire i figli se ne ha voglia!

              E gli altri, a quel paese!

              Peucezio, quando scrivi quello che hai scritto sembri la caricatura di Briatore fatta da Crozza! 😉 🙂

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Non sto dicendo che abolirei le tasse.
                Le lascerei solo a multinazionali, banche, grossi speculatori e agli altri in misura minima.
                Ma non chiamarla libertà!
                La redistribuzione se vuoi è civiltà, è solidarietà, ma non c’entra nulla con la libertà e infatti con essa va contemperata.

                Ripeto: in tutto questo nostro scambio tu dai arbitrariamente un valore connotativo alla parola “libertà” e dici:
                libertà buono, non libertà cattivo.
                Mi piace. È giusto. È bello. Allora è libertà.
                Non mi piace. Non lo è.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “speculatori”

                La solita foglia di fico.

                Guarda che un milione di bottegai sedicenti nullatenenti che incassano un milione l’anno (come i clienti del commercialista di Lugano intervistato tempo fa da Report) fanno mille miliardi di reddito non dichiarato. Anche solo considerando l’IRPEF al 19% (sono generoso) sono 190 miliardi di mancato introito (appunto, l’ammontare dell’evasione IRPEF di un anno).

                Soldi sottratti a scuole, ospedali, vigili del fuoco, ricerca scientifica e altre opere di interesse pubblico.

                Al confronto, il pugno di miliardari veri che abbiamo e che magari portano tutto in qualche paradiso fiscale evadono bruscolini: non perché singolarmente più onesti, ma perché complessivamente molto meno numerosi.

                Tu parli di spirito di comunità? Ma la consapevolezza dell’impunità di questi crimini distrugge alla radice qualunque ipotesi di contratto sociale, anche quello di quartiere col macellaio sotto casa (che intasca l’ISEE da nullatenente e passa avanti nelle graduatorie per l’asilo infantile).

                Il nemico non è qualche mitico Paperon De’ Paperoni che nessuno ha mai conosciuto. Il nemico lo incontri tutti i giorni per la strada.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Il nemico non è qualche mitico Paperon De’ Paperoni che nessuno ha mai conosciuto. Il nemico lo incontri tutti i giorni per la strada. ”

                Ho una visione abbastanza diversa, che dà ragione a entrambi.

                Da una parte, abbiamo la comprensibile (non sinonimo di “giusta”) tendenza degli individui a tenersi tutti i soldi che riescono a guadagnare.

                E siccome la loro stessa esistenza è resa possibile solo da una comunità, non va bene.

                Dall’altra, abbiamo la comprensibile (non sinonimo di “giusta”) tendenza a prendersi tutti i soldi che riescono ad accaparrarsi, da parte di chi ha un compito “istituzionale”.

                Ora, una certa parte di questi soldi finiscono in cose incontrovertibili (un tredicenne con sospetta meningite ricoverato gratuitamente con cure straordinariamente in un ospedale pubblico, e seguito anche dopo), in cose così così (tram a Firenze, ottimo per molti versi, ma con appalti discutibilissimi e costosissimi, piattaforme obbligatorie per la didattica a distanza regalate con soldi pubblici a Microsoft dalle scuole) e in cose inaccettabili (bombe ammazzarussi per l’Ucraina e rigassificatori per arricchire fraccatori americani).

                Insomma, ci farei un discorso più sfumato.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “sfumato”

                Ovviamente gli sprechi e le corruttele esisteranno sempre.

                Oportere ut scandala eveniant.

                Ma se si parte col piede sbagliato staremo comunque peggio anche coi migliori governanti.

                Se privatizzo i bus a Oxford mi trovo senza servizio pubblico dopo le sette di sera. Se a Genova non lo privatizzo trovo il bus anche all’una di notte. Magari l’autista di Oxford dovrà fare più attenzione a non sprecare kerosene rispetto al collega Genovese. Ma io continuo a preferire Genova.

                Lo stesso con le tasse.

                Indubbiamente un bottegaio servirà il cliente che paga mediamente meglio di quanto un impiegato pubblico allo sportello tratterà un cittadino.

                Ma visti i danni dell’evasione, il più scassato ufficio pubblico sarà comunque preferibile.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                “Soldi sottratti a scuole, ospedali, vigili del fuoco, ricerca scientifica e altre opere di interesse pubblico.”

                Beh, io non mi riferivo ai miliardari, che mi stanno pure simpatici. Ho parlato di multinazionali, tremende macchine anonime che si alimentano da sé.

                Scuole? Le abolirei domani mattina.
                Ospedali? Li detesto ma purtroppo sono indispensabili. Spero sempre meno, con l’avanzare della ricerca.
                I pompieri sono indispensabili, ma credo funzionino già bene.
                La ricerca sicentifica non viene finanziata non per via dell’evasione, ma per una dissennata scelta politica.

                Ad ogni modo il problema dell’Italia non è l’evasione, sono gli sprechi.
                Se si sconfiggesse l’evasione il prezzo sarebbe il fallimento di molte attività e quindi gli introiti diminuirebbero, non aumenterebbero, mentre se si abbassassero drasticamente le tasse l’economia farebbe un balzo e alla fine il ritorno sarebbe maggiore.
                Uccidere la gallina anziché prendere l’uovo è una scelta ottusa, miope.

                No, io sto con gli evasori. Senza se e senza ma.

              • Francesco scrive:

                Andrea

                le tue preferenze sociali sono assai bislacche e male argomentate

                ma quello che conta davvero è che sono esattamente quello: preferenze personali che vorresti imporre alla società pensando che sarebbe un posto migliore

                non ti sfiora mai l’idea di non esere Iddio e neppure la Signora Volontà Generale? e che forse quello che preferisci tu non è lo stesso di quello che preferiamo noi? mica sei più bello (OK, nel mio caso sarebbe molto facile ma non fa testo)

                🙂

        • roberto scrive:

          Peucezio

          Beh *forse* aprire un bar è più semplice ma poi gestirlo? Dipende tantissimo da dove sei, ci sono per esempio regole assurde sull’alcol. Per dire, nello Utah per vendere alcol devi creare un club e servire alcol agli associati, ed in certi casi, cioè se sei “family dîner”, semplicemente non puoi (non hai idea delle bistecche che mi sono mangiato accompagnandole con una limonata perché non servivano alcol…). In Massachusetts fino a pochi anni fa per ogni goccia di alcol venduta dovevano registrare il passaporto o documento d’identità di chi comprava. Adesso questa regola odiosa non esiste più ma per esempio al TD garden se vai a vedere una partita di basket puoi prendere al massimo due birre alla volta…cioè se siamo in quattro a bere non posso fare lo splendido e dire “vado io a prendere birre per tutti”.
          Ma attività economica a parte è la vita quotidiana che è un ginepraio di regole.
          non puoi camminare con una bottiglia d’alcol in mano, non puoi nemmeno averle in macchina se non nel baule dietro…
          Io che sono un appassionato camminatore trovo *ovunque* barriere e steccati…vai in una foresta lontana da dio e dagli uomini, cammini in posti dove non c’è un essere umano nel giro di 50 km e trovi uno steccato che delimita una proprietà
          Nel 2018 ho passato 5 giorni in fondo a grand canyon: per cinque giorni non abbiamo visto nessuno tranne…un ranger che passava di notte a controllare i permessi (devi lasciare il permesso di piantare la tenda fuori dalla tenda)
          Parliamo di tutto quello che riguarda il sesso, e per esempio di regole di università che vietano ai professori di prendere gli ascensori con le studentesse? (Mio fratello…mi raccontava che se è in ascensore, arriva una ragazza deve uscire per non essere da solo con lei in ascensore…)

          Davvero io adoro gli USA, ci vado quando posso e mi trovo benissimo ma mi sembra un paese dove la gente cerca la libertà in maniera ossessiva, ma è schiava delle regole…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “non puoi camminare con una bottiglia d’alcol in mano”

            E’ il motivo per cui nei film ce le hanno sempre incartate, giusto? Perché se il poliziotto vuole vedere nella busta poi avrebbe bisogno del mandato, ecc…

            “Io che sono un appassionato camminatore trovo *ovunque* barriere e steccati”

            La Nazione è stata fondata sulle recizioni, no?

            • roberto scrive:

              Sulle bottiglie, esatto la busta di carta marrone è quella che ti fanno dappertutto. Non so se ci sia qualcosa a che vedere con la polizia, più semplicemente non puoi portare alcol in modo visibile

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Era un commento su internet quello dove dicevano la roba del mandato, quindi probabilmente il commentatore fraintendeva una norma sostanziale (la bottiglia non deve essere in vista) con una procedurale (per avviare l’azione penale occorre che il poliziotto possa vederti commettere l’illecito, ma per questo gli servirebbe il mandato di perquisizione).

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “mi sembra un paese dove la gente cerca la libertà in maniera ossessiva, ma è schiava delle regole…”

            Affascinante, grazie!

            Forse una caratteristica è che tutte queste regole sono locali, “in quel comune, in quell’università”?

            Non lo so, chiedo.

            • roberto scrive:

              Eh non esattamente, nel senso che una cosa che credo che sia davvero difficile è questa somma di regole federali, nazionali, locali e della comunità

              Altro esempio: sempre grand’ canyon, è un parco nazionale con regole sue come tutti i parchi nazionali ma alcune parti sono in territorio indiano (tra l’altro diversi, havasupai e navajo e sicuramente ne dimentico qualcuno) e appunto in quelle parti ci sono regole diverse….per le famosissime cascate havasu devi avere un permesso diversi da quello del grand’ canyon e sono state chiuse al pubblico fino all’estate 2022 per il covid, quando il resto del parco era aperto

              • roberto scrive:

                Il che per inciso vale anche per le tasse…nonostante la vulgata del “poche tasse” anche lì dipende veramente da dove vivi, non solo stato, anche contea. Sommi tasse federali, nazionali, locali e alla fine puoi trovarti a pagare più tasse che in Italia (visto con i miei occhi in una contea ricca intorno a Boston…ovviamente è un modo per tenere lontani i poveri) con servizi da terzo mondo sfigato.
                Se poi decidi di vivere in uno di quei quartieri “secluded community”…beh aggiungi alle tasse le spese di “condominio”…
                Tra l’altro so che vi appassiona ma dietro i movimenti di mercato di sportivi professionisti ci sono proprio questioni fiscali. Se io so che sono la squadra di Los Angeles so che devo pagare di più i miei giocatori rispetto a quella di salt lake city, perché le tasse sono incomparabilmente più alte

          • Peucezio scrive:

            Roberto,
            molto interessante.
            Mi ricorda un po’ una società medievale, dove poco viene deciso al centro, ma è tutta una selva di regole, vincoli, sovrapposizioni fra entità di vario tipo, regole comunitarie, ecc.
            Poi, certo, c’è da aggiungervi il puritanesimo, con quello che comporta di sessuofobia, ostilità per l’alcol, il piacere, ecc.

            Per inciso, il mio amico americano mi parlava di un posto al confine col Messico (ma americanissimo, bianco, anglosassone) dove c’era il saloon stile film western.
            Tutti hanno ordinato la birra tranne un suo fratello allora palesemente minorenne, che dava per scontato di non poterla avere, ma la cameriera gli ha chiesto come mai non prendesse la birra come gli altri e alla fine lui l’ha ordinata e bevuta.
            Alla cameriera nemmeno passava per la testa che ci potesse essere qualcuno che per età o altro non bevesse un bel boccale di birra come tutti.
            Ecco, mi immagino gli USA come un posto dove possono sussistere simili sacche un po’ fuori dal mondo, anomiche, marginali, cosa che in una nazione europea, che nel complesso ha meno regole opprimenti o quantomeno meno moralistiche e bigotte, sarebbe impensabile.

            • roberto scrive:

              Peucezio

              “sarebbe impensabile”

              Ma dai….tu poi sei meridionale, di sacche anomiche e non marginali mi sa proprio che ne hai viste pure in Europa 😁

              • Peucezio scrive:

                Che l’Italia meridionale e l’Italia in genere sia Europa è tutto da stabilire.
                Comunque, scherzi a parte, l’Italia è un po’ liminare, non è riducibile a un’europeità giuridica o sociale.
                E in ogni caso, stringi stringi, quando a un certo punto lo stato s’è incazzato, come la polizia fantozziana dopo il sequestro del capufficio cinefilo, ha arrestato Riina, Provenzano, ecc. ecc.
                In Italia lo stato è pervasivo, c’è molta elusione di fatto di certe regole, probabilmente perché si è fatta la scelta di tollerarle per timore del contraccolpo sociale di reprimerla, ma al tempo stesso siamo tutti controllati, si sente che lo stato è pervasivo.

                E non in forme comunitarie, come lo sceriffo del villaggio statunitense. Proprio in forme stataliste astratte, legaliste.
                Questo per me è un punt fondamentale.

                Il carabiniere del paesello sull’Appennino non è un padre di famiglia, un amico, che ha un atteggiamento paternalistico verso mio figlio che ha fatto un atto deviante, ma è il portatore di un insieme di regole astratte, incomprensibili, calate dall’alto da un potere metafisico, legittimato da logiche sacre e imperscrutabili, cui ci pieghiamo come a un potere cieco, che trae la sua legittimazione arbitraria da sé stesso, dalla sua forza, come la natura, la carestia, la siccità.

              • roberto scrive:

                Peucezio

                « l’Italia è un po’ liminare, non è riducibile a un’europeità giuridica o sociale”

                Ok proviamo però a capirci

                Tu scrivi che in una “nazione europea” sarebbero impossibili sacche anomiche marginali

                Ti faccio osservare che l’Italia vive di sacche anomiche, e aggiungerei pure Grecia e Spagna, in buona parte anche la Francia e non parliamo del Belgio….

                Mi dici che l’Italia non conta

                Ora la domanda:

                Qual è l’Europa dove non ci sarebbero le sacche anomiche? La Germania? La Scandinavia? In generale i paesi di lingua germanica? Ok, ma non è l’Europa…è solo un pezzetto per quanto grande e triste….

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “sceriffo”

                Tu preferisci lo sceriffo al carabiniere??

                La legge fatta e fatta rispettare dal singolo a livello locale e non uguale per tutti indipendentemente dal luogo?

                Praticamente sei per la discriminazione eletta a sistema.

                Inconcepibile, semplicemente inconcepibile!

                Sembri Tremonti quando diceva che l’evasione la devono combattere i sindaci… 🙁

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                sì, non avevo considerato le banlieue europee, effettivamente qualche smagliatura c’è nella compattezza del giacobinismo europeo contemporaneo. La Grecia non la conosco, per la Spagna però non direi. Quartieri degradati sì, ma non dove non arriva lo stato: non mi pare almeno.

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                “Tu preferisci lo sceriffo al carabiniere??”

                Ovviamente sì, un milione di volte.
                Per me il carabiniere è l’espressione di una statualità astratta, distante, legalista, giacobina.
                Io non sono un egualitarista, il mondo è vario e mi piace così.
                Discriminare significa distinguere, capire. Io voglio discriminare, esercitare la discrezione.
                Critico l’ingiustizia, questo sì.

                Comunque su sceriffo e carabiniere facevo una constatazione, al di là delle mie preferenze.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              “carabiniere”

              Hai presente quella frasetta oggi un po’ passata di moda “la legge è uguale per tutti”?

              Il Carabiniere è quello che cerca di far rispettare appunto la stessa legge per tutti.

              Lo sceriffo (magari pure eletto in loco 🙁 🙁 ) se la maggioranza vota un razzista chiuderà un occhio sul linciaggio del nero di turno..

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Questa è la degenerazione.

                Ma lo sceriffo è anche quello che capisce che se il figlio del droghiere, che è un bravo ragazzo, ha fatto una cazzata per immaturità, gli si fa una ramanzina seria, magari lo si sbatte anche una notte in cella, ma poi non entra in tutto un meccanismo implacabile e anonimo che non distingue le situazioni e le persone.

                Le regole non si applicano in modo cieco, ma secondo buon senso, con discrezione delle situazioni, delle persone, ecc.

                Io non ho mai pensato che la legge debba essere uguale per tutti, per il banale motivo che le persone NON sono tutte uguali.
                Se tu metti in galera un colletto bianco forse soddisfi la sete di vendetta e di invidia sociale di qualcuno, ma gli crei traumi immensi che non crei nel delinquente matricolato, nel duro, che è perfino contento di andare a mangiare e dormire a sbafo.
                Quindi stai creando un’ingiustizia, per aver voluto essere giusto, ma secondo uno schema astratto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “giusto”

                Lo sceriffo eletto dal villaggio risponde agli elettori del villaggio.

                Il Carabiniere risponde all’Arma, che è soggetta alle leggi fatte su un territorio molto più vasto di quello del villaggio.

                Logico dedurne che la Legge applicata dal Carabiniere sarà molto più uguale per tutti di quella applicata dallo sceriffo. E’ una conseguenza della separazione dei poteri di Montesquieu.

                Quanto al trattamento del giovane scapestrato, guarda che lo fanno spesso anche i Carabinieri (avendo avuto uno zio nell’Arma, so di cosa parlo)

                Nel caso generale, i Romani dicevano appunto ‘summum ius summa iniuria’.

                Per questo paghiamo i Magistrati: per interpretare la Legge facendone un vivo strumento della convivenza civile, non per prostrarsi di fronte al Dio Regolamento. vale persino in ambito militare: ricordo bene ciò che ci insegnavano al riguardo alla Scuola Ufficiali.

                (E per questo chiunque rallenti la giustizia è il più pericoloso dei criminali… ma questo è un altro discorso 🙂 )

                In ogni caso sarà molto più facile ottenere un trattamento umano da chi è messo nella condizione di non dover guardare in faccia nessuno che da chi deve tenersi buono il droghiere o il farmacista del paese per non perdere lo stipendio.

                Se un ragazzo di fuori (magari un nero?) rompe per vandalismo o ubriachezza la vetrina del farmacista, il Carabiniere gli fa a ramanzina, lo sceriffo se vuol tenersi il posto lascia entrare in cella il farmacista e i suoi amici a prendersi una bella rivincita.

                Non è un caso se uno dei principali contributi degli USA al linguaggio penale è la parola ‘linciaggio’.

                Con la separazione (Illuminista 🙂 ) dei propri poteri lo Stato protegge il cittadino da se stesso. Ma senza lo Stato, chi proteggerà il cittadino dall’arbitrio della maggioranza?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                poni dei problemi non banali.
                Peraltro l’Italia non è un sistema giacobino puro, è un sistema giacobino temperato dal buon senso degli italiani (almeno un tempo; dopo il covid non me la sento più di dirlo: siamo alla caccia all’untore).

                Sicuramente c’è molto di fondato in quello che dici.
                Una legge temperata dal buon senso in linea di massima è meglio sia di una legge implacabile e anonima, sia delle derive in termini di arbitrio di una comunità senza regole.
                D’altra parte l’iperburocratizzazione produce enormi guasti, vessazioni, inefficienze. Lo stato non significa solo equilibrio, razionalità, giustizia applicata in modo neutro ed equanime, ma anche errori giudiziari che il membro della comunità, che conosce tutti di persona, la loro indole, ecc., non farebbe mai.
                E così per tutto.
                Uno stato ha mezzi che una comunità si sogna. E può fare danni incalcolabili. Una comunità non avrebbe prodotto la bomba atomica, con cui possiamo autodistruggerci. Non bombarda dall’alto i civili.
                Insomma, ogni cosa ha quantomeno la sua contropartita.

  10. tomar scrive:

    Mi fa paura l’America (quella di Biden e quella di Trump), mi fa paura la Russia di Putin, mi fa paura la Cina di Xi, mi fa paura Bolsonaro, mi fa paura Maduro, mi fa paura Orban, mi fan paura i clerico-fascisti polacchi, mi fa paura Narendra Modi, mi fa paura Bin Salman, mi fa paura al-Sisi, mi fan paura Boris e chi gli è succeduto, mi faceva paura Duterte e mi fa paura il figlio di Marcos che gli è succeduto, mi fa paura Abiy Ahmed Ali ex premio nobel per la pace e in cui avevo persin sperato e che ora in combutta con il trentennale dittatore eritreo Afewerki sta conducendo una guerra nel Tigrai (distante da Roma la metà della distanza da Kiev) che ha già fatto seicentomila morti e sta provocando una carestia che ne farà forse milioni ma di cui nessuno sembra accorgersi, mi fan paura le mai così tante donne europee cape di stati e di istituzioni che non ha esitato un attimo a mettersi l’elmetto con maschia determinazione… e mi scuso per chi ho senz’altro dimenticato.
    L’unico capo di stato che io ricordi negli ultimi vent’anni che non mi abbia fatto paura e mi abbia anzi suscitato ammirazione era l’ex guerigliero uruguagio Pepe Mujica.
    Si, vabbè, ora ce n’è anche un altro che non mi fa paura, ma è a capo dello stato più piccolo del mondo.
    Andrò a salutarlo sabato prossimo in compagnia di tanta gente che non mi fa paura.

  11. tomar scrive:

    ps
    … e mi scuso per chi ho senz’altro dimenticato
    Avevo senz’altro dimenticato tutti i capi di stato e di governo attuali e passati d’Israele.
    Perché li avevo dimenticati? Forse per l’inconscio timore di essere additato come antisemita, anche io che per amori letterari e intellettuali mi sento come credo pochi figlio di ebrei?

  12. tomar scrive:

    x Miguel
    “La ß si può ancora usare?”

    Alfa, beta… Meta.
    Direi di sì.

  13. tomar scrive:

    Consiglio la lettura su FQ di oggi dell’articolo sulla sempre maggiore antibiotico-resistenza, altro regalo che noi – generazione più fortunata (anche se solo in un pezzo di mondo) della storia umana e che per prima ha goduto degli antibiotici – lasciamo alle generazioni successive.

  14. Miguel Martinez scrive:

    “A look at downtown Los Angeles”

    https://invidious.slipfox.xyz/watch?v=q6bgshH6FJ8

    credo di averlo già segnalato qui.

    Un anno fa misi qui un video su Philadelphia:

    https://kelebeklerblog.com/2021/09/10/there-is-no-limit-to-the-greatness-of-america/

    Ora, la cosa interessante non è l’esistenza di singole situazioni – alla Fortezza a Firenze dormono adesso quaranta afghani e pakistani dimenticati dal mondo.

    E’ la diffusione, cioè la possibilità di filmare (non fotografare) scene come queste, percorrendo in modo continuavo un intero quartiere – non credo che sia immaginabile in alcuna parte del “giardino Europa”, come lo ha chiamato Borrell.

    • PinoMamet scrive:

      …mmm, questa non l’ho capita… perché no?
      ..

      • Miguel Martinez scrive:

        Dove hai visto lunghe strade, una dopo l’altra, dove il marciapiede è occupato da tende di gente senza casa?

        Ho visto a Belgrado molta gente che vendeva carabattoli per strada, ho visto i quartieri rom in Romania, e i campi Rom in Italia.

        E ho visto spesso e volentieri dei clochard che dormono sulle panchine.

        Probabilmente c’è un anche un livello di autorganizzazione molto diversa.

      • PinoMamet scrive:

        “Dove hai visto lunghe strade, una dopo l’altra, dove il marciapiede è occupato da tende di gente senza casa?”

        ah pensavo ti riferissi alla possibilità di filmare, non al contenuto della scena filmata

  15. Miguel Martinez scrive:

    OT, traduco con DeepL, mi sembra davvero importante:

    https://www.telegraph.co.uk/world-news/2022/10/28/covid-likely-not-result-laboratory-incident-says-us-senate/

    Secondo il Senato degli Stati Uniti, il Covid è “molto probabilmente” il risultato di un incidente di laboratorio

    28 ottobre 2022 – 20:22

    La pandemia Covid-19 è stata “più probabilmente che no” il risultato di un incidente di laboratorio, ha concluso una commissione del Senato degli Stati Uniti.

    Fin dall’inizio della pandemia, si è ipotizzato che il virus fosse il risultato di una fuga dal laboratorio dell’Istituto di virologia di Wuhan (WIV) in Cina, che aveva raccolto e manipolato i virus dei pipistrelli.

    Molti eminenti scienziati hanno continuato a contestare la teoria della fugadal laboratorio, sostenendo che un evento di diffusione naturale è una spiegazione più probabile.

    Ma il nuovo rapporto afferma che c’è stata “una serie di anomalie” nell’emergere della Covid-19 in modo naturale rispetto ad altre malattie da spillover, come la Sars e la Mers.

    Nel giro di sei mesi dall’epidemia di Sars del 2002, gli scienziati avevano scoperto la specie alla base dell’epidemia, ma nonostante le ricerche su larga scala, non è mai stato trovato un candidato per Covid-19.

    “A quasi tre anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, mancano le prove fondamentali che dimostrino che la comparsa del Sars-CoV-2 e la conseguente pandemia di Covid-19 siano state causate da una ricaduta zoonotica naturale”, si legge nel rapporto.

    Il comitato ha anche affermato che è insolito che il Covid-19 si sia diffuso negli esseri umani solo una o due volte in un periodo di due settimane e che si sia verificato solo a Wuhan o nelle aree strettamente circostanti.

    Non è chiaro come il virus abbia viaggiato

    In altri eventi di diffusione, il salto tra le specie è avvenuto più volte e in luoghi diversi.

    I pipistrelli portatori del virus più simile al Covid-19 vivono nella Cina meridionale o nel sud-est asiatico, quindi non è chiaro come il virus abbia viaggiato per più di 1.000 miglia per raggiungere Wuhan, si legge nel rapporto.

    Tuttavia, il WIV aveva raccolto più di 220 coronavirus legati alla Sars, di cui almeno 100 non sono mai stati resi pubblici. Il personale è stato fotografato con livelli inadeguati di dispositivi di protezione individuale (DPI) mentre manipolava i pipistrelli.

    Ci sono anche prove che gli scienziati del WIV erano impegnati in ricerche avanzate sui coronavirus, progettate per prevedere e prevenire future pandemie attraverso la raccolta, la caratterizzazione e la sperimentazione di coronavirus “ad alto rischio”.

    Nel 2018 il WIV ha anche presentato una proposta di finanziamento per ingegnerizzare i coronavirus al fine di aumentarne la capacità di infettare le cellule umane.

    La commissione ha anche affermato che è “degno di nota” il fatto che le prime varianti di Covid-19 fossero già ben adattate alla trasmissione da uomo a uomo.

    Il ricercatore senior sui coronavirus Shi Zhengli del WIV ha ammesso che il team ha infettato topi umanizzati con coronavirus chimerici legati alla Sars, ma non ha mai pubblicato i risultati.

    Gli autori del rapporto hanno affermato che la teoria secondo cui il virus sarebbe emerso naturalmente “non merita più il beneficio del dubbio” e che una fuga di notizie dal laboratorio è più plausibile.

    Il risultato di un incidente legato alla ricerca

    Hanno affermato che: “Un incidente legato alla ricerca è coerente con l’epidemiologia iniziale che mostra una rapida diffusione del virus a Wuhan, con le prime chiamate di assistenza localizzate vicino al campus originale del WIV nel centro di Wuhan”.

    “In breve, errori umani, guasti meccanici, morsi di animali, fughe di animali, formazione inadeguata, finanziamenti insufficienti e pressione per i risultati possono portare alla fuoriuscita di agenti patogeni virulenti che, a loro volta, potrebbero infettare animali ed esseri umani e portare al rilascio di un virus da un laboratorio.

    “Sulla base… delle informazioni pubblicamente disponibili, sembra ragionevole concludere che la pandemia Covid-19 è stata, molto probabilmente, il risultato di un incidente legato alla ricerca… l’ipotesi di un’origine zoonotica naturale non merita più il beneficio del dubbio”.

    Il nuovo rapporto arriva appena una settimana dopo che gli scienziati hanno affermato di aver trovato prove che la Covid-19 è stata ingegnerizzata in laboratorio.

    Il prof. Francois Balloux, direttore dell’Istituto di genetica dell’UCL, ha dichiarato che si tratta della “prova più solida a tutt’oggi contro il semplice scenario di una rigorosa origine zoonotica del Sars-CoV-2”.

    • tomar scrive:

      Sono usciti, anche recentemente, diversi altri rapporti di vari gruppi di scienziati che indicavano invece nel mercato di Wuhan l’origine “sicura” o “quasi sicura” del virus.
      Ancora davvero speriamo di trovare la pistola fumante?
      L’unica cosa sicura è che l’unico settore di assoluta continuità fra Trump e Biden (anzi di accentuazione della postura) è la politica verso la Cina.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sì, di recente c’è stata una riacutizzazione delle tensioni tra USA e Cina.

      • Peucezio scrive:

        Ma infatti, la “scienza” è politica sotto altre forme.
        Chissà se davvero è un virus sfuggito da un laboratorio.
        Ma in ogni caso allora l’establishment era ancora globalista, quindi il virus era naturale, adesso è polarizzato geopoliticamente in una contrapposizione anticinese, quindi i cinesi fanno scappare i virus dai loro laboratori.

  16. habsburgicus scrive:

    OT
    in questo momento i brasiliani stanno ancora scegliendo fra Lula e Bolsonaro….
    in politica estera non vi sono grandi differenze, in politica interna vi è un abisso…
    Bolsonaro è molto più forte nel Sud “bianco” e tra gli evangelici, ancorché i cattolici conservatori siano con lui (e il Brasile ha avuto un suo Lefebvre, paradossalmente più vicino al sedevacantismo laddove Lefebvre era più tinto di gallicanesimo anti-romano, ovvero Mons. de Castro Mayer..e chi può obliare -archeologia ecclesiastica :D- quel Mons. de Proença Sigaud, vescovo di Jacarezinho beniamino illo tempore di Pio XII e poi Arcivescovo di Diamantina dal 1961 dunque già sotto Giovanni XXIII, che nel 1959 propose nelle sue Tesi preparatorie un Concilio ben diverso -uno di condanna ferma della Massoneria e del comunismo- e che fu tra i più acerrimi oppositori della maggioranza conciliare anche se poi, mormorando, si adeguò, diciamo un Siri brasiliano ? :D)
    Lula è forte nel povero e mulatto Nord-Est, fra i cattolici “del Concilio” e anche fra i ratzingeriani (che di Bolsonaro vedono il suo appoggio agli evangelici e non altro) oltre che fra gli intellettuali un po’ dappertutto
    stanotte sapremo..a toma de posse si effettua il 1 gennaio

    • tomar scrive:

      riOT
      Habs vediamolo non sull’ideologico e nemmeno sul sociale, vediamola sull’Amazzonia.
      Con Bolsonaro la distruzione dell’Amazzonia è parecchio aumentata, anche se lui lo nega spudoratamente.
      Se salta l’Amazzonia, e siamo già a buon punto, non ce n’è più per nessuno, né per evangelici né per cattolici, né per nessun altro dentro il Brasile, ma neppure fuori, a essere un po’ egoisti, da quanto ho letto recentemente.

      • habsburgicus scrive:

        Bolsonaro è probabilmente nefasto, me lo dicono anche amici brasiliani (Amazzonia in primis, sta distruggendo il Brasile)….
        Lula sarà meglio ?
        e, ammesso che lo sia, vincerà ?

        • Peucezio scrive:

          Nefasto credo per gli ipocondriaci paranoici covidari.
          Poveri brasiliani…

          • habsburgicus scrive:

            con Lula presidente, ormai tutte le Nazioni latino-americane di peso sono rette dalla sx, talora estrema
            Messico (AMLO)
            Cuba dittatura marxista-leninista
            Venezuela regime filo-comunista di Maduro
            Colombia (Petro)
            Cile (Boric)
            Bolivia (Arce, uomo di Morales)
            Brasile (fra poco Lula)
            Argentina (Alberto Fernández)
            Marx sarà pure morto in Europa, ma pare in buonissima salute nelle Americhe 😀

            • Peucezio scrive:

              Biosgnerebbe capire qual è il segno di tutto ciò.
              Se significa anti-occidentalismo e anti-americanismo va bene.
              Ma poi bisogna vedere anche le scelte di politica interna.

              Se sono nel senso di contenere la speculazione delle multinazionali a favore di strutture economiche e sociali dal basso è un conto, se significa statalismo oppressivo contro il ceto medio è un altro.

              Bisogna vedere come si collocano dal punto di vista del conformismo politicamente corretto.
              L’omosessualismo e il resto sono espressioni tipiche del consumismo imposto dai grandi gruppi economici occidentali; se lo capiscono e impongono una sorta di marxismo vecchia maniera, operaista, contadino, d’0rdine, famiglia tradizionale, è un conto; se invece favoriscono le isterie femministe, frociste e transessualiste, è un altro.

              Stessa cosa per i gruppi etnici sfavoriti, che siano mulatti, negri, indios, meticci: un conto è se vengono davvero difesi nei loro interessi e nella tutela delle loro strutture sociali ed economicie tradizionali (quel poco che ne sopravvive) o neo-tradizionali, comunque spontanee, un conto è se si costiuisce solo un bigottismo isterico e simbolico del linguaggio, con un revanscismo di facciata nel mondo universitario, intellettuale e mediatico.

              Su tutte queste cose non ho informazioni, sarebbe molto interessante saperne qualcosa di più.

              • Peucezio scrive:

                HABSBURICUUUUUUUUUUUUUS!!!!!
                Tu sicuramente qualcosa più di me la sai. Illuminaci!!!!

              • Francesco scrive:

                >>> Se sono nel senso di contenere la speculazione delle multinazionali a favore di strutture economiche e sociali dal basso è un conto, se significa statalismo oppressivo contro il ceto medio è un altro.

                Anche no, temo proprio vi sia totale identità pratica tra le due posizioni. Non puoi opprimere le multinazionali senza opprimere anche il tuo popolo, caro mio.

                L’autarchia è un sogno, anzi una palla bella e buona.

                Notizie dal Cile? come se la passa la sinistra dopo la batosta del referendum?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      ” chi può obliare -archeologia ecclesiastica :D- quel Mons. de Proença Sigaud”

      Non obliai!

      Bentornato!

      Grazie dell’eccellente quadro, abbiamo sempre da imparare

  17. Fuzzy scrive:

    https://www.theepochtimes.com/top-us-banks-under-investigation-over-esg-and-climate-action_4819504.html?utm_source=partner&utm_campaign=ZeroHedge&src_src=partner&src_cmp=ZeroHedge

    Una coalizione di 19 procuratori generali di stato provenienti da tutto il paese ha avviato un’indagine formale su sei delle principali banche statunitensi la scorsa settimana citando preoccupazioni legali sugli investimenti “ESG” delle banche e sul loro coinvolgimento con un’alleanza delle Nazioni Unite che combatte le emissioni di CO2.

    Le banche “sembrano colludere con le Nazioni Unite per distruggere le società americane” e minare i migliori interessi della nazione, ha avvertito uno degli AG in una dichiarazione inviata via e-mail a The Epoch Times.

    Un altro AG ha affermato che queste politiche bancarie ispirate alle Nazioni Unite hanno portato all’invio di posti di lavoro nella Cina comunista poiché il regime continua a costruire centrali elettriche a carbone per garantire energia a basso costo e affidabile.

    (Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante).

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Una coalizione di 19 procuratori generali di stato provenienti da tutto il paese ha avviato un’indagine formale su sei delle principali banche statunitensi ”

      Ecco, questo è il conflitto normale e sano che uno si aspetterebbe, tra “ambientalisti fanatici” e “gente che vuole continuare a lavorare”. Inoltre la preoccupazione sull’outsourcing alla Cina, con scuse ambientali, ha una sua logica.

      Ma perché le “principali banche statunitensi” vorrebbero distruggere la loro stessa economia? Ecco che il gioco diventa davvero complesso, e difficile da decifrare.

      Il problema è che su questo tema, ho a che fare con i “complottisti” (cioè quelli che affermano più o meno ciò che dicono i magistrati americani, e che non mi interessano) e i “metacomplottisti”, quelli che si rendono conto che è stranissimo il fatto che le principali banche effettivamente facciano “la guerra alla CO2” e sospettino quindi qualcosa di molto più complesso…

  18. Miguel Martinez scrive:

    Ecco l’americano assoluto, incomprensibile in Europa.

    Joe Kent.

    https://joekentforcongress.com/about-joe/

    “Born in a cabin”, cresciuto in campagna.

    Volontario dopo l’11 settembre, 20 anni di vita militare, undici “combat deployments.”

    Sua moglie fu uccisa in Siria combattendo contro l’Isis, lui si è dedicato ad allevare i due figli.

    Grande ammiratore di Trump, si presenta come candidato repubblicano al Senato contro tutte le guerre.

    • Moi scrive:

      Il messaggio in inglese di Meloni all’America: «Il nostro legame ancora più stretto»

      https://www.youtube.com/watch?v=K-hXMQf4FMw

    • tomar scrive:

      Davvero incomprensibile il tipo nato in una capanna di Dolce Casa.
      E sembra anche un po’ confuso: dice che “il presidente Trump ha tentato di ritirare le nostre truppe dalla Siria perché avevamo raggiunto il nostro obiettivo militare” ma l’Establishment cercava di impedirglielo.

      Ma come, la moglie è morta in Siria lottando contro l’Isis, quindi a fianco dei curdi siriani, però gli andava bene che Trump a un certo punto avesse deciso di mollare quegli stessi curdi alla mercè della Turchia.
      L’unica cosa che mi sembra chiara è che vede rosso e vede i rossi ovunque.

  19. Miguel Martinez scrive:

    Un’ipotesi sull’attacco al signor Pelosi molto sopra le righe:

    https://www.smobserved.com/story/2022/10/29/news/the-awful-truth-paul-pelosi-was-drunk-again-and-in-a-dispute-with-a-male-prostitute-early-friday-morning/7191.html

    Però in effetti mi sembrava assurdo che un tizio possa entrare in casa della Presidente del Senato degli Stati Uniti, starci le ore; e qui dicono, usando come unica arma un martello che sembra appartenesse proprio ai Pelosi.

    E la polizia ha dovuto sfondare una finestra per entrare.

    Boh…

    Magari c’è una terza spiegazione che sfugge.

    Comunque questo tipo un po’ estremo di complotti affascina gli americani, vediamo quando si arriverà al processo.

  20. Moi scrive:

    Rave Modena:

    “Non ce ne andiamo, questo è sballo”. Tra alcol, droga e techno
    La protesta dei 3500 ragazzi: “Qui super organizzato, ti mandano la posizione esatta 3 ore prima e poi è fatta, non ti possono fare più nulla”

    Rave Modena, il sindaco della città: “Incolumità e niente forzature”

    https://www.affaritaliani.it/cronache/rave-modena-non-ce-ne-andiamo-questo-sballo-tra-alcol-droga-techno-823204.html

    … è Tempo di Tradizioni !

  21. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=KMXrrBO-qXI

    Rave party a Modena: «Siamo troppi per sgomberarci»

    • Moi scrive:

      In pratica, Ordine emanato ma NON eseguito … le FFdO 🙂 stan fuori a guardare e ad ascoltare i tunz! mentre nel capannone industriale abbandonato ristagnano fumi psicotropi (… a proposito, Miguel : che impatto hanno come Cobalto 😀 ,per dirla alla Zingaretti ?) ? e rimbombano sboranta 😉 decibel … è ovvio che sgombrerebbero il Rave Primo Party di Halloween Antifa dell’ Era Meloni solo con una repressione “pesa” (tipo Vs i NoVax Untori 🙂 a Trieste), ma poi le Opposizioni avrebbero giuoco sin troppo facile ad allarmare Leuropa (il resto del Mondo se ne frega … salvo SJWs AngloSassoni che travisano il concetto) con il Ritorno del Fascismo in Italia.

      • Fuzzy scrive:

        Si, e poi per identificare 3000 persone occorrerebbero almeno 2000 agenti. E dopo? Non puoi mica metterli tutti in galera. Insomma, il governo del pugno duro è già stato ridicolizzato dopo qualche giorno dal suo insediamento. Non è mica colpa sua, ma dell’ingenuità di chi lo ha votato. Speriamo solo che questi non ci portino alla rovina.
        Le solite linee rette del cavolo.
        Sono stato a Predappio “nuova”tempo fa mentre visitavo quella parte di Romagna da turista.
        Per fare il paese hanno sbancato una montagna coi badili. C’è una foto con centinaia di lavoratori tutti col badile alzato.
        “A ghe da ridar”.
        Predappio alta è un bel borgo con al centro una fontana. C’è una vecchia bottega di quelle autarchiche dove si poteva comprare praticamente tutto.

        • Fuzzy scrive:

          https://www.open.online/2022/10/31/modena-rave-trattativa-sgombero/
          Oh, ecco. Ore di trattative, linea morbida. Tutto risolto. Prima di andatsene puliscono persino il capannone.

          • Moi scrive:

            Ah, sì … pare che li abbiano convinti a sgombrare dicendo che con tutti quei Tunz! il capannone crollerebbe loro addosso … e pure con il Lavoro Educativo 😉 Finale.

            Sono queste capacità oggi chiamate “problem solving” che ci rendono orgogliosi di essere Emiliani(+Romagnoli) … nevvero, Pino / Zeta / Altri ? 😉

            • Moi scrive:

              Parlate di Reddito di Cittadinanza con un Umarell a un bar … non esiterà a suggerire almeno una cinquntina (!) di alternative di lavori da fare entro 20 km, spesso anche cosa e dove a beneficio di chi ! … Sul serio ! 😉

  22. Moi scrive:

    Il CriptoCompagno 😀 Silvio riprende “remare contro” il Governo Più di DX dal II DopoGuerra…

    https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/10/30/news/berlusconi_zelensky-10531356/

    Riecco Berlusconi: “Basta armi e sì a miliardi per ricostruire. Così Zelensky tratterebbe con Putin”

  23. Moi scrive:

    Invece a ” Sò-ul ” per Halloween è bastata un’ ondata di gente improvvisa, forse per inseguire un VIP , in zona Movida a Itaewon … oltre 150 morti finora ricinosciuti.

    https://www.quotidiano.net/esteri/halloween-seoul-strage-1.8234338

  24. tomar scrive:

    Vedete che Halloween non è quella cosina graziosa e innocente dei dolcetti che piace tanto ai bambini di oggi? Poi crescono un po’ ma famolo ancora e da Modena a Seoul si passa agli scherzetti.

    (firmato “un vecchio rancoroso”, ma moi, tu che stai sempre attento ai minimissimi dettagli, non ti sei accorto che i tuoi commenti su Salvini e Piantedosi dovevi metterli nel post successivo del “motore perpetuo a energia avversaria”?… Piantedosi… ma come li sceglie questa destra ministri e sottosegretari, per dare veri lavori al posto del RDC Taglialavori, per mettere al loro posto i fricchettoni fumatissimi halloweniani uno che la prima cosa che mi viene in mente è “aò con du piante de gangia me faccio un sacco di dosi”)

    • Moi scrive:

      ma moi, tu che stai sempre attento ai minimissimi dettagli, non ti sei accorto che i tuoi commenti su Salvini e Piantedosi dovevi metterli nel post successivo del “motore perpetuo a energia avversaria”?

      ————–

      Il punto è che tutti i commenti si stanno concentrando qui … in quell’ altro post andrebbero dispersi. Purtroppo, l’ unico ma grosso limite di questo spazio interet è che _ ahinoi _ risulta estremamente dispersivo : chissàquante cose interessanti ,scritte da altre persone nei commenti, che mi son perso ! 🙁

      … e forse qualcosa d’ interessante che altra gente s’è persa, l’ ho scritta anch’io ! 🙁

  25. tomar scrive:

    ps
    mi scuso per l’inesattezza:
    l’esperto di tette ndrangetasimpatizzante che la Ronzulli (se no parla) vuole a tutti costi come sottosegretario si chiama Mangialavori, ma vabbè la sostanza è quella.

  26. roberto scrive:

    OT

    Io leggo spesso qui del presunto moralismo e tristezza della sinistra contro l’allegato vitalismo di destra…ed infatti….via i rave

    https://www.ilpost.it/2022/10/31/governo-meloni-primo-consiglio-dei-ministri/

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Io leggo spesso qui del presunto moralismo e tristezza della sinistra contro l’allegato vitalismo di destra…ed infatti….via i rave”

      hah! hai segnato un bel punto!

      • Peucezio scrive:

        Oddio…
        La vedo come Pino.
        Non ci vedo ‘sta grande esplosione vitalistica e allegra, anzi, mi sembra gente piuttosto cupa.

        Comunque, sia chiaro, esiste una destra vitalista e una destra moralista. Non ho mai detto che il moralismo sta solo a sinistra. Oggi a sinistra ce n’è molto di più, fin nel linguaggio, fino in ogni dettaglio minimo, nella sessuofobia isterica.
        Ma c’è anche un bigottismo del conservatorismo di destra. Che peraltro è altro dal reazionarismo e dalla tradizione, è legato semmai ai rottami della cultura borghese più regressiva.

        • Peucezio scrive:

          Aggiungo che il moralismo nasce molto prima della sinistra.
          Essenzialmente nasce con l’età assiale, che sposta la morale dalle strutture sociali tradizionali all’individuo.
          E trova il suo apice col puritanesimo (con buona pace di Miguel).
          Il moralismo di sinistra è solo l’ultimo in ordine di tempo.

      • Peucezio scrive:

        Se volete sapere il mio giudizio sul merito, l’unico motivo per cui plaudo all’azione del governo è che il capannone è privato e difendo la libertà dei proprietari degli immobili di disporne come cazzo vogliono.

        Per il resto quella specie di sottumanità per quanto mi riguarda può drogarsi e stordirsi quanto le pare, mi è indifferente.

        Trovo invece opinabile un decreto ad hoc. Un governo serio fa rispettare le leggi che ci sono, non inventa nuove regole, vincoli, in questa incontinenza legislativa che è un altro dei sottoprodotti dell’imbarbarimento giuridico prodotto dalla sinistra, ma assimilato molto bene dalla destra.

    • PinoMamet scrive:

      😀

      (però, detto tra noi, io ancora devo capire cosa ci sia di tanto allegro nei rave.
      me mettono ‘na tristezza…)

      • roberto scrive:

        Ma quella è una questione di gusti, e personalmente ci vedo molto vitalismo e allegria in una mega festa illegale con musica a palla

        • Peucezio scrive:

          Uhm, non ci sono mai stato, ma a naso i rave non mi danno di mega-festa illegale con musica a palla.

          Mi danno più di finta trasgressione di nevrotici repressi e in fondo perbenisti.
          Ma è un mondo che non conosco, magari sbaglio.

  27. Peucezio scrive:

    Andrea,
    rispondo qui per comodità.
    Il mio discorso sulle donne e sul chip non riguardava le tasse, ecc., ma la tua idea per cui il lavoro autonomo non serve e tutto dev’essere collettivo e dello stato.
    Questa non è una concezione economica, non solo, ma antropologica.
    L’idea è l’uomo automa, senza identità, autonomia, specificità, libertà di riconoscersi nel suo lavoro, gestirlo autonomamente, dargli la propria impronta, con i propri mezzi e la propria creatività.
    L’idea dei bar di stato standardizzati e tutti uguali io la trovo tremenda. Non perché così pagano le tasse o non ne hanno nemmeno bisogno perché sono già di proprietà statale, ma perché un mondo così è un mondo grigio, uniforme, anonimo, spaventoso.
    Il passo successivo appunto è produrre le persone in serie tutte uguali, stessa altezza, fisionomia, colore degli occhi, dei capelli…

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “collettivo”

      Non ho detto che tutto deve essere collettivo.

      Nella vita alcune cose sono fondamentali e non se ne può fare a meno (aria, acqua…): il procurarsele è quello che Epicuro chiama “piacere naturale e necessario”.

      Poi, va da sé che ci sono un’infinità di cose superflue, procurarsi le quali arreca un danno superiore al vantaggio: il procurarsele Epicuro li chiama “piacere naturale e necessario” e noi invece lo chiamiamo “soddisfacimento di bisogni indotti” (come l’affannoso procacciarsi l’ultimo modello di smartphone).

      Per fortuna c’è un’enormità di piaceri naturali non necessari: procurarsi cose piacevoli e interessanti, non tutte indispensabili a tutti ma certamente non troppo dannose (i tramonti, lo sport, lo studio…).

      Il fatto di poter andare tutti a mangiare in mensa non impedisce che ci siano ottimi bar che in concorrenza fra loro offrono caffè e altre finezze che una mensa, che deve avere ai bisogni di tutti, non può avere.

      È certo sbagliato pensate di statalizzare tutto, anche i panettoni e i pacchetti vacanze: ne risulterebbe un grigiore davvero Sovietico.

      Ma non è meno folle fare come ora da noi, dove tutto, anche l’indispensabile (l’acqua, la luce…) è sottoposto alla tirannia del mercato.

      In questo senso, per le cose senza le quali non si vive, il libero mercato con tanti fornitori autonomi, appunto, non è necessario, se ne può fare a meno. Aggiungo: se ne deve fare a meno, se non vogliamo trovarci ad esempio come con le bollette del gas di questi tempi.

      Poi, è chiaro che se mi voglio togliere lo sfizio di una pizza o una birra cogli amici, o fare una passeggiata per portare la mia bella a fare lo struscio nel corso del paese, le botteghe artigiane ci stanno benissimo perché aggiungono colore e varietà alla vita.

      È quando la minestra è garantita che si apprezzano meglio i fiori.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Andrea,
        a me il mercato mi fa cagare.
        Io sono per l’artigiano, perché sono per una società neo-medievale, altri che liberismo!

        “Ma non è meno folle fare come ora da noi, dove tutto, anche l’indispensabile (l’acqua, la luce…) è sottoposto alla tirannia del mercato. ”

        Che è una degenerazione folle: sono d’accordo con te.

        “Il fatto di poter andare tutti a mangiare in mensa non impedisce che ci siano ottimi bar che in concorrenza fra loro offrono caffè e altre finezze che una mensa, che deve avere ai bisogni di tutti, non può avere. ”

        La mensa, come tutte le struttutr collettive standardizzate e anonime È grigiore sovietico. Non capisco a cosa serva.
        Mangiare è un rito, un momento sociale, non è solo un nutrimento, se no tanto varrebbe usare una bella flebo, che è ancora più pratica della mensa.
        Quindi va fatto o in casa propria o in un locale con una sua impronta personale, peculiare.
        Mangiare in una mensa è come scopare con una donna standardizzata protodda in serie dallo stato.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “mensa”

          Col che hai dimostrato che non hai mai mangiato nella mensa dove vado io.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • roberto scrive:

            Andrea,
            Sarà l’unica mensa non standardizzata e anonima dell’universo…tutte le altre sono come dice Peucezio

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Roberto

              “mensa”

              Non conta la mensa, conta con chi vai a mensa.

              E non vale solo per le mense.

              Poi, se uno ne ha voglia, può sempre vedersi per l’aperitivo o la pizza cogli amuci

              Ma non ti piacerebbe che ciascuno avesse sempre disponibile un posto in una mensa, qualunque cosa gli succeda? E non per carità, ma per diritto?

              E lo stesso per la casa, per la luce ecc.?

              Stiamo letteralmente arrivando sulle stelle. Se sopravviviamo ancora un po’, stiamo per accedere a fonti di energia infinita.

              Possibile che ancora la nostra società debba basarsi sul ricatto a chi ha bisogno? Possibile che ci debba ancora essere il bisogno? E chiamiamo questo ricatto “libertà”!

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Non saprei Andrea,

                Casa sicuramente si, ma cibo preferirei che ognuno avesse la possibilità di scelta, tipo ti do un buono pasto e ci fai quel che vuoi, la mensa o il supermercato

                Davvero ti invito a riflettere sulla tua deriva sovietico-orwelliana….

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                forse non ci capiamo.
                Tu credi che io difenda una sorta di darwinismo ecnomico e umano, in cui se non hai i soldi schiatti di fame e se li hai vai al ristorante di lusso.
                La mensa mica non mi piace in quanto dà da mangiare a prezzo basso o nullo e consente ai poveri di avere un pasto decente.
                È chiaro che se ci sono i poveri, una mensa così è molto meglio che ci sia e non che non ci sia.
                Il punto è che
                1) non dovrebbero esserci i poveri, ma tutti dovrebbero stare decorosamente,
                2) se proprio devono esserci i poveri preferisco che lo stato, anziché creare mense, dia loro un buono o un sussidio per andare in una trattoria economica ma decorosa, che oltretutto non li ghettizza.

                E questo vale per tutto.
                Non è che voglio abolire gli ospedali per far schiattare i poveri di malattia.
                Nel mio mondo ideale, gradualmente, nei limiti del possibile, si cerca di ridurre al minimo i tempi di degenza (compatibilmente con la sicurezza), di fare a casa tutto ciò che non è strettamente indispensabile fare in ospedale, ecc., per ridurre al minimo il disagio del malato (e si sta già andando in questa direzione).

                Diverso il caso della scuola. Non i poveri, ma tutti dovrebbero disertarla, perché ciò che viene chiamato ignoranza è la cultura orale, che ritengo molto più valida e sana di quella scritta.

                E si arriverà anche a questo.
                Nessuno avrebbe mai inventato la scrittura se avesse avuto un registratore.
                Oggi li abbiamo, ma per inerzia usiamo questo mezzo obsoleto, che inquina i nostri modelli cognitivi orientandoli all’astrazione e all’alienazione.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ roberto , peucezio

                “mensa”

                Il guaio del sistema che vi piace è che nel momento in cui fornite alla gente i tagliandi per andare nelle trattorie ma le trattorie le lasciate ai privati i privati si coalizzano e fanno un bel monopolio in modo da estorcere allo Stato che emette i tagliandi (cioè a tutti noi) il più possibile.

                Lo si è visto tutte le volte che un servizio pubblico è stato dato in gestione ai privati. Alla lunga questi accumulano tanto di quel potere che diventano irresistibili, se li si lascia fare.

                È di oggi la notizia che la Regione Lombardia ha sistematicamente dirottato i fondi pubblici per l”assistenza domiciliare ai disabili verso le cliniche private convenzionate.

                No, mi spiace

                Prima si fa funzionare il pubblico in modo che il privato diventi superfluo

                Poi, e solo poi, se uno vuole il pandoro con la glassa invece che con lo zucchero velato allora si accomodi coi privati.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                In pratica, Andrea, ci proponi il modello sovietico, solo su scala mondiale.
                Il modello dove lo Stato dava “a tutti secondo i loro bisogni”, in teoria- e già è una teoria sbagliata, perché l’uomo non vive di solo pane;

                nella pratica, era anche inefficiente, e c’era la città dove trovavi solo scarpe marroni e quella con solo scarpe nere…

                dice, ma è durato 70 anni!

                Che sono pochissimi, a dire il vero.
                Ed è durato così tanto perchè c’è stata in mezzo una guerra, durante la quale la popolazione ha altri pensieri più urgenti;

                e perché ha zittito, degradato, incarcerato e anche ammazzato chi protestava.

                E poi è caduto lo stesso.

              • roberto scrive:

                Andrea ieri Peucezio ti aveva sorpassato nella mia società da incubo ma tu con uno scatto felino passi in testa!
                Aspetto il rilancio del buon Peucezio

                🙂

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                “Aspetto il rilancio del buon Peucezio”

                Dammi giusto il tempo 😀

                Pino,
                ha funzionato 70 anni perché era in Asia (lato sensu).
                Un’altra cosa bella del mondo che Andrea omologherebbe è la sua varietà.
                Che contempla l’Asia collettivista come l’americano che non vuole pagare le tasse, non vuole la sanità pubblica nemmeno se è povero in canna e si ammala lui e prende a fucilate che gli entra nella proprietà, prima ancora di chiedergli chivalà.

              • Francesco scrive:

                >>> È di oggi la notizia che la Regione Lombardia ha sistematicamente dirottato i fondi pubblici per l”assistenza domiciliare ai disabili verso le cliniche private convenzionate.

                dettagli grazie, il fatto che io detesti Fontana non significa che abboccherò a qualsiasi notizia negativa per lui

                e ti ricordo che l’abuso non pregiudica il diritto di uso

  28. Peucezio scrive:

    Posso dire una cosa?

    Secondo me andrebbero abolite scuole, ospedali, carceri, manicomi e cimiteri.
    Tutte istituzioni illuministe, razionalizzanti.
    Le scuole, vabbè, ne ho parlato milioni di volte.
    Gli ospedali dovrebbero pian piano essere sempre più sostituiti da terapie domestiche.
    Le carceri da forme di giustizia privata limitata e regolamentata dallo stato (cioè non è che uno ti dice “sciocco” e tu gli tiri una coltellata). I pazzi sono sempre stati gestiti più o meno dalle famiglie. In ogni caso si può pensare a strutture più umane, più raccolte. Non è che il vituperato Basaglia avesse poi tutti i torti.
    I cimiteri, lasciamo perdere. La furia razionalizzatrice non rispetta nemmeno una cosa sacra come la morte. Il cimitero è intrinsecamente un sacrilegio, un oltraggio ai defunti.

    • roberto scrive:

      Stavo riflettendo se il mondo peggiore immaginabile sia quello di Andrea o il tuo e pensavo che Andrea battesse tutti i record di incubo…ma con questo scatto fulmineo passi in testa…
      🙂

      • PinoMamet scrive:

        OMDAR su tutto

        • Peucezio scrive:

          Roberto e Pino,
          ma esattamente cosa non va nel mio modello?

          Non nego la soddisfazione dell’esigenza, sono critico verso il modo.
          Pensate se davvero uno potesse operarsi restando a casa propria, con la stessa sicurezza ed efficacia.

          • roberto scrive:

            Mi piacciono le scuole che sono l’unica possibilità che tutti abbiano un briciolo di educazione

            Eliminare gli ospedali mi sembra una boutade assurda…voglio dire sono anni che la medicina va nella direzione di ridurre i posti letto in ospedale e non è solo una questione di soldi come vuole la vulgata, ma semplicemente che grazie ai progressi della medicina ci sono operazioni che 20 anni fa chiedevano una settimana in ospedale e ora sono fatte in day hospital
            Ma
            1. Abbiamo appena visto che ridurre i posti in ospedale è davvero rischioso
            2. Ci sono cose che non potrai mai fare a casa

            Manicomi: certo il più possibile a casa ma a volte proprio non si può

            Carceri: idem come sopra, ridurre ok, eliminare no. Giustizia privata è un ossimoro

            Cimiteri …e dove li vuoi mettere i morti!?!

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              vabbè, sulla scuola mi rendo conto che il discorso è enorme, difficilmente esauribile qui.

              “grazie ai progressi della medicina ci sono operazioni che 20 anni fa chiedevano una settimana in ospedale e ora sono fatte in day hospital”

              Mi riferivo esattamente a questo.

              “1. Abbiamo appena visto che ridurre i posti in ospedale è davvero rischioso”

              Ma certo! Ora come ora sarebbe solo criminale. Ed è stato fatto, purtroppo.

              “2. Ci sono cose che non potrai mai fare a casa”

              Chi nel ‘700 avrebbe detto che ci sarebbero state le automobili e che l’uomo sarebbe andato sulla luna?
              Che ne sai di cosa non si potrà “mai” fare?

              “Manicomi: certo il più possibile a casa ma a volte proprio non si può”

              Strutture domestiche gestite da educatori e, nei casi peggiori, da infermieri.
              Conosco gente che ci lavora.

              “Cimiteri …e dove li vuoi mettere i morti!?!”

              Prima di Napoleone dove si mettevano?

              • PinoMamet scrive:

                Sotto il pavimento delle chiese.

                O attorno alle chiese. Oppure in fosse comuni dove capita capita.

          • roberto scrive:

            Per operarti a casa devi avere una casa sterile, sennò muori

            Pensa poi quanta gente c’è dietro un’operazione: io per un menisco ho avuto
            1. Anestesista
            2. Chirurgo+infermiera
            3. Infermiera per la sala risveglio (no ho avuto una anestesia parziale ma si chiama così il posto dove sono rimasto in sorveglianza)

            Pensa dover avere tutta sta gente che si sposta da una casa all’altra, quante operazioni in meno al giorno fai?

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              d’accordo, mica dico che si può fare dopodomani.
              Dico che in prospettiva la direzione dovrebbe essere quella.
              Pensa solo alla virtualizzazione della chirurgia, che soltanto negli anni ’70 chiunque avrebbe preso per fantascienza.

          • PinoMamet scrive:

            “Roberto e Pino,
            ma esattamente cosa non va nel mio modello?”

            Dunque, da dove comincio? 😉

            Sugli ospedali, mi rifaccio a Roberto e ADV.

            Sulle scuole, ci rinuncio in partenza:

            se il punto della discussione non è “è meglio il liceo o il tecnico?”;

            neppure “è meglio pubblico o privato?”;

            e nemmeno “è meglio la scuola o l’educazione a casa?” (che già sarebbe al limite dei miei criteri di accettabilità come discorso 😉 )

            ma addirittura “non sarebbe meglio abolire l’istruzione punto e basta?”

            ecco, allora per quanto mi riguarda andiamo nel campo della boutade e del paradossale, e allora preferisco Petrolini, “ho comprato i salamini e me ne vanto” 😉

            Poi tu mi dirai che sei serissimo, e peggio me sento.

            Rimane da discutere dei cimiteri: all’ombra dei cipressi e dentro l’urne.
            E sì, siamo tutti d’accordo che è più bello un cimitero sistemato alla cazzo di cane, romanticamente, in aperta campagna, con tombe e fuochi fatui che escono dalle erbe alte, ma su…
            da qualche parte i defunti bisogna pur metterli, e i cimiteri moderni, “napoleonici” (è stato lui a esportare il modello igienico e razionalista della Rivoluzione francese), non hanno niente di così terribile.
            Vai al cimitero, metti il lumino, metti il mazzo di fiori, che c’è di tanto strano?

            Davvero, tra Andrea che vuole il super Stato mondiale che sa tutto di te e ogni settimana ti reca in ufficio (pubblico: il lavoro privato è abolito!) tutto quello che ti serve (che ti piaccia o meno non è previsto…), e in pratica ci vuole trasformati in polli da batteria, peggio del signor Amadori…

            e tu che dici di vagheggiare una società che ci vuole brutti, sporchi, ignoranti (e malati), in pratica… polli ruspanti, ma mica tanto ben curati-…

            non saprei proprio cosa scegliere.

            • Francesco scrive:

              Anche perchè tanti che siamo quante cattedrali ci vogliono per seppellirci nel pavimento delle stesse?

              oppure Peucezio ha altre proposte?

              Sulla scuola, ecco, su quella un poco mi tenta, pare esserci tanta gente a cui una totale e consapevole ignoranza farebbe solo bene.

              Magari mi sbaglio.

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                facciamo tante cattedrali!
                Ti farebbero schifo?

                🙂

              • Francesco scrive:

                sarebbero vuote, finte cattedrali ma veri cimiteri mascherati!

                e aborrisco l’uso strumentale della Fede, sempre

                sai che sono un fanatico religioso

                🙂

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ PinoMamet

              “scegliere”

              Eppure è facile.

              Sarebbe difficile scegliere in un mondo con poche migliaia o pochi milioni di abitanti. Avendo spazio e risorse per tutti, infatti, ciascuno potrebbe scegliere dove stare e potrebbero convivere modelli differenti.

              Ma la sovappopolazione ormai c’è e – guerra atomica a parte – non la si può evitare.

              Tanto più che le risorse utili diminuiscono: per quanto si faccia, anche mangiando tutti farina di grilli e bevendo urina riciclata gli sprechi sono ineliminabili, e anche se lo spazio esterno rimane l’unica scappatoia sarà accessibile a una minoranza della specie umana ancora per un bel po’.

              Allora o finiamo tutti prima o poi nella distruzione degli Stati, nell’anarchia totale vagheggiata da Peucezio (che con sette miliardi di abitanti è una scorciatoia per l’estinzione non meno sicura della guerra atomica), oppure andiamo a finire come dico io.

              Il che in fondo è la soluzione più logica: una la specie umana? Uno lo Stato.

              Già Seneca diceva che il destino conduce le persone di buona volontà e trascina gli ostinati. Possiamo adattarci di buon grado o pestare i piedi per terra facendo i capricci.

              In questo siamo liberi.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Uno lo Stato, una la dittatura, mille le inefficienze, diecimila le corruzioni…
              e in un attimo finisci da AndreaDiVitopoli diventa Peucezioland 😉

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino mamet

                “Stato”

                È l’obiezione di Peter George.

                Tuttavia, l’unico popolo che ha superato sia la soglia del miliardo e mezzo di abitanti sia lo spettro della fame è la Cina.

                Qualcosa vorrà pur dire.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                …sì, vuol dire che ha abbandonato il maoismo e si è gettata sul capitalismo selvaggio 😉

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                “Tuttavia, l’unico popolo che ha superato sia la soglia del miliardo e mezzo di abitanti sia lo spettro della fame è la Cina.”

                Cultura. Intesa come retaggio di un popolo, mentalità ancestrale e radicata.
                Quella cosa tremenda che tu vuoi sradicare.

                È l’Asia.
                E infatti probabilmente domineranno loro il futuro.

                Ma è la soluzione di un problema posto dal risolutore stesso: bella forza.
                Con la modernità e il progresso crei 8 miliardi di persone, per forza poi che ti ci vogliono modernità e progressi per gestirli.
                Ma non credere sia così scontato.
                Tanti significa tante teste, più varietà, non è così gestibile.

              • Peucezio scrive:

                In questo senso ha ragione Pino dicendo che Andrealandia fa presto a trasformarsi in Peuceziolandia.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino mamet

                “maoismo”

                Vuol dire che ha abbandonato il maoismo restando sotto la guida del Partito e si è buttata nel capitalismo sotto la guida del Partito. Non si commette l’errore fatale di pensare che There Is No Alternative.

                In Cina non esiste nulla di simile allo strapotere dei capitalisti privati in USA (e da noi). Non che il Partito sia moralmente meglio: ma di certo è un contrappeso, un Ivan il Terribile contro i boiari.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “Cultura. Intesa come retaggio di un popolo”

                No.

                Cultura intesa come ideologia razionalistica e giacobina.

                Non è la medicina tradizionale cinese a salvare vite, ma la chirurgia occidentale, anche a Pechino. Semmai la medicina tradizionale cinese fa solo danni, come testimonia l’estinzione dei rinoceronti.

                Non è il lavoro delle masse nei campi, come pensava Mao (e il suo emulo Pol Pot) ma le dighe idroelettriche a fornire luce e riscaldamento a un quinto dell’umanità.

                Se uno vuole il retaggio ancestrale vada in India, dove la puzza delle fogne a cielo aperto ammorba l’aria persino delle centrali elettriche fuori città (testimonianza di colleghi).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “Non è il lavoro delle masse nei campi, come pensava Mao (e il suo emulo Pol Pot) ma le dighe idroelettriche a fornire luce e riscaldamento a un quinto dell’umanità.”

                beh, non sono un esegeta del Libretto Rosso del Grande Timoniere, ma dubito che sostenesse che il lavoro dei campi genera energia elettrica 😉

                Di certo genera il riso, o il grano.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino mamet

                “riso”

                Vabbè, pensavo al Grande Balzo in Avanti! 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              ” e nemmeno “è meglio la scuola o l’educazione a casa?” (che già sarebbe al limite dei miei criteri di accettabilità come discorso 😉 )

              ma addirittura “non sarebbe meglio abolire l’istruzione punto e basta?””

              Questo però non l’ho mai detto.
              Io sarei per l’educazione a casa.
              “Istruzione”… bisogna vedere cosa s’intende.

              Secondo me ci dovrebbe essere una ristretta élite che si fa carico di custodire la cultura scritta e tutto il resto dell’umanità deve tramandarsela oralmente, corrompendola, trasformandola, riadattandola.
              La piccola élite sconterebbe la nevrotizzazione e i deficit cognitivi prodotti dalla scrittura, ma, per amore della cultura, si sacreficherebbe volontariamente per la sua conservazione.

              • Peucezio scrive:

                Con “educazione” intendo la trasmissione intergenerazionale del sapere che passa attraverso la famiglia e gli adulti in genere.

                Ma non credo nella figura dell’educatore.
                Una volta non ti insegnava a lavorare il metallo un insegnante, ma il fabbro.
                Sono per un’umanità di gente che sa fare le cose, non che sa insegnarle, perché chi sa fare sa insegnare, ma non viceversa.

                Non sentirti implicato: tu insegni le lettere, il greco, il latino, sono cose gratuite, senza funzione pratica e non c’è un altro modo di insegnarle.
                Nel mio mondo ideale lo faresti in casa, per la ristretta élite che dicevo, oppure lo faresti a qualche giovane che stimi e trovi ricettivo, come un filosofo greco.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ peucezio

                “sacrificherebbe”

                Praticamente vuoi la Repubblica di Platone.

                Quella che un critico inglese definiva più terrificante di ‘1984″, perché quello che Orwell esecra Platone lo desidera.

                In effetti, entrambi hanno gli schiavi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                te lo scrivo qui perchè mi pare il posto giusto: nel tuo mondo ideale paiono esserci SOLO schiavi

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “SOLO”

                E’ impressionante la tenacia con cui tu qualifichi ‘schiavo’ chi non è nella condizione di sfruttare il prossimo, evadendo il fisco o simili.

                Una fede inossidabile, non c’è che dire.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                per impedirgli di “sfruttare” il prossimo, tu gli togli tutta la libertà

                è per questo che diventa ipso facto uno schiavo, sia pure col suo tozzo di pane di Stato

                mi sa che ho ragione io

                ciao

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “e tu che dici di vagheggiare una società che ci vuole brutti, sporchi, ignoranti”

              Mi piace!!
              🙂 🙂 🙂

      • Fuzzy scrive:

        Questo succede a seguire i ragionamenti in linea retta. Più si cerca di eliminare le contraddizioni e più ne spuntano.
        Terapia: prendersi un gatto e insegnargli a parlare
        https://youtu.be/0RxQmo83bFA
        Se questo non bastasse, si ci si può consolare insultando il terapista. Tanto è abituato. Un po’ se la ride sotto i baffi. Già, perché è un tipo molto peloso

        • Moi scrive:

          @ FUZZY

          prendersi un gatto e insegnargli a parlare

          [cit.]

          _________________________

          Dallo Zoo di Amsterdam, il Nuovo Dottor Dolittle … in fondo, è forse il suono d’emissione umana più simile a un verso animale, anche nella sua modulabilità armonica e di decibel. 😉

          https://www.youtube.com/watch?v=uSKxitEGXW8

          • Moi scrive:

            @ FUZZY

            prendersi un gatto e insegnargli a parlare

            [cit.]

            ————–

            In tema felidi e parole “umane” 🙂 … su Youtube trovi diversi filmati di leoni maschi (il più noto allo Zoo di Baku, Azerbaigian) che avrebbero detto “Allah” [sic] in modo un po’ asmatico e profondo (va be’, hanno una cassa di risonanza enorme rispetto a un gatto … per quanto anatomicamente molto simili) !

            In effetti, è suggestivo …

            • Moi scrive:

              A quanto ho visto, i “Miracoli” nell’ Islam vengono presentati come robe “soft” 😉 rispetto al Cristianesimo Cattolico : essenzialmente, “paraidolìe” in Natura di Scritte Coraniche in Arabo (… in effetti la struttura lineare “tremula” del sistema di scrittura di parole complete, si presta !) o, come nel caso dei leoni, “foniche”.

              • Moi scrive:

                @MIGUEL

                Forse non l’ ho mai chiesto, chiedo ,ma … sapendo i caratteri Arabi “standard”, riesci a leggere l’ Abjad (termine più proprio di “Alfabeto”, come almen qui tutti sappiamo…) Siriaco (!) Tradizionale ?

                https://en.wikipedia.org/wiki/Syriac_alphabet

                mi pare che la forma delle lettere sia più “stabile” risp. all’ Arabo , come varianti posizionali …

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                “, riesci a leggere l’ Abjad (termine più proprio di “Alfabeto”, come almen qui tutti sappiamo…) Siriaco ”

                No, intuisco solo alcuni caratteri

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ fuzzy

          “contraddizioni”

          Cercare di eliminare le contraddizioni è faticoso. È più facile che una società segua le linee direttrici su cui è fondata.

          Una società che chiama “libertà” la licenza di sfruttare il prossimo dove vuoi che porti?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Ascetico scrive:

            Si, per carità, ma le contraddizioni sono nei fatti. Tutto è irrazionale, in una cetra misura. E in una certa misura è razionale.
            Poi questo grande miscuglio si muove, perché niente può star fermo per sempre, e il mondo cambia impercettibilmente ma inesorabilmente. C’è un concetto che deriva dalla biologia: “l’adiacente possibile”. Autore un certo Stuat Kauffmann. Oppure più semplicemente e forse meno a sproposito, (ti rammento che sono totalmente ignorante), è non sottovalutare le opzioni, perché più ce ne sono e più è probabile che il cambiamento ricada su una di esse.
            È un espediente antico come il mondo.
            Una sola strada, anche se forse la più apparentemente giusta, potrebbe essere controproducente.
            Ommmm

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ ascetico

              “biologia”

              Si’, ma anche una cura batterica sul vetrino si sviluppa dove trova cibo ed evita le zone con salinità eccessiva o troppo acide.

              Se fin dall’inizio parti dall’idea che per forza ciò che interessa tutti va perseguito in funzione del profitto di alcuni più di tanto non otterrai.

              La mela, si dice, non cada lontano dall’albero.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Fuzzy scrive:

                Mah, fatico a ricostruire tutta la discussione perché ne ho seguito solo l’ultima parte, poi il tuo ultimo commento, e quindi rispondo sul profitto.
                Ragionando in linea retta si finisce per essere o liberisti o comunisti. Invece ci sono tante altre possibilità diciamo adiacenti oppure vogliamo chiamarle opzioni? Negli anni 70′ io ricordo la socialdemocrazia che poi è stata messa in discussione in seguito, con effetti secondo me piuttosto nefasti. Si è passati da un modello forse pieno di contraddizioni, diciamo inefficiente, a uno più performante nel senso di essere capace di estrarre più ricchezza.
                Però, carbone cinese, miniere, esaurimento risorse ecc.
                Inoltre la ricchezza estratta non è stata ben distribuita. Non è vero che la globalizzazione ha tolto i cinesi dalla fame, per quello che ne so, quando è partita questo problema era già stato parzialmente risolto, piuttosto ha creato una classe media in Cina a scapito dell’impoverimento delle classi medie in occidente.
                Alla fine ci troviamo con una enorme ricchezza detenuta da pochissimi supermiliardari che concentrano nelle loro mani un potere enorme per giunta condizionando pesantemente le politiche dei vari stati nazionali.
                E quindi era meglio prima anche se si trattava si un sistema economico pieno di difetti e contraddizioni. Si poteva passare dalla socialdemocrazia al comunismo? Dubito che l’esperimento sarebbe finito bene. Insomma, in economia, i modelli più lineari hanno prodotto i maggiori guasti.
                Dunque, al punto in cui siamo, possiamo discutere solo se sia più giusto il liberismo o il comunismo? Secondo me vale la pena fare una bella lista di alternative anche fantasiose e poi sbloccarsi gradualmente da questa impasse. Recentemente ho letto l’ultimo libro di Antonino Galloni. A parte i vari mistimbrogli complottisti, nel complesso non mi sembra così campato in aria per quanto riguarda la logica della moneta.
                Oppure ci sono gli economisti della post-crescita. Basta guardarsi intorno.
                Avrò sicuramente scritto delle inesattezze storiche o roba su cui si può discutere per mille anni senza venire a capo di niente, il punto è: guardarsi intorno.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “comunismo”

                Mi sembra che la questione sia più semplice.

                Qui c’è un’ideologia precisa che domina l’Occidente. Uso “ideologia” nel senso di Hannah Arendt: “ideologia = linguaggio + terrore”. Linguaggio, perché l’imprenditore è il nuovo Capitano di Ventura’; “terrore” = ‘precarieta” delle fonti di sostentamento.

                Questa ideologia è il There Is No Alternative thatcheriano: i mezzi di produzione devono esser in mani privati. Ne segue che l’interesse pubblico deve essere subordinato al profitto di alcuni.

                Nessuno mette seriamente in dubbio TINA in Occidente. Chi ci prova viene immediatamente tacciato di ‘comunismo’ e associati a gulag e affini.

                Dici che finché non si ha ben chiaro (‘coscienza di classe’) che TINA è sbagliato non si va da nessuna parte.

                Senza postulare che i mezzi di produzione devono poter avere (almeno parzialmente) un controllo pubblico ricadiamo inevitabilmente in TINA.

                Poi possiamo discutere. Ma intanto mettiamo un punto fermo. Non è ideologia, è pulizia di linguaggio

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                Dici = dico

              • Fuzzy scrive:

                Si, sul non c’è nessun’altra alternativa zono fondamentalmente d’accordo.
                Ma infatti il problema è come trovare un’alternativa. Tu mi dici applicando rigorosamente la scienza, e va bene, la scienza è importante, ma io aggiungo, la scienza è un utile strumento, ma non è più la scienza deterministica in una sola direzione. La statistica dice
                che se si punta tutto su un unico risultato poi quel tutto rischi di perderlo per qualsiasi imprevisto. Invece bisogna provare tutte le strade possibili per poi a seconda delle necessità
                poter scegliere quella più adatta.
                Tra l’altro il sistema di “provarle tutte” credo proprio che sia quello che utilizza la natura. E mi sembra evidente che la natura, in fatto di resilienza e oltre, non la batte nessuno.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “Natura”

                Sì.

                Solo che la Natura ci mette miliardi di anni.

                Abbiano tutto questo tempo?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Fuzzy scrive:

                Certe soluzioni sono complesse e macchinose, altre sono semplici ma meno efficaci. C’è sempre qualcosa che manca, ma assegnando bene ogni parziale soluzione al proprio ambito e accettando gli inevitabili compromessi, magari si risolve anche in tempi ragionevoli.
                Io sostanzialmente trovo giusto quello che scrive Heinberg in questo articolo.
                https://energyskeptic.com/2022/heinberg-on-how-to-avoid-an-energy-crisis/
                Naturalmente si tratta di “una” possibile proposta per evitare la crisi energetica e climatica.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “Heinberg”

                Non capisco come i razionamenti di cui parla Heinberg siano possibili in regime di libero mercato.

                Fu Bush jr. a dire che l’ “American eay of Life” non è negoziabile 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “ospedali”

      Come dice Gino Strada, il concetto stesso di “sanità privata” è una contraddizione in termini.

      Nulla è più pubblico della salute del singolo, sia come membro di una famiglia, sua come produttore, sia come membro fragile della società quando è malato, sua come potenziale portatore sano di malattie.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Ma infatti la mia alternativa all’ospedale non è mica la clinica.
        È casa propria col medico che viene a visitarti, come si faceva un tempo.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “medico”

          Per esperienza personale, ti garantisco che una colecistectomia non la ottieni così.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        sì ma solo un cretino identifica pubblico con statale

        😉

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “cretino”

          In teoria, sì.

          Nella realtà i cretini prevalgono, che ci vuoi fare.

          Poi, perché ‘statale’?

          Ci sono anche i Comuni, le Province…

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            1) anche quando prevalgono, hanno torto.

            2) dovresti guardare meno la7, questo è un trucchetto da quattro soldi (o una battutina buona per introdurre la pubblicità)

            il mio problema con la tua visione è che hai così cosmicamente torto che per smontare tutto mi ci vorrebbe un secolo. hai costruito un castello, una fortezza, una Morte Nera di fesserie.

            alla fine mi basta rilevare che il tuo mondo ideale “libero” è uguale a quello di 1984. ridefinizione della parole per stuprare i concetti, giustificazione anzi glorificazione della violenza, perfetta felicità come frutto della totale sottomissione .

            ciao

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “LA7”

              Non ho la TV.

              “Morte Nera”

              Non scoraggiarti. Roma non fu fatta in un giorno. 😉

              “1984”

              Quel libro è una descrizione di alcuni aspetti del mondo reale in cui viviamo oggi tu ed io. È ribaltandoli che ci si libera.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                no guarda, la cosa impressionante è che tu sei cantore del mondo descritto da Orwell, propagandista appassionato e un pelino logorroico

                non avrai la TV ma confessa che guardi La7 sul PC! non sei così pessimo da pensare da solo la loro spazzatura, dai!

                sì ma quelli della Morte Nera li pagavano, per costruirla, io dovrei farlo gratis!

                ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “cantore”

                Descrivere non è aderire.

                Stiamo andando verso un mondo pericolosamente vicino a quello di ‘1984’, con tre super-aree in conflitto fra loro nelle zone di confine.

                Tu pensi di vivere nel mondo della libertà contrapposto al mondo dell’autoritarismo, ma non ti accorgi di vivere in un autoritarismo diverso.

                Peucezio (e Martinez) sognano un impossibile ritorno a un mondo mai esistito composto di tante Oltrarno autosufficienti.

                Potrò immaginare un mondo diverso, tanto più che è tecnicamente possibile?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                sarò sincero: il livello di autoritarismo nell’Occidente è sempre stato così basso da rendere Orwell poco credibile (per fortuna)

                oggi, nonostante i Social, credo siamo ancora messi molto bene

                tra l’altro, vedo DUE imperi in competizione con moltissime zone più o meno periferiche che giocano su entrambi i tavoli, nel futuro del mondo

                ciao

  29. Moi scrive:

    Punti di Vista …

    A Modena è bastato il dialogo, ma il Governo Meloni lucida le manette contro i rave party

    https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/10/31/news/rave_party-10538656/

    VERSUS

    Rave, Meloni: “Basta lassismo”

    https://www.informazione.it/a/C6B0A641-07EA-4801-B716-C0C68182F350/Rave-Meloni-Basta-lassismo

  30. Moi scrive:

    Quello stesso dì …

    https://www.blogsicilia.it/oltrelostretto/emma-bonino-rispetta-giorgia-meloni-destra/770557/

    Emma Bonino rispetta Giorgia Meloni “ma mi spaventa la destra reazionaria”

  31. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Parzialmente OT, da un quasi compaesano di Martinez

    https://fb.watch/gwEmDFZehi/

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  32. Moi scrive:

    Icché la Meloni hadetto davvero sul Rave Party (2 min : 43 sec)

    https://www.youtube.com/watch?v=UYiqCbCbOQc

  33. Miguel Martinez scrive:

    Segnalo un articolo interessante, perché esprime in maniera coerente e chiara l’esatto opposto di ciò che penso:

    https://www.nicolaporro.it/basta-ambientalisti-rossi-elogio-del-combustibile-fossile/

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “interessante”

      Chiaro è chiaro, ma una fesseria la dice.

      Cosa c’entra il marxismo?

      L’URSS ci campava sul carbone e il petrolio!

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  34. tomar scrive:

    Mentre nella Nazione che parla con gli Angeli si aspettano le elezioni di midterm per capire se i democratici saranno ancora più impantanati di quanto già non lo siano ora (e chissà se un America impantanata sul fronte interno non possa essere una buona notizia per la maggior parte degli umani nel resto del mondo) e anche in Ucraina la situazione sembra andare verso un sostanziale impantamento tra le due parti (come suggerisce l’articolo di Francesco Palmas sull’Avvenire di oggi), nelle ultime 48 ore ci sono state 3 vittorie elettorali d’un soffio: in Brasile, in Danimarca e in Israele.
    Sulla Danimarca – vittoria del centro sinistra per un seggio – non saprei proprio cosa ne verrà (al momento sembra un governo di unità nazionale, un allegro pantano con dentro tutti tranne l’estrema destra xenofoba che entrando per la prima volta in parlamento con ben 14 seggi ha impedito la vittoria della destra per bene).
    Quanto al Brasile mi sembra che il centro sinistra di Lula parta discretamente impantanato non solo per l’esiguità della vittoria, ma anche perché è ben altro che una vittoria della sinistra, nella sua coalizione ha un grosso peso anche il centro-destra per bene ma non troppo.
    Israele infine, sembra ci sarà il ritorno per un soffio di mille vite Netanyahu grazie all’ulteriore crescita dei partiti dei coloni e dell’estrema destra religiosa, mentre sembra non entreranno nella Knesset né gli arabi “collaborazionisti” sempre meno votati dalla loro etnia né la “sinistra” di Meretz. Niente di sostanzialmente nuovo quindi, lì l’unico impantanamento sembra quello sempre maggiore di pressoché tutta la società israeliana in uno stato colonialista-razzista sulla cui progressiva costruzione nessuno dei governi precedenti ha esitato a compiere qualche passo, la differenza essendo al massimo su passi più o meno decisi.

    • Francesco scrive:

      Ma la destra non per bene di Bolsonaro ha vinto alle legislative e negli Stati? sono rimasto basito dalle pochissime notizie sulla spaccatura Nord-Sud del paese, con Lula-Conte che ha battuto di un soffio Bolsonaro-Calderoli.

      Curioso di vedere le elezioni negli USA.

      E come finisce a Kherson, che se l’Ucraina dovesse vincere lì …

      • habsburgicus scrive:

        sono rimasto basito dalle pochissime notizie sulla spaccatura Nord-Sud del paese,

        su fb ne ho scritto qualcosa….soffermandomi anche sui punti ove Bolsonaro, secondo me, ha perso la gara per il Brasile; in breve, Jair Bolsonaro secondo me ha perso a causa
        di questi due motivi principali
        1.S. Paulo città (nel resto dello Stato di S. Paulo ha vinto 58 e passa vs 41 e rotti % di Lula, al punto che SP come Stato è andato a Bolsonaro con 55 a 45 ma il Brasile non sono gli USA non si vota per Stati), probabilmente a causa della borghesia laica, piena di soldi e “fighetta” di tipo piddino 😀 (che a SP esiste, e solo lì !) e per il buon lavoro di Haddad (libanese, brasiliani autorevoli me ne hanno parlato bene, sarebbe molto meglio del suo capo Lula), candidato governatore lulista di SP, che è stato sconfitto da un uomo di Bolsonaro ma si é “sacrificato” per il suo Lula, ottenendo per lui quel 4-5 % in più che ha contribuito a farlo vincere
        2.Belo Horizonte città, che ha dato il Minas Gerais per una manciata di voti a Lula (e dopo vi linko una cartina e vedrete che è l’unico cuneo verso il centro-sud), confermando la tradizione che sin dal 1950 vuole che chi vince in MG si prende la presidenza federale !
        (il terzo motivo sta nel fatto che Bolsonaro puntava a togliere voti a Lula nel Nordeste -strategia da perfetto cretino, intendiamoci 😀 perché in quei luoghi Lula è divinità 😀 e invero si è preso, si disse comprandoli ma insomma ma non è che Lula sia Gandhi :D, +900.000 voti ma ne ha persi di più al Sudeste..em passant, il potente Ministro Ciro Nogueira del Piauì -che sarebbe già pronto a passare a Lula :D- gli promise sfracelli dicendogli di fidarsi di lui..volete saperla tutta ? nel Piauì Lula si é preso il 77 % la percentuale più alta in assoluto !!!!!!)
        invece, grazie forse alle sette evangeliche, Rio -che in teoria dovrebbe essere terra promessa di Lula- è andata a Bolsonaro

        • habsburgicus scrive:

          qui nel 2018 contro Haddad, citato prima (abituato a perdere :D) https://en.wikipedia.org/wiki/2018_Brazilian_general_election#/media/File:2018_Brazil_Presidential_Elections,_Round_2.svg

          qui nel 2022 contro Lula (vedete che il Minas Gerais, MG, è rosso, ma fidatevi, di pochissimo) https://en.wikipedia.org/wiki/2022_Brazilian_general_election#/media/File:2022_Brazil_Presidential_Elections,_Round_2.svg

          in Brasile ci sono 26 Stati e 1 Distrito Federale ovvero 27; Lula ha vinto in 13 Stati, Bolsonari in 14 (13+Distrito Federale)
          nei governatori, alla destra è andata meglio
          11 governatori sono per Lula
          14 governatori sarebbero per Bolsonaro (dico “sarebbero” perché lo stanno abbandonando tutti :D)
          2 sono neutrali, fra cui Eduardo Leite del Rio Grande do Sul, lo Stato più meridionale con Porto Alegre teatro delle imprese di un certo Garibaldi
          https://www.poder360.com.br/podereleitoral/conheca-os-27-governadores-eleitos-em-2022/

          • habsburgicus scrive:

            il Paranà e il Santa Catarina, dove Bolsonaro ha stravinto, sono gli Stati più bianchi del Brasile..in Brasile ci sono (quasi) dappertutto bellissime donne, fra cui spicca il tipo semi-mulatto bahiano e carioca e anche il tipo “latino” paulista, però chi cercasse bellissime donne di tipo nordico/baltico/esteuropeo, e non voglia recarsi nel Baltico o in terre limitrofe :D, le può trovare in Santa Catarina, ove le modelle abbondano 😀 non tutte lo sono, ma il tasso di beltà (canoni europeo-nordici) è altissimo, a causa della forte presenza di tedeschi, ucraini, polacchi e, diciamolo, veneti 😀
            in quei posti Lula è disprezzato, rappresenta l’ALTRO, qualcosa di estraneo

            • habsburgicus scrive:

              per ragioni non proprio intuitive Bolsonaro è fortissimo anche negli Stati di confine Roraima (col Venezuela), Acre (con il Perù e la Bolivia) e Rondonia (con la Bolivia)*, forse per la presenza dei latifondisti che lì non scherzano (tuttora si usa la pistola per far tacere personaggi scomodi e ogni senhor che si rispetti ha coorti di bravi nel senso manzoniano 😀 insomma lì se chi sta al potere ordina di votare uno, non è igienico opporvisi :D) e delle sette evangeliche, che ormai hanno soppiantato del tutto la Chiesa di Roma (prima del Concilio i potentes, invece, erano ossequenti al prete e al vescovo, cui li univa l’anticomunismo parola là un po’ vaga :D)

              *lì vi è una mitica città “gemella” di frontiera, Guajaramirim con dirimpetto in Bolivia, oltre il fiume, Guayara-mirin..la Bolivia, oggi a sx, ha rapporti pessimi con il Brasile di cui teme l’espansionismo

          • Miguel Martinez scrive:

            Habs, sei fantastico!

    • tomar scrive:

      Non conosco questo Coriani, ma non mi stupisce che in Possibile ci siano persone raziocinanti. Pippo Civati era l’unica testa veramente pensante del PD prima bersaniano e poi renziano: Nel 2013 aveva proposto un’alleanza con i 5S, che avrebbe forse evitato il pessimo quinquennio successivo, ma che Bersani, brava persona ma non certo un Napoleone, non aveva proprio capito. Poi sempre contro Renzi fino a quando nel 2015 esce dal PD dopo aver votato contro l’Italicum. Molto bullizzato dal suo ex partito e sui social, fonda Possibile ma dimostra poi di non avere per niente la stoffa adatta – fa troppi ragionamenti – per essere un politico vincente nell’arena mediatico-social che oggi decide dove va la nave. Nel 2018 si dimette dalla presidenza di Possibile e poi da allora si limita a tenere un blog a suo nome, nel quale sono comparse diverse sue riflessioni condivisibili – io lo seguivo regolarmente – ma con riscontro pressoché zero (tipo che in due anni avrà collezionato meno commenti di un tuo post medio).
      Sicché alla fine ha deciso di darsi all’editoria, pubblicando diversi libri anche lì probabilmente discreti, ma che non ho mai acquistato, e poi anche una rivista, Ossigeno (idem come sopra).
      I suoi post sul blog si sono intanto sempre più rarefatti, l’ultimo, del 10 agosto,
      è intitolato “Vassalotti alle prese con la dirimente questione Soncazzelli”.
      Una sorta di bozzetto letterario anche abbastanza divertente (il commissario Vassalotti è una sua creatura).
      Dopo averlo letto tutto uno si aspettava meno che Civati decidesse alla fine di candidarsi alle lezioni nella lista Sinistra-Verdi e ovviamente in un collegio im-possibile.
      Io, uno dei suoi non molti simpatizzanti, perlomeno avevo capito già 50 anni fa che sono del tutto disadatto a misurarmi nell’agone della politica attiva.

      • Moi scrive:

        Non conosco questo Coriani

        ———–

        Classe 1967 … dà del “Boomer” agli altri !

        … Bèla assè 😉 / ‘Nuff said 😉 !

  35. Peucezio scrive:

    Andrea,
    “Il guaio del sistema che vi piace è che nel momento in cui fornite alla gente i tagliandi per andare nelle trattorie ma le trattorie le lasciate ai privati i privati si coalizzano e fanno un bel monopolio in modo da estorcere allo Stato che emette i tagliandi (cioè a tutti noi) il più possibile. ”

    Vedi però?
    Continui a mettere insieme due cose opposte.
    La distinzione non è fra privato e pubblico, ma fra grande e piccolo.
    Lo stato è naturaliter alleato delle multinazionali e viceversa. Per meglio dire, lo stato nei sistemi capitalisti ha il solo scopo di dare legittimazione legale al potere economico.
    Davvero tu pensi che il barista di periferia abbia la forma mentis, le competenze e la mentalità per organizzare questo diabolico monopolio ai danni della collettività?
    Non riesco proprio a vedere la pertinenza di ciò che dici.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “barista”

      Il barista non ha le spalle larghe abbastanza per opporsi ai prezzi imposti dalle multinazionali dello zucchero, del caffè e delle bevande gassate.

      In un Paese a capitalismo sviluppato come l’Inghilterra o gli USA di baristi non ce n’è più, e rimangono gli Starbucks e affini.

      In un Paese a capitalismo arretrato i baristi si coalizzano per minacciare i sindaci che vorrebbero autorizzare un nuovo Starbucks di non votarli più alle prossime elezioni; impongono così i loro prezzi con un cartello che ti costringe a pagare un euro e più un caffè che a loro costa meno di un decimo. (E ad ogni aumento delle bollette scaricano sui clienti, tanto sono un cartello).

      Insomma, in un caso o nell’altro i privati danneggiano il pubblico: o perché si impongono col loro potere quando sono grandi, o perché si impongono col loro ostruzionismo quando si coalizzano da piccoli.

      Ora dico io: perché una macchinetta da bar, di quelle che fanno il caffè come si deve, non può funzionare coi gettoni e le chiavette elettroniche come le macchinette-ciofeca di tanti uffici?

      In ufficio la qualità del caffè è orrenda, ma il prezzo è molto più basso che al bar perché – essendo l’ufficio un cliente collettivo – spunta prezzi molto migliori (e non ha il barista da mantenere con le sue bollette).

      Da qualche anno ci sono in circolazione macchinette da ufficio ché preparano un caffè quasi a livello del bar ma allo stesso costo delle macchine da ufficio di una volta.

      Ci credi che da quando ci sono queste macchinette io un caffè al bar lo prendo pisolo in vacanza? (Ed io sono uno da cinque caffè al giorno…).

      Allora non è questione di migliorare la qualità quanto di abbattere il prezzo. E il prezzo lo abbatti solo con consumi collettivi. E la qualità del caffè diventa oggetto di accordo sindacale.

      Ripeto la domanda: a che servono i privati?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      Ciao!

      • Andrea Di Vita scrive:

        Pisolo = più solo

      • Peucezio scrive:

        A me del caffè non frega un cazzo, il caffè è un pretesto per la socialità, che comprende il barista (ma non certo il dipendente di starbucks).
        E credo sia così più o meno per tutti (vabbè, tu sei peculiare, lasciamelo dire con affetto).

        In Italia i baristi non si coalizzano, semplicemente lo prenderanno in culo per colpa di privati (grossi) e stato che li difende.

        Peraltro ogni locale, ogni ristorante è un concentrato di storia, di vita, è la stratificazione degli avventori che nei decenni vi si sono succeduti. In un certo senso è un’opera d’arte, che trascende incommensurabilmente la sua funzione pratica.
        Altrimenti sarebbe come dire che l’enogastronomico può essere sostituito da flebo e capsule di integratori e la figa da una bambola di plastica.

        • Peucezio scrive:

          Pensa la funzione che hanno avuto i caffè nella storia della cultura, nelle avanguardie filosofiche, letterarie.
          Proprio, tra l’altro, per il tuo beneamato illuminismo.

          Per inciso, non capisco la differenza fra starbucks e mense statali.
          E infatti si va verso un mondo come quello che proponi tu, grazie ai privati d’accordo con gli stati. Poi ci possono essere più o meno sfumature in senso privatistico o statalista, secondo che sei più a ovest o più a est.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “caffè”

            Perché all’epoca i rapporti umani lì si intrecciavano. Non conta il locale, contano le persone che si incontrano. Oggi potremmo dire che il “caffè” dell’omonima bottega di Goldoni è … questo blog!

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Peucezio scrive:

              Ma non è vero!!
              Vieni un po’ a Milano e ti porto io nei locali dove c’incontriamo, altro che virtualità, con tutto il rispetto per Miguel e il suo spazio così speciale.
              E infatti Miguel credo tenga più al suo Oltrarno che al blog, giustamente.

  36. Andrea Di Vita scrive:

    @ peucezio

    “ristorante”

    Sembra una pubblicità di Eataly 😉

    È esattamente il tipo di retorica spesso sbeffeggiata su questo blog (Il Sapore Della Tradizione nella Genuinità dei Rapporti Umani) e che sta dietro a tutta la prosopopea del Made in Italy.

    Oggi la socialità non la fanno le trattorie alla Cerutti Gino: i ragazzi della Via Gluck si incontrano sugli smartphone.

    Vanno benissimo i rapporti umani; ma cerchiamo prima di non farci fregare il portafoglio.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Esatto.
      Io vado nelle bettolacce quelle vere, non certoda Eataly, che mi fa cagare.
      Vado nei baracci malfamati, nei bar dei zanza.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “zanza”

        Ma ci vai per le persone, non per i bar. Se gli stessi amici ti dessero appuntamento che so per un tressette all’Idroscalo (o ai Parioli, o a Portofino) ci andresti, no?

        E perché in una mensa non ci devono essere gruppi di amici e di persone affiatate?

        Non confondiamo le persone con le strutture nelle quali incontriamo le persone.

        Più in generale: non confondiamo i rapporti personali coi rapporti politici.

        Si può evidentemente essere ottimi amici e affiatati compagni di avventura tanto in una fangosa trincea quanto in un bel residence.

        Questo non toglie il fatto che il residence sua preferibile alla trincea.

        Allo stesso modo, si puo’ avere ottime relazioni personali sia in una società dominata dalla proprietà privata sia in una società che ne è libera.

        Questo non toglie che sua preferibile la seconda.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          Andrea, potendo scegliere tra residence (ma anche appartamentino del cazzo) e trincea, nessuno sceglierebbe la trincea.

          E questo seppellisce la tua società: grazie a Dio.

          Quella di Peucezio è stata seppellita dalla Rivoluzione francese, e dal Cristianesimo, prima ancora.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ pino mamet

            “trincea”

            La trincea è quella in cui la società attuale confina la grande maggioranza del genere umano.

            ….ooops! A uscirne sono soprattutto i Cinesi…

            …E non i Cinesi della tradizione cara a Peucezio, quella dei piedi fasciati e dei baffi di tigre tritati che fa tanto cineseria da vaso di Sèvres, ma quelli occidentalizzati, col Partito e il computer…

            Vuoi vedere che…? 😉

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              no, per fortuna il mondo va dove vuole e tu rimani una mosca cocchiera ricca di soverchie illusioni

              stavo per scrivere una pappardella filo-ADV ma mi hai di nuovo distolto dai buoni propositi: tu ami l’Orrore, nutrire i cinesi o i poveri è solo una noiosa necessità retorica

              😉

        • Peucezio scrive:

          Andrea,
          “E perché in una mensa non ci devono essere gruppi di amici e di persone affiatate?
          Non confondiamo le persone con le strutture nelle quali incontriamo le persone. ”

          scusami, con tutto l’affetto e la stima, a volte ragioni in modo schematico.
          Un bar, un’osteria, una trattoria è un’atmosfera, sono arredi storici, che puzzano degli avvinazzati e dei tabagisti che lo hanno frequentato per decenni.
          Se vado con le stesse persone nel locale fighetto aperto o ristrutturato il mese scorso ti assicuro che NON è la stessa cosa.

          Poi è chiaro che se la scelta è andare con gli amici ruspanti a fare casino nel locale fighetto e andare coi fighetti cazzoni nel locale storico perché l’hanno riscoperto e fa figo, mille volte meglio la prima cosa.
          Ma perché fare scelte al ribasso?

          È come dire che siccome sono con una donna bellissima che amo, se anche invece che una passeggiata nel bosco o in un luogo romantico me la porto in qualche periferia cementificata o in qualche quartiere industriale anni ’60 dismesso è la stessa cosa e siamo felici uguale. Vivici tutta la vita in posti così, anche con la donna bellissima e amata.

  37. Peucezio scrive:

    Andrea,
    la soluzione sarebbe semplicissima.
    Divieto di fatturare oltre tot, di avere più di un locale e cose simili.
    Hai stroncato alla base ogni speculazione.
    Ma non si farà mai perché si vuole esattamene un modello come il tuo, ma in salsa privatistica.

  38. PinoMamet scrive:

    Mettiamola così: non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma le teorie di Peucezio e di ADV ci rassicurano sul fatto che non viviamo certo nel peggiore… 😉

    • roberto scrive:

      🙂

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Roberto

      “peggiore”

      Io da un lato ho l’immagine di un grande centro commerciale, una mensa aziendale, migliaia di persone insieme, consegna a domicilio della spesa.

      Dall’altro ho l’immagine del droghiere sotto casa, che approfittando dell’artrosi dei vecchietti del palazzo che li spingeva a far la spesa sotto casa metteva il sale a un prezzo cinque volte superiore a quello dello hard discount.

      Penso che con l’aumentare della popolazione e della complessità della società di mana la seconda immagine svanisce rispetto alla prima.

      E me ne rallegro intimamente.

      Magari sarà un wishful thinking, chissà.

      Ma credo tutto sommato di averci azzeccato.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        di mana= umana

      • PinoMamet scrive:

        Però a me, a leggere le descrizioni della tua società ideale, viene in mente un ufficio pubblico, enorme, disumanizzante, sguarnito, grigio
        (a cosa servono i quadri alle pareti? a cosa servono i pittori? chi paga i pittori?? al massimo potranno esserci Pittori di Stato…)
        e ogni lunedì arriva un fattorino con dei pacchi, a ognuno il suo, tutti con dentro la stessa roba
        (di pessima qualità, tanto non c’è concorrenza, e non hai nessun posto dove scappare a lamentarti perché esiste uno Stato unico…)
        e regolarmente sbagliata, perché in un meccanismo così grande, chi vuoi che possa controllare?

        Una gigantesca, terribile, oppressiva URSS su scala mondiale, Una delle distopie peggiori che possa immaginare.

        Allo spettro opposto, c’è la società para-feudale immaginata da Peucezio, non per (perdonami) miopia razionalista come nel tuo caso, ma per puro odio verso la società moderna.

        una società dove vige la vendetta, dove il sapere è riservato a una casta scelta non è chiaro da chi (e quindi, prestissimo, ereditaria), mentre tutti gli altri sono “liberi” di vivere come morti di fame, ma sono “felici” perché non conoscono altro.
        Una società pre-hammurabiana, insomma, l’arbitrio puro e semplice.

        per fortuna che non credo ci creda davvero: è solo preso nel meccanismo di chi la spara più grossa 😉

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino mamet

          “grigio”

          Adesso chi è che polarizza? 😉

          Io non ho detto che non ci deve essere alcuno spazio per il privato.

          Io ho detto che i mezzi di produzione non devono essere (come oggi sono) succubi del profitto di privati.

          Acqua pubblica, energia e trasporti a prezzo politico, istruzione selettiva ma gratuita, diritto garantito all’alloggio, sanità pubblica non sono utopie: sono obiettivi realizzabili – e in parte già realizzati senza bisogno di grigiore e monotonia.

          E non escludono o affatto né il vaso di fiori alle finestre né la gita alla trattoria fuori porta.

          Il necessario non esclude il superfluo, finché il superfluo non toglie le risorse al necessario.

          È il discorso dei piaceri naturali e necessari e di quelli naturali e non necessari. Un ‘piacere’ è il soddisfacimento di un bisogno: solo i bisogni non naturali e non necessari sono da evitare.

          Il cibo è ovviamente un bisogno naturale e necessario; tollerare che ci siamo mendicanti per strada che senza la Caritas stanno digiuni è tanto immorale quanto controproducente per la società: ogni emarginato è un delinquente potenziale. (Viene quasi da dire che sia immorale perché è controproducente, ma questo è un altro discorso)

          E’ per evitare che il superfluo tolga risorse al soddisfacimento del necessario che possono allearsi gli esseri umani, che condividono tutti gli stessi bisogni naturali e necessari (l’acqua, la casa…) anche se non quelli naturali non necessari (la pittura, i vasi da fiori…). E’ l'”amicizia” in Epicuro, come nella “ginestra” di Leopardi.

          Allearsi contro chi?

          Beh, c’è l’imbarazzo della scelta.

          Abbiamo i padroni che si lagna ché il reddito di cittadinanza impedisce di trovare lavoratori ai padroni che offrono addirittura settecento euro al mese…

          Abbiamo un ministro della Repubblica che dice che non si può obbligare l’ENI a tenere bassi i prezzi del gas perché è una società per azioni che deve rendere conto agli investitori che ci hanno messo i soldi…

          …come se un ministro della Repubblica dovesse badare all’interesse degli investitori e non a quelli di tutti i cittadini…

          …abbiamo politici che difendono a spada tratta categorie che versano al fisco un obolo ridicolo…

          Ripeto: andiamo su Marte, e non possiamo fare pagare le tasse al Twiga?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Andrea,
            “È il discorso dei piaceri naturali e necessari e di quelli naturali e non necessari. Un ‘piacere’ è il soddisfacimento di un bisogno: solo i bisogni non naturali e non necessari sono da evitare. ”

            La cultura a che la ascrivi? La bellezza?

            Odio la natura e odio la necessità.
            La vita è gratuità. Altrimenti meglio morire.

      • roberto scrive:

        Andrea

        “metteva il sale a un prezzo cinque volte superiore a quello dello hard discount.”

        Senti ma vabbè che i bottegai sono tutti cattivi ed evasori, ma non pensi che semplicemente oltre alla innata crudeltà del bottegaio ci sia una questione di costi che per il bottegaio sono superiori a quelli dell’hard discount?

        Quando paghi il caffè a 1.00 (beato te…) paghi affitto del bar, elettricità, stipendi che la macchinetta non deve pagare

        Se paghi 2 euri un kilo di sale, ancora paghi l’affitto della bottega in centro e così via

        Immagino che tu lo sappia ma hai un tono di moralismo e caccia alle streghe davvero fuori luogo!

        • Francesco scrive:

          secondo me lo fa come contraltare a quelli che trovano comunisti sotto il letto!

          lui ci trova evasori.

          il bello è che la soluzione “naturale”, la mia libertà di scegliere dove comprare il sale, manco gli passa per la testa.

          siccome mi è simpatico, la imputo alla sua formazione di ingegnere, che non prevede gradi di libertà “vera” dei sistemi, deve essere tutto calcolato e previsto.

          sono gente fragile, gli increduli

          🙂

        • firmato winston scrive:

          Sicuramente il modello del discount tedesco rappresenta il massimo dell’efficienza, e quindi dell’economicita’, nella distribuzione tradizionale (cioe’ non amazon).
          Infatti basta la libera concorrenza per far restare solo loro: dopo i negozietti che sono sopravvissuti solo finche’ erano vivi i vecchi proprietari che integravano le perdite con la pensioncina nel frattempo maturata, stanno facendo chiudere anche i grossi centri commerciali.
          Guardate la storia di lidl e aldi su wikipedia, e’ interessante la genesi.

          Certo che il modello sociale verso cui ci stiamo avviando e’ quello del “tutti schiavi” di un moloch che, statale o privato che sia, poco cambia, e che quando inevitabilmente si fondera’ in concordanza di interessi nelle sue componenti pubblica e privata lascera’ ben poco spazio all’autonomia economica individuale. C’e’ da dire che i discount tedeschi pur coi loro oltre 100000 dipendenti, a livello locale perseguono il modello quasi-paritario della piccolissima impresa: ogni negozio e’ auto-organizzato in modo che anche il “direttore” lava i pavimenti (con la macchina naturalmente), o quasi, fino a non molto tempo fa era cosi’.

          Ovvio che le nostre elite intellettuali preferiscano cosi’: in una societa’ massificata e scientificamente pianificata si illudono che saranno loro, dall’alto della loro superiore cultura e saggezza, che comanderanno. Storicamente la nostra sinistra comunista, istituzionale o no, e’ acerrima nemica della piccola impresa e degli autonomi. “Altro che quello schifo di democrazia”… 😉

        • firmato winston scrive:

          @roberto, andrea, francesco
          “Se paghi 2 euri un kilo di sale”

          Occhio che il sale era “genere di monopolio” gravato di una pesantissima accisa e vendibile solo nei negozi autorizzati (i “sali e tabacchi”) fino alle regole europee sulla libera concorrenza cui abbiamo dovuto in parte adattarci. Non ricordo esattamente quando, me credo che sia diventato di libera vendita e gravato della “sola” iva solo negli anni ’90. Prima era gravato dalla erede della plurimillenaria “tassa sul sale”, e si doveva comprare in tabaccheria, era illegale venderlo altrove. Se notate le tasse si aggiungono sempre, non si elidono mai, non so altrove ma in italia e’ cosi’, fino all’immane groviglio attuale. Che non basta mai, ieri l’altro sentivo un economista esperto di conti, Baldassarri, dire che quest’anno la spesa pubblica supera i 1000 miliardi, il PIL e’ pubblico per il 55 per cento, mentre le tasse si fermano al “solo” 50 per cento. In altre parole i privati dispongono, al netto e senza contare le mille spese obbligatorie per legge equiparabili a tasse, del 45 per cento del PIL, ma devono pagarne il 50 per cento in tasse, per coprire una spesa pubblica del 55 per cento.

          Mi sto preparando i popcorn per quando prima o poi l’inflazione tedesca, che non si vede cosi’ dai tempi di weimar o quasi, riportera’ al potere la destra, quella vera, locale.

          Per favore evitate commenti del genere straw-man-argument, cioe’ di critica ad affermazioni estremizzate che l’autore non ha mai lontanamente ne’ detto ne’ pensato, faccenda in cui AdV deve essere uno dei campioni mondiali.

  39. Fuzzy scrive:

    1 https://embed.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/11/03/corea-nord-seul-lanciati-tre-missili-balistici_e11bfd4e-074c-4d2c-877e-c7449c8eb654.html
    2
    https://lesakerfrancophone.fr/quel-empire-occidental

    Tutto da capire e da filtrare. Il ruolo che sta giocando la Corea del Nord nella guerra dei Chip? Nella guerra in Ucraina?

    Nel frattempo si aggiungono piccoli ed enigmatici tasselli riguardanti il periodo che ha immediatamente preceduto l’invasione Russa in Ucraina. Sembrava pace fatta e poi
    è successo qualcosa che ha mandato tutto a gambe all’aria. Cosa sia stato non si sa.

    È bello trovarsi sull’orlo di una guerra nucleare senza capirci niente. Vagamente si intuisce che tra Trump e Biden il primo era forse meno bellicoso. (E la Pelosi non andava in giro nei posti più sconsigliati) Scoperta dell’acqua calda?

  40. tomar scrive:

    In questo dibattito tra Peucezio e ADV, con Pino Mamet nel ruolo di gustatore-guastatore fisso e qualche estemporanea intromissione di Fuzzy a introdurre la dialettica complessità/semplicità e efficienza/incasinato umanesimo, non sono mai riuscito a entrare perché mi fa letteralmente svenire per il senso d’impotenza intellettuale che mi provoca.
    Così mi trovo a ondeggiare dando contemporaneamente ragione e torto a tutti e al massimo mi aggrappo a qualche frammento che poi mi viene da sviluppare a modo mio.
    Per esempio questo di Peucezio: “La distinzione non è fra privato e pubblico, ma fra grande e piccolo.”
    E subito il mio pensiero va alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria di Mao, che riusciva ad essere forse qualcosa di umanamente mirabile nel piccolo villaggio di Liu Ling, dove tutto si sviluppava attraverso diretti e concreti rapporti umani tra persone che si guardavano direttamente in faccia e finiva invece per essere solo una grande tragedia quando la si applicava alla disumana e impersonale astrazione di un miliardo di persone (o anche solo di poche migliaia come quando quella stessa rivoluzione coinvolgeva gli studenti dell’università di Pechino, teste alate in corpo d’angelo che riuscivano ad avere tra loro solo relazioni ideologiche astratte e impersonali).

    Alla fine io, che propenderei ormai come Fuzzy per l’imperfetta socialdemocrazia, se devo scegliere tra il modello di un mondo dominato dai pochi supermiliardari delle multinazionali che immiseriscono disumanamente e inevitabilmente la gran parte degli altri umani e il modello, (altrettanto prima o poi inevitabile nella crescente scarsezza delle risorse) della, udite udite, “tessera annonaria per tutti”, non posso razionalmente evitare di scegliere quest’ultimo, anche se a me personalmente – individualista e amante della comodità come pochi – tal modello urtica di pelle non meno che a Pino Mamet.

  41. Andrea Di Vita scrive:

    @ tomar

    “urtica”

    Non ti preoccupare.

    Gli esseri umani sono infinitamente adattabili.

    Benvenuto nel futuro. 😉

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      per fortuna che ci sono quelli della pubblicità, così migliori e più abili di quelli della tessera annonaria

      anche se gli scarafaggi come me, in un sistema che pretende di gestire i bisogni di 9 miliardi di persone senza alternative, senza contrappesi, senza controllori esterni, senza scampo … io credo riuscirei a muovermi a mio vantaggio meglio di te, una volta buttata a mare la Fede

      e mille volte meglio di me i mafiosi e gli Elon Musk, diversi solo nel cappellino (gerarchi invece che imprenditori)

      o punti su qualche materna IA che comandi e controlli? l’incubo di Asimov, la malatti degli ingegneri, l’inferno in terrra

      ciao

      • tomar scrive:

        x Francesco
        “per fortuna che ci sono quelli della pubblicità, così migliori e più abili di quelli della tessera annonaria”
        Per capirci: la pretenziosa tessera annonaria per tutti per definizione pretende ad esempio che più nessun bambino debba morire di fame.
        Tu però preferisci “quelli della pubblicità, così migliori e più abili” anche se questo comporta, come sta comportando, che milioni di bambini (reali non quelli della pubblicità) muoiano di fame.
        Non mi sembra che devi aspettare quell’orribile sistema pretenzioso per cavartela meglio di me, “una volta buttata a mare la Fede”.
        Ci sei già riuscito a buttarla a mare.

        • Francesco scrive:

          magari non credo alle promesse di quelli della tessera annonaria, non ci hai pensato?

          PS in effetti è quello che avrei scritto, se Andrea non mi avesse convinto a non farlo

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “Annonaria”

            E invece credi ai pubblicitari.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              no niente affatto, fin da piccolo

              solo che “chiodo schiaccia chiodo”, forse soprattutto in tema di bugie e narrazioni

              e sono utili persino gli spacciatori di merendine, se tacitano te!

              🙂

  42. Miguel Martinez scrive:

    Era ovvio, ma buono a sapere lo stesso:

    https://www.theguardian.com/technology/2022/nov/02/tiktok-tells-european-users-its-staff-in-china-get-access-to-their-data

    TikTok is spelling out to its European users that their data can be accessed by employees outside the continent, including in China, amid political and regulatory concerns about Chinese access to user information on the platform.

    The Chinese-owned social video app is updating its privacy policy to confirm that staff in countries, including China, are allowed to access user data to ensure their experience of the platform is “consistent, enjoyable and safe”.

  43. Peucezio scrive:

    Comunque non mi considero un nostalgico.
    Ma ho chiaro quali sono i nemici.

    • Francesco scrive:

      carissimo Peucezio, tu non sei un nostalgico perchè sei abbastanza intelligente da capire che il tuo mondo ideale non ha mai avuto posto su questa terra

      però scegli lo stesso i tuoi nemici in base a una impossibilità

      lo trovo discutibile

      ciao

  44. PinoMamet scrive:

    Beh, invece di criticare e basta, dico quello che piace a me:

    un sistema capitalistico, o chiamatelo come volete (mercantile?) dove esiste la proprietà privata, anche dei mezzi di produzione, la concorrenza e il libero mercato;

    però temperato: scuola pubblica (poi se a uno non piace, ci sia anche la privata) sanità pubblica (idem come sopra), sussidi di disoccupazione, servizi sociali, borse di studio…

    in pratica, il sistema che c’è in Italia 😉

    solo che funzioni leggermente meglio.

    Non sono un utopista, come vedete, non credo alle utopie e diffido dagli idealismi.

    • roberto scrive:

      Vale pure per me…ho gusti semplici

    • Francesco scrive:

      con modeste correzioni, mi accodo!

      che il sistema di mercato sia incomparabilmente più capace di usare le risorse in modo efficiente e di adattarsi alle nuove situazioni rispetto a tutti gli altri è una banalità

      che abbia numerosi limiti – e che sia una istituzione sociale che va regolata dallo Stato o da enti simili – è noto a chiunque sia meno stupido di me

      che sia quello che esiste in Italia, ecco su questo ho qualche dubbio …

      ciao

    • Peucezio scrive:

      Pino,
      non è che io penso a chissà che cosa di distante.
      Ma il problema è che non esistono equilibri statici.
      E quel sistema che dici, più o meno quello degli anni ’60-’70, ha prodotto un imborghesimento che ha prodotto una scuola lassista, che ha prodotto uno scadimento di competenze e capacità critiche dei ceti dirigenti e della società che ci sta precipitando verso il baratro.
      E allora come la mettiamo?

      Esiste una fisiologia delle parabole storiche delle civiltà, da non intendersi in senso positivista e meccanico, ma fatta di contraddizioni, riflussi, amplissimi margini di imprevedibilità. Ma, insomma, c’è.

      Alla fin fine si tratta di limitare i danni.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ pino mamet

      “Italia”

      Magari.

      Solo che quel sistema si va, come dire… progressivamente briatorizzando, ecco.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  45. Miguel Martinez scrive:

    Un’interessante riflessione di Pepe Escobar su Lula (non ci fate caso al sito piuttosto demenziale che ospita il suo articolo).

    In un certo senso ricorda la Meloni – entrambi sono a parole sovranisti, nei fatti invece…

  46. Peucezio scrive:

    Comunque qua bisogna che ci mettiamo d’accordo.

    Voi che mi date del passatista che vuole ripristinare il medioevo feudale e farci tornare all’asino e alla zappa.

    Miguel che prende le distanze dal mio futurismo prometeico e dalla mia esaltazione estetica e morale per la velocità, l’automobile, la tecnologia che sottomette violentemente la natura all’uomo.

    Come la mettiamo?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      No, io dico che tu vuoi quello che c’era prima rispetto al medioevo feudale (essenzialmente io dispotismo spontaneo) come organizzazione politica e sociale, ma con la tecnologia moderna concepita come un giocattolo da usare senza freni di matrice novecentesca.

      • Peucezio scrive:

        Quale sarebbe il dispotismo spontaneo?

        Secondo me voi mi interpretate come elitario.
        Io voglio un’automobile per tutti, compresi un miliardo e sei di cinesi e un miliardo di indiani.

        • PinoMamet scrive:

          Un’auto per tutti, ma istruzione per pochissimi…

          Secondo me sei Futurista. Distruggiamo il chiaro di luna (cos’era, spariamo? Non ricordo), buttiamo giù l’istruzione come la conosciamo, inventiamoci i nomi nuovi, via di corsa sugli aeroplani e sugli (!) automobili..

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Comunque qua bisogna che ci mettiamo d’accordo.”

      Secondo me, sei tu che ti devi mettere d’accordo.

      O stai con “la Natura” – l’immensa odorante ricchezza di biodiversità in costante, imprevedibile trasformazione di cui anche i nostri corpi umani mortali fanno parte, Vitamorte, il “Creato” se vuoi fare il cristiano…

      O stai con “l’Uomo” con la maiuscola, l’idea magica/immateriale del Trasformatore che tutto crea e tutto distrugge, che trasforma ogni qualità in manipolabile quantità (e il denaro ne è il simbolo perfetto) e che può diventare una bomba atomica o un embrione trans a 6G o semplicemente un meme nel Metaverso, che sopravvive e si autoproduce anche in un deserto totale.

      Ovviamente sono due poli, proprio perché nella nostra natura, accanto alla Mano c’è anche la Parola, noi siamo sempre in mezzo, in ogni istante.

      Però ci deve essere un polo di riferimento.

      • Peucezio scrive:

        Io sto con l’uomo, la cui definizione è però quella che tu dai della natura.

        La natura è omologazione, è uguale più o meno dappertutto.
        Sì, lo so che la giungla è diversa dal deserto, che è diverso dall’Antartide.
        Ma un gatto cinese è uguale a un gatto italiano che è uguale a uno americano.
        Invece almeno fino a pochissimo tempo fa gli uomini in questi posti erano abissalmente diversi.

  47. Andrea Di Vita scrive:

    @ peucezio

    “mettiamo”

    Ma ti sei risposto da solo!

    Parli della tua esaltazione ‘estetuca e morale’. Una unificazione dell’essere umano di stampo prettamente medievale: era Dante che perseguiva un ideale simile nel suo Paradiso, l’unione di ciò che è buono ed è pure bello, l’ideale classico riveduto e corretto in salsa comunitaria (ecclesiale, nel suo caso particolare) invece che eroica (come nelle statue greche).

    Come diceva Beniamino Placido, l’essenza della modernità è riconoscere invece l’intima, inestirpabile disunità dell’essere umano. L’identità è sempre plurale e non sopporta alcuna reductionem ad unum, ricorda Amartya Sen. Sono al contempo Genovese, fisico, ammiratore di Orwell e padre, ma non mi esauriscono nessuna di queste cose.

    Il rifiuto di questa irriducibile diversità, la pretesa di ritrovare una mitizzata unità rifugiandosi in una Tradizione illusoria è appunto la tentazione dell’irrazionalità, che stava alla base del fascismo e che sta alla base del sovranismo.

    Da quando i satelliti Medicei furono avvistati in quella notte Toscana del Seicento, l’indifferente Spazio ha preso il posto del Cielo di cartapesta del presepe.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Mah,
      la mia impressione è che stai mischiando tante cose diverse.
      L’automobile è anche un mezzo pratico e il potere ce la vuole togliere per toglierci ogni indipendenza di movimento.
      Ma come mezzo pratico consente una libertà del tutto inedita in tutta la storia umana. Quindi è anche esaltazione prometeica.
      Il bello è una delle cose indispensabili della vita. Ma è ovvio che non c’è solo quello.

      Ma quindi stringi stringi che vuoi dire? Che la modernità è eliminazione dell’automobile e ritorno a forme di mobilità più lente e scomode e meno autonome e libere?
      Allora confermo il mio tradizionalismo.

      Sia chiaro, lo avrei confermato lo stesso.
      Ma non sono nostalgico del passato inteso come scarsità di risorse.

    • Francesco scrive:

      >> l’essenza della modernità è riconoscere invece l’intima, inestirpabile disunità dell’essere umano

      che è una malattia mentale, però.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ francesco

        “malattia”

        Solo se esagerata: si chiama schizofrenia.

        Altrimenti è una ricchezza: si chiama diversità.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          non c’entra nulla la diversità (il Medioevo ne fu sommo esempio) con la mancanza di identità e di unità dell’uomo

          anzi, in mancanza di un soggetto sano tutta la diversità è la collezione dei matti nella mensa del manicomio

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “nulla”

            Nel Medioevo o eri lavoratore, o studioso o guerriero. E se eri studioso o seguivi il quadrivio o passavi al trivio. Che tu fossi bretone o catalano era lo stesso. L’ordine sociale quello era, voluto da Dio. Ti pare un’esaltazione della diversità?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Beh….
              Diciamo che è quello che i “medievali” raccontavano a sé stessi. Per cercare di convincersi.
              Ora, sempre premesso che il Medioevo dura mille anni, su un’area parecchio grande e diversificata…

              Anche se prendiamo in considerazione una piccola area in un periodo breve si trova un po’ di tutto, e la realtà sembra fatta apposta per contraddire lo schema.

              Dice, lavoratore. Quale? Servo della pars dominica ? Bracciante libero? Enfiteuta? Artigiano, mercante, o, più avanti, membro di qualche Arte?
              Piccolo coltivatore libero, “yeoman”?
              E se costui era arruolato in qualche milizia? Dove andava a finire la distinzione? E se sui fratello andava nei frati? Se il nipote frequentava l’università? (La maggioranza erano “plebei”, infatti).

              Insomma,teniamo presente che non parliamo di figurine, ma di persone.
              Che vivevano, invecchiavano, si sposavano, si arricchivano o impoverivano, si imparentavano….

        • Peucezio scrive:

          Andrea,
          fammi capire, tu vuoi dire che la modernità è diversità…????

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “Modernità”

            Voglio dire che la modernità è il riconoscimento, la valorizzazione della diversità. In etica, il relativismo, per intenderci; in politica, l’antirazzismo e la lotta alle discriminazioni; in religione, la piena tolleranza. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino toglie per sempre spazio alle discriminazioni basate sulla diversità. Una Traduzione sulla
            base della quale discriminare “loro” e “noi” semplicemente non c’è.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Andrea Di Vita scrive:

              Traduzione=Tradizione

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Voglio dire che la modernità è il riconoscimento, la valorizzazione della diversità.”

              La modernità mi sembra che consista essenzialmente nell’intercambiabilità, assicurata dal denaro. Proprio per questo non valorizza affatto la diversità, perché trasforma ogni ente in merce. Dico “ente” perché può trattarsi tanto di “cose” quanto, sempre di più, di vita umana – l’immaginario, le relazioni, i “dati”, i corpi diventando merce, si uniformano nei confronti del denaro.

              In gran parte è un processo ineluttabile – le decine di migliaia di sfide in osteria a creare ottave rime (che piace sia a Peucezio che a me) viene inevitabilmente sopraffatto da un’unica industria che in California trova, produce e lancia il “cantante dell’anno”. Ma non è certo una “valorizzazione della differenza”.

              • tomar scrive:

                non mi sembra che dite due cose opposte: quel che dice Andrea dell’ideologia moderna è vero, quel che dici tu della realtà moderna (e che aveva detto Carletto già nell’ottocentoquarantotto) è altrettanto vero.
                Ma sono appunto due piani diversi.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “intercambiabilità”

                E ti pare una cosa brutta?

                In certi posti i Neri non potevano sedere su certe panchine, e gli Ebrei non potevano uscire dal Ghetto in certe ore.

                Poi qualcuno osservò che il tallero speso da un Nero o un Ebreo è indistinguibile da quello speso da un Bianco e da un Cristiano.

                Quale lotta alle discriminazioni più efficace di quella motivata dall’interesse?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “E ti pare una cosa brutta? ”

                Non davo giudizi morali.

                Semplicemente la modernità è il livellamento di ogni differenza (bella o brutta) tranne quella del denaro, che diventa intoccabile. E’ per questo che le altre differenze diventano irrilevanti, mica perché siamo “più buoni”.

                Quando il fondo finanziario del Qatar con sede a Londra e a Singapore, con conto bancario alle Isole Cayman decide di comprarsi il centro di Firenze, non c’è fiorentinità, lampredotto, storia personale o altro che tenga.

                Per questo la “identità” della Meloni, che non può affrontare la questione del capitalismo, è nella pratica fuffa.

              • Francesco scrive:

                Andrea

                ti sei mai posto il problema dei nazisti ricchi? mi pare faccia crollare tutta la tua fregnaccia della tolleranza monetaria dell’interno

                no?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “ti sei mai posto il problema dei nazisti ricchi? ”

                Il nazismo è finito quasi 80 anni fa, quando gli uomini andavano in giro con il cappello in testa e si facevano fotografare in bianco e nero.

                C’è sempre qualche affinità nei fenomeni storici, ma non credo che sia molto utile per giudicare i metodi del capitalismo contemporaneo.

              • Peucezio scrive:

                Andrea,
                “E ti pare una cosa brutta?
                […]
                Quale lotta alle discriminazioni più efficace di quella motivata dall’interesse?”

                Siamo sempre lì.
                Chiami libertà la sua negazione e diversità l’omologazione, pur di non riconoscere che sei critico verso l’una e l’altra.
                Per poi ammettere che in realtà sei per una società poco libera e molto omologata, ma implicitamente.

              • Francesco scrive:

                Miguel

                a parte il fatto che ponevo una questione di principio – anche le leggi anti-ebraiche sono storia antica – non cambia molto se al posto dei nazisti mettiamo gli eterosessuali.

                Anche loro comprano le scarpe (cit.) e i biglietti per il cinema, quindi dobbiamo sopportarli a rovinare il nostro bel mondo arcobaleno?

              • roberto scrive:

                Miguel

                “decide di comprarsi il centro di Firenze, non c’è fiorentinità, lampredotto, storia personale o altro che tenga”

                Capisco la paura e in effetti la questione “storia personale”, ma su “fiorentinità e lampredotto” non pensi che il riccone le compra proprio per quello?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ““fiorentinità e lampredotto” non pensi che il riccone le compra proprio per quello?”

                Certo. Con la pizzeria Dante e Beatrice con i cuochi bengalesi che fanno i burgher 🙂

                Ma non è questo il punto: il punto è che il fatto che io sia bianco o nero, che mi piaccia la musica folk o il metal, ecc. diventa del tutto irrilevante, non perché siamo “più buoni”, ma perché il denaro ha occupato progressivamente tutto il campo in maniera esclusiva.

                Credo che sia un fenomeno molto interessante, anche perché lo stesso denaro poi diventa sempre più virtuale.

                In questo modo, ogni qualità diventa quantità.

              • roberto scrive:

                Miguel

                Non ho capito nulla dell’ultimo messaggio
                🙁

                Quel che voglio dire è che se il cinese ti compra il centro di Firenze non è per trasformarlo in Shangai

                Su bengalesi che fanno i burger, una delle migliori pizzerie nel granducato è stata aperta da due ingegneri inglesi innamorati della pizza napoletana

                Pensa…in un posto dove si dovrebbe mangiare solo crauti e carne, due inglesi fanno una pizza napoletana che è davvero uno spettacolo….io trovo che sua una bellissima cosa

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Quel che voglio dire è che se il cinese ti compra il centro di Firenze non è per trasformarlo in Shangai”

                A parte che i cinesi non si vedono da due anni 🙂

                Il cinese che si compra il centro di Firenze lo fa per trasformarlo in un luogo di villeggiatura per cinesi, che porta reddito in Cina mentre caccia i residenti. Forse così è più chiaro.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “su “fiorentinità e lampredotto” non pensi che il riccone le compra proprio per quello?”

                Se degli italiani comprassero Los Angeles credo che ci impianterebbero la loro idea di USA, non gli USA veri e propri (che, come abbiamo visto, fanno fatica a capire): se io compro lo faccio perché mi piace l’idea che ho di ciò che sto comprando. L’idea non è conforme alla realtà? Ho comprato, quindi adattiamo la realtà.

            • Peucezio scrive:

              Andrea,
              “Voglio dire che la modernità è il riconoscimento, la valorizzazione della diversità”

              Questo, scusami, è un capovolgimento totale della realtà.
              La modernità tollera la diversità in linea di principio perché la elimina de facto, perché omologa.
              Che oltretutto è esattamente l’ideale che tu continuamente esprimi qui dentro: standardizzazione, livellamento universale.
              Cosa c’entra questo con la diversità.
              In Italia si parlavano circa diecimila dialetti, che sono vere e proprie lingue con strutture specifiche. Prima il giacobinismo postunitario (compreso il fascismo, sia chiaro) attraverso la scuola, poi il consumismo televisivo li hanno quasi cancellati (tempo due generazioni e non ci saranno più).
              E così per tutto.
              Dove sta la diversità di cui parli?
              Il mondo d’Ancien Régime è un mondo plurale e irriducibile all’omologazione in ogni sua manifestazione: tutta una selva di diritti, corpi intermedi, ceti, gruppi, poteri locali, usi, consuetudini, micro-istituzioni. Un mondo dove c’è davvero di tutto.
              E pensa alle culture esotiche, a quanti gruppi umani ognuno col suo sistema di vita del tutto peculiare sono stati travolti dalla tua beneamata modernità.
              La diversità è parlare tutti inglese? Mangiare le stesse cose in ogni angolo del mondo?

              • Francesco scrive:

                ORRRAP!

                in effetti provare a descrivere l’Ancien Regime (dove un piede e una libbra erano diversi ogni 10 miglia) come “uguaglianza” e il mondo di oggi, dove si guardano gli stessi Tiktok su tutto il pianeta come “diversità” mi pare un clamoroso falso

              • firmato winston scrive:

                diversita’/omologazione

                Peu, la diversita’ che descrivi era direttamente proporzionale alla “distanza di comunicazione” (sia di informazioni che di persone che di merci).
                Fino a prima dell’ultima o penultima guerra la gente viveva in maggioranza nelle campagne dove autoproduceva e barattava a breve distanza quasi tutto, non si muoveva nell’intera vita che di poche miglia dal proprio villaggio, non aveva neppure bisogno di denaro che doveva procurarsi in qualche modo solo per pagare le tasse (o in alternativa arruolarsi o emigrare).
                Facevano eccezione le citta’ centro di commercio, quasi sempre di mare o sui grandi fiumi, che solo per questo diventavano citta’, e dominavano grazie alla possibilita’ di mantenere, con ruberie sul territorio circostante, delle gerarchie militari.
                Ma la distanza di comunicazione, dall’epoca, si e’ di fatto accorciata fin quasi ad azzerarsi, e’ nella natura delle cose, ergo…

                Ma ne abbiamo gia’ parlato fino alla nausea.

                Oggi come oggi la gente cerca un’identita’ personale e di gruppo nei ghetti delle fazioni politico/ideologiche, nelle sempre piu’ forti e influenti lobby corporativo-professionali (da cui l’esplodere della burocrazia e delle regole scritte da loro sressi, gli esperti, a loro vantaggio), nel tribalismo delle bande dei blog feroci verso il “troll” estraneo, nei “fediversi” su chiamata ai quali si iscrive Miguel per “far guerra” alle, anzi alla multinazionale dei social… e sembra esserci un revival delle bande violente di adolescenti di strada, nel piu’ genuino e originale rappresentarsi del naturale tribalismo antropologico umano.

                La nuova tecnologia facilita tanto l’omologazione di massa quanto il suo differenziarsi in nuove tribu’, certo non sono le stesse che c’erano prima, e sono meno o per nulla legate alla distanza fisica, com’era privilegio solo delle classi europee piu’ elevate fino a un secolo fa.

                Non esiste societa’ senza il cemento di un nemico da combattere vero o inventato apposta, non dura, si frantuma. Anche all’interno delle famiglie si formano le fazioni, in lotta fra di loro finche’ non arriva un nemico esterno abbastanza forte da dover essere combattuto restando uniti. All’inizio dei conflitti la gente si inebria. All’inizio… Se non erro, quando ci sono conflitti, la criminalita’ interna crolla.

                Certo che le conclusioni normativo/morali che trae da cio’ il nostro stalinista cultore di Orwell sembrano assurde cosi’ come lo sembra il suo benintenzionato stalinismo orwelliano, perlomeno visto dal di fuori. Ma nel mondo dei valori e delle tribu’ ad essi associate la coerenza logica non ha nessuna importanza, anzi! E’ molto piu’ cementante la condivisione di un qualcosa che sembri assurdo e inaccettabile a tutti gli altri, agli esterni. Credo quia absurdum, no?

                Cio’ che e’ ovvio e uguale per tutti non essendo argomento di discussione e conflitto e’ come se non esistesse, anzi non esiste proprio, in alcuna consapevolezza. Anche se magari costituisce il 99 per cento della nostra vita reale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per FW

                “Non esiste societa’ senza il cemento di un nemico da combattere vero o inventato apposta, non dura, si frantuma. ”

                Sono d’accordo su buona parte di quello che dici.

                Infatti, quello che si cerca di costruire è un sentimento di “commons”, che non si basa solo su questa conflittualità.

                E’ una cosa che si costruisce, non una guerra.

                https://commoning.eu

              • firmato winston scrive:

                “Infatti, quello che si cerca di costruire è un sentimento di “commons”, che non si basa solo su questa conflittualità.”

                Ma allora non devi aver capito molto di quello che ho detto in questo e negli altri interventi: gia’ da adesso non c’e’ “solo” la conflittualita’: addirittura, potrebbe essere che condividiamo e siamo perfettamente d’accordo nella pratica (non nelle parole, che in questo caso per fortuna non servono) il 99 per cento del nostro modo di vivere, senza nemmeno rendercene conto perche’ le cose su cui non ci si accapiglia e’ come se non esistessero, non ci sono.
                Ma noi vediamo solo gli “allarmi! allarmi!” che urlano dalle prime pagine dei giornali e dei blog dei Martinez che poi si propongono a interessati mediatori politici. Hai presente il “disastro delle microplastiche”? Vuoi un elenco dei falsi allarmi che sembrava conducessero alla fine del mondo negli ultimi 40 anni, e poi non e’ successo nulla di nulla e sono stati cancellati, dimenticati. L’unica cosa di una certa sebbene minima rilevanza e’ stata quella assolutamente non prevista, il covid.
                Guarda che i nazifasciocomunisti da sempre lavorano cosi’, e’ che non se ne accorgono perche’ nel loro ambiente e’ normale e condiviso. 🙂
                Dubito che cosi’ sia piu’ chiaro.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Firmato Winston & peucezio & francesco

                “stalinista”

                A parte il riferimento allo “stalinista” concordo con Firmato Winston.

                Quello che Peucezio credo non veda e’ che nella modernità le diversità non vengono assunte a criterio di discriminazione.

                Sei gay, nero, liberale, socialista, donna? Nell’ancien regime che peucezio e francesco mitizzano questi erano tutti motivi di emarginazione, per un verso o per l’altro.

                Oggi eleggiamo pure i fasci a ministri della Repubblica!

                Perché?

                Perché una volta si credeva a una qualche Verità Assoluta sulla base della quale stabilire canoni assoluti di distinzione fra valido e non valido. Un Ebreo credeva in quello in cui credevano coloro che avevano preferito Barabba a Gesù, e Gesù era il Figlio di Dio: ciò giustificava l’emarginazione degli Ebrei, fino al caso Mortara e oltre. Oggi non importa a nessuno: nella modernità la diversità è irrilevante.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “nazisti ricchi”

                Il nazismo ha perso.

                E ha perso anche perché ha discriminato quegli Ebrei che avrebbero altrimenti ben contribuito alla vittoria di Berlino.

                Einstein, Fritz Haber…

                Come i Sudisti contro i Nordisti, se una forma meno efficiente di società si scontra con una più efficiente finisce distrutta.

                E chi discrimina è di solito meno efficiente di chi non discrimina.

                (Tra l’altro, è il motivo per cui penso che la nostra diffusa fobia verso gli immigrati ci indebolisca)

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • tomar scrive:

                x Peucezio
                “omologazione”
                Sai Peucezio che letteralmente mi commuove scoprire che un eterosessuale “fascista” come te (perdonami ma riesco solo a metterti tra virgolette in quella categoria) vede il mondo di oggi con gli stessi occhi di un pederasta “comunista” come Pasolini.

  48. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Over 200,000 trans people could face voting restrictions because of state ID laws
    Transgender people often have to vote with IDs that don’t represent who they are or not vote at all while they navigate the complicated process to update their IDs.

    https://www.nbcnews.com/nbc-out/out-politics-and-policy/200000-trans-people-face-voting-restrictions-state-id-laws-rcna52853

    • Miguel Martinez scrive:

      Per moi

      “Transgender people often have to vote with IDs that don’t represent who they are ”

      Piccola riscrittura, due paroline aggiunte…

      “Transgender people often have to vote with IDs that don’t represent who they claim they are

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Moi

        personalmente, io mi trovo NON RAPPRESENTATO da un codice fiscale, che riduce la mia esistenza a una serie di lettere e numeri sparati a pene di segugio.

        E che oltretutto non rispecchiano il modo in cui normalmente mi chiamano.

        Posso votare lo stesso?

        • Moi scrive:

          Sai come funzia : raduna un po’ di gente concorde, esercita un po’ di pressione nel mondo accademico “iconoclasta”, coopta qualche intellettuale (cinema, lettere, teatro, ecc …) in cerca di novità da rappresentare in opere “impegnate”, proclama poi così la Minoranza “Comunitaria” Perseguitata bisognosa di Protezione Politica e Legislativa. 🙂

        • roberto scrive:

          Miguel,

          Ti chiedono il codice fiscale per votare?

      • tomar scrive:

        x Miguel
        who they claim they are
        ma sei rimasto aa Giustiniano?
        nomina sunt consequentia rerum

        • Moi scrive:

          Forse te lo sei perso, ma in un vecchio commento Miguel loho trovato “illuminante” che col “Gender” c’è la Grande Rivincita di Platone sul Trittico Darwin-Marx-Freud … e anzi : pure Popper ! 😉

  49. Moi scrive:

    @ chi NON pensa “quadrimensionalmente” 😉 sul distinguo Dx vs Sx … la sensibilità della Meloni, piaccia o no, è molto più vicina a un Ultra90enne Ex Partigiano che NON a un* Intellettual* Gender Fluid Non-Binary che legge Judith Butler e vuole la “schwa”obbligatoria alla Scuola Pubblica (nonché Unica, come “programmi dudattici” …)

    https://www.youtube.com/watch?v=JVLkt3H-r1A

    2 min : 14 sec … brevi, ma molto chiari.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “2 min : 14 sec … brevi, ma molto chiari.”

      Però che tristezza…

      In quelle poche parole, chiarissime, ci sono tante cose che anche le mie amiche lesbofemministe, o i miei amici ambientalisti e anarchici, potrebbero condividere.

      Forse non tutto – la “patria” è un concetto illuminista e totalizzante, il cristianesimo è stato un fenomeno molto ambiguo, ma anche il primo modernismo ideologico totalizzante.

      Ma lei coglie perfettamente come il capitalismo trasformi tutti in numeri da comprare e da vendere.

      E ho la sensazione che lei sia onesta nel dirlo, che abbia capito questa verità che sfugge a tanti.

      Ma poi?

      Dovrebbe chiudere le Grandi Opere Imposte e Inutili (GOII), vietare a Facebook e Google di spiarci, buttare fuori le basi straniere dall’Italia, uscire dall’Europa che versa regalie su chi sbucalta biomasse, permettere alle piccole comunità di autogestirsi, vietare i pesticidi che l’Europa invece permette…

      Non lo farà mai. Uno, perché a lei – come a Lula – non permetteranno mai di realizzare le cose buone che ha in testa; due perché la gente di Destra ha in testa una strana confusione, che è un po’ quella che Peucezio ci racconta. Per cui hanno come nemico la “Natura”, ma hanno troppo paura delle conseguenze di quando si dà retto a Prometeo.

      E poi, molto semplicemente, a mandare al potere la Destra sono i tassisti, l’immenso ceto medio italiano che ha il privilegio pazzesco di avere una casa, la scuola per i figli, l’ospedale, una macchina, le vacanze, e la paura di perdere il tutto da un momento all’altro.

  50. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=o-3-lN3bA9w

    … qui più che altro sono interessanti i commenti dei Conservatori Anglosassoni politicamente “fallen in love” 😉 co’ a’ Rraggazza daa Garbatèla ! 😉

    • Moi scrive:

      Uno addiruttura vuol addirittura mettersi a studiare Italiano perché … quando parliamo, pare che “rappiamo” 😉 !

  51. Andrea Di Vita scrive:

    @ peucezio

    “potere”

    Non il potere. Ma la scarsità di parcheggi e l’esaurirsi del petrolio facile da estrarre.

    “modernità”

    Il guaio è che tu dai per scontato che ciò che ti piace, che ti sembra bello (come certe trattorie e certi paesini dell’entroterra) sia anche il modo giusto di vivere per tutti.

    Ma chi fa convivere senza farli scannare troppo l’un l’altro miliardi di esseri umani mica può ricreare un mondo fatto di trattorie e di paesini. Un mondo, tra l’altro, che chi ci era nato e cresciuto non vedeva l’ora di abbandonare.

    Non c’è proprio nulla di poetico e di suggestivo nel lavarsi nel cortile, come il ragazzo della via Gluck.

    La nostalgia è un lusso di chi se la può permettere. A volte quando ti leggo mi sembra di rileggere Pasolini che rimpiange le lucciole, o Massimo Fini che rammenta la cronaca nera dei vari Cerruti Gino della sua giovinezza.

    Non sprechiamo la nostra intelligenza nei rimpianti.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      ma guarda che io parlo di una dimensione cittadina e molto recente, che in parte vivo ancora.
      E comunque sono in totale sintonia con Massimo Fini e con Pasolini.
      Pasolini aveva capito tutto prima di tutti.

      Sai cos’è?
      Che il progresso mangia sé stesso.
      Gente cresciuta nella via Gluck poteva costruire la Milano di oggi che piacerebbe a te.
      Ma la Milano di oggi produce degli inetti nevrotici infantili e narcisisti che non costruiscono il mondo che piace a te, strutturato per poter gestire otto miliardi di persone, ma un mondo di viziati che vivono in una bolla irreale.
      Se la Cina diventerà tutta borghese e fighetta, avrà lo stesso identico problema e andremo tutti a puttana. Se invece non succederà, sarà per un retaggio culturale plurimillenario, di quelli che tu disprezzi.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “Milano”

        Milano è nevrotica nonostante tutte le osterie che frequenti.

        La Cina ipersviluppata può evitare di finire come Milano non perché fascia ancora stretti i piedi delle bambine, ma perché alla base ha mantenuto un’idea appunto giacobina dello Stato.

        La differenza non sta nella presenza della Tradizione (che c’è a Milano come in Cina) ma della supremazia dello Stato (che a Milano non c’è e in Cina sì).

        (Da noi poteva esserlo l’Europa, ma almeno per ora sta fallendo).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          La differenza sta nel livello di vita, di diffusione del benessere, del consumismo.

          Sarebbe da vedere se i cinesi non sono nevrotici. Di certo effettivamente sono ancora efficienti, non viziati come gli italiani.
          Ma questo proprio per la tradizione, perché non sono individualisti occidentali, ma asiatici confuciani e quindi la loro modernità è peculiare, non è iperindividualista.

          Che questo sia un vantaggio per chi ci vive è tutto da vedere. Può essere un vantaggio per il resto del mondo essere gestiti in futuro da gente ancora capace di fare le cose, questo sì.

          • Francesco scrive:

            “se i cinesi non sono nevrotici” … a me basta che siano ridotti a non voler fare figli.

            Capisco il potere di persuasione del Partito ma è uno stato mentale disastroso. Inoltre non ci saranno più abbastanza cinesi, già tra pochi anni. Perchè il Partito non sa disfare il casino che ha fatto, naturalmente. Sono umani anche loro.

            • tomar scrive:

              x Francesco
              “Perchè il Partito non sa disfare il casino che ha fatto, naturalmente. Sono umani anche loro.”
              Facile giudicare dalla tastiera.
              Ma prova a metterti nei panni di chi ha la responsabilità di provare a far sì che oltre un miliardo di propri “sudditi” (ti va bene se li chiamo così?) tra diciamo 20 o 30 anni abbiano TUTTI almeno il pasto garantito, cosa mai avvenuta prima.
              Di qui la disumana e innaturale imposizione del figlio unico acciocché l’aumento “naturale” della popolazione non vanificasse lo sviluppo delle forze produttive.
              Disumana e innaturale certo, ma più umana della naturale morte per fame, ne converrai.
              Poi, naturalmente, fare marcia indietro diventa difficile e anche se la politica del figlio unico è stata abbandonata da quasi 10 anni, nella società capitalistica nata dallo sviluppo delle forze produttive più impetuoso della storia umana non c’è più tanta voglia di fare più di un figlio, perché al figlio, nella grande massa di nuovi piccolo e medio borghesi, si vogliono garantire le migliori scuole e università per proseguire nell’ascesa sociale. E con due figli è più difficile, se li possono permettere, con quel che costano belle case e buone scuole, solo le famiglie della fascia più alta.
              Quindi, certo che il Partito non sa disfare il casino che ha fatto… esattamente come non lo si sa disfare qui nella società del libero mercato.

  52. Andrea Di Vita scrive:

    @ moi

    “quadridimensionalmente”

    Ancora con questa FUFFA dell’identità?

    Ma bastaaaaaa!!! 🙁 🙁

    Una volta almeno parlavano di RAZZA. Non voleva dire niente lo stesso, ma almeno era chiaro che chi aveva più melanina era di un’altra “razza”.

    Come una volta mettevano la “razza” dappertutto, come il prezzemolo, adesso mettono l'”identità”.

    Non immaginano neppure che l’identità è sempre plurale, ammesso e non concesso che di “identità” abbia senso parlare al di fuori della grammatica e della matematica.

    Questo è puro dare aria ai denti. Ed è per questo che è pericoloso. Perché se mi metto a fare distinzioni fra questo e quello su una base così fumosa, poi per abbattere quelle distinzioni – e le discriminazioni che consentono – devo soffiare via il fumo, e può essere molto difficile.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  53. Francesco scrive:

    >>> Tuttavia, l’unico popolo che ha superato sia la soglia del miliardo e mezzo di abitanti sia lo spettro della fame è la Cina.

    ehm, ti ricordo che lo ha fatto inserendosi nell’economia capitalistica mondiale

    se aspettavano le capacità di pianificazione del PCC stavano ancora al 1972

    e tu vorresti l’intero pianeta gestito in quel modo!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ francesco

      “ricordo”

      È entrato nel capitalismo sotto la guida del Partito e nell’ambito dei piani quinquennali.

      Quando qualche capitalista di troppo successo alza la testa fa la fine del fondatore di AliBaba.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        “sotto la guida del Partito” ha un preciso significato: repressione di ogni idea dei lavoratori di sindacalizzarsi. Fine.

        [Se fossi un iperliberista, noterei che questo non ha impedito ai salati degli operai cinesi di crescere un sacco e ai cinesi stessi di cambiare posto di lavoro quando insoddisfatti, parrebbe quasi che i sindacati non siano così necessari ai lavoratori!]

        Ogni qual volta il Partito ha messo le mani in pasta, abbiamo avuto disastri, dai debiti immensi delle aziende statali ai conti disastrosi delle banche obbligate a prestare soldi secondo i dettami del governo. Ma in generale è bastato che i capitalisti pensassero solo a fare soldi e a spenderli nei modi più peuceziani mai visti e non chiedessero libertà politica o di parola o di pensiero. Come previsto da Smith, questo ha fatto crescere l’economia cinese.

        Adesso, col camerato Xi in missione “mussoliniana”, i rischi stanno diventando sempre più grandi.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “repressione”

          Beh, se penso che senza la ‘repressione’ di cui parli noi abbiamo avuto decenni di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei guadagni mi viene da sorridere amaramente 🙁

          Comunque, come al solito, ricordo che la formula marxiana dell'”alleanza dei produttori” non è equivalente all’abolizione della proprietà privata e al gulag. Vuol dire solo impedire che i capitalisti privati – singoli o in gruppo – facciano cartello e subordinino al proprio profitto la politica dello Stato: il controllo dei mezzi di produzione non deve essere lasciato nelle sole mani dei privati.

          Questo concetto, per quanto sembri strano, era presente persino nell’opera di Mao. Ad esempio, il motivo araldico per cui la bandiera Cinese ha quattro stelle che attorniano una stella grande nell’angolo sinistro in alto è indicativo. La bandiera rossa presenta cinque stelle gialle, una più grande e quattro più piccole ed uguali. La stella grande rappresenta il socialismo e sta a sinistra (a significare l’impianto giacobino dello Stato) in alto (a rappresentare che è una meta da raggiungere). Le quattro stelle che attorniano la stella grande sono le classi degli operai, dei contadini, degli studenti e dei capitalisti. Questi ultimi non spariscono, ma collaborano al perseguimento del socialismo come le altre tre classi. È evidente la differenza rispetto alla versione del “socialismo reale” che conosciamo noi; c’è lo zampino dell’idea cinese di ‘armonia’ fra elementi diversi della società, dove la contrapposizione fra opposti non si risolve mai in una sintesi come in Marx ma si ripresenta continuamente (le ‘contraddizioni in seno al popolo’). In Cina l’ideale di una ‘societa’ senza classi’ è sostituito dall’ideale di una ‘societa’ armoniosa’ dove la lotta di classe è eliminata non per eliminazione di una classe (al limite un massacro, come con Stalin e Pol Pot) ma per mediazione culturale (i ‘gentiluomini’ confuciani).

          Può sembrarci assurdo, ma loro ci credono. Ad esempio, tutti hanno riconosciuto a Xi – quando ancora non era il capo – un genuino e sincero furore contro i funzionari corrotti che svendono questo ideale, pur essendo Xi stesso un figlio di perseguitati della Rivoluzione Culturale e dunque alieno dal fanatismo di chi cerca scorciatoie sbrigative. Un intelligente giacobino, dunque potenzialmente un avversario notevole.

          Nel concreto, il ruolo di Foxconn o di Shanghai Electric in Cina è molto meno rilevante di quello di DuPont o Lockheed negli USA, pur essendo anch’esse delle mega aziende.

          Ciò ha impedito alla Cina di finire come l’Argentina, dove una borghesia “compradora” ha svenduto un paese potenzialmente ricchissimo.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Ad esempio, il motivo araldico per cui la bandiera Cinese ha quattro stelle che attorniano una stella grande nell’angolo sinistro in alto è indicativo”

            Interessantissimo, non ne sapevo nulla! Gli studenti sono una classe, o si intende gli intellettuali/tecnici ecc?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “studenti”

              Ho sbagliato al solito per eccesso di concisione. Avrei dovuto scrivere ‘intellettuali’, ‘gente che sa scrivere’.

              È noto che il ‘gentiluomo’, il perno della società nel modello confuciano, in Cinese si indica con due ideogrammi, uno che indica ‘uomo’ e l’altro che indica ‘scrittura’.

              Qui però (ricordiamo la ‘rieducazione tramite la vita col popolo’ con cui gli studenti andavano a zappare la terra o a piantare rotaie durante le vacanze estive, come in Europa poi solo in Albania) ‘colui che sa scrivere’ non è più in posizione di preminenza assoluta. La sua stella è identica a quella degli altri.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            😀

            Andrea, hai appena descritto con entusiasmo l’interclassismo democristiano!!!

            buona appetito

            • Francesco scrive:

              e le leggi anti-trust USA che sono in vigore dagli anni 20 o 30 del secolo scorso, naturalmente!

              • roberto scrive:

                Solo per curiosità, anche prima, lo sherman act, la prima legge antitrust è del 1890!

                Il migliore (sono tentato di dire l’unico) contributo degli USA al mondo giuridico

              • Francesco scrive:

                Grazie, ho citato un pò tanto a casaccio.

                Come ho tentato invano di spiegare mille volte, in un sistema capitalistico funzionante i capitalisti sono i cavalli da tiro del sistema, non i padroni dello stesso.

              • firmato winston scrive:

                e’ andata nel posto sbagliato, riprovo

                @francesco e soprattutto martinez e adv
                “i capitalisti sono i cavalli da tiro del sistema, non i padroni dello stesso”

                Oggi come oggi la padrona del sistema e’ di gran lunga la normazione statale im-positiva, e’ essa a decidere le fortune e sfortune.

                Tanto perche’ qui dentro si abbia almeno una lontana idea di cio’ di cui si sta parlando, da quest’anno il 55 per cento del PIL e’ spesa pubblica (che supera abbondantemente i 1000 miliardi).
                Il restante 45 del PIL e’ spesa privata, di cui pero’ una enorme e non meglio precisata percentuale e’ tassazione surrettizia, in quanto spesa imposta dalla normazione statale (lo statistico Luca Ricolfi se non ricordo male ani fa valutava l’”intermediazione dello stato” nell’economia, attraverso tasse e spese private obbligatorie per legge) attorno al 90 per cento!!!).
                La tassazione diretta ed indiretta, cioe’ quella formale e non quella truccata da spesa privata imposta, e’ al 50 per cento del PIL: insufficiente per coprire la spesa pubblica, ma superiore alla cifra che i privati possono poco o nulla liberamente decidere come spendere per se stessi.

                Poiche’ ormai l’unico modo per far quadrare i conti dello Stato e’ aumentare la spesa pubblica in qualsiasi modo possibile (per vostra informazione per convenzione contabile cio’ che lo Stato decide di spendere anche stampando soldi per asfaltare l’intera pianura padana vale come crescita del PIL), il sistema parrebbe destinato ad autocollassare per poi trovare un qualche nuovo equilibrio.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “interclassismo”

              Sì, ma senza preti.

              Il Cinese è stato definito il popolo più pragmatico del mondo, perché non sapendo quale divinità pregare, tende a pregarle tutte 🙂

              Di fatto non solo tutti i tentativi di diffondere religioni con Dei gelosi come il cristianesimo e l’islam non hanno attecchito nella gran massa della popolazione, ma ancora adesso non mancano attive persecuzioni di gruppi religiosi considerati troppo ‘alieni’ e chiusi come il Fa Lung Gong.

              Che persino Matteo Ricci, pure rispettatissimo, si sia visto rifiutare l’,udienza dall’imperatore la dice lunga.

              Un altro motivo del successo Cinese?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                Al solito, dimentico le cose per eccesso di concisione 🙁

                La mancanza di un riferimento religioso (da noi la DC era la Democrazia, appunto, Cristiana) corrisponde all’assenza della preminenza della coscienza individuale, che invece per noi è imprescindibile. Già nel maoismo il riferimento alla “coscienza delle masse” era martellante. Del resto, siamo nel paese che Marx portava a modello di ‘comunismo asiatico”, e dove il lavoro coordinato di milioni di persone ha realizzato opere gigantesche gia’ secoli fa.

                Non sbaglierei di molto se dicessi che la valenza simbolica che da noi ha la parola “Libertà” da loro ce l’ha la parola “Armonia”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Non saprei (riguardo a Cina e religione).

                Sicuramente al tempo di Matteo Ricci, e anche dopo, la corte imperiale perlomeno era attratta dalla tecnologia occidentale presentata dai missionari (orologi, astrolabi ecc.) più che dalla religione cristiana.

                Ma lo snobismo di una certa parte della cultura ufficiale confuciana riguardava assai di più la “religione tradizionale” cinese (la chiamo così in mancanza di un nome ufficiale), il taoismo, e il buddhismo (del quale il cristianesimo era quasi ritenuto una variante).

                La stragrande maggioranza della popolazione praticava (e suppongo pratichi ancora) tutto l’armamentario solito delle religioni:
                candele, preghiere per i defunti (nel caso cinese, gli si mandava anche “denaro” da spendere nell’aldilà, bruciando dei fac simile di carta), aruspicina di vario tipo ecc. ecc.
                E fantasmi, mostri, vampiri di tutti i tipi, altro che pragmatismo…

                del resto, anche rispettabilissimi signori “in pensione” (compreso qualche imperatore) trovavano naturalissimo diventare monaci buddhisti, o anche taoisti, e non di un taoismo contemplativo e astrattO: no, proprio bollire “preparati alchemici”, avvelenarsi con pillole di cinabro ricercando l’immortalità ecc.

              • Francesco scrive:

                >>> tende a pregarle tutte

                perchè i Romani cosa facevano scusa?

                😀

                solo che il pragmatismo è pratica miserabile e volgare, rispetto all’uso della ragione. i cinesi amano vantare la loro armonia e la sua “resilienza” (hai letto “Il problema dei tre corpi”?) ma alla fine le loro meravigliose invenzioni le abbiamo messe a frutto noi occhi tondi individualisti.

                non rinuncerei alla libertà occidentale e alla ricerca della verità per nulla al mondo. per tutto il mondo. neppure per tornare giovane e giocare nella NBA.

  54. tomar scrive:

    Leggo oggi su Avvenire che uno dei presepi ufficiali di quest’anno per il Natale in Vaticano sarà donato dall’attuale presidente del Guatemala Alejandro Eduardo Giammattei Falla, che ha pure anche la cittadinanza italiana.
    Tra i suoi obbiettivi di carità cristiana ha anche la reintroduzione della pena di morte in Guatemala, obbiettivo per altro pleonastico in quel paese, in cui dopo il golpe dell’United Fruit nel 1954 contro il presidente Guzmàn che voleva dare ai contadini le terre dell’UF e dei grandi latifondisti la pena di morte è stata largamente applicata contro ogni tipo di oppositore (compreso qualche sindacalista democristiano) senza bisogno di tanti processi.
    Diciamo che il presepe è l’ideologia, ma nella realtà l’orgogliosamente italiano Giammattei non Falla mai.

  55. Francesco scrive:

    x MM

    >> Quando il fondo finanziario del Qatar con sede a Londra e a Singapore, con conto bancario alle Isole Cayman decide di comprarsi il centro di Firenze, non c’è fiorentinità, lampredotto, storia personale o altro che tenga.

    scusa ma il motivo per cui se lo comprano è esattamente la “fiorentinità”, no? sennò comprerebbero Città Alta o Catanzaro.

    • roberto scrive:

      Ah ho scritto la stessa cosa prima di leggerti, temperando il “storie personali” che in effetti non interessano a nessuno tranne a chi le vive

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “scusa ma il motivo per cui se lo comprano è esattamente la “fiorentinità”,”

      No, non è la “fiorentinità”.

      E’ l’aura di fiorentinità, che è una cosa totalmente diversa. Perché è esattamente questo il processo che annienta ogni elemento storico, reale, vissuto di fiorentinità, a partire dagli abitanti stessi.

      Che magari abbandonano le case in centro proprio per campare di B&B, ma in quel momento si spezza il legame con il posto; come si spezza il legame dell’artigiano pensionato che viene sfrattato per fare poso a un B&B.

      E’ lo stesso rapporto di somiglianza/differenza che esiste tra la pornografia e il contatto fisico.

      • Miguel Martinez scrive:

        “No, non è la “fiorentinità”.”

        Sia chiaro, sono meccanismi inevitabili: la “distruzione creativa” della quantificazione finanziaria non è resistibile.

        E ci siamo tutti coinvolti, dal momento che non esiste un orizzonte diverso, o aiutiamo il processo ad accelerare, o siamo spazzati via anche noi.

        Semplicemente, eviterei di nasconderci l’evidenza: cioè che avviene, non per motivi culturali, ma per la potenza dell’immaginario quantitativo. Dico “immaginario” perché anche il denaro è solo una convenzione, un ente immaginario sulla cui esistenza ci mettiamo d’accordo. A differenza della concretezza delle cose che questo immaginario subordina a sé o annienta.

      • Francesco scrive:

        Miguel

        ma quanto può esistere l’aura senza la sostanza? quanto può durare la pornografia se la gente davvero non scopa più?

        Domande, non ho risposte. Parigi è la città dell’amore da un sacco di tempo e scommetto che i parigini manco lo sanno.

        Ma in generale la storia è fatta da continui mutamenti, mentre tu mi sembra stare combattendo per conservare l’Oltrarno così come è … o forse sono davvero troppo tonto io.

        Ciao, ricordati che tifo per te contro ogni ragione.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “ma quanto può esistere l’aura senza la sostanza? quanto può durare la pornografia se la gente davvero non scopa più?”

          E’ una bella domanda.

          Per me, la fragilissima risposta sta nel cercare l’identità più nel futuro (“cosa stiamo cercando di costruire insieme, in questo luogo di cui ci assumiamo la responsabilità?”) che nel passato (“da dove veniamo”), che deve servire soltanto ad arricchire con una varietà di contributi.

          E grazie del tifo!

          • Francesco scrive:

            Capo, però imparate da Pino e conterranei a spennarli, i visitatori forestieri!

            potete fare come gli emiliani o come i liguri ma sempre spennati vanno

            ciao

            • PinoMamet scrive:

              Sottoscrivo

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “Capo, però imparate da Pino e conterranei a spennarli, i visitatori forestieri!”

              Già ci pensa gente ben più sveglia e organizzata di noi.

              Pensa a Airbnb, che non ha sede a San Frediano.

              • firmato winston scrive:

                “Pensa a Airbnb, che non ha sede a San Frediano.”

                E’ il paradiso dell’Agenzia delle Entrate: eliminando l’uso del contante e tracciando tutto rende impossibile l’evasione (facendo lievitare ancora di piu’ i prezzi, che attirano ancora di piu’ i grossi speculatori, che aumentano i valori immobiliari, che innalzano il gettito delle tassazioni patrimoniali, con grande soddisfazione dei cultori della crescita del PIL).
                l’AdE e’ il paradiso di AdV.

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          “ma quanto può esistere l’aura senza la sostanza? quanto può durare la pornografia se la gente davvero non scopa più?”

          Secondo me ci siamo talmente assuefatti a certe cose che non ci rendiamo più conto di vivere nella virtualità.
          E non parlo delle tecnologie digitali, che ci sono da molto poco. Ma di tutto, della televisione, in giornali…
          Ci accaloriamo di più per quello che racconta la tv – gente che non possiamo vedere, toccare – che per quello che succede nel nostro quartiere, di cui non sappiamo nulla.
          Almeno le tecnologie digitali ci mettono in contatto, sia pure in modo immateriale, con gente vera: un’interazione c’è.

  56. firmato winston scrive:

    “i capitalisti sono i cavalli da tiro del sistema, non i padroni dello stesso”

    Oggi come oggi la padrona del sistema e’ di gran lunga la normazione statale im-positiva, e’ essa a decidere le fortune e sfortune.

    Tanto perche’ qui dentro si abbia almeno una lontana idea di cio’ di cui si sta parlando, da quest’anno il 55 per cento del PIL e’ spesa pubblica (che supera abbondantemente i 1000 miliardi).
    Il restante 45 del PIL e’ spesa privata, di cui pero’ una enorme e non meglio precisata percentuale e’ tassazione surrettizia, in quanto spesa imposta dalla normazione statale (lo statistico Luca Ricolfi se non ricordo male ani fa valutava l'”intermediazione dello stato” nell’economia, attraverso tasse e spese private obbligatorie per legge) attorno al 90 per cento!!!).
    La tassazione diretta ed indiretta, cioe’ quella formale e non quella truccata da spesa privata imposta, e’ al 50 per cento del PIL: insufficiente per coprire la spesa pubblica, ma superiore alla cifra che i privati possono poco o nulla liberamente decidere come spendere per se stessi.

    Poiche’ ormai l’unico modo per far quadrare i conti dello Stato e’ aumentare la spesa pubblica in qualsiasi modo possibile (per vostra informazione per convenzione contabile cio’ che lo Stato decide di spendere anche stampando soldi per asfaltare l’intera pianura padana vale come crescita del PIL), il sistema parrebbe destinato ad autocollassare per poi trovare un qualche nuovo equilibrio.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ firmato Winston

      “abbondantemente”

      E vorrei ben vedere.

      Vado al lavoro spendendo una miseria di abbonamento annuale sui mezzi pubblici.

      Mi ammalo e godo di una delle assistenze sanitarie pubbliche migliori al mondo (sì, migliori) pagando ticket modesti (e in caso di patologie psichiatriche o di malattia oncologica terminale completamente gratis).

      I vicoli dell’angiporto dove stanno le osterie e che gli ubriaconi tappezzano di cuori di birra la sera tardi all’alba me li ritrovo immacolati perché col sole o con la pioggia passa il Comune a pulire.

      Li ricordo, i colleghi a Oxford, che parlavano tanto bene della civiltà degli Inglesi poi quando il pargoletto aveva una carie prendevano il primo volo per l’Italia… 😉

      Se ci passa questa mania delle privatizzazioni possiamo diventare anche più civili.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Dovresti bere meno birra e passare più tempo nel mondo reale! va bene anche la Genova reale.

        E comunque non ti serve il 55% del PIL per fare l’assistenza sanitaria universale.

        🙂

  57. Valerio scrive:

    Taub ha rilasciato un’intervista alla ABC, dicendo che De Pape era suo compagno da 20 e che hanno due figli e una figlia. Afferma inoltre che è mentalmente instabile.
    Secondo Musk, Paul Pelosi non era stato aggredito bensì beccato con un prostituto omosessuale ed è stata inventata un’aggressione per coprire lo scandalo, secondo il rapporto del SFPD. Non ho capito, però, se il prostituto era DePape.

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