L’acqua e il funzionario

Mentre un familiare mi racconta della sua giornata in piscina, leggo questo post di Carlo Cuppini che trovo talmente sconvolgente, nel contenuto, da meritare di essere ripreso per intero qui.

Una foto perfetta dell’amministrazione, della politica, del rapporto con l’ambiente.

La terra devastata

Lo riferisco con riluttanza, con un certo sgomento.

Questa mattina mi sono attaccato al telefono per avere delucidazioni sull’ordinanza che vieta, tra le altre cose, di annaffiare orti e giardini a Firenze fino al 30 settembre (vedi post precedente “Declinazioni provinciali dello Stato etico“).

L’impiegato della Direzione Ambiente che mi ha risposto mi ha detto che non sapeva niente e mi ha dato il diretto di un dirigente. Quello, appena ha capito che volevo parlare dell’ordinanza 157, mi ha stoppato e mi ha dato il numero della persona che ha scritto il documento (non farò il nome, perché lo scopo di questo post non è fare gogne mediatiche).

L’ho chiamata, mi ha risposto, abbiamo avuto una lunga e cordiale conversazione. Io non ho fatto polemiche: non volevo affermare le mie ragioni, volevo capire le sue, e per questo volevo che si sentisse a suo agio, che si sentisse compresa.

Le ho chiesto prima di tutto se l’ordinanza avesse delle omissioni, dei sottintesi, delle deroghe non espresse. Risposta: quello che c’è scritto è.

Le ho chiesto se quindi avrei dovuto lasciare seccare le mie piante di pomodori. Risposta: sì, a meno di ingegnarsi (attingere acqua a una fonte, ricavarla da un pozzo…).

Le ho chiesto del prato. Risposta: anche quello, da far seccare.

Le ho chiesto se, oltre ai pomodori e al prato, dovrei lasciar morire anche gli alberi e le piante che si trovano nel mio giardino. Risposta: eh, bisogna ingegnarsi.

Le ho chiesto se il Comune di Firenze è cosciente che questa ordinanza condanna alla distruzione migliaia di piante e alberi nel territorio comunale; le ho chiesto a che genere di idea “green” corrisponda questa strategia. Risposta: sì, certo, ne siamo coscienti, ma qualcosa bisogna sacrificare. È meglio sacrificare i suoi pomodori che un’attività produttiva, no?

Le ho chiesto se dunque la mia famiglia deve davvero rinunciare alle quattro piante di pomodori che soddisfano interamente il nostro fabbisogno fino a ottobre. Risposta: Sì, è meglio che lei perda i suoi pomodori, tanto può comprarli al supermercato, piuttosto che togliere l’acqua a un autolavaggio, che poi entra in ballo un discorso di occupazione, di sindacati…

Le ho chiesto se il territorio di Firenze sta vivendo davvero una crisi idrica così drammatica da preferire la distruzione del verde, degli alberi, delle piante. Risposta: In realtà no, l’invaso di Bilancino è ancora pieno per l’80% [più o meno come l’anno scorso, e l’anno prima, e l’anno prima ancora in questo periodo – nota mia]; ma ci sono state pressioni: l’autorità idrica ha mandato la richiesta di fare ordinanze contro lo spreco dell’acqua il 3 giugno; molti sindaci le hanno fatte subito; noi siamo gli ultimi, abbiamo rimandato, perché si sa che è una misura impopolare, ma alle riunioni era tutto un dire “perché noi l’abbiamo fatta e Firenze no?”. Alla fine abbiamo dovuto farla anche noi.

Le ho chiesto se la distruzione del verde riguarderà anche i produttori. Risposta: no, le attività produttive non possono essere toccate, neanche l’autolavaggio, per l’appunto. L’ordinanza riguarda solo le utenze domestiche.

Le ho chiesto del verde pubblico. Risposta: eh, anche noi abbiamo dovuto decidere. Ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo fatto una lista: questo prato lo salviamo, quest’altro lo lasciamo seccare. Pensando anche agli investimenti fatti: se un prato era stato piantato qualche mese prima non si poteva far seccare. Facciamo tanti investimenti per il verde…

Le ho chiesto se aveva presente la differenza tra far seccare un prato o un’aiuola, che poi ripianti i semi e dopo tre settimane sono uguali a prima, e far morire un albero di cinque o dieci anni, con tutte le sue relazioni complesse con l’ecosistema. Risposta: Eh, bisogna che uno si ingegni.

Le ho chiesto se queste decisioni non siano in contraddizione con la norma che impedisce di abbattere un albero che si trovi nel proprio giardino senza un apposito permesso e senza che sia prevista la sua sostituzione. Risposta elusiva.

Le ho chiesto se per caso l’ordinanza sia stata fatta con la convinzione che tanto verrà ignorata da moltissime persone e non farà grossi danni. Risposta: Le norme vanno rispettate; ma poi basta vedere quanti cartelli di divieto di sosta ci sono, e quante macchine parcheggiate…

Le ho chiesto come potrei ignorare questa norma se avessi un vicino litigioso e incattivito nei miei confronti, che non vede l’ora di avere un pretesto per mettermi nei guai e che chiamerebbe immediatamente la municipale vedendomi con la sistola in mano. Risposta: be’, sì, del resto le norme sono fatte per essere rispettate, non per essere eluse.

Ho chiesto se quindi il Comune sia cosciente del fatto che con questa ordinanza – salvo ribellione in massa – trasformerà la città di Firenze in un deserto nel giro di tre mesi, con relativo aumento della temperatura, distruzione dell’ecosistema, della catena alimentare, della biodiversità. Risposta: Anche se in questo momento noi non siamo in emergenza, localmente, qualcosa bisogna pur fare.

La conversazione è stata davvero pacata e piacevole. Nessuna provocazione, polemica o protesta da parte mia. Non volevo prendermela con la dottoressa XY: volevo capire. Volevo ascoltare la voce dell’ultimo anello della catena che rappresenta la follia al potere. E in questo sono stato accontentato: era una persona del tutto normale.

Normali e perbene sono le persone che negli ultimi due anni e mezzo hanno varato, votato, apprezzato, rispettato – senza mai osare fare un rilievo critico – i i provvedimenti che stanno alla base di questa deriva irrazionale, dispotica, punitiva e totalitaria, ormai talmente diffusa nella mentalità comune da essere diventata invisibile, completamente disciolta, e quindi inarginabile e incommentabile. Infatti sono andato in internet e non ho trovato un solo articolo o commento critico verso questa norma (che si ritrova quasi identica in molti Comuni dal Nord al Sud della Penisola). Neanche uno. 

Davvero non avevate capito che i “noi consentiamo / noi non consentiamo” avrebbero portato dritto a questo? Adesso è dura tornare indietro. E non so neanche quanti vorrebbero farlo.

Io penso agli orti che in questo momento si stanno seccando. Agli animali, che, di conseguenza, stanno morendo. Penso agli alberelli che stanno morendo. Penso all’invaso di Bilancino che oggi contiene 58 milioni di metri cubi d’acqua, pronti per essere utilizzati. Penso a quanta acqua serve per produrre un chilo di carne o un hamburger. A quanta ne viene divorata dal digitale (guardare un film in streaming costa 400 litri d’acqua, ci diceva nel 2016 l’Imperial College – io ne uso 40 al giorno per irrigare i miei 30 metri di orto-giardino). Penso agli sciacquoni con un solo tasto che scaricano 10 litri d’acqua per sciacquare via una pipì. Mi chiedo perché non siano stati semplicemente vietati, e sostituiti da tempo con finanziamenti pubblici al 100%. Penso alle mie piante, che danno da mangiare a me e ai miei figli, alle lucertole, alle lumache e agli insetti, che in questo momento “dovrebbero” stare morendo.

Penso che adesso è abbastanza fresco per uscire e dare una bella annaffiata, senza il rischio che l’acqua evapori in pochi istanti. Anche le tartarughe ne saranno contente, e anche il discreto popolo degli insetti. L’alveare, incastonato nel buco tra le pietre del muro davanti alla casa, brulica di api. E pensare che stiamo solo a un chilometro da Porta Romana.

E mi chiedo infine: c’è un avvocato, un giurista, un magistrato, disposto a dire che, semplicemente, questa follia non si può fare, perché una follia del genere – a livello giuridico e politico – ha la stessa non-legittimità, non-giustificazione, non-necessità, non-plausibilità, non-proporzione di altre follie ancora più gravi (già viste, e che saremo destinati a vedere)?

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25 risposte a L’acqua e il funzionario

  1. PinoMamet scrive:

    A me hanno detto che non si poteva innaffiare le piante e lavare le auto dopo le nove, ma forse ho capito male io ed è prima delle nove.
    Io la macchina la laverò una volta l’anno, le piante ho continuato ad innaffiarle (“dacquarle” è il termine dialettale) sotto sera come tutti.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sapevo di ordinanze che imponevano di dare acqua nelle ore notturne.
      In realtà dare acqua almeno nel tardo pomeriggio dovrebbe essesere buona norma per chiunque abbia un giardino. Lo dico perché da ragazzino ho sfigurato un pitosforo dandogli acqua alle cinque del pomeriggio…

    • Moi scrive:

      (“dacquarle” è il termine dialettale)
      … anche a Bologna e in Romagna.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “disoccupazione”

    Questo è il punto.

    Finché i proprietari di orto in città saranno una minoranza, l’attività della maggioranza verrà salvaguardata da chi governa il Comune.

    Bloccare un’officina per mancanza d’acqua toglie voti. Far seccare un albero no.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  3. maria heibel scrive:

    Delirio – e ben evidenziato dall’autore.

  4. Peucezio scrive:

    Ennesimo esempio di quello che sostengo da sempre.
    L’ecologia in ogni sua declinazione serve per la facciata e impedisce la risoluzione vera dei problemi.
    E così molta attività legislativa recente.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ peucezio

      “ecologia”

      Più che l’ecologia, che è una scienza come l’entomologia, direi la moda ecologista – che, a differenza della moda degli abiti, è fuffa.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Peucezio scrive:

        Sì, diciamo l’ecologismo, più che l’ecologia.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        “Più che l’ecologia, che è una scienza come l’entomologia, direi la moda ecologista – che, a differenza della moda degli abiti, è fuffa.”

        Certo.

        L’ecologia dice che più verde vivo c’è, meglio è.

        E che magari tenere vivo il verde vale qualche autolavaggio in meno.

    • PinoMamet scrive:

      Sono d’accordo

  5. roberto scrive:

    Miguel

    “ E mi chiedo infine: c’è un avvocato, un giurista, un magistrato, disposto a dire che, semplicemente, questa follia non si può fare,”

    Ho visto l’ordinanza che è adottata sulla base dell’art. 50 del testo unico degli enti locali. L’articolo 50 permette l’adozione di ordinanze “ in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale”

    Proviamo a ragionare

    Ora non mi sembra che vi sia un’emergenza a carattere *esclusivamente locale*, e la competenza dovrebbe quindi essere della regione….sempre l’art. 50 dice che se l’emergenza riguarda il territorio di più comuni, i sindaci possono agire se la regione non agisce…ma qui mi pare che la regione Toscana abbia già agito, no?
    Come prima cosa rifletterei sulla competenza dei sindaci (è comunque una strada in salita, sembra che tutti i comuni d’Italia abbiano adottato ordinanze simili, e già con il COVID si è visto che l’articolo 50 viene interpretato come “il sindaco ha poteri assoluti”)

    Poi rifletterei sulla proporzionalità dell’ordinanza notando appunto che è decisamente drastica rispetto ad ordinanze simili

    Ed infine non voterei nardella e chi lo appoggia

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Proviamo a ragionare ”

      ORDAR! Occasione rarissima di accordo con Roberto

      Che in realtà sospetto che se vivessimo nello stesso posto, dovessimo affrontare le stesse situazioni concrete, avremmo moltissime occasioni di accordo.

  6. Miguel Martinez scrive:

    appena lo scorso maggio:

    https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/pareti-verdi-inaugurato-il-giardino-verticale-alla-scuola-kassel-nardella

    “Investire nel verde urbano significa investire nel futuro della città e nella salute della sua comunità – ha detto l’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re -, a cominciare dai più piccoli. Per questo, stiamo inverdendo in modo strutturale e permanente i luoghi più vicini ai bambini, in modo da sensibilizzare sull’importanza delle azioni di sostenibilità ambientale e sociale e sulla biodiversità. I fiori e il verde sono infatti fondamentali per la biodiversità e per le api, e oggi i bambini hanno dimostrato di esserne consapevoli. Siamo felici che la Fondazione CR Firenze continui a essere al fianco dell’amministrazione in questi interventi di forestazione urbana”.

    “Teniamo molto a questo progetto – ha detto l’assessore all’Istruzione Sara Funaro -. Grazie all’attenzione della Fondazione CR Firenze le pareti di varie nostre scuole saranno abbellite con giardini verticali che danno attenzione all’ambiente e alla sostenibilità in luoghi in cui i bambini vengono formati ed educati. Le pareti verdi hanno un grande valore e un importante significato non solo estetico, ma anche ambientale”.

    “La Fondazione CR Firenze – ha dichiarato il suo presidente Luigi Salvadori – è impegnata in numerosi programmi che vedono l’ambiente come protagonista, nella convenzione che è a partire dall’ educazione che possiamo cambiare il destino del nostro territorio. Un destino che deve guardare in primo luogo alla sostenibilità ambientale. La lotta ai cambiamenti climatici non può passare in secondo piano in questo momento storico perché investire nel verde urbano significa investire nel futuro della città e nella salute della sua comunità”.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Una mia amica fiorentina scrive:

    ‘Noi innaffiamo. Ci facciamo una doccia in meno e dividiamo il nostro fabbisogno idrico giornaliero con gli esseri viventi che abbiamo l’onore di curare personalmente. In qualche modo, ci siamo scelti. E se, per questo, rischio multe o arresti, fate pure: eccomi!’

  8. Miguel Martinez scrive:

    Andrés Lasso – In questi giorni di siccità, in cui in tanti comuni italiani si stanno attivando autobotti, in cui ai cittadini di Firenze è proibito anche innaffiare dei pomodori (ma non lavare l’auto all’autolavaggio) è ancora più deprimente passare da Viale Belfiore, dove si era formato questo lago accidentale di acqua di falda pulitissima, e vedere al suo posto gru, cemento, e cartelli entusiasti che annunciano il prossimo Student Hotel. E’ triste pensare alle migliaia di metri cubi d’acqua che sono state drenate via durante settimane, anzi mesi, e gettate nelle fogne, perché quella era “una voragine senza futuro” (parole testuali del sindaco Dario Nardella). Evidentemente l’idea che il futuro della nostra società sia più legato all’acqua dolce e alla sua disponibilità, che non all’ennesima struttura ricettiva di lusso in una città satura di turismo, non sfiora nemmeno gran parte della nostra classe politica. Eppure persino in chiave turistica, quella situazione poteva essere sfruttata in modo diverso. Proviamo a immaginare. A immaginare un progetto in cui si rimodellavano gli argini, si mettevano a dimora piante acquatiche autoctone che si aggiungevano alla vegetazione riparia che già stava spontaneamente colonizzando l’area. Si creava un punto con un piccolo molo e qualche pedalò, una discesa accessibile, si faceva una vera riqualificazione coniugando fruibilità, sicurezza e servizi ecosistemici. Avremmo avuto un lago naturale a un passo dalla ZTL, a 500 metri dal principale parco fiorentino, le Cascine, a 5 minuti di ciclabile. Avremmo avuto qualche lavoro stagionale per degli addetti alla sicurezza dei fruitori. Avremmo avuto un’isola di calore in meno. Avremmo avuto un caso studio di interesse nazionale per progetti di ricerca in campo di ecologia urbana. Avremmo avuto dell’acqua, da usare per emergenze come quella odierna, acqua che poteva essere utilizzata per caricare qualche autobotte e irrigare qualche albero messo a dimora nelle ultime stagioni, anziché farlo seccare. L’ultimo rapporto ISPRA sul consumo di suolo è allarmante. Tra le tante cose ci dice che quello avvenuto tra il 2012 e oggi ci ha privato di 360 milioni di metri cubi di acqua che non è arrivata alle falde. In altre parole, se avessimo stoppato anche solo dieci anni fa il consumo di suolo, oggi avremmo 6mila litri di acqua a testa in più. In compenso avremo uno Student Hotel. Che probabilmente avrà come l’altro anche una piscina. Perché “the beach is boring” , la spiaggia è noiosa, come recita il loro slogan in quella di Viale Lavagnini. Forse per taluni in generale il contesto naturale è noioso, spiaggia o lago che sia. Invece accelerare un processo di crisi ecologica globale dagli effetti forse irreversibili, sembra così emozionante… | Facebook
    https://www.facebook.com/AndresLassoFirenze/photos/a.2317374701834714/3365285783710262/?type=3

  9. Miguel Martinez scrive:

    Di tutta questa vicenda, ciò che mi colpisce di più è la descrizione del modo di ragionare del funzionario (non eletto, non di nomina partica-politica) medio del Comune.

    E’ esattamente ciò che sento dal primo giorno che ci ho avuto a che fare.

    • roberto scrive:

      a me invece colpisce molto questa insistenza sul “funzionario”…l’ordinanza è un’ordinanza del *sindaco*, non del funzionario.
      l’ha scritta materialmente il signor tizio non eletto? certo, ma l’ha firmata il sindaco ed e lui e solo lui che ne è pienamente responsabile (politicamente innanzitutto e poi, per i litigiosi, anche giuridicamente). tra l’altro è proprio un’ordinanza del sindaco, non un atto della giunta o del consiglio comunale.
      vuoi dirmi che il sindaco è giusto uno che firma senza leggere? può essere ma
      1. non lo sappiamo
      2. se fosse così, di nuovo è la sua responsabilità in gioco, è lui che ci mette la faccia sull’ordinanza, se non l’ha letta sono cavoli suoi.

      sinceramente non so come avrei risposto se fossi stato il funzionario al telefono con il tuo amico…anzi probabilmente mi sarei limitato alla prima frase “quello che c’è scritto è” perché davvero non c’è altro da aggiungere…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “sinceramente non so come avrei risposto se fossi stato il funzionario al telefono con il tuo amico…anzi probabilmente mi sarei limitato alla prima frase “quello che c’è scritto è” perché davvero non c’è altro da aggiungere…”

        In effetti la funzionaria in questione è stata un po’ sprovveduta a confessare per telefono a uno sconosciuto tutto ciò che ho sempre sentito dire in confidenza da funzionari in questi ultimi dieci anni. C’è un’intera filosofia di vita nel discorso della funzionaria, sembra il romanzo autobiografico dell’intera categoria.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Source : https://luce.lanazione.it/attualita/ragazza-fiorentina-ordinanza-anti-spreco/

    Firenze, una ragazza contro l’ordinanza anti spreco: “Lavare l’auto e annaffiare l’orto non sono la stessa cosa”

    Benedetta Moschitta ha inviato al sindaco Nardella una lettera, perfetto esempio della diversa sensibilità dei giovani rispetto alle istituzioni sulle questioni ambientali: “Sacrificare le piante non è la soluzione”
    Geraldina Fiechter
    6 Agosto 2022

    “No, non si può mettere sullo stesso piano il lavaggio delle auto e l’annaffiatura di un orto. È un messaggio che non educa la cittadinanza al futuro che ci aspetta”. È questo il senso della lettera che una ragazza fiorentina, laureata in psicologia e attiva sul fronte ecologista, ha scritto al sindaco di Firenze dopo le ordinanze contro lo spreco dell’acqua. Ed è la prova plastica della diversa sensibilità che si sta affacciando all’orizzonte fra i Millennials: non basta far vedere i muscoli seguendo l’emergenza del momento, sembrano dire i ragazzi, ma vogliamo prove tangibili del fatto che le istituzioni sono consapevoli dei rischi a cui ci espongono nel futuro lanciando segnali nuovi, piani e progetti di radicale inversione della rotta e una narrazione coraggiosa che educhi le coscienze dei cittadini. Ecco la lettera.

    Egregio Signor Sindaco ed egregio Assessore,

    mi chiamo Benedetta Moschitta e sono una cittadina di Firenze.

    Sono rimasta molto scossa dalle due ordinanze emesse per la crisi dell’acqua.

    Mi rendo conto della criticità del momento e comprendo benissimo la necessità di interventi rapidi ed efficaci. Ho trovato giusto varare misure di contenimento dello spreco idrico, ma ho alcuni dubbi e preoccupazioni rispetto ai divieti formulati.

    In particolar modo sono rimasta perplessa sulla proibizione di annaffiare con acqua potabile orti e giardini.

    Posto che in città non è facile reperire acqua non potabile, mi chiedo se la risposta all’emergenza siccità sia quella di lasciar morire di sete la flora che ci circonda.

    È davvero questo il modo per contrastare l’emergenza idrica e climatica?

    Le piante, oltre ad essere esseri viventi, sono “strumenti” INDISPENSABILI per contrastare l’inquinamento e per mantenere più basse le temperature. La loro morte potrebbe favorire il processo di desertificazione che forse interesserà il nostro paese nel futuro.

    Inoltre sono rimasta colpita dal modo in cui le due ordinanze e i vari volantini di promozione sono stati scritti: le innaffiature di orti e giardini (nella prima ordinanza di una superficie maggiore di 500m2, nella seconda di qualsiasi dimensione) sono state messe al primo posto, al pari di altri utilizzi dell’acqua potabile come (per esempio) il riempimento di piscine (nella prima ordinanza) e il lavaggio privato dell’auto (nella seconda ordinanza). Temo che questa comunanza possa essere motivo di fraintesi per la cittadinanza: non è forse più importante per la nostra comunità (e non solo) preservare la vita di orti e giardini piuttosto che mantenere pulita la propria autovettura? E in vista di un possibile peggioramento della situazione climatica, non potrebbe essere salvifico porre invece l’accento sulla PROTEZIONE dell’ambiente naturale?

    Noi Essere Umani siamo interconnessi con l’ambiente naturale che ci circonda, senza le piante non c’è vita, e l’estate difficile che stiamo vivendo può essere l’occasione giusta per diffondere questo messaggio. La comunità, infatti, si sta rendendo conto di quali rischi stiamo correndo se non cambiamo i comportamenti collettivi, quindi quale momento migliore per sensibilizzarla sulle soluzioni che dobbiamo mettere in campo per il futuro?

    Una cosa credo si possa e si debba dire alla comunità: nessuna soluzione può prevedere il sacrificio delle piante, che senza dubbio garantiscono la nostra sopravvivenza.

    Grazie per il vostro tempo,
    Un caro saluto, Benedetta Moschitta

  11. Moi scrive:

    Ho cercato “Amio” … è la forma contratta di “Am(ore) (m)io.

    Paragonato all’Anglobale “BAE” (Before Anyone Else) … Miguel, sarai mica un Boomer rimasto a “darling” ?! 😉

    Cmq, l’ autore Andrea Lorenzon è Veneto:

    prende per il culo una “Milanese” di origine Napoletana _Elisa Esposito_ che , a sua volta, prende per il culo le Meneghine PuroSangue (per antomomasia, oggi, Chiara Ferragni) ; in ogni caso, la 19enne “Prof. di Corsivo” oggi può permettersi di campare solo di lezioni di quel fastidioso idioletto da “Influencer” … lasciando il Salone da Estetista della madre.

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