Spirits of Shade

Venerdi mattina, suonano alla porta.

Sono arrivati i libri di Jehanne Mehta, con tanto di sovrattassa perché arrivano dall’Inghilterra.

Jehanne Mehta l’avevo scoperta anni fa, perché aveva dedicato tutto un ciclo di poesie a quella meraviglia tenebrosa e rarissima che è l‘albero del tasso, yew tree, e noi avevamo un tasso da difendere nel nostro giardino.

Sono molto di parte come sapete: per me, l’Inghilterra è stata la prima vittima della più criminale impresa della storia, l’Impero britannico; e per questo, se il secondo è il mio nemico ultimo, il primo è la patria dei miei suoni.

L’inglese è l’ambiguità estrema: è tutto quello schifo che sapete, ma appena sotto, c’è qualcosa che va dritto all’essenza della nostra essenza, più di qualunque altra lingua che io conosca.

Corruptio optimi, pessima.

E Jehanne Mehta è per me la Maestra ultima di tutta la bellezza, il dolore, l’alterità che l’inglese nasconde dal britannese.

Sto per partire per un convegno di gente che si dichiara, come Don Chisciotte, contro le tecnoscienze.

Scrivo un messaggio al sito di Jehanne Mehta, certo che non mi risponderà mai.

Mi carico lo zaino, e ci metto dentro i suoi libretti.

Sono piccoli, con fragili disegni incollati che rischiano di rovinarsi come le ali di una farfalla.

Sul bus, leggo le sue poesie e le sue canzoni lentamente, lentamente, per paura che mi sfugga anche una sola parola.

Si tratta spesso di storie enigmatiche, personali, mai spiegate; però una dopo l’altra, vedo la mia vita. E ogni tanto, inizio a piangere.

A Bologna mi accoglie la nuova amica che ci porterà al raduno più sovversivo dei nostri tempi.

Insegnante, aria gentile e normale, racconta della sua adolescenza da militante del Manifesto, delle tre riunioni al giorno quando andava al liceo, del suo compagno autonomo latitante (“erano tutti latitanti allora“), delle fantasie di rivoluzione, del femminismo, di come è riuscita a evitare di farsi inoculare grazie a un medico che a rischio del proprio posto, ha certificato che non poteva essere sottoposta ai prodotti della Pfizer, del suo cane vecchio di vent’anni.

Erano decenni che lei non agiva, se non su chat femministe. E ora si lanciava di nuovo nella vita.

Ovunque in Padania, lungo il fiume morente, le torri delle antenne che ci tengono connessi.

Per strada, proprio alla mostruosa stazione mediopadana del TAV, raccogliamo un’altra donna, con una gran cartella di disegni con cui lei dipinge i tempi tremendi in cui stiamo entrando. Anarchica da una vita, coglie con una battuta i nostri tempi, “non mi sorprendo più di niente”.

Tra vigneti e noccioleti, appena dietro la chiesa, c’è la Casa.

Un cuoco bergamasco muscoloso e barbuto che crea una cucina vegana incredibilmente saporita.

E un’esplosione di riflessioni, su quello che ci sta piombando addosso.

In venti, dieci anni, stiamo vivendo cambiamenti millennari, e quasi nessuno se ne rende conto. Risento le parole di Jehanne:

We have come to the end of matter.
It's entropy, or fly, now,
or hive off into our heads,
and stick them in the sand.

Siamo arrivati alla fine della materia.
Adesso è, entropia oppure volar via,
oppure far branco delle nostre teste,
ficcarle nella sabbia.

Alcune idee che sento saranno surreali, ma mai quanto quello che sta realmente succedendo:

credi alle scie chimiche? Magari!, ci aspettano cose ben più incredibili

Ad aver messo in piedi tutta questa minuscola, fragile resistenza, senza pretese di controllo, un uomo e una donna che sembrano come le ali di un’ape.

Hanno vissuto la vita con una coerenza mai vantata, data per scontata, che noi ci sogniamo, come gli eremiti dei tempi antichi.

Lei, l’ultima persona che conosco che non abbia alcun telefono mobile. E ha gli occhi che Jehanne Mehta descrive in una poesia che racconta chi sa quale dimenticato episodio della sua vita:

Her eyes were a brilliance,
a kindling blue,
like scilla, speedwell,
sky fire,
a gaze ablaze with passion,
before her tongue
could name it.

I suoi occhi erano una luminosità,
un azzurro che accende fuochi,
come la scilla, come la veronica,
fuoco di cielo,
uno sguardo acceso di passione,
prima ancora che la sua lingua
la potesse nominare.

Sono gli ultimi occhi in grado di dare fuoco al mondo.

Non vi sto a raccontare dell’incontro, uno dei meno fotografati del decennio.

Voglio solo dirvi che pensavo alla Storia infinita, quando si deve ricostruire un mondo intero, in tutte le sue contraddizioni e varietà, contro l’annullamento.

Anarchici, comunisti, cattolici che resistono da duemila anni, l’infermiera che si vanta di essere “pura come un giglio” per non aver mai subito un vaccino covid, donne che aiutano donne a far nascere bambini fuori dall’ospedale, il meccanico che svela come le grandi aziende annientano i piccoli lavoratori, la mia sorella lesbica e marxista e sorridente, la massoterapeuta che è vissuta in Messico, contadini che aspettano la pioggia, l’egittologo gay che demolisce a frecciate tutte le assurde costruzioni alfabetiche dell’ellegibitiquaquaquismo, lettori di Guénon, ma tutti disponibili ad ascoltare.

Gli scimpanzè del futuro, tra i cyborg.

Un giovane intenso, di una cultura straordinaria, che dal cinema è passato alla filologia bizantina a forza di ricercare le radici antiche del nostro mondo, ci racconta con entusiasmo di un libro che aveva letto, che svela gli inganni dei nostri tempi.

Mi prometto di segnare titolo e nome, ma poi me ne dimentico.

Appena partiamo, veniamo fermati dai carabinieri. Negli infiniti registri dei dominanti, resteranno nell’elenco nazionale dei sovversivi, un traduttore messicano, un’insegnante di scuola media e una signora che dopo dieci anni di lavoro con una multinazionale aveva mollato per motivi etici.

Riprendo il bus verso casa, rileggendo i libretti di Jehanne Mehta.

Flixbus, Bologna-Firenze, euro 3.99, aria condizionata, più veloce del treno che costa dieci volte di più. A bordo sei passeggeri, nessuno con la mascherina. L'autista che ci scuoia il cu-erre  è uno slavo alto due metri, che non parla una parola d'italiano: quando scendiamo sa solo dire, "Firensa!"
misteri dell'economia, e la sensazione di aver commesso io qualche violazione, che non so quale sia...

Nel caldo notturno soffocante, arrivo a casa.

Accendo il computer (ricordate che io viaggio con il Nokia che era in dotazione ai soldati francesi alla battaglia di Waterloo), apro la posta.

E trovo che mi ha risposto proprio Jehanne Mehta.

Volo tra i cieli…

Jehanne dice di essere una signora ormai anziana, ottantunenne, e mi consiglia di leggere un libro che ci può salvare dagli inganni correnti.

Ora, il libro è esattamente quello di cui mi ero scordato autore e titolo:

'The Psychology of Totalitarianism' by Mattias Desmet

Jehanne mi invita ad ascoltare The Spirits of Shade, che lei recita sul suo sito, e racconta il senso di tutte le nostre resistenze.

Ecco, lo trovo qui.

We will hold midwinter at bay 
always awake
ever alert
with hearts of fire
blood aroused
in protest for the truth you hide
behind these vast grey cloaks of lies
and secret woven shadows
Truth is a flame we guard through the dark
a candle hidden deep and secure 
from the electric reach of those who serve
the sticky coils of control and fear.

Terrremo a bada il profondo inverno
sempre svegli
sempre attenti
con cuori di fuoco
sangue risvegliato
protestando per la verità che voi nascondete
dietro queste grandi vesti grigie di menzogna
e ombre tessute in segreto
La verità è una fiamma che custodiamo nel buio
una candela nascosta, profonda e sicura,
dalla portata elettrica di coloro che
sono asserviti alle untuose spirali del controllo e della paura. 

Ci ammazzeranno tutti, ma è una meraviglia essere ancora vivi, e tra vivi.

La T., che è inglese, ma è anche svizzera, ma anche israeliana, ma è essenzialmente siciliana, mi racconta che il suo cane, l’ha preso quando vivevo nel deserto palestinese, dai beduini. E con le sue mani, ha forgiato una testa di Zeus, e mi racconta di cosa significano per lei gli dei.

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63 risposte a Spirits of Shade

  1. Mauricius Tarvisii scrive:

    “Flixbus, Bologna-Firenze, euro 3.99, aria condizionata, più veloce del treno che costa dieci volte di più. A bordo sei passeggeri”

    In sostanza l’ennesimo trionfo del trasporto su gomma, che può contare sull’economicità di un autobus a gasolio e di un autista reclutato chissà come e con chissà quale contratto. E il consumatore – giustamente – sceglie quello.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “tecnoscienze”

    Leggo dal sito:

    ‘Il progetto Target Malaria, promosso e finanziato anche dalla Fondazione Gates, dal 2019 ha dato il via al rilascio in alcuni villaggi del Burkina Faso di zanzare geneticamente modificate con la tecnica di ingegneria genetica Gene Drive. Il primo insetto OGM rilasciato nell’ambiente. Lo scopo è quello di estinguere l’intera popolazione di zanzare, ma dove vogliono spingersi questi esperimenti genetici?
    Due documentari (in inglese sottotitolati in italiano) a cura di ETC Group (www.etcgroup.org) denunciano gli esperimenti in Africa e danno voce alle opposizioni delle popolazioni.
    In fase di preparazione interventi da remoto dei gruppi locali che lottano contro il rilascio delle zanzare OGM.’

    E’ la prima volta che leggo di qualcuno che contesta un piano di lotta alla malaria.

    Trovo difficile commentare una cosa simile.

    La malaria uccide 274000 bambini sotto i 5 anni, ogni anno.

    https://www.epicentro.iss.it/malaria/epidemiologia-mondo

    E’ vero.

    ‘We have come to the end of matter’

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      La questione non è la malaria, ma la creazione e libera diffusione di esseri viventi riprogrammati.

      E’ un po’ come la pena di morte.

      Se lo Stato può impiccare un serial killer cannibale (e a nessuno dispiacerebbe in sé, credo), vuol dire che lo Stato assume il diritto di uccidere. E da lì in poi è solo una questione soggettiva di sfumature, e qualunque esecuzione diventa in qualche modo giustificabile.

      • Miguel Martinez scrive:

        D’altronde la tecnica è sempre quella.

        Quando Nardella ha detto che riempirà i cieli di Firenze di droni, ha detto che dovevano servire per trasportare “medicine, merci e persone”.

        Vuoi forse impedire a un paziente morente di ricevere una pasticca dalla finestra? No? E allora devi permettere anche ai Vip di farsi i selfie dai droni sopra il Duomo!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “Vip”

          Meglio un selfie in più e un malato in meno.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            ““Vip”

            Meglio un selfie in più e un malato in meno.”

            Sono temi importanti, perché riguardano le fondamenta delle nostre scelte etiche.

            Non c’è molto da discutere, ma è bene conoscere le posizioni diverse.

            E ci aiuta anche a capire perché ci lasciamo manipolare così facilmente, proprio in base ai nostri valori: è ovvio che il trasporto di medicine con i droni sarà lo 0,0001% del traffico, ma per te è sufficiente per legittimare subito tutto il resto del traffico.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “traffico”

              E’ sempre una questione di analisi di costi e benefici, come insegna Epicuro.

              Io non ho idea di quali danni possa portare un traffico di droni sul centro di Firenze.

              So però che vietare completamente il traffico di droni limita le possibilità di cura di un malato.

              Sono quindi contrario a una interdizione totale di tale traffico.

              Questo non toglie che una qualche regolamentazione ci stia.

              E’ a questo che serve lo Stato.

              Come ho già detto altrove, lo Stato è come le vitamine: troppo, fa male, ma senza completamente di certo non si può stare.

              Lo stesso discorso vale per gli OGM, per il nucleare e per le tecnoscienze in generale.

              Le tecnoscienze rendono una certa cosa possibile; anzi, rendono sempre più cose possibili, ed è questo l’unico significato non ambiguo della parola ‘progresso’.

              Poi, una volta che è possibile, bisogna vedere se una cosa è lecita.

              E questo dipende dal bilancio fra costi e benefici. Decidere chi debba fare questo bilancio è appunto il compito della politica.

              Ma forse, oltre ai piccoli gruppi (di capitalisti e di scienziati da una parte, di lettori di “Spirits of Shade” dall’altra) , sarebbe il caso di interpellare gli utenti finali dei prodotti di quelle tecnoscienze: i malati destinatari dei farmaci a Firenze, i genitori dei bambini che rischiano di morire di malaria, gli industriali e gli operai che senza nucleare rischiano il black-out per la Dunkelflaute…

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                Allora, tu stai parlando di un video proiettato la prima sera ad Alessandria.

                Un video fatto piuttosto male, che ho seguito poco, su un tema che non conosco affatto.

                Comunque, all’incirca ho capito questo…

                Un gruppo di americani bianchi ha deciso di provare l’ennesimo Rimedio Tecnomagico Universale in uno stato africano, dove non esiste nessuna legge che difenda l’ambiente e dove basta pagare mille dollari al primo ministro e quello si sente un miliardario.

                In questo stato africano, senza aver ovviamente nemmeno consultato le popolazioni locali, hanno scatenato per la prima volta degli esseri viventi radicalmente modificati, per vedere che succede. Magari spariscono le zanzare, oppure spariscono gli indigeni, oppure nascono superzanzare super-resistenti e malariose…

                Le persone che hanno subito questo esperimento hanno protestato in massa, ma non li ascolta nessuno.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sulle Soluzioni Finali, ricordo i principali progetti per salvarci dai cambiamenti climatici indotti dal CO2:

                – distruggere tutte le foreste del pianeta, perché essendo scure, assorbono e non respingono il calore

                – piantare mille miliardi alberi.

                – “Oscurare quel cazzo di Sole!” https://www.nogeoingegneria.com/opinioni/oscurare-quel-cazzo-di-sole-potrebbe-essere-meno-rischioso-di-non-farlo-ha-detto-il-direttore-della-solar-radiation-management-governance-initiative/

                Anche no, eh…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “a forse, oltre ai piccoli gruppi (di capitalisti e di scienziati da una parte, di lettori di “Spirits of Shade” dall’altra) , sarebbe il caso di interpellare gli utenti finali dei prodotti di quelle tecnoscienze”

                Capisco questo punto di vista, ha un suo senso.

                Se ne discuteva nei dibattiti ad Alessandria, parlando dell’eutanasia.

                Partiamo dal fatto che, a parte qualche cattolico, la maggioranza probabilmente non ha nulla contro il suicidio in sé.

                C’è un minuscolo numero di persone che “vivono” situazioni terrificanti. Non so se sarebbe meglio che non vivessero (dipende da come ci immaginiamo la “non vita”), ma è comprensibile che si pensi che possano chiedere allo Stato di sopprimerli.

                Solo che a questo punto, succede come in Olanda, dove la tredicenne va da uno psicologo, e dice che non se la sente più di vivere. In fondo, che differenza c’è con il malato terminale disperato? Chi può dire che la sofferenza della ragazzina sia minore? Solo i vecchietti hanno certi diritti?

                Lo psicologo certifica che la ragazzina – una degli ” utenti finali dei prodotti di quelle tecnoscienze” – è ammazzabile.

                E lo Stato la ammazza.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Tecnomagico”

                Come molte persone di cultura prevalentemente umanistica, tu (in buona compagnia; penso al Lewis delle ‘Lettere di Berlicche’
                e di ‘Lontano dal pianeta silenzioso’) sembri pensare alle persone di cultura scientifica come a dei Faust malati di hybris alla ricerca della Panacea Universale.

                Ora, se c’è qualcuno che sa benissimo che non esiste alcuna Panacea Universale sono quelli che bazzicano le scienze.

                E’ ovvio che se c’è il modo di ridurre la malaria diffondendo varianti OGM di zanzare da qualche parte una sperimentazione ‘in vivo’ andrà pure fatta: non esistono codici di calcolo abbastanza potenti da prevedere in anticipo cosa succede davvero in una pentola a pressione mezza vuota, figurati nella biosfera.

                Ma questo vuol dire che la sperimentazione va appunto fatta; e che va fatta non ‘in vitro’, nella cornice asettica di un laboratorio che perciò stesso è radicalmente diverso da qualunque ambiente ‘naturale’. Va fatta dove c’è la malaria.

                Altrimenti una cosa è certa: che la malaria ce la teniamo.

                Se Pasteur avesse ragionato come Lewis e come te moriremmo ancora di carbonchio.

                (I grandi progressi l’umanità li ha fatti quando ancora non avevano inventato quella solenne fesseria che è il ‘principio di precauzione’).

                “CO2”

                Sempre rifacendosi al discorso della presunta hybris dei Tecnomagici, il motivo che sconsiglia la geoingegneria è che se si sbaglia qualcosa nella diffusione di zanzare OGM male che vada si rovina l’ecosistema dove la gente già muore di malaria, mentre se si sbaglia un esperimento di geoingegneria ci estinguiamo tutti direttamente senza se e senza ma.

                Pasteur non curò il bambino malato di carbonchio sparandogli alla nuca, anche se indubbiamente sarebbe stato un ottimo sistema per arrestare il contagio.

                Vedi che anche i Tecnomagici hanno buon senso? 🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” tu (in buona compagnia; penso al Lewis delle ‘Lettere di Berlicche’
                e di ‘Lontano dal pianeta silenzioso’) sembri pensare alle persone di cultura scientifica come a dei Faust malati di hybris alla ricerca della Panacea Universale. ”

                Capisco il tuo ragionamento.

                Più che “alle persone di cultura scientifica”, penso alle immani potenze economiche – come la Bill Gates Foundation – che pagano le “persone di cultura scientifica” per realizzare i loro progetti.

                Io ho anche tradotto un contratto del cinquantesimo fratello di un noto signore saudita di cui non dico il nome per non attirare i motori di ricerca, ma avete capito tutti chi è; che comprava piantagioni di cannabis in Toscana.

                Questo non vuol dire che “i traduttori spacciano cannabis ai sauditi”.

                I traduttori campano realizzando ciò che fa arricchire i sauditi.

              • Miguel Martinez scrive:

                E’ un po’ come quando si parla di fascismo: tu pensi alle letture poetiche dello squadrista ventenne, io penso all’azienda che gli ha pagato il camion e il manganello.

                Poi tutti e due sono veri.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “ Solo che a questo punto, succede come in Olanda, dove la tredicenne va da uno psicologo, e dice che non se la sente più di vivere. ”

                Secondo me dovresti proprio evitare questa cosa di trasformare in macchiette ridicole le cose che non ti piacciono perché ti impedisce di vedere e di capire….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Secondo me dovresti proprio evitare questa cosa di trasformare in macchiette ridicole le cose che non ti piacciono perché ti impedisce di vedere e di capire…”

                https://nypost.com/2019/06/08/this-teens-death-wasnt-euthanasia-but-it-was-still-deeply-wrong/

              • Miguel Martinez scrive:

                Oppure altro esempio “di confine”:

                https://www.independent.co.uk/news/world/europe/autistic-woman-euthanasia-belgium-doctors-trial-aspergers-syndrome-tine-nys-a8654421.html

                Il punto è ovviamente nella definizione di un malessere “insopportabile”, se deve essere puramente fisico o anche psichico.

                Non è un argomento che mi appassioni tanto, non ho nulla contro il suicidio, a qualunque età.

                Ho qualche dubbio sul fatto che a uccidere sia lo Stato, per lo stesso motivo per cui ho dubbi sulla pena di morte.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “sauditi”

                Finché i sauditi si arricchiscono combattendo la malaria, evviva l’arricchimento dei sauditi.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Caro Miguel,

                Se leggi l’articolo che hai postato vedrai che non è “vai da uno psicologo e dici che non te la senti più di vivere” e ripeto, il mondo è meno tetro delle tue macchiette che continuo a pensare che nascono come artificio retorico per stigmatizzare qualcosa che non ti piace e poi dopo un po’ ci credi davvero…

                Ps gli olandesi sono barbari, ma non fino a quel punto

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                Non capisco questo tuo attaccarti a esempi: io sottolineavo come si può passare da introdurre una novità per motivi apparentemente ineccepibili (esemplare pena di morte per serial killer cannibali, droni che portano medicine, eutanasia per una persona con sofferenze fisiche atroci e senza speranza di guarigione, innesti cerebrali per evitare il dolore, ecc.) che aprono porte che inevitabilmente si allargano.

                Nel caso della ragazzina olandese:

                “Had Pothoven tried again, she may have gotten that approval. Natalie O’Neill reported for The Post that The Netherlands “allows children from 12 through 16 to kill themselves with permission from a parent and if a doctor agrees that their suffering is unbearable and likely to continue. At age 17, children no longer need their parents’ consent.””

                Trattandosi di una sofferenza psicologica e non fisica, a dare l’approvazione sarebbe uno psicologo laureato in medicina, cioè uno psichiatra.

                Poi è proprio un errore dire che “stigmatizzo” qualcosa che “non mi piace”. Ripeto, non ho nulla contro il suicidio. Ho dei dubbi sul diritto degli stati di uccidere, ma la mia obiezione va molto oltre l’eutanasia.

              • roberto scrive:

                Miguel

                “ Non capisco questo tuo attaccarti a esempi:”

                Tu usi esempi per dimostrare o per spiegare le tue idee. Solo che se gli esempi non corrispondono alla realtà, beh non servono più a nulla.
                Nel caso usi l’esempio della tredicenne olandese per dire che se anche una cosa può servire a poche persone che vivono situazioni terribili, quella cosa sarà trasformata in una mostruosità come una tredicenne che va da uno psicologo che le certifica che “è ammazabile” e “lo stato ammazza”
                L’esempio non sta in piedi perché semplicemente non funziona così: già per una tredicenne ci vuole l’accordo dei genitori e per di più il medico (che immagino non possa essere uno psicologo) deve certificare l’esistenza di una sofferenza senza via di uscita (mo non ho voglia di cercare con esattezza, ma è qualcosa del genere e mi da che è una commissione di tre medici …)

                Quindi il tuo esempio davvero non lo capisco perché sembra portare a conclusioni opposte a quelle alle quali vuoi arrivare tu: qualsiasi cosa può essere regolata

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “L’esempio non sta in piedi perché semplicemente non funziona così: già per una tredicenne ci vuole l’accordo dei genitori e per di più il medico (che immagino non possa essere uno psicologo) deve certificare l’esistenza di una sofferenza senza via di uscita (mo non ho voglia di cercare con esattezza, ma è qualcosa del genere e mi da che è una commissione di tre medici …)”

                Se leggi il mio commento, ho detto la stessa cosa: che nel caso di una sofferenza psicologica, il medico in questione deve essere uno psicologo, e quindi uno psichiatra. Credo di ricordarmi che basti un medico solo, ma mi posso sbagliare. Invece hai ragione che sotto i 17 anni ci vuole attualmente il consenso dei genitori, sopra no.

                Non so se sia una mostruosità, può essere che la ragazza abbia anche ragione.

                Semplicemente, non era una cosa prevista nel momento in cui ci si chiedeva se aiutare o no un paziente terminale a non soffrire fisicamente.

                In realtà a me interessano molto di più i droni: cioè il fatto che il sindaco di Firenze usi il trasporto presumibilmente urgente di medicinali, come apripista al “trasporto di persone per alleviare il traffico stradale”.

              • roberto scrive:

                Oltretutto faccio un po’ fatica a capire la tua scelta terminologica (che essendo tu, certo non è casuale). lo stato ammazza? Non parliamo di una che vuole suicidarsi? Un suicidio assistito è lo stato ammazza?

      • roberto scrive:

        Miguel

        “ La questione non è la malaria, ma la creazione e libera diffusione di esseri viventi riprogrammati.”

        No la questione è la creazione e libera diffusione di esseri viventi riprogrammati che servono a lottare contro la malaria

        Sarei curioso di sapere cosa hanno detto al convegno su questo punto e se davvero la vita di tante migliaia di persone vale MENO della voglia di contestare il nanomondo

        • Miguel Martinez scrive:

          per roberto

          “No la questione è la creazione e libera diffusione di esseri viventi riprogrammati che servono a lottare contro la malaria ”

          No, la questione non è la pena di morte.

          La questione è se lo Stato deve o no impiccare in piazza un serial killer cannibale, per fare da deterrente per altri serial killer in futuro.

          • roberto scrive:

            E che c’entra????

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “No, la questione non è la pena di morte.

            La questione è se lo Stato deve o no impiccare in piazza un serial killer cannibale, per fare da deterrente per altri serial killer in futuro.”

            Cioè la pena di morte per impiccagione per un determinato reato.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “Cioè la pena di morte per impiccagione per un determinato reato.”

              Non mi sono spiegato bene.

              Voglio dire che lo Stato, quando intende uccidere, ci presenta non “la pena di morte”, ci presenta sempre un caso estremo, emotivamente convincente e magari anche razionale: tutti vorremmo vedere impiccato un serial killer cannibale, e razionalmente possiamo dire che è un utile deterrente, e quindi farebbe anche del bene.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “riprogrammati”

        Molto ma molto ma molto meglio una vita riprogrammata che una vita con la malaria, credimi.

        Anche i vaccini sono una riprogrammazione artificiale del nostro sistema immunitario. Sono un ottimo esempio di tecnoscienze.

        Che facciamo, reintroduciamo il vaiolo?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “giustificabile”

        Lo credo bene.

        Non sono mica contro la pena di morte perché è ‘cattiva’. Non so nemmeno cosa voglia dire. Sono contro la pena di morte perché é pericolosa.

        In caso di errore giudiziario, infatti, se vige la pena di morte allora qualunque innocente può finire sul patibolo, incluso me.

        Sono dunque più sicuro in uno Stato che la pena di morte non ce l’ha.

        Ma per quanto dimagrisca io non potrò certo mai essere confuso con una zanzara anofele.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ” la creazione e libera diffusione di esseri viventi riprogrammati”

        Tipo il frumento di varietà Creso?

  3. PinoMamet scrive:

    “Lo scopo è quello di estinguere l’intera popolazione di zanzare”.

    Possibile che gli scienziati siano ancora così arretrati? Possibile che non capiscano che se le zanzare sono al mondo, un qualche motivo c’è?

    Capirei se avessero detto “sostituire le zanzare malariche con altre innocue”.
    Ci sta- con un bel po’ di prudenza.

    Aumentare il numero di pesci e insetti e volatili che si nutrono di zanzare.

    Ma soprattutto, se lo scopo è far finire la malaria, beh, curare la malaria….

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ PinoMamet

      “curare la malaria”

      A quanto ne so, un vaccino è ancora di là da venire. E il plasmodio è resistentissimo. Eliminare il vettore (solo la zanzara femmina punge, perché abbisogna delle proteine del sangue umano per facilitare la schiusa delle uova in qualche ambiente umido) è la scelta migliore. Allora o si bonifica eliminando le paludi (come si è fatto in Italia) ma questo fa male alla Natura tanto cara ai nemici delle tecnoscienze, o si butta tanto insetticida (idem) o si usano tante zanzariere (ma non si può vivere sempre a riparo di una zanzariera) o si sterilizzano i maschi (che è quello che si vuole fare).

      Mia madre da piccola fu uno degli ultimissimi esseri umani in Italia ad ammalarsi di malaria. Le ha rovinato la vita, anche se è sopravvissuta. Davvero, non si ha più idea di che incubo significhi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

    • roberto scrive:

      In effetti credo che semplicemente non si sappia ancora come curare la malaria e si cerca di eliminare le zanzare. Io non credo che gli scienziati siano stupidi

      • PinoMamet scrive:

        Ehm..

        “It is preventable and curable.”

        lo dice l’OMS, non il sottoscritto:
        https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/malaria

        qui una lista dei territori in cui la malaria è scomparsa in seguito a specifiche misure (tra cui l’Italia) o senza (per esempio il Lesotho).

        Non mi risulta che sia stata sterminata l’intera popolazione di zanzare italiana 😉

        Né che farlo, o tentare di farlo, sia esattamente una buona idea, o anche solo un’idea fattibile…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La tipica zanzara a cui siamo abituati è del genere Culex, mentre il vettore della malaria sono le zanzare di genere anofele contro le quali abbiamo condotto veramente una lotta senza quartiere a colpi di DDT.

          Quelle zanzare non sono del tutto scomparse in Italia. Così come non è del tutto scomparsa la malaria.

          https://www.epicentro.iss.it/malaria/epidemiologia-italia

          • PinoMamet scrive:

            Ma io (e credo che l’OMS sia con me, almeno in questo caso) non credo infatti a soluzioni miracolose al 100%;

            e tantomeno in soluzioni uniche ai problemi.
            Raramente i problemi hanno una soluzione unica, asso pigliatutto.
            Più spesso è una roba (dico una parola) sistemica:
            bonificare le paludi, aumentare i predatori di zanzare, usare gli insetticidi… e intanto sviluppare cure, prevenzioni, vaccini, e anche pratiche, come dire, di supporto (zanzariere e zampirone?)

            tutt’insieme, si fa qualcosa. Certo, qualche caso rimarrà, ma un conto sono pochi casi curabili, e un altro molti non curati…
            (vedo nel tuo link che molti dei casi registrati in Italia sono di stranieri o di persone che hanno viaggiato in aree dove la malaria è endemica…)

            • PinoMamet scrive:

              Noi siamo tra amici che non contano niente, e si parla con tranquillità.

              Fossimo politici, domani uscirebbe un giornale con scritto “l’onorevole Mamet vuole sconfiggere la malaria con lo zampirone!”
              😉

          • paniscus scrive:

            “Quelle zanzare non sono del tutto scomparse in Italia. Così come non è del tutto scomparsa la malaria.”—–

            E se tanto mi dà tanto, non andranno certo a scomprarire facilmente, perché i cambiametni climatici consentono di sopravvivere meglio anche alle zanzare di origine tropicale che fino a pochi anni fa in Europa non sopravvivevano, mentre adesso sì…

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “In effetti credo che semplicemente non si sappia ancora come curare la malaria ”

        In realtà un vaccino recentissimo ci sarebbe.

        https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/loms-raccomanda-il-primo-vaccino-per-la-malaria

        Però la malaria riguarda paesi sfigati, per cui non credo né nella possibilità di una vaccinazione di massa, né nella possibilità che un domani si pagheranno miliardi per liberare in natura zanzare sterili in modo da far declinare la popolazione.

        Anzi, se devo essere sincero, credo che è molto più probabile che sarà qualche paese ricco ad essere tentato dal liberarsi delle nostre zanzare (innocue, per quanto bestie schifose, immonde e nemiche naturali e giurate del genere umano) per far risparmiare ai comuni i costi di disinfestazione.
        Insomma, era stato detto che gli OGM avrebbero sfamato l’Africa, quando in realtà, in ultima istanza, servono per produrre mangimi per i bovini che producono carne per il mondo ricco. Semplicemente la tecnologia serve chi è più ricco, mica chi ne ha più bisogno.

    • PinoMamet scrive:

      A me pare che a dire il vero le scardole (pesciolino di acqua dolce) siano state diffuse in Italia proprio per limitare le zanzare…

      risultato, meno zanzare, meno malaria, e più pesca sportiva 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “https://www.metallirari.com/transizione-verde-pericolosa-favola-verso-disastro-economico/”

      impressionante:

      “Secondo le stime più generose (BP’s 2021 Statistical Review of World Energy), nel 2020, l’eolico rappresentava il 3% del consumo totale di energia del mondo e il solare l’1% dell’energia totale. Se invece consideriamo anche l’energia idroelettrica arriviamo all’11% della fornitura energetica mondiale (nell’Unione Europea si arriva al 14%).”

      “Sembra quasi che il problema che sta colpendo l’economia globale sia semplicemente che non si possa mantenere una crescita economica come accaduto nel passato recente. Troppe aree economiche richiedono nuovi investimenti da subito per continuare a crescere. Investimenti non solo in risorse finanziarie, ma anche in risorse fisiche (petrolio, carbone, acciaio, rame, ecc.), in tempo e in nuovo personale da formare e addestrare. “

      • PinoMamet scrive:

        La soluzione è sempre quella di diminuire la popolazione mondiale.
        Non dico mica di ammazzarla o di farla morire di fame: dico che bisogna gradualmente che tutti i paesi raggiungano la natalità delle nazioni ricche, cioè bassissima.
        (Semplifico, i conti fateli voi).

        E l’unico modo per farlo, è di rendere tutti ricchi, o almeno più ricchi di oggi.

        Quindi sì al capitalismo, temperato all’Europa sennò si creano i proletari; sì sì sussidi e aiuti sociali; sì all’immigrazione; sì allo sviluppo economico, Tav e compagnia cantante.
        No alla decrescita: decrescita vuol dire morte. Decrescita vuol dire consumare meno, ma in tantissimi, cioè lasciare liberi pochissimi di consumare anche di più e lasciare gli altri al limite della pura sopravvivenza.

        Non mi interessa discuterne: per me è evidente, prima o poi ci arriveranno tutti. Ma sarà troppo tardi.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino Mamet

          “gradualmente”

          Se si riduce gradualmente la natalità allora si riduce la velocità di crescita della popolazione, non la popolazione.

          Per ridurre la popolazione bisogna ridurre inoltre il numero delle nascite, il che vuol dire avere troppi vecchi con pochi giovani a lavorare per mantenerli – e già in Cina hanno fatto marcia indietro rispetto alla politica del figlio unico.

          Occorre allora un sistema per limitare l’eccesso di popolazione in età fertile, in modo che ci siano abbastanza giovani per lavorare e mantenere chi non lavora (vecchi, bambini) ma non abbastanza da fare esplodere la popolazione.

          Questo sistema, detto dell'”infanticidio differito”, è noto col termine più comune di “guerra”.

          Gaston Bouthoul definì appunto (nel suo “Polémologie”) del 1945 la guerra come un infanticidio differito che si innesca prevalentemente quando c’è un eccesso di popolazione giovane maschile (le femmine badano ai figli).

          Oggi tale effetto caratterizza ad esempio la Cina.

          Il casus belli può essere una *trappola di Tucidide”: i tumori di una potenza egemone (gli USA) verso la crescita di un potenziale rivale (la Cina) creano le condizioni favorevoli all’inizio di un conflitto, che di solito comincia fra potenze relativamente minori e fiancheggiatrici delle maggiori per questioni locali (Ucraina vs Russia?).

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Gaston Bouthoul definì appunto (nel suo “Polémologie”) del 1945 la guerra come un infanticidio differito che si innesca prevalentemente quando c’è un eccesso di popolazione giovane maschile (le femmine badano ai figli).

            Devi eliminare le femmine se c’è eccesso demografico. No, quella di Bouthoul mi pare una roba che biologicamente non sta nè in cielo nè in terra.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Mauricius Tarvisii

              “femmine”

              Le femmine partoriscono. Senza bambini non ci sono soldati per le guerre future, e una comunità è a rischio di essere travolta. E’ l’eliminazione dell’eccesso di popolazione che calmiera la sovrappopolazione. Lo dimostra all’estremo l’ex URSS, i cui paesi sono tuttora sottopopolati dopo i venti e passa milioni di vittime della WW2.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La crisi demografica dei paesi ex sovietici ha ben altre ragioni: la società lì è stata rivoltata come un calzino, si è spinto molto per l’occupazione femminile, si è modernizzata a forza la mentalità e questo ha fatto sì che davanti ad un futuro fosco la gente abbia smesso di figliare.

  4. Peucezio scrive:

    Miguel,
    prima di entrare nella selva dei commenti,
    meraviglioso post!

    Ma non ho ben capito se Jehanne Mehta sia una cantante o una scrittrice.
    In ogni caso su youtube mi sto ascoltando bellissime sue canzoni folk.
    È una poesia tutta anglosassone (anche se con una forte matrice irlandese o scozzese).

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Ma non ho ben capito se Jehanne Mehta sia una cantante o una scrittrice.”

      Io l’ho conosciuta come scrittrice di poesie, nel libro c’era anche un DVD dove le leggeva.

      Poi ho visto che è anche cantante.

  5. Miguel Martinez scrive:

    Comunque credo che molto più interessante che parlare di zanzare (uno dei mille temi toccati durante l’incontro) o di eutanasia (che era un sotto-esempio nella discussione sulle zanzare!), sarebbe riflettere sul fatto che esistono etiche diverse, fondate su assiomi diversi e non sempre conciliabili tra di loro.

    • Daouda scrive:

      Che esistano etiche diverse basta chiedere ai mafiosi, ai massoni of ai pedofili.
      L’etica è una sola, che uno non ci arrivi o voglia fare come cazzo gli pare è altro discorso

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Daouda

        “L’etica è una sola, che uno non ci arrivi o voglia fare come cazzo gli pare è altro discorso”

        Bene, adesso spiega cosa dice l’Etica Unica a proposito dei matrimoni gay e discutine con Roberto 🙂

  6. Miguel Martinez scrive:

    Non volevo impelagarmi nella questione eutanasia, ma qui trovo delle risposte a molte domande sull’eutanasia in Olanda:

    https://www.patientsrightscouncil.org/site/hollands-euthanasia-law/

    1) La soppressione può essere richiesta da chiunque abbia più di 12 anni.

    2) Per i giovani tra i 16 e i 18 anni, si devono consultare i genitori, ma il loro parere non è vincolante

    3) il “medico” (non trovo definizioni più precise) deve dichiararsi convinto che la “sofferenza sia durevole e insopportabile.”

    4) Non esiste alcun requisito per cui la sofferenza debba essere fisica.

    5) La supervisione spetta a una commissione di tre esperti – un giurista, un medico e un “esperto in questioni filosofiche”, definito così: “An expert in “philosophical issues” is one who has expertise regarding the “discussion on the prerequisites for a meaningful life.”” (tipo Daouda, insomma).

    6) Il pubblico ministero non sarà informato in alcun modo riguardo all’eutanasia, salvo che la “commissione di esperti” denunci un’irregolarità nella soppressione.

    • Miguel Martinez scrive:

      “3) il “medico” (non trovo definizioni più precise) deve dichiararsi convinto che la “sofferenza sia durevole e insopportabile.” ”

      In realtà, il termine olandese (io mi sono basato su una traduzione in inglese) che traduco come “durevole” (lasting), è un po’ più forte, “uitzichtloos”, “privo di prospettive”.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Comunque, vorrei rassicurare Roberto.

    I miei commenti sono quanto di più lontano ci possa essere dallo stucchevole culto cattolico della Vita con la maiuscola.

    Non ho nulla contro il suicidio.

    Non credo che la vita umana sia qualcosa di sacrosanta.

    Credo che moriremo tutti, siamo tutti “uitzichtloos” se vuoi.

    E penso che tutte queste questioni, in un mondo normale si risolvono da sole: “staccare la spina” presuppone che ci sia una spina da staccare.

    Spero che possiamo tutti fare la fine dei soldati di Waterloo: innumerevoli migliaia di morti, venduti in pochi anni come concime dai solerti contadini belgi, per cui non esiste un cimitero militare da quelle parti.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Death is more mundane
      than we imagine.
      It is implicit in the abundance of my garden”.

      Jehanne Mehta

      • paniscus scrive:

        ““Death is more mundane
        than we imagine.
        It is implicit in the abundance of my garden”.
        ————————

        Una cosa che mi ha insegnato la botanica (per quanto da dilettante senza giardino spazioso, ma limitata a un terrazzo con i vasi), è che la maggior parte delle potenziali piante non ce la fa, ma che qualsiasi pianta che riesce a nascere nonostante tutto, merita di essere aiutata almeno a provarci. Se poi non ce la fa lo stesso, pazienza, ma intanto la si aiuta. PROPRIO perché la maggior parte non ce la fanno.

        Giorni fa ho trovato un germoglio verde con le fatidiche due foglioline iniziali, che sporgeva dalla griglia laterale dell’acquaio di cucina, sopravvissuto a tutti i filtri e a tutti i detersivi.

        Visto lo stadio precocissimo delle foglie, era impossibile stabilire di che specie fosse, comunque ho pensato che meritasse di essere incoraggiato.

        Dopo un paio di giorni di stenti, in una buchetta scavata col dito ai piedi di altre piante, si è animato in maniera decisa, e quindi si è conquistato un vasetto tutto suo, rivelandosi per una pianta di pomodori, anche abbastanza pimpante.

        Nonostante la semina fosse chiaramente fuori stagione, pare che prometta benino.

        Vi aggiorno.

    • Miguel Martinez scrive:

      Immagino che Roberto senta subito puzza di clericalismo appena si mette in dubbio qualcosa come l’eutanasia. E ha ragione: l’ossessione con la vita umana è una cosa da preti.

      E alla vita umana, loro sono sempre pronti a sacrificare qualunque cosa.

      Io la ritengo una forma di idolatria, e se vogliamo anche un’offesa a quella creazione divina che è la morte, la ciclicità delle cose, il passare del tempo. E anche, per chi ci crede, un’offesa all’immortalità dell’anima.

      Soprattutto, per me è inaccettabile separare la vita umana dalla vita di tutto, dall’ecosistema in cui per un attimo compariamo noi, compaiono gatti, tassi – alberi e quadrupedi -, formiche, monti, fiumi, funghi, guerrieri, amanti, piccioni…

      Per questo ci tengo a precisare che i dubbi (non la critica radicale) che posso esprimere sull’eutanasia non hanno nulla a che vedere con quelle fisse cattoliche.

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