La Libertà Occidentale

Mi permetto di prendere un brano, scritto da Edoardo Albinati, fuori da ogni contesto.

Primo contesto: lo trovo su un sito che spesso e acutamente polemizza con ciò che viene chiamato Occidente, infatti il titolo del post fa esplicito riferimento a Occidente, Russia, Ucraina. Via, togliamo il contesto di guerre attuali.

Secondo contesto: il brano è tratto da un libro che non ho letto, che so approssimativamente parlare di storie romane molto brutte degli Anni Settanta. Sospetto (ma non lo so) – sul caso specifico attorno a cui ruota il libro, di avere un parere piuttosto diverso da quello dell’autore. Ma via, togliamo anche il contesto delle scuole cattoliche romane, o degli estremisti degli Anni Settanta.

Quello che resta, nudo, liberato da tutti questi contesti polemizzabili, è una descrizione incredibilmente precisa di qualcosa che io vivo tutti i giorni.

E’ la mia vita adesso!

Me lo leggo, me lo rileggo e me lo ririleggo, sono proprio io!

E sospetto non solo io.

Nei paesi democratici si è assai poco liberi di agire, anzi non lo si è affatto.

I lacci delle regole stringono ogni singola azione, specialmente in città, le autorità hanno deciso dove puoi camminare, quanto tempo sostare, quanto a lungo guardare un quadro e da quale distanza, se ti è permesso il bagno in mare, quanto paghi per spostarti, i grammi di droga da comprare, dove disperdere le ceneri di tuo padre e dove le tue.

È regolamentato da tabelle ogni respiro della vita urbana, i cartelli vietano, le linee tratteggiate separano, e intanto le telecamere registrano tutto quanto, tra multe, scadenze, bolli, giorni alterni, orari, varchi.

Non sei libero di fare nulla senza uno speciale permesso, un visto, un bollino, una scheda, una password, un ticket, un collare, un coupon, una tessera, una banda magnetica; che devi continuamente rinnovare perché scade, sta scadendo, eccolo là, è già scaduto, e devi ricominciare daccapo.

Sei sempre fuorilegge malgrado tu la insegua tutti i giorni per obbedirle. Le buste non aperte con gli avvisi di infrazioni e intimazioni e promemoria creano pile nell’ingresso di casa. Nei giorni dispari circolano le macchine con la targa pari, ma possono parcheggiare solo sul lato destro della strada, se sono catalizzate, dalle 13 alle 18.

Sei sorvegliato ovunque.

Regolamenti si sovrappongono a regolamenti, come manifesti incollati uno sopra l’altro, e mentre stai lì senza far nulla, su una panchina di un giardino, in realtà stai obbedendo almeno a una decina di codici racchiusi l’uno nell’altro come scatole cinesi.

Unica eccezione: i barboni, e i criminali.

Finché non finiscono in prigione i criminali sono gli unici uomini liberi della nostra società.

O quantomeno che tentano spericolatamente, avendo spesso la peggio, di imporre ed esercitare la loro libertà ai danni di quella degli altri, come se fossero unica legge a se stessi, il che non è mai vero fino in fondo, poiché non può definirsi legge ciò che è valido per un solo individuo.

La legge per chiamarsi tale deve opprimere un sacco di gente, ma di fatto opprime solo quelli che la rispettano, i quali perciò finiscono per essere oppressi due volte, schiacciati tra due poteri: da una parte lo Stato alle cui leggi, spesso strampalate, obbediscono, dall’altra i criminali piccoli e grandi che gli impongono la loro.

Per non parlare delle organizzazioni che sono ormai come la Spectre: banche, compagnie telefoniche e assicurative, arroccate nei loro palazzi di vetro e difese da numeri telefonici a cui non risponde mai nessuno, strutturate con tratti di segretezza impenetrabilità e impersonalità presi a prestito dalla macchina dello Stato e da quella delle organizzazioni mafiose.

Il cittadino paga sempre almeno due volte il suo tributo. È una doppia o tripla tassazione fissa.

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277 risposte a La Libertà Occidentale

  1. roberto scrive:

    L’unico uomo davvero totalmente libero è un eremita che vive lontano dal resto dell’umanità

    Sennò anche Adamo ed Eva avevano sicuramente qualche regola per sopportarlo a vicenda

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Roberto

      “Sennò anche Adamo ed Eva avevano sicuramente qualche regola per sopportarlo a vicenda”

      Sicuramente.

      Ora, due domande…

      1) quando parlo di queste cose, c’è sempre qualcuno che risponde stralunato, dicendo “solo a Firenze succedono certe cose!”

      2) qualcun altro dice che sta difendendo la “Libertà Occidentale”. Io chiedo cosa sia, i difensori della Libertà tacciono.

      • roberto scrive:

        La prima è una affermazione

        La seconda non l’ho proprio capita

        cioè con chi ce l’hai? In quale situazione?
        Io preferisco rispondere per me stesso e non credo di aver mai utilizzato la curiosa espressione “libertà occidentale”

    • Francesco scrive:

      libero un cazzo

      se non beve muore di sete

      se non mangia muore di fame

      se non caga muore male di costipazione

      se non dorme prima parla con gli Dei e poi crepa

      se non sta attento ai dirupi cade e crepa

      se non sta attento ai lupi viene mangiato

      se non sta attento ai cinghiali viene sventrato

      anche se arrampica su un albero per mangiare un caco è sottomesso alla legge di gravitazione universale

      direi che non è per nulla libero

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Simone Weil diceva che il primitivo è prigioniero della Natura (per i motivi che dici), poi per liberarci dalla prigionia della Natura abbiamo costruito società sempre più complesse e raffinate e alla fine ci siamo ritrovati relativamente liberi dalla Natura e prigionieri di queste società.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Simone Weil diceva ”

          non fa una grinza

        • Francesco scrive:

          pienamente d’accordo

          credo sia quella cosa che alcuni chiamano Progresso e altri Civiltà

          peraltro i primitivi sono totalmente prigionieri delle loro micro-società

        • Moi scrive:

          Sì, penso che Simone Weil abbia ragione … ma, al solito, la Finestra di Overton è scattata già alle prime Selci Scheggiate, no ?

          😉

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La finestra di Overton non c’entra.
            Diciamo che – tolti casi puramente di scuola o fantascientifici – nessuno è mai completamente libero dalla Natura e nessuno è mai completamente libero dalla Società.

            • Francesco scrive:

              i matti completi: liberi nel senso di inconsapevoli? potrebbe essere?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Essere liberi significa fare quello che si vuole. Ma puoi dire di volere qualcosa se non sei nemmeno in grado di capire che cosa vuoi?

              • Francesco scrive:

                ma LORO non sono in grado di capirlo oppure NOI non siamo in grado di capirli? e se il problema è essere liberi da Natura e Società, forse la follia è l’unico modo

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Mauricius Tarvisii

          “Natura”

          Nel suo “Relazione per un’Accademia”, Kafka racconta di una scimmia nata in uno zoo. Sottoposta a una serie di interventi di vivisezione, la scimmia è trasformata in un essere umano, e racconta la propria esperienza in una relazione, appunto, per un’accademia. Vi dice che diventando umana le sembra che le sbarre della gabbia in cui era nata si siano progressivamente allargate, via via fino ad arrivare oltre il cielo e le stelle, invisibili e larghe quanto il cosmo ma presenti. La differenza fra libertà e prigionia è la dimensione della gabbia.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            per una volta sono d’accordo con Andrea e pure con Kafka

            mi sembra una ottima intuizione su dove cercare la libertà

            ciao

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      “L’unico uomo davvero totalmente libero è un eremita che vive lontano dal resto dell’umanità ”

      È una questione di misura.
      Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi.
      Forse negli anni ’50 no: c’erano altri tipi di restrizioni.

      • roberto scrive:

        peucezio

        “Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi.”

        a parte che negli anni 80 esistevano una marea di divieti, monopoli, lacci e lacciuoli di ogni tipo (pensa al monopolio sulla televisione o sui telefoni) che sono stati eliminati nel tempo…

        è sempre una questione di prospettive e di limiti della libertà di qualcuno rispetto a quella di qualcun’altro

        l’esempio più intuitivo è il fumo: negli anni 80 eri libero di fumare ovunque, ma chi (come me) detesta la puzza di fumo, non era libero di mnagiarsi una pizza in santa pace o vedersi un film al cinema senza finire appestato.
        adesso è esattamente l’inverso, e io ho acquistato libertà rispetto ad un fumatore che l’ha persa

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Però lo sfumacchiare in faccia al prossimo è una libertà (non ha contenuto pretensivo: io fumo e te lo impongo come fatto compiuto), mentre la tutela del non fumatore è un diritto (posso pretendere che il mio vicino non fumi) o addirittura un mero divieto (tu non fumi, pure se non dai fastidio).

          • roberto scrive:

            chiudi un attimo i libri di diritto

            1982 roberto non poteva andare al ristorante senza mangiare pizza al gusto fumo
            2022 roberto è libero di godere il profumo del basilico sulla pizza appena sfornata

            1982 piero era libero di gustarsi una bella sigaretta mentre mangiava la pizza
            2022 piero non può fumare in pizzeria

            cosa ne deduciamo?

            1982 piero è più libero di roberto
            2022 roberto è più libero di piero

            ergo

            la frase di peucezio
            “Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi”

            va pene per piero ma non per roberto

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Prima Piero era più libero, ora Roberto è più tutelato.
              Se domani depenalizzassero l’omicidio non è che grideremmo “siamo meno liberi”, ma “siamo più in pericolo”.

              • Francesco scrive:

                grideremmo “siamo più liberi” e andremmo a cercare quelli che ci stanno molto sulle palle, no?

                allo stesso tempo saremmo più in pericolo

                non capisco la tua obiezione a Roberto, “liberi di” vs “liberi da”?

                ciao

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, è che io sono per una definizione rigorosa di libertà. E, data questa definizione, la libertà potrebbe non essere sempre un bene.

              • Francesco scrive:

                più che rigorosa, mi pare astratta e monodimensionale

                e abbastanza inutile

                se la libertà è complicata, una definizione rigorosa ma semplicistica è inutile

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “1982 piero è più libero di roberto
              2022 roberto è più libero di piero”

              Premesso che scegli esempi a senso unico :-), direi:

              “1982 piero è più libero di roberto
              2022 roberto è più tutelato di piero”

              E in generale, entrambi sono meno liberi.

              Questo non vuol dire affatto che sia un male. Semplicemente, trovo errato parlare di “libertà occidentale”.

              • roberto scrive:

                “E in generale, entrambi sono meno liberi.”

                in che senso? davvero roberto prima la pizza non andava a mangiarla….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “in che senso? davvero roberto prima la pizza non andava a mangiarla….”

                Intendevo che nemmeno tu sei libero (potenzialmente) di fumare.

                Però è vero anche quello che dici: una libertà implica sempre una restrizione per un altro. Esistono “le” libertà, non “la” libertà.

                Il mio problema infatti è solo con l’autoesaltazione dell’Occidente.

              • roberto scrive:

                “Premesso che scegli esempi a senso unico :-)”

                perché parto dalla frase di peucezio che dice che
                “Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi.”

                ci sono una caterva di esempi contrari e i primi che mi vengono in mente

                – potevi guardare solo la RAI
                – potevi telefonare solo con la SIP
                – andevi in prigione se da uomo non volevi fare il militare
                – eri obbligato a seguire l’ora di religione a scuola
                – non esisteva nessuna forma di riconoscimento di unioni civili

                …e per favore non discutiamo se queste libertà sono buone o no ma solo del fatto che appunto oggi un 18enne ha la libertà di non spendere un anno a fare il militare, libertà che un 18 nel 1980 non aveva

                (la SIAE esisteva anche nel 1980, il DVR no, ma non è che visto che c’è il DVR siete meno liberi…)

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, c’è il discorso dell’afflittività: il DVR è una restrizione alla libertà del datore di lavoro (come l’articolo 18…), ma riguarda pochi istanti della vita di una persona, mentre il militare era un anno in cui lo Stato ti sequestrava (poi qualcuno se lo faceva piacere, come quando piove nel fine settimana).

              • PinoMamet scrive:

                le leggi cambiano secondo la sensibilità del momento;

                l’Italia è sempre stata un paese legalistico, in cui è permesso solo ciò che non è espressamente vietato, a differenza di altri paesi (i famosi paesi anglosassoni, per molti dei quali nutro antipatia ma devo riconoscere in essi è vietato solo ciò che è espressamente vietato, il resto è libero)

                adesso la moda è di penalizzare i fumatori e i maschi che gridano ‘a bbona alle bbone, negli anni ’70 e ’80 non si poteva farlo perché avrebbero dovuto multare il 90% della popolazione.

                Come nell’Antica Roma non si poteva abolire la schiavitù perché si sarebbe dovuta abolire l’Antica Roma.
                La schiavitù scomparve quando non c’erano più schiavi, invece, e allora la si sostituì con forme diverse di lavoro più o meno coatto.

                Quindi, riformulerei l’affermazione di Peucezio così:

                era più divertente essere un maschio fumatore negli anni Ottanta di quanto lo sia oggi.

                La libertà lasciamola da parte.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “chiudi un attimo i libri di diritto”

              1952 piero ero libero di giocare per strada, imparando a conoscere lo spazio, la città, tutti gli altri bambini del rione, alla faccia del povero roberto che perdeva minuti preziosi suonando il clacson per poter passare con la macchina in mezzo ai mocciosi

              2022 il nipote di piero non è libero di giocare per strada o fare un metro non accompagnato, ma roberto è libero di non perdere un attimo quando passa in macchina

              • roberto scrive:

                e questo ti basta per dire che in un mitico passato “si era molto più liberi di oggi” (cito da peucezio, impersonale compreso)?

                secondo me è una cosa senza senso….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “e questo ti basta per dire che in un mitico passato “si era molto più liberi di oggi” (cito da peucezio, impersonale compreso)?”

                Certo che no, sono d’accordo con te.

                Ognuno era molto più libero in alcune cose, molto meno in altre.

                Sicuramente oggi siamo tutti molto più sorvegliati e controllati di allora – mi ricordo quando da ragazzo mi fermava la polizia, e dovevano telefonare in questura, che ovviamente non aveva accesso a tutti i fascicoli d’Italia.

                Poi sono enormemente aumentate le possibilità di “libera scelta” di prodotti di consumo.

                E’ molto aumentata la libertà da “vecchi costumi”, che però dipendeva solo in minima parte dal sistema repressivo/statale.

                E’ molto diminuita l’effettiva libertà di parola e di pensiero, perché si sono unificati i dispositivi di comunicazione, cosa inimmaginabile quando ero giovane.

                E così via…

              • Miguel Martinez scrive:

                Aggiungo che è enormemente diminuita la possibilità per i cittadini organizzati di influire sulle istituzioni, essendosi spettacolarizzate le elezioni e scomparse le formazioni sociali (partiti, sindacati, case del popolo, parrocchie, ecc.).

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “a parte che negli anni 80 esistevano una marea di divieti, monopoli, lacci e lacciuoli di ogni tipo (pensa al monopolio sulla televisione o sui telefoni) ”

          E’ vero.

          Stai parlando di una libertà specifica: quella di poter scegliere tra un vasto numero di oggetti che possiamo acquistare a pagamento.

          E’ un criterio oggettivo e valido, ma specifico.

          In questo senso, la libertà dello sceicco saudita, che può scegliere se andare con la sua yacht a New York o a Bangkok, è molto maggiore della mia.

          • Francesco scrive:

            no. se lo sceicco saudita scrive che Renzi è un XXXXX e un YYYY sparisce in una prigione saudita

            se lo fai tu, ti diciamo noi che sei il solito fiorentino noioso

            🙂

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “no. se lo sceicco saudita scrive che Renzi è un XXXXX e un YYYY sparisce in una prigione saudita”

              Certo.

              E’ un tipo specifico di libertà: quello di persone che “fanno politica” di criticare altri che “fanno politica” (almeno in Messico o in Egitto, il contadino che maledice il Governo Ladro non rischia nulla, tanto non conta nulla).

              Questa libertà è sicuramente maggiore in “Occidente”.

              Il punto è che libertà indica semplicemente il “potere di fare qualcosa” senza venire immediatamente fulminato. E le “qualcosa” da fare sono talmente tante che parlare di “libertà” in generale non ha alcun senso.

              • Francesco scrive:

                beh, insomma, se su un miliardo di qualcosa posso farne 900 milioni e quelle che non posso sono quasi tutte “azioni che recano una colossale rottura di coglioni al prossimo” (tipo giocare a pallone per strada), mi tengo il mio concetto di libertà

                poi domani non ci saranno più auto private e si potrà tornare a giocare per strada, mi ha detto oggi un professore di ingegneria

  2. roberto scrive:

    Mi domando perché c’è l’aggettivo occidentale.

    Non è muraria mutandis. Il fatto che la libertà assoluta non esiste, non è lo stesso identico concetto a qualsiasi latitudine, in qualsiasi epoca?

  3. roberto scrive:

    Vedi

    “ quanto a lungo guardare un quadro”

    Se tu fossi l’unica persona al mondo, avresti la libertà di guardare il quadro quanto ti pare.
    Già se siamo in due, se tu ti piazzo davanti al quadro per tre ore, beh io non potrò guardarlo.
    Possiamo trovare un compromesso e diciamo tu mi lasci 10 minuti poi io vado al prossimo?
    Certo ma tu avrai perso la tua libertà assoluta, e capirai che passare la vita a cercare limitazioni volontarie alla propria libertà discutendo con sconosciuti, non è una prospettiva allettante

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “e tu fossi l’unica persona al mondo, avresti la libertà di guardare il quadro quanto ti pare.”

      E io che scrivo da una vita su questo blog?

      • Miguel Martinez scrive:

        “E io che scrivo da una vita su questo blog?”

        Semplicemente, non vi permettete di dire che questo sia un sistema fondato sulla “libertà”.

        E nemmeno (cosa molto diversa) che sia una “democrazia”, cioè un luogo in cui comanda il “demos” e non gli “oligoi”.

        Tolte le retoriche di “libertà” e “democrazia”, possiamo benissimo dire di vivere in un sistema abbastanza “efficiente”, che riesce a tenere sotto controllo centinaia di milioni di persone.

        • roberto scrive:

          Io invece mi permetto di dire che viviamo in un sistema che permette di essere liberi molto meglio di tanti altri ad un gran numero di persone

          Poi che essere liberi non vuol dire essere totalmente liberi mi pare una cosa così banale che mi sorprende che ne discutiamo

          • Francesco scrive:

            io ho smesso di sorprendermene, passare da capire che non esiste la libertà assoluta ad affermare che in Italia non c’è libertà come non c’è Arabia Saudita …. è deprimente

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “io ho smesso di sorprendermene, passare da capire che non esiste la libertà assoluta ad affermare che in Italia non c’è libertà come non c’è Arabia Saudita”

              In che senso non c’è Arabia Saudita in Italia?

              Credo che il buon Renzi faccia del suo meglio per farcela stare…

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      “Già se siamo in due, se tu ti piazzo davanti al quadro per tre ore, beh io non potrò guardarlo.”

      Ma infatti credo che sia proprio un proprio un problema di numeri.
      Più siamo meno siamo liberi.

  4. Moi scrive:

    Come scriveva Zeta … SFD ! Esseffedì ! NON si dice e non si scrive più da decenni … “Barboni”.

    Senza
    Fissa
    Dimora

  5. roberto scrive:

    Trovo più questa frase

    “ Nei paesi democratici si è assai poco liberi di agire, anzi non lo si è affatto.”

    Davvero sciocca
    Sottintende che nei paesi non democratici si è più liberi di agire?
    No? E allora perché l’aggettivo” democratici”?

    Oltre al detestabile impersonale “si”. Chi è il soggetto della frase?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Sottintende che nei paesi non democratici si è più liberi di agire?”

      leggere il testo

      “No? E allora perché l’aggettivo” democratici”?”

      “Democratico”, qualunque cosa significhi, non è per nulla sinonimo di “libertà”.

      Oltre al detestabile impersonale “si”. Chi è il soggetto della frase?

      Giusto, io sono sempre il primo a prendermela con chi usa il “detestabile impersonale si”!

      Il soggetto per me è Miguel Martinez, visto che non conosco l’autore, puoi tranquillamente sostituire il mio nome e cognome a tutti gli impersonali.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “si geme”

      In una grande azienda della mia città un lavoratore ha parcheggiato legandola con la catena antifurto a una balaustra metallica davanti l’ingresso principale la bicicletta della figlia, ormai cresciuta.

      Questo è successo dodici anni fa.

      Per una serie di motivi che non sto a raccontare, il lavoratore non ha più spostato la bicicletta. Nel corso degli anni, è lentamente diventata un rottame arrugginito in bella vista per dove passavano colleghi, dirigenti e clienti. Il tutto a meno di cento metri dalla guardiola della portineria.

      Il rottame è stato rimosso pochi mesi fa.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  6. Miguel Martinez scrive:

    Aggiungiamo, la storia di due amici…

    La Anna Lisa fa un bando per il giardino del rione. Devono mettere un paio di giochi, che costano il 40% in più di quelli, perfettamente identici, perché devono essere certificati da una sfilza di ingegneri.

    Poi dice, perché non proiettiamo gratuitamente un film? E scopre così che per farlo vedere, oltre a dare uno stonfo di soldi alla Siae (che NON li darà agli attori e registi), deve redigere un gigantesco piano di sicurezza, con ingegneri che certificano le vie di fuga… Costo, oltre 1000 euro.

    Ha giustamente rinunciato.

    L’altro mio amico è un “criminale” che organizza nella più totale illegalità e tranquillità proiezioni serali in piazza. Nessun agente della Siae osa farsi vedere, ovviamente: non perché tema le botte, semplicemente, perché non esiste un “bravo cittadino” che si sia fatto incastrare firmando un documento in cui si assume la responsabilità.

    • roberto scrive:

      Capisco dai tuoi racconti che l’Italia è un posto orribile dove non si può fare nulla

      Qui, nel mondo normale, Sabato scorso un amico che ha una piccola associazione ha organizzato un concerto con un gruppo venuto dall’Italia e una deba-concerto

      Quello prima un amico ha invitato un amico attore a fare uno spettacolo (200 persone nella sala di una associazione)

      Tra un paio di settimane io stesso organizzo un evento sportivo con bambini (tra l’altro)…tempo per ottenere i permessi: 15 minuti

      Ma è una vecchia discussione

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Qui, nel mondo normale”

        No, per favore!

        Non voglio sentire più la storia con cui mi assillano da quando da ragazzo sono arrivato in Italia, “se fossimo in un paese normale!” e giù storie di miracoli che compiono i Supercrucchi 🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Io trovo l’Italia un paese eccezionale per tante cose. Spesso per quelle di cui l’Italia si vergogna di più.

          “I know a boy from a tribe so primitive
          He can call me up without no telephone
          See all the wonders that you leave behind”

        • roberto scrive:

          Ma non è una storia e non sono supercrucchi è semplicemente che “un gigantesco piano sicurezza dal costo di 1000” euri per proiettare un film in un giardino è una cosa che non ho mai sentito in nessun posto che non sia l’Italia

          Poi puoi fare finta che non sia così, ma la realtà è quella

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto…

            1) esistono i diritti d’autore (in tutto il mondo, mica solo in Italia)

            2) esiste un’organizzazione che protegge i diritti d’autore

            3) questa organizzazione ha un sacco di stipendi di pagare, altrimenti non si riuscirebbe a controllare chi non paga i diritti d’autore

            4) questa organizzazione non ha i mezzi per rintracciare tutti i singoli aventi diritto in tutto il mondo e dare loro i soldi

            5) a Torino è successo anni fa un fattaccio a un concerto dove sono morte delle persone, per la scarsa organizzazione

            6) quindi quando si organizza un’attività pubblica, ci deve essere uno studio redatto da uno studio di ingegneri, che assicuri la sicurezza, le vie di fughe, la presenza di persone (pagate) responsabili di assicurare che il progetto venga eseguito, e il progetto deve essere approvato dalle autorità.

            7) E se succedesse qualcosa comunque? Devi stipulare una polizza di assicurazione seria, in grado di coprire anni di ospedale e funerali.

            Sommi queste cose, e mille euro mi sembrano anche pochi (infatti, credo che fossero di più, ma non mi ricordo la cifra esatta).

            Però ti passa la voglia di fare uno spettacolo a gratis, rimettendoci 1000 (e passa) euro.

            Poi puoi fare come i contadini illegali (“criminali/barboni”) di Mondeggi, che hanno pure un tratttore, quando ho chiesto loro come facevano, mi hanno detto, “mah, in nove anni, nessuno di noi s’è fatto male sul serio!”

            • Miguel Martinez scrive:

              Riguardo ai diritti della Siae, ricordo che valgono per le opere d’ingegno di persone morte meno di ottant’anni fa. Cioè, se un artista vissuto tra il 1860 e il 1943 ha scritto qualcosa nel 1882, è sempre coperto da diritto d’autore, come è coperto da diritto d’autore un’opera di Mozart se è analoga (non necessariamente identica) a un’esecuzione registrata nel 1910 da un’orchestra il cui direttore è morto nel 1945.

              Stiamo parlando di diritti della Siae, che non ha nessun dovere di rintracciare poi gli effettivi eredi del tizio morto nel 1943, se non si fanno vivi loro.

            • roberto scrive:

              Per te tutto ciò è normale?

              Evidentemente si.

              Capisco dal tuo post (e da altri precedenti) che per te Occidente=democrazia=regole = privazione della libertà

              Per me invece non è affatto normale e vivo appunto in un paese dove fare una festa non diventa un incubo.
              Per di più ho la certezza che in nessuno dei paesi vicini organizzare una festa sia un incubo

              Ergo insisto sul fatto che quello che vivo io è la normalità nell’occidente democratico, e non posso che invitarvi ad abbandonare il vostro inferno burocratico (portatevi l’ombrello però)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Per te tutto ciò è normale?”

                “Normale” non vuol dire niente: se un gruppo di zingari nel 1830 cantava a una festa di ballo in Serbia, no, non succedeva.

                Non succedeva nemmeno in Italia trent’anni fa. Infatti stanno arrivando al pettine tanti nodi di situazioni antiche poco regolari, “alla italiana” (e quindi proprio il contrario di ciò che dici tu), e i funzionari sono i primi a dire che purtroppo il mondo è cambiato.

                Nei “paesi normali”, dimmi come si fa con i diritti d’autore, i rischi in caso di incidente, l’assicurazione, la proprietà dei beni pubblici? E come si fa a certificare ciascuno di questi passaggi?

                Mondeggi, a cui ho accennato, viene coltivato nella più totale illegalità da un’ampia e simpatica comunità di persone. Ma i funzionari comunali che pure chiudono un occhio sul fatto che un terreno agricolo venga usato come terreno agricolo, mi dicono che non dormono la notte, pensando cosa potrebbe succedere a loro, se qualcuno vi si facesse male.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Roberto

                “Non succedeva nemmeno in Italia trent’anni fa”

                Infatti, io sento da parte delle “autorità” (funzionari, scuole, ecc.) un coro unanime: trent’anni fa queste cose si risolvevano con il buon senso (alla italiana!), adesso non si può più, perché come ti muovi, ti denunciano.

              • Miguel Martinez scrive:

                Poi è chiaro che il “buon senso italiano di trent’anni fa” non è necessariamente il mio.

                Anch’io mi metto tra quelli che complicano la situazione perché scopro che ci sono almeno 32 proprietà del Comune di Firenze che il Partito Unico concedette una decina di anni fa a una associazione di anziani raccattavoti, che se le sono privatizzate a loro esclusivo beneficio, anche se usano questi locali una volta al mese per organizzare delle gite di pensionati su cui ci lucrano.

                E ho intenzione di far scoppiare il bubbone, ma anche questo complica la posizione dei funzionari, e rende ancora più difficile per loro “fare qualcosa”.

              • roberto scrive:

                Miguel


                Nei “paesi normali”, dimmi come si fa con i diritti d’autore, i rischi in caso di incidente, l’assicurazione, la proprietà dei beni pubblici? E come si fa a certificare ciascuno di questi passaggi?”

                Per me, per la manifestazione che voglio fare io (torneo di basket)
                – scrivo al servizio sport spiegando cosa voglio fare e 3 giorni dopo mi mandano una convenzione per l’uso di una palestra
                – vado sul sito della SIAE locale e pago una ventina di euri (la mia manifestazione non è a pagamento)
                – abbiamo una assicurazione della nostra associazione

                Certificare i passaggi non so cosa voglia dire (ho con me i vari formulari)

                In tempo COVID c’era lo sbattimento di dover compilare un altro formulario e controllare i green pass, adesso è finito

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Per me, per la manifestazione che voglio fare io”

                Giustamente citi l’assicurazione della tua associazione: infatti, buona parte dei problemi si risolvono “a monte”, con soluzioni a lungo termine che riguardano tutta l’associazione.

                Inoltre, non ho mai organizzato eventi sportivi, per cui non so quale sia la procedura qui: a volte si fanno manifestazioni sportive al nostro giardino senza particolari problemi, purché non abbia natura di “spettacolo” e siano coperti (come da te) con l’assicurazione di un’associazione sportiva.

                I problemi principali che ponevo riguardano gli spettacoli (un film, un concerto).

                Uno, non mi ricordo i dettagli (mi sono arreso davanti alla SIAE quattro anni fa), il fatto che sia senza scopo di lucro è irrilevante, devi pagare una somma significativa comunque (dopo prendono la percentuale anche sui biglietti). Anche se sostieni di presentare materiali orignali, non coperti da Siae, possono mandare un ispettore che registra e poi fa un confronto con materiale coperto da Siae, e se trova degli accordi simili… Poi la Siae può intervenire anche nelle feste private (non mi ricordo quale sia la soglia minima di intervento).

                Due, il problema della sicurezza si pone dai fatti di piazza San Carlo a Torino quando nel 2017, mentre sul maxischermo venivano proiettate le immagini della finale di Champions League Juventus – Real Madrid, si scatenò il panico provocando due morti e 1.500 feriti.

                Cioè non è la “vecchia Italia con la sua burocrazia bizantina”, è una cosa del tutto nuova.

                Da allora, ci sono regole rigorose su qualunque “pubblico evento” (presumo che il tuo torneo di basket non lo sia), in particolare riguardanti la prevenzione antincendio, il piano di esodo, ecc.

                Immagino che nel tuo caso a queste cose ci pensi la palestra stessa, la mia amica invece voleva fare la proiezione del film in un parco la sera, una proiezione aperta a tutti in un luogo non abitualmente adibito a spettacolo.

                “Certificare i passaggi”: per formulare il piano antincendio o il piano di esodo ci vuole un ingegnere professionista che ci metta la firma (e paga penalmente se sbaglia qualcosa). E un ingegnere si fa pagare…

              • roberto scrive:

                La cosa che organizzo io è aperta al pubblico…io capisco la tua incredulità che deriva dal fatto che vivi solo quell’esperienza e, permettimi, dal tuo carattere secondo il quale TINA!

                Ma ripeto, praticamente ogni week end qui c’è una cosa tipo festa con musica dal vivo

                Mi viene in mente che nel 2020 per il giorno della festa della musica un mio amico aveva organizzato un “roof concert”

                La sua band sulla terrazza di casa sua e pubblico in strada/giardino

                Una telefonata al comune per l’autorizzazione (gli avevano chiesto solo di smettere a mezzanotte e di mettere le sedie a almeno due metri l’una dall’altra)
                Un formulario per i diritti d’autore (30 euri? Qualcosa del genere)
                Amici hanno portato bibite e cibo (io due frittate di maccheroni)
                E ci siamo tutti divertiti per una serata….amici, conoscenti e semplici passanti

        • roberto scrive:

          E non mi sembra nemmeno un miracolo organizzare una società in modo che si possa proiettare un fil in un giardino….

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ” scorso un amico che ha una piccola associazione ha organizzato un concerto con un gruppo venuto dall’Italia e una deba-concerto

        Quello prima un amico ha invitato un amico attore a fare uno spettacolo (200 persone nella sala di una associazione)”

        Però sono casi diversi: un conto è l’esibizione di artisti in presenza, un conto è la riproduzione. Sono regolate diversamente anche in Italia.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        “Capisco dai tuoi racconti che l’Italia è un posto orribile dove non si può fare nulla”

        Avevi bisogno dei racconti di Miguel per saperlo?

        In Italia il fatto stesso di lavorare è considerato un crimine. E trattato di conseguenza.
        Si vede che sei lontano da tanto e vieni solo in vacanza.
        E, lasciatelo dire, fai bene!!!
        Puoi tornarci benissimo, se lo vorrai, un giorno, quando andrai in pensione. Ma lavorare in Italia è come praticare naturismo in Antartide.

  7. Don Ettore Barbieri scrive:

    La democrazia fatalmente diviene plutocrazia e perciò oligarchia. Mi pare che sia un discorso già fatto nell’antica Grecia. La modernità ha reso il potere molto più invasivo e pervasivo.
    È assolutamente vero che la libertà sia soltanto “formale”; ci sono metodi molto efficaci in democrazia per ostracizzare tutti quelli che non sono graditi a chi comanda. Certo, non sono i gulag o i lager, ma il risultato di zittire è di escludere si ottiene ugualmente: è la delegittimazione sistematica dell’avversario, attraverso i media innanzitutto e ogni altro mezzo democraticamente accettabile.
    Non penso vi sia una via di uscita se non nel ricordarsi che, in qualunque situazione, la nostra anima o mente o come si preferisce chiamarla, resta incoercibile, se noi lo vogliamo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Don Ettore

      “Non penso vi sia una via di uscita se non nel ricordarsi che, in qualunque situazione, la nostra anima o mente o come si preferisce chiamarla, resta incoercibile, se noi lo vogliamo. ”

      Giustissimo!

      • daouda scrive:

        si nomini un mondo dove il potere non sia stato invasivo e pervasivo grazie.
        Se MM j lecca er dito, caro don, lei fa schifo quanto a llui.

        ad ogni modo ben trovato, e se mi legge qua io qua ho licenza de sfanculamento rapido.
        Se già lei me dice che non sà cosa sia l’anima e me la mette assieme alla mente, beh lei sta un bel po’ a pezzi, ed è forse per questo che non ha mai capito un cazzo di quel che altrove io ho provato a scrive, nella mia mal sintassi.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Daouda

          ” e se mi legge qua io qua ho licenza de sfanculamento rapido.”

          Sì, confermo, grazie alla ricchezza delle parolacce che riesce a dire e all’impossibilità di capire perché, si è guadagnato un privilegio unico su questo blog.

        • Don Ettore Barbieri scrive:

          Caro Dauda, mi pare che altrove ci siamo anche trovati d’accordo.
          Comunque, legga bene: ho scritto “più pervasivo” e ho parlato di un discorso antico.
          Per quanto riguarda il discorso sull’anima, siccome ci troviamo in un sito che è aperto a tutti, intendevo far riferimento ad un principio spirituale o interiore che resta inviolabile e che la teologia cattolica chiama anima, ma che altre tradizioni nominano in modo diverso.
          Perciò, non capisco la sua reazione sbracata

          • daouda scrive:

            Era solo di presentazione perché qua non ho remore.
            Spirituale non è interiore, quello lo dicono gli gnostici non i cristiani.
            Per il resto sarà pure tutto più invasivo e pervasivo ma è altrettanto più comprensibile e svicolabile.
            Ogni epoca si rapporta al dato umano che prova a dirigere…

  8. daouda scrive:

    Ricordiamo a tutti che Miguel Martinez è un servo dei soviet, visto che l’Ismaelismo è la loro punta di diamante.
    Ciancia ciancia sul gender ma sà benissimo che l’idolatria islamica è prona alla pervesione pedofila. In ciò ognuno sia libero di sostenere quel che vuole, ma il lettore si avveda che MM è un servo, e se cerca il bene è stato gabbato.
    Qualora invece non lo riprobi, evidentemente se piange per le sue sventure, non si rende conto di aver sofferto ancora poco, visto che fa parte del novero delle merde.

    La morte sia , la morte sveli.

  9. Moi scrive:

    @ DON ETTORE BARBIERI
    (Prete , suppongo …)

    Non penso vi sia una via di uscita se non nel ricordarsi che, in qualunque situazione, la nostra anima o mente o come si preferisce chiamarla, resta incoercibile, se noi lo vogliamo.

    [cit.]

    —————-

    Concordo, ma … spesso il prezzo da pagare è altissimo.

  10. Miguel Martinez scrive:

    Un’associazione di cui faccio parte (non quella del Giardino) sta organizzando una serie di interviste con esponenti delle varie comunità religiose fiorentine (tipo senegalesi, ebrei di ben tre comunità diverse, valdesi, frati benedettini…).

    A condurre le interviste ci saranno degli studenti di due università, che hanno stipulato una convenzione con la nostra associazione. Ovviamente tutto è a titolo gratuito, da tutte le parti.

    In questo contesto, la nostra associazione è obbligata a stipulare un DVR (documento valutazione rischi), che è questa meraviglia qui:

    https://www.studioessepi.it/magazine/sicurezza-sul-lavoro/documento-di-valutazione-rischi-cose-e-come-si-redige

    Martedì dovrei incontrare un tecnico che arriverà appositamente da Arezzo per certificare non si assolutamene cosa.

    • tomar scrive:

      “In questo contesto, la nostra associazione è obbligata a stipulare un DVR”

      Ma la vostra tipologia d’impresa non vi permette di usufruire almeno del DVR standardizzato?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per tomar

        “Ma la vostra tipologia d’impresa non vi permette di usufruire almeno del DVR standardizzato?”

        Il problema è che il DVR riguarda lavoratori che operano per un’azienda in piena regola, in luoghi che (giustamente) non devono essere pericolosi, con attenzioni mediche, piani di prevenzione antincendio, vie di fuga ecc.

        Un’Associazione di Promozione Sociale / Ente del Terzo Settore senza partita iva, senza sede operativa, ha difficoltà a compilare un modulo, anche standardizzato, che comunque prevede tutte queste cose.

        • Miguel Martinez scrive:

          Copincollo dalla rete… pensa appunto a una piccola associazione, uno studente che fa un’intervista per strada a un senegalese sulla vita religiosa della comunità, torna a casa e trascrive l’intervista al proprio computer, il tutto senza muovere un soldo.

          Ora, il DVR:

          “La valutazione dei rischi, inoltre, deve contenere:

          anagrafica aziendale: tutti i dati dell’azienda;
          organigramma del servizio di prevenzione e protezione: anagrafica delle figure professionali coinvolte nella redazione del DVR (RSPP, Medico competente, RLS, dirigenti, preposti);
          descrizione del ciclo lavorativo: elenco di impianti, macchinari, attrezzature, sostanze chimiche impiegate, ecc.;
          identificazione delle mansioni;
          relazione sulla valutazione di tutti i rischi, che individua i pericoli presenti in ogni fase lavorativa e per ogni mansione individuata, i dipendenti esposti ai rischi specifici (rumore, vibrazioni, ROA, CEM, MMC, ecc. ), stima dell’esposizione e della gravità del danno;
          programma delle misure di prevenzione e protezione, con le eventuali procedure da adottare per migliorare i livelli di sicurezza, i tempi di realizzazione e l’indicazione dei dispositivi di protezione individuali da utilizzare;
          programma degli interventi migliorativi necessari per aumentare i livelli di sicurezza.”

        • tomar scrive:

          Scusa Miguel, ma io non parlavo sul serio, semplicemente trovavo comico sia riferirmi a voi come a una “tipologia” d’impresa” sia che “almeno” potesse soccorrervi un “DVR standardizzato”, tutte cose senza senso per voi, come ben spieghi.

    • roberto scrive:

      Non voglio nemmeno leggere una riga sul DVR, ma….se il DVR è richiesto alle aziende e voi non siete un’azienda….perché lo dovete fare!?!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “, ma….se il DVR è richiesto alle aziende e voi non siete un’azienda….perché lo dovete fare!?!”

        Domanda legittima, ecco la risposta dell’Università di Firenze:

        “Buongiorno,

        quanto alle osservazioni sul DVR si precisa che esso è obbligatorio anche per i soggetti che non sarebbero tenuti all’origine
        perchè, in tema di sicurezza, il tirocinante viene equiparato ad un lavoratore e quindi la redazione del DVR è necessaria.

        Attendiamo quindi ll’invio della dichiarazione sul DVR correttamente compilata.

        Cordiali saluti”

        • Miguel Martinez scrive:

          trovo molto bella la frase, “Attendiamo quindi ll’invio della dichiarazione sul DVR correttamente compilata.

        • roberto scrive:

          Viene equiparato da chi?

          Quando io scrivo cose del genere (cioè tutti i santissimi giorni) scrivo “l’articolo x della legge xx, equipara…”
          Mai usare impersonali!

          Ma il problema qui è un altro (e forse Mauricius saprà rispondere)
          Il DVR deve essere compilato da soggetti che non sono aziende? Cioè cosa vuol dire aziende? Se io assumo una tizia per farmi le pulizie sono azienda?

          • PinoMamet scrive:

            Copio e incollo dal link di Miguel:

            “Le uniche realtà esenti dall’obbligo del DVR sono i lavoratori autonomi e le imprese familiari”

            Da notare comunque che il DVR va compilato una volta; poi eventualmente aggiornato nel caso di “cambiamenti significativi”.

            Da come lo capisco io, se io, per esempio, se sono un’associazione che ha sede in via Pincopallo numero zero, e chiama Tizio Caio a parlare dell’allevamento dei bovini in Burundi, non devo compilare un bel niente.

            Il busillis starebbe nel fatto che invece in questo caso gli studenti universitari figurano come “tirocinanti”, e quindi, per quanto riguarda la sicurezza, equiparati ai lavoratori dipendenti.

            Vedrete che, immodestamente, c’avrò ragione! 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ai fini della sicurezza, il tirocinante è equiparato al lavoratore subordinato, per cui il soggetto ospitante è tenuto ad effettuare preventivamente la valutazione dei rischi. La natura o meno imprenditoriale del soggetto è irrilevante: non è che il tirocinante corre meno rischi di farsi più o mento male se presta la propria attività gratuitamente per un imprenditore o un ente del terzo settore.
            Ciò detto, la valutazione dei rischi riguarda l’ambiente di lavoro, non i singoli lavoratori (o tirocinanti): che rischi corre un soggetto medio quando svolge la propria attività in quei locali? Chiaramente ogni volta che viene svolta un’attività nuova all’inteno dei locali, la valutazione dei rischi andrà aggiornata.

            Nel nostro caso, bisogna quindi vedere se:
            – l’associazione ha già fatto la valutazione dei rischi
            – la valutazione dei rischi copre già il tipo di attività che svolgeranno i tirocinanti
            Se la risposta ad entrambe le domande è sì, non serve aggiornare il DVR.

            • roberto scrive:

              Scusa ma se prendo una donna delle pulizie in casa, devo fare il DVR?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Come ha riportato Pino, no, perché sei un datore di lavoro domestico.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, non lo aveva riportato Pino (aveva citato altre eccezioni del T.U.), ma comunque il rapporto di lavoro domestico fa eccezione.

  11. PinoMamet scrive:

    Non vi incazzate (dai, si gioca un po’) ma a volte faccio fatica a capirvi:

    da una parte c’è Miguel per il quale mettere un bollo su una carta sembra l’Apocalisse e la fine del mondo come lo conosciamo, dall’altra c’è Roberto e Francesco, il fronte dei normalisti, per i quali se un governo ti chiede di pagare la tassa sui puffi e di vestire da Zorro tutti i mercoledì è perfettamente normale e serve a difendere la libertà di tutti.
    😉

    Poi, non se la prendano i fiorentini, ma davvero nel resto dello Stivale si continuano a fare concerti, spettacolini in piazza, proiezioni all’aperto…
    o sono tutti abusivi, o possono tutti permettersi dei mega-studi legali, oppure forse è un pochino il Comune di Firenze che è gestito da cani…

    (ho diversi amici e conoscenti che fanno concerti in piazza, spettacoli al pubblico, organizzano proiezioni- pagando i diritti all’odiosa SIAE. Ci riescono, a quanto pare, e non sono particolarmente ricchi.
    Certo, se la SIAE funzionasse meglio, e difendesse davvero i diritti degli artisti anziché chiedergli il pizzo, sarebbe un bene per tutti…)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “o sono tutti abusivi, o possono tutti permettersi dei mega-studi legali, oppure forse è un pochino il Comune di Firenze che è gestito da cani…”

      Guarda che la SIAE è nazionale.

      Le regole sulle “riunioni” dopo l’incidente di Torino sono partite dal Ministero degli Interni con sede a Roma.

      Il Comune non c’entra per nulla con la SIAE, e deve semplicemente applicare le norme nazionali sui luoghi che concede per fare “riunioni”.

    • PinoMamet scrive:

      Ma certo che la SIAE è nazionale (sono stato anche alla sede centrale, all’Eur, per una visita kafkiana, o asterixiana se preferisci)

      però nel resto d’Italia, SIAE o meno, qualcosina si riesce a mettere in piedi… 😉

      prendi il meraviglioso Documento Valutazione Rischi che linki più sopra:

      dice che deve essere redatto dal Datore di Lavoro.

      La vostra associazione è un’azienda? Non mi pare.

      Sono anche socio (siamo in tre) di un’Associazione culturale, in realtà ferma da un po’ di tempo per tutt’altri motivi, e di nuovo, non ci è mai stato chiesto niente del genere, perché non siamo un’azienda.

      Mentre sicuramente lo deve fare il preside della scuola per cui lavoro.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Un datore di lavoro può anche non essere un imprenditore: sa a casa hai una cameriera sei pur sempre il suo datore di lavoro!

      • PinoMamet scrive:

        Ma se sono ospite di una serata dell’associazione culturale Vattelapesca non sono suo dipendente…

      • PinoMamet scrive:

        Invece ho portato mia madre ha fare un pre-ricovero nell’ospedale del non-capoluogo:

        disorganizzazione mostruosa, vogliono vedere gli esami già fatti: sono sul fascicolo elettronico “non abbiamo la possibilità di vederli”, ve li faccio scaricare o vedere direttamente sulla mail “non abbiamo la possibilità” (secondo me non sono capaci di usare la mail… come si vedrà), visite alla cazzo di cane, attese interminabili senza che nessuno venga a dirti che non c’era alcun bisogno di attendere perché valeva la visita di prima (un anno fa…), vogliono vedere altri esami “che ci dovete spedire per fax”, non avete una mail? “no” eh ma io il fax non ce l’ho da 20 anni! “vada dal tabacchino!”, procedura bizantina di tamponi e controtamponi richiesta il giorno prima per accompagnatori che poi non potranno uscire a nessun titolo, quindi l’accompagnatore deve perdere due giorni lavoratorivi, potete spostare la data? “no”…

        il peggio del peggio.

        Stessa operazione fatta in un ospedale di un’altra regione: prericovero di mezz’oretta, quindici giorni dopo operazione, nessun tampone richiesto perché già tutti plurivaccinati, stop, fine degli sbattimenti.

        Inutile dirlo, la legge sarà anche anche uguale su tutto il territorio nazionale, ma il modo di applicarla cambia radicalmente…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “La vostra associazione è un’azienda? Non mi pare.”

        E’ l’obiezione che abbiamo subito sollevato.

        Le due università (una in Toscana e una in Lombardia) hanno risposto, “spiacenti se non c’è un DVR, niente da fare”.

        • PinoMamet scrive:

          Assurdo!!

        • PinoMamet scrive:

          Infatti non metto in dubbio le tue esperienze: sono sicurissimo che sia tutto vero.

          Il fatto è che davvero assurdo, e capisco la sensazione, come dire, di combattere contro un mostro mitologico al quale, per ogni testa tagliata, ne ricrescono due.

    • roberto scrive:

      Pino,

      Ok la battuta, ma ho detto esattamente il contrario

      Mi cito
      “ Capisco dai tuoi racconti che l’Italia è un posto orribile dove non si può fare nulla”

    • Peucezio scrive:

      Pino (e gli altri),
      stiamo mischiando due cose diverse.

      Da una parte c’è la folle, pletorica, pervasiva burocrazia italiana, che è un male incistatosi nei decenni se non nei secoli.

      Dall’altra l’ipercontrollo teconologico e ideologico degli ultimi anni, che è un fenomeno mondiale.

      E quest’ultimo agisce sul piano pratico e materiale (droni, cellulari che ti spiano in mille modi, telecamere, ztl, autovelox, tutor, Amazon che tiene il registro di tutto ciò che compri e un milione di altre cose)

      e sul piano morale e appunto ideologico (se usi la macchina sei un inquinatore, se mangi carne sei un assassino, se ti riscaldi sei amico di Putin, se scopi sei un maschilista molestatore e stupratore, se parli poi sei contemporaneamente omofobo, razzista e chissà cos’altro, se ridi poi sei tutte queste cose molto potenziate).

      Tutto ciò quarant’anni fa semplicemente NON accadeva.
      Mentre la burocrazia era uguale se non peggio.

      • paniscus scrive:

        “E quest’ultimo agisce sul piano pratico e materiale (droni, cellulari che ti spiano in mille modi, telecamere, ztl, autovelox, tutor, Amazon che tiene il registro di tutto ciò che compri e un milione di altre cose) ”
        —–

        Però, quei pochi che (proprio per provare a smarcarsi almeno parzialmente da questo controllo) scelgono di non avere lo smartphone, o di non avere il navigatore in macchina, o di non usare Amazon o Google, anche tu li prendi in giro e li consideri dei retrogradi fuori dal mondo, che non hanno voglia di “aggiornarsi”, e che non capiscono quanto tutte quelle cose “siano comode”… o sbaglio?

        • Peucezio scrive:

          Certo.
          Il problema è che per fare una vita normale secondo gli standard di oggi devi accettare un controllo un tempo impensabile.

          Uno al limite può persino andare a vivere nella foresta, in una casupola di legno, senza elettricità né niente. Lì non ci sono nemmeno le telecamere, praticamente non esisti per nessuno e non hai nessuna interazione di nessun tipo che possa essere registrata.
          Ma, tranne ad averne una specifica vocazione, che vita è?

          Il vero punto è capire quanto moltiplicando le risorse tecnologiche a disposizione di tutti, crei un mondo più controllabile o più incontrollabile. Perché le controspinte ci sono eccome: ieri ti informavi con la televisione e i giornali, molto facilmente controllabili da pochi, oggi ti informi su internet e leggi dal blog del terrapiattista, al blog di controinformazione serio, a quello mainstream con tutta una gamma di possibilità infinite.

  12. Moi scrive:

    Che in Italia ci sia la stessa libertà deLll’ Arabia Saudita, per copa di Renzi … lo hanno detto da Sx dopo il fallimento del DDL Zan.

    • Francesco scrive:

      che l’Arabia Saudita su quei temi sia meglio di Zan ok, è banale. Per il resto è il solito chiagne e fotti che risale al divorzio

      du’ palle

      ciao

  13. Mauricius Tarvisii scrive:

    Comunque proiettare un film non sembra essere carissimo:

    https://www.siae.it/sites/default/files/D.1_Spettacoli_cinematografici_2022.pdf

  14. Moi scrive:

    Miguel … magari v’inviano pure il Mamageretto Fighetto da TED Talk che vi fa Inclysivity Management , lui a voi : sulla base dei contatti multietnici sòscials suoi con i suoi cloni esotici 😉 wannabe Signori Grigi [cit.] !

  15. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Sul serio … e SE lasciaste organizzare tutto agli “Amici Zingari” ? … Loro, si sa, non devono rendere conto di nulla a nessuno di ciò che fanno ! 😉

  16. Moi scrive:

    Americanizzazione della Scuola a Pra’o 😉 :

    https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/prato-gli-studenti-divisi-sul-ballo-aperto-alle-coppie-gay-il-501-vota-no/ar-AAX7qG9?ocid=uxbndlbing

    Non tanto per l’ estensione delle coppie gay … quanto per l’ istituzione del Ballo di Fine Anno stesso.

    • Moi scrive:

      Anzi , scusate … pare che sia una roba “alla Lady Oscar 😉 / Lady Georgie (in Inghilterra) ” ; sì , insomma :

      una di quelle robe Ottocentesche “da Contessine Serbelloni Mazanti Vien dal Mare” 😉 che esistono ancora solo in Toscana, magari anche a Roma ! Al Convitto Cicognini.

      “Il Ballo delle Debuttanti” [sic] … credevo che non esistesse più dagli Anni Cinquanta del Novecento, con la Vis Rhetorica della Repubblica AntiFaSSSisti.

      😉

      • paniscus scrive:

        E comunque, non riesco a capire cosa c’enti la partecipazione al ballo con l’orientamento sessuale. Dove sta scritto che tutte le coppie danzanti debbano essere anche fidanzate nella vita?

        Chi non ha un fidanzato può benissimo farsi accompagnare dal fratello o da un amico a scelta

        Anzi, per quanto ne so, nei veri “balli delle debuttanti” tradizionali delle classi altolocate ed eleganti (a cui presumo che questo si ispiri) si faceva esattamente così: erano fatti apposta per presentare nella società degli adulti le ragazze NON ancora accompagnate, proprio perché cominciassero ad essere notate dagli scapoli appetibili e a darsi da fare per trovare un marito adeguato, per cui era normale che non fossero già fidanzate, tantomeno con il cavaliere che le accompagnava al ballo.

        Se si vuole mettere su una recita che imita le regole fisse di una tradizione precisa, beh, si rispettano. Dovrebbe essere come per un regolamento sportivo, se esiste una norma che dice che una certa specialità (pattinaggio artistico a coppie, doppio misto nel tennis, eccetera) è prevista per coppie miste di sesso diverso, partecipano coppie di sesso diverso, mica è richiesto che siano compagni anche nella vita, o che dimostrino di essere eterosessuali!

        • Moi scrive:

          … staltranno forse ci si divertirà di più, con l’ ammissione o meno delle ragazze “transìte”.

        • Moi scrive:

          Ma il Convito Cicognini è uno dei pochissimi istituti in Toscana dove anche la Chiesa Cattolica (e non unicamente la solita Massoneria) conta ancora qualcosa … giusto ?

          • Moi scrive:

            … Ah, e icché ballano ? Walterz o anche Lenti Americani Anni Cinquanta (alcuni dei quali mi piacciono, specie se AfroAmericani di genere Doo-Wop).

          • paniscus scrive:

            Non mi risulta che il Cicognini abbia a che fare con la chiesa. Allo stato attuale ha l’ordinamento di un normalissimo liceo statale, con insegnanti dipendenti dello stato e assunti dagli stessi concorsi e graduatorie di tutte le altre scuole pubbliche.

            Solo che in più offre delle attività supplementari di pomeriggio che sono a pagamento (e gestite da operatori che non sono inquadrati come insegnanti ma come “educatori” di altro tipo, ma sempre statali), e non so se esista ancora un residuo di convittori che ci vivono proprio fissi (fino a prima del covid esisteva, ma adesso non so se sia ripartito).

            Anche l’istituto del Poggio Imperiale a Firenze è organizzato così, si chiamano ancora con il vecchio nome di “educandati”, ma sono a gestione pubblica. La chiesa non c’entra niente.

        • Moi scrive:

          Mi pare che perfino De Amicis nel Libro Cuore soprassieda al Ballo delle Debuttanti … ritenendolo troppo Ottocentesco ! 😉

      • Moi scrive:

        La Sintesi KelebeKKiana 😉 è che la Buona Volontà di “Conciliare Tradizione e Innovazione” ce l’ han messa … però, seppur di di sghetto 😉 , ha vinto il NO !

    • Moi scrive:

      @ LISA / PINO

      Voi che “ci siete ancora dentro” , al Sistema Educativo … è obbligatorio un “dress code” nel senso di “cosplay” 😉 FineSettecnetesco / Ottocentesco, giusto ? 😉

      … O va bene anche la versione “Cafonal Chic” Americana, con le coroncine di bigiotteria , i gonnoni azzurrino sbiado 😉 e i “tuxedo” imbrillantati ?

      • Moi scrive:

        Chissà se ci sono anche “Debuttanti” Cinesi,visto che la grana, in quel di Pra’o, la fan girare specialmente loro !

      • PinoMamet scrive:

        Non ho capito…

        tutte le scuole in cui ho insegnato hanno un regolamento scolastico che recita invariabilmente “gli studenti sono tenuti a un abbigliamento decoroso” oppure “consono”.

        Nella pratica, ognuno viene vestito come cazzo vuole, finché non sei in mutande va bene tutto.

        Solo ogni tanto qualche ragazzina- praticamente in mutande- viene ripresa da un’insegnante donna che la invita a coprirsi un po’ di più, nella maniera più neutra possibile per evitare problemi con le famiglie.

        • PinoMamet scrive:

          Ahhhh ti riferivi al ballo scolastico…

          quando andavo al liceo io, la proposta di un ballo scolastico sarebbe stata accolta con scherno e derisione, come una sciocca americanata.

          Adesso invece lo organizzano, esattamente perché è una sciocca americanata.
          Mi pare ci sia un codice di abbigliamento ma non me ne sono mai occupato né ci tesi mai. Sono accordi che prendono i rappresentanti degli studenti con i gestori del locale, la scuola in pratica non c’entra.

          Mi risulta che da me, almeno l’anno scorso, le coppie omosessuali fossero esplicitamente bene accolte, per iniziativa soprattutto di una rappresentante d’istituto lesbica.

        • PinoMamet scrive:

          Che poi vanno solo quelli delle prime, massimo delle seconde.

      • roberto scrive:

        moi

        “è obbligatorio un “dress code” nel senso di “cosplay””

        a scuola di mia figlia fanno un ballo dopo la maturità…il dress code è “ospiti ad un matrimonio”, quindi eleganti/formali

  17. Moi scrive:

    https://www.dailymail.co.uk/news/article-10819861/Buffalo-shooter-disguised-HOMELESS-person-perform-reconnaissance-supermarket.html

    Intanto, negli USA veri … un 18enne White Suprematist, passa dai “socials” ai “facts”.

    • Francesco scrive:

      Ma a 18 anni, se pensi che ci siano troppo pochi bambini bianchi, come è possibile che ti venga in mente di sparare e non di scopare?

      Va bene essere scemi ma questo mi lascia interdetto, riuscire a togliere la fxxx dalla testa di un 18nne …

      • paniscus scrive:

        “Ma a 18 anni, se pensi che ci siano troppo pochi bambini bianchi, come è possibile che ti venga in mente di sparare e non di scopare?”
        —–

        Sarà stato un “incel”, cioè uno che non trova una ragazza nemmeno a comprarsela (letteralmente), e che proprio per quello è inq*zzato col momdo, mica per la politica, la religione o il razzismo…

        • Francesco scrive:

          ci ho pensato anche io dopo aver scritto

          ma uno sarà un Incel a 30 anni, non a 18

          a 18 per molti la figa è ancora mitologia e vanteria, oso dire

        • PinoMamet scrive:

          In effetti tra i 18enni sono senz’altro più numerosi i single che i fidanzati, e comunque i single a quell’età hanno tutta la vita davanti e non si sentono “falliti”.

          Ma io ho seri dubbi su tutta la narrativa dell'”incel”, che mi pare piuttosto la solita criminalizzazione del “perdente” della cultura di oltreoceano.
          Credo che ci siano problemi di disagio psichico più profondi, rispetto all’avere o meno la morosa o trovare antipatico questo o quel gruppo sociale.
          Che in mancanza di altro si sfogano su queste cose.

          E secondo me il disagio vero è proprio la non accettazione del “perdente”, dello “sfigato”, negli USA.

          Noialtri abbiamo avuto decenni di sfigati simpatici, umani, relazionabili, che aiutavano a dare un senso e una cornice alle sfighe vere: i Filini, le signorine Silvani, i personaggi di Banfi, Bombolo, Cannavale…

          Un paese di sfigati, ne saltava fuori, in cui l’eccezione era semmai il bello, vincente, ricco ecc.

          Là no: lo sfigato è di solito preso in giro e basta, oltre che perdente ha pure torto, perché è perdente; e visto che è inferiore, sarà anche invidioso e potenzialmente nocivo.

          La solita storia: “è tutta invidia”, la spiegazione non-spiegazione che aggrava i problemi anziché risolverli.

          Ci sarà sotto i protestanti? La frontiera? Hollywood? Mah. Però non li vedo bene.

          • Moi scrive:

            Concordo con l’ analisi … però non so quanto l’ Italia sia ancora al sicuro da questa “Americanata !” ; ah, ebbene sì : recuperiamo la parola !

          • Moi scrive:

            Fra l’ altro, non credo che l’ Incel sia un fenomeno solo “Bianco” … tuttavia, sempre incombe il solito discorso “pro minoranze” (?!) della “Aggravante” se sei “Loser” da “White”: cioè nonostante (!) il “Privilege” di partenza !

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Pino Mamet

            “Un paese di sfigati, ne saltava fuori, in cui l’eccezione era semmai il bello, vincente, ricco ecc.”

            Altro motivo per amare l’Italia

            • Francesco scrive:

              beh, il trattamento che subisce il non sfigato, magari colpevole solo di studiare davvero a scuola, è uno dei problemi nazionali però

              ci vorrebbe equilibrio

              PS poi di winner per definizione ce ne è uno, a ma questa cosa sulla cultura USA puzza molto, o si raccontano un sacco di palle e la sostanza è “c’è uno peggio di me – WINNER” o non ci credo molto

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “il trattamento che subisce il non sfigato, magari colpevole solo di studiare davvero a scuola, è uno dei problemi nazionali però”

                Ti riferisci al “secchione”? Perché credi che negli Stati Uniti sia trattato meglio? Ho la mezza idea che sia trattato pure peggio…

              • PinoMamet scrive:

                In effetti dubito che il colpevole di andare bene a scuola sia un “vincente” in Italia…

              • Francesco scrive:

                in Italia non solo i secchioni, pure chiunque abbia successo in qualsiasi campo

                ecco, diciamo che vedo difficile per gli italiani ammirare qualcuno, sono sempre lì ad aspettare che abbia una esitazione per pugnalarlo alle spalle gridandogli “sei una merda come me”

                sbaglio?

              • PinoMamet scrive:

                Non sbagli, secondo me…
                È probabilmente l’altra faccia della medaglia

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Secondo me sono due cose diverse, però: chi va bene a scuola per merito non è che è invidiato, perché non è che tragga chissà quale vantaggio.
                Chi ha realmente successo nella vita, invece, suscita invidia perché gode di vantaggi. Anzi, diamo quasi per scontato che abbia avuto successo proprio grazie alla disonestà.
                Quando era saltato fuori che Zelensky aveva una villa al mare in Italia (un attore con la villa? Mai visto, eh!), i commenti erano tutti di tenore allusivo, perché se hai i soldi sei un ladro o un imbroglione.

              • PinoMamet scrive:

                Quello che mik farebbe incazzare di Zelenski se fossi ucraino non sarebbe tanto- o solo- che abbia una villa milionaria al mare in Italia;

                ma che abbia fatto fortuna interpretando un politico che se la prende con lo strapotere e la corruzione degli altri politici “che si arricchiscono con la politica”…

          • paniscus scrive:

            “Ma io ho seri dubbi su tutta la narrativa dell’”incel”, che mi pare piuttosto la solita criminalizzazione del “perdente” della cultura di oltreoceano.”
            —–

            Però il concetto stesso di “incel” è una qualifica che tali soggetti si attribuiscono da soli e che usano come bandiera identitaria, non è un insulto o una ridicolizzazione usata dagli altri per prenderli in giro…

            • Moi scrive:

              Gli Stati Uniti, dopo la Guerra Fredda, sono diventati un “Etichettificio” 😉 attivissimo e inesaustibile … una libertà “preconfezionata”, per quanto cerchino sempre di ampliare la gamma di scelta.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Io non ho mai visto (non sentito riferire, ma proprio visto in anni di letture di social) usare “incel” se non come insulto.

            • PinoMamet scrive:

              “Gli Stati Uniti, dopo la Guerra Fredda, sono diventati un “Etichettificio” 😉 attivissimo e inesaustibile ”

              Vero!
              Chissà perché c’è questa furia di mettere un nome e una sigla a tutto?

              Ogni varietà del comportamento umano, ogni passione e passatempo, ogni gusto sessuale, aspira improvvisamente a essere una “minoranza”.

              I bisessuali biondi appassionati di film horror …

              vuoi forse negare la sofferenza dei bisessuali biondi amanti dei film horror, e appiattirla e banalizzarla confondendola con quella delle lesbiche nere devote a Johnny Dorelli?
              Sia mai!

              Chiediamo quote alle università e seggi in Parlamento per bisessuali biondi horrorifici e lesbiche nere dorelliane!

              • Francesco scrive:

                anche io ho notato che nella cultura USA (o anglosassone) se una cosa ha una sigla allora entra nel reame dell’Esistente e del Serio

                anche se sigla è BBH, come suggerisce Pino

                idem per le malattie, una volta che c’è la sigla automaticamente diventano vere

                e ogni genere di cazzata, tipo il White Privilege

                Andrea, ne parlava già Orwell nell’Appendice di 1984 o sbaglio?

                sappiate che ho chiesto la pensione in quanto BAZeD

                Baskettaro
                Anzianotto
                Zoppicante
                e
                Depresso

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Orwell”

                Fece anche di più: scrisse giustamente che non solo si tendeva a ridurre tutto a sigle, ma si preferiva ove possibile sostituire le sigle alle parole originali, allo scopo di invogliare la gente a pensare il meno possibile. “Ortodossia è il non aver bisogno di pensare. Ortodossia è non-conoscenza”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Moi scrive:

                Alpha fucks
                Beta bucks
                … Omega kills !

                [cit.]

              • paniscus scrive:

                su orwell e sul linguaggio a base di sigle:

                fra l’altro, è sorprendente che una delle caratteristiche di base del linguaggio totalitario inventato in “1984”,

                cioè l’eliminazione di molte parole per sostituirle con la negazione del contrario (cioè, cattivo che diventa un-good, caldo che diventa un-cold, e roba del genere)

                sia in seguito diventata la cifratura più diffusa del “politicamente corretto” attuale, ad apparente scopo di ingentilimento di concetti crudi che indicano disabilità o svantaggio (e quindi considerata positiva e inclusiva, l’esatto opposto della minaccia totalitaria),

                i vari ciechi che diventano “non vedenti“, poveri che diventano “non abbienti” e paralizzati che diventano “non deambulanti”

          • habsburgicus scrive:

            Là no: lo sfigato è di solito preso in giro e basta, oltre che perdente ha pure torto, perché è perdente………………………….
            Ci sarà sotto i protestanti?

            una sola parola, anzi un nome proprio: Calvino !
            qui è tutta la differenza fra noi e loro 😀
            del resto lo hai ipotizzato, seppur dubitativamente

            • habsburgicus scrive:

              che poi a dirla tutta, ci sarebbero tre Calvini..ve la butto qui ala buona, ma i discorso meriterebbe ben altro spessore e magari un giorno lo farò 😀

              α.il Calvino “di sinistra” [o chiamatelo come volete], mediato da Béze (Teodoro Beza) da cui derivano gli ugonotti, gli stessi Valdesi ponst-siodo di Chanforan ecc…un Calvino che porta ad una mentalità “républicaine” (direbbero i cuginastri gallici :D) e “gauchiste”
              β.il Calvino “di centro”, mediato da John Knox è il Calvino “classico”, quella che ha indelebilmente segnato l’anglosfera, i Calvino padre del puritanesimo e nonno -per altre vie- dell’evangelicalismo
              γ.il Calvino “di destra” mediato da oscuri dottori a Debrecen da lì si arriva a Kossuth, a Horthy e a Orbán, ovvero ad una nazionalismo identitario per nulla anti-cattolico, anzi una Weltanschauung che un cattolico pre-Concilio troverebbe a sé confacente ! una variante di β e γ è il Calvino “razziata”, mediato dai teologi della Duitse Gereformeerde Kerk (Chiesa riformata olandese), da cui deriva l’apartheid del vecchio Sud-Africa boero, nazionalista e al contempo “biblico”
              sono tutti Calvini molto differenti….che si rifanno a Monsieur Jean Cauvin, nato nel 1509 a Noyon, il figlio dello scomunicato, e divenuto très puissant a Ginevra 😀 ove tuttora la legenda “Post Tenebras Lux” celebra l’abbattimento del papismo

  18. Moi scrive:

    Alpini Molestatori … dopo Laura Boldrini, scende in campo anche Saverio Tommasi Iddirettore 😉 di FanPage !

    https://invidio.xamh.de/watch?v=3RJHdttlzMw

    • PinoMamet scrive:

      Non ho tempo di guardare il filmato ora, ma, in estrema sintesi, il mio pensiero:

      – molestie, brutto
      -“a bella, vieni a bere con noi”: no molestia

      • PinoMamet scrive:

        Immagino che in mezzo a diecimila maschi avvinazzati ci siano decine di casi intermedi….
        Comunque sono contrario a criminalizzare il corteggiamento, anche scherzoso, goliardico e volgarotto, lo scherzo a base sessuale, la barzelletta spinta, il ballo sensuale.

        Sono comportamenti umani, e senza di questi comportamenti, ricordiamoci, pochi di noi sarebbero al mondo.

        Si escludono i nati in provetta e i figli di matrimoni combinati, e non tutti.

        • Francesco scrive:

          OAMPM!!!!

        • roberto scrive:

          non saprei, io mi sono riprodotto anche senza aver mai messo, per schero si intende, la mano sul culo di una sconosciuta in mezzo alla strada

          • PinoMamet scrive:

            Mettere la mano sul culo a sconosciuta è indubbiamente molestia.

            Per in TV ho sentito di tizie che si sono lamentate di aver ricevuto complimenti, tipo “quanto sei bella”…
            in questo caso è ancora molestia? Ho i miei dubbi, sinceramente.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      L’altra faccia delle molestie

      https://europa.today.it/attualita/pelato-molestia-sessuale.html

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        Che chiamare “pelato” qualcuno sia un insulto è indubbio…
        che sia una molestia sessuale, mi pare tirato (ehm..) per i capelli…

        non è che ‘sta accusa di molestia sessuale è una vera e propria moda??

        • paniscus scrive:

          credo che la tendenza attuale sia quella di associare alla sfera sessuale qualsiasi osservazione che riguardi il corpo e l’aspetto fisico in generale. Anche se si commenta il portamento di una ballerina o la prestanza di un atleta, si deve essere sospettati di sottintesi inconfessabili…

          • roberto scrive:

            C’è una spiegazione più semplice: il diritto UK è farsa, barbarie, ridicolaggine e i giudici, finché non si arriva alle corti supreme (lo aggiungo per essere generosi), sono dei clown

            In USA, peggio ancora

  19. Mauricius Tarvisii scrive:

    https://europa.today.it/attualita/medico-ucraina-castrare-soldati-russi.html

    Mi ero perso questa.
    La giustificazione è stata che questa dichiarazione sarebbe stata colpa dei russi.

  20. Moi scrive:

    “Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi.”

    ci sono una caterva di esempi contrari e i primi che mi vengono in mente

    – potevi guardare solo la RAI

    ******** Be’, iniziò molto presto la Finivest con l’ eslposione del fenomeno delle TV locali / commerciali : soprattutto agli inizi, gran pubblicità e una gran quantità di “cartoni animati Giapponesi” e “telefilm Americani” (come si diceva) **********

    – potevi telefonare solo con la SIP

    ** OK **

    – andevi in prigione se da uomo non volevi fare il militare

    ** Be’, no : il Servizio Civile era già un’opzione consolidata … **

    – eri obbligato a seguire l’ora di religione a scuola

    ** Be’, no … non avevi alternativa, salvo la “culata”di aver religion ecome ultima ora del Sabato e rincasare prima ” 😉 **

    – non esisteva nessuna forma di riconoscimento di unioni civili

    ** No, però di gente “gay e/o trans” ce n’era già … e facevano già cortei usando da Inni le canzoni di Raffaella Carrà 😉 **

    *** VERO il discorso del “Fumare” : veniva tutelata una presunta (!) “socialità” a discapito di una reale (!) sanità pubblica !

    • roberto scrive:

      Il fenomeno televisioni locali è stato illegale Gino agli inizi degli anni 90, con la legge mammì…poi il monopolio era stato di fatto aggirato con il sistema delle videocassette mandate in contemporanea, ma ti ricorderai forse le ordinanze di vari pretori che sospendevano delle emittenti televisive

      Sul militare, ok potevi scegliere di fare il doppio del tempo come servizio civile ma di fatto le alternative erano quelle 1 anno militare, 2 civile o renitente alla leva. A occhio un 18 di oggi ci guadagna almeno un anno di vita

      Religione a scuola: ricordo male o l’ora alternativa è tipo dell’87?

      • paniscus scrive:

        “Religione a scuola: ricordo male o l’ora alternativa è tipo dell’87?”
        ————-

        Sì, la data esatta non me la ricordo, comunque l’aggiornamento del concordato è dell’84, l’avvio della nuova modalità nelle scuole è dell ’86 o 87.

    • PinoMamet scrive:

      Mmm sei sicuro della tempistica?
      Io leggo che la trasmissione televisiva via cavo era legale dagli anni sessanta (prima, una TV di Napoli), quella via etere dagli anni settanta “purché locale”, divieto aggirato col sistema che ricordi tu.
      Negli anni ottanta le TV locali erano già più di mille…

      • roberto scrive:

        Ok ritiro l’esempio della TV e rilancio con quello della pasta: non si poteva vendere o produrre pasta di grano tenero o mista tenero e duro.
        Dal 1989 si può produrre solo per esportare
        Dal 1997 il divieto è caduto del tutto

        🙂

        • Peucezio scrive:

          Che libertà è?
          Nessuno preferisce la pasta di grano tenero, è solo un vantaggio per i produttori perché è più economica.

          • Moi scrive:

            No, no … c’è gente _ spesso da Millennials a bambini, specie in Italia_ che parimenti preferisce sul serio Starbucks a “o’ caffè” da caffettiera Napoletana o all’ esprresso in Moka.

            Sarebbe interessante mettere in testa degli elettrodi a ‘sta gente per capire quali stupefacenti stimolazioni di onde cerebrali vengano attivate dal “farlo per moda” … visto ch’èl’ obiezione classica.

          • Francesco scrive:

            ehm … puoi mica lasciar decidere a chi deve mangiare?

            questa smania di “proteggere” la gente dalla possibilità di fare scelte, che è molto italiana, è una delle cose che meno sopporto del carattere nazionale

            e un tratto che apprezzo del modello usano, dove tutto sommato sei libero di fare il cazzo che vuoi

            ma forse è più una cosa da città vs villaggio

            non che io non sia bigotto e giudicante ma per me sei libero di fare la cosa sbagliata (tifare Inter, mettere il grana sul pesce, votare comunista) e andare in rovina

            ecco

            • roberto scrive:

              francesco

              “questa smania di “proteggere” la gente dalla possibilità di fare scelte, che è molto italiana, è una delle cose che meno sopporto del carattere nazionale”

              non solo sono d’accordo, ma sono mooooolto più estremo di te su tanti argomenti dove “libertà di fare scelte” temo che per te sarebbe orrore e abominio

              🙂

              comunque in genere si limitano le scelte altrui non le proprie
              🙂

              • Francesco scrive:

                certo, nel tuo caso questa libertà non ha limiti oggettivi

                nel mio caso, mi riservo di negare il diritto di ammazzare bambini e qualche dubbio sul suicidio

                per il resto sto virando sul brocardo “andate all’inferno”

                :0

              • roberto scrive:

                francesco

                “certo, nel tuo caso questa libertà non ha limiti oggettivi”

                no perché come detto prima la libertà è sempre relativa rispetto alla libertà altrui

                se sacrifico bambini non mi sembra bello rispetto alla libertà del bambino

                se giro in gonna e tacchi a spillo non ledo la libertà di nessuno

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “se sacrifico bambini non mi sembra bello rispetto alla libertà del bambino

                se giro in gonna e tacchi a spillo non ledo la libertà di nessuno”

                Ho capito, vorresti vietare l’aborto e permettere alla gente di vestirsi da SS.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “no perché come detto prima la libertà è sempre relativa rispetto alla libertà altrui”

                Il problema sta anche nel definire quell'”altrui”.

                Si riferisce esclusivamente agli esseri umani?

                Include o esclude le generazioni future?

              • roberto scrive:

                miguel

                “Ho capito”

                no non tanto….anche se a dire il vero non sono particolarmente favorevole a limitare la libertà di vestirsi da pagliacci… e per altrui diciamo che non penso ai batteri o alla rete dei funghi

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            È una libertà dei produttori.

          • roberto scrive:

            a me fa schifo peggio che gli scarrafoni ma…

            https://anticamente.com/2020/08/21/w-la-pasta-col-grano-tenero/

            comunque la domanda “che libertà è” veramente mi sorprende (cioè si fa per dire)

            il divieto di produzione, vendita, importazione di X è appunto una limitazione della libertà che mal si concilia con l’idea di una periodo aureo di libertà

            oltretutto se ci pensi è un divieto totalmente senza senso

      • paniscus scrive:

        Ma le reti private basate su emittenti locali ma connesse in tutta Italia (quelle che poi sono diventate Italia 1 e Canale 5) c’erano già all’inizio degli anni ottanta, ne sono sicura perché le guardavo anch’io in età di scuola media…

    • Miguel Martinez scrive:

      per Moi

      ““Negli anni ’80 si era molto più liberi di oggi.””

      Ripeto la mia posizione: esistono innumerevoli tipi diversi di libertà.

      Noto che in questi elenchi prevalgono libertà individuali o di consumo, da una parte e dall’altra.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Nel discorso sulla “libertà” si fa poi facilmente confusione tra regole scritte e non.

    Ad esempio, nel 1982, non esisteva una regola scritta che vietasse di fumare nei locali, oggi esiste.

    Ma nemmeno in Arabia Saudita, esiste una regola scritta (per citare Francesco) che dice che se parli male di Renzi, finisci nei guai.

    Come non esiste una regola scritta in Calabria che se ti opponi alla costruzione di un palazzone abusivo, finisci nei guai.

    Sono altre regole non confrontabil con quelle scritte.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Sono altre regole non confrontabil con quelle scritte.”

      Ad esempio, si potrebbe facilmente fare un confronto tra “la legge messicana che già nel 1920 permetteva il divorzio e Napoli nel 1990 dove se guardavi storto un camorrista ti sparavano”.

  22. roberto scrive:

    a proposito di leggi, regole e libertà, ve la racconto perché è divertente.

    lavoro in edificio nuovissimo, modernissimo tutto di vetro…l’aria condizionata è rotta da una settimana e non sarà riparata prima di fine luglio e quindi con 17 gradi fuori ce ne sono 35 dentro (avete presente il ponte sul fiume kwai quando lo chiudono nella gabbia di lamiera al sole? ecco)

    ci dicono che le finestre sono bloccate per motivi di sicurezza ed è vietatissimo aprirle

    ma mi è scattata la napoletanità e grazie ad un mini cacciavite ho passato l’ultima ora della mia vita a sabotare finestre per aprirle, adesso almeno al mio piano si sta che è una bellezza 🙂

  23. Moi scrive:

    Ah … se Luciano De Crescenzo potesse leggerlo ! 😉

  24. PinoMamet scrive:

    L’argomento non è che mi scaldi, ma così, tanto per amore di discussione:

    e il casco? Le cinture di sicurezza? Negli anni Ottanta il casco non so, ma le cinture di sicurezza eri senz’altro “libero” di non metterle, e in effetti non ledevi la libertà di nessuno se non le mettevi.

    Possiamo dire che l’Italia è un paese meno libero per quest’obbligo?

    Che poi è uno di tanti: io ho presente il mondo scolastico, con ore di stupidi filmati obbligatori sulla sicurezza o con i divieti di portare cibi fatti in casa tipo torte o pasticcini (mica per la salute dei ragazzini! Quelli sono “liberi” di drogarsi di bibite gassate e merendine industriali dalla macchinetta del distributore convenzionato, che ai miei tempi nessuno sognava- non siamo morti né di fame né di allergia alla torta della nonna del compagno di classe…)

    E sì, devo dire che tutto assieme, se compariamo anche la mole di lavoro burocratico, l’insegnante di oggi è meno “libero” di quelli degli anni ottanta.

    Credo che la cosa si applichi un po’ a tutte le categorie professionali…

    (Ho conosciuto un dirigente da 15000 euro mensili, ultra sessantenne, azienda privata settore alimentare, costretto a mettersi in tuta e fare esercitazioni di spegnimento fuochi per il “corso obbligatorio per la sicurezza”… Naturalmente tutti sanno che non spegnerà mai alcun incendio nella sede della ditta, ma l’obbligo c’è lo stesso).

  25. Miguel Martinez scrive:

    Glorioso lapsus dell’ex-presidente George W. Bush:

    “Former U.S. President George W. Bush: “The decision of one man to launch a wholly unjustified and brutal invasion of Iraq. I mean, of the Ukraine””

    https://nitter.tiekoetter.com/BNONews/status/1527096243821989888#m

  26. Moi scrive:

    Alé, régaz … è tornato il Vaiolo (Versione Scimmiesca) : cercàtelo sulla fonte do cui più vi fidate !

    … Nuovi Lockdown, nuovi Vaccini ?! … Draghi con Speranza alla Salute fino al 2028, senza più votare ?!

  27. Moi scrive:

    @ PANISCUS

    https://www.npr.org/2022/05/18/1099966656/happy-asian-elephant-bronx-zoo-considered-a-person?t=1653025731186

    Happy is an Asian elephant. But can she also be considered a person?

    • paniscus scrive:

      why not?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ paniscus

        “why”

        Fermo restando che sono contrario agli zoo dato che se uno vuol vedere degli animali Discovery Channel basta e avanza,

        e che chi e’ crudele cogli animali e’ un pericoloso sadico represso,

        mi preoccupero’ dei diritti degli animali quando loro si preoccuperanno dei miei.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Principio scemo, potrei dire lo stesso di te …

          Ciao!

          • Francesco scrive:

            Almeno per me, una cosa è da fare se è giusta e possibile, non per altri motivi.

            Ciao-bis

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ frncesco

            “lo stesso”

            Oh, ma io mi preoccupo eccome dei tuoi diritti.

            Il fatto stesso che ho votato per chi ho votato e non per i suoi oppositori attesta quanto io tenga ai diritti di tutti.

            Compresi i tuoi.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Questo è un altro buon motivo per preferire l’elefantessa, peraltro.

              😀

              PS la risposta corretta era “i diritti di un uomo valgono per tutti gli uomini”

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “per tutti gli uomini”

                Categoria dove potrai includere donne e sampdoriani, non gli elefanti.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                a parte che pure su quelli è aperto il dibattito (ho sentito una cretina parlare di persone non umane, e non erano sampdoriani)

                rimane che il tuo criterio di reciprocità mi pare sbagliato!

                ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          per ADV

          “mi preoccupero’ dei diritti degli animali quando loro si preoccuperanno dei miei.”

          Bastava dirlo a me, glielo dico subito a Happy di smetterla di opprimerti.

  28. Francesco scrive:

    Premesso che non mi ricordo come mettere i link, almeno l’articolo è breve, oltre che utile.

    «Premesso che» Tutte le scuse dei filo putiniani per non condannare l’aggressione all’Ucraina

    Dalla guerra del Vietnam a Big Pharma, ecco l’elenco non lontano dalla realtà delle giustificazioni patetiche addotte da chi fa il gioco del Cremlino

    Premesso che. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che l’Occidente ha le sue colpe. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che la Nato è la continuazione armata della logica imperial-capitalista. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che gli americani hanno fatto la guerra in Vietnam.
    Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che in Iraq non c’erano le armi chimiche. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che Israele occupa i Territori. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che negli Stati Uniti ci sono le cure mediche solo per i ricchi. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che Draghi stava alla Goldman Sachs. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che Zelensky ha la villa al Forte dei Marmi. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che c’è la deriva paleoliberista.
    Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che c’è lo sfruttamento dei campesinos. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che c’è la deforestazione dell’Amazzonia. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che Big Pharma è tutta in mano agli ebrei, e anche Hollywood. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che c’era il malgoverno Dc. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che in Via Fani c’era la CIA.
    Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che il padronato della finanza apolide vuole abolire lo statuto dei lavoratori. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che nell’acciaieria chissà cosa facevano e poi c’era il pronipote dell’estetista di Boris Johnson. Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che Joe Biden è un gran maleducato.
    Premesso che la Russia ha aggredito l’Ucraina, resta che dopotutto non è mica una Repubblica democratica fondata sul lavoro e quindi andiamoci piano prima di dare giudizi.
    Ora, premesso che sono stronzi, non farebbero prima a omettere la premessa e a dire che la guerra all’Ucraina è infine sacrosanta? Sarebbe meno complesso, diciamo.

    Iuri Maria Prado

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Premesso che”

      Premesso che non ho nessuna intenzione di dare soldi, sangue, figli a nessuna guerra, e che non ho nessuna intenzione di farmi avvelenare la mente dall’isterismo di guerra… premesso questo, può darsi pure che siano stati i Houthi i primi a lanciare un missile in territorio saudita.

      La premessa mi obbliga a fare di tutto per bloccare l’invio di armi italiane all’Arabia Saudita. Senza per questo tifare per i Houthi.

      • Francesco scrive:

        Beh ma tu parti dalla premessa sbagliata, che mi pari il Papa.

        Da quel poco che ne so, dovremmo mandare un paio di brigate ad AIUTARE gli Houthi.

        Ma questo non allontanerebbe l’Ucraina o Putin di neppure un centimetro.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Francesco, ma perché sei ancora qui a postare ‘ste stronzate? Devi stare al fronte, in prima linea!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “premesso”

      Se sostituisci “Russia” con “Arabia Saudita” e “Ucraina” con “Yemen” e più ti batti per sanzionare Riyadh, allora ti do’ retta.

      Altrimenti è la solita spataffiata atlantista. Fa persino diventare simpatico Putin.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        Beh, non solo è un vergognoso caso di benaltrismo, è pure sbagliato, caro Andrea.

        In più, l’Atlante siamo noi e questa è una nostra faccenda.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “sbagliato”

          Un vasto paese orientale è esportatore di idrocarburi e ha ottimi legami con parlamentari occidentali.

          E’ governato da un governo autoritario che non si vergogna di eliminare spudoratamente i giornalisti che lo contestano.

          Ha un vicino più piccolo, di cui condivide le radici culturali, che ha meno armi e risorse ma è dotato di porti collocati strategicamente.

          Il vicino è in preda a lotte intestine che durano anni. Inoltre, ha avuto repentini cambi di governo e corrispondenti capovolgimenti di linea politica

          Approfittandone, il paese più grosso lo attacca militarmente e provoca una spaventosa catastrofe umanitaria.

          Converrai anche tu che quanto ho scritto si applica tanto a Russia e Ucraina quanto ad Arabia Saudita e Yemen.

          Mi sfugge dunque perché sanzionare Mosca e non Riyadh.

          E no, noi non siamo l’Atlante e questa dell’Ucraina non è una nostra faccenda. (Non più di quanto lo sia lo Yemen, quantomeno). Semmai, lo è di Biden e del suo gioco a risiko con Putin.

          Se qualcuno tira poi ancora fuori il presunto paragone fra Putin e Hitler, ricordo che in settanta giorni di guerra complessivi Hitler ha invaso Belgio, Olanda, Lussemburgo e Danimarca, mentre in cinque settimane ha steso Polonia e Norvegia e in una quindicina di giorni mezza Francia. In settantacinque giorni di guerra Putin si è preso giusto il Donbass e qualche porto. Come se Hitler avesse avuto difficoltà quando ha rimilitarizzato la Renania… 🙂

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Andrea

            non venire nel mio carrugio su questi temi, ti faccio male

            e volentieri

            Hitler sopravvisse a malapena all’annessione dei Sudeti e a quella dell’Austria, tanto non era ancora pronto

            ci mise anni a riunire alla Germania regioni abitate da tedeschi e non aveva la Bomba

            il paragone storico è calzante, anche se non vi piace perchè alla fine della storia c’è la Seconda guerra mondiale, quando all’inizio bastò Mussolini per fermare l’annessione dell’Austria, la prima volta

            🙂

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “carrugio”

              Il tuo si chiama ‘wishful thinking’, ed è un tipico bias cognitivo.

              Siccome Putin è considerato dagli USA un nemico, e siccome nella tua visione del mondo gli USA sono il meglio del genere umano, allora devi per forza trovare in quello che fa Putin un’analogia con quello che è considerato unanimemente il Male Assoluto, cioè Hitler. Il che significa attribuirgli un sogno di dominio del mondo (o quantomeno dell’Europa) di cui non esiste la minima traccia; nemmeno Dugin nei suoi sogni più folli ha mai parlato di un dominio moscovita dell’Europa.

              Nel fare ciò, escludi automaticamente ogni altra interpretazione, ad esempi quella che vede nell’aggressione russa a Kyiv l’equivalente riuscito della Baia dei Porci.

              E com’è tipico del bias cognitivo, tutti coloro che non condividono il tuo punto di vista sono ‘putiniani’, in buona o mala fede non importa: dal Papa a Caracciolo ai vari generali, ambasciatori ecc. tutti ‘Putinversteher’.

              Sono sicuro di quello che dico perché il tuo atteggiamento coincide esattamente con quello della totalità dei Polacchi, con cui per noti motivi ho quotidianamente a che fare.

              Ora, è vero che il sonno della ragione genera mostri. Genera anche cortocircuiti emotivi incredibili. Conosco personalmente Polacchi che letteralmente piangono per la sorte del battaglione Azov nell’acciaieria, quando Azov è l’erede dichiarato di quel Bandera i cui sgherri crocifiggevano alle porte di casa i nonni di quelli stessi che oggi piangono.

              Mi consola pensare che il tempo è galantuomo.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “allora devi per forza trovare in quello che fa Putin un’analogia con quello che è considerato unanimemente il Male Assoluto, cioè Hitler”

                Il bello è che i paralleli con un signore che rivendicava Danzica, era vegetariano, amava i protocomputer, amava la montagna, costruiva autostrade a più non posso, faceva edilizia popolare, disprezzava il cristianesimo considerandolo antiscientifico, pensava che l’Ucraina poteva essere il granaio d’Europa, era contro il regionalismo, simpatizzava per l’Inghilterra, copiava le leggi americane, faceva fare grandi appalti statali, si batteva contro il tabacco, sognava un’Europa unita contro le Orde Russo-Tatare, apprezzava gli archistar dei suoi tempi, favoriva una massiccia immigrazione straniera in Germania, disprezzava le sette pagane…

                … i paralleli sono sempre possibili, e formalmente inappuntabili.

              • Francesco scrive:

                No Andrea, temo che tu non ci abbia proprio preso per nulla.

                Putin è il male ai miei occhi, qualsiasi cosa dicano i politici statunitensi. In questi decenni di potere ha fatto quanto di peggio poteva (tranne una bella guerra nucleare) e in più è abbastanza vicino alle mie posizioni di bigotto reazionario per farmi anche incazzare personalmente.

                Hitler non è il Male Assoluto, per motivi teologici che non sto a spiegarti. E le analogie tra lui e Putin non hanno nulla a che fare con i campi di sterminio. Ma le ho già spiegate in dettaglio.

                Idem per la conquista del mondo: non siamo in un cine-comic e lo so benissimo. Io. Siamo più vicini a Rasputin e ai deliri nazional-religiosi tipici della mentalità russa.

                A me, per chiedere l’intervento militare della NATO, basta e avanza la tua analogia con la Baia dei Porci (anche se Zelensky non è certo Castro).

                Una nota: che i polacchi abbiano ottimi motivi per temere la Russia di Putin mi pare assai ragionevole; e che preferiscano ammirare chi ha fermato Putin per mesi invece di farsi abbindolare da vecchie storie è logico. Oggi Azov combatte contro i russi.

                E sì, concordo: il tempo è galantuomo. Lo è stato con Lenin e Stalin, morti in status semidivino, e lo sarà con Putin. E lo è stato anche con i politici che volevano trattare con Hitler, a proposito.

                Ciao

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “paralleli”

                Ma infatti è per quello che paragonare Hitler a Putin non ha senso.

                Per usare un’espressione Genovese, i paragoni sono come la pelle dei genitali maschili: vanno dove li si stiracchia.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “bigotto”

                Lo credo che ti incaxxi: temi la concorrenza. Gracidate nello stesso stagno, voi Difensori dei Valori Tradizionali. La differenza è che Putin si fa il segno della croce al contrario di come ve lo fate tu e Biden.

                Leggevo ieri un articolo di una rivista Polacca che satireggiava sulle pacchiane esagerazioni della televisione Russa.

                Cambiando la lingua e qualche nome, si sarebbe detto che sfottesse la TV Italiana.

                A ulteriore conferma che il più pulito c’ha la rogna.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                x Andrea e Miguel

                se fosse come dite voi, che la Storia non serve a nulla perchè tanto ognuno la tira come vuole, non credo sarebbe così studiata

                vi ricordo che l’abuso non pregiudica l’uso o come cazzo dice il brocardo: un parallelo storico forzato non ha alcun valore come smentita a un valido parallelo storico ben studiato e argomentato

                e un articolo di giornale non dimostra che il ragionamento è impossibile

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “vi ricordo che l’abuso non pregiudica l’uso o come cazzo dice il brocardo:”

                Ci sono due modi opposti di guardare alla storia:

                1) per imparare a capire come funziona il mondo. Ad esempio io trovo affascinante il meccanismo per cui la Germania, dal 1870, sotto qualunque governo, tende sempre a diventare il centro non solo geografico dell’Europa, e a risucchiare ricchezze, risorse, braccia dal resto del continente.

                2) come i hadith della vita del Profeta, che si usano come fonte ultima di diritto: “il Profeta una volta strappò una foglia di fico da un albero, QUINDI io ho fatto bene a portarmi via le carote che avevi piantato nel tuo orto”.

                Il hadith è di per sé inappellabile, l’unica arma che resta all’altra parte consiste nel dire, “il Profeta una volta trovò una carota per terra, e invece di mangiarsela, la riportò al suo legittimo padrone”.

                In discussioni di questo tipo, NESSUNO sta parlando veramente di storia, sta SOLO parlando del presente.

                E allora, da laico, mi viene da tagliare la testa al toro e invitare a NON fare paralleli storici.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Oggi Azov combatte contro i russi.”

                Azov ha bruciato vive dozzine di persone a Odessa. E – stando ad Amnesty International – non ha brillato altrove per rispetto dei diritti umani.

                Se tu accetti di sostenere gente simile perché combatte il tuo nemico ti metti al livello morale del nemico che vuoi combattere.

                Il che a me sta benissimo: io lo faccio sistematicamente.

                Ma chi come te dice di sostenere determinati valori dovrebbe farsene un problema.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      Sarebbe un articolo carino e divertente, se avesse scritto le dichiarazioni vere dei “non zelenskiani”
      (quelli che la stampa italiana chiama “putiniani”, con grande fantasia).

      Invece è un elenco di stromènni, e rubricabile come tale nella categoria “carta da culo”.

      • Francesco scrive:

        Davvero? hai le motivazioni serie dei putiniani?

        io le ho ritrovate quasi tutte, e molte mi sono state citate proprio qui

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Davvero? hai le motivazioni serie dei putiniani?”

          Credo che se uno è putiniano, non comincia proprio con la premessa che dici tu.

          Comincia dicendo, “la Russia ha fatto bene a lanciare un’operazione militare speciale per denazificare l’Ucraina e salvare i popoli del Donbass dal genocidio”.

          Il confuso testo che citi tu critica qualcosa di completamente diverso: gli italiani che “pur condannando Putin” hanno anche problemi a schierarsi a fianco degli Stati Uniti ecc.

          • Francesco scrive:

            no Capo, per una volta sono in violento disaccordo con te

            al tempo della guerra, quelli che “pur condannando Putin etc. etc.” sono putiniani

            è una delle caratteristiche di violenta semplificazione delle guerre

            • PinoMamet scrive:

              Non sei obbligato a semplificare violentemente…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Non sei obbligato a semplificare violentemente…”

                Semplificare violentemente:

                1) Francesco: “dire che il conflitto tra Russia e Ucraina ha radici storiche vuol dire essere sul libro paga di Putin”

                2) ADV: “avere dubbi sulla santità della castrazione chimica vuol dire essere favorevole all’uccisione di persone solo perché LGSPQR”

                Il fanatismo è bello perché è semplice, a differenza del mondo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “santità”

                Quand’è che ho parlato della santità della castrazione chimica?

                “semplice”

                Guarda che è Galileo a ricordare che bisogna ‘difalcare l’esperienza’, cioè semplificarla. La semplificazione è per sua natura arbitraria; è il confronto con l’esperienza l’ultimo giudice.
                Il fanatico è tanto razionale quanto il relativista etico; a differenza del secondo, tuttavia, il primo deforma i dati per adattarli alla sua idea.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                1) Francesco: “dire che il conflitto tra Russia e Ucraina ha radici storiche vuol dire essere sul libro paga di Putin”

                Mi consenta: lo diventa quando “radici storiche” è una scusa per giustificare l’invasione russa. E la tesi del “libro paga” è quella ottimistica, temo che molti lo facciano gratis.

              • PinoMamet scrive:

                Secondo me le radici storiche, che ci sono, c’entrano molto relativamente.

                Ma non per questo dobbiamo tapparci occhi e lingua, per paura di offendere le Sacre Idée Inviolabili e Sempre al Cento Per Cento Giuste di Kiev…

              • Francesco scrive:

                Pino

                lo sai vero che la boiata del “sempre vere al 100%” è il grado zero del trollaggio internet?

                mi pare che noi due si sia troppo vecchi per questa roba da adolescenti analfabeti

                ciao!

              • PinoMamet scrive:

                Allora ricordami quando hai espresso una crítica contro le posizioni del governo ucraino…

      • PinoMamet scrive:

        Prima di tutto sei molto fortunato, perchè conosci dei putiniani.

        In Italia ce n’erano due, Salvini e Berlusconi, ma a quanto pare hanno cambiato idea anche loro.

        Se invece parli delle motivazioni dei “non pronti a giurare sulla parola di Zelensky, che osano porre vaghe critiche all’operato del governo ucraino e/o immaginare un trattato di pace che non coincida al 100% con le richieste di Kiev/Stoltenberg”, beh, non gli ho mai sentito parlare di via Fani, della deforestazione dell’Amazzonia o di Big Pharma.

        magari tu hai fonti diverse, dalla Cina 😉

        • Francesco scrive:

          guarda che ho pubblicato quell’articolo in teoria parodistico proprio pensando a te

          che spacci per “vaghe critiche” una smisurata ostilità agli ucraini (e agli occidentali) e una totale dabbenaggine nel credere a qualsiasi cosa dicano i russi (di Putin, non certo i dissidenti)

          ora che la Russia sta vincendo, aspetto quasi con ansia l’emersione di quelli che ancora si sentono in dovere di premettere

          dalla parte della resa a Putin ci stanno

          1) l’ipocrisia dei pacifisti
          2) i soldi
          3) i soldi
          4) l’odio per la libertà occidentale

          alla fine aveva ragione al mille per cento Roberto

        • PinoMamet scrive:

          I soldi??
          Non capisco a cosa ti riferisci, mi sembrano ossessioni tue.

          La mia posizione è molto semplice e non è mai cambiata: il modo per fare finire la guerra è trovare un accordo, e questo accordo sarà cedere qualcosa a Putin.

          Ora spetta al governo ucraino decidere dopo quanti morti farlo.

          Persino Kuleba si è accorto che la Nato non andrà oltre l’invio di qualche ferrovecchio ex sovietico e qualche razzo di avanzo.

          Ciononostante, continuano a menarla con il fatto che non vogliono cedere neppure un centimetro del loro territorio, compresa la Crimea che non possiedono da sei anni.

          Secondo loro, Putin perché dovrebbe ritirarsi?? Per magia?

          Noto che il numero dei “putiniani”, secondo la tua definizione, è sempre più vasto…

          Per il resto, non ho simpatia per i nazionalisti arroganti al potere a Kiev, e meno ancora per i loro cinici sponsor americani.

        • PinoMamet scrive:

          PS l’odio per la libertà occidentale, fammi il piacere.

          Ma non ti senti ridicolo a dire certe cose??
          TU????

          Tu, il sostenitore di Pinochet???

          Ma smettila!

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ PinoMamet

            “Pinochet”

            Ma guarda che Francesco è coerente. 🙂

            Mica c’è contraddizione fra la “libertà occidentale” e Pinochet. La prima non esiste senza gli USA, e gli USA senza il secondo o quelli come lui.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              a quanto mi risulta, il dittatore Pinochet si è levato dal cazzo e il Cile è tornato a essere un paese accettabilmente libero, come prima di Allende

              questo vuol dire essere un sostenitore di Pinochet? non credo

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “levato”

                Non servendo più agli USA, era diventato inutile.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                puoi elaborare questa interessante tesi?

                grazie

              • PinoMamet scrive:

                A me risulta di averti letto difendere Pinochet infinite volte….

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “elaborare”

                C’è poco da elaborare. Pinochet (come i colonnelli ad Atene, Rios Montt in Guatemala ecc.) l’hanno messo su gli USA. E quando non gli serviva più, è caduto.

                L’imperialismo è la fase suprema del capitalismo. Dai, tutto io ti devo spiegare? 🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                vabbè, se il livello intellettuale è questo che posso fare? augurarti di diventare il prossimo Papa

                🙁

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Papa”

                Meglio di quello attuale nessuno può!

                …’l’abbaiare della Nato alla porta della Russia’…

                … è un’espressione che resterà nei secoli. 🙂 🙂

                Ciao!

                Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          Comunque le vaghe critiche a Kiev non sono mie.

          A me il governo di Kiev sta sul cazzo proprio.

          E penso che l’Ucraina sia un paese mezzo inventato, con una cultura mezza inventata, poco più che vernacolare nel migliore dei casi, e imposta con la forza alla popolazione.

          Penso anche, perché lo dice la storia, che la nuova Russia che vuol conquistare Putin sia in effetti la Nuova Russia che gli zar hanno strappato ai khanati nel ‘700, e quindi, in effetti Russia.

          Penso anche e l’ho detto più volte che Putin non ha alcun motivo di andare, al massimo, oltre la Moldavia, o “Bessarabia russificata”, come la chiamava già Pushkin.

          Putin mi è indifferente: amo invece la grande cultura russa, mentre disprezzo le culture dialettali quando si travestono da nazionali: immagino che Kiev abbia tutte le carte in regola per piacere ai leghisti, quindi.

          Invece Zelenski mi sembra un emerito cretinetti, e il suo governo una manica di fascisti mezzi matti.

          Quindi non verserò una lacrima quando finalmente gli ucraini li leveranno di mezzo, anche se gli ucraini sinceramente non mi sembrano troppo svegli.
          Ma prima o poi ci arriveranno…

          È chiaro così?

        • PinoMamet scrive:

          E prima che ti inventi qualche stronzata con la tua inviabile fantasia:
          non sto dicendo che Putin “ha ragione”, dico che le ragioni storiche dell’Ucraina ni sembrano più che discutibili, e il suo governo stupido e iper nazionalista.

          Per altro, con le “ragioni” e gli “ideali” di fanno le guerre, con il buon senso e la concretezza si potrebbe persino fare la pace.
          Dispiacerà a quelli che vogliono che nel Donbass si parli ucraino e basta?
          Può darsi, e questo quanti morti vale?

  29. tomar scrive:

    Futili glosse su militi ignoti.

    “Oggi abbiamo terminato i lavori sulla Desna. Purtroppo le statistiche sono le seguenti: oggi sotto le macerie abbiamo trovato 87 cadaveri. Senza queste persone sarà il futuro dell’Ucraina”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il World Economic Forum. Una settimana fa ci fu un attacco aereo contro il villaggio di Desna, nella regione di Chernihiv, vicino al quale si trova il centro di addestramento delle Forze armate ucraine.

    Il 17 maggio le autorità ucraine avevano comunicato. “A seguito di un attacco aereo nel villaggio di Desna nella regione di Chernihiv, 8 persone sono rimaste uccise, altre 12 sono rimaste ferite”, senza fare alcun accenno al centro di addestramento e a eventuali vittime militari.

    Nel linguaggio della comunicazione di guerra ucraina “persone” indica “civili”, dato che del numero dei caduti militari è vietato dar notizia, e Zelensky oggi non ha specificato lo status dei cadaveri, ma mi sembra ovvio che questo aumento da 8 a 87 delle vittime sia da attribuire proprio ai soldati colpiti nel centro di addestramento, omessi nel primo comunicato e anche ora resi in qualche modo invisibili, divenuti, spogliati della divisa, semplicemente “persone”, persone strappate al futuro dell’Ucraina.

    Come non preferire una retorica che mette al suo centro una categoria cosi universalistica come quella di “persona” rispetto a qualsiasi divisa o bandiera? Zelensky conferma anche con questi spostamenti identitari di essere un retore di qualità superiore, perlomeno nel panorama dell’attuale classe politica europea. Con l’utile aggiuntivo che poiché “persone”, come si diceva, ai nostri orecchi suona come “civili”, noi spettatori occidentali reagiamo ovviamente di più quanto più è alto il numero delle vittime civili della prepotenza russa. Un “di più” che è un lubrificante della disponibilità occidentale a fornire più armi. Estremo servigio reso alla Patria da quei militi diventando ignoti in quanto militi.

    • PinoMamet scrive:

      Dopo sembra che do sempre addosso a Zelenski, ma da quando (tipo il primo giorno…) ha dichiarato di aver arruolato tutti gli ucraini fino ai 60 anni (se non ricordo male), ha automaticamente tolto ogni validità alla distinzione tra civili e militari, sul piano del diritto di guerra.

      Ammesso che esista un diritto di guerra (i russi non ci credono, e sostanzialmente hanno ragione: nella guerra vince il più forte, punto).

      Esattamente come, sul piano della retorica e non del diritto di guerra, le svariate immagini di solerti civili ucraini che preparano molotov, gettano ostacoli sulle strade dei carrarmati ecc.

      Tolte le persone chiaramente in fuga (e non tutte), i bambini, i vecchi ecc., se gli altri sono tutti militarizzati, sono tutti bersagli leciti.

      (E anche sugli ospedalizzati v’è poi da ridire: persino sulla stampa italiana è arrivata, naturalmente in sordina, la notizia che la famosa tizia che scappava dall’ospedale fosse stata costretta a prestarsi alla messinscena dalla macchina propagandistica ucraina… lo ha detto lei stessa, una volta raggiunto felicamente il Donbass…)

      ripeto, di questa guerra sapremo qualcosa di veramente vero quando sarà finita. Forse.

      Per il resto, confermo la disistima per il Grillo ucraino.

      PS
      Anche se i tizi di Mariupol sono dei terribili nazistoni che si sono macchiati di vari reati (lo dice Wikipedia e Amnesty, non il sottoscritto) e si divertivano a fare la pizza con la svastica sopra, come da fotografie dell'”eroico fotografo” imbeddato, gli va riconosciuto di essere dei duri e di aver fatto una resistenza fuori dall’ordinario.

      Mi chiedo quanti reparti come quelli abbia l’esercito ucraino. Da cose che ho letto- stamattina, su Wikipedia, da vero babbano- direi pochi: l’esercito ucraino è stato smontato e rimontato più volte secondo i gusti dei diversi governi, anti- o filo-russi, e sostanzialmente è rimasto un vecchio arnese post-sovietico, peggio ancora, a metà della transizione verso i sistemi NATO.
      I reparti validi sono quelli del “non esercito”, di altri corpi tipo Guardia Nazionale e milizie varie.

      • Francesco scrive:

        Ma i militari del Battaglione Azov sono gli stessi del 2014? erano professionisti? volontari “per sempre”?

        Comunque da quel che ho letto su riviste del settore difesa non è proprio così, nella dura guerra persa contro i russi nel 2014 gli ucraini hanno molto imparato e hanno/avevano reparti militari seri.

        Anche perchè le milizie non avrebbero potuto resistere per tre mesi all’esercito russo.

        Per la cronaca, a Mariupol ci stavano anche i Marines, non solo quelli del Battaglione Azov.

        Saluti

  30. Miguel Martinez scrive:

    Stupendo!

    Una di quelle notizie che mi ricorda che ogni tanto Roberto ha ragione sulle possibilità di trovare qualche rimedio a problemi molto reali.

    https://www.lindipendente.online/2022/05/25/italia-finalmente-saranno-accessibili-ai-cittadini-le-relazioni-tra-sanita-e-industria/

    Italia: finalmente saranno accessibili ai cittadini le relazioni tra sanità e industria
    25 Maggio 2022 – 14:01

    La Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge Baroni, firmato dal deputato di Alternativa e incentrato sulla volontà di indirizzare il settore sanitario verso la trasparenza e la meritocrazia. Il cosiddetto Sunshine Act italiano, ispirato a norme già presenti all’estero, «permetterà di monitorare i legami di interesse esistenti tra circa 290.000 aziende coinvolte nel settore sanitario e più di un milione di operatori della salute, inclusi i vertici amministrativi», ha dichiarato Massimo Enrico Baroni. L’obiettivo è di tutelare la trasparenza e prevenire processi distorsivi attraverso «l’obbligo di dichiarazione su un sito internet del governo, consultabile da tutti i cittadini come registro pubblico telematico, di tutti i dati relativi a regalie, remunerazioni, accordi» che producono vantaggi e che l’industria sanitaria porrà in essere nei confronti dei lavoratori del settore, tra cui medici, biologi, infermieri e ostetrici.

  31. tomar scrive:

    “le possibilità di trovare qualche rimedio a problemi molto reali”
    Ma certo! Sarebbe infantile non utilizzare anche vie istituzionali per ottenere reali rimedi a problemi reali, e questo tipo di riforma, rispetto all’andazzo affaristico attuale, è decisamente radicale. Stupisce semmai che ci sia stata l’unanimità e dubito che ci sarebbe stato lo stesso risultato se il progetto di questo ex grillino fosse stato presentato in commissione nell’era preCovid.
    Credo poi che anche i più fieri oppositori delle misure regolamentatrici debbano plaudere a questa regolamentazione del mondo sanitario, considerandola magari il risultato di un’astuzia della ragione.
    Ma insomma alla fine si tratta di togliere libertà a qualcuno ai fini di un maggior benessere di tutte le altre persone. Ovvero si tratta di mettere delle braghe al capitalismo, per salvarlo dalla sua dinamica spontaneamente disgregatrice.
    Vecchia storia mai stata tanto attuale.

  32. Miguel Martinez scrive:

    Passata l’emergenza Covid (vi ricordate, quando i No Vacche rubavano i posti letti ai vecchietti?), finalmente rifiorisce la salute pubblica…

    https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/05/26/news/sanita_lallarme_del_sindacato_dal_primo_giugno_chiusi_tutti_i_posti_letto_di_cure_intermedie_della_usl_toscana_centro-351304329/
    Firenze
    Firenze
    Sanità, l’allarme del sindacato: “Dal primo giugno chiusi tutti i posti letto di cure intermedie della Usl Toscana Centro”
    26 Maggio 2022 alle 12:38

    “Dal prossimo 1° giugno chiudono tutti i posti letto di cure intermedie della Usl Toscana Centro, una decisione presa a causa dell’opprimente blocco delle assunzioni di tutto il personale del sistema sanitario regionale, che costringe l’azienda a chiudere i servizi per recuperare il personale per garantire ai lavoratori il diritto alle ferie.

  33. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Lo so che pensate che lo dica perché sono collega di Guareschi (ufficiale di complemento di Artiglieria), ma alla fin fine sono sempre i cannoni la “ultima ratio regum”, come dicevano i re di Francia…

    https://www.corriere.it/esteri/22_maggio_25/russia-donbass-vittoria-e1c6cd0c-dc3f-11ec-b480-f783b433fe60.shtml

    ‘La Russia sta vincendo nel Donbass?
    di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
    La seconda fase del conflitto si sta esaurendo, e l’Armata di Putin sta prevalendo sulla resistenza. Nell’ultima settimana le truppe russe sono avanzate più che nel resto del mese di maggio e martellano con l’artiglieria, scalfendo il morale ucraino

    La seconda fase del conflitto ucraino si sta esaurendo, e l’Armata di Putin sta prevalendo sulla resistenza. Nell’ultima settimana le truppe russe sono avanzate più che nel resto del mese di maggio anche se, sostiene l’Institute for the Study of War nel suo aggiornamento quotidiano, i progressi restano lenti, limitati a obiettivi ridotti rispetto a quelli richiesti dal Cremlino, ostacolati dagli ucraini. Che il vento della battaglia sia girato, però, si era intuito anche dalle dichiarazioni pubbliche di Volodymyr Zelensky e del suo governo, che nell’ultima settimana hanno ammesso le difficoltà nell’est — «perdiamo 50-100 uomini al giorno», aveva detto il presidente ucraino: un’enormità, spiega l’analista Michael Kofman — e confermato che il 16 maggio quattro missili russi hanno ucciso 87 persone in un centro di addestramento militare a Desna, nell’oblast settentrionale di Chernihiv: un colpo mirato, come quello di Yavoriv del 13 marzo, il più sanguinoso dall’inizio dell’operazione militare «speciale» di Putin.

    Finora, da Kiev — che sostiene di aver ucciso quasi 30 mila russi, numeri probabilmente eccessivi — erano trapelate pochissime informazioni sul numero delle vittime fra la resistenza: un bilancio sicuramente duro, ma che è rimasto avvolto nella nebbia di guerra. Queste ultime dichiarazioni sembrano invece una conferma indiretta che gli ucraini stanno soffrendo l’attrito della battaglia, tanto che starebbero ora pensando di portare rinforzi a est per impedire ulteriori progressi russi: Kiev può cedere territorio e sperare di recuperarlo in seguito, ma l’Armata ha ridotto gli obiettivi, corretto i piani, non pensa più a un grande accerchiamento della resistenza ma ne cerca di più piccoli, simultanei, che possano permettere progressi incrementali nelle regioni contese di Donetsk e Lugansk.

    Qui le autorità delle autoproclamate repubbliche popolari sostengono che le forze filorusse, insieme all’esercito di Mosca, hanno sfondato le difese ucraine. «La difesa ucraina sta crollando. È in corso un assalto attivo a Zolote. Le forze di pace stanno avanzando verso Maloryazantsevo, Volcheyarovka», ha dichiarato l’ambasciatore della repubblica di Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik, spiegando che «parte dell’autostrada strategica Lysichansk-Artemovsk è sotto il pieno controllo delle forze alleate. Ciò ha portato alla quasi completa impossibilità di rifornire le truppe ucraine a Severodonetsk e Lysichansk». Prendendo la strada che unisce Bakhmut a Lysyschansk, 2 chilometri a nord di Soledar, i russi possono complicare la logistica e i rifornimenti ucraini nell’area, conferma Franz-Stefan Gady dell’Istituto internazionale di studi strategici.

    «Le truppe russe si sono già avvicinate molto a Severodonetsk, quindi possono sparare anche con i mortai», ha ammesso il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk Sergiy Gaidai. «La città viene continuamente bombardata, 24 ore su 24. Ci sono pesanti combattimenti alla periferia della città, mentre ordigni e missili vengono sganciati dai bombardieri, la situazione è molto difficile». Nei combattimenti vicino a Severodonetsk, l’esercito ucraino ha eliminato il capitano di polizia Asvad Idrisov, l’ufficiale Gapur Dakalov e il vicecomandante del quarto plotone del reggimento di Kadyrov, il sergente maggiore Ali Betishev: un segno della presenza cecena sul campo di battaglia. Sarebbe però altrettanto rilevante la partecipazione dei veterani della compagnia di sicurezza Wagner, decisivi in molte situazioni e certamente superiori ai miliziani filorussi o ai normali soldati.

    La guerra in Ucraina, hanno scritto John Spencer e Lionel Beehner sul Kyiv Post, «ha confermato quello che i soldati sanno da secoli»: il morale delle truppe è più importante di qualsiasi arma o dottrina militare, porta con sé motivazioni, fiducia, coraggio, coesione, un senso di controllo del proprio destino. Per novanta giorni si è parlato del basso morale delle truppe russe, dei soldati di Putin che non ubbidivano agli ordini o sabotavano i propri mezzi, ma l’incessante martellamento dell’artiglieria russa — insieme alle ultime notizie in arrivo dal campo — potrebbero avere ora un effetto sulla psiche della resistenza.

    L’artiglieria spesso non è in grado di distruggere i bunker, anche perché alcune granate sono studiate per esplodere in alto per allargare l’effetto delle schegge, tuttavia fiacca il morale: il soldato chiuso nel rifugio non può muoversi, subisce traumi psicologici, può temere che crolli tutto, pensa ai detriti che rischiano di bloccare l’ingresso, spiega Lorenzo Nannetti del Caffè geopolitico. I colpi continui provocano un logoramento progressivo, con attacchi insistiti e ripetuti: c’è una persistenza che diventa letale, non permette di muoversi e impedisce che arrivino rinforzi.

    C’è la cosiddetta area di fuoco, prosegue Nannetti: è investita da un’onda che avanza, con il tiro che si sposta sempre più verso gli obiettivi, deve fare da battistrada alle proprie unità che daranno l’assalto senza correre il rischio di colpirle. Ecco perché ci deve essere un coordinamento perfetto tra batterie e fanteria. I russi, in questa fase, eseguono meglio questi meccanismi, perché hanno reparti esperti che sfruttano i varchi nello schieramento avversario. L’Armata dispone di una logistica migliore grazie al ricorso ad una rete ferroviaria con buone diramazioni: bisogna sempre pensare che si consumano tante munizioni. Gli ucraini faticano a rispondere perché i target avversari, ovvero le batterie, sono più lontane, hanno a loro volta un raggio maggiore e devono scoprirla con i radar, apparati forniti dalla Nato ma non in numero sufficiente rispetto alle esigenze.’

    Consiglio inoltre vivamente la lettura di questo lungo ma documentato articolo di una rivista specializzata, che ha il pregio di non essere eccessivamente specialistico

    https://www.difesaonline.it/mondo-militare/addendum-le-riserve-di-carri-armati-delle-forze-armate-russe-e-le-capacit%C3%A0-produttive

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  34. Miguel Martinez scrive:

    Per ADV

    ““mi preoccupero’ dei diritti degli animali quando loro si preoccuperanno dei miei.””

    Ho avuto come una visione fulminante…

    Ecco, a me interessano tantissimo le vite/morti (coppia inscindibile), degli umani, degli animali, delle piante.

    E’ una cosa per cui sono disposto a dare tutto.

    Per salvare un tasso, abbiamo cambiato in piccolo la storia del nostro rione; e oggi sono scoppiato in lacrime ascoltando la storia di un’amica settantenne, che ha perso il marito: si erano fidanzati che lei aveva 15 anni e lui 17.

    Mentre non ho la minima idea cosa sia un “diritto”, e credo che non me ne importi niente.

    Al massimo approfitto della vostra credenza se mi trovo nei guai, come il senegalese musulmano che cerca di vendervi i fazzoletti dicendo “auguri buona Pasqua!”

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