Storia segreta dell’Inghilterra

Mi è venuto di scrivere di getto una storia segreta dell’Inghilterra, senza controllare alcuna fonte prima di attaccarmi alla tastiera. Una roba assolutamente approssimativa, e contestabile.

I proprietari terrieri, i Privanti, a Runnymede, sotto il tasso, fanno riconoscere la loro proprietà come valore assoluto, metro del mondo. Tutti i diritti umani, secoli dopo discenderanno da lì: primo, non puoi togliermi il mio Breil, e solo per questo motivo non puoi torturarmi.

Nel Trecento/Quattrocento, i mercanti fiorentini – e in particolare i Medici – inventano un complesso sistema, per cui i proprietari inglesi vendono loro la lana e attraverso vari giochi di prestigio, ne esce la decima per il Papa.

Per far lana, ci voglion pecore, ed ecco che i proprietari terrieri cacciano i contadini: la proprietà sarebbe sacra anche per i contadini, peccato che non hanno gli atti notarili per dimostrarlo.

E i Privanti infilano le loro pecore anche nei commons, le terre che erano di tutta la comunità.

“The law locks up the man or woman

Who steals the goose from off the common

But leaves the greater villain loose

Who steals the common from off the goose.”

Enrico Ottavo, oltre a diventare il marito meno raccomandabile della storia umana, organizza un furto immenso: tutte le terre dei conventi, che i frati lassi governavano con mano leggera, diventa proprietà dello Stato.

E un attimo dopo, diventa proprietà dei Privanti perché i re hanno sempre bisogno di soldi per fare le loro infami guerre.

Allora i Privanti, innanzittutto, fanno misurare il mondo, dai loro surveyor, i geometri. Che non sfugga loro nulla di ciò che i frati, presi dalle loro preghiere, si eran lasciati scappare.

Misurare vuol dire trasformare la qualità in quantità, fondamento della distruzione del mondo, essenza della Modernità. Che quindi è sinonimo di autodistruzione del mondo.

Questa svolta decisiva della storia umana viene raccontata da Shakespeare, figlio lui stesso di un geometra.

Nel suo dramma, Amleto guarda il teschio di Yorick e fa un gioco di parole sul termine fine, insieme la multa che il padrone infliggeva ai propri affittuari e la polvere fine:

“Forse costui è stato, a suo tempo, un grande acquirente di terre, con i suoi statuti, le sue leggi, le sue multe, i suoi doppi attestati, le sue garanzie: che sia questa la multa delle multa, e la garanzia delle garanzie, avere la sua fine testa piena di fine polvere [is this the fine of his fines, and the recovery of his recoveries, to have his fine pate full of fine dirt?]?”

I Privanti inglesi imparano dagli olandesi, la gente allora più furba del mondo. E pagano navi per girare il mondo e turlupinare genti lontane, perché vendano loro spezie.

Immensi patrimoni permettono ai signori delle campagne di costruire macine, mulini, scavar carbone, e creare mostri.

Inghilterra ha una nazione gemella, la Francia: ma in Francia, le città prevalgono; sistemi burocratici complessi impediscono alla campagna di stabilire i prezzi, e si soffoca così sul nascere il capitalismo.

In Inghilterra, la Camera dei Lord decide che la campagna prevale sempre sulla città.

Ma paradossalmente la campagna, le fabbriche vicine ai corsi d’acqua e alle miniere di carbone, creano la Città mostruosa.

Però il farmaco è tutto insieme cura, veleno e antidoto al veleno.

Ecco che l’Inghilterra è il primo e per molti versi l’unico paese al mondo a produrre l’antidoto al veleno della modernità.

Ecco che i primi dei nostri nascono proprio in Inghilterra.

Non mi viene in mente nessuno fuori dall’Inghilterra che abbia colto subito, duecento e passa anni fa, l’Orrore che ci aspettava, e allo stesso tempo la meravigliosa bellezza di tutto ciò che l’Orrore stava devastando. Persino nei poeti che riscoprono i nomi dimenticati dei fiori dei campi.

Pochi anni primi del nostro sovrano, Ned Ludd, William Blake parlava dei Satanic mills, e raccontava di Londra e le sue strade imposte, organizzate, “chartered”,

I wander thro’ each charter’d street,
Near where the charter’d Thames does flow. 
And mark in every face I meet
Marks of weakness, marks of woe.

In every cry of every Man,
In every Infants cry of fear,
In every voice: in every ban,
The mind-forg’d manacles I hear 

How the Chimney-sweepers cry
Every blackning Church appalls, 
And the hapless Soldiers sigh
Runs in blood down Palace walls 

But most thro’ midnight streets I hear
How the youthful Harlots curse
Blasts the new-born Infants tear 
And blights with plagues the Marriage hearse 

E mentre i continentali erano tutti presi da principi astratti, gli inglesi, certi inglesi, i nostri inglesi, hanno cominciato a guardare con occhi visionari il mondo, a denunciare il Male Incombente, a cercare – cento, duecento anni fa – la sponda che ci permetterà un giorno di trovare la sopravvivenza, e magari anche la vivenza.

Come Francis Thompson, dai grandi occhi scuri, visionario cattolico, clochard, consumatore di oppio, che mentre dormiva per strada, colse il Segreto dietro tutti i Segreti:

“From the fall precipitant these dim snatches of her chant only have remained mine”.

“Dalla Caduta che ci ha fatti precipitare, questi echi appena intuibili del canto di lei, è tutto ciò che mi è rimasto”.

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342 risposte a Storia segreta dell’Inghilterra

  1. Pietro scrive:

    Bellissimo articolo

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Vabbe’, ma mica è solo l’Inghilterra.

    Dickens avrà avuto la sua Coketown, ma a descrivere i primi danni ambientali dell’industrialismo e Novalis in Germania.

    E di li a poco lo svedese Arrhenius, il chimico premio Nobel che ha gettato i fondamenti fella teoria della combustione, avrebbe teorizzato l’effetto serra.

    L’alienazione della vita moderna poi c’è gia’ nella Traviata (“quel popoloso deserto / che chiamano Parigi”).

    Di per sé anche Hogarth illustra il vizio; ma non è più legati alla modernità di un Piranesi.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  3. Peucezio scrive:

    Miguel,
    splendido post!

  4. habsburgicus scrive:

    bellissimo…e acuto !

  5. habsburgicus scrive:

    la Riforma, in Inghilterra e Scandinavia, da un punto di vista economico fu la più grande ruberia mai effettuata..o, se vogliamo usare un termine più neutro, fu il più gigantesco trasferimento di ricchezza che mai ebbe luogo nel mondo…in Inghilterra ha lasciato il segno, c’é un PRIMA (certo già preparato da quanto dici) e un DOPO

  6. Ros scrive:

    La prima industrializzazione in Inghilterra necessitava di riempire e ricambiare costantemente le grandi città di braccia proletarie;
    costantemente, poiché le condizioni di lavoro, le epidemie, l’aria malsana, mefitica, della vita cittadina facevano ammalare e morire a livelli esponenziali la popolazione inurbata.

    La privatizzazione e recinzione delle terre comuni veniva così ad essere utile anche a spingere coattivamente i contadini privati della terra nelle città.
    A farsi braccia e carne di ricambio per compensare le perdite e i resi inabili,
    oltre a formare un esercito industriale di riserva (Karl Marx I° libro del Capitale) atto ad abbassare i salari, sabotare ogni rivendicazione sociale e inasprire le condizioni di lavoro.

    Jonathan C.K. Wells ne scrive nel suo saggio “Cibo, salute e libertà. Nutrizione, dipendenze e democrazia nelle società contemporanee”.

    Un tomo di quasi un migliaio di pagine dove, con un approccio multidisciplinare che parte storicamente proprio dalla Gran Bretagna, affronta il rapporto tra il costante controllo del cibo esercitato dal potere di turno, il Capitalismo laissez-faire (ora Neoliberismo come destino, fine della storia, e come T.I.N.A.) e le malattie croniche (ironicamente denominate “del benessere”, come prima causa di morte – cardiovascolari, diabete, obesità, malnutrizione – oramai endemiche ed in continua crescita.

    L’accesso e la scelta della nutrizione come strumento ed arma sia di guerra all’occorrenza, che di controllo demografico e sociale.

    https://www.ibs.it/cibo-salute-liberta-nutrizione-dipendenze-ebook-jonathan-wells/e/9788855230537

    https://webreader.mytolino.com/reader/index.html?epuburl=https%3a%2f%2fcdp.pageplace.de%2fcdp%2fpublic%2fpublications%2fDT0245%2f9788855230537%2fPREVIEW%2fleseprobe-9788855230537.epub&cdpid=DT0245.9788855230537&lang=it_IT#reader

    • Ros scrive:

      ps
      interessante notare che in qualunque guerra, oggi come ieri, muoiono (ben documentato nel saggio di Wells) assai più civili, (per lo più anziani, bambini, donne, malati) dei soldati, e ciò per scelte politico-belliche di embarghi, blocchi, carestie, assedi, inflazione e rialzo dei prezzi dei beni di prima necessità eccetera.

      Come esempio tipico, a proposito della guerra anglo boera, notava il primo ministro inglese David Lloyd George: “Sul campo di battaglia, per i nostri soldati, che pur erano esposti a tutti i rischi della guerra, il tasso di mortalità fu di 52 su mille all’anno, mentre per le donne e i bambini, nei campi, fu di 450 su mille all’anno”.

      Scelte politico-belliche, (vedi Madeleine Albright e i 500.000 bambini iracheni deceduti per le sanzioni USA come migliore opzione – costi benefici – necessaria) non piaghe bibliche casuali e disgraziate; scelte strategiche.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ ROS

        “strategiche”

        Nulla di nuovo 🙁

        “Già si solea con le spade far guerra
        ma or si fa togliendo or qui or quivi
        lo pan che’l pïo Padre a nessun serra”

        Dante, Paradiso, XVIII, 126-129

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Ros

        “boera”

        Proprio il caso boero è uno spartiacque.

        Fino a tutto il Settecento e ancora per gli eserciti dei nemici di Napoleone il principale modo di procurarsi il cibo era il saccheggio. Ne segue che – con due eccezioni – non si mirava mai a impoverire troppo il territorio nemico, se no si restava senza cibo. Le eccezioni sono a) gli assedi, in cui si prende il nemico per fame b) Gengis Khan e i suoi émuli, in cui la distruzione dell’economia nemica serviva a impedire la riorganizzazione di contrattacchi cui la velocissima ma fragile armata mongola non avrebbe potuto opporre resistenza.

        Napoleone intuisce che un esercito cammina sul suo stomaco. Cura la logistica. Il suo “l’entendance suivra” non è, come lo si intende spesso oggi, un’espressione di disdegno verso i subordinati, ma al contrario un preciso ordine di servizio: la logistica deve essere tanto mobile quanto la cavalleria e l’artiglieria, la cui mobilità nelle armate napoleoniche era senza pari.

        Una tale logistica presuppone una minuziosa coordinazione fra il mondo militare e il mondo produttivo. Le guerre non si preparano solo ordinando per tempi ai feudatari di mobilitare i loro servi, come regolarmente faceva Carlo Magno (che pure in questo eccelleva) ma pre-programmando forniture di metallo per i cannoni, di biada per i cavalli, di gallette per i marinai ecc.

        (Proprio la cronica mancanza di tale programmazione decise i continui ritardi della Lega Santa contro gli Ottomani a Lepanto, secondo la “Battaglia dei Tre Imperi” di Barbero).

        I trionfi di Napoleone mostrarono che la via della vittoria passa per l’integrazione economica fra militari e società: dapprima uniti solo nella comune obbedienza al sovrano, ora apparati militari e apparati produttivi si dovranno coordinare a tutti i livelli. Dove i militari rimangono socialmente subordinati ai mercanti, come nelle Province Unite o nell’Impero Cinese, si avrà la stessa decadenza dei paesi dove i mercanti sono socialmente subordinati ai militari, come nell’Impero Ottomano.

        La logica conseguenza la si vede pochi decenni dopo Napoleone, nella Guerra di Secessione: per vincere va distrutta non solo la forza armata, ma l’economia stessa del nemico. Se i nostri soldati mangiano un rancio che gli arriva dalle retrovie e sparano pallottole fuse nelle nostre fonderie, attaccando il nemico dovremo devastarne i campi e bombardarne gli altoforni, affinché il soldato nemico non abbia di che mangiare e di che spararci addosso. Da qui la terra bruciata di Sherman in Georgia.

        Il passo successivo è l’eliminazione del capitale umano. Se il lavoro vivo dell’essere umano (ancora il Libro Primo del Capitale di Marx) trasforma in merce utilizzabile il lavoro di altri congelato nelle materie prime (carbone, ferro) che altri hanno estratto e trasportato per noi, allora perché la merce-arma rimanga inutilizzata va azzerato il lavoro vivo, proprio come se devo impedire che la pasta nel forno diventi pane devo rimuovere il lievito. Non si colpiscono dunque più i campi, ma i contadini; non le fabbriche, ma gli operai.

        Come colpirli? Ucciderli tutti, è lunga. Li si può fisicamente separare dai luoghi di produzione (i campi, le fabbriche): avremo le deportazioni. E siamo alle guerre anglo boere e ai campi di concentramento di Kirchener. Oppure li si può indurre a scappare: e tanto più rovinosamente lo daranno tanto più intaseranno le linee di comunicazione nemiche impedendone la manovra. E siamo a Douhet, alla “guerra totale” di Ludendorff e ai bombardamenti aerei o missilistici dei civili.

        Il resto è cronaca.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Ros scrive:

          @Andrea Di Vita: Interessantissimo, grazie.

          “…Il passo successivo è l’eliminazione del capitale umano. Se il lavoro vivo dell’essere umano (ancora il Libro Primo del Capitale di Marx) trasforma in merce utilizzabile il lavoro di altri congelato nelle materie prime (carbone, ferro) che altri hanno estratto e trasportato per noi, allora perché la merce-arma rimanga inutilizzata va azzerato il lavoro vivo, proprio come se devo impedire che la pasta nel forno diventi pane devo rimuovere il lievito. Non si colpiscono dunque più i campi, ma i contadini; non le fabbriche, ma gli operai.

          Come colpirli? Ucciderli tutti, è lunga. Li si può fisicamente separare dai luoghi di produzione (i campi, le fabbriche): avremo le deportazioni. E siamo alle guerre anglo boere e ai campi di concentramento di Kirchener…”

          Capitolo da Jonathan C. K. Wells: “Cibo, salute e libertà. Nutrizione, dipendenze e democrazia nelle società contemporanee”

          “La strategia del blocco alimentare nelle guerre moderne.

          La storica Lizzie Collingham, nel libro The taste of war, ha mostrato come la politica di aggressione territoriale di Germania e Giappone negli anni trenta e quaranta sia scaturita in buona parte dal desiderio di queste nazioni di costruire vasti imperi agricoli nei Paesi vicini, per garantirsi autonomia all’interno di un sistema economico che favoriva Stati Uniti e Impero Britannico.
          Allo scoppio della guerra, il controllo dell’alimentazione divenne uno strumento bellico per tutti i contendenti.

          Alla fine della Prima guerra mondiale, la Gran Bretagna aveva mantenuto il blocco alimentare imposto alla Germania, per costringerla ad accettare le dure condizioni del Trattato di Versailles. Nei decenni successivi, il Partito Nazionalsocialista di Hitler si prefisse in primo luogo l’autarchia industriale, programmando contemporaneamente l’acquisizione di grandi aree di terreno coltivabile (Lebensraum) per ottenere l’autosufficienza agricola. Strumento chiave, a questo fine, era il “piano della fame” (Hungerplan) di Herbert Backe, ministro tedesco per l’agricoltura e l’alimentazione, che proponeva di eliminare 30 milioni di contadini sovietici, liberando così una gran massa di produzione alimentare per destinarla alla popolazione tedesca.
          Hitler lo disse esplicitamente: “Quello che l’India è stata per l’Inghilterra, lo saranno i territori russi per noi”.

          Dalla parte opposta del mondo, il Giappone aveva notato la vulnerabilità tedesca al blocco dei rifornimenti nel corso del primo conflitto mondiale e aveva quindi preparato i suoi piani per l’autosufficienza alimentare.
          Dopo aver invaso la Manciuria, nel 1931, il Giappone aveva esteso la sua acquisizione di territori asiatici, di concerto con le prime conquiste di Hitler in Europa.

          Il blocco dei rifornimenti alimentari fu usato per tutta la guerra come una tattica bellica di routine, con gravi costi per la popolazione civile.

          La fame venne regolarmente esportata dalla Germania e dal Giappone negli imperi che avevano occupato, mentre le potenze alleate facevano uso sistematico del blocco per indebolire le capacità militari del nemico.
          Alla fine, la distribuzione del cibo influì sul risultato del conflitto, sia in Europa sia in Estremo Oriente.

          Il Giappone aveva vistosamente sottovalutato la propria vulnerabilità al blocco navale dei rifornimenti e sia le truppe sia la popolazione civile sperimentarono una penuria di cibo sempre peggiore, col procedere della guerra.

          La Gran Bretagna, invece, beneficiò della potenza industriale degli Stati Uniti, capaci di costruire nuove navi in un tempo più rapido di quanto gli U-boot tedeschi ne impiegassero ad affondarli e fecero viaggiare una massa enorme di rifornimenti vitali attraverso l’Atlantico.
          L’altezza dei ragazzi giapponesi diminuì nettamente durante la guerra, mentre niente del genere venne registrato in Gran Bretagna, dove anzi i tassi di sopravvivenza infantile riuscirono persino a crescere.22

          I 20 milioni di civili morti nel corso del conflitto a causa della fame superano i 19,5 milioni dei caduti in combattimento. Anche se l’attenzione si concentra soprattutto, e giustamente, sui sei milioni di ebrei liquidati nell’Olocausto, i civili in genere hanno pagato un tributo orribile in molti Paesi.

          Verso la fine della guerra, l’11% della popolazione greca era morta d’inedia, vittima dell’effetto combinato del blocco alleato e delle misure punitive tedesche contro la resistenza.

          In Unione Sovietica furono milioni i morti nelle città sotto assedio, Leningrado, Stalingrado e Charkov, prima ancora del più intensivo sforzo tedesco di eliminare gli ebrei e i prigionieri di guerra sovietici. In totale, il conflitto uccise circa il 14% della popolazione sovietica d’anteguerra, ossia 25-30 milioni di individui, in maggioranza civili, la cui causa più comune di morte fu la denutrizione.

          Né a soffrire furono soltanto le nazioni belligeranti: verso la fine delle ostilità circa un terzo della popolazione mondiale si trovava ad affrontare una severa carenza di cibo.

          A partire dalla seconda metà del Novecento, il ruolo direzionale che i mercati stavano esercitando, con forza crescente, sulla circolazione dei prodotti agricoli ebbe l’effetto di rendere le politiche di blocco di rifornimenti particolarmente feroci nei confronti della popolazione civile, nelle campagne come nelle città.

          In Nigeria, nella guerra civile del Biafra, alla fine degli anni sessanta, le organizzazioni umanitarie si resero conto che la maggioranza di quanti chiedevano il loro aiuto era composta di civili denutriti, soprattutto bambini. In assenza di guerra apertamente dichiarata, una carestia può essere una buona scelta per soggiogare grandi popolazioni, come fece Stalin in Ucraina (1932-1933), quando circa 7 milioni di contadini morirono di fame, durante la campagna d’imposizione forzata della collettivizzazione.

          Nel 1981 l’economista Amartya Sen ha sostenuto che le carestie sono state in genere fatti politici più che eventi naturali, nel senso che risultavano da fallimenti nella distribuzione, non nella produzione, del cibo.

          Nel 1996 una disposizione delle Nazioni Unite ha messo fuori legge l’uso del controllo della circolazione del cibo per fini politici, ma non si sono raccolti molti segnali a conferma dell’abbandono di questa abitudine: un rapporto del 2001 ha messo in evidenza come l’imposizione strategica di restrizioni alimentari continuasse ancora a essere usata, all’inizio del nuovo secolo, in ogni continente.

          Gli effetti della fame del tempo di guerra si propagano, non solo geograficamente, ma anche nel tempo. Una ricerca divenuta classica, ricavata dai dati della Seconda guerra mondiale, ha mostrato che l’inedia delle madri si ripercuote sul feto prima della nascita e segna poi la salute dell’individuo anche in età adulta.
          Più di mezzo secolo dopo altri bambini sperimentarono la stessa esperienza di carenza di cibo prenatale.

          L’assedio di Sarajevo, dal 1992 al 1996, fu accompagnato da una crescita della mortalità perinatale, mentre in Iraq, dopo l’imposizione di sanzioni, negli anni novanta, la diffusione dei parti sottopeso crebbe, secondo alcune stime, di sei volte rispetto al passato, soprattutto a seguito della denutrizione materna.

          Buona parte dei costi nutrizionali delle guerre viene pagata principalmente dalle generazioni future.

          Le carestie e le guerre sono sempre andati fianco a fianco, come strumenti efficaci nel controllo di ampie popolazioni e spesso usati assieme; una strategia che è stata riconosciuta esplicitamente da Stati e governanti. All’inizio degli anni Ottanta il dittatore guatemalteco Rios Montt adottò contro i civili la tattica della terra bruciata, nota come “frijoles y fusiles”, ossia fagioli e fucili, che può essere riassunta in questa affermazione: “se state con noi, vi nutriremo, se no, vi uccideremo”. Il presidente messicano Porfiro Diaz aveva impiegato alla fine dell’Ottocento una strategia molto simile nota come “pan o palo”, ossia pane o bastone.

          Nella Conferenza Mondiale sull’Alimentazione del 1974, a Roma, il segretario dell’agricoltura statunitense, Earl Butz, descrisse apertamente il taglio dei rifornimenti alimentari come un’arma, citandolo come “uno degli strumenti principali nel nostro kit negoziale”.

          Buona parte di questo libro tornerà a occuparsi delle fondamentali connessioni fra nutrizione e potere. Il più vasto quadro generale sin qui delineato serve a mostrare come la guerra anglo-boera, dalla quale siamo partiti, appaia simile a innumerevoli altre guerre: uno scontro di forze che ha esposto vaste masse umane a violenza fisica, stress nutrizionale e malattie infettive, causando decine di migliaia di morti.

          Ma quella guerra fu importante anche per un altro aspetto: perché richiamò con forza l’attenzione del governo britannico sull’importanza della nutrizione per una buona salute.”

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Ros

            “Biafra”

            Come ho scritto in un post di qualche tempo fa, sul Biafra c’è la testimonianza di un giornalista italiano, Guido Piovene, che nel suo “Guerre che ho visto” sottolinea come in Biafra il cibo non mancasse affatto. I civili morivano per una carestia artificialmente indotta dalle autorità secessioniste, che inizialmente si limitavano a favorire gli speculatori che lucravano sul prezzo delle derrate alimentari, e che in seguito nell’imminenza della sconfitta sfruttavano le foto dei bimbi denutriti con la pancia gonfia per mobilitare l’opinione pubblica internazionale contro l’avversario il governo di Lagos (“vedete come fanno morire la nostra gente?”).

            Amartya Sen, il Nobel indiano per l’economia lui stesso sopravvissuto a stento da piccolo a una carestia, dice che le morti per fame non erano dovute a mancanza di cibo, ma al fatto che il cibo andasse dove si poteva vendere a maggior prezzo.

            Prima di lui, la terra bruciata organizzata da Churchill contro la minaccia Giapponese in Birmania provoco’ due milioni di morti di fame nel Bengala.

            Poi ovviamente c’è la carestia delle patate, in Irlanda (“God sent the blight, the Britons sent the plight”). Ancora oggi l’Irlanda è l’unico paese al mondo con una popolazione inferiore a quella che aveva a inizo Ottocento.

            E del resto, non è forse vero che

            “il morbo infuria
            il pan ci manca
            sul ponte sventola
            bandiera bianca”

            ?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • PinoMamet scrive:

            Interessantissimi gli interventi, grazie a te e ad Andrea.

            E a Miguel ovviamente.

          • PinoMamet scrive:

            Forse è stato già postato (magari da Moi?) ma mi sembra in tema… https://www.youtube.com/watch?v=4v_fB1xyjok

            • Moi scrive:

              No, non l’ avevo mai segnalato … cmq è “nelle mie corde”.

              PS

              Come saprete, l’ espressione è un caso interessante di grossolano errore dal Latino , che divenne Italiano standard idiomatico …

              • Moi scrive:

                Cmq : inutile, per le guerre, citare Cicerone con “Historia Magistra Vitae”… Sting con “History Will Teach Us Nothing” ha stravinto !

                🙁

              • Peucezio scrive:

                Moi,
                “Come saprete, l’ espressione è un caso interessante di grossolano errore dal Latino , che divenne Italiano standard idiomatico …”

                Ma quale espressione?

              • PinoMamet scrive:

                “nelle mie corde”

              • Peucezio scrive:

                Ah, certo, “nel mio cuore”.
                Però dà il senso delle corde di uno strumento musicale che risuonano in sintonia con qualche altra cosa.
                È un caso di risemantizzazione riuscita.

                Ma non ho capito bene la pertinenza della scena di don Camillo col contesto del discorso.

          • tomar scrive:

            “All’inizio degli anni Ottanta il dittatore guatemalteco Rios Montt adottò contro i civili la tattica della terra bruciata, nota come “frijoles y fusiles”, ossia fagioli e fucili, che può essere riassunta in questa affermazione: “se state con noi, vi nutriremo, se no, vi uccideremo”. ”

            E per essere sicuri che la popolazione dei villaggi indigeni ribelli “stesse con loro”, questa veniva deportata dal pueblo in un “villaggio strategico” , cioè in un baraccamento circondato da filo spinato e con l’accesso militarmente controllato.
            Così era anche Nebaj, il capoluogo del Quiché, nell’estate del 1981, quando ebbi la ventura di arrivare in quel posto sventurato.
            … ma poi sull’uso politico della fame il pensiero inevitabilmente va subito alle sue possibili declinazioni in questa prima fase della terza guerra mondiale.
            Qualche giorno fa mi sembra che Putin abbia detto che la politica russa sui prodotti agricoli terrà conto dei paesi ostili.
            Questo “tener conto” mi sembra che potrebbe avere esiti opposti, anche se entrambi coerenti con una logica di guerra.
            Effetto A (dal male viene anche un bene): la Russia venderà a prezzo politico il grano ai paesi africani che per lo più si sono astenuti e non sanzionano, quindi forse li si eviterà un’enorme aumento dei morti per fame.
            Effetto B : (dal male viene altro male) la Russia ha un enorme bisogno di soldi, il grano si vende perciò a chi lo paga di più e dall’Africa ci arriva un’ondata di profughi così paurosa da farci passare la voglia di rompere i coglioni a nord invece di occuparci di chi da sud li viene a rompere a noi.

  7. roberto scrive:

    Il valore assoluto in questa storia non è la proprietà, è la prepotenza

  8. Moi scrive:

    … ma non sta arrivando già la fase che, per ottimizzare il rapporto costi / produzioni, la tecnlogia rende superfluo persino il più disperato degli esseri umani ?

  9. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Al solito, commento piu’ una risposta al tuo post che il tuo post. Faccio ammenda qui 🙂

    “Misurare vuol dire trasformare la qualità in quantità”

    Cioè, vuol dire rendere intellegibile agli altri qualcosa della nostra esperienza che altrimenti sarebbe loro precluso.

    Il mondo delle fate e dei folletti non è misurabile, e infatti è aperto solo alla percezione onirica del singolo. Non si sogna tutti insieme: un sogno collettivo è per definizione la realtà.

    “fondamento della distruzione del Mondo”

    Sì, del Mondo del piccolo villaggio dove il piccolo bullo esercitava la sua violenza incontrollata sulla piccola orfanella, che trovava rifugio sono nelle ninfe dei boschi e nei folletti delle favole della sua infanzia senza nemmeno sospettare che al di fuori della capanna nella torbiera c’era un vasto mondo. Questa esaltazione romantica della vita nella capanna solitaria nei boschi fa molto cultura anglosassone, ma ignora completamente gli inverni al buio dove i bambini soffocano nella fuliggine del grasso delle candele sotto finestre perennemente chiuse per il freddo.

    “autodistruzione del Mondo”

    La autodistruzione del bruco che diventa farfalla.

    Abbiamo perso il sapore di novità preziosa che proprio quella autodistruzione del mondo delle fate, il mondo della piccola fiammiferaia, ha portato: l’istruzione elementare obbligatoria di massa. Una forza lavoro addestrata deve saper leggete e scrivere. La piccola fiammiferaia va a scuola. E se è fortunata, ha la possibilità di capire che non è destinata necessariamente a vendere cerini per il patrigno. Invece di aspettare l’ombra della nonna che se la porti via, milioni di piccole fiammiferaie vivranno qualche anno in più al telaio; e saranno ricordate dalle loro nipoti che marceranno per le strade a pretendere il voto alle donne, come suffragette.

    Distruzione del Mondo? Col senno di poi, ne valeva la pena.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  10. Alessandro scrive:

    Molto bello. Secondo me dovresti anche metterci le guerre dell’oppio e le banche che nascono precisamente per gestire l’enorme ricchezza generata dal suo traffico. Gran parte della ricchezza che esite ancora oggi nella city proviene da là.
    A proposito di questo pezzo della storia inglese, consiglio di leggere la “trilogia della Ibis”, di Amitav Ghosh – tre romanzi stupendi.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Ecco, direi che questo riassume più o meno il nostro futuro:

    https://nitter.net/aliceysu/status/1511558828802068481#m

    I 26 milioni di abitanti di Shanghai sotto lockdown totale (non possono nemmeno uscire dal proprio appartamento) si mettono a cantare dalle finestre per protesta, e compare così nel cielo un drone che con una metallica voce femminile, invita/ordina: ” “Si prega di seguire le restrizioni covid. Controllate il desiderio di libertà della vostra anima. Non aprite le finestre e non cantate”.

    Ascoltate con attenzione la vocina fantascientifica.

    • roberto scrive:

      Vabbè il pessimismo catastrofista che ti caratterizza ma….perché sarebbe il nostro futuro?

      Ps. Non c’è più nessuno vero che ammira il sistema cinese? All’inizio mi ricordo interventi su “costruiscono ospedali in 10 giorni e dopo un breve lockdown sono liberi”…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Ps. Non c’è più nessuno vero che ammira il sistema cinese? All’inizio mi ricordo interventi su “costruiscono ospedali in 10 giorni e dopo un breve lockdown sono liberi”…”

        🙂 Sì, mi ricordo anch’io.

        Credo che il sistema cinese abbia di diverso il fatto che il dissenso non è nemmeno contemplato. Per dire, al mio primo post su questo blog sarei già stato “rieducato” in Cina; in Italia, no.

        E’ una differenza importante per me; non so se sia molto importante per la società in generale, perché tra Covid e guerra, abbiamo visto che nei fatti, si possono imporre già versioni “leggere” di ciò che i cinesi impongono, e non succede nulla. La differenza è ancora ampia, ma è anche vero che non c’è mai stata così tanta somiglianza.

        • Fuzzy scrive:

          Filastrocca Nucleare

          Filastrocca nucleare
          Se così si può chiamare
          Te la dico su per giù
          Tanto ormai non conta più

          E’ passata è ormai la guerra
          Splende il sole sulla terra
          E nei campi piano piano
          Si matura il nuovo grano

          Dove c’era un grattacielo
          È rimasto solo cielo
          E nei grigi cassonetti
          Si riparano gli insetti

          Torna tutto come prima
          Come è stato ad Hiroscima
          Ci saran nuovi domani
          Anche senza esseri umani.

          Ebbene sì, mamma, (Ottantenne in buona forma, per fortuna) sono un catastrofista.
          Brutti segnali in giro.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/01/il-comune-di-bologna-propone-il-credito-sociale-a-me-sembra-di-essere-finiti-in-cina/6544895/

        “Ps. Non c’è più nessuno vero che ammira il sistema cinese? All’inizio mi ricordo interventi su “costruiscono ospedali in 10 giorni e dopo un breve lockdown sono liberi”…”

        Beh, loro fanno tracciamento sul serio, in grande stile, e lockdown al minimo rischio di diffusione del contagio. In questo modo comprimono la libertà, ma almeno minimizzano contagi e morti.
        Da noi si sono fatti confinamenti draconiani e lunghi, misure oppressive, si apre più tardi di tutti, siamo fra i pochi ad avere ancora le mascherine eppure c’è stata un’ecatombe e si continua a morire.
        Non importerei certo qui quel modello (io sono per un modello svedese o brasiliano), ma sarebbe da vedere quanta percentuale della popolazione cinese, dall’inizio del 2020 a oggi, è stata sotto confinamento e per quanto tempo complessivo, rispetto a noi.

  12. Ros scrive:

    Sul tema Storia segreta dell’Inghilterra, Colonialismo e Liberismo c’è:
    Mike Davis. Olocausti tardovittoriani. El Niño, le carestie e la nascita del Terzo Mondo” 2018, Feltrinelli.

    https://www.ibs.it/olocausti-tardovittoriani-el-nino-carestie-ebook-mike-davis/e/9788858833001

    sotto uno stralcio:

    “…Tuttavia, mentre i ghetti dickensiani restano nel curriculum della storia mondiale, i figli della fame del 1876 e del 1899 sono stati dimenticati.
    Praticamente senza eccezione, gli scritti degli storici moderni sul mondo ottocentesco da un punto di vista metropolitano hanno ignorato le grandi siccità e carestie tardovittoriane che colpirono quello che adesso chiamiamo “Terzo Mondo”.

    Per esempio, Eric Hobsbawm nella sua famosa trilogia sulla storia dell’Ottocento non fa il minimo accenno alle peggiori carestie in forse cinque secoli in India e Cina, anche se cita la Grande fame irlandese e la carestia in Russia del 1891-92.

    Potremmo citare molti altri esempi della strana dimenticanza di eventi tanto importanti da parte degli storici contemporanei.
    È un po’ come parlare degli ultimi decenni del Novecento senza citare la carestia del Grande balzo in avanti maoista o i campi della morte in Cambogia.

    Le grandi carestie sono le pagine mancanti (o se preferite i momenti interessanti per la loro assenza) in quasi tutte le analisi dell’era vittoriana.
    Eppure sono un motivo importante, persino urgente, per rivisitare questa storia segreta.

    In questo libro non si parla soltanto delle decine di milioni di poveri contadini morti in maniera terrificante, ma anche del fatto che sono morti in modi e per ragioni che contraddicono parecchie teorie classiche della storia economica del XIX° secolo.

    Per esempio, come facciamo a spiegare il fatto che nel medesimo mezzo secolo in cui la carestia in tempo di pace scomparve in permanenza dall’Europa occidentale crebbe in maniera tanto devastante in gran parte del mondo coloniale?

    Come giudicare le affermazioni compiaciute sui vantaggi del trasporto tramite macchine a vapore e dei moderni mercati delle granaglie quando lungo i binari o sui gradini dei magazzini pieni di cereali morirono tanti milioni di persone, soprattutto nell’India britannica?

    E come facciamo a spiegare, nel caso della Cina, il drastico declino nell’efficienza dello stato e nel benessere della popolazione, principalmente quando si tratta di soccorsi agli affamati, che sembrano seguire a ruota la forzata “apertura” dell’impero alla modernità per mano della Gran Bretagna e delle altre potenze?

    In parole povere, qui non stiamo parlando di qualche “terra della carestia” impantanata nei recessi stagnanti della storia mondiale, bensì delle sorti dell’umanità tropicale nel preciso istante (1870-1914) in cui la sua forza lavoro e i suoi prodotti venivano arruolati in un’economia mondiale che ruotava intorno a Londra.

    Morirono in milioni, non fuori dal “moderno sistema mondiale” ma durante il processo stesso dell’inserimento forzato nelle sue strutture economiche e politiche.

    Morirono nell’età aurea del Capitalismo liberale, anzi, molti furono assassinati, come vedremo, dall’applicazione fideistica dei sacri principii di Smith, Bentham e Mill.

    Eppure l’unico storico dell’economia del XX° secolo che sembra aver capito con chiarezza che le grandi carestie vittoriane (almeno nel caso indiano) sono state capitoli necessari nella storia della modernità capitalista è stato Karl Polanyi nel suo saggio del 1944 La grande trasformazione:

    “L’origine reale delle carestie negli ultimi cinquant’anni era dovuta al mercato libero del grano unitamente alla caduta dei redditi locali”

    ha scritto:

    “La mancanza di grano naturalmente faceva parte di questo quadro ma l’invio di grano per mezzo della ferrovia permetteva di inviare soccorsi alle aree minacciate; il problema era che la gente non aveva la possibilità di comprare il grano a prezzi vertiginosi che su un mercato, libero ma non completamente organizzato erano necessariamente la reazione a una carenza.
    In tempi precedenti si erano tenuti dei piccoli depositi locali per prevenire le carestie, questi ora avevano cessato di esistere o erano stati spazzati via nel grande mercato…
    Sotto i monopolisti la situazione era stata tenuta bene sotto controllo con l’aiuto della organizzazione arcaica della campagna, compresa la libera distribuzione del grano, mentre con il libero scambio gli indiani morivano a milioni.”

    Tuttavia Polanyi riteneva che l’importanza attribuita dai marxisti all’aspetto dello sfruttamento nell’imperialismo ottocentesco rischiasse di “nascondere alla nostra vista l’argomento ancora più vasto della degenerazione culturale”.

    “La catastrofe delle comunità primitive è un risultato diretto della rapida e violenta distruzione delle istituzioni basilari della vittima (che la forza venga usata o no in questo processo non appare assolutamente importante).
    Queste istituzioni vengono spezzate dal fatto stesso che un’economia di mercato viene alimentata da una comunità organizzata in modo del tutto diverso;
    il lavoro e la terra vengono trasformati in merci, il che, ancora una volta, è soltanto una breve formula per la liquidazione di qualunque istituzione culturale in una società organica…
    Le masse indiane nella seconda metà del diciannovesimo secolo non morivano di fame perché erano sfruttate dal Lancashire, morivano in grande numero perché la comunità del villaggio indiano era stata distrutta dal Lancashire.”

    Il celeberrimo saggio di Polanyi possiede l’inestimabile virtù di abbattere uno dopo l’altro i feticci smithiani per dimostrare che la strada verso un “nuovo ordine mondiale” vittoriano è stata lastricata con i cadaveri dei poveri.

    Tuttavia nello stesso tempo l’autore reifica il “Mercato” in quanto automatismo, di modo che per certi suoi epigoni è stato sin troppo facile considerare la carestia un’involontaria “doglia di parto” o un onnicomprensivo “attrito di transizione” durante l’evoluzione verso una sussistenza planetaria basata sul mercato.

    La mercificazione dell’agricoltura ha eliminato le reciprocità del villaggio che tradizionalmente fornivano aiuto ai poveri durante le crisi. (Quasi come dire: “Oops, errore di sistema: cinquanta milioni di cadaveri. Scusate. La prossima volta inventeremo un codice carestia”.)

    Invece, se proprio vogliamo dirla tutta, i mercati sono sempre “creati”. Nonostante l’ideologia invalsa secondo la quale i mercati funzionano spontaneamente…”

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Ros

      “Polanyi”

      Grazie, conoscevo l’esistenza del saggio ma non il contenuto!

      Nel libro che vado a pubblicare su usi e abusi dell’entropia c’è una digressione su uno dei tantissimi tentativi che si trovano in letteratura (Francesco perdonami 🙂 ) di applicare l’entropia all’economia. In tale tentativo si riformula il principio di Pareto (secondo cui l’80% delle risorse finisce in mano al 20% della popolazione) in termini di efficienza: vi si (cerca di) dimostra(re)
      che il principio di Pareto descrive una situazione in cui è massimo il valor medio dell’efficienza (cioè il rapporto fra risorse allocate per la produzione e merci effettivamente distribuite, misurate in termini energetici). Il termine ‘efficienza’ è mutuato dall’ingegneria (si parla di efficienza di una macchina a vapore, di un motore a scoppio ecc., ed è un concetto notoriamente legato all’entropia che si studia al liceo: maggiore l’efficienza, minore lo spreco, minore il disordine prodotto nell’ambiente, minore l’entropia prodottavi). Ma il trucco (quando si ha a che fare con l’entropia un trucco c’è spesso) è nelle parole “valor medio”, dato che in questo caso il valor medio è calcolato come da tipica statistica del pollo, cioè su tutti i partecipanti all’economia.

      Così, finché il contadino indiano, il suo maharajà, il contadino inglese e il borghese della City vivono ciascuno nel proprio orticello ciascuno viene oppresso o opprime il suo immediato vicino: gli indiani hanno la loro economia, le loro ingiustizie e le loro comunità di villaggio, gli inglesi la loro economia, le loro ingiustizie e i loro commons.

      Ma quando l’India e l’Inghilterra partecipano dello stesso mercato, il sistema che distribuisce più merci a parità di risorse consumate è diventato quello in cui il contadino indiano è ridotto alla fame e il borghese della City diventa più ricco del maharajà.

      A parità di risorse ambientali consumate, infatti, la quantità di risorse distribuite è maggiore di quanto lo fosse prima: ma siccome vale la regola di Pareto, solo il 20% delle risorse va all’80% della popolazione, che non è più quella del singolo villaggio ma quella dell’intero Commonwealth. In media, dunque, l’efficienza è aumentata perché il contadino è più povero. Come dice Petrolini, è meglio tirar via i soldi ai poveri e non ai ricchi: hanno di meno ma sono di più.

      Come due gocce d’acqua che si toccano formano spontaneamente una goccia più grande che ne riproduce forma e caratteristiche su scala più grossa ma impiegando meno energia delle due gocce iniziali (è per quello che si uniscono), così due società diseguali a contatto formano spontaneamente un’unica società diseguale che riproduce più in grande le stesse storture ma impiegando meno risorse.

      La cosa interessante è che niente avviene per la particolare malvagità o filantropia di questo o di quello. Al contrario, tutto avviene come risultante di scelte oculate effettuate da ciascuno dei partecipanti al sistema: il contadino è inavvertitamente complice della sua stessa miseria ogniqualvolta va al mercato a comprare un panno di cotone che la moglie a casa tesserà per le sue figlie invece di andare a cacciare l’animale cui togliere la pelle, perché quel panno è stato tessuto in una filanda di là del globo e gli è stato portato da una nave di proprietà di un tycoon finanziato dalla banca che reinveste i capitali depositativi dal latifondista che sfrutta il contadino.

      Lo stesso modello prevede – è per quello che l’ho incluso nella mia rassegna, anche se va sempre ricordato che si tratta pur sempre di un modello (così Francesco storce meno il naso 🙂 ) – che da una collezione di villaggi si passi a pochi grandi centri urbani, che sono circondate da città più piccole a loro volta attorniate da città più piccole fino ad arrivare al villaggio. Ciò è dovuto al fatto che mentre costa meno concentrare la distribuzione nei grandi centri costa meno lasciare la popolazione vicino ai centri dove si estraggono le risorse dall’ambiente.

      Il modello si spinge a prevedere la distribuzione della popolazione di tali città e del numero dei viaggi fra città. Proprio come Pareto (ingegnere, prima che sociologo e classicista insigne) si sbilancia a dare numeri (la proporzione 80%-20%) il modello fa infatti predizioni numeriche.

      Esso predice:

      a) che il numero dei viaggiatori fra due città della stessa comunità globale è direttamente proporzionale al prodotto delle loro popolazioni e inversamente proporzionale alla loro distanza.

      b) che la popolazione delle città segue la legge di Zipf

      Il punto a), formalmente simile alla legge newtoniana del potenziale gravitazionale, è noto appunto agli urbanisti come ‘gravity model’, ed è stato verificato in passato per gli USA e di recente in Cina. Vale anche per i paesi UE ma non per i paesi europei extra UE, che difatti non formano una comunità altrettanto integrata. Non a caso, una versione aggiornata del ‘gravity model’ è stata ribattezzata ‘entropy model’ ed ha ispirato una scuola di urbanisti Statunitensi.

      Quanto al punto b), prendete le città di un paese e ordinatele per classi di popolazione. Così, ad esempio, le città della classe 1 avranno più di un milione di abitanti, quelle della classe 2 fra centomila e un milione, quelle della classe 3 fra diecimila e centomila ecc. La legge di Zipf dice che esiste sempre un modo di classificare le città tale che il numero delle città della prima classe sia esattamente la metà di quello della seconda classe, un terzo di quelle della terza classe, un quarto di quelle della quarta ecc. Per sorprendente che possa sembrare, la legge di Zipf funziona fino alla duecentesima classe o giù di li’ in USA, India, Germania, Giappone, Cina ecc.

      Sorprendentemente, proprio la legge di Zipf conferma che non è in gioco alcuna valutazione morale, spirituale o ideologica. Non solo infatti si applica a paesi diversi con religioni e ideologie differenti, ma si applica anche a un contesto completamente differente dove pure i partecipanti si sforzano di massimizzare l’efficienza: la lingua.

      Un parlante cerca di usare meno parole possibile, ma chi lo ascolta ha bisogno che il messaggio sia comprensibile e perciò vuole che ogni parola sia possibile definirla in modo chiaro. E’ come con le esigenze della produzione e della distribuzione nell’urbanistica. Il parallelo fu tratto già negli anni Quaranta dal linguista Statunitense Zipf.

      Zipf trovò come nella lingua inglese la parola più usata (“the”) compaia nei testi lunghi (come l’Ulysses di Joyce o la Bibbia di Re Giacomo) esattamente il doppio delle volte della seconda parola più usata (“of”), il triplo delle volte della terza parola più usata (“and”) ecc. e così vis fino alla tremillesima parola o giuù di lì. Da allora la legge di Zipf ha trovato innumerevoli conferme, dalla Biblioteca del Congresso alle enciclopedie cinesi.

      Insomma, comportamenti complessi – e nel caso dell’economia certamente in totale contrasto con l’ideale evangelico della condivisione caritatevole dei beni e anche con il vagheggiato mondo ideale pre Modernità vagheggiato da Martinez – sono il risultato inconsapevole di una miriade di scelte individuali perfettamente razionali e in buona fede.

      (Personalmente sono convinto che questa conclusione valga anche per le guerre . Ma questa è un ‘altra storia).

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Ros scrive:

        Andrea Di Vita: “…Nel libro che vado a pubblicare su usi e abusi dell’entropia c’è una digressione…”

        Sono curioso di leggerlo – avverti quando sarà disponibile – anche se temo di non avere la specifica preparazione per ben comprenderlo😀

        “La grande trasformazione” di Karl Polanyi, assieme a Marcel Mauss, e “L’economia dell’età della pietra” di Marshall Shalins (David Graeber, anarchismo a parte, di cui si parlava tempo a dietro, deve molto a tutti loro) resta un saggio – d’accordo o meno si sia con le sue tesi – di fondamentale interesse;

        e, forse,oggi un punto di vista e di possibilità più che mai, necessario

    • Francesco scrive:

      Mike Davis è un intimo amico di Miguel! e il suo libro era stato segnalato qui tempo addietro

      ho molti dubbi sulle sue credenziali accademiche e intellettuali, mi pare un pò troppo appassionato (e fanatico) ma di certo il tema è interessante

      il contatto tra civiltà “avanzate” e “arretrate” è un tema che riserva molte sorprese, a volte terrificanti

      ciao

      PS i mercati sono costrutti sociali, il loro funzionamento credo sia molto spontaneo, ed è stato compreso molto dopo e solo in parte. ed è anche molto efficiente.

  13. Peucezio scrive:

    Invece vi faccio una domanda.
    Abbiamo avuto la Von der Leyen e persino Johnson in visita in Ucraina.
    Non hanno temuto per la pellaccia?
    E come mai i russi non hanno tentato di fargliela (ammesso che non l’abbiano fatto)?
    Tanto poi si può sempre dire che è stato un errore, un danno collaterale o addirittura una “false flag”.
    E comunque un capo di stato di uno stato nemico, che viene in territorio di guerra in un paese che sto attaccando, come atto di solidarietà verso il mio nemico militare, è un obiettivo legittimo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non è un obiettivo legittimo: sono civili.

      • Peucezio scrive:

        Ma in quanto politici non sono obiettivi strategici?

        Gli americani cercavano di prendere Saddam nei loro bombardamenti (poi lo presero lo stesso in altro modo).

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ peucezio

          “strategici”

          Un attacco missilistico sul premier Inglese o sulla presidente di Commissione UE e cittadina Tedesca giustificherebbe una dichiarazione di guerra. Il gioco non vale la candela. Anzi sono pronto a scommettere che per la tutta la durata della visita i bombardamenti in loco siano cessati.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Ma se fosse per errore (reale o più probabilmente spacciato per tale)?
            Chi va in un teatro di geurra va a suo rischio e pericolo.

            • Francesco scrive:

              sì ma Putin non ha motivi di regalare un casus belli simile ai bellicisti della NATO!

              mica è scemo, è solo molto molto cattivo e un pò rimbambito

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Gli americani cercavano di prendere Saddam nei loro bombardamenti (poi lo presero lo stesso in altro modo).”

          Gli americani si puliscono il culo con il diritto internazionale.

        • PinoMamet scrive:

          Per la von der Leyen ecc. la penso come Andrea.
          Invece Saddam e Zelenski credo siano anche i capi delle rispettive forze armate, e un obiettivo del tutto legittimo.
          Gli americani comunque fanno come dice Mauricius…

  14. Moi scrive:

    @ ANDREA DI VITA

    Nel libro che vado a pubblicare su usi e abusi dell’entropia

    [CIT.]

    …………………………………

    Bene, c’è anche l’ abuso da parte dei giornalisti, soprattutto sportivi, per dire “situazione divenuta caotica” , specie nel corso di una partita di calcio …

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      “calcio”

      No.

      “Caotico” vuole dire “che non è possibile predire”, non vuole dire “disordinato”. Una situazione caotica è quella di due palle di biliardo che si urtano ripetutamente rimbalzando sulle sponde. Alla fine si fermano, e i giocatori riprendono in mano il gioco.

      Ma una volta che un sistema diventa disordinato, o è in grado di buttare disordine all’esterno – come fanno ad esempio gli esseri viventi – oppure bisogna fare della fatica (proprio nel senso familiare di sollevare dei pesi) per rimettere le cose a posto – come ben sa il ragazzino disordinato che la mamma costringe a rimettere a posto la sua stanza.

      Sul campo di calcio una situazione caotica è giustamente definita quella in cui i giocatori hanno perso completamente la bussola per cui non ci si capisce più niente: si ferma il gioco e si ricomincia, costa poca fatica.

      Una situazione disordinata sarebbe quella in cui improvvisamente dagli spalti cominciassero a piovere in campo migliaia di palloni da calcio contemporaneamente. Allora non basterebbe interrompere la partita: bisognerebbe sudare parecchio tutti per sgomberare il campo e riprendere il gioco.

      Il guaio è – come ben sanno i genitori di ragazzini – che il disordine aumenta spontaneamente alla prima occasione, e in un sistema chiuso – al contrario delle palle da biliardo, che prima o poi si fermano – non diminuisce mai spontaneamente.

      Il fatto che questa legge sia più fondamentale pure di quella della gravitazione universale (è più facile che domani a Genova il Sole sorga da occidente che si rimetta a posto da sola la stanza di un ragazzino) ha fatto si’ che tutto l’immondo sciocchezzaio New Age l’abbia citata a man bassa ad ogni piè sospinto.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  15. roberto scrive:

    OT ma è uno degli argomenti preferiti di Miguel

    Trans non possono partecipare alle gare di ciclismo della federazione UK
    https://www.bbc.co.uk/sport/cycling/61036110

  16. Ros scrive:

    Gas ed energia autarchiche?
    Mi ha incuriosito leggere:

    “…Stanno studiando sul serio la possibilità di ricavare direttamente dal nostro sottosuolo i due terzi del nostro fabbisogno energetico per l’intero paese; e non per i giacimenti di petrolio e gas metano che ci sono in Basilicata, ma per i vulcani. In particolare l’Etna e il Vesuvio, che sono ancora in servizio, potrebbero coprire quel fabbisogno..”

    In “Ritorno al Sud” di Marcello Veneziani

    Per chi ne sa qualcosa, cosa c’è di possibile?
    Ho trovato di un progetto in atto: “Hot-Earth”, responsabile scientifico Giuseppe Patanè dell’Università di Catania

    http://www.fotovoltaicosulweb.it/guida/l-energia-di-un-vulcano-in-casa-tua.html

    e leggo che altrove la Geotermia è già una realtà

    https://www.eon-energia.com/magazine/innovazione-e-ambiente/sfruttare-lenergia-dei-vulcani-e-possibile-ecco-come.html

    “…Abbiamo nei pressi di Napoli e Catania due centrali aperte direttamente da Nostro Signore, due immense caldaie mitologiche dove un tempo c’era l’officina degli dei.
    Laddove si forgiavano le armi per Achille e i semidei, laddove Empedocle misteriosamente cadde, rapito da chissà quale attrazione.
    La civiltà nacque dalla scintilla che Prometeo rubò agli dei; dal fuoco principia tutto, spiegava Eraclito, che lo identificava col Logos.

    A questo punto chiudete gli occhi e immaginate. Il motore d’Italia diventa il Sud, e che Sud… La Campania e la Sicilia, più le isole vulcaniche delle Eolie e il petrolio lucano.
    Proprio dov’era l’epicentro della criminalità, delle disfunzioni, della disoccupazione, della miseria e del disagio sociale, si capovolge la scala.
    Gli ultimi saranno i primi.
    Si realizza il sogno siculo-napoletano di Federico II, il Sud saraceno, normanno e svevo, ma anche borbonico, assume il ruolo di locomotiva d’Italia e d’Europa.
    Il babà e la cassata diventano i simboli del riscatto nazionale.
    Il benessere dei nordisti trainato dalle due regioni più colorite d’Italia, laddove il folclore e l’emigrazione hanno generato una fama mondiale.
    Euforia siculo-partenopea, Napoli prende il posto di Milano, Catania di Torino.
    Emigrati piemontesi e lombardi partono con i trolley di cartone e cercano lavoro ai piedi dell’Etna e del Vesuvio.
    L’America è qui, a due passi da Mondello.
    Trionfa la mente lavica e sulfurea di Pirandello.

    Dopo il sogno resta lo sciame di dubbi: ma si faranno davvero, non verranno boicottate queste fonti alternative dai poteri legati al petrolio e alle centrali nucleari?
    Si perderanno nei meandri del malaffare e della malavita, negli appalti alle onorate società e nei dazi da pagare ai potentati, più Verdi e No Tav?
    Si faranno le centrali vulcaniche o tutto si risolverà in un fuoco fatuo e pirotecnico, in una festa patronale con spari e luminarie?
    E poi, se è davvero estraibile l’energia vulcanica, perché non la usano in Giappone, dove abbondano i vulcani e la tecnologia è avanzata?
    Lasciamo i dubbi agli scienziati e riprendiamo a sognare che il riscatto del Sud venga da quei bracieri naturali che sembrano anticamere dell’inferno e invece sono cunicoli per il paradiso.
    Il Sud si salverà col suo fuoco ardente o è l’ennesima variante del fatalismo sudista: aspettare doni da Dio, dagli inferi e dalla natura? A Sud la realtà può cambiare partendo dal mito…”

    Marcello Veneziani “Ritorno al Sud”

    A mio ignorantissimo parere sembra infinitamente più pericoloso del fracking…

    …insomma, andare irriverentemente a sfruculiare nell’intimità orifiziale di un vulcano (già Dio del fuoco terrestre e distruttore, e come greco assimilato a quell’Efesto pure brutto, storpio, incazzoso e incazzato di suo – dice Omero nell’Iliade – con l’essere, pure, stato fatto cornuto da Afrodite con Ares)…
    …sfruculiarlo con una fallica e blasfema trivella…😕

    Magari però gli piace😁

  17. Moi scrive:

    D’altronde c’era già stato un drpone che durante il lockdown “aveva uscito il cane per pisciarlo” 😉

    https://www.youtube.com/watch?v=94Rweg9n9UU

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    Come funziona l’informazione – ho perso il conto dei capitoli

    https://www.panorama.it/news/cronaca/open-fact-checker-facebook?fbclid=IwAR3Ks-1q5Fa_Pb6-QUdwA0NqF4dBLPiTC9Zu2wyyHeYEHx529Jy6Tswl24I

    Notizie date da suo cuggino, accuse a caso a gente che in quel momento stava nella Siberia orientale, fotogrammi tratti da pubblicità…

    • PinoMamet scrive:

      La più bella fèic nius l’ho letta stamattina in un inciso di un articolo di Repubblica:
      “l’Ucraina ha vinto la guerra”.

      Presto! Correte ad avvertire Zelenski!

  19. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Fermatevi, ché questa sembra grossa.

    La Stampa ha dato la notizia di una conduttrice TV ucraina che ha mostrato la pagina manoscritta do un bambino di 9 anni CGE scrive alla mamma morta in un bombardamento alla periferia di Kiyv promettendole che farà il bravo LER poterla rivedere in Paradiso.

    https://www.lastampa.it/esteri/2022/04/10/news/ucraina_bimbo_di_9_anni_scrive_una_lettera_alla_mamma_morta_faro_il_bravo_per_venire_in_paradiso_da_te_-2920865/?ref=LSHSTD-BH-I0-PM5-S8-F

    L’articolo pubblica il testo autografo del bambino. Se lo ingrandite, vedete chiaramente che è buna calligrafia infantile che scrive in cirillico corsivo standard, quello che di studia alle elementari e dive non c’è ancora una calligrafia sviluppata autonoma.

    Il testo è in russo. Lo decritto abbastanza chiaramente; non tutto, ma l’inizio è chiarissimo.

    “Mamma – questa lettera è un regalo per te per l’otto marzo”

    Le ultime parole contengono appunto la frase “in paradiso” (moto a luogo, “v rai”).

    Fin qui, tutto OK. Ma il testo è scritto sulle pagine di un diario, e si legge la data: “23 mercoledì” in alto a sinistra.

    Ora, quel giorno era febbraio. E’ il giorno prima del primo bombardamento russo su Kyiv, città dai cui sobborghi l’articolo dice scappasse la mamma del bambino.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Invasione_russa_dell'Ucraina_del_2022

    Domanda: come faceva il bambino a sapere il giorno prima che sarebbe rimasto orfano?

    O sono proprio io ad aver sgamato una bufala?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • roberto scrive:

      Sarà sicuramente una bufala strappalacrime della terribile propaganda Ucraina ma…non è che banalmente il bambino ha scritto dove gli capitava?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “non è che banalmente il bambino ha scritto dove gli capitava?”

        Certo, bisogna leggere tutto il testo: il bambino parla davvero di “rivederla in paradiso”, o solo dell’otto marzo?

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “otto”

          Dice che farà il bravo e che la rivedrà in paradiso, come scritto nell’articolo. Solo che sembra strano che l’articolo parli della madre come vittima di un bombardamento avvenuto proprio il giorno dopo della data in cui il bimbo ha scritto la letterina. A me da’ l’idea che il bambino sia rimasto orfano e che scriva la letterina alla mamma in cielo cogliendo l’occasione e dell’otto marzo festa della donna che è festeggiata nei paesi ex socialisti (cosa che nell’articolo viene taciuta), ma che con l’aggressione russa non c’entri niente. Non ho trovato nella lettera riferimenti alla guerra o alle bombe. Insomma, hanno preso una letterina bela di suo e ci hanno imbastito la storiella propagandistica sopra. Tanto chi va a controllare?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • roberto scrive:

            Comunque per la cronaca l’ultima parola è “Galia”, l’abbreviazione di galina, quindi sicuramente non è un bambino

      • PinoMamet scrive:

        “Sarà sicuramente una bufala strappalacrime della terribile propaganda Ucraina”

        ciò detto, gli ucraini sono dei grandissimi contapalle.

        “Ah, ma allora i russi…”

        Scusate, ma gli ucraini non dovevano essere “i buoni”?

        Allora dai buoni mi aspetto un alto standard morale, che, sapete com’è, non mi attendo dai cattivi.

        Posso simpatizzare per gli invasi (magari simpatizzerei un po’ di più se non fossero degli esaltati nazionalisti e non si fossero a loro volta macchiati di crimini “ah ma quelli sono successi in Donbass quindi saranno falsi”).
        Per gli invasi arroganti e contapalle faccio un po’ più fatica.

        Mi sforzo di simpatizzare lo stesso, credetemi: ma con molta, molta fatica.

        • PinoMamet scrive:

          Visto che siamo in tema;

          ovviamente parlo con persone anche fuori da questo blog 😉

          praticamente in tutti quelli con cui è capitato di parlare della questione ho notato un’affezione alla causa ucraina, diciamo, molto tiepida; pari alla mia.

          Che stride parecchio con l’immagine che si ricava dai media, dai quali parrebbe che gli italiani siano formati interamente da persone come il nostro Francesco, che mordono il freno per andare a combattere sulla mura di Kiev (ammesso che abbia le mura).

          Invece tutti quelli che conosco, alla domanda (non solo retorica, ma, nei suoi termini, anche falsa ) “volete la pace o l’aria condizionata?”
          (rectius: volete continuare a dare armi agli ucraini per continuare la loro guerra, o volete l’aria condizionata?) risponderebbe senza esitare “aria condizionata”.
          Non solo: dimostrano tutti di aver compreso esattamente i termini della questione.

          Allora, per favore, spiegatemi: io che non ho alcun particolare legame emotivo con l’Ucraina, con la sua storia, o con la sua gente, e che credo che da questa questione l’Italia abbia solo da rimetterci, come e perché dovrei tifare così tanto per la causa ucraina?

          Tra l’altro l’Ucraina non mi pare esattamente una nazione di Gandhi…

        • roberto scrive:

          “ Scusate, ma gli ucraini non dovevano essere “i buoni”?”

          Non so se sono “i buoni”, ma sono sicuramente “gli invasi” ed “i bombardati”

          • PinoMamet scrive:

            Sì, molto interessante, questo li mette in una lunga lista di persone che sono ignorate totalmente dai media occidentali.

            • roberto scrive:

              Ma in una lista abbastanza corta di persone che suscitano un certo fastidio nonostante bombe ed invasione

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ti posso dire perché mi sta sul cazzo la Causa Ucraina (che è una cosa diversa da “gli ucraini”)? Ti metto le ragioni in ordine cronologico.

                1. Gli ucraini mentono in maniera spudorata e le loro menzogne mi vengono spacciate per verità di fede da un sistema mediatico-propagandistico indegno di un paese civile.
                2. Da ben prima della guerra hanno rifiutato ogni possibile compromesso. E se non risolvi le controversie con i compromessi le risolvi con la guerra: non è che le controversie spariscano nel nulla.
                3. Stanno ricevendo vagonate di aiuti che vogliono utilizzare per riconquistarsi le loro terre irredente. Lo dicono loro, non lo dico io.
                4. Ci stiamo letteralmente tagliando le palle per loro, ma la risposta è pretendere di più e pretendere da noi il suicidio. Fino alla stronzetta che, mentre riceveva nove miliardi di euro ha osato dire alla nostra Ursulina continentale che l’Europa comunque ha dato ai russi 35 miliardi. E’ vero, stronzetta, ma in primo luogo anche l’Ucraina compra il gas dai russi e in secondo luogo i miliardi a Putin li diamo in cambio di gas, a te li diamo in cambio di insulti e ulteriori pretese.

                Ed ecco perché hanno rotto il cazzo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Ti posso dire perché mi sta sul cazzo la Causa Ucraina ”

                Non esiste una “causa ucraina”.

                Esiste una Causa Statunitense e una Causa Russa combattuta su un prato che si chiama Ucraina.

                E’ assolutamente normale che nella stagione degli amori e degli imperi, due cervi maschi si prendano a cornate.

                E’ assolutamente normale che ci rimetta l’erba che loro calpestano.

                E’ sgradevole, ma normale, che i cornuti umani aggiungano ai loro palchi l’arma del piagnisteo: “guardate quanto è cattivo l’altro cervo che ha calpestato l’erba!”

                E’ perverso e insopportabile quando gli spettatori si mettono a credere ai piagnistei dei due cervi e si agitano per le loro menzogne.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Roberto

                “fastidio”

                Ho due ex colleghi Ucraini, uno di Zaporizhzhya l’altra di Rivne, figurati se li trovo antipatici.

                Semmai li trovo ostaggi di un presidente che prima dice “l’ingresso nella NATO va in Costituzione” poi dice “non entreremo nella NATO” poi dice “vinceremo”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • roberto scrive:

                Qual è la “causa Ucraina”?

                Un paese che per i fatti suoi vuole uscire dalla sfera di influenza russa e per questo viene invaso come una Cecoslovacchia o Ungheria qualsiasi (e bombardato perché resiste)

              • PinoMamet scrive:

                “Ma in una lista abbastanza corta di persone che suscitano un certo fastidio nonostante bombe ed invasione”

                la mia è cortissima, comincia con la lettere Z e finisce molto prima di arrivare a Zorro… 😉

              • PinoMamet scrive:

                “Ed ecco perché hanno rotto il cazzo.”

                Concordo in toto e sottoscrivo.

                Idem per le considerazioni di Andrea su Zelenski.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Mi sa che [censura]elensky dovrebbe cambiare addetti dell’ufficio marketing, almeno quando si rivolge al Mediterraneo orientale.

                https://greekcitytimes.com/2022/04/08/greek-azov-battalion/

          • Francesco scrive:

            roberto

            è per questo che ritengo sia inutile confrontarsi

            applicando questi criteri a qualsiasi controversia storica si ottiene di non parteggiare per gli ebrei contro i nazisti, per i kulaki contro i bolscevichi, per i cinesi contro gli occhi tondi eccetera eccetera

            a me pare grandissima ipocrisia che copre – tipo la minigonna di un’attrice porno – l’odio preconcetto contro gli yankees

            gli ucraini avrebbero dovuto appellarsi ai cinesi, ai turchi, ai persiani, per riscuotere simpatie

            • PinoMamet scrive:

              Balle.

              Quante divisioni corazzate avevano gli ebrei contro i nazisti?
              Quanti missili gli avevano regalato Inghilterra, Francia, Canada, Stati Uniti?
              Di quali massacri di minoranze tedesche nei Sudeti o in Polonia si erano macchiati gli ebrei?

              Risposta? ZERO.

              Non cominciamo a fare paragoni alla cazzo.

              Gli ucraini, all’epoca, erano piuttosto impegnati a massacrarli, gli ebrei.
              E in Israele ti assicuro che non l’hanno dimenticato.

              • Francesco scrive:

                negli anni ’30 gli ucraini era impegnati in tutt’altro o sbaglio?

                ma vedo con piacere che è proprio resistere il peccato originale degli ucraini, forse come degli israeliani?

                non capisco proprio

              • PinoMamet scrive:

                Il peccato originale di Zelenski è contare frottole a tutti, e il tuo è di crederci.

              • Francesco scrive:

                Pino

                ma io non credo a nulla di quello che dice Zelensky. Tutto il mio bellicismo si basa sul fatto che Putin ha invaso l’Ucraina.

                Il resto è dettaglio, folklore, propaganda e palle.

                Per questo mi arrabbio con te: ti attacchi al nulla per ignorare il tutto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “Putin ha invaso l’Ucraina”

                A volte ragioni come uno del PD.

                Guarda che la Storia non è cominciata mia un mese fa.

                Prima di 30 giorni fa c’erano gli Azov e simili che facevano carne di porco dei russi del Donbass per otto anni, il rogo di Odessa, il golpe di Maidan…

                Post hoc ergo propter hoc, hai presente?

                Non esiste un imperialismo cattivo di Eurasia e un imperialismo buono di Oceania.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “Putin ha invaso l’Ucraina”

                E questo è poco ma sicuro.

                Per il resto, sarò libero di trovare antipatico Zelenski?

                Non lo voglio morto!
                Non voglio che gli ucraini facciano una brutta fine!
                Non voterò Putin alle prossime elezioni!

                Ma sarò libero di non trovare simpatico Zelenski??

                Caspita, tra tra trovare antipatico Zelenski e odiare tutti gli ucraini c’è un grosso campo: cercami là 😉

              • PinoMamet scrive:

                E insieme a Zelenski, sia chiaro, ci metto la sua ministra, la sua retorica e tutto il cucuzzaro della propaganda ucraina.

                Quella russa non mi arriva: nessun giornale o telegiornale italiano la riporta, se non qualche rara volta, per smentirla.

                Per altre considerazioni, continuo sotto.

              • Francesco scrive:

                Andrea

                non pretendo certo di passare per uno intelligente ma non trattarmi come un fungo! non ci sta a farmi riempire di merda tipo “il golpe di Maidan” o “i poveri russi del Donbass martirizzati dai neonazi di Azov”

                la storia tesa tra Putin e Ucraina dura da molti anni, è sporca e sanguinosa, la gran parte è fatta dalle manacce di Putin che si allungano sulla nazione vicina che vorrebbe trattare come la Bielorussia

                non sento bisogno di propaganda putiniana più di quanto senta bisogno di propaganda antiputiniana o antirussa, cioè zero al cubo.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ roberto

            “bombardati”

            Come gli yemeniti e gli irakeni.

            Non riesco a dare credito a chi dà del criminale a Putin e non dà del criminale a Bush jr. o al principe saudita al governo a Riad.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              Beh, prova a citarmi qualcuno. Magari dopo un esempio meno a capocchia.

              In ogni caso il problema è che nessun altro popolo bombardato è odiato per questo.

              E che a noi in Europa questa guerra potrebbe interessare un pò do più di quelle in paesi più lontani – non dovrebbe ma è così che funzionano gli umani.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “qualcuno”

                Beh, faccio un solo esempio.

                Abbiamo in Parlamento un partito guidato da un senatore particolarmente caro al nostro padrone di casa in questo blog 🙂 che è andato in giro a lodare un regime che sta facendo in Yemen da anni più o meno quello che fa adesso Putin in Ucraina (con meno tank e più aerei) e il cui ambasciatore all’ONU presiede quella commissione per i diritti umani da cui la Russia è appena stata espulsa. Logico che quando sento quel senatore e i suoi seguaci parlare di aggressore e di aggrediti mi venga da ridere – giusto perché non voglio mettermi a piangere.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Quindi gli ucraini possono crepare perchè Renzi è uno stronzetto?

                Curioso ragionamento, il tuo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “crepare”

                No.

                Sono quelli che si riempiono la bocca di Ucraina e che dimenticano gli yemeniti che dovrebbero tacere,

                Altrimenti siamo all’orwelliano “quattro zampe buono, due zampe cattivo”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                cosa c’entra Orwell col benaltrismo di chi si sente in dovere di correre in soccorso di Putin?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “Orwell”

                C’entra, perché descrive perfettamente il “doublethink” di chi scambia il dubbio critico per “benaltrismo di chi corre in soccorso di Putin”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “C’entra, perché descrive perfettamente il “doublethink” di chi scambia il dubbio critico per “benaltrismo di chi corre in soccorso di Putin”.”

                Infatti, mi affascina questo meccanismo dei bellifondai.

                Sembrano proprio convinti che se non ti piace la guerra, non è perché non ti piace la guerra, è perché sei follemente innamorato di uno specifico politico russo.

              • Francesco scrive:

                Beh no, perchè nel tuo caso siamo in pieno nel benaltrismo, nel mettere in campo altri problemi come strategia per svicolare da quello sul tappeto.

                Tra l’altro metti nel piatto casi abbastanza diversi dall’invasione dell’Ucraina, per il disperato bisogno di accusare le potenze occidentali e “dimostrare” che hanno torto (anche in Ucraina?)

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “svicolare”

                Qui quelli che svicolano sono coloro che raccontano la favoletta della Russia cattivo impero del male che rompe le uova nel paniere all’universo dei buoni (AKA alleati degli USA).

                E’ un copione che va giusto bene per Hollywood, e difatti Zhelensky è un attore di sitcom.

                Un nostro celebre collega di Zhelensky così correttamente lo spiega:

                https://it-it.facebook.com/FabioMassimoCastaldo/videos/gli-americani-fanno-le-guerre-per-farci-i-film-lironia-di-troisi-il-dramma-della/1132395903466356/

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Scusa ma la parte in cui entra “la Lega dei Buoni” mi manca.

                Non serve essere buoni per essere meglio della Russia di Putin, basta essere normali.

                Il trucchetto retorico di pretendere una bontà immacolata dagli ucraini sennò sono come Putin mi sembra puerile e repellente. Quasi come infilare a forza gli yankee in questa storia, dove ci sono ma come comprimari.

                Ah, comunque direi che è impossibile negare le differenze tra Oceania e Eurasia, anche se capisco quanto ti faccia comodo nasconderle.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “una bontà immacolata dagli ucraini”

                Bontà immacolata no, ma c’è una via di mezzo tra la santità e un paese dove gli attivisti di sinistra spariscono nel nulla, dove vengono approvate leggi per togliere garanzie alle minoranze linguistiche, dove si armano i neonazisti e dove un nazionalismo dilagante ha impedito di risolvere pacificamente (nel senso di rispetto degli accordi di pace) una pluriennale guerra civile.
                Ecco, magari questa roba qui è “normale” nella stessa realtà in cui rientra nella normalità una guerra di conquista.

            • PinoMamet scrive:

              Francè, io non odio gli ucraini.

              Penso che sia una nazione mezza inventata;
              penso che potrebbero aver finito la guerra dopo due giorni dopo il suo inizio;
              penso che NON siano privi di colpe nei confronti dei russi e di altri popoli;
              ma non li odio.

              Poracci, sono ostaggi, come dice giustamente Andrea, della loro ottusa e arrogante classe dirigente.
              Non li odio.

              Ma la mia simpatia arriva fino a lì;
              non fino al punto di farmi prendere per oro colato ogni cagata della loro propaganda.

              • Francesco scrive:

                si chiama proprio odio, invece, pensare cose come “sono ostaggio della loro classe dirigente” e “potrebbero aver finito la guerra dopo due giorni dopo il suo inizio”

                e non me ne capacito

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io conoscevo una definizione diversa di odio rispetto al non condividere le idee di qualcuno.

              • Francesco scrive:

                ma mica dico che Pino odia me! affatto

                lui ce l’ha con gli ucraini, tramite il fantoccio del povero Zelensky, e con gli USA

                o dovrei dire che l’ostilità contro USA e Z. lo porta a essere molto ostile anche contro gli ucraini

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Avercela con [censura]. vuol dire odiare gli ucraini? Non è che perché tu odi i russi e quindi ce l’hai con Putin allora tutti debbano essere così 😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “pensare come come ‘sono ostaggio…'”

                Beh, questo si chiama ‘descrivere i fatti’, non ‘odiare qualcuno’. Se uno è un ostaggio, non lo odio certo perché lo chiamo tale.

                Allo stesso modo, mica odio gli Italiani quando dico che hanno governi àscari dei masticabibbie d’oltreoceano.

                Semmai li compatisco.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Francesco, mi dispiace ma non puoi cambiare il dizionario italiano a tuo uso e consumo.

                Poi a me piacciono anche gli americani. Il blues, la vecchia Hollywood, Melville e Hemingway… li adoro.

                La loro politica estera un po’ meno, ma a differenza di te so distinguere.

              • Francesco scrive:

                Andrea, rispondo a te per tutti: la tua capacità di descrivere fatti in modo oggettivo scende a zero, non appena esci dal recinto della Hard Science.

                Anche se pare che tu non te ne renda conto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “Hard”

                Qui non è questione di “oggettivo”.

                E’ questione di dizionario.

                Non siamo (ancora?) arrivati alla Neolingua.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • roberto scrive:

              Andrea

              “ Non riesco a dare credito a chi dà del criminale a Putin e non dà del criminale a Bush jr. o al principe saudita al governo a Riad.”

              Capisco ma capirai immagino che anche il contrario è sorprendente: dare del criminale a Bush, ai sauditi e alla Clinton o Obama o chi vuoi tu…ma non a Putin

              • PinoMamet scrive:

                Vorrei trovare uno qui che non ha dato del criminale a Putin.

                Mentre sarei curioso di vedere, tra la stampa che ora inneggia a Zelenski, quanti hanno osato dare del criminale Bush o alla Clinton.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ roberto

                “Putin”

                Quand’è che avrei negato che Putin è un criminale?

                Ma non è credibile chi dà del criminale solo a Putin.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

  20. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Tornando discorso dei commons…

    Dopo la presa della Bastiglia e fino all’arrivo di Napoleone a Genova gli aristocratici repressero i moti rivoluzionari dei borghesi esclusi dal governo col decisivo appoggio del popolino che viveva dei diritti di prelievo di origine feudale sui pascoli di proprietà degli aristocratici.

    Quando poco prima di Napoleone i giacobini cercarono di scacciare il Doge da Palazzo Ducale trascinandosi davanti due cannoni presi dal porto, che è vicinissimo, una massa di sanfedisti “VivaMaria” guidati dai ciabattini dei carrugi li mise in fuga forzando i mercenari Svizzeri al servizio del Dove a consegnare loro i moschetti dell’Armeria di Palazzo contro la stessa volontà del Minor Consiglio, l’oligarchia aristocratica, che invece puntava per sopravvivere… sui buoni uffici di quello stesso console Francese che aveva sobillato i giacobini!

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  21. Andrea Di Vita scrive:

    Dove=Doge

  22. Fuzzy scrive:

    https://www.ideeazione.com/e-stata-persa-lultima-possibilita-per-evitare-larmageddon-nucleare/
    I valori della civiltà che un tempo definivano il mondo occidentale sono stati sostituiti dal desiderio di denaro e dal diritto egemonico di depredarlo agli altri. La Russia e la Cina sono nei guai perché limitano l’egemonia occidentale. Washington sta usando l’Ucraina per isolare la Russia e come un modo per destabilizzarne il governo. La Finlandia sarà il prossimo agnello sacrificale e il processo andrà avanti da lì. La Russia ha perso l’occasione di fermare queste provocazioni con un rapido successo in Ucraina e misure proattive piuttosto che reattive sul fronte delle sanzioni. Il Cremlino avrebbe potuto rivolgere la questione delle sanzioni contro l’Occidente essendo il primo a colpire, ma mancava di fiducia. Poiché alla Russia manca l’ambizione egemonica dell’Occidente, la Russia si limita a rispondere alle iniziative dell’Occidente.

    Prima o poi queste iniziative scateneranno una guerra nucleare.

    Paul Craig Roberts. Non un russo.

    • Francesco scrive:

      ma un miserabile cretino!

      per chi si spaccia? architetto? maestro yoga? veggente? sociologo? giornalista e attivista?

      PS Modalità MM ON

      quando mai l’Occidente ha avuto altri valori che non il desiderio di denaro e di depredarlo ad altri?

      Mode MM OFF

      😀

      • Fuzzy scrive:

        Beh, è uno di ultradestra e la frase (falsa?) sui valori è finita insieme alla depredazione.
        Quindi l’Occidente non ha mai (?) avuto altri valori che non il desiderio di denaro (e quello non è che sia una cosa particolare) e di depredarlo ad altri. Se depredare è il valore dell’Occidente allora perché ci si scandalizza e si fa tanto moralismo piagnone nei confronti degli altri depredatori? L’Occidente è stato il depredatori più efficiente. Ma ora cosa depredi se quell’altro ti spara un missile nucleare quando gli pare e piace, anche in risposta ad attacchi convenzionali?
        Per quanto riguarda il petrolio ognuno può credere quel che vuole. Se scarseggia lo si vedrà a breve termine. E poi non è questione di quanto ce ne sia, ma di quanto si riesca ad estrarne e a che prezzi.
        Se i prezzi sono troppo alti si preferisce farne a meno.

        • Francesco scrive:

          Non mi sono spiegato: io mica aderisco alla visione del mondo di MM!!!

          E di certo solo un imbecille penserebbe davvero che l’avidità (tratto comunissimo) sia quello che caratterizza la civiltà occidentale nella storia umana. Non voglio neppure sapere quale sia l’idea che un pensatore italiano di ultradestra ha dei “valori dell’Occidente”, mi viene in mente un Salvini ubriaco che declama prima di rotolare sotto qualche tavolo (ma Salvini era un Comunista Padano).

          “farne a meno” è una bella questione, caro mio!

          • PinoMamet scrive:

            Salvini non era per niente Comunista, e pochissimo Padano.

            Era un nazionalista italiano- lo è ancora, è morto solo politicamente ma credo risorgerà in qualche modo.

            Un nazionalista maldestro e pasticcione, ma dal punto di vista politico, semplicemente un nazionalista populista.

            • Francesco scrive:

              Mi sa che conosco meglio io la sua storia. Il nostro buffone filo-putiniano era un giovane comunista padano davvero, temporibus illis! Non se lo cagava nessuno, all’epoca.

              😀

  23. Fuzzy scrive:

    https://scenarieconomici.it/opec-non-ha-piu-capacita-produttiva-parola-di-un-membro-importante/

    OPEC non ha più capacità produttiva. Parola di un membro importante

    • Francesco scrive:

      😀

      già sentita, ogni volta che i prezzi salivano

      è una commedia degna di Goldoni, non dartene conto

      è proprio come chiedere all’oste se il vino è buono

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Gli sceicchi hanno piani cinquantennali per l’emancipazione dall’economia petrolifera. Per quanto poco verosimili possano essere (anche se loro ragionano in termini familistici, per cui ci stanno ragionamenti plurigenerazionali), anche se potessero esaurire più in fretta le proprie riserve non lo farebbero. Anzi, meno petrolio sul mercato c’è e meglio è!

        • Francesco scrive:

          Concordo pienamente! deve esserci abbastanza petrolio da mantenere l’abitudine all’uso ma abbastanza poco da mantenere il prezzo alto.

          • Fuzzy scrive:

            https://energyskeptic.com/2022/failing-oil-and-gas-companies-a-sign-of-peak-oil/
            Non è così semplice.
            Comunque il petrolio è il combustibile che rende possibile l’estrazione degli altri combustibili fossili e di tanti altri materiali. Se ha raggiunto il picco, come affermano i geologi, l’espressione “fare a meno dovrà riempirsi di significato”.
            Sono le solite cose che scrivo oramai in modo insistente ma con varietà di proposte anche molto ridicole.
            E poi i Sauditi tendono a esagerare le proprie riserve. Sanno che senza il petrolio non conteranno più niente.
            Leggere e studiare a memoria che poi interrogo e metto il voto.

  24. PinoMamet scrive:

    Leggo ora- notizia da verificare – che Draghi sta tagliando la spesa per scuola e università, più di quanto abbia fatto la pur abominevole Gelmini.
    Zitto zitto, buono buono, si sta confermando il governo peggiore degli ultimi vent’anni.
    Ma piace tanto all’Europa e all’America, quindi ci toccherà tenercelo, altrimenti lo Spread chi lo sente? 😉

    • Francesco scrive:

      pare sia falso.

      ma lo dice il Foglio, che per Draghi ha una passionaccia …

      PS poi non ci sono più bambini e ragazzi, cosa spendiamo a fare?

      • PinoMamet scrive:

        Lo dici tu che non ci sono più.

        Io mi trovo a far fronte a classi sempre più grandi, nel frattempo.

        • Francesco scrive:

          lo dice l’ISTAT, quando conta le nascite.

          io parlo di Italia, non pretendo di conoscere le singole scuole di tutto lo stivale.

          ciao e buon lavoro

          • paniscus scrive:

            “lo dice l’ISTAT, quando conta le nascite. ”
            ————————

            Le nascite calano, ma complessivamente (contando tutti gli ordini e gradi di scuole) il numero di studenti rimane circa uguale, o addirittura localmente aumenta, perché, a differenza di 30 o 40 anni fa, le superiori le fanno TUTTI… e perfino quelli che riescono a farsi bocciare anche nella scuola inclusiva, pucciosa e petalosa, si iscrivono di nuovo e ci stazionano fino a 21-22 anni invece che 18-19.

            Probabilmente è vero che calano gli iscritti alle elementari (ma questa era una minaccia che si paventava già 40 anni fa), ma la durata media dello stazionamento dentro al sistema educativo complessivo si è ingigantita…

          • PinoMamet scrive:

            Oltre alle nascite, poi, bisogna contare gli iscritti non nati in Italia (ogni anno ne ho almeno uno appena arrivato dall’estero, e ovviamente sono le scuole pubbliche a doverlo accogliere e formare, mica le private…)

  25. Miguel Martinez scrive:

    Intanto gli Stati Uniti aumentano del 43% l’importazione di petrolio dalla Russia, che poi magari rivenderanno a caro prezzo all’Europa 🙂

    https://visionetv.it/sanzioni-ipocrite-gli-usa-stanno-comprando-petrolio-russo-lo-venderanno-a-noi/

    Mi sembra una mossa intelligente da parte degli Stati Uniti, che giustamente fanno i propri interessi.

    • Francesco scrive:

      “secondo fonti russe” ……………………………………………………………………………

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “Frugoni”

      Sì, ed è una grande perdita 🙁 🙁

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • paniscus scrive:

        Oltre che ricercatrice e divulgatrice di grande valore, mi è sempre sembrata una figura di grande sensibilità personale e di grande originalità nello stile di comunicazione (e purtroppo molto sfortunata nella vita privata, avendo perso in circostanze imprevedibili e premature il padre, il fratello più giovane, e in vecchiaia anche un figlio…)

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “sapevate”

      No, ma non mi stupisce. In un’epoca in cui esistevano ancora l’Index Librorum Prohibitorum e la Santa Alleanza era normale che i pochi danarosi privilegiati che sapessero leggere e scrivere fuori dalle chiese si costruissero i loro luoghi segreti.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  26. Miguel Martinez scrive:

    Favoloso…

    I servizi USA si vantano di diffondere notizie “non dimostrate” per fare la guerra di informazione alla Russia:

    https://www.nbcnews.com/politics/national-security/us-using-declassified-intel-fight-info-war-russia-even-intel-isnt-rock-rcna23014

    • Francesco scrive:

      Beh, tanto non li ascolta nessuno! hanno gridato all’invasione ma finchè Putin non ha attraversato il confine con 100.000 soldati non gli ha dato retta nessuno.

      Adesso sparacchiano a caso per fare da deterrente all’uso effettivo? boh

      in ogni caso pare che le informazioni che passano agli ucraini siano molto buone 😀

      Ciao

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “nessuno”

        Il termine tecnico per descrivere questa situazione credo sia “Pierino e il lupo”.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Conosci le volte precedenti in cui gli USA hanno gridato all’invasione e non è successo nulla?

          Non che non siano dei gran pallisti (come ogni Stato con una diplomazia) ma questo mi sfugge.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “sfugge”

            “Invasione” nel senso dei carri armati che passano la frontiera fra la Russia e uno stato vicino no.

            Nel senso di “sovversione che porta i cosacchi ad abbeverarsi in Piazza San Pietro”, beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta (citofonare Allende).

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              N0n capisco: ti ho chiesto quante volte gli USA hanno avvisato che c’era il rischio di una invasione dei rossi ed era invece falso?

              Allende non so se è un buon esempio, man mano che leggo di lui. Nel senso che mi pare sempre di meno un falso allarme.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “quante”

                Tutte le volte gli USA hanno lanciato l’allarme su questo o quel Paese che era sul punto di diventare “rosso”.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Ah, secondo te era sempre falso?

                Buono a sapersi.

  27. Moi scrive:

    Va be’, ve la butto lì … tanto non gliene frega un cazzo manco a Tortuga 😉 :

    al Doppio Turno per il Sindaco di Francia [cfr. cit. Renzi …] , si sfideranno il Liberale di PseudoSx Macron e la Centrista 😀 [Lei stessa di è definita così … dopo Zemmour le ha fatto “Hold My Vin Rouge” 😉 !] Marine Le Pen !

    • werner scrive:

      Dovrebbe fregarcebe parecchio visto che i piani per una maggiore integrazione europea risentiranno parecchio del nome scritto sul citofono dell’Eliseo.

      In sostanza siamo tutti appesi alle scelte dei francesi che al primo turno hanno votato Melenchon. Quello di sinistra veravera talmente vera e talmente sinistra che parte dei suoi voti potrebbero saltare direttamente sul carro di Marine.

    • PinoMamet scrive:

      Mi sembrano, insomma, le solite elezioni francesi:

      la sinistra deve votare per uno, sostanzialmente, di destra, per impedire che l’estrema destra vada al potere.
      Anche se questa estrema destra forse è più di sinistra della destra che vota la sinistra…

      • Moi scrive:

        … l’ elemento di novità è Zemmour : Ebreo della Barberia 😉 che , avevndo fatto passare per “Centrista” la Le Pen, vorrebbe ripristinare gli Anni Cinquanta con sé stesso come redivivo Generale de Gaulle ! 😉

      • werner scrive:

        Ci sono due divisioni sovrapposte. La classica dx /sx e quella tra sovranisti ed europeisti. Le Pen, Zemmour e Melenchon sono tutti sovranisti (anche se per motivi diversi).

  28. PinoMamet scrive:

    Altre considerazioni:

    -se Putin vince tutto, l’Ucraina sarà un paese completamente distrutto, con moltissimi morti e forse una parte di popolazione deportata;

    -se Zelenski vince tutto, l’Ucraina sarà un paese quasi completamente distrutto, con moltissimi morti e un sacco di debiti da ripagare, am, ehi, ospiterà una base NATO quindi siamo felici…

    Naturalmente tutti sappiamo che ci sarà qualche forma di pareggio, non voglio dire 50 e 50 ma 60 e 40 o 70 e 30, da una parte o dall’altra, e l’Ucraina finirà come paese completamente distrutto, con moltissimi morti e una parte forse occupata dalla Russia e una parte forse con una base Nato.

    Esattamente come sarebbe finita due giorni dopo l’inizio della guerra.

    E molto peggio di come sarebbe finita se Zelenski non avesse ciecamente ignorato ogni possibilità di negoziato con la Russia fino a due minuti prima della guerra.

    Ora, ogni azione può essere vista in più modi.
    A me quella del governo ucraino (il rifiuto di discutere con la Russia, cioè, prima della guerra) è sembrato un gesto cieco ed arrogante.

    Dal punto di vista ideale, è la rivendicazione di una giusta libertà di scelta di un paese indipendente.
    Con prevedibili (e previste) conseguenze.

    Dal punto di vista strategico/militare, è stata una scommessa, che poteva essere vinta o persa (sulla pelle degli ucraini).

    Dal punto di vista delle vite umane, si poteva risolvere tutto accordandosi con i cazzo di russi .

    • werner scrive:

      Io due giorni dopo l’inizio della guerra ricordo Putin che cercava di convincere l’esercito Ucraino a deporre il governo e prendere il potere. Non esattamente in 70/30.

      Sulle trattive precedenti alla guerra sarei anche d’accordo… Con la postilla che da parte russa non mi pare ci fosse questa grande volontà di raggiungere un compromesso. Mettere l’esercito al confine non sembra il modo migliore per condurre una trattativa serena.

      • PinoMamet scrive:

        Io due giorni dopo l’inizio della guerra ricordo che la Russia occupava la parte dell’Ucraina vicina al confine, mentre gli americani avevano spoilerato a Zelenski il tentativo presunto di farlo fuori e lui giocava a fare l’eroe a favore di cinepresa nei dintorni di Kiev non assediata.
        In ottima posizione per negoziare.

        L’esercito sul confine, prima, era semplicemente un avvertimento, e una mossa PER negoziare.

        Chi vuol fare una guerra a sorpresa non mette in scena per settimane lunghe “esercitazioni” sul confine…

        • werner scrive:

          Quando dovrò comprare casa mi porterò una pistola da appoggiare sul tavolo PER negoziare.

          Ho controllo. Il 24 febbraio i russi erano già entrati nel nord dell’Ucraina lungo 5 assi convergenti verso Kiev. Mentre a sud, partendo dalla Crimea, puntavano già verso Odessa e verso nord-est.

        • PinoMamet scrive:

          Sarà come dici.
          Comunque se vuoi negoziare con certa gente, una pistola portatela.

          E non necessariamente mafiosi. A me la hanno esibita in una sede istituzionale, di cui non faccio il nome per comprensibili ragioni, quando ero nel cinema.
          Non che mi avesse particolarmente impressionato…

          • PinoMamet scrive:

            PS comunque erano ben lontani da costituire un rischio per il Nostro Grande Eroe

            PPS
            Siete consci che quando si spara le pose in mimetica è con lui una troupe, vero?
            Non “la truppa”: una troupe, ci sarà anche truccatrice e costumista…

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ PinoMamet

              “troupe”

              Lo credo bene.

              E’ un attore NATO.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • werner scrive:

              La propaganda fa parte della guerra.

              Comunque non era per dire che lui rischiasse chissà cosa.

              Era per dire che i russi erano ben pronti ad invadere e le “esercitazioni” probabilmente erano proprio i preparativi. Per cui le rigidità nelle trattative penso ci fossero da entrambi i lati.

              • PinoMamet scrive:

                Non sono così sicuro che le esercitazioni non fossero semplicemente un “mostrare i muscoli”.

                Anche perché in realtà NATO e Russia se li stavano mostrando reciprocamente da un bel po’.

                E continuo a credere, ma è un’opinione mia, che Putin quando ha ordinato l’invasione ha preso alla sprovvista, per primi, i suoi stessi generali.

                Una cosa è preparare le truppe per fare ginnastica, corse nei boschi, esercizi con le armi e selfie da postare sui siti dell’esercito;
                un’altra, soprattutto a livello di motivazione e logistica, preparare l’invasione di un paese.

                Un paese, voglio sottolineare, grande e molto armato , anche se la retorica ufficiale adesso lo vuol far passare per il pastorello Davide contro il gigante Golia.

                E gli effetti si sono visti…

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “A me la hanno esibita in una sede istituzionale, di cui non faccio il nome per comprensibili ragioni, quando ero nel cinema.”

            Fammi capire: sei andato in un ufficio pubblico e il funzionario per impressionarti ha poggiato una pistola sul tavolo? E non lo hai denunciato?

            • PinoMamet scrive:

              Non era un funzionario, era un vecchio produttore in semi disarmo che voleva costringermi a firmare un contratto capestro, ovviamente se ne andò affanculo lui e la sua pistola.

              • Peucezio scrive:

                Prima o poi dovresti scrivere una tua autobiografia!

                Che è poi quello che dico continuamente anche a Miguel, ma la tua non sarebbe da meno.

    • Francesco scrive:

      Pino,

      nelle tue analisi degli esiti non compare la parola “libera” o “occupata”.

      Davvero è un elemento irrilevante o (tiriamocela un poco) sovrastrutturale?

      In più, ma conta meno, io noto che Putin è un dittatore (con una ridicola foglia di fico) e Zelensky è un presidente (in una democrazia imperfetta). Quindi mi pare più facile che il secondo rappresenti il suo popolo, mentre il primo lo domina e lo obbliga a fare quello che lui vuole.

      Ah, chiederei ad Hasburgicus se questa idea che sia sempre possibile accordarsi con l’avversario sia corretta, a me pare che a volte l’avversario vuole farti il culo e c’è ben poco su cui discutere con lui.

      • PinoMamet scrive:

        “nelle tue analisi degli esiti non compare la parola “libera” o “occupata”.”

        Non ho capito a cosa ti riferisci di preciso e quindi non posso risponderti.

        ” a me pare che a volte l’avversario vuole farti il culo e c’è ben poco su cui discutere con lui.”

        In effetti Biden ha detto chiaramente che vuole fare il culo a Putin…

        • Francesco scrive:

          2) Secondo me dovremmo scrivere qualche sceneggiatura per la Marvel, che è intrippata con gli universi paralleli!

          Nel mio Biden è quello che ha escluso tassativamente la no fly zone e l’intervento NATO; nel tuo Biden ha detto che vuole fare il culo a Putin.

          1) -se Putin vince tutto, l’Ucraina sarà un paese completamente distrutto, con moltissimi morti e forse una parte di popolazione deportata;

          -se Zelenski vince tutto, l’Ucraina sarà un paese quasi completamente distrutto, con moltissimi morti e un sacco di debiti da ripagare, am, ehi, ospiterà una base NATO quindi siamo felici…

          a questo mi riferisco e credo tu lo sappia benissimo!

          🙂

          • PinoMamet scrive:

            No, nn lo so benissimo perché non lo hai scritto e non è semplice collegare le frasi con i commenti tre o quattro righe sopra…

            comunque, se Zelenski vince tutto, l’Ucraina sarà un paese quasi completamente distrutto, con moltissimi morti e un sacco di debiti da riparare, i cittadini e la comunità di lingua russa sarà assai meno libera di quanto lo fosse prima (cioè pochissimo).
            Contento?

            • Francesco scrive:

              Palle, se Zelensky vince potrà fare il generoso anche con i russofili. O sarà costretto a farlo dalla UE, mi auguro.

              I russofoni sono già presenti dalla sua parte in abbondanza.

              Ma il dato fondamentale, la libertà dell’Ucraina come nazione e degli ucraini come persone, lo eludi nuovamente.

              Eppure mi parli tanto di democrazia riguardo all’Italia, come se fosse una cosa importante.

              • PinoMamet scrive:

                Io non eludo niente, Francè.

                Il fatto, permettimi, è che tu spari tante cazzate tutte insieme, e non c’è tempo per rispondere a una a una…

                Sì, certo, Zelenski- quello fischiato se osa parlare russo- sarà generoso con i russi dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina…
                bello crederci 😉

                l’Ucraina è un paese pochissimo democratico oggi
                (ma a te sembra democratica persino l’America…)
                e lo sarà molto meno domani, chiunque vinca.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “O sarà costretto a farlo dalla UE, mi auguro”

                L’efficacissima Unione Europea, no? Quella che ha la Lituania che discrimina i russi, i polacchi che fino a ieri erano dei fascisti e che oggi sono i salvatori della patria, Orbán…

              • habsburgicus scrive:

                Quella che ha la Lituania che discrimina i russi

                un po’ di acribia, Mauricius…
                Lettonia ed Estonia sì (non so se “discriminare” sia la parola esatta, ci furono/sono “politiche speciali” verso i russi)
                Lituania no, i russi sono pochissimi e quasi solo a Klaipėda (Memel) e Vilnius

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, scusami, volevo scrivere Lettonia e mi è uscito Lituania, che non c’entra granché.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                ““politiche speciali” verso i russi”

                Che è la definizione giuridica di discriminazione 😀

          • PinoMamet scrive:

            “Nel mio Biden è quello che ha escluso tassativamente la no fly zone e l’intervento NATO; nel tuo Biden ha detto che vuole fare il culo a Putin.”

            https://www.agi.it/estero/news/2022-03-28/guerra-ucraina-giornali-internazionali-16158775/

            ” L’attacco verbale di Biden contro Putin “macellaio” che “non può restare al potere” è presente su quasi tutte le prime pagine dei giornali internazionali”

            • Francesco scrive:

              Pino

              hai perfettamente ragione ma tra gli attacchi verbali e l’inazione militare trovo più rilevante la seconda

      • habsburgicus scrive:

        Ah, chiederei ad Hasburgicus se questa idea che sia sempre possibile accordarsi con l’avversario sia corretta, a me pare che a volte l’avversario vuole farti il culo e c’è ben poco su cui discutere con lui.

        purtroppo, alcune volte è così…
        il problema con Putin non è che sia un dittatore…si sono fatti buoni accordi con dittatori più autocratici di lui 😀
        Stalin, per dire, era di certo più tirannico ancora, ma aveva chiaro il senso del possibile..naturalmente nel 1939 avrebbe voluto marxistizzare tutta la Finlandia, ma resosi conto che non era così semplice, si accontentò della Carelia orientale 😀 e non rifece l’errore nel 1944, accontentandosi di una Finlandia “amica” (cioè a politica estera concordata con Mosca, seppur con politica interna del tutto indipendente)
        il problema, con Putin, è che lui non vuole condizioni realistiche, temo… sarei felice di sbagliarmi e che si possa fare la pace anche domani
        finora Putin ha già fatto un miracolo, seppur al contrario :D..ha infatti spinto la Svezia a chiedere l’adesione alla NATO dopo 207 anni di neutralità 😀 e fra poco, pure la Finlandia..manco un russofobo esagitato avrebbe ottenuto così tanto in un tempo così breve..chapeau 😀

    • Francesco scrive:

      Bellissimo anche questo intervento! mi ricorda quegli “storici” che lamentano come Roosevelt e Churchill non volessero trattare con Hitler.

      Non è Putin che ha iniziato la guerra e vuole vincere “abbastanza” prima di iniziare a trattare, sono gli angloamericani i cattivi!

      Perchè è tutto così prevedibile e già visto? sono davvero così vecchio?

      • PinoMamet scrive:

        Non sei vecchio, ma anche la tua posizione è nel campo del prevedibile…

      • PinoMamet scrive:

        Comunque Putin ha indubbiamente iniziato la guerra, però è stato o non è stato Zelenski a dire non trattiamo, sì trattiamo, non trattiamo più, trattiamo sì qualcosa, trattiamo su niente, vinceremo?

        Che Zelenski possa aver utilizzato le fonte trattative per guadagnare tempo per sua intuizione personale lo credo facilmente: è un’azione più da furbo che da intelligente (una volta che ti sei squalificato come interlocutore nessuno tratterà più) e da “pony con un trucco solo”, in linea con il personaggio.

        La decisione di non trattare più e andare avanti fino alla vittoria (?) credo proprio che gliela abbia suggerita la Nato o gli USA.

        Per inciso, dubito che lui sia davvero a Kiev, ma sono pronto a farmi smentire.

        • Francesco scrive:

          Sulle trattative con Putin ho già espresso i miei dubbi, anche perchè quando un nazionalista russo inizia definendoti un neonazista forse ti rendi conto che i margini di trattativa sono un pò ridotti, non credi?

        • PinoMamet scrive:

          Io ho moltissimi dubbi sul fatto che Putin sia ancora lucido e che l’attacco all’Ucraina sia stato pianificato interamente in maniera razionale, però le trattative c’erano, e a rispondere con tentennamenti, uccisione poco chiara di un negoziatore e richieste irricevibili (“voi vi ritirate del tutto, poi noi tra un anno votiamo se entrare nella Nato…”) è stata la parte ucraina…

        • roberto scrive:

          Pino

          “ Per inciso, dubito che lui sia davvero a Kiev, ma sono pronto a farmi smentire.”

          Quando la presidente del parlamento l’ha incontrato (inizio aprile ma non mi ricordo la data) era sicuramente a Kiev (a meno che al parlamento non abbiano falsificato un mare di documenti, foto, video e non ci sia un bel gruppo di funzionari disposti a mentire su questa cosa, cosa che mi pare inimmaginabile)

          • Francesco scrive:

            conta solo agitare sospetti, anche a vuoto, per parlare male di Zelensky e ridurre l’empatia verso il paese aggredito, credo

            come se per parlare male della Russia si usassero argomenti quali “il pelato Putin” …

          • PinoMamet scrive:

            Sì, beh, può essere stato benissimo trasportato in loco per un paio di giorni.

            Ma non preoccupatevi, ricordatevi di darmi ragione tra un paio di anni.

            Per Francesco:
            io non parlo male della Russia, e non parlo male dell’Ucraina.

            Parlo male di un tizio senile e fuori di testa (Putin), le cui dichiarazioni mi vengono per fortuna risparmiate dalla stampa italiana;
            e di un attorucolo megalomane (Zelenski) che invece ci viene imbastito ogni giorno come Grande Eroe.

            • PinoMamet scrive:

              (No beh, un po’ l’Ucraina credo sia una nazione mezza inventata, ma non vuol dire: non per questo credo che vada invasa.
              Per il resto, mi sembrano slavi- ehm, russi, dai- esaltati da una parte e dall’altra.
              Roba già vista, in fondo: la Jugoslavia in grande scala.)

              • Francesco scrive:

                quindi avevo ragione a chiedere l’invio dei soldati NATO? la pace per gli slavi coincide con l’occupazione da parte di truppe straniere, a quanto pare!

                😉

              • PinoMamet scrive:

                Può essere!!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “quindi avevo ragione a chiedere l’invio dei soldati NATO? la pace per gli slavi coincide con l’occupazione da parte di truppe straniere, a quanto pare!”

                Se si divertono a scannarsi tra loro sono liberi di farlo. Ma perché devo pagarglielo io il passatempo?

              • Francesco scrive:

                >>> Se si divertono a scannarsi tra loro sono liberi di farlo.

                non vedo faccine che ridono a indicare che sia una battuta …

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non mi pare che Zelensky metta faccine quando dice che l’Ucraina combatterà fino alla vittoria.

              • Francesco scrive:

                Da questo deduci che si diverte?

                non lo ipotizzo neppure per Putin, io.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Dici che non gli piace? Cioè che stanno facendo proprio qualcosa di stupido nel senso dato al termine da Cipolla?

              • Francesco scrive:

                Putin ha detto che è stato obbligato, Zelensky che se non vince l’Ucraina sarà annichilita o schiavizzata.

                Pare che nessuno si stia divertendo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Poiché entrambi mentono per avere la scusa che serve per mandare avanti la guerra, evidentemente non trovano la guerra qualcosa di così sgradevole.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “vecchio”

        No, tranquillo, non sei tu ad essere vecchio.

        Non più di me, per lo meno. 🙂

        E’ l’imperialismo che si ripete. Russo o Statunitense, è lo stesso. E anche Italiano (Ual-Ual…), Inglese (Kirchener), Francese (Bamikelé)…

        Sei tu che credi che al mondo ci siano i Buoni e i Cattivi.

        Sei ancora il ragazzino che sgranocchiava pop-corn al buio della sala parrocchiale nella febbrile attesa che arrivassero i nostri a cavallo di un caval.

        Ti invidio, dico davvero.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          veramente la mia parrocchia non aveva il cinema!

          e negare che al mondo non siano tutti uguali non è puerile, è l’inizio della serietà – quella che viene dopo essere stati bambini ingenui e adolescenti cinici.

          gli americani non sono buoni ma solo meno peggiori degli altri? eh, tocca prendere quello che c’è

          😀

          • PinoMamet scrive:

            “gli americani non sono buoni ma solo meno peggiori degli altri”

            Riformuliamo:
            la politica estera degli USA è peggiore di quasi tutte le altre, e dico “quasi” perché sono buono.

            In politica interna hanno una forma particolare di governo che qualcuno grazia del nome di “democrazia”, e consta di 2 partiti che dicono largamente le stesse cose e dipendono dai desiderata di chi li finanzia.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            “uguali”

            Non ho mai inteso dire che una nazione che ha subito tre invasioni in trecento anni l’ultima della quale le ha fatto perdere un decimo della popolazione fosse paragonabile a una nazione che su duecentocinquant’anni di storia ne ha passati duecentoventi a fare la guerra.

            Ho detto – e ripeto – che a differenza del mondo delle favole nel mondo reale della politica le categorie di bontà e cattiveria si applicano tanto quanto le tinture per capelli a dei calvi.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            confermate il mio giudizio negativo sulla vostra capacità e volontà di dare giudizi seri.

            mascherato da motivazioni dotte quanto insignificanti.

            ma il mondo è bello perchè è vario

            PS ADV, tu che sei un fisico e sai l’importanza delle unità di misura: io ho parlato di buoni e cattivi? non mi pare.

            • PinoMamet scrive:

              Francè, se mi chiedi se preferirei vivere negli USA di Biden o nella Russia di Putin, la risposta è scontata.

              Se mi chiedi se preferirei vivere negli USA o in Spagna, Francia, Germania, e persino Italia, la risposta non è più così scontata:

              con tutti i nostri difetti, l’Italia mi sembra più democratica degli USA;
              trovo che il nostro sistema di welfare, pur con tutti i malfuzionamenti (ritengo, spesso volutamente causati da governi che vogliono somigliare troppo all’America…), sia assai migliore di quello statunitense;

              e sotto il profilo morale, l’Italia non va in giro a bombardare paesi estranei con la pretesa (qualche volta, esplicita finzione) di “esportare la democrazia”;

              e quando ahimè lo fa, lo fa sotto guida e impulso americano.

              Quindi sì, confermo:
              negli USA vige un sistema bi-partitico e mono-idea, a cui qualche generoso dà il nome di “democrazia”;
              e gli USA sono stati causa di infiniti lutti, non agli Achei come l’ira di Achille, ma al resto del globo terracqueo.

              • Francesco scrive:

                Beh, dire che l’Italia è più democratica degli USA mi pare lo stesso un pò forte.

                Per nostro demerito, anche se con Trump e Biden loro stanno lavorando duro per scendere al nostro livello.

                Dove è meglio vivere? Italia (finchè dura), Germania, USA … Francia e Spagna mi attirano poco.

                Il welfare europeo è meglio di quello USA? tutta la vita.

                La politica estera USA ha causato molti lutti? sì certo ma oso dire che ha fatto anche molto altro. E il positivo da loro ottenuto mi pare compensare parecchio il negativo.

                l’Italia, nel suo piccolo, ha sparso sangue dove ha potuto, dalla Libia all’Etiopia alla Grecia …

                Ah: su una cosa non dici il vero. I difetti del welfare italiano sono italici, non dipendono dagli USA. L’amore per la burocrazia, le regole formali, la corruzione, i favori alle corporazioni invece dei diritti individuali, lo spreco sistematico di risorse pubbliche … tutta roba nostra

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “La politica estera USA ha causato molti lutti? sì certo ma oso dire che ha fatto anche molto altro. E il positivo da loro ottenuto mi pare compensare parecchio il negativo.”

                Non c’entrano “positivo” o “negativo”.

                C’entra il fatto che dal 1898, gli Stati Uniti hanno condotto centinaia di guerre non difensive.

                Con due eccezioni:

                Pearl Harbor in territorio annesso con un colpo di mano agli Stati Uniti e trasformato in base militare da cui si rifornivano tutti i nemici del Giappone, attaccato dai giapponesi;

                e Columbus, oggetto di razzia da parte di Pancho Villa nel 1916, cui seguì in stile putiniano 🙂 l’invasione punitiva del Messico da parte del Generale Pershing (i messicani saggiamente risposero sparendo e non sparando).

                Ora, se gli Stati Uniti, a partire dal 1898, con governi di ogni colore, hanno condotto alcune centinaia di azioni militari senza il minimo pretesto difensivo, ci deve essere un motivo strutturale, che non è una questione di “bene” o di “male”.

                E infatti ripeto per la centesima volta, non dico “Bush Boia!” o “Obama Assassino!”, come non dico “Putin Boia!”

                Le questioni strutturali vanno viste sotto un altro profilo.

              • PinoMamet scrive:

                Francè, io dico il vero su tutto e lo sai benissimo.

                l’Italia fascista ha fatto le guerre in Libia e in Grecia.

                L’America “democratica” continua a farle ovunque.

                E i difetti del nostro welfare sono dovuti in larghissima parte ai “privatizzatori” filo-usani.

                Chiedere a regione Lombardia, fascicolo: gestione covid.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                In Iran ci sono le elezioni e i partiti, solo che possono presentarsi solo i candidati che si sottopongono ad un giudizio di costituzionalità da parte di un’istituzione pubblica.
                Negli USA ci sono le elezioni e due partiti, solo che possono presentarsi solo i candidati che si sottopongono ad un giudizio da parte dei due partiti. A meno che non siano miliardari newyorkesi che scalano un partito: in questo senso il sistema americano è più aperto di quello iraniano.
                In Italia abbiamo le elezioni e un mare di partiti, che di selezione all’ingresso ne fanno pochissima, che perdono gli eletti il giorno dopo il voto e in Parlamento è rappresentato di tutto e di più, include le posizioni più improbabili.

                Solo che qualcuno mi dice che il sistema più democratico (cioè dove il corpo elettorale con le sue mille sfaccettature è più rappresentato) sarebbe quello usano.

              • Francesco scrive:

                Pino carissimo!

                la guerra di Libia precede di circa 10 anni il fascismo!

                Scusa ma pure il grassetto ci hai messo

                😀

              • PinoMamet scrive:

                Il grassetto doveva essere per una parola sola, ma vabbè.
                Il fascismo ha continuato a reprimere la Libia, ma non importa: le imprese coloniali all’epoca le facevano tutti.

                Sì, anche i tuoi idoli di oltreoceano, o non conosci l’inno dei Marines? 😉

                E le Filippine ecc.

              • PinoMamet scrive:

                Solo che l’Italia ha smesso.
                l’America no, e se ne vanta pure…

                Guarda, davvero, io non sono un antiamericano. Di fianco a te lo sembrano un po’ tutti, ma proprio non lo so: l’America mi andrebbe anche semi -bene, se facesse meno casini in giro per il mondo.

                Invece ne fa tanti: probabilmente è il paese che ne fa di più, e non è facile perdonarla per questo.

                Che sia più democratica di un qualunque paese dell’Europa occidentale è poi falso punto-e-basta, non c’è bisogno di argomentare le cose evidenti.

              • Francesco scrive:

                Pino

                1) gli USA sono una democrazia come i paesi dell’Europa occidentale. Sottoscrivo – mi rifiuto solo di sottoscrivere la “santificazione” del parlamentarismo e del proporzionale di una parte della politica europea.

                2) gli USA fanno politica estera in tutto il mondo e, a volte, fanno danni. Sottoscrivo. Non vedo il motivo di scandalizzarsi, mica sono perfetti. Mi incazzo per quello che hanno combinato in Siria e Libia (non da soli), mi dolgo per la sconfitta in Afghanistan.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Putin consivide i tuoi gusti, Francesco. Come al solito.

                Presidenzialismo e uninominale gli permettono di dominare la scena politica pur non avendo una maggioranza netta alle elezioni parlamentari.

              • Francesco scrive:

                caro MT

                la tua analisi del sistema di potere di Putin è degna dei Costituzionalisti Democratici per la Difesa della Costituzione più bella del Mondo

                e non è un complimento

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non è un’analisi del sistema di potere, ma della veste giuridica che questo sistema utilizza.

  29. Moi scrive:

    @ MIGUEL / TORTUGA

    Zemmour risponde a unə attivistə sul gender :

    https://invidio.xamh.de/watch?v=jui9bJ-h5dQ

    • Peucezio scrive:

      In Italia non si sentono più dibattiti così, sembra quasi che là parlino più liberamente.

      Tra l’altro era uno scambio pacato, anche la tipa (che non si considera più tale, ma ha una voce e un tratto femminile) non era fanatica, sembrava abbastanza dialogante.

      (non dico di aver capito tutto, fra un terzo e una metà mi sfugge, a volte di più)

  30. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Aveva capito tutto!

    https://fb.watch/ckYqptreHn/

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Direi che è tutto tranne che una sorpresa: da sempre c’è un demi monde di pacifisti più o meno sciroccati, che salta fuori o viene tirato fuori a ogni guerra in cui è possibile infilare gli USA.

      Sono interessanti meno dei servizi di cronaca rosa sul matrimonio del figlio di Posh Spice.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Su una mailing list, un mio amico scrive:

    Ieri rientro a casa sul tardi ed accendo la tv.

    Rai 1 programma sui russi che vanno via dalla Russia per l’oppressione
    autoritaria di Putin (era chiaro che si trattava di alcuni oligarchi
    in affari con l’Occidente ma per la Rai sono la punta dell’iceberg di
    un più vasto dissenso).

    Passo a Rai 2 programma sulle (presunte) stragi compiute dai russi.

    Cerco rifugio su Rai 3 dove però si discettava di manipolazione
    dell’opinione pubblica russa (come se invece i nostri media siano un
    cristallino esempio di trasparenza).

    Scappo su Rete 4 dove nel talk show di Nicola Porro un non meglio
    conosciuto e sedicente esperto cianciava di impressionante capacità
    russa di manipolazione dell’informazione.

    Quindi giro su Canale 5 ed anche là lo stesso rituale esorcistico
    contro il diavolo moscovita.

    Italia 1, peggio che mai.

    Ma l’apice è raggiunto da La7: stava trasmettendo una puntata della
    serie televisiva ucraina che ha lanciato Zelensky da attore-presidente
    a Presidente-attore.

    • Francesco scrive:

      >>> Ieri rientro a casa sul tardi ed accendo la tv.

      e basta, già così è chiaro che ha torto lui!

      😉

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “e basta, già così è chiaro che ha torto lui!”

        Sei come me che non usi la TV?

        • Francesco scrive:

          No ma non mi fido per nulla. La uso come uno stupefacente di bassa qualità.

          E ammetto di non vedere un programma di disinformazione da quando Ferrara e Lerner conducevano insieme.

          Attualmente sto guardando due sceneggiati: uno USA su una famiglia che ricicla denaro per un cartello messicano, uno coreano su degli astronauti che si schiantano sulla Luna. Entrambi in lingua originale (ma coi sottotitoli).

  32. Mauricius Tarvisii scrive:

    Intanto da Kiev vengono proposte modifiche alla scaletta della Via Crucis del Papa

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/12/via-crucis-il-papa-chiama-una-famiglia-russa-e-una-ucraina-per-portare-la-croce-lambasciatore-di-kiev-frena-ci-sono-difficolta/6557191/

    e si decide che il Presidente della Germania (esatto, proprio la Repubblica Federale Tedesca) è persona non gradita

    https://www.open.online/2022/04/12/ucraina-kiev-zelensky-vs-steinmeier/

    • PinoMamet scrive:

      “Steinmeier aveva dichiarato pubblicamente di aver «fatto degli errori nelle valutazioni su Vladimir Putin», così come nei rapporti politici passati con la Russia. «Abbiamo fallito nel pensare di poter costruire una grande casa europea con la Russia e un’architettura di sicurezza europea con Mosca», ha dichiarato il presidente tedesco. Steinmeier, in quell’occasione, ha fatto anche pubblica richiesta di processare Putin e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov per presunti crimini di guerra in Ucraina.”

      E non basta ancora…

      no, ma sono io a essere fissato contro Zelenski, eh? 😉

      PS
      Lo ripeterò fino allo sfinimento:
      l’Ucraina è stata invasa ingiustamente, la colpa è di Putin, bello l’armadio, bella la boiserie, bello tutto.

      Ma per favore non chiedetemi di trovarli anche simpatici…

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Più che altro la Germania dovrebbe pagargli la ricostruzione: quando si dice “Europa” di solito si intendono i soldi o le garanzie tedesche.
        Diranno che sono i tedeschi cattivi, che non si possono mettere sullo stesso piano l’egoista e il bisognoso e via dicendo. Ormai lo stile è noto.

      • Daouda scrive:

        Er problema Piné è che se te senti che te venga richiesto puro questo rimani sul fatto USA come paragone, quindi non sei un devoto.

        Poi lascia perde che non c’è antistatunitense che non sia ritardato e pure merda. Ed allora se capisce come fa Francesco a fa er cojone così pedissequamente.

        L’Inghilterra è qualcosa che va da Bruto di Troia alle teste di cazzo edomite e poi reimmesse dalla rivoluzione.
        E parlare di loro implica parlare della Giordania Marittima.
        Gli Usa vome desiderano, svolto il compito, saranno reinventati.
        Sono arrivati al giro di boa, si sta solo discitendo di dove sia la capitale, od in quante possano esserle relativamente i loro compiti.

      • Francesco scrive:

        Caro Pino,

        da parte mia non è mai esistita tale richiesta. La simpatia può rilevare giusto per andare al cinema a vedere un film leggero.

        Anche se il vaffanculo al Presidente della Germania (e per quei motivi) a me piace un sacco!

        🙂

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Anche il vaffanculo al Papa immagino che ti piaccia.

          • Francesco scrive:

            No, quello no. E’ segno di fanatismo eccessivo, anche se tra Kirill, rieducazione, l’Ucraina non esiste e altre cosette che si sentono dire da parte russa posso capire come ci arrivino.

            Dopo tutto Putin vuole la pace, no?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “fanatismo eccessivo”

              Mentre il tuo è fanatismo (senza Dio, ovviamente) accettabile?

              • Francesco scrive:

                ma di che cazzo staresti parlando?

                non ne ho idea ma sembra una cosa brutta

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                E’ da quasi due mesi che ripeti che ci vuole la terza guerra mondiale, che l’Ucraina fa bene a non negoziare e a combattere ad oltranza, che le basi americane sono qui per farci un favore. E oggi ci dici che quello che dice Cirillo (ortodosso, per chi se lo fosse dimenticato) in qualche modo giustifica il fatto che il governo ucraino voglia dire chi può partecipare o meno alla Via Crucis del Papa (cattolico, per chi se lo fosse dimenticato): sarebbe solo un eccesso di fanatismo. Quindi c’è un fanatismo non eccessivo? Quello atlantista, per esempio?

              • Francesco scrive:

                Ah, quindi sarei un fanatico perchè predico il contenimento di Putin dentro i confini della Russia? e nessuno che mi abbia suggerito che la mia lettura sia sbagliata (anzi Putin che la conferma a ogni piè sospinto).
                Perchè dubito si possa negoziare con chi ti indica come nazista da eliminare? almeno fino a che non li hai messo a durissima prova (meglio sconfitto) sul campo?
                Perchè sono favorevole all’alleanza dell’Italia con gli USA?
                E che capisco, pur non condividendole, le ragioni degli ucraini sulla Via Crucis?

                Mi pare di essere parecchio lontano dal fanatismo. Anche di primo acchito.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sei tu che hai detto che c’è un fanatismo eccessivo. Quale sarebbe il fanatismo non eccessivo? Pensavo che volere la terza guerra mondiale rientrasse nella categoria, ma a quanto pare no. Quindi la categoria mi resta vuota, finché non la riempi.

              • Francesco scrive:

                Chiedo scusa, possiamo togliere “eccessivo” e rendere migliore il mio intervento.

                Grazie

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      “Intanto da Kiev vengono proposte modifiche alla scaletta della Via Crucis del Papa”

      Bergoglio ha tanti difetti, ma almeno è una persona risoluta, non mi sembra un cagasotto.
      Non penso si farà intimidire.
      Ma la pretesa resta surreale.

      • tomar scrive:

        “L’Ambasciata – twitta l’ambasciatore Andrii Yurash – capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze”

        Più che surreale, caro Peucezio, questo è agghiacciante ed è anche quanto di più anticristiano si possa immaginare: qui si parla di “preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità” riguardo al fatto che una donna ucraina e una donna russa possano celebrare cristianamente assieme e in amore la Pasqua, anziché odiarsi e ammazzarsi fino alla vittoria.
        E a questo punto vorrei anche sapere chi sono queste “molte altre comunità” che condividono questa preoccupazione. Ci sarà anche il cattolicissimo Draghi tra i “preoccupati”?

  33. Moi scrive:

    La Meloni querela Canfora … che l’ha definita “NeoNazista nell’ Animo” :

    https://tg24.sky.it/politica/2022/04/12/guerra-russia-ucraina-luciano-canfora-meloni-neonazista

  34. tomar scrive:

    La Croce portata assieme da una famiglia ucraina e da una russa? “Considero questa idea inopportuna e ambigua perché non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l’Ucraina.
    Questa sarebbe la Chiesa greco-cattolica ucraina, attraverso l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav.
    Insomma un cristiano ucraino e un cristiano russo per non essere ambigui si debbono obbligatoriamente odiare: più anticristiano e anticristico di così faccio fatica a immaginarlo.

  35. tomar scrive:

    Sembrava un po’ loffio sto inizio di tgm: dopo un mese e mezzo c’è ancora soltanto il fronte ucraino, quando, nella prima, dopo una settimana c’erano già in ballo con la Serbia Austria-Ungheria, Germania, Russia, Regno Unito e Francia, e nella seconda, a due giorni dall’attacco tedesco alla Polonia, si era già aperto anche il fronte anglo-francese con tutto il coloniame al seguito.
    Ora però ci sono discrete possibilità che “a breve” a vivacizzare il quadro si apra un secondo fronte finnico:
    “Finlandia e Svezia pronte a entrare nella Nato: ‘Decisione arriverà a breve’.
    Mezzi militari di Mosca sono vicini al confine finlandese.”

  36. Mauricius Tarvisii scrive:

    E’ arrivata la lista della spesa

    https://www.adnkronos.com/ucraina-la-lista-di-zelensky-ecco-quali-armi-servono_3c4FtPhdHFdJZwCxd7xdpP

    Ma intanto anche i francesi hanno deluso

    “La riluttanza del presidente francese a riconoscere il genocidio degli ucraini dopo tutte le dichiarazioni esplicite della leadership russa e le azioni criminali dell’esercito russo è deludente”, dichiara il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko.”

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/13/in-ucraina-e-genocidio-biden-accusa-putin-cremlino-inaccettabile-macron-si-dissocia-pechino-non-aggiungere-benzina-sul-fuoco/6558590/

    • PinoMamet scrive:

      Può darsi che abbia ragione quel tale del “vento del cambiamento”, e si tratti di una questione di conti
      (a proposito, qualcuno ha poi saputo se stiamo pagando in rubli oppure no?)

      e può anche darsi che qualcuno, anche in Europa, inizi a stancarsi delle continue imposizioni e bizze di un tale che, in fin dei conti, è un dilettante della politica e una grossa incognita, e controllato a stretto giro di posta da Washington, mica da Bruxelles.

      E non ultimo, può essere che anche la macchina propagandistica mostri la corda, se non altro per stanchezza, e ogni tanto a qualche giornalista, magari per sbaglio, scappi data una notizia non passata direttamente da Ukrinform.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ pinomamet

        “rubli”

        No, paghiamo in euro e poi Gazprom ci compra i rubli che verza in banca.

        L’effetto è lo stessi, rastrellare rubi sul mercato e tenere alto il valore della moneta. Niente fiammate inflazionistiche.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        Consiglio di cliccare su “qual è l’analisi militare della situazione ucraina…”:
        finalmente qualche dato

        (e speriamo la si smetta con questa idiozia del Davide ucraino contro il Golia russo).

        • Francesco scrive:

          Pino

          io lo ho fatto. Quando ho letto che l’Ucraina avrebbe ampia disponibilità di veterani ben addestrati per sostituire i soldati persi al fronte ho smesso di leggere: è palesemente una fesseria.

          Addestrare soldati costa e la Russia, molto più ricca dell’Ucraina, non può permetterselo.

          Capisco a te serva per smontare la retorica Davide-Golia ma a me non serve a nulla, rimane il fatto dell’aggressione russa all’Ucraina. Anche se Putin avesse meno soldati e meno mezzi (e la seconda cosa è certamente falsa) non cambierebbe nulla.

          Ciao

          • PinoMamet scrive:

            “A me”, “a te”…

            l’Ucraina è un paese grande e molto armato, con ampia disponibilità di soldati e rifornito costantemente di soldi e armi dagli USA e dall’Europa, grazie alle ripetute molestie di Zelenski che adesso porta direttamente la lista della spesa.

            Sui numeri e gli articoli che piacciono a te, che ci posso fare? Tutto quello che non ti piace è una “palese fesseria”, anche quando sei (direi nel 90% dei casi, statisticamente) smentito clamorosamente.

            E voglio ricordare che ancora pochi giorni prima che i russi spedissero qualche missile ipersonico ritenevi la loro esistenza “una palese fesseria”.

            Che la Russia abbia aggredito l’Ucraina l’ho ripetuto tante di quelle volte che adesso anche basta.

            • Francesco scrive:

              1) grande: vero
              2) molto armato: falso, forse dovresti interessarti di armi prima
              2.5) con ampia disponibilità di soldati: sempre meno che i russi, però
              3) rifornito di soldi: vero
              4) di armi: fino a oggi solo roba leggera, utile a resistere in condizioni “Leningrado”
              5) i veterani bene addestrati dove li ha presi l’Ucraina?

              non mi dispiace affatto che l’Ucraina si stia dimostrando abbastanza forte e determinata da far faticare molto la Russia ma non nasconderei lo squilibrio di forze

            • PinoMamet scrive:

              Non amo le armi moderne, ma che gli ucraini stiano resistendo grazie ai droni turchi sta scritto su tutti i giornali.
              E non parliamo di quelli che compri al negozio di elettronica sotto casa…
              l’aeronautica convenzionale pare sparita quasi del tutto, la marina era semi distrutta già prima e in pratica gli fornisce solo i marines (che da qualche giorno si sono “federati” con gli Azov, quindi saranno rimasti pure pochi) e l’esercito mah, non si capisce.

              Ma droni e missili sono roba moderna, e forse l’unica che funziona veramente bene in Ucraina.
              (Ho seri dubbi che sia ucraino il personale… Queste cose succedono in tutte le guerre, i coreani del nord avevano i piloti cinesi, gli egiziani quelli sovietici, ad esempio…)

              Veterani addestrati l’Ucraina ce li ha grazie alle operazioni nel Donbass, e poi se non sbaglio ha partecipato a diverse missioni internazionali.

              • Francesco scrive:

                Pino

                mi limiterò alla cosa che mi sembra più probabile e più preoccupante: è verissimo che storicamente gli “addestratori” stranieri finivano a usare le armi che il loro paese aveva fornito. Ma questo nelle guerre per procura, oggi vorrebbe dire arrivare allo scontro diretto.

                Droni e missili sono parte della guerra moderna ma non hanno soppiantato caccia, bombardieri, elicotteri, carri armati, a quello che so.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        A me i numeri ucraini lasciano sempre perplesso. Non perché non ci creda, ma perché sono spaventosamente alti per un paese di 37 milioni di abitanti in declino demografico, che potrebbe contare su 400.000 soldati subito e su altri 350.000 in pochi mesi.

        • PinoMamet scrive:

          Credo che il “trucco” o la “fregatura”, secondo i punti di vista, stia nel fatto che il governo ucraino ha deciso- o perlomeno proclamato- che ogni cittadino maschio dai 18 ai (non ricordo: 50?) anni fosse sotto le armi;
          a cui si deve sommare chi era davvero sotto le armi…

          “trucco”, perché nei primi giorni di conflitto serviva a mostrare l’Ucraina compatta contro l’invasore, senza dissenso, e smontare quindi la narrativa russa di una guerra civile strisciante
          (e il tentativo russo di cambiare il governo ucraino è fallito subito);

          “fregatura”, perché adesso rischia di smontare totalmente la narrativa delle vittime civili: se sono tutti combattenti, non sono vittime civili…

          comunque ho controllato adesso, e Israele, con 8 milioni di abitanti circa, ha 170.000 militari in servizio e 400.000 riservisti addestrati, circa, quindi i numeri ucraini non mi sembrano così esagerati…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Israele è un po’ particolare. E ha un’economia in grado di sostenere quella roba là, soprattutto.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            C’è anche da dire un’altra cosa: se le due repubblichette di soldati ne avevano 25.000 e questi ne avevano 400.000 (facciamo la metà disponibile sul campo?) come diavolo hanno fatto a tirarla avanti per otto anni la guerra civile?

            • PinoMamet scrive:

              boh…
              per me è tutto un grosso mistero e non sono un esperto di cose militari.

              Credo che, ancvhe facendo una grossa tara, si possa dire che l’Ucraina ha un grosso apparato militare, probabilmente sproporzionato al suo peso politico;
              e che sta tenendo ben nascosti i suoi numeri e le sue perdite.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ mauricius tarvisii

              “guerra”

              Perché non c’era ufficialmente alcuna guerra, dunque ufficialmente l’esercito non si è mai mosso. Hanno usato di volta in volta reparti diversi tipo Azov “per mantenere l’ordine”.

              È un po’ come la repressione del brigantaggio in Italia. Carabinieri in funzione di agenti di pubblica sicurezza e Guardia Nazionale vs. briganti possono combattere decenni con migliaia di vittime senza che si muova l’esercito.

              Mica è stata una “guerra civile” come quella di Spagna o quella di Secessione americana. È stato più uno scontro fra bande paramilitari, il che può essere anche peggio in termini di atrocità perché ufficialmente manco esiste e non cale la Convenzione di Ginevra.

              In generale c’è da aver paura tutte le volte che il piano militare (di gente che per mestiere va a fare la guerra) e quello civile (di poliziotti che per mestiere tendono a catturare delinquenti) si mescolano. Perché nel primo cado si va contro un nemico armato in linea di principio come noi e dunque con equipaggiamento che si intende adeguato, nel secondo si va contro singoli individui o singole bande armate in un contesto altrimenti disarmato (Far West a parte). Così si arriva presto a puntare una mitragliatrice contro dei ladruncoli o dei civili presunti tali.

              Eppure in molti Paesi (e non dico solo la Russia, o l’Italia di Bava Beccaris) questi corpi intermedi fra forze armate e forze dell’ordine sono comuni: la Guardia Nazionale USA, i rurales o federales messicani, la Guardia Civile spagnola, la Gendarmeria francese…

              L’apice si è avuto in Cecenia, dove credo le truppe di Mosca dipendessero formalmente dal Ministero degli Interni, cioè erano considerate forze FI polizia.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  37. Mauricius Tarvisii scrive:

    Alla fine ti ritrovi a confidare in Orban

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/13/guerra-russia-ucraina-finlandia-senza-nato-non-ce-garanzia-di-sicurezza-con-noi-e-svezia-aumenterebbe-deterrenza-sul-baltico/6559025/

    Dal punto di vista della Nato, l’adesione della Finlandia “aumenterebbe significativamente la sua area, raddoppierebbe il confine terrestre con la Russia e avvicinerebbe l’Alleanza ad aree strategicamente importanti in Russia”

    • Francesco scrive:

      Perchè? ti fidi di un autoritario illiberale ossessionato dagli ebrei?

      mentre diffidi di due antiche democrazie dalle credenziali impeccabili?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Non ho capito le domande. Dici che devo fidarmi dei finlandesi quando dicono che la Finlandia è ottima per la Nato in quanto permetterebbe di attaccare con facilità la Russia e di tenerla sotto tiro? Ma io ci credo già.

        • Francesco scrive:

          sei tu che dici di confidare in Orban e inventi che i Finlandesi vogliono attaccare la Russia

          hai trovato una riserva di grappa Nonino?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’Ungheria può impedire l’ingresso di nuovi paesi nella Nato, ingresso che aumenterebbe la tensione internazionale.
            Poi tu vuoi la guerra mondiale e milioni se non miliardi di morti, per cui non ti va bene nulla che possa prevenirli.

            Per il resto, non ho scritto che la Finlandia vuole attaccare la Russia: ho riportato una frase di un libro bianco finlandese dove si dice che la Finlandia è utile alla Nato per attaccare la Russia. Guarda che era un testo breve e facile da capire persino per un atlantista.

    • Fuzzy scrive:

      Eh, beh, ieri sera a otto e mezzo è uscito quello che prima o poi qualcuno doveva pur dire.

      “A che titolo gli americani decidono da chi dobbiamo comprare il gas? A che titolo ci intimano di tagliarci le pa**e per fare un dispetto alla moglie? E’ una guerra tra russi e americani, gli europei stanno in mezzo esattamente come gli ucraini che ci mettono soldati e morti. Ciascuno fa i suoi sporchi interessi: per il gas, per far vincere le elezioni a Biden, per far dimenticare l’ignominiosa fuga dall’Afghanistan dell’agosto scorso e perché quando gli ricapita una guerra civile dentro l’Europa? Una piaga purulenta che prosciugherà le risorse europee messe da parte con il Recovery?”.
      https://www.iltempo.it/personaggi/2022/04/13/news/otto-e-mezzo-marco-travaglio-senza-pieta-smaschera-usa-e-europa-sulla-guerra-severgnini-sbotta-31207187/

      • Francesco scrive:

        ma MT dice questa merda da sempre!

        sostenere che questa è una guerra tra russi e americani è una tale vigliaccata che non mi stupisce si esponga uno come lui, che non ha una dignità da perdere.

        lo dicevano pure i sovietici durante la Guerra Fredda, cercando di fregare gli europei più cretini, che era una guerra nell’interesse degli americani e non degli europei

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “vigliaccata”

          E’ talmente poco una vigliaccata che per averlo detto a chiare lettere storici del calibro di Canfora e Cardini sono stati ostracizzati.

          Questa di Putin non è un’aggressione. E’ una escalation.

          La guerra in Donbass c’e’ da otto anni (citofonare la famiglia del reporter Italiano Cesare Marchetti, che c’è morto ammazzato dagli Ucraini ).

          Ed è cominciata con Maidan, quando cecchini Georgiani spararono sulla folla indiscriminatamente (e infatti Saakashvili, dopo la mala parata in Georgia, ora è ospite di Kyiv, e ha la tripla cittadinanza Georgiana, Ucraina e USA).

          Ogni volta che si prospetta un cessate il fuoco sulla falsariga di quello che vige a Cipro saltano su Biden e Johnson a dire che Putin è un criminale di guerra. Lo è, certo, come lo fu Bush jr con l’Iraq.

          Biden e Johnson vogliono fare con Putin quello che fecero con Saddam, tanto a pagare sono gli Ucraini col sangue e noi con le sanzioni (che fanno più male a noi che a Mosca, e che gli USA e Londra si guardano bene dall’applicare). E’ la stessa linea della totalità dei mass-media Polacchi (tanto la Polonia c’ha il carbone 🙂 )

          Dato il catastrofico stato del governo nei sondaggi sia in USA sia UK, e dato che la propaganda guerrafondaia fra noi fa per fortuna ancora meno presa che ai tempi dell’Iraq (almeno stando agli ascolti di “Servire il popolo” su La7), c’è da sperare che questa guerra fra USA e Russia per interposta Ucraina ed Europa finisca presto.

          Si può rinunciare al condizionatore, ma per aiutare i profughi Ucraini.

          Non per risollevare i sondaggi d’oltreoceano.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            ti sei bevuto il 100% della propaganda di Putin e un buon 90% di cervello, caro Andrea

            sono impressionato e intristito, per far arrivare alle tue conclusioni Mussolini ci mise 20 anni di lavaggio del cervello senza contradditorio

            e non ripetete che penso a Biden come fosse Biancaneve, non è vero

            🙁

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Mussolini ci mise 20 anni di lavaggio del cervello senza contradditorio”

              Hollywood ha avuto più tempo a disposizione, invece.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Francesco

              “lavaggio del cervello”

              se è così, ho il cervello in lavanderia con tanta gente

              Rovelli, Odifreddi, Di Giacomo, Orsini… teste d’uovo, cosa vuoi che ne capiscano

              Canfora? Un veterocomunista

              Travaglio? Un (ex-)grillino

              Cardini? un ex-MSI

              Capuozzo? un mezzo rincoglionito

              Poi pero’ ci sono:

              l’ex comandante della Folgore (Bergamini)…

              …l’ex comandante della missione in Libano
              (Mini)…

              …l’ex vice capo di Stato Maggiore dell’Esercito
              (Tricarico)…

              Eh sì, anche loro di strategie non capiscono una fava. Belin che lavaggio del cervello.

              Eh, meno male che ci sono esperti veri del rango di Riotta, Gramellini, Vespa e Parenzo a illuminarci sulla retta via.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                mi hai mai sentito citare una di queste figure?

                non li conosco neppure tutti, non li sento da secoli, non sono loro a darmi le informazioni per le mie conclusioni

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Quindi ti abbeveri direttamente su Ukrinform?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “figure”

                Io ti ho citato le mie fonti.

                Tu le tue informazioni dove le trovi?

                Sai qual è la differenza?

                Che chi la pensa come me non ha bisogno di svillaneggiare chi dissente. Tu non lo fai, ma la stragrande maggioranza di chi la pensa come te sì, aizzato dai giornalisti (absit iniuria verbis) che ho citato io.

                Il trattamento riservato ai vari Orsini, Di Stefano ecc. è ai limiti del maccartismo.

                Criticare la sudditanza agli USA non significa essere “putiniani”.

                Si vede che a furia di esportare democrazia e libertà siamo rimasti senza.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Andrea

                non sai che sono un estimatore di Joe MacCarthy? tutto quello che so di lui è positivo

                a parte questo, non ho espresso giudizi sui personaggi da te citati per brevità

                ma ti faccio un esempio: conosco Mini da anni, come opinionista Internet e ho iniziato a pensare questo è un coglione da prima di sapere che fosse stato un generale, solo per quello che scriveva

                poi ho iniziato ad avere paura

                di Canfora e Cardini ho stima “tecnica” nei loro campi, nel senso più ristretto possibile del termine

                ma sono abbastanza vecchio da conoscere i personaggi, anzi le macchiette

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “ma ti faccio un esempio: conosco Mini da anni, come opinionista Internet e ho iniziato a pensare questo è un coglione da prima di sapere che fosse stato un generale, solo per quello che scriveva”

                Ma infatti i tuoi criteri sono ben noti 🙂

                Tizio sostiene gli Stati Uniti? E’ un genio.

                Tizio critica gli Stati Uniti? E’ un cretino.

                E siccome è un cretino, non mi abbasso a discutere del contenuto della sua critica.

              • PinoMamet scrive:

                “non sai che sono un estimatore di Joe MacCarthy? tutto quello che so di lui è positivo”

                ehm.. dai, certe dichiarazioni risparmiatele, su.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “ti sei bevuto il 100% della propaganda di Putin e un buon 90% di cervello, caro Andrea”

              Questo è un modo di ragionare un po’ disonesto.

              Andrea parla italiano, conosce diverse lingue tra cui l’inglese e il polacco.

              Vive in Italia.

              In Italia è vietato accedere alle principali fonti russe, lo potete fare soltanto usando VPN, se proprio volete farlo.

              In Italia esistono alcune fonti di informazione di massa: le varie TV, Repubblica, Corriere…

              Ora, quali di questi trasmette regolarmente quella che tu chiami “la propaganda di Putin”?

              E quali invece trasmettono regolarmente quella che potremmo chiamare “la propaganda di Biden”?

              Premesso che io non direi né “Putin” né “Biden”, mica sono loro che scrivono i Notiziari dal Fronte.

              • Francesco scrive:

                sì ma quelli che cita come “fatti” sono propaganda purissima

                non ho neppure bisogno di contestare lo scenario Biden Putin senza neppure menzione di Zelensky di qualcun altro

                😉

              • PinoMamet scrive:

                Non ho capito cosa stai dicendo, sinceramente…

                comunque no, non mi pare che ADV stia citando propaganda, tantomeno propaganda russa.

                A dire il vero sta citando dei generali in congedo dell’E.I., tra gli altri…

      • PinoMamet scrive:

        Onestamente trovo che questa sia proprio una guerra tra russi e americani, solo che gli americani la stanno facendo combattere agli ucraini.
        Beninteso, con denaro, intelligence e “volontari” (leggi, consiglieri militari) americani.

        E che fare l’embargo alla Russia sia dannoso per l’economia europea è tanto lampante che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

        • Francesco scrive:

          Onestamente non vedo affatto questa guerra per procura, capisco che vediamo le stesse cose e allo stesso tempo sono diversissime.

          Mi sembra che gli ucraini abbiano motivi più che importanti per combattere, a prescindere dagli interessi americani. Anzi, sono fortunati che ci siano questi interessi, altrimenti avrebbero fatto la fine dei georgiani. O di chiunque si trovi ad affrontare un nemico potente senza che nessun altra potenza abbia interesse a intervenire.

          • PinoMamet scrive:

            Sicuramente gli ucraini hanno motivi per combattere a prescindere dagli interessi americani;

            non vedo però perché dovremmo prescindere noi dal notarli, questi interessi!

            PS
            La Georgia è un paese indipendente, che mi sono perso? Perché la tiri sempre in ballo?
            L’unica cosa che mi ricordi io a proposito è che a un certo punto la Georgia ha iniziato a scassare le balle agli osseti del sud e la Russia è intervenuta, ma non mi pare sia successo granché altro…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “la Georgia ha iniziato”

              Ma per la Georgia mica devi pensare agli osseti e agli abcasi: lì devi solo guardare al quadro più grande e allo scontro tra USA e Russia.

  38. Fuzzy scrive:

    https://www.greenme.it/ambiente/natura/funghi-50-parole-impulsi-elettrici/

    Clamoroso!
    I funghi parlano.
    Usano un vocabolario di 50 parole.

    • Fuzzy scrive:

      Va ben
      Dopo i funghi più o meno parlanti l’emblematico caso del mais messicano.
      Sono tre articoli
      https://nuovabiologia.it/lezioni-dal-caso-del-mais-messicano-parte-i-dalle-origini-al-presente/

    • Fuzzy scrive:

      https://youtu.be/WRkle7t47U0
      Ma cari funghi, adesso non montatevi troppo la testa. Il Logos è soltanto una superstizione.☝️

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ fuzzy

        “Logos”

        L’ho ascoltato con attenzione. A quello che ho capito, mi sembra molto influenzato da Hume, che trasmise al giovane Kant l’idea della “metafisica come sonno della ragione” partendo dal suo radicale scetticismo che vedeva in ogni concetto e a maggior ragione in ogni legge fisica una codificazione dell’abitudine.

        L’affondo finale contro “la superstizione del logos che tanti danni ha fatto nella fisica di recente” ricorda le violente polemiche suscitare dagli articoli della Sabina Hossefelder (un fisico tedesco) contro quelli che l’oratore chiama dispregiativamente “gli stringhisti” (all’INFN di Frascati ribattezzati “stringaroli” con rima volgare quanto efficace), cioè i sostenitori della teoria delle stringhe. Effettivamente, dopo cinquantacinque anni di teorie delle stringhe costoro – che presumono di poter unificare tutta la fisica – devono ancora produrre il valore di UNA (dico 1) costante fisica (la costante di struttura fine che vale 1/137 continuamente citata nel discorso, la massa dell’elettrone… 🙂 ).

        L’idea che una teoria fisica funzionante si possa ispirare, in assenza di una robusta base sperimentale, unicamente alla propria bellezza interna poteva ispirare un Einstein o un Dirac; peccato che adesso sembrino scarseggiare. Non sfugga l’ironia: il canale si chiama ‘gravità quantistica’, ed è verissimo che fra i vari modelli di gravità quantistica quelli delle teorie delle stringhe abbiano finora fatto guadagnare ai loro sostenitori l’80% abbondante delle cattedre disponibili nel settore 🙂

        Nel suo asciutto furore polemico l’oratore non sfugge ad alcuni svarioni anche abbastanza grossolani.

        In cosmologia, non è vero che non si possa spiegare in linea di principio l’isotropia della radiazione di fondo: lo fa il modello dell’inflazione di Guth con tutte le successive. Si può legittimamente dubitare del modello, non dire che è insensato in linea di principio.

        In meccanica, non è vero che non si possa ricavare una predizione falsificabile sperimentalmente dall’idea che le leggi fisiche siano costanti nel tempo: tale previsione si chiama in termine tecnico ‘nulla si crea e nulla si distrugge’, e fino adesso non l’ha falsificata nessuno.

        In matematica (è lo svarione più grosso), non è vero che isolando una porzione sufficientemente piccola di un sistema completamente mancante di qualsiasi tipo di ordine si ottenga inevitabilmente un sistema sufficientemente ordinato da dare l’apparenza di una qualche regolarità: al contrario, il massimo disordine non dipende dalla scala alla quale lo si osserva. Non chiedo di credermi sulla parola: il seguente gif animato che mostra come il moto disordinato riproduce se stesso a qualunque scala lo si guardi.

        https://en.wikipedia.org/wiki/File:Wiener_process_animated.gif

        A parte questi esempi, dove l’oratore sbaglia – secondo me – è nel non mostrare mai che il semplice confronto fra predizioni di teorie diverse con gli esperimenti produce se non altro informazioni comunque utili (come nel caso dell’effetto serra o dell’atomo di Rutherford).

        Dove si coglie nel segno, invece, è che sparando a zero su qualunque tentativo di dare un fondamento scientifico all’idea di logos si mina l’idea stessa che una metafisica possa essere utile alla comprensione del mondo, che non ha nessun obbligo di essere comprensibile.

        E ogni liberazione da simili superstizioni è sempre la benvenuta.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Fuzzy scrive:

          Ah, io non metto bocca.
          Non ne ho le competenze.
          Ho letto il libro di Anselmi e mi è piaciuto.
          Poi mi sono iscritto al canale you tube e mi sono visto tutti i video.
          Posso solo dire che è uno studioso del “modello standard”.
          Il mio precedente commento, spero si sia capito, era un po’ scherzoso.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ fuzzy

            “scherzoso”

            OK, allora diciamo che ci ha azzeccato per la gran parte, ma che non è da prendere per oro colato. 🙂

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  39. Miguel Martinez scrive:

    Frammento di un discorso di Biden, l’ennesimo del genere che sento…

    Traduzione, che confermo essere corretta:

    “”L’America è una nazione che si può definire in una parola. Io ero in fondo… Scusate, l’Himalaya. Insieme a Xi Jinping. Ho viaggiato con lui. Quando ero vicepresidente. Ho guidato 17mila miglia. Ma questo non è un fatto”.”

    • Miguel Martinez scrive:

      Io ho sentito ormai decine di discorsi di Biden, simili a questo.

      Già li faceva in campagna elettorale.

      Ora, mi fa paura una cosa: che una persona così abbia il famoso codice che permette di distruggere il mondo con un colpo di bomba atomica.

      Ma forse ancora di più, mi fa paura che se apro Repubblica o The Guardian o tutti i media “ufficiali”, e immagino – per chi li guarda – i telegiornali, non troverete mai il titolo “gaffe di Biden”.

      Il Re, poveretto, è nudo, e non è colpa sua; è colpa di quelli che fanno finta di vederlo vestito.

      • Francesco scrive:

        Tranquillo, mica gliela passano davvero la valigetta.

        La Bomba la farà esplodere il tuo amico Putin – oppure la disfida tra Ebrei e Persiani.

        😀

        • PinoMamet scrive:

          Ebrei e Persiani sono amici storici.
          Quella di oggi è solo una parentesi.

          Su Biden invece sono d’accordo con te: nessuno gli darà davvero la valigetta.

          Penso che la struttura di potere degli USA abbia fatto sufficientemente esercizio nel rendere il più possibile innocui gli svitati: l’ultimo è stato Trump…

          A Biden viene lasciato il ruolo di cane che abbaia ma non morde; serve anche quello.

          Le sue iniziative personali, tipo “andrò a Kiev”, sono immediatamente smentite da chi la sa più lunga.

          (Invece il nostro incomparabile bibitaro riapre l’ambasciata proprio il giorno che ricominciano i bombardamenti…)

          • Francesco scrive:

            più che la struttura di potere io mi vedo i due colonnelli che si danno il cambio a seguirlo ovunque … “allora d’accordo? da stasera nella valigetta ci metti la biancheria sexy di Jenny, così se proprio dobbiamo aprirla quello si distrae e dimentica le cattive idee”

            😉

          • PinoMamet scrive:

            😀

  40. tomar scrive:

    Programma sull’emittente statale Russia-1: “L’operazione militare speciale è finita – tuona il regista Vladimir Bortko ospite del programma – l’affondamento dell’incrociatore ha dato inizio alla guerra”. “L’operazione speciale in Ucraina – aggiunge la conduttrice – è già diventata quella che potremmo chiamare senza ombra di dubbio la terza guerra mondiale”
    Vamos!

  41. PinoMamet scrive:

    Rispondo a Francesco qua sotto per comodità

    Giochiamo un po’ a fare i generali da divano? Vai.
    (Tra parentesi, buona Pasqua; mia e vostra)

    Allora, la guerra l’ha iniziata Putin;
    e non è una guerra tra Russia e Nato.

    È una guerra tra Russia e un paese che aspirava a entrare nella Nato.

    La distinzione è senz’altro importante a molti livelli, però a un certo punto- cioè subito- la Nato ha dichiarato di parteggiare apertamente per questo paese, cioè l’Ucraina.
    E anche prima lo stava, per così dire, corteggiando, vezzeggiando e addestrando.
    E questo sfuma parecchio i confini della questione.

    Certamente la Nato non è direttamente parte in causa; lo è indirettamente, però lo è tanto.
    Sicuramente non si può dire che non sia coinvolta.

    Ora, io non sono un esperto di cose militari, ragiono con la mia testa.
    Mi pare però che chi ha un vantaggio, di solito se lo tiene.
    Per esempio Putin ha sgombrato i dintorni di Kiev perché non riusciva a tenerli (all’eroica controffensiva ucraina non credo: riconquistavano le città dopo che i russi se ne erano andati…).
    Nello stesso modo, la Nato farà di tutto per tenersi l’Ucraina, se possibile tutta intera, a qualunque costo.
    Tra l’altro, i costi economici della questione interessano la Nato solo relativamente: saranno soprattutto cazzi della Russia, dell’Ucraina, e sì, dell’Unione Europea;
    i costi umani sono soprattutto ucraini.
    Quindi non ha niente da perdere e tutto da guadagnare.
    Mentre l’Unione Europea ha parecchio da perdere, e ben poco da guadagnare.

    Questo non rende la guerra in corso una macchinazione USA ai danni dell’Europa;

    ma certamente l’effetto è quello, e non notarlo mi pare proprio mettersi le fette di prosciutto sugli occhi.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Certamente la Nato non è direttamente parte in causa; lo è indirettamente, però lo è tanto.”

      Tra l’altro anche questo confine sta diventando sempre più labile. E sarebbe stato superato se fosse vera l’accusa (di parte e non confermata da fonti indipendenti, per carità) per cui il puntamento dei missili sull’incrociatore sia avvenuto grazie a ricognitori di paesi Nato.

      Buona Pasqua.

      • PinoMamet scrive:

        Ieri si leggeva Ukrinform-Italia, non ricordo se sotto il nome di Repubblica o del Corriere, che “le informazioni per affondare il Moskva sono partite da Sigonella”.
        Dopo poche ore, era “opera degli ucraini”, interamente.

        PS
        Naturalmente NON è opera degli ucraini, che senza la Nato non avrebbero neanche saputo dov’era di preciso, la nave russa;
        e la narrazione su quando e come sia stata colpita è abbastanza confusa da far sospettare che ci sia altro che non un paio di fortunati missili.

        Se i navy Seals non fossero dei notori incapaci, verrebbe quasi da sospettarli.
        Ma quelli sono buoni solo a fare scena.
        Fine angolo generale da divano, anzi, ammiraglio.

      • PinoMamet scrive:

        Già che ci sono: spero che pochi fessi abbiano creduto ai “carri armati russi disorientati dai cartelli stradali girati dall’Eroica Resistenza”.

        Deve esistere un limite anche alla credulità, da qualche parte.

        l’Ucraina è stata Russia fino all’altro ieri (Unione sovietica, vabbè) volete che i russi non sappiano com’è fatta?? Dai là.

        Quello che è successo, su vasta scala, sarà stato che la Nato ha messo in campo tutte le contromisure possibili per ostacolare la Russia a livello di elettronica, tecnologia, navigazione satellitare ecc.- se possibile.
        Mentre ha dichiaratamente aiutato gli ucraini in tutti i modi: era questo era su tutti i giornali.
        Per cui le truppe russe almeno nella prima fase sono avanzate quasi alla cieca, mentre gli ucraini sapevano in anticipo dove e come colpire.

        Ah, magari un singolo carrista russo può anche essersi fidato del cartello sbagliato, perché no…

        • werner scrive:

          Mi pare tutto verosimile.

          Da parte loro i russi stanno facendo il possibile per incasinarsi da soli. E aggiungiamo che la gestione logistica fino ad oggi pare essere stata pessima.

          Inoltre oggi leggevo una interessante analisi di un militare occidentale che mostrava varie foto e filmati in cui i carri armati russi spesso non usano le più elementari precauzioni difensive mentre si muovono o sostano in territorio conteso. Segno di scarso addestramento e/o sottovalutazione del nemico.

          • PinoMamet scrive:

            Sono d’accordo: e il fatto che abbiano silurato così tanti generali, a quanto si dice, non è un segno di andamento positivo delle operazioni.

            La mia idea, già espressa, è che l’attacco all’Ucraina sia stato deciso praticamente dal solo Putin, mentre i militari stavano pensando di far soltanto una operazione dimostrativa sui confini.

            Il che spiega la logistica insufficiente (ci saranno anche carenze dottrinali ma non sono in grado di parlarne, e poi, la logistica non mi sembra un campo di grandi innovazioni… ma magari sbaglio).

            e spiega anche come nella prima fase siano stati usati davvero i famosi soldati di leva, spaesati e non addestrati, poi ritirati frettolosamente.

            Mentre l’avanzata russa è stata sostanzialmente veloce e secondo i piani al sud e all’est, tolte le sacche di resistenza dei simpatici Azoviani e compagnia:
            se è vero quello che si dice tanto su questo blog sull’importanza dell’appoggio della popolazione locale, allora bisognerebbe trarne qualche conclusione 😉

            • Francesco scrive:

              Beh, l’avanzata russa è stata “tanta” a sud, mentre a oriente è stato molto meno di quello che mi aspettassi.

              Guardando una mappa davo gli ucraini per fottutissimi, non avrei mai pensato riuscissero a resistere così tanto a est.

              Sono leggermente sconvolto dai numeri di profughi, se sono veri mi pare un buon indicatore di quanto poco la Russia sia popolare tra gli ucraini.

  42. Fuzzy scrive:

    https://www.ideeazione.com/la-guerra-nucleare-e-allorizzonte/

    Mai avrei pensato che un giorno avrei dovuto esser d’accordo con un politico di estrema destra.
    O desiderare che Trump torni alla Casa Bianca.
    (Tempo fa c’era un articolo su “Volere la luna” che diceva pressapoco la stessa cosa).
    Ma chi sono questi irresponsabili? Non è il momento di gettare benzina sul fuoco.
    Si comportano tutti come se fossero i protagonisti di un film. Spegnete le telecamere please. Prima che sia troppo tardi.

    • Francesco scrive:

      Scusa ma ammettiamo pure che io e i miei amichetti bruttocattivi spariamo i missili ipersonici con la Bomba su Mosca e che BUM tutti morti.

      Sai cosa succederebbe? la struttura di comando delle forze missilistiche russe, creata apposta un sessanta anni fa, farebbe partire la rappresaglia dai silos, dai sottomarini lanciamissili balistici e, forse, dai pochi bombardieri pesanti che i russi hanno.

      Non è che se Mosca viene distrutta allora abbiamo (io e miei amici bruttocattivi) vinto la Guerra Atomica.

      A quel che ne sappiamo, gli USA potrebbero avere missili cruise stealth, magari lenti ma non rilevabili dai radar. O usare i bombardieri invisibili, se davvero lo sono.

      Tutta la retorica delle basi missilistiche ai confini mi pare inconsistente al 100% per questi motivi. Cambierebbe poco o nulla negli equilibri militari.

      Ciao

      • PinoMamet scrive:

        Su questo sono d’accordo.
        Più ci penso più mi pare un’assurda questione di principio o di prestigio.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        La dottrina della superiorità atomica però prevede un’altra cosa: che la Russia vada attaccata a sorpresa da basi sufficientemente vicine in modo tale da distruggere tutto il suo dispositivo di deterrenza prima che possa essere attivato. Ecco perché Finlandia e Ucraina sono importantissime, perché se anche solo una frazione del dispositivo di deterrenza riuscisse a colpire questa strategia salterebbe per aria insieme a tutto il resto.

  43. daouda scrive:

    Guardate che Drump se deve vincere vince perché è così che si deve. Porca troia ancora state a penzà che le cose accadono alla cazzo?

    Il discorso è di una banalità disarmante, se la gente si accorgesse che è finita da un pezzo che sono oppresse e manipolate/violentate a iosa guardando la pilotatura generale si avrebbero due cose:
    a) collasso generale e morte di tutti
    b) nell’atto di svegliarsi si osteggerebbe Beliar

    il punto a) confligge con l’illusione di cui sono vittime per loro malignità i potentati che vogliono, credono alla fanomatica palingenesi apoteosica.
    Si rovinerebbe.
    Il punto b) determeinerebbe che all’Inferno ( non l’Ade, non gli inferi ) ci andrebbe estramemente meno gente di quella che si sta cercando di otennere con il loro fare.

    Continuate a cincischiare manco sapete chi sta a giocà e parlate?

    • Fuzzy scrive:

      Non è un commento falsificabile Dovresti aggiungere la traduzione a lato.
      Poi, per carità, potresti anche aver ragione.
      Vien su il primo temporale dell’anno.
      Speriamo non sia un evento estremo.
      Mi raccomando. A Pasqua niente agnello.
      Ti suggerisco Hamburger di ceci con funghi porcini.

  44. Miguel Martinez scrive:

    https://scenarieconomici.it/biden-si-arrende-terre-per-gas-e-petrolio-abbasso-greta-thunberg/
    scenari economici.it
    attualita’ Aprile 16, 2022 posted by Giuseppina Perlasca

    Biden si arrende: terre per gas e petrolio, abbasso Greta Thunberg

    Dopo gli ultimi aumenti del prezzo del gas naturale anche negli USA , il presidente Biden ha finalmente deciso di gettare la spugna e rompere una delle sue principali promesse elettorali all’ala ambientalista del Partito Democratico.

    In un report che è arrivato quasi esattamente alle 1700ET del Venerdì Santo (anche l’inizio della Pasqua ebraica), il NYT ha rivelato che il presidente ha deciso di revocare il divieto (avviato dal decreto esecutivo) sulla cessione di contratti di locazione per nuove perforazioni di petrolio e gas su terreni pubblici . Il tutto però a fronte di un aumento delle royalties federali.

    […]

    “E a proposito, niente più trivellazioni su terreni federali, punto. Punto punto, punto“, ha detto Biden agli elettori nel New Hampshire nel febbraio 2020.

  45. Miguel Martinez scrive:

    Intanto in Cina se la spassano:

    https://www.quotidiano.net/esteri/shanghai-covid-cosa-succede-oggi-1.7575296
    16 apr 2022

    Covid Shanghai: record di contagi. Cosa è la regola del 7 per uscire dal lockdown

    […]

    Le autorità sono inflessibili e non permettono alle persone di uscire se non viene rispettato lo ‘schema Covid del numero 7’. A raccontare questo meccanismo legato all’esito dei tamponi è Renato Bernasconi, chef e ristoratore, da 18 anni in Cina e sposato con una donna cinese.

    Come funziona la ‘regola Covid del numero 7’, basato appunto sul numero 7, in atto a Shanghai? “Dopo una settimana di tamponi tutti negativi si può uscire di casa passeggiando solo nel cortile – dice lo chef Bernasconi -. Dopo ulteriori 7 giorni, se i tamponi risultano ancora tutti negativi, allora si può uscire nel quartiere. Passata una ulteriore settimana, se si è ancora tutti negativi, si può uscire di più”. Attenzione però. Come in una sorta di gioco dell’oca, con un solo tampone positivo “si torna al primo livello” di lockdown.

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