Il Bambino e il Maestro di Sogni

Vi avevo già parlato del mio Maestro di Sogni, che tesse il mondo.

Stanotte mi ha dipinto questo.

Uno sfondo di quel giallo che si osserva spesso sulle ville di campagna toscane, illuminato dal sole.

Appoggiato al muro un vaso alto di coccio, rettangolare, dentro cui cresce un piccolo abete.

Lo fissa qualcosa che io chiamo un surikati, in realtà un gatto grigio, ma con un muso lungo.

Il surikati salta facilmente sul bordo del vaso, una prima volta.

Una seconda volta, stranamente, non ci riesce, scivola lentamente giù sul bordo del vaso, e dove scivola lascia una macchia nera sul coccio.

Sulla macchia nera, appare una scritta a mano, fatta con un gessetto bianco:

“Scusami, è per il bambino. Giovanni Battista”.

Sotto, sempre scritto con il gessetto, la risposta del surikati, ma non me la ricordo.

Guardo a destra del vaso.

C’è una nicchia luminosa nel muro, più larga che alta.

Nella nicchia c’è il Bambino, un po’ statuetta, un po’ quadro rinascimentale, ma vivo.

E’ sdraiato, in fasce azzurre, attorno alla testa una solida aureola, molto fisica, di oro con altri colori.

E sul petto c’è il surikati, che adesso è diventato color rosa e che gli esprime tutto il proprio affetto alla maniera dei gatti, facendo il pane, come si dice.

E il Bambino ride gioioso, gli occhi spalancati.

Ancora più a destra, sul muro, un affresco in bianco e nero di un possente braccio, come in certi stemmi feudali, nudo.

Riconosco: è il braccio di Giovanni Battista, che fece dolcemente scendere il surikati dal vaso, per non disturbare il Bambino.

Mi sento immensamente ricco.

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19 risposte a Il Bambino e il Maestro di Sogni

  1. PinoMamet scrive:

    Bellissimo!
    Meriterebbe un dipinto

  2. Fuzzy scrive:

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Leonardo_da_Vinci_-_Saint_John_the_Baptist_C2RMF_retouched.jpg
    Beh, per quanto riguarda il braccio di Giovanni Battista.
    Poi c’è chiaramente un presepe con tanto di albero di natale.
    Poi c’è la polverina magica del maestro dei sogni.
    Io non ricordo quasi mai i miei sogni, però so che si può sognare anche da svegli osservando dall’esterno i propri pensieri.
    Quando l’immagine si presenta la si qualifica con un nome. Bisogna evitare di “parlare nella propria testa”. Il cosiddetto “chiacchiericcio mentale”. Se non si sta attenti ci si addormenta.
    A volte appaiono soluzioni inattese ai dilemmi che si era cercato inutilmente di risolvere col ragionamento.
    Mia moglie ricorda perfettamente tutti i sogni. Ogni tanto me li racconta nei più piccoli particolari.
    Ste’ donne!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Alam

      “Beh, per quanto riguarda il braccio di Giovanni Battista.”

      Vero, non ci avevo pensato. Il “mio” braccio era molto diverso, nel senso che andava nel verso opposto, e non puntava in su, ma è interessante che fosse proprio di Giovanni il Battista!

  3. Moi scrive:

    Ma il “Surikati” è questo ?

    https://it.wikipedia.org/wiki/Suricata_suricatta

    … “meerkat” dell’ Africa del Sud (derivazione dal Neerlandese Boero) in Inglese ?

    … il celebre Timon della Disney ?!

    • Moi scrive:

      Neerlandese Boero … cioè “Afrikaans”, mi pare-

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Ma il “Surikati” è questo ?”

      Sì. Una cosa interessante è come in un sogno, un’immagine possa essere associata a una parola. Quello che ho visto non solo non era un suricato vero; era anche un essere individuale, come sono i gatti (e non come i socialissimi suricati), sebbene avesse un muso lungo da suricato.

      Capita anche a voi di avere sogni dove le parole sono importanti?

      • Moi scrive:

        Scritto “Surikati”, non l’ avevo mai letto …

      • PinoMamet scrive:

        Sì, in effetti mi capita… una delle belle sensazioni del sogno è quella di “sapere” come si chiami un oggetto o una persona, senza che nessuno lo dica;

        Poi ci sarebbe da parlare dei sogni in lingua straniera…

        A proposito, hai fatto caso a come recitino bene i personaggi del nostro teatrino dei sogni? Che siano personaggi totalmente inventati o nostri amici e familiari, ognuno recita la sua parte alla perfezione, con i giusti tempi voci e atteggiamenti;
        se li sceneggiassimo da svegli non riusciremmo mai a farli così realistici

  4. daouda scrive:

    Fusaro che ho visto sostenere che Gorbachov ed Eltsin fossero dei fantocci, beh, non c’è limite al delirio dell’ignoranza!

  5. Ros scrive:

    Come si diceva in antico delle due uscite dall’Ade omerica e virgiliana?
    Vi sono sogni d’avorio e sogni di corno, la Porta eburnea e la Porta cornea:

    “Due sono le vie
    per le ombre dei sogni: una è di corno, l’altra è d’avorio.
    Quando i sogni escono dalla porta d’avorio, sono falsi;
    quelli che escono dall’altra porta di corno
    sono veri, visti da un essere mortale”

    Quelli cornei li riconosciamo come tali dalla sensazione di magia che ci lasciano addosso come rugiada al risveglio.
    Quella sensazione indefinibile di “ritorno a casa”, e di Saudade dolceamara, del
    “…e il naufragar m’è dolce in questo mare…”.

    William V. Harris “Due son le porte dei sogni. L’esperienza onirica nel mondo antico”

    La psicoanalisi, in genere, ne tenta un interpretazione e traslazione “utilitaristica” (per, e alla luce, della coscienza e dell’Io).

    Che sia di scuola junghiana di Individuazione del SE’, o freudiana d’interpretazione libidica è pur sempre un «lavoro egoico», una modalità con cui l’Io si accosta al sogno e compie le proprie traduzioni e riduzioni.

    James Hillman ne: “Il sogno e il mondo infero”, e “Fuochi blu”
    negava l’utilità di ogni tentativo razionalizzatore del sognare,
    e di un suo riduzionismo concettuale e dogmatico
    nel tentare di tradurlo in un linguaggio positivisticamente diurno che non gli appartiene (il sogno è un mondo “Altro”),
    e così da fatturarlo in rendita cosciente.

    Consigliava invece di viverlo appieno come dimensione a se del “Mondo Infero” e immaginale, invisibilmente intrecciato a quello superno come realtà parallela,
    o ,pur si dice più o meno scientemente, “multiverso”.

    “…il sogno scioglie l’Io onirico dalla necessità di incarnare l’Io desto e di agire in suo nome.
    Nei sogni, tutte le persone, me compreso, sono morte alla propria vita, sono ombre di quello che sono altrove…”

    Consigliava di lasciarsi, quindi, semplicemente permeare:
    avviluppare e cullare da quell’ “Aura” di rugiada portata su dal secret kingdom e secret garden, che per un po’ ti rimane addosso prima che l’affaccendarsi della quotidianità ne evapori i Misteri, la “madeleine”, la saudade e gli inesplicabili profumi e sapori.

    Romanticamente viverlo quale nutrimento animico, come per l’invocazione di Keats nell’ Endimione:

    “O magico Sonno! O uccello consolatore,
    che aleggi sopra il mare agitato della mente
    finché placato taccia! O costrizione
    senza confini! Imprigionata libertà! Grande chiave
    a palazzi dorati, favole strane,
    grottesche fontane, piante sconosciute, decorate
    caverne
    grotte echeggiatiti, piene di frangenti!
    E chiaro di luna; sì, a tutto il magico mondo
    di argentei incanti!”

    C’è un bel libro di Vanni Santoni “L’impero del sogno” dove il protagonista lungi dall’usare il sogno come succedaneo e subalterno alla “realtà” e causa diurna, tenta di esperirlo nella sua già di per se completa dimensione altra e vita parallela.

    Bel sogno Miguel, immagino come ti avrà lasciato😀

  6. fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/agrifood/russia-ucraina-guerra-affonda-agricoltura-italiana/
    L’abbandono delle aree rurali non incide solo sul degrado del paesaggio, ma ha forti ripercussioni economiche sulle quali la guerra tra Russia e Ucraina dovrebbe farci riflettere sulla «necessità di diventare più autosufficienti, dato che i terreni agricoli per coltivare cereali non ci mancano.
    Ciò non solo per non dipendere dall’estero almeno dal punto di vista alimentare, ma anche per produrre prodotti tipici realmente italiani e non solo lavorati in Italia».

    Allarme su un altro problema generato dalla guerra tra Russia e Ucraina. Sulla situazione italiana pesa sicuramente la storica carenza d’infrastrutture per il trasporto delle merci,
    con l’85% delle merci che viaggia su strada.

    Insomma, da una veloce scorsa ai notiziari pare che la crisi in Ucraina sia destinata a protrarsi a lungo, dato il coinvolgimento della popolazione in una strategia di guerriglia (Le armi e il supporto strategico non mancano). Pare che le famose sanzioni da fine del mondo per fortuna verranno applicate in modo selettivo e in pratica non saranno poi così devastanti. (Su questo ho trovato soltanto voci).
    Si ha come la sensazione che per il mondo, ma per l’Europa soprattutto, questa crisi segni un
    brutto risveglio rispetto alle prospettive di crescita che ci si illudeva di veder rinascere dopo il Covid. Magari bisognerà riorganizzare molte cose. (Agricoltura e trasporti please).

  7. Ros scrive:

    https://kelebeklerblog.com/2005/10/29/sogni/

    deliziosamente atipici e stranianti quei commenti di perduti anonimi del lontano 2005 rispetto al blog odierno.
    Chissà dove sono adesso, quasi un vent’anni dopo di Dumas;
    a occhio e croce … e domandine tirate la capziose … fra due coelhiani profetico-celestiniani di loro, sembrava pure volesse nascere qualcosa❤
    classici momenti perduti nel tempo come classiche lacrime nella pioggia.

    Anche Miguel? Che ti scriveva limbiche addiritturaggini come: “…sul sito dei semianalfabeti seguaci del satanista Don Gianni Baget Bozzo…” visto ad oggi manco lui pare, così accorato, categorico e marziale;
    un passato e andato da pasionario😀

    Come si cambia, cantava la Mannoia…

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