Cosmocrazia (4)

Alla prima parte

Siamo partiti da uno splendido e breve paragrafo del commentatore Andrea Di Vita, che riassume in maniera concreta e chiara una visione del mondo, per certi aspetti quella oggi dominante.

Che Andrea chiama con il nome comunismo, e la cosa ha un senso perché nasce in un contesto di polemiche su questo termine; ma che forse è meglio chiamare cosmocrazia per una serie di motivi che abbiamo spiegato nel primo post di questa serie.

In risposta, abbiamo presentato un esempio concreto di cosmocrazia, il “Risanamento” di Firenze.

Un commentatore, che si firma con il bel nome di ‘Alam al-mithal (in arabo classico, il mundus imaginalis di cui si parla spesso qui), ha scritto alcune parole, che ci sembrano interessanti.

Eccovele. Inizia citando tutta la parte iniziale della discussione, che vi risparmio perché probabilmente avrete letto il primo post di questa serie.

Devi vedere il Risanamento a Napoli. Stessa cosa, ingegneria sociale e speculazione sotto “ideali” altisonanti. Come molte cose, però è stato anche incompleto.

Se i concetti sono un’opinione va bene, ma nella definizione di “comunista” che dà Andrea, manca, sai com’è, il concetto base: la socializzazione dei mezzi di produzione. Questa sembra più una parodia dello stalinismo, ma anche quello si accompagnava almeno alla retorica di tale socializzazione.

Sulla  “liberazione dalla superstizione”, niente di nuovo, è la solita retorica positivista (e, come spiega bene Carlo Ginzburg, la retorica può essere un mezzo per affermare e promuovere ciò che si ritiene vero). Solo che, insieme a tutto il discorso sul colera, non è affatto “tutta la storia”, ma solo una sua riduzione ideologica. La società moderna, di cui le scienze fanno parte, ha focalizzato la sua attenzione, che poi vuol dire finanziamento e costruzione di ideologia, su alcuni aspetti della conoscenza e dell’esistente e chiama questi ragione, il resto superstizione.

Chiaramente, su questi aspetti ha ottenuto successi notevoli e relativi (notevoli per evidenti ragioni, relativi perché tende a scambiare il poco, sì il poco, che effettivamente si sa per “stiamo per svelare gli ultimi segreti del cosmo”, confonde la mappa per il territorio, ecc.; senza contare il problema del complesso rapporto tra conoscenza e sviluppo tecnico).

Allo stesso tempo si può vedere che tutte le cose hanno un equilibrio e che lo squilibrio sistemico perseguito da questa società, che è forse riduttivo chiamare capitalismo, viene mascherato dai suoi successi in alcuni campi; non pochi problemi risolti da una soluzione tecnica hanno prodotto ulteriori problemi, dato che hanno interferito con processi che non erano capiti (e di cui comunque si era in possesso di tutti gli strumenti ideologici per ignorare); questo non è cambiato, non può cambiare all’interno di questo modo di pensare.

Non è questione di dire “arivojo il colera”, “stavamo meglio quando si stava peggio”, ecc. ovviamente (obiezione polemica solita di chi ragiona così), ma di cercare di capire sia le modalità con le quali questi processi si sono sviluppati che di giudicare difetti e limiti, oltre alle potenzialità, delle conoscenze e delle tecniche in cui siamo immersi.

E questo, per me, porta a capire che se esaltare “la tradizione” tout-court può essere sbagliato (perché sempre di esaltare acriticamente si tratta, ma è meno pericoloso, perché, seriamente, le orde tradizionali-reazionarie di ritorno sono solo un’allucinazione dei progressisti in questo momento), ritenere che ogni cosa “tradizionale” (che poi così inteso è un concetto del cavolo, speculare a quello di “progresso”) sia arretratezza e superstizione è semplicemente una delle tante superstizioni moderne, quella che crede che tagliare le radici invece di curarle faccia bene alla pianta.

In effetti la cosa più insidiosa dei vari pensieri progressisti è che non si rendono conto che se in passato c’erano superstizioni (posto di portare a chiarezza concettuale il termine per renderlo utilizzabile, altrimenti è come dire fascista oggi, ovvero il “ciò che non mi piace” dei progressisti; insisto con “progressisti” per non infognarmi nella palude destra/sinistra), non ce ne sono meno ora (e no, non l’astrologia, le superstizioni scientiste), se c’erano ciarlatani tra i maghi e ce ne sono ora tra i cosiddetti pseudo-scienziati, non ce ne sono meno tra i “seri scienziati ufficiali”.

Anzi nel clima attuale c’è un gran fiorire di ciarlatani e “professionisti” in possesso di quella che si chiamava “falsa coscienza necessaria” (ma uso questo termine in maniera un po’ diversa da come fanno i marxisti: non mi riferisco al contenuto di una proposizione ma alle modalità inconsce che portano a sostenere un’idea senza averne esaminato a fondo, o avendone esaminato inadeguatamente, le premesse fondamentali).

Il tutto si lega bene a tutti i vari progetti moderni di ingegneria sociale, tanto tutti i risultati mostruosi possono essere stigmatizzati come falsamente razionali dai rivali o dai successori, dotati di non meno agghiaccianti progetti di ingegneria sociale (e ciò che viene perduto, non di rado, sono gli elementi positivi che spingevano ad una ricerca di maggiore giustizia sociale: solo che questa non si ottiene in provetta).

Il socialismo che si voleva scientifico è chiamato pseudo-scienza dagli stessi che sostengono società, come quelle attuali, non meno tecnocratiche e potenzialmente anche più pericolose, e così via.

Per arrivare ad una parte propositiva bisognerebbe tornare allo studio dell’intreccio di storia sociale, economica, scientifica e delle idee che ci ha portati qui, ma alla luce di un profondo riesame filosofico dei concetti di base utilizzati in questo studio, il tutto anche nell’ottica di capire la formazione storica di concetti che troppo spesso vengono dati per scontati. Altrimenti varrà per ogni discussione quello che Alasdair MacIntyre scriveva in “After Virtue”:

“Ma oggi la protesta è quasi esclusivamente quel fenomeno negativo che si dà tipicamente come reazione alla supposta violazione dei diritti di qualcuno in nome dell’utilità per qualcun altro.

La petulanza autoaffermante della protesta nasce perché il dato di fatto dell’incommensurabilità assicura che coloro che protestano non possono mai vincere una disputa; il tono di virtù oltraggiata della protesta nasce perché il dato di fatto dell’incommensurabilità assicura allo stesso modo che coloro che protestano non possono mai neppure perdere una disputa. Perciò l’espressione della protesta è caratteristicamente indirizzata a coloro che già condividono le premesse di coloro che protestano.

Gli effetti dell’incommensurabilità fanno sì che questi ultimi abbiano raramente l’opportunità di parlare con altri che con sé stessi. Ciò non vuol dire che la protesta non possa essere efficace, ma che non possa essere razionalmente efficace, e che le sue modalità espressive predominanti testimoniano una certa consapevolezza, almeno inconscia, di questo fatto.”.

Basta integrare “ogni discussione” a protesta e si può vedere come questo libro del 1981 abbia anticipato molte dinamiche attuali. E poi, anche Einstein era arrivato a dire che non si dà nulla, all’interno delle scienze, che permetta di scegliere i fini, solo di fornire i mezzi. La cui scelta non è questione banale, dato che non esiste mezzo solo benefico e dato che la neutralità dei tecnici e solo una superstizione progressista. Naturalmente il caso di qualcuno che sceglie una posizione tecnocratica senza alcuna falsa coscienza necessaria come definita sopra, cioè che sa bene che non si tratta della via per il paradiso per tutti, è diverso, se lo esprime chiaramente, cioè se non cerca di vendere un sacrificio sull’altare del progresso per “il bene comune”; combinazione piuttosto rara, però (ma non inesistente).

(Continua…)

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33 risposte a Cosmocrazia (4)

  1. daouda scrive:

    Siamo partiti da uno splendido e breve paragrafo del commentatore Andrea Di Vita – merda è – che riassume in maniera concreta e chiara una visione del mondo, per certi aspetti quella oggi dominante.

    ( quando mai ADV ha fatto na cosa del genere se invece de dallo pé scontato lo enucleassi ce fai n favore…)

    Che Andrea chiama con il nome comunismo, e la cosa ha un senso perché nasce in un contesto di polemiche su questo termine; ma che forse è meglio chiamare cosmocrazia per una serie di motivi che abbiamo spiegato nel primo post di questa serie.

    ( chiamasi la tua negazione del peccato originale, che era forse l’unica una cosa che volivi instillare )

    In risposta, abbiamo presentato un esempio concreto di cosmocrazia, il “Risanamento” di Firenze.

    ( chiedesi l’ultimo stronzo affacciatosi su sto pianeta cosa possa dire il luogo geologico di Firenze di sè stesso dalla nascita del pianeta di grazia…)

    Un commentatore, che si firma con il bel nome di ‘Alam al-mithal – in arabo classico, il mundus imaginalis di cui si parla spesso qui – ha scritto alcune parole, che ci sembrano interessanti.

    ( è un nome inappropriato ed anzi deviante, come quel cojone di Corbin traditore )

    Eccovele. Inizia citando tutta la parte iniziale della discussione, che vi risparmio perché probabilmente avrete letto il primo post di questa serie.

    ( tu ancora credi che leggemo le stronzate che scrivi? )

    Devi vedere il Risanamento a Napoli. Stessa cosa, ingegneria sociale e speculazione sotto “ideali” altisonanti. Come molte cose, però è stato anche incompleto.

    ( la cosa che vien da chiedersi è come uno che possa rifarsi alle minchiate esoteriche macroo-cosmo vs micro-cosmo si possa interrogare sul “risanamento” come fosse qualcosa che manchi il bersaglio quando per il fatto che accade è esso stesso il giusto risuonante il conglomerato su cui va ad incidere )

    Se i concetti sono un’opinione va bene, ma nella definizione di “comunista” che dà Andrea, manca, sai com’è, il concetto base: la socializzazione dei mezzi di produzione. Questa sembra più una parodia dello stalinismo, ma anche quello si accompagnava almeno alla retorica di tale socializzazione.

    ( il comunismo non ha mai parlato della socializzazione dei mezzi di produzione, che se uno scovasse capirebbe che essendo il sociale esponenza di persone e gruppi, non solo è parziale, ma è individualismo spinto. L’errore infatti consistendo nel misinterpretare il bene comune, il quale è allo stesso tempo pubblico, partiticassociato, privato in istantanea, al solo proprietarismo pubblico nella più idiota delle deformazioni )

    Sulla “liberazione dalla superstizione”, niente di nuovo, è la solita retorica positivista che come spiega bene Carlo Ginzburg, la retorica può essere un mezzo per affermare e promuovere ciò che si ritiene vero. Solo che, insieme a tutto il discorso sul colera, non è affatto “tutta la storia”, ma solo una sua riduzione ideologica. La società moderna, di cui le scienze fanno parte, ha focalizzato la sua attenzione, che poi vuol dire finanziamento e costruzione di ideologia, su alcuni aspetti della conoscenza e dell’esistente e chiama questi ragione, il resto superstizione.

    ( viene da chiedersi quale epoca non abbia fatto così, cosìcché caschi tutto il sensazionalismo ricercato ed invocato. Tralasciando la retorica, e che un’ideologia si accompagna ad una narrativa estetistica per definizione, nella spiegazione c’è una inconsequenzialità: sta tutta storia è riduzione ideologica che però la società moderena finanzia e costruisce ideologicamente. Non può essere un risultato del processo ed al tempo stesso una parte della sua produzione, mi spiace )

    Chiaramente, su questi aspetti ha ottenuto successi notevoli e relativi – notevoli per evidenti ragioni, relativi perché tende a scambiare il poco, sì il poco, che effettivamente si sa per “stiamo per svelare gli ultimi segreti del cosmo”, confonde la mappa per il territorio, ecc.; senza contare il problema del complesso rapporto tra conoscenza e sviluppo tecnico -.

    ( Boh )

    Allo stesso tempo si può vedere che tutte le cose hanno un equilibrio e che lo squilibrio sistemico perseguito da questa società, che è forse riduttivo chiamare capitalismo, viene mascherato dai suoi successi in alcuni campi; non pochi problemi risolti da una soluzione tecnica hanno prodotto ulteriori problemi, dato che hanno interferito con processi che non erano capiti – e di cui comunque si era in possesso di tutti gli strumenti ideologici per ignorare; questo non è cambiato, non può cambiare all’interno di questo modo di pensare.

    ( ma questa è la scusa che anche Guénon adduceva al tecnologismo moderno dell’occidente/nord del mondo. Una cazzata. Innanzitutto per capir/cogliere/comprendere i processi di per sè si deve essere DIO. E già qua si piange. In secudis ammesso dunque che tale situazione è autoevidente in ogni dove ed ogni tempo, i fantomatici successi dei vari campi non capitano, ma sono voluti, che è ben diverso…non esistono problemi ma opportunità e situazionalità )

    Non è questione di dire “arivojo il colera”, “stavamo meglio quando si stava peggio”, ecc. ovviamente – obiezione polemica solita di chi ragiona così – , ma di cercare di capire sia le modalità con le quali questi processi si sono sviluppati che di giudicare difetti e limiti, oltre alle potenzialità, delle conoscenze e delle tecniche in cui siamo immersi.

    ( la domanda da porti è su quale costante cosmica poter fondare ciò? Visto che lo sai, il tuo utilitarismo ponderato è ammissione di complicità con la merda e sei un infame )

    E questo, per me, porta a capire che se esaltare “la tradizione” tout-court può essere sbagliato – perché sempre di esaltare acriticamente si tratta, ma è meno pericoloso, perché, seriamente, le orde tradizionalireazionarie di ritorno sono solo un’allucinazione dei progressisti in questo momento – , ritenere che ogni cosa “tradizionale” – che poi così inteso è un concetto del cavolo, speculare a quello di “progresso” – sia arretratezza e superstizione è semplicemente una delle tante superstizioni moderne, quella che crede che tagliare le radici invece di curarle faccia bene alla pianta.

    ( poni ancora una volta male il discorso. La tradizionalità è il fluire innervato che si staglia fra i poli conservativi e progressivi. Sbagliando ciò non capisci oggi e stanzialmente ora in quale tradizione tu ti trovi, cosicché non capisci come agisca il nemico, e lo eloggi perché da complice inconscio non sai dov’è e quand’è )

    In effetti la cosa più insidiosa dei vari pensieri progressisti è che non si rendono conto che se in passato c’erano superstizioni – posto di portare a chiarezza concettuale il termine per renderlo utilizzabile, altrimenti è come dire fascista oggi, ovvero il “ciò che non mi piace” dei progressisti; insisto con “progressisti” per non infognarmi nella palude destra/sinistra- , non ce ne sono meno ora – e no, non l’astrologia, le superstizioni scientiste – , se c’erano ciarlatani tra i maghi e ce ne sono ora tra i cosiddetti pseudo-scienziati, non ce ne sono meno tra i “seri scienziati ufficiali”.

    ( quindi tu credi che i progressiti che sembrano vincere con le loro menate, od il gender per dire la follia, il politicamente corretto, credao in quel che dicono? Ma tu sei un frocio davvero…non capisci l’utilità di tali menate? E’ inutile che parli del superstizioname , che c’è sempre e dovunque, è una giustificazione miserrima )

    Anzi nel clima attuale c’è un gran fiorire di ciarlatani e “professionisti” in possesso di quella che si chiamava “falsa coscienza necessaria” – ma uso questo termine in maniera un po’ diversa da come fanno i marxisti: non mi riferisco al contenuto di una proposizione ma alle modalità inconsce che portano a sostenere un’idea senza averne esaminato a fondo, o avendone esaminato inadeguatamente, le premesse fondamentali -.

    ( verrebbe anche qui da chiedere come si possa davvero in realtà riuscire ad esaminare affondo una cosa secondo le sue premesse essendo un gioco del tutto correlato e continuo-contiguo. Perché tu stai dicendo che ti mancano i professionisti veri quelli ponderati, ma se non dici che se non ti fondi in DIO ciò non è possibile, critichi solo quest’epoca mentre dall’inizio alla fine è sempre uguale )

    Il tutto si lega bene a tutti i vari progetti moderni di ingegneria sociale, tanto tutti i risultati mostruosi possono essere stigmatizzati come falsamente razionali dai rivali o dai successori, dotati di non meno agghiaccianti progetti di ingegneria sociale – e ciò che viene perduto, non di rado, sono gli elementi positivi che spingevano ad una ricerca di maggiore giustizia sociale: solo che questa non si ottiene in provetta -.

    ( anche : l’ingegneria sociale del passato sei sicuro non ci fosse? La magia la neghi? In ogni caso perché non attuare quel che si può nelle logiche di un dato potentazionato da incrementarsi? Il concetto di città stato non è stato esso il più grande obbrobbrio storico di ingengneria sociale? PErché poi non attuarla? Non riesci a capire che le possibilità cosmiche si devono esaurire? e se credi io giustifichi, non capisci che però è ilsolo modo per garantire che io ed il primo uomo si sia innanzi al medesimo dilemma tarati i potenziali della differenza espressività naturalodie e contestualizzata? )

    Il socialismo che si voleva scientifico è chiamato pseudo-scienza dagli stessi che sostengono società, come quelle attuali, non meno tecnocratiche e potenzialmente anche più pericolose, e così via.

    ( sta zitto che non ce capisci n cazzo de socialismo te e tutti gli stronzi che parlate de neo-liberismo attuale come de capitalismo imperante. Se una cosa è, seppur sbagliata, è il neo-socialismo mica cazzi )

    Per arrivare ad una parte propositiva bisognerebbe tornare allo studio dell’intreccio di storia sociale, economica, scientifica e delle idee che ci ha portati qui, ma alla luce di un profondo riesame filosofico dei concetti di base utilizzati in questo studio, il tutto anche nell’ottica di capire la formazione storica di concetti che troppo spesso vengono dati per scontati.

    ( mortacci tua che pappardella demmerda )

    Altrimenti varrà per ogni discussione quello che Alasdair MacIntyre scriveva in “After Virtue”:

    “Ma oggi la protesta è quasi esclusivamente quel fenomeno negativo che si dà tipicamente come reazione alla supposta violazione dei diritti di qualcuno in nome dell’utilità per qualcun altro.

    ( sempre stato )

    La petulanza autoaffermante della protesta nasce perché il dato di fatto dell’incommensurabilità assicura che coloro che protestano non possono mai vincere una disputa; il tono di virtù oltraggiata della protesta nasce perché il dato di fatto dell’incommensurabilità assicura allo stesso modo che coloro che protestano non possono mai neppure perdere una disputa. Perciò l’espressione della protesta è caratteristicamente indirizzata a coloro che già condividono le premesse di coloro che protestano.

    ( cioè te tes tai a riferì ad un frocio che fa finta de analizza l’ontica ma poi se je pisci in bocca frigna? )

    Gli effetti dell’incommensurabilità fanno sì che questi ultimi abbiano raramente l’opportunità di parlare con altri che con sé stessi. Ciò non vuol dire che la protesta non possa essere efficace, ma che non possa essere razionalmente efficace, e che le sue modalità espressive predominanti testimoniano una certa consapevolezza, almeno inconscia, di questo fatto.

    ( del tutto stupido. Innanzitutto c’è l’errore di confondere nous e ratio, che poi nega la ratio ai sentimenti che ne hanno alquanta invece. Inoltre consapevolezza incoscia lo lascio ad essiccà come merda al Sole. Il discorso più concreto è che essndo appunto efficace in quanto razionale, è anche calcolata e criterializzata, dunque voluta, dunque coltivata, dunque predisposta, dunque lasciata andare spontaneamente perché tanto va la gatta al lardo che ci mette lo zampino. Ritardati. )

    Basta integrare “ogni discussione” a protesta e si può vedere come questo libro del 1981 abbia anticipato molte dinamiche attuali. E poi, anche Einstein era arrivato a dire che non si dà nulla, all’interno delle scienze, che permetta di scegliere i fini, solo di fornire i mezzi.

    ( si può dire che Einstain infatti era un socialista di merda, umanitariamente declassificato ad uomo meschino, di norma ritardato nel suo puerile panenteismo impersonalista. Una scienza non fornisce i fini? Se non fosse così non esisterebbe di per sè… )

    La cui scelta non è questione banale, dato che non esiste mezzo solo benefico e dato che la neutralità dei tecnici e solo una superstizione progressista. Naturalmente il caso di qualcuno che sceglie una posizione tecnocratica senza alcuna falsa coscienza necessaria come definita sopra, cioè che sa bene che non si tratta della via per il paradiso per tutti, è diverso, se lo esprime chiaramente, cioè se non cerca di vendere un sacrificio sull’altare del progresso per “il bene comune”; combinazione piuttosto rara, però – ma non inesistente -.

    (?????????)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Daouda

      “( tu ancora credi che leggemo le stronzate che scrivi? )”

      Non ci credevo, finché non ho visto questo tuo post.

    • Tortuga scrive:

      x Daouda

      “La tradizionalità è il fluire innervato che si staglia fra i poli conservativi e progressivi. Sbagliando ciò non capisci oggi e stanzialmente ora in quale tradizione tu ti trovi, cosicché non capisci come agisca il nemico, e lo eloggi perché da complice inconscio non sai dov’è e quand’è ”

      L’occidente attuale, poniamo l’Europa, meglio l’Italia, ha qualche tradizione in questo momento?
      In quale tradizione ci troviamo Daou? Chi è il nemico?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Tortuga

        “In quale tradizione ci troviamo Daou? Chi è il nemico?”

        Hai colto la questione che sfugge quasi a tutti.

        Stiamo vivendo tempi apocalittici, solo che i quattro cavalieri hanno i sorrisini da emoji sotto la mascherina.

        In questo momento, vorrei avere il massimo numero possibile di amici ovunque si trovino, qualunque storia abbiano alle spalle, figuriamoci se posso pretendere di fargli pure la tara.

        “Les alternatives et les litiges anciens sont exsangues. Nous en imposons de nouveaux.
        Rejetez également les deux côtés. N’aimez que le reste. Seul le reste sera sauvé.
        Les hommes sont responsables du monde qu’ils n’ont pas créé. Ce n’est pas une notion mystique, c’est une donnée. S’en étonnera qui s’en est arrangé.
        D’où, la guerre.”

        • daouda scrive:

          veramente de sti tempi io me sto preoccupando della prossima vittoria della retorica novax in un breve-medio futuro, che non vuol dire che accada, ma rientra nel novero delle possibilità e dunque nel gioco, e giocando, vuol dire che se anche la narrazione odierna continuerà sarà mediata dalla sua vittoria su di essa, che c’è ( chiaramente c’è come polo di potenxa frappositivo, altrimenti cor cazzo che ne parlavo ).

          Dipende che risposta vuoi. Se il nemico è Beliar, a conti fatti tutti i discorsi sono inutili e la politica con il suo ciarpame, come la famiglia o cos’altro , genericamente i valori per alcuni per dire, sono elementi ostacolativi e nemici in quanto si presume che l’umano odierno sia incapace di armonizzarsi ed ordinarsi e cogliere/comprendere/capire come stiano e vadano le cose perché non solo altrimenti sarebbe cristiano, ma santo ( di rado pur non santo un reintegrato in un’altra religione ).
          Se parliamo della camarilla attuale, hanno la loro religione, ed il fatto che l’abbiano levata al volgo ( come la famiglia distrutta per il volgo, il sessule, la proprietà, l’autorità, l’autonomia et cetera ) non significa che appunto non la perseguano.
          Per edificare na cosa nuova bisogna sgombrare il vecchio. Ad ogni modo l’apparato simbolico nelle grandi occasioni ( cose militari, concereti, eventi sportivi, spettacoli, film e cos’altro ) già lo hanno collaudato.
          Il problema è che se io ti dico più o meno come credo stiano le cose , per dover specificare, espungo dal computo le religioni mondiali, che invece fanno parte del satanismo connesso ( a volerlo chiamare così per capisse ) come anche nelle loro bellezze fanno parte della Rivelazione che per definizione è il solo nazarenismo giudaico-romano.
          Ma allora te dovrei spiegà troppe cose che non sò ffà.
          Gnostico è termine che non serve a niente, ma volendo siamo al solito gnosticismo impersonalista panenteista.
          Il fatto che un hindù od un ismaelita si salvino è per Grazia, ma il fondo delle loro vite è la cattiveria ( se uno dice l’errore è troppo vago ) comunque ed in ogni caso per via di questa invalida ed invera descrizione del principio finalistico volgarmente chiamato DIO.
          Quindi non è che me preoccupo de ddi che c’è na cricca de cattivi.
          Sò tutti della stessa parrocchia.
          Se invece parli dei nemici in termini “spirituali”, ma che comunque sono sul piano naturale, a Beliar non interessa l’ordine armonico da caos, e d’altronde non ci sarà.
          Per quanto può reggere una struttura di legno un peso ingente di piombo? Ecco, Beliar co sta cazzata dei masoni e via discorrendo, dello gnosticismo, seduce la gente che mira alla palingenesi apoteosica in modo che frani su se stessa.
          Questa era l’unica cosa che voleva, poiché Beliar nella sua ribellione è chiamato a vagliare gli umani.
          Poi se c’è qualcuno che addirittura lo venera, quello alcuni lo chiamano folklore, ma qui parliamo di gente coi controcazzi, ecco questi governano il mondo e magari è più facile che sia il barbone sotto casa tua che piuttosto uno del prima sconosciuto Bohevian Grove, è esagerato ma rende l’idea.
          Chiaramente lo governano per poterlo distruggere meglio, la sua funzionalità non è per il potere, ma per permettere una distruzione completa, che è voluta.
          MA questi sono pochi, il resto dei cosidetti potenti del mondo , non i Rothschild che sono dei frontman, rimangono probabilmente degli illusi che credono appunto all’impersonalismo panenteista stile identità suprema e libeerazione.
          A conti fatti, se non hai l’UNICO UNO TRIPERSONALE, je potresti dar torto? Magari farebbero davvero del bene pr l’umanità in un passggio pilotato obbligato.
          No?

      • Tortuga scrive:

        Sono passata per pazza con una mia zia franco-inglese, perchè ho detto che sento aria di guerra, circa un paio di anni fa.

    • Tortuga scrive:

      x Daouda

      “confondere nous e ratio”

      Io sono ignorante del nous. Che d’è? Robba gnostica?
      C’è un tale in giro da un po’ italo-russo che gli piace andare in giro a parlare di nous, è la prima volta che sento parlare di sto coso e non ho capito che roba è.

      • daouda scrive:

        a Tortù che cazzo, il nous è semplicemente l’intelletto, l’intelligere, e volgarmente il pensare.
        Il probblema è in che contesto lo immetti. La stessa parola gnosi è fuffa se leggi chiunque ti dica che segue un percorso gnostico come tradotto io seguo un percorso di conoscenza, capirai che che lo gnosticismo è fuffa, soprattutto se si fonda su campi di indagine più interiori o arcani che si voglia.
        MA io sò bravo ad inzurtà ed a criticà, no a spiekà che cazzo.

      • Tortuga scrive:

        Questo tale suggerisce che l’intelletto sia una cosa diversa dalla ragione. Che sia connesso con i sensi, mentre la razionalità sia un sottoprodotto alle dipendenze del sentimento (come attaccamento sentimentale a qualcosa, ad una idea, ad uno status quo).

        • daouda scrive:

          dimme chi è che te lo smonto in due secondi. Ho smontato Guénon , questo me lo caco.

          Ad ogni modo si la ratio non è l’intelletto ma non ci voleva un genio per dire sta banalità.

          • Alam al-mithal scrive:

            “Ho smontato Guénon”

            Non che sia un’impresa titanica, ma se ne hai voglia sarei curioso di leggerti farlo, finora ho colto allusioni, un post dedicato solo a questo sarebbe interessante.

            • daouda scrive:

              Non è il problema della difficoltà in sè su Guénon, il problema che gli epigoni esoteristici sono ormai di infima lega.

              Cor cazzo che ce scrivo qualcosa, scrivo dalla mattina alla sera che l’emanazionismo panenteista impersonalizzato è na stronzata, fatto questo si può prendere il buono che di certo c’è e scartare vagliando il resto.

              Po io che cazzo ciò da dire? Ad esempio rileggendomi da poco la sua retorica sul punto di vista morale e rituale mi rendo conto che a categoriale classificatorio corretto ( da me ) le sue distinzioni sono del tutto inservibili visto che la compartimentazione parziale oltre che imprecisa.
              Per dire…

        • Alam al-mithal scrive:

          “Questo tale suggerisce che l’intelletto sia una cosa diversa dalla ragione. Che sia connesso con i sensi, mentre la razionalità sia un sottoprodotto alle dipendenze del sentimento”

          Ognuno di ‘sti tempi affetta quel che va di moda chiamare “counsciousness” come vuole, mi pare. Quanto ne facciamo signò, oggi c’ho un filetto de intelligenza emotiva che se squaglia in bocca.

      • daouda scrive:

        Ma è quer cojone de Igor Sibaldi?

        • Alam al-mithal scrive:

          “Igor Sibaldi”

          Oh giusto, tu o Ros volete spiegarmi chi è questo tizio che ho visto galleggiare qualche volta?

          • daouda scrive:

            me ne ha parlato n’amico 6 anni fa piu o meno o poi ho visto che ciaveva n sacco de viteo e scriveva puro libbri.
            Mai seguito.

            • Daouda scrive:

              Ad ogni modo io non sarei diverso da loro se non fosse che non faccio crematistica al riguardo e comunque neanche provo a dar spiegazioni.
              Il nous che si dipana nel corpo è lo pneuma individuale, come il nous è il nervame.
              È un riportare quel che altri non leggono. Si direbbe che il problema è sia non capirlo come non esperirlo, ma in realtà indipendentemente da ciò si ha sia una modalità commerciale che una superbia propria nel credere che far conoscere aiuti, quando di solito i maestri e direttori spirituali non fanno mai sapere ma scoprire.

              Ovviamente fermo restando che scoprire qualsivoglia cosa è irrilevante innanzi alla Grazia

        • Tortuga scrive:

          Si, è lui 🙂

    • Alam al-mithal scrive:

      “ma è individualismo spinto. ”

      E’ la tesi di Dumont, infatti, nell’interessante saggio “Homo Aequalis”; ma temo passi comunque per la socializzazione dei mezzi di produzione come premessa per lo sviluppo della libera individualità.

      “Corbin traditore”

      Interessante, cosa ha tradito di preciso questo Giuda?

      “viene da chiedersi quale epoca non abbia fatto così”

      Grazie è la mia tesi; è altrettanto la mia tesi che il razionalismo moderno è il bue che chiama cornuto l’asino. O l’altro bue, a seconda di come la vedi.

      “Boh”

      Mah.

      ” Innanzitutto per capir/cogliere/comprendere i processi di per sè si deve essere DIO. E già qua si piange. In secudis ammesso dunque che tale situazione è autoevidente in ogni dove ed ogni tempo, i fantomatici successi dei vari campi non capitano, ma sono voluti, che è ben diverso…non esistono problemi ma opportunità e situazionalità”

      Sì. Quindi?

      “la domanda da porti è su quale costante cosmica poter fondare ciò? Visto che lo sai, il tuo utilitarismo ponderato è ammissione di complicità con la merda e sei un infame”

      Azz’, utilitarista non pensavo di poter essere chiamato, lo ammetto.

      “Sbagliando ciò non capisci oggi e stanzialmente ora in quale tradizione tu ti trovi”

      Verissimo se capissi, o credessi di capire, non starei cercando, infatti.

      “i progressiti […] credono in quello che dicono”

      Alcuni sì, altri no.

      “Perché tu stai dicendo che ti mancano i professionisti veri quelli ponderati, ma se non dici che se non ti fondi in DIO ciò non è possibile, critichi solo quest’epoca mentre dall’inizio alla fine è sempre uguale”

      Ma io lo dico, non mi pare di averlo nascosto. Ma, poi, bisogna pure trovare elementi di discussione con chi non concorda con questo ma incrocia alcuni degli argomenti che per me non sono che conseguenze del discorso, no? O anche con chi in fondo si riferisce alla stessa realtà ma rifiuta di chiamarla così per motivi di storia personale.

      ” l’ingegneria sociale del passato sei sicuro non ci fosse?”

      Sono sicuro del contrario, che la ritrovi in Mesopotamia (ancora una volta, Ur III insegna), in Cina, in Egitto… fai prima a dire dove non la trovi. E’ la società contemporanea che ha difficoltà a vedersi allo specchio conservando una presunzione di “oggettività” (Anche il PoMo: nulla è vero, salvo ciò che io dico).

      “La magia la neghi?”

      Non mi pare di averlo fatto, ma meglio non proseguire, non vorrei far venire un embolo a AdV 🙂

      “Una scienza non fornisce i fini? Se non fosse così non esisterebbe di per sè…”

      Lo fa, occultando che non c’è nulla di “scientifico” nel farlo.

      “se je pisci in bocca frigna?”

      Sono ragionevolmente sicuro che in tal caso frignerebbe chiunque non sia portatore del relativo feticismo.

      “mortacci tua che pappardella demmerda”

      Sai, non tutti hanno il dono della tua eloquenza.

      “c’è l’errore di confondere nous e ratio, che poi nega la ratio ai sentimenti che ne hanno alquanta invece.”

      Forse l’errore è nel mischiare le lingue, se al posto di ratio usi logos, che occupa una spettro semantico più ampio, vedrai che non c’è ragione di pensare che i sentimenti non ne abbiano.

      Ma soprattutto “la domanda da porti è su quale costante cosmica poter fondare ciò?”

      E’ il perno del mio discorso, infatti; oserei chiamarla metafisica, ma sono sicuro sia un termine “frogio e traditore”.

      Sempre un piacere, daouda.

  2. daouda scrive:

    “E’ la tesi di Dumont, infatti, nell’interessante saggio “Homo Aequalis”; ma temo passi comunque per la socializzazione dei mezzi di produzione come premessa per lo sviluppo della libera individualità.”

    Se te prima non capisci che il comunismo è solo strategia per la presa del potere o la dissoluzione del potere altrui, non capirai mai perché un liberista può essere un comunista come non capirai che la proprietà collettiva dei mezzi di produzione, che è un’impossibilità, è cosa per far cascare l’allocco. Poi possiamo parlà dello sprigionamento, ma sarebbe ugualmente da stronzi crederci perché non si compie un incantesimo alchemico di trasmutazione, a maggior ragione per una condizione esterna, fermo restando che il comunismo è individualismo perché è anticomunitario, antisociale, anti statuale, antifamiliare.

    “Corbin traditore”

    Abboccato. In ogni caso è una capra panenteista impersonalista gnostica.

    “viene da chiedersi quale epoca non abbia fatto così”

    Bensà n bo io volevo difende la retorica invece in questione perché dal primo istante della caduta essa fu l’asse dell’umano. Volevo sottolinearne l’inevitabilità e la necessaria correlabilità scalare e intersecabile in base agli inviluppi evoluzionati, non perdere tempo a dare le colpe.

    ”Sì. Quindi?”

    Te parli di problemi, non di pervicace progettualità che non ha nulla di mascherato oltretutto. Se non la capisci è perché sei stupido, ma loro sono ben più onesti di quel che credi, sennò come fanno a divertisse?

    “Azz’, utilitarista non pensavo di poter essere chiamato, lo ammetto”

    E certo rinneghi DIO

    “Verissimo se capissi, o credessi di capire, non starei cercando, infatti”

    Da quando in qua uno si cerca la tradizione di appartenenza? E’ lei che tà già fottuto. Parli come loro infatti.

    “Alcuni sì, altri no.”

    Non me parlà dei ritardati. Lo sai come funziona, e che il lavoro sporco lo fa chi ci crede non sapendo di rovinarsi.

    “Ma io lo dico, non mi pare di averlo nascosto. Ma, poi, bisogna pure trovare elementi di discussione con chi non concorda con questo ma incrocia alcuni degli argomenti che per me non sono che conseguenze del discorso, no? O anche con chi in fondo si riferisce alla stessa realtà ma rifiuta di chiamarla così per motivi di storia personale.”

    Capiamoci. Se io dico ad uno che è una merda, è perché io sono una merda. Se dico che un’epoca è una merda, lo sono tutte, e se ne gisustifico una, tutte sono giuste.
    Te fai er selezionatore mortacci tua. Se mmo non scureggiavo l’universo nons arebbe mai esistito.Quindi il domani è la necessità di quel che già c’è stato, mentree lo ieri è la possibilità o meglio l’opportunità del domani, tanto facile cazzo.
    Non puoi pijatte quel che ti pare, se non hai DIO e la costante universale non capisci n cazzo e sei un cazzaro pure te.

    ”Sono sicuro del contrario, che la ritrovi in Mesopotamia (ancora una volta, Ur III insegna), in Cina, in Egitto… fai prima a dire dove non la trovi. E’ la società contemporanea che ha difficoltà a vedersi allo specchio conservando una presunzione di “oggettività” (Anche il PoMo: nulla è vero, salvo ciò che io dico)”

    ok

    “Non mi pare di averlo fatto, ma meglio non proseguire, non vorrei far venire un embolo a AdV 🙂”

    ma invece continua così smette da rompe er cazzo. Ma visto che lo citi, come difensore dell’oggi e delle sue macchinazioni, come ho scritto alle volte, sono in totale sintonia con Andrea.

    “Lo fa, occultando che non c’è nulla di “scientifico” nel farlo”

    va bene, capito

    “Sono ragionevolmente sicuro che in tal caso frignerebbe chiunque non sia portatore del relativo feticismo”

    te l’avrei spiegata ma rileggendola non mi reinserisco nel perché l’avessi sgritta

    “Sai, non tutti hanno il dono della tua eloquenza”

    ok

    “Forse l’errore è nel mischiare le lingue, se al posto di ratio usi logos, che occupa una spettro semantico più ampio, vedrai che non c’è ragione di pensare che i sentimenti non ne abbiano.”

    il problema era sull’efficacia. Io sono un fautore della razionalità della fantasia, della sentimentalità e del fronismos

    “E’ il perno del mio discorso, infatti; oserei chiamarla metafisica, ma sono sicuro sia un termine “frogio e traditore”

    Se dici perno penso alla bamba. Dipende sempre da quale…

    Sempre un piacere, daouda.

    ste chiachiere se fanno dopo avè fumato erba co n po’ de vino. Me sò rincojonito a statte appresso…

  3. fuzzy scrive:

    https://www.rinnovabili.it/agrifood/biologico-e-biodinamico-la-legge-torna-al-senato/
    il biodinamico fa da sempre parte del biologico come stabilito dal regolamento sul metodo biologico del 1991 e che di fatto nulla cambierà. «È dimostrato che il suolo più fertile è quello coltivato in biodinamico. La scienza si impegni a indagare questi aspetti per capire davvero quello di cui l’agricoltura ha bisogno».

    La presidente si augura con una punta polemica che «quella parte del mondo scientifico che si è battuta per eliminare dal testo l’agricoltura biodinamica, lavori allo stesso modo per la riduzione in agricoltura dei pesticidi chimici di sintesi».

    La sfida europea è di arrivare entro il 2030 a destinare il 25% dei terreni agricoli al bio e vede l’Italia in vantaggio, con una percentuale di coltivazioni al 16%, contro l’8% della media Ue».

    Ricordiamo che in Italia la superficie coltivata a biologico è di 2.095.380 ettari e la SAU biologica è passata dall’8,7% nel 2010 al 16,6% nel 2020. Anche l’export del biologico è cresciuto sensibilmente: in un anno ha segnato +11% e in dieci anni l’aumento è stato addirittura del 156%. Il settore del biologico impegna 80mila lavoratori e vale 3,5 miliardi di euro.

    Ecco.
    Si prega di non buttare via il bambino con l’acqua sporca.
    Poi leggerò con calma la “cosmocrazia 4”. Così, di primo acchito non ci ho capito niente.
    Per me la democrazia deve significare qualcosa come “Accesso alla terra”
    e “Rispetto della terra”. (Sì, perché anche la terra ha i suoi diritti. La nuova frontiera, dopo i diritti dell’uomo e degli animali, sono i diritti delle piante)
    https://www.agrpress.it/editoria/flower-power-le-piante-e-i-loro-diritti-di-alessandra-viola-8698

    • Fuzzy scrive:

      Ecco, ho riletto.
      In generale sarei d’accordo.
      Mi sfugge il significato di questa “protesta ”
      ma devo dire al proposito, che un animale o una pianta non potranno mai protestare.
      Quindi, come mi pare scrivesse Alessandra Viola nel suo libro, siamo noi che dobbiamo farci carico dei loro diritti. Anche perché, detta egoisticamente, dalla loro sopravvivenza dipende la nostra.

      • Alam al-mithal scrive:

        Con “protesta” possiamo intendere la lotta politica, il dibattito e l’azione sui principi, ecc. Nel caso specifico si diceva che attualmente le premesse per definire la base razionale di quasi tutto ciò che passa in questi ambiti latita e questo per motivi di sviluppo storico e per ragioni che riguardano le basi filosofiche di tutto questo (e qui il discorso si farebbe lunghetto).

        Si è una prerogativa solo umana, sono d’accordo. Farlo capire a certi attivisti, però, è un’impresa titanica.

        “La nuova frontiera, dopo i diritti dell’uomo e degli animali, sono i diritti delle piante”.

        Sono shockato dalla mancanza di riguardo che viene sempre riservata ai funghi: la nuova frontiera dei diritti è quella del diritto dei funghi. Potere micotico! 🙂

    • Francesco scrive:

      😀 “La nuova frontiera, dopo i diritti dell’uomo e degli animali, sono i diritti delle piante”

      😀 😀 😀 “È dimostrato che il suolo più fertile è quello coltivato in biodinamico”

      😀 😀 “lavori allo stesso modo per la riduzione in agricoltura dei pesticidi chimici di sintesi”

      grazie, mi mancava un ilare momento MV Brambilla

    • roberto scrive:

      “ È dimostrato che il suolo più fertile è quello coltivato in biodinamico”
      Certo il corno di cervo e la vescica di vacca fanno miracoli!

  4. Miguel Martinez scrive:

    Una notizia direi ottima…

    Ve la racconto nelle parole di Cesare Sacchetti, quello perquisito tempo fa dalla Digos di cui si parlava qui… Scelgo lui perché è interno al mondo “complottista” che si preoccupa per quella che io appunto ritengo un’ottima notizia:

    Siamo alle solite. Viene fatta una modifica a due articoli della Costituzione e la falsa controinformazione ha seminato la solida ondata di panico e paura. Sto leggendo i commenti più assurdi. Addirittura qualcuno è arrivato a parlare del sistema dei crediti sociali stile cinese o dei “confinamenti climatici”. Per capire che si tratta di indecenti mistificazioni non dobbiamo fare molto. Andiamo a leggere il testo dei due articoli modificati, il 9 e il 41, che condividerò nell’ordine.

    “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
    L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”

    Ecco, ora che li avete letti, qualcuno ha ravvisato tutto quello che è stato detto dalla falsa controinformazione? Dove sarebbero il sistema dei crediti sociali o i “confinamenti climatici”? Nel testo hanno inserito solamente dei riferimenti alla protezione dell’ambiente che tra l’altro erano già parzialmente contenuti nell’articolo 32. Se prendete le sentenze della Corte Costituzionale, (n. 210 e 640 del 1987) e la n.127 del 1990, troverete scritto che la carta già riconosce la protezione dell’ambiente come un diritto fondamentale. In pratica, quindi non hanno fatto nulla di nuovo rispetto a quanto era già emerso dalla precedente giurisprudenza costituzionale.

    Hanno modificato due articoli per mettere dei rimandi più espliciti alla protezione dell’ambiente ma questi non c’entrano veramente nulla con il sistema dei crediti sociali cinesi, il Grande Reset di Davos o i lockdown climatici. E badate bene, non lo dico io. Lo dice il testo stesso degli articoli modificati. Detto questo, adesso facciamo un’altra considerazione. Qualcuno pensa veramente che importi quanto c’è scritto in Costituzione ai fini dell’agenda del Nuovo Ordine mondiale? Per caso qualcuno di voi ha ravvisato degli articoli nella Carta che hanno consentito a Draghi e Conte di fare strame di tutti i diritti fondamentali attraverso il colpo di Stato pandemico?

    Non mi pare proprio. E allora di cosa stiamo parlando? Quello che conta non è quanto scritto in un pezzo di carta. Quello che conta è la volontà e la forza di chi si trova al potere in un determinato storico. È soltanto questo che consente ad un governante di eseguire un programma politico. E abbiamo visto che ormai questo regime di forza e solidità ne ha veramente poche. Ogni giorno che passa perdono pezzi sul cammino.

    Ci sono molti cialtroni e ciarlatani in giro che hanno un solo scopo, ovvero quello di tormentare dalla mattina alla sera le persone più psicologicamente deboli con falsificazioni clamorose terroristiche delle varie notizie. Lo abbiamo visto in numerose occasioni. Lo abbiamo visto quando dicevano che il 23 dicembre sarebbero entrati nelle case degli italiani per fare le vaccinazioni forzate o quando dicevano che sarebbe scoppiata una guerra nucleare tra NATO e Russia entro il 31 gennaio. Ormai dovreste avere capito chi sono. La pulizia la dovete fare da soli. Non posso farla io.

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