Non canto l’amore

“L’amore non cantarlo, che si canta da sé

più lo si invoca meno ce n’è

canto la guerra e so, non sono in buona compagnia”

Forse vent’anni fa, andai a un concerto di Guccini.

L’estate scorso andai a un concerto di Ginevra Di Marco, nel cortile del tremendo, tragico, bellissimo Spedale degli Innocenti, dove le piccole mamme dolenti, appena poco più che bambine versatrici di sangue, sorprese dall’avere un dovere più grande di loro, portavano alla ròta i figlioli.

Era il giorno del suo compleanno, e il piccolo pubblico le regalò dei fiori.

Dicono che Ginevra Di Marco abiti nel nostro rione, non mi ricordo di averla mai incrociata, ma la cosa mi fa felice, perché è un’anima affine.

https://invidio.xamh.de/watch?v=IKwplBNsjic

Voglio cantare l’uso della forza che nasce dalla comprensione
La forza che contiene la distruzione
Una forza cosciente serena che sa sostenerne la pena
Capace di pietà, tenera di compassione
Capace di far fronte, avanzare, capace di vittoria, di pacificazione
Canto la morte che muore per la vita di necessità
Che rifugge il martirio, l’autodafè
Non succube di ciò che si dice di qua sull’aldilà
Potrà guardarlo in faccia per quello che è, quando arriverà

L’amore non cantarlo, che si canta da sé
più lo si invoca meno ce n’è
canto la vita che, quando è il suo tempo, sa morire e muore
canto la vita che piange sa attraversare il dolore
canto la vita che ride, felice
di un giorno di nebbia, di sole, se cade la neve
canto la sorpresa nei gesti dell’amore
canto chi mi ha preceduto, chi nascerà, chi è qui con me
sono in questo spazio essenziale, un valore aggiunto

L’amore non cantarlo, che si canta da sé
più lo si invoca meno ce n’è

canto la guerra e so, non sono in buona compagnia
canto la pace che non è un mestiere, né una ideologia
canto la libertà, difficile, mai data, che va sempre difesa sempre riconquistata

L’amore non lo canto, è un canto di per sé
più lo si invoca meno ce n’è.

Ecco la chiave di comprensione che vorrei condividere con voi

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27 risposte a Non canto l’amore

  1. Moi scrive:

    A proposito di Canti d’ Amore : nuova interpretazione di Leopardi che impazza in Internet : era un Incel, Misogino , Redpillato [sic] !

    … Epurare ! … Abolire ! … Damnatio Memoriae ! … Cancel Culture !

  2. Moi scrive:

    Mo merda regaz’ 😉 … ci pensate se davvero iniziassero a profanare i monumenti di Leopardi a Recanati ? Io NON me ne meraviglierei … ne abbiam già viste troppe, per poterlo escludere.

  3. Moi scrive:

    https://www.lucascialo.it/dante-quando-nato-immagini/

    Germania e Olanda … e adesso tocca a Dante !

  4. Moi scrive:

    Fèggna mò acsé 😉 :

    tutti i “Povemi” (come direbbe Giuseppe Giacobazzi) con Anabasi e/o Catabasi [ἀνάβασις / κατάβασις] … sono plagi del Ghilgamesh (NON l’ Eternal della Marvel, ovviamente … ) !

  5. Fuzzy scrive:

    https://youtu.be/RRSzEg-nBQ4
    Sulla tecnica. Non vuole limiti.
    Ma la Terra non è illimitata.
    E quindi?
    (Leggo interminabili discussioni su comunismo, capitalismo, fascismo, energia, linguaggio, sterminio degli ebrei, da cui valorizzazione della cultura ebraica oppure demonizzazione ecc. Io mi ci sono cimentato con gli allevamenti intensivi. Tutte cose soltanto apparentemente eterogenee
    Sotto sotto, come ho appena appreso da questa intervista a Emanuele Severino, c’è la Tecnica. Quella con la T maiuscola).

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ fuzzy

      “Tecnica”

      Tanto, se la Tecnica si manifesta nella Gloria, esiste fuori dal tempo come tutto il resto.

      L’impossibilità del divenire non la tocca.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

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