Una vita senza Big Tech

Di link in link, ho scoperto il bel sito Lealternative.net, dove persone che ci capiscono comunicano in linguaggio chiaro e semplice, quali sono i motivi per cui è triste diventare manodopera gratuita per le quattro o cinque multinazionali che stanno conquistando il pianeta – Apple, Samsung, Google, Amazon ecc.

O forse, più che manodopera, semplicemente materia prima, come spiega molto bene Daniela Danna.

E adesso scopro che qualche giorno fa, un video che parla di Le Alternative è stato premiato nel Salone de’ Cinquecento, qui a Firenze. Nella speranza che il nostro Comune, oltre che premiare, ascolti.

Purtroppo, WordPress non riesce a incorporare i video di Peertube, ma invito quelli più determinati ad aprire questo link. Il video non è breve, ma è importante.

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77 risposte a Una vita senza Big Tech

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    Uffa.

    Ci ho messo tanto, alla mia età, a imparare a destreggiarsi un minimo fra Facebook e Whatsapp sull’Android del mio telefonino, continuamente rimbrottato da mia figlia (“…papa’, ma te l’ho gia’ detto, i tre puntini aprono un menù… “)… e adesso mi tocca pure reimparare da capo?

    Proprio io che scritto la mia ultima routine (in FORTRAN) nello scorso millennio e che mi sono laureato quando c’erano ancora le schede perforate?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • paniscus scrive:

      “Ci ho messo tanto, alla mia età, a imparare a destreggiarsi un minimo fra Facebook e Whatsapp sull’Android del mio telefonino,”
      ———

      Per me è l’esatto contrario: ci ho messo tanto sforzo e tanta costanza, alla mia età, per tenere duro e RESISTERE contro tutte queste sirene cantanti,

      e contro tutti questi suggerimenti di assuefazione e di resa, in base al “tanto ormai è indispensabile” e al “tanto ormai bisogna rassegnarsi perché ce l’hanno tutti”…

      …che adesso dovrei pure rimangiarmi tutto e cedere, proprio dopo aver avuto le prove che vivo bene anche senza?

      Se non mi sono fatta un account su facebook quando era la massima novità entusiasmante sulla cresta dell’onda… dovrei farmelo adesso che sta passando di moda miseramente? E se ho dimostrato a me stessa e ad altri di poter sopravvivere senza whatsapp per 10 anni in cui già si cominciava a dire che “ce l’hanno tutti”, dovrei cambiare idea adesso? Boh!

      • roberto scrive:

        ma infatti sono fondamentalmente gusti pesonali

        nel servizio (interessante) postato da miguel* ad un certo punto un tizio dice “piuttosto che non vendere i miei dati personali spendo x euri al mese”…capisco, ma personalmente sono molto contento di risparmiare quei X euri al mese anche se poi google sa che cerco di comprare mutande da donna e mi manda le pubblicità

        *ho colto solo io l’ironia della situazione che sotto un articolo “degooglizziamoci” leggo “WordPress non riesce a incorporare i video di Peertube”? è un’altro gusto personale, mi sta benissimo come funziona youtube

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Roberto

          “euri”

          Esatto.

          Non vedo perché spendere per qualcosa che posso avere gratis.

          Vengono a vedere se bevo vino o birra? Tanto se vogliono lo sanno lo stesso.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “personalmente sono molto contento di risparmiare quei X euri al mese anche se poi google sa che cerco di comprare mutande da donna e mi manda le pubblicità”

          Bene, io preferisco pagare 48 euro l’anno a Protonmail, piuttosto che essere complice del fatto che Google mi usi come cavia.

          Non per vendermi pubblicità che è il minimo, ma per sapere tutto sulla specie umana, su ogni respiro, ogni emozione, ogni movimento, ogni orario.

          Se qualcuno saprà esattamente come esaltare o deprimere la nostra specie, o farle bere il cianuro, non sarà per colpa mia.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Sempre rimanendo fuori dall’informatica, i social ecc.

    Siete rimasti senza idee per un regalo sobrio ma elegantissimo?

    Un autentico, inimitabile gioiello del Madre in Italy senza il minimo collegamento a Internet?

    Un modo efficace per dimostrare i vostri sentimenti al vostro prossimo e anche a chi sta più lontano da Voi?

    Un modo per dimostrare la vostra cultura e il vostro legame alle radici d’Italia?

    Ecco qui la novità del Natale 2021!

    https://www.linkedin.com/posts/francogussalliberetta_berettasl3-sl3dante-dantealighieri-ugcPost-6877204844961169408-mAkG

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      Sicuramente costerà un botto, altrimenti avrei in mente almeno due tre amici che lo apprezzerebbero molto come regalo.

      Io purtroppo non ho il porto d’armi, quindi non me ne farei niente.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “Ecco qui la novità del Natale 2021!”

      FANTASTICO! (scusate il caps lock, quando ci vuole ci vuole…)

    • tomar scrive:

      caro Andrea, scusa se passo dal Beretta al berrettone nucleare, ma vorrei sentire la tua opinione su quanto afferma oggi in un intervista Angelo Tartaglia (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/21/nucleare-di-quarta-generazione-non-esiste-includerlo-nel-piano-green-della-ue-e-un-suicidio-il-prof-tartaglia-smonta-le-teorie-pro-atomo-non-e-ne-sicuro-ne-pulito/6432609/).
      Premesso che non sono un antinuclearista ideologico (come mia moglie giapponese) ma pragmatico, te lo chiedo in quanto seguendo i tuoi interventi ne ho ricavato un’assoluta fiducia nella tua onestà intellettuale.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ tomar

        “nucleare”

        Stamattina ho risposto proprio allo stesso link nei commenti all’articolo, con il nickname Sus-anna.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ tomar

        “nucleare”

        Non trovo più il mio commento nel sito, per cui lo riassumo qui.

        A) Le scorie prodotte da tutto il nucleare del mondo finora stanno in una piscina. La CO2 la produciamo e la gettiamo in atmosfera a decine di miliardi di tonnellate l’anno. Le scorie decadono; la CO2 no.

        B) le rinnovabili sono intermittenti. Coprirne i buchi richiede comunque l’uso di centrali a combustibile fossile o di centrali nucleari.

        C) Costruzione e manutenzione di centrali rinnovabili sono parecchio inquinanti. Ad esempio, il neodimio necessario ai magneti di un generatore eolico è scavato in miniere non certo eco-friendly. A parità di energia prodotta, l’impronta ecologica delle rinnovabili non è inferiore a quella del nucleare.

        Aggiungo un quarto punto:

        d) i morti del Vajont sono più di quelli di Chernobyl, Fukushima e Tree Miles Island messi insieme. Eppure nessuno si è sognato di chiudere gli impianti idroelettrici.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Le scorie decadono; la CO2 no.”

          Poi si scoprì che esistevano delle cose chiamate “piante”…

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ mauricius tarvisii

            “piante”

            Ci mettono di più le piante a far sparire la CO2 che il 90% delle scorie nucleari a diventare innocue.

            Solo che le tonnellate di scorie nucleari sono decine di migliaia, quelle di CO2 decine di miliardi.

            https://www.viessmann.co.uk/heating-advice/how-much-co2-does-tree-absorb
            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Infatti alla miniera di Asse è stato proprio come piantare qualche albero…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “L’eccezione conferma la regola”

                Articolo pieno di espressioni come “opportunità”, “economia circolare”, “nessuna evidenza di rischio”, per dire che anche il nucleare, come la plastica, si può in parte riciclare, per poi restare con un nucleo solido di roba killer, che però in parte smette di essere pericoloso dopo 350 anni e smette del tutto di esserlo in qualche decina di migliaia di anni, il tempo che ci separa dall’Uomo di Cro Magnon o poco più.

                Non vuol dire che sia peggio di altre forme di energia, ma ormai il linguaggio “adesso ti spaccio qualunque cosa per verde” lo riconosco al volo.

                Bello l’articolo sugli alberi.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “…e gli alberi non sono la soluzione”

                Al contrario della miniera di Asse 😀

              • Fuzzy scrive:

                https://www.resilience.org/stories/2021-10-27/fincastle-sustainable-hill-farming-is-the-future/
                Rimboschire i pascoli.

                Riguardo alla “soluzione” univoca mi pare proprio che non ci sia.
                Diciamo che ci sono diversi elementi incasellati l’uno nell’altro: economia, pandemia, crisi energetica e altro, che stanno tutti insieme determinando uno scenario di crisi in cui le emissioni dovranno calare per forza. È che nessuno, questo, se lo vuole sentir dire.

                Il nucleare evoca l’idea di poter risolvere ogni problema con la forza bruta della tecnologia. Però bisognerebbe moltiplicare il numero delle centrali in giro per il mondo, incrementando a dismisura il rischio di incidenti e la quantità di scorie, il consumo di combustibile, di acqua, di cemento ecc. Rischi di proliferazione nucleare incontrollata. E poi la dismissione è complicatissima
                https://valori.it/nucleare-vecchie-centrali-francia-smantellamento/
                Ma mi pare che lo stesso Cingolani escluda un ritorno alle centrali nucleari tradizionali.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “circolare”

                Il linguaggio è fuffa, la sostanza no.

                Parafrasando Kant, migliaia di tonnellate di scorie stoccate (sottoterra) non saranno mai miliardi di tonnellate di CO2 scaricate (nell’ambiente).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ fuzzy

                “Cingolani”

                A parte che Cingolani esclude appunto il nucleare tradizionale, siamo sempre lì.

                Ogni processo di trasformazione di energia ha un’efficienza minore di 1.

                Con una fonte efficiente, per ottenere 100 Watt ne spendo 110 e 10 li butto nell’ambiente. Con una fonte inefficiente, per ottenere 100 Watt ne sapendo 1000 e 900 li butto nell’ambiente.

                In entrambi i casi i Watt buttati nell’ambiente lo degradano, perché l’ambiente è una biosfera che cerca di tener bassa la propria entropia mentre i Watt che gli butto dentro gliela aumentano.

                Quindi una fonte efficiente rovina meno l’ambiente di una inefficiente a parità di potenza prodotta.

                L’efficienza ha un limite superiore invalicabile (e sempre inferiore a 1) che sale all’aumentare del salto fra la temperatura massima e quella minima cui la fonte di energia si trova a lavorare.

                Come le biomasse, la fonte di energia muscolare di schiavi e animali da tiro, le rinnovabili sono fonti che funzionano con un salto di temperatura inferiore a quello dei fossili e del nucleare.

                (Questo è il motivo tra l’altro per cui la rivoluzione industriale è stata possibile solo abbandonando legname e schiavi per il carbone prima e il petrolio poi).

                Così, ad esempio, a parità di potenza prodotta (e per quanto lo si sviluppi tecnologicamente) un impianto eolico non impatta mai meno di un impianto nucleare.

                Per rendersene conto basta vedere l’impronta ecologica delle miniere di terre rare necessarie ai magneti del generatore della pala, o anche calcolare l’energia richiesta per sostituire un generatore offshore grippato a novanta metri d’altezza.

                Non a caso per utilizzare praticamente le rinnovabili si usa metano per tappare i giganteschi buchi lasciati dalla loro intermittenza: gli impianti di accumulo di energia elettrica della taglia richiesta, infatti, sono futuribili, arriva prima la fusione nucleare (ed è tutto dire).

                Gli antinucleari più lucidi (come Martinez) ammettono infatti che per evitare il nucleare occorre abbattere la potenza prodotta.

                Come ciò sia possibile con sette miliardi di esseri umani, io non lo so.

                A salvare capra e cavoli (alta efficienza e tanta potenza per tante persone) alla lunga o interviene la fusione nucleare (decenni) o ce ne andiamo tutti nello spazio (secoli) o sfruttiamo le altissime temperature del mantello terrestre (con quali materiali?). Sul breve termine, o nucleare o tanto, tanto effetto serra.

                Ma specchietti e girandole sono fuffa per le allodole.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Con una fonte efficiente, per ottenere 100 Watt ne spendo 110 e 10 li butto nell’ambiente. Con una fonte inefficiente, per ottenere 100 Watt ne sapendo 1000 e 900 li butto nell’ambiente. ”

                Temo che il conto vada fatto al contrario.

                Non saprei dirtelo al volo in numeri, e so che è un po’ confuso, ma il mio ragionamento è questo.

                Schiavi e legno, MOLTO inefficienti. Quindi sprecano molta energia rispetto all’obiettivo immediato (tipo costruire piramidi), con due buoni risultati – fanno poche piramidi e i loro rifiuti sono facilmente riciclabili.

                Motori a carbone e a petrolio. MOLTO più efficaci. E quindi cementificano il pianeta, sbucaltano le montagne, avvelenano il mare e producono rifiuti che non si smaltiscono.

                Motore atomici. EFFICIENTISSIMO. E quindi capace di fare danni incalcolabili, rispetto a quelli che fanno i motori a petrolio e a carbone.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Gli antinucleari più lucidi (come Martinez) ammettono infatti che per evitare il nucleare occorre abbattere la potenza prodotta. ”

                Grazie!

                Poniamo tanto per chiacchierare, che i motori a petrolio siano efficaci al 50%, quelli atomici al 90%.

                Quello che tu stai dicendo è:

                1) uso 1000 di petrolio per ottenere 500.

                2) uso 550 di nucleare per ottenere 500.

                Invece si userà 1000 di nucleare per ottenere 900, cioè per ottenere un aumento dell’80% di devastazione, inquinamento, cementificazione e tutto il resto (meno CO2).

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Parafrasando Kant, migliaia di tonnellate di scorie stoccate (sottoterra) non saranno mai miliardi di tonnellate di CO2 scaricate (nell’ambiente).”

                E migliaia di tonnellate di CO2 scaricate non saranno migliaia di tonnellate di scorie stoccate. Non so cosa potrà mai voler dimostrare, ma è bella la simmetria.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mauricius Tarvisii

                “migliaia”

                Non migliaia, miliardi di tonnellate di CO2.

                Il cambiamento climatico è irreversibile, al contrario delle radioattività delle scorie.

                https://www.pnas.org/content/106/6/1704?sid4fdad7e-23ad-4d54-a3c6-75041ad31328

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • daouda scrive:

                la CO2 stabilizza il calore che già aumenta da sè ossia la causalità che spacci MM è inversa. Lo scrivo così a cazzo, getto semi…

              • daouda scrive:

                la cosa bella è che la diminuzione di potenza non sia associata colpevolmente ad una certa dose di sterminio.

                Grande bug logico…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Daouda

                “la cosa bella è che la diminuzione di potenza non sia associata colpevolmente ad una certa dose di sterminio. ”

                Mamma mia, questa vecchissima tirata di destra!

                “Ah, tu dici che se la popolazione aumenta e consuma di più, su un pianeta dalle risorse finite, ci saranno dei problemi? Misantropo! Sterminatore!”

                Bene, la gente di destra sappia che NON DIPENDE DA ME.

                Voi dite che il pianeta sopporta 1 miliardo di persone che consumano ciascuna per 1. Fanno 1 miliardo unità-consumo. Ci sta.

                Poi raddoppiate il numero delle persone, ma raddoppiate anche i consumi, perché poverini, non possono vivere nell’Età della Pietra. E così arriviamo a 2 miliardi di persone, che sono pari però a 4 miliardi di unità consumo.

                Oggi siamo a 8 miliardi di persone, ciascuna delle quali consuma per 8 (in realtà è di più), diciamo quindi 64 miliardi di unità-consumo.

                Appena si comincia a dire che è un problema, quelli di Destra ti danno dello Sterminatore Folle Seguace di Malthus.

                Bene dicano loro dove passa il confine:

                64 miliardi di unità consumo non sono troppi?

                128, 256, 512, 1024? A un certo punto si arriverà al limite, no?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “1000”

                Infatti ho sempre ragionato a parità di potenza.

                Logico che se si aumentano i consumi, o perché la popolazione cresce o perché ne cresce il tenore di vita, i conti sballano.

                Se si ragiona a parità di impatto sull’ambiente, invece, l’aumento dei consumi richiede comunque un aumento dell’efficienza (e a maggior ragione serve il nucleare, da fusione se possibile, da fissione se necessario).

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Logico che se si aumentano i consumi”

                No. Io ho detto che se aumenta l’offerta energetica (nel senso di energia efficiente), aumentano i consumi e tutto il resto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ daouda

                “sterminio”

                Giusto.

                Ogni previsione di riduzione della totalità dei consumi energetici della specie umana richiede un arresto della crescita demografica, se non una vera e propria riduzione della popolazione.

                E dato l’allungarsi della vita media, è difficile immaginare una riduzione senza un qualche sterminio.

                E’ già successo, del resto:

                https://amp.theguardian.com/theguardian/2011/jan/26/genghis-khan-eco-warrior

                ed è possibile che si ripeta.

                Cfr.

                Xia, L., A. Robock, M. Mills, A. Stenke,
                and I. Helfand (2015), Decadal
                reduction of Chinese agriculture after a
                regional nuclear war, Earth’s Future, 3
                37–48, doi:10.1002/2014EF000283.

                Coupe, J., Bardeen, C. G., Robock, A., &
                Toon, O. B. (2019). Nuclear winter
                responses to nuclear war between the
                United States and Russia in the Whole
                Atmosphere Community Climate
                Model Version 4 and the Goddard
                Institute for Space Studies ModelE.
                Journal of Geophysical Research:
                Atmospheres, 124. https://doi.org/
                10.1029/2019JD030509

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ martinez

                “No”

                Al tempo. Tu hai scritto:

                “Quello che tu stai dicendo è:

                1) uso 1000 di petrolio per ottenere 500.

                2) uso 550 di nucleare per ottenere 500.”

                E io ti dico: magari!

                Già usando 550 invece di 1000 risparmiamo 450 di spazzatura nell’ambiente. Intanto cominciamo da qui.

                Altro che invocare energie “pulite” che poi richiedono per funzionare quasi più energia di quella che forniscono (come ben dimostra questa foto di quello che succede quando una pala eolica si grippa:

                https://images.app.goo.gl/A187APpS4WStmte17

                … 🙂 )

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “E io ti dico: magari!

                Già usando 550 invece di 1000 risparmiamo 450 di spazzatura nell’ambiente. Intanto cominciamo da qui. ”

                Infatti, diventerei filonuclearisti anch’io.

                Il problema è che non ci si ferma proprio qui!

                Qualunque ditta investe ciò che riesce a risparmiare nel produrre di più.

              • daouda scrive:

                Senti pezzo di merda, non giocare a destra e sinistra, progressismo o retrogradismo, liberismo o socialismo, razionalismo o pragmatismo con me.
                Rispondi una buona volta invece di girartela come te pare facendo cassa di risonanza alle idiozie di Ugo Bardi, col culo al caldo da buon ipocrita leccaculo.

                “Ah, tu dici che se la popolazione aumenta e consuma di più, su un pianeta dalle risorse finite, ci saranno dei problemi? Misantropo! Sterminatore!”

                Tu ragioni all’inverso perché non vuoi ammettere che non conti un cazzo, che sei complice in tutto e per tutto, e sei un vanitoso.

                Un conto è fronteggiare ed impedire , un conto e rimodulare, un conto è quello che proponi tu che è uccidere la gente ed impedirgli di essere occidentale come te perché sei un privilegiato. Perché st’ultima cosa ti impedisce di dirti che la maggioranza dei poveri del mondo bramano l’occidentalismo ergo ammettere che sono dei deboli venduti , degli stupidi sobillati, e soprattutto dei codardi omologati.

                Visto che neghi dunque i dati di fatto, sei complice tondo tondo e ti inventi soluzioni sterminatrici per pulirti la coscienza, che tanto mica che applicherai te, merda che non sei altro.

                -Voi dite che il pianeta sopporta 1 miliardo di persone che consumano ciascuna per 1. Fanno 1 miliardo unità-consumo-

                Io non ho mai detto un cazzo , vile.

                “Poi raddoppiate il numero delle persone, ma raddoppiate anche i consumi, perché poverini, non possono vivere nell’Età della Pietra. E così arriviamo a 2 miliardi di persone, che sono pari però a 4 miliardi di unità consumo”

                Non ti rendi conto che in realtà lo stai facendo tu che vuoi insgnare a vivere alla popolazione 1 in rapporto ad 1/2 od a 1/3 ??? Sei te che lo fai, idiota.

                MA il discorso più ridicolo è chiedersi se siano troppi che implica a) che la terra sia un essere senziente ( quindi infondo sei il solito riciclo dei circoli esoteristi , degno di ogni infame quale tu sei ) b) che la vita empirica sia eterna, come se poi te ne freghi qualcosa c) come se il problema risorse sia IL problema e non un mero problema fra gli altri, che i badroni stanno già risolvendo per noi e per loro nonostante le tue fole.

                Sei proprio na cassa de risonanza del marciume.

                Già mi premurerei un interrogativo sullo stabilire se si sia troppi, o pochi , o se abbia senso sta domanda.
                MA tu che poi non hai soluzioni che non siano deleghe e comunque interventi coestensivamente dannosi su altri piani, ha già la pappa pronta.

                Smettila, sei cresciuto cazzo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Daouda

                “Un conto è fronteggiare ed impedire , un conto e rimodulare, un conto è quello che proponi tu che è uccidere la gente ed impedirgli di essere occidentale come te perché sei un privilegiato. ”

                Non è che lo propongo, lo faccio.

                Non so più dove mettere i cadaveri.

              • Daouda scrive:

                Dovrei aver acceso la tua attenzione, ora.

                Bene. Lo sai che quel che fai è inutile e spesso controproducente?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              “il bello è che non ci si ferma proprio qui”

              Ecco, intanto pensiamo ad arrivarci. Poi semmai ci preoccuperemo delle conseguenze. Il meglio è nemico del bene.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “Ecco, intanto pensiamo ad arrivarci. Poi semmai ci preoccuperemo delle conseguenze. ”

                beh, è esattamente quello che succederà, ed è sempre successo.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ tomar

        “intellettuale”

        Ah, e naturalmente ti ringrazio per la stima! 🙂

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  3. mariad scrive:

    Buon Natale…con tanta Tech

  4. fuzzy scrive:

    https://www.resilience.org/stories/2021-12-10/andrew-nikiforuk-on-getting-real-about-our-crises/

    “Puoi dire di più sulla connessione tra la tecnosfera e le società totalitarie?” ha chiesto un ascoltatore. “Come vede le connessioni tra dittature e tecnosfera?”

    Questo è un argomento per un saggio molto più lungo. La tecnosfera, per definizione, offre un solo sistema di pensiero e di funzionamento (trionfo della tecnica su tutti gli sforzi) e da decenni erode le libertà umane. Crea semplicemente dipendenti o detenuti. Gli influencer sociali ora dicono ai suoi residenti cosa comprare e come comportarsi. In quanto tale, la tecnosfera è diventata un ambiente onnicomprensivo per i cittadini, siano essi le cosiddette democrazie o società totalitarie.

    La principale differenza tra i due è semplicemente il grado in cui le tecniche sono state applicate per dare allo stato un controllo più totale sui suoi cittadini. Sia nelle società democratiche che in quelle totalitarie, le élite tecniche estraggono attivamente dati dai cittadini in modo che le informazioni possano essere utilizzate per progettare, monitorare e monitorare il comportamento dei loro cittadini ansiosi e infelici in una società tecnologica. (Non si può vivere in una società tecnologica senza diventare un’astrazione.) Lo stato cinese non nasconde le sue intenzioni; l’Occidente si aggrappa ancora alle sue illusioni di libertà.

    Proprio come la tecnosfera ha sostituito il canto degli uccelli con i segnali acustici digitali, l’impero tecnologico ha sostituito sempre più il linguaggio significativo con il linguaggio tecnico.

    Un mondo dominato dal pensiero riduzionista e meccanicistico ha prodotto un proprio linguaggio simile a un Lego completamente separato dalla realtà naturale. Decenni fa il linguista tedesco Uwe Poerksen ha chiamato questa nuova lingua in evoluzione “parole di plastica”.

    Esperti, tecnici, politici e futuristi utilizzano questo linguaggio plastico per confondere, confondere e offuscare. Poerksen nota che queste parole sono gravide di denaro, mancano di dimensione storica e non si riferiscono a nessun luogo locale o speciale. Questo linguaggio, avulso da ogni contesto, fa pensare a ciò che un bulldozer fa a una foresta. Lo appiattisce.

    “Cosa comprare e come comportarsi”. Risultato: sempre più tecnosfera. In teoria. Perchè in realtà qualche problemino ci potrebbe essere.
    https://www.aspoitalia.it/index.php/articoli/articoli-dei-soci/385-gli-ultimi-giapponesi-nella-giungla

  5. daouda scrive:

    CHI HA UN CONTO IN BANCA FRA DI VOI?

  6. Peucezio scrive:

    O.T.:
    ogni tanto qualche voce ottimista:
    https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10225876307510395
    che cita:
    https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-12-22/omicron-has-80-lower-risk-of-hospitalization-new-study-shows

    Comunque in effetti non si capisce perché in Sudafrica, dove più della metà non sono vaccinati manco con mezza dose, la variante Omicron, che ormai dilaga, è poco più di un raffreddore, al massimo una bronchite, con bassi decessi e ospedalizzazione, e in Europa dovrebbe fare stragi immani, tipo peste nera, coi morti a carrettate accatastati ad alti mucchi nelle pubbliche piazze.

    • firmato winston scrive:

      con qualche settimana di ritardo, ma meglio tardi che mai:

      https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10225876307510395

      Guido Silvestri 3 ore fa

      IMPORTANTE AGGIORNAMENTO SU OMICRON

      Mentre i media mainstream straparlano di “Tsunami Omicron” e quelli “alternativi” delirano di vaccini tossici e di dittatura degli scienziati, ci sono tre fatti importanti che stanno emergendo sulla nuovo variante che meriterebbero una seria discussione.

      Nel mio piccolo io continuo a provarci, nonostante i mille impegni e la stanchezza, perché credo ancora nella speranza di poter dare un contributo, magari anche molto modesto, perché il mio paese lontano esca da questa ondata di isteria collettiva che sembra averlo preso in queste ultime settimane.

      Questi fatti sono:

      1. La letalità calcolata di COVID-Omicron (in gergo tecnico: Infection Fatality Rate, cioè il rapporto tra numero dei decessi e numero dei casi osservati) sembra molto più bassa di quella delle varianti precedenti. Il dato dal Sudafrica su quasi 400.000 casi parla di 0.26% di letalità, paragonata al 2.5%-4.0% delle ondate precedenti. Questo nonostante la popolazione sia pienamente vaccinata solo al 26.3% (42% degli adulti). In accordo con questa osservazione, la pressione sulle terapie intensive del Sudafrica – un paese da 60 milioni di abitanti – rimane bassa, con un totale di 546 letti occupati (molto meno che in Italia).

      2. E’ di oggi la notizia dello studio del National Institute for Communicable Diseases del governo sudafricano diretto da Nicole Walter e Cheryl Cohen, secondo cui il rischio di ospedalizzazione nei pazienti che hanno contratto Omicron è il 20% di quello osservato nei pazienti che avevano contratto Delta (per essere chiari, se il rischio di finire in ospedale per Delta fosse stato del 5%, per Omicron sarebbe del 1%). Nonostante lo studio utilizzi controlli storici (Delta è sparita dal Sudafrica adesso) l’analisi è stata fatta dopo aver corretto per età, sesso ed anamnesi positiva per aver contratto l’infezione in precedenza.

      3. E’ dei giorni scorsi lo studio molto interessante della LKS Faculty of Medicine alla Università di Hong Kong, diretto da Michael Chan Chi-wai e John Nicholls, secondo cui la variante Omicron è più efficace nell’infettare le cellule delle alte vie respiratorie e dei bronchi ma meno efficiente nell’infettare quelle del tessuto polmonare profondo. Questo studio potrebbe rappresentare la base meccanistica della minore severità clinica osservata in Sudafrica, in quanto la polmonite interstiziale con danno alveolare diffuso e conseguenti complicanze sistemiche è l’elemento centrale nella patogenesi del COVID severo.

      Per una volta chiederei a chi segue questa pagina di diffondere questo post il più possible, cercando di suscitare nei media e soprattutto nei politici (ed in chi li consiglia) una discussione seria, pacata, pragmatica e basata sui fatti, e su come questi dati possano essere usati per rimodulare il nostro approccio legislativo e comunicativo alla pandemia.

  7. mirkhond scrive:

    Nato vs Russia: i venti di guerra minacciano di diventare bufera

    I venti di guerra in Europa orientale minacciano di diventare bufera. Guerra: è una parola grave. Sta di fatto che la NATO ha sostanzialmente respinto ieri, martedì 21 dicembre, le richieste che la scorsa settimana la Russia ha pubblicato su internet a proposito della situazione in Europa. Per la precisione, le ha pubblicate sul sito del Ministero degli Esteri.

    Non è mica tanto usuale che un Paese dica urbi et orbi quali sono le sue condizioni per evitare un’escalation militare. Se la Russia l’ha fatto, significa che non vuole assolutamente tornare indietro e che anzi si sente in condizione di andare avanti. Ha l’appoggio (diplomatico) della Cina e probabilmente anche quello dell’India.

    Putin sostanzialmente chiede che la NATO non si espanda più nell’Europa orientale – ovvero: che non inglobi anche l’Ucraina – e che non ci siano armi NATO in Europa centrale ed orientale. E NATO significa sostanzialmente Stati Uniti.

    E’ infatti molto preoccupato per i missili NATO MK41 dispiegati in Romania. Potrebbero colpire Mosca in 5-10 minuti: troppo poco tempo per organizzare qualsiasi difesa. Inoltre non vuole assolutamente che armi del genere arrivino anche in Ucraina, ancor più vicina ai confini russi.

    Per tutta risposta, il segretario generale della NATO Stoltenberg ha affermato ieri che l’Ucraina deve poter scegliere se entrare o meno nella NATO. E l’Ucraina vuole entrarci. Quindi per la NATO va bene se lo fa. E per gli Stati Uniti? Anche secondo loro la decisione spetta solo all’Ucraina. Quindi…

    Impossibile prevedere come si evolverà la situazione: che è decisamente seria. L’Unione Europea – cioè noi – è nella posizione più scomoda per vari motivi. Le ragioni geografiche; il fatto 21 dei suoi 27 membri fanno parte anche nella NATO; la necessità ormai drammatica di continuare ad approvvigionarsi di gas russo per produrre elettricità. Ciliegine sulla torta, la Russia continua ad ammassare truppe in prossimità del confine ucraino e la Bielorussia è disposta a consentire alla Russia di dispiegare armi nucleari – armi nucleari – sul suo territorio.

    Ieri il gas russo ha smesso di affluire nell’UE attraverso il gasdotto Yamal, che ora anzi serve alla Russia per riprendersi indietro il suo gas stoccato nell’UE. Il gas russo arriva solo via Ucraina e via Nord Stream I (il Nord Stream II è sempre in freezer). Dal Nord Africa non arriva praticamente nulla. Il gas continua ad affluire dalla Norvegia, che però offre solo il 20% del fabbisogno UE.

    In questo quadro, l’UE parla esclusivamente per avvertire la Russia di “gravi conseguenze” qualora aggredisse l’Ucraina. Praticamente a Bruxelles sono disposti ad immolare le necessità dei cittadini e delle aziende – senza gas russo, niente riscaldamento e niente elettricità – sull’altare di un’alleanza di ferro con gli Stati Uniti. Ai quali oltretutto dell’UE in sé importa ormai ben poco.

    GIULIA BURGAZZI

    https://visionetv.it/nato-vs-russia-i-venti-di-guerra-minacciano-di-diventare-bufera/

  8. Peucezio scrive:

    Dovrebbero arrivare con le truppe a Leopoli.

  9. mirkhond scrive:

    Con l’atomica non vince nessuno. Cosa che negli USA evidentemente, si sono dimenticati di prendere in considerazione.

  10. Moi scrive:

    MERRY GENDER-MAS 😉

    L’attivista Riccardo Simonetti, ambiasciatore speciale Ue per i diritti Lgbt, si è fatto ritrarre nei panni della Vergine Maria in versione trans. Dopo il tentato bavaglio alle feste e ai nomi cristiani, ecco il Natale politically correct

    https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vergine-maria-diventa-trans-provocazione-choc-dellattivista-1994227.html

    • Moi scrive:

      Medieval Christians did not care what race the Virgin Mary was.

      https://www.publicmedievalist.com/mary-beautiful-black/

      Professor Fulton Brown appeared to be arguing that the Middle Ages could not be used to support modern white supremacism, because medieval people were not racist.

      We here at The Public Medievalist have taken some rather great pains in the past nine months to uncover the answer of the deceptively simple question ‘Were medieval people racist?’ The answer has been, as they almost always are with deceptively simple questions like this, ‘it’s complicated’. But in that complexity, the answer is certainly not a simple ‘no’.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    credo che a questa signora, negli anni Settanta, avrebbero dedicato un film, molto gettonato dagli adolescenti di provincia:

    https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/12/23/news/atti_sessuali_con_minori_arrestata_insegnante-331303146/

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