Visioni fiorentine

Fa buio presto.

Incrocio Matthias, il nostro freedom fighter in exile, rifugiato politico dalla Svezia.

Mi racconta che dormiva in una tenda sulle sponde dell’Arno, poi si sono presentati due tizi dicendogli che erano della polizia, e gliel’hanno portata via.

“Ma non penso che la polizia possa…”

“Probabilmente non erano veramente della polizia, ma cosa potevo fare? In questo periodo non posso nemmeno andare all’Internet Point per scrivere. Comunque adesso ho un telone di plastica”.

Matthias scompare nelle tenebre con i suoi fagotti, il suo sguardo sempre intenso e serio, e ogni volta che gli do qualche euro, mi guarda quasi sorpreso, prima di ringraziare.

Arrivo a casa, do un’occhiata a un articolo pubblicato da Nature, uno dei mille modelli che fanno proiezioni sul nostro futuro: due scienziati ci annunciano che secondo il loro modello, abbiamo già passato il mitico point of no return, nel processo di collasso climatico.

Veramente lo sapevo già. Il punto di non ritorno fu lo sbarco di Colombo in America, ma è confortante sapere che anche qualche scienziato comincia ad accorgersene, con cinque secoli di ritardo.

Nel nostro convento di San Marco, un affresco di Fra Angelico riporta la frase attribuita a Dionigi l’Aeropagita:

Aut Deus naturæ patitur, aut mundi machina dissolvetur

O è il Dio della natura che patisce, o è la struttura del mondo che si dissolve

Leggo pure che l’associazione mondiale degli imprenditori delle linee aeree e l’associazione mondiale dei loro dipendenti chiedono di rilanciare il traffico aereo mondiale.

Non perché serva a nulla, ma se la corsa al disastro si rallenta, quasi cinque milioni di persone rischiano di perdere il lavoro.

E poi leggo che l’ottanta percento degli statunitensi lavorano nei servizi, che è un modo gentile per descrivere gli schiavi addetti a sventolare i faraoni con le piume e attività analoghe.

La notte sale un gran vento gelido da est, che fa risuonare tutta la casa in maniera cupa, e la gatta grigia mi si stringe vicina e fa le fusa.

Gianluca Botta, di cui vi parlavo ieri, e che dorme “davanti all’ospedale”, mi scrive:

Secondo me oggi potrebbe fa fresco

Ahaha

E mi manda una foto:

Fuori c’è la Luna chiara vicina a Saturno e Giove che si avviano alla Grande Congiunzione, che avrà luogo al Solstizio.

John Case, misterioso visionario inglese di fine Seicento parlò così dell’imminente Great Conjunction del suo tempo:

Titano e Lucina, le due grandi lampade o luci del Cielo, mi informano che ci sarà… tra breve una grande mortalità e peste nella maggior parte d’Europa con strani segni da vedere nel cielo stellato, grandi malattie ecc. in Francia, a Napoli, in Spagna, in Inghilterra, anzi in tutto il mondo… La notizia successiva viene da Lucina la Luce Minore, e minaccia rivolte e tumulti tra il popolo contro i capi e regnanti, a causa della scarsità di pane e della morte del commercio“.

Al risveglio, scopro che il Confcommercio toscano ha proclamato lo sciopero fiscale.

Tutto l’immenso, antico mondo di bottegai toscani, di artigiani, speziali, vinattieri, farsettai, albergatori, oliandoli, beccai, albergatori, vaiai, con i loro pregi e difetti, con le loro avide meschinità e la loro umanità, la loro astuzia e umorismo, costituiscono i tre quarti dell’economia regionale.

E sono spartiti quasi alla pari tra Confcommercio e Confesercenti.

I primi cautissimamente di centrocentrodestra, i secondi altrettanto cautissimamente di centrocentrosinistra, ma entrambi inscindibili dal sistema toscano stesso.

Capaci da sempre di trovare mille modi di aggirare le leggi, ma questa volta le sfidano:

La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini ha scritto al presidente della confederazione nazionale del terziario Carlo Sangalli per comunicare che 50mila imprese toscane non pagheranno più tasse e imposte.

Una forma di protesta, quella dello sciopero fiscale, alla quale la categoria si sente costretta “per gli stessi motivi per i quali vi fecero ricorso in altre epoche il Mahatma Gandhi o i padri costituenti degli Stati Uniti d’America o il popolo francese durante la Rivoluzione. Per mille validissimi motivi, ultimo dei quali uno che supera e comprende tutti gli altri: le nostre aziende non hanno più risorse e preferiamo continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori rispetto ad uno Stato che non comprende, anzi calpesta, le nostre ragioni di esistere”, spiega la presidente Anna Lapini.

Usciamo per le strade quasi deserte, girano solo fantasmi con le mascherine usaegetta.

Un sole splendido e un vento gelido.

Sulle sponde dell’Arno, a San Niccolò, nel parco che ha inventato una nostra amica (lo scopro per caso, c’è un cartello con il suo nome), un misterioso personaggio ha creato un regno per sé.

All’ingresso, una barricata costruita con grande cura.

Un’immagine indica cosa succederà a chi valica la frontiera.

Bud Spencer ficca la sua pistola nel naso del presuntuoso che cerca di passare

Un passeggino con dentro un libro sistemato con cura, il cui titolo non riesco a decifrare.

E poi un albero di Natale tutto addobbato.

Il vento dell’est piega le canne, e un cormorano vola solitario, con le ali che sfiorano l’acqua del fiume.

Mi ricordo sempre dell’augurio di Ugo Bardi, che tu possa vivere tempi interessanti.

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54 risposte a Visioni fiorentine

  1. Z. scrive:

    E visto che il punto di non ritorno l’abbiamo superato, suggerirei di smetterla con cose tipo “carbon tax” e “plastic tax”.

    Le risorse esistono per essere consumate. E lo saranno: se non da questa generazione, da quelle future. Con quale diritto un avvenire senza futuro cerca di negarci questo diritto presente? Prendiamo ciò che è nostro, mangiamo e divoriamo a sazietà.

    • roberto scrive:

      Giusto

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Zeta

      “Le risorse esistono per essere consumate. ”

      Lo pensano sia Dio:

      E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
      27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
      28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
      29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.

      sia il coronavirus, ovviamente dal punto di vista suo: godiamoci l’umanità, prendiamo ciò che è nosrtro e divoriamo a sazietà.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Zeta

      “E visto che il punto di non ritorno l’abbiamo superato, suggerirei di smetterla con cose tipo “carbon tax” e “plastic tax”.”

      Comunque, tocchi un argomento interessante.

      Diciamo che sappiamo con quanta certezza ci possano dare gli scienziati (la scienza in sé non ne può dare), che se l’umanità continua su questa strada, va incontro alla catastrofe.

      In teoria, potrebbe essere possibile a un certo momento per tutta l’umanità di pentirsi, cambiare rotta e comportamento: io ci credo poco, ma facciamo finta che sia possibile.

      Perché il Grande Pentimento serva a qualcosa, dovrebbe avvenire prima e non dopo il Punto di Non Ritorno.

      Ora, esistono tantissimi modelli, che tendono tutti a situare il Punto di Non Ritorno di un dato problema (di solito si limitano al CO2, che non è certo l’unico problema) in un futuro abbastanza vicino.

      Questo ha un effetto psicologico molto forte: “esiste un unico problema. E’ pericolosissimo. Ma se ci mobilitiamo subito, possiamo risolverlo e vivere sempre felici e contenti dopo.”

      E’ interessante invece riflettere sulla possibilità che il “Punto di Non Ritorno” sia già stato superato. E anche sulla reazione di chi dice, “non può essere vero, perché allora non possiamo fare nulla”.

      Non è vero: possiamo prepararci con cura alla catastrofe, perché no?

      • PinoMamet scrive:

        Mmm

        Io leggo così:
        “1 la tesi che ci sarà una catastrofe è vera
        2 alcune persone propongono di non fare niente contro la catastrofe: visto che la tesi della catastrofe è vera, allora vuol dire che il loro è un meccanismo di rimozione psicologica
        3 invece potrebbero darsi da fare per limitare i danni della catastrofe”.

        In tutto ciò, mancano i dati che la tesi sia fondata…

        Sicuramente se ne possono trovare: ma si trovano anche le proiezioni per cui nel 2000 avremmo dovuto finire tutte le risorse…

        In ogni caso, l’argomento psicologico (“sostiene la tal tesi perché preferisce pensare così…”) vale per entrambe le tesi e in realtà sempre, quindi lo toglierei di mezzo…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Pino Mamet

          ” alcune persone propongono di non fare niente contro la catastrofe:”

          In realtà io non ne conosco.

          Conosco gente che dice, “forse rischiamo di brutto, facciamo qualcosa per prevenire!”

          Conosco gente che dice, “i gretini si sono inventati tutto, quindi non c’è bisogno di fare niente!”

          Conosco gente che dice, “bene, lo schianto è praticamente già avvenuto, come ci organizziamo per i primi soccorsi e per uscire dalle macerie?”

          Conosco poi dei cultori dello status quo che dicono che i “catastrofisti” direbbero che non bisogna fare niente, ma non è certo un problema dei catastrofisti.

        • PinoMamet scrive:

          Gli 1 e 3 dicono sostanzialmente la stessa cosa, i 2 e i 4 dicono esattamente che non occorre fare niente, solo che li descrivi in termini peggiorativi 😉 quindi direi che invece ne conosci;

          In ogni caso, continua a mancare una prova della catastrofe.
          C’è una tesi, certamente…

        • PinoMamet scrive:

          Mi attendo la domanda: bene, se secondo te non bisogna fare niente (badare: io in realtà non mi sono ancora pronunciato) allora cosa bisogna fare??
          😉 😀

          Prima o poi qualcuno la avrebbe fatta. I dibattiti da blog funzionano così…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “se secondo te non bisogna fare niente (badare: io in realtà non mi sono ancora pronunciato) allora cosa bisogna fare??”

            Esatto, idealmente bisognerebbe iniziare a fare niente, o almeno il minimo possibile.

            Non ho l’auto, le luci le accendo il meno possibile, se possibile mi metto un maglione in più e accendo il riscaldamento un’ora in meno, senza diventare vegetariano ho ridotto al minimo il consumo di carne, nel raggio di cinque chilometri vado solo a piedi.

            Cerco di comprare la frutta e la verdura da chi la produce localmente.

            Vestiti se ne comprano il meno possibile.

            Ci sarebbe ancora molto, moltissimo meno da fare ovviamente:

            “Stand up, look around and then scale that down too”.

            http://kelebeklerblog.com/2018/02/08/scale-down/

            Poi è vero che solo il potere politico riuscirebbe a ridurre il commercio internazionale, i voli, la costruzione di strade, rendere resilienti (parola bruttina, ma è bene che si inizia a usare) le comunità locali e l’agricoltura locale, ma non lo farà, per cui è meglio concentrarci su ciò che io posso fare.

            E su cosa noi possiamo fare quando il rifiuto del potere politico di fare quanto sopra darà le sue conseguenze.

          • PinoMamet scrive:

            Beh, sai che io (adesso espongo la mia tesi) credo che invece occorra fare e fare il più possibile:

            neicampi della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

            Credo (e la mia convinzione non è meno né più fondata di quella dei catastrofisti) che ci possano essere in futuro dei problemi di risorse, in gran parte in campo energetico e in gran parte risolvibili con energie alternative.

            Credo anche che i problemi ambientali siano in gran parte risolvibili; non esiste una cosa fatta che non possa essere disfatta…

          • PinoMamet scrive:

            E quindi bisogna impegnarsi per risolverli, e mantenere, anzi, reclamare lo stesso tenore di vita che si ha oggi, e migliore, anziché rassegnarsi e dire “tanto finiremmo tutti a mangiare radici quindi tanto vale cominciare subito”.

            Lo spirito emiliano-romagnolo, insomma:
            C’è da spianare una collina? Spianiamo una collina! Zappa e badile!

          • Z. scrive:

            Beh, ci sono cose fatte che non possono essere disfatte. O se preferisci, cose disfatte che è difficile rimettere a posto: l’ecosistema di Venere, ad esempio, almeno per come me l’hanno insegnato.

            Se la specie umana fosse condannata tranne che per qualche decine di migliaia di fortunati in cui non rientro, francamente, non vedo perché dovrei passare la mia giornata al buio coperto di maglioni, e farmi strangolare dai prezzi atomici del bottegaio sotto casa anziché andare al supermercato.

          • PinoMamet scrive:

            Non ti do torto.

            solo che non sono ancora sbarcato su Venere con un furgoncino di pensionati della mia zona.
            Vedi come te la ribaltano! altro che “far fiorire il deserto”!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “La tesi che ci sarà una catastrofe è vera”

          Non esattamente, ho scritto: “sappiamo con quanta certezza ci possano dare gli scienziati”.

          Fuori dal piccolo mondo degli “antigretini”, non conosco (non dico, “non esistono”) scienziati che sostengono che “stiamo andando più o meno bene, magari avremo piccoli problemi, ma sostanzialmente siamo sulla strada giusta”.

          Conosco scienziati che fanno modelli: se andiamo così il CO2 ci rovinerà entro il 2050, no entro il 2100, no entro il 2022… i ghiacci si scioglieranno entro… liberando il metano entro… facendo salire il livello del mare entro… i pesci saranno sterminati entro… il petrolio si esaurirà entro il…

          Io non credo a nessuno di questi modelli, non perché io ne sappia di più, ma perché:

          1) sono tutti a tema unico, non è possibile fare un modello che metta insieme sia il CO2 che le particelle fini che la desertificazione che la probabilità di diffusione di pandemie che…

          2) la natura tende a bilanciarsi: proprio mentre i voli aerei diventano insostenibili per l’ambiente, arriva il Covid e li riduce del 70%. Proprio mentre ci preoccupiamo che il fracking possa devastare irrimediabilmente una vasta parte del mondo, diventa economicamente insostenibile.

          Quindi prendo sempre con le pinze le cose che dicono gli scienziati.

  2. roberto scrive:

    Mi sembri un po’ severo con i servizi

    Se io ti riparo una lavastoviglie o una bicicletta sono uno schiavo che sventola?
    Eppure è un servizio, no?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Si sa che prete e guerriero erano schiavi che sventolavano, essendo entrambi prestatori di servizi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Mi sembri un po’ severo con i servizi

      Se io ti riparo una lavastoviglie o una bicicletta sono uno schiavo che sventola?
      Eppure è un servizio, no?”

      Non è un trattato di sociologia.

      Nemmeno di tipo amatoriale, come quando ho parlato della morte della classe operaia americana http://kelebeklerblog.com/2020/11/10/if-youre-wonderin-who-it-was-that-made-this-country-great/

      E’ una descrizione di due giorni e una notte di vissuto personale e di sensazioni, a Firenze.

      Poi se vogliamo anche cogliere qualche spunto da queste riflessioni, bene, diciamo che “i servizi” sono ciò che è rimasto dopo che è stata eliminata la gente “that made this country great”, la classe operaia bianca americana.

      Che poi possiamo anche ipotizzare abbia distrutto il paese, molto più di quanto avrebbero fatto tanti sventolatori di piume.

      • roberto scrive:

        certo!

        mi aveva giusto colpito questo specifico punto del tuo immaginario di vedere i prestatori di servizio come schiavi

        🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “vedere i prestatori di servizio come schiavi”

          So che il termine “schiavo” qui suscita lunghe discussioni: non sto parlando del tipo di schiavo che è stato sostituito dalla macchina, pensiamo allo schiavo di corte.

          La maggior parte degli addetti ai servizi oggi non sono esattamente l’artigiano che ha la bottega dove ripara le bici.

        • roberto scrive:

          non voglio ovviamente entre nelle tue esperienze, nei tuoi immaginari, nelle tue percezioni (pietosa bugia…) ma mi piacerebbe capire

          i servizi dei quali io mi sono servito sono proprio farmi aggiustare la bicicletta, farmi fare la revisione della caldaia, farmi fare i conti da un commercialista, farmi operare ad un ginocchio, farmi pulire la casa, farmi guidare in un deserto, fermi portare cibo a casa (questo poco in realtà), farmi trasportare dal punto A al punto B…non vedo nulla di analogo a sventolare le piume. a cosa stavi pensando?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il commercialista facendoti la dichiarazione è come se ti stesse sventolando con le piume, credo di aver capito.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “non vedo nulla di analogo a sventolare le piume. a cosa stavi pensando?”

            Alla Nanabianca, ad esempio:

            https://nanabianca.it/

            Alla mia amica che fa i progetti europei e dice che ha chiamato vari giovani provenienti, in aereo e a spese del contribuente, alla lavagna per scrivere la prima parola che veniva loro in mente riguardante il sesso

            Quelle che lavorano nei call center per venderti prodotti della TIM

            Il Nero di Rappresentanza alto e ben vestito che fa vagamente da buttafuori in ogni negozio di lusso di Firenze

            Quelli che programmano i sistemi per collegarsi in borsa più velocemente degli altri

            L’architetta che si è fatta prestare una decina di aitanti aspiranti profughi (economici) del Mali per piazzare – costo qualche decina di migliaia di euro – dei pezzi di legno sulla sponda dell’Arno, con una striscia di pittura rossa su ogni pezzo (spazzati via dalla prima piena, ovviamente)

            Il designer che deve ideare delle scatole per i prodotti che si vedano bene in video quando la gente mette su Facebook le foto delle feste di Natale

            Il tizio che ha tradotto il testo per il suddetto designer.

            La Monty Academy che insegna a avere successo su Instagram

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Perché assimili queste attività allo sventolare piume?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Perché assimili queste attività allo sventolare piume?”

                Non viene spontanea anche a te l’associazione?

                Diciamo, dipingere ciocchi di legno di rosso, se preferisci.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Francamente no. Il monastero medievale che viene pagato per pregare per i defunti è assimilabile alla schiavitù? Io direi di no.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Francamente no”

                Si vede che ognuno ha un proprio repertorio di immagini.

                Quando sento che l’americano medio è impiegato nei servizi, mi viene in mente la gente che spiumazza il Faraone, a te viene in mente il monastero medievale.

                Probabilmente oggi di gente pagata per sventolare con piume di pavone, o di gente pagata per pregare per i defunti, non ce ne sono tantissimi negli Stati Uniti.

                Almeno non costituiscono la maggioranza.

              • Miguel Martinez scrive:

                Ecco, vi ricordo (ne avevo già parlato, e li ho vicini a casa)… la Fondazione che controlla Firenze ha finanziato la startup del futuro, la ditta di spiumazzatori d’eccezione, Hoopygang:

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            • PinoMamet scrive:

              In effetti la progettatrice europea non mi pare affatto una sventolatrice di piume né tantomeno una schiava, sono semmai quelli che devono pagarsi il viaggio per scrivere “cazzo” alla lavagna che se la passano male (ma nessuno li obbliga, a quanto ho capito);

              idem l’architetta con i profughi (ma saranno pagati?)

              oppure non ho capito il ragionamento.

            • roberto scrive:

              se ho capito bene non c’è un vero ragionamento, ma giusto un’associazione di idee un po’ fantasiosa

  3. Moi scrive:

    Sta arrivando anche uno Sciopero degli Statali per l’aumento … mentre “le partite IVA” e i Privati sono sull’ orlo dell’ abisso o già vi son precipitati dentro. Potrebbe conseguirne uno scontro fra Parti Sociali come non si vedeva dagli Anni Settanta … benché , ovviamente, in tutt’altro contesto e con tut’altre forze in campo !

  4. Moi scrive:

    … Miguel, tranquo 🙂 : è da Marzo che sui Media Main Stream AngloLiberalofoni 😉 è una gara a chi fa più “The World will never be the same again !”

  5. Gino scrive:

    Pappardella: 57%.

  6. PinoMamet scrive:

    Comunque io non voglio vivere tempi interessanti!

    Gradirei vivere tempi normalissimi, banali e persino noiosi, se solo fosse possibile!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      In effetti per tutti quelli che volevano dare prova di stoicismo, senso patrio, ordine e disciplina, eroismo e puttanate varie c’è stato il Covid e tutti proclami si sono rivelati per le fanfaronate che erano. Quindi per un po’ credo che possa bastare con l’interesse…

      • Z. scrive:

        Come sempre, ordine e disciplina per gli altri 🙂

        • Peucezio scrive:

          Ragazzi, non sfidate Miguel, lui in un futuro distopico postapocalittico ci sguazza, ha tante risorse, il problema è per noi, non per lui. Voi non lo conoscete…

          Cosa riesca poi a trovarci di bello non lo capirò mai.
          E soprattutto di interessante: secondo me non c’è nulla di interessante nei futuri distopici postapocalittici: sono solo squallidi. Già è squallido abbastanza il mondo d’oggi (che in fondo è distopico postapocalittico anche lui, solo in misura minore), non vedo perché peggiorarlo ulteriormente…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Cosa riesca poi a trovarci di bello non lo capirò mai.
            E soprattutto di interessante: secondo me non c’è nulla di interessante nei futuri distopici postapocalittici: sono solo squallidi. ”

            Nel 2019, non mi aspettavo minimamente una catastrofe planetaria come quella attuale, e immagino nemmeno gli altri.

            Sicuramente somiglia un pochinino a una distopia postapocalittica, ma nessuno l’ha scelto.

            Il mondo funziona così.

            La cosa importante è sapercisi adattare. E se la parola non venisse ormai sfruttata dai peggiori soggetti, la cosa migliore è essere resilienti.

            Non

            • roberto scrive:

              Sono d’accordo con l’ultima parola
              🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Sono d’accordo con l’ultima parola”

                Galeotto fu il tè che bolliva sui fornelli!

                Comunque il senso è che – per me – non ci scegliamo i mondi in cui ci troviamo, ma una volta che vi ci troviamo, dobbiamo cercare di viverli al meglio.

              • roberto scrive:

                Ah si su questo non ho nessun dubbio!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “La cosa importante è sapercisi adattare”

              Ecco, a me pare che tutti quelli che “fateci fare la vita normale, basta restrizioni, muoia chi deve morire” non siano in grado di adattarcisi. Adattarsi vuol dire cambiare, non fingere che non stia succedendo nulla.

        • PinoMamet scrive:

          ?
          chi ha sfidato Miguel??

          comunque non ti/ci sottovalutare.

          Svalutarsi è un vizio che non apprezzo; sottovalutare me poi è imperdonabile.

          Quanto al futuro distopico, temo 😉 che non ci sarà, e la straordinaria, inaudita capacità di raccogliere funghi e coltivare orti servirà tanto quanto serve oggi 😉

          • Peucezio scrive:

            Sì, tu magari li sapresti tollerare, ma lui ci si diverte proprio, è come una pulce nella farina nel futuro distopico postapocalittico! 🙂

          • Peucezio scrive:

            Comunque mi riferivo a Z. e Mauricius, che conosco di persona e, un po’ come me, so essere più borghesi e amanti della vita tranquilla (o almeno tali mi sono parsi) di te, che sei un rude emiliano di provincia, cultore di arti marziali, ecc.!

            • PinoMamet scrive:

              Ma non sono rude! 😀

              (Com’era?
              “Ha detto che mamma era una vecchia baldracca”
              “Ma è la verità!”
              “Sì, ma non era vecchia!”)

        • PinoMamet scrive:

          “Cosa riesca poi a trovarci di bello non lo capirò mai.”

          Su questo sono d’accordo.

  7. Moi scrive:

    **** Quando la Mascherina era da Irresponsabili ****

    https://www.huffingtonpost.it/entry/irresponsabile-non-e-una-bella-immagine-dal-pd-ai-5-stelle-le-critiche-al-video-di-fontana-con-la-mascherina_it_5e578764c5b68f79fdc53080

    “Irresponsabile”, “gesto inutile”: dal Pd ai 5 stelle le critiche al video di Fontana con la mascherina

    Il governatore della Lombardia ha annunciato l’autoisolamento dopo che una sua stretta collaboratrice è risultata positiva al virus. Per molti la diretta Facebook è stata inopportuna

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “*** Quando la Mascherina era da Irresponsabili ****”

      Bellissimo

      Nel lontano 27 febbraio del 2020…

      Il governatore della Lombardia ha annunciato l’autoisolamento dopo che una sua stretta collaboratrice è risultata positiva al virus. Per molti la diretta Facebook è stata inopportuna

      “Un gesto inutile”, “non una bella immagine”, “aggiunge danno a danno”. Sono solo alcuni dei commenti rivolti ad Attilio Fontana. Il governatore della Lombardia si è mostrato in video, in diretta Facebook, annunciando che si sarebbe messo in autoisolamento, e indossando in diretta una mascherina, perché una sua stretta collaboratrice era risultata positiva al test per il coronavirus. Un gesto che non è piaciuto a molti.

      “La mascherina in diretta Facebook non serve a nulla esattamente come non serve metterla in aula alla Camera. Tutti sappiamo che è così, anche chi la indossa. Un gesto inutile e dannoso per il messaggio che diffonde. Spiace che a farlo siano rappresentati delle istituzioni”, ha scritto Matteo Orfini, deputato del Pd.

      Carlo Calenda, invece, gli consiglia di essere più consapevole o di cambiare lavoro: “Il Governatore Fontana è un completo irresponsabile. “La sua foto con la mascherina farà il giro del mondo. Confermerà l’idea di un paese assediato e paralizzato dal Coronavirus. Il sistema economico stava già soffrendo per un inizio di recessione, oggi è ulteriormente e drammaticamente danneggiato dal modo scomposto con cui alcune Regioni stanno gestendo la crisi. Il Governatore della più importante regione italiana in termini economici, deve avere consapevolezza degli effetti delle sue azioni. Altrimenti meglio che cambi lavoro”.

      • PinoMamet scrive:

        “La mascherina in diretta Facebook non serve a nulla ”

        questo era verissimo allora, e resta verissimo anche adesso!!

  8. Moi scrive:

    Zirudèla dla Pandemì :

    https://ne-np.facebook.com/BolognaCultura/videos/745277079343257/

    curiosamente, il video è corredato da caratteri Hindustani … 😉

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