Tre città ideali: Brueghelia, Modernia e Perbenia (4)

Questo post fa parte di una serie sulle “Tre città ideali

Riassumiamo:

Nella città ideale di Modernia, i singoli Frammenti Umani vivono le proprie esistenze a funzioni, separate tra di loro, in spazi che non appartengono a loro, secondo tempi che vengono progettati e decisi dai padroni dei vari Palazzi in cui si svolgono tali funzioni.

A questo punto, abbiamo cercato di capire chi sono questi padroni, scegliendo di approfondire un esempio specifico, il grande magazzino Macy’s di New York.

Abbiamo tirato fuori un mucchio noioso di nomi e numeri. A parte la noia di ogni simile lista, cosa ci fanno venire in mente?

Intanto, i nomi non sono nomi di persone umane. Sono nomi di persone giuridiche.

Una persona giuridica è un essere immaginario.

Non ha né occhi né gambe, non vive e non muore; eppure ha il diritto, ad esempio, di farti arrestare se entri senza autorizzazione in un Palazzo che tutti fanno finta sia suo. Nei Midrash, si racconta così il dialogo tra Abramo e suo padre, il padrone della Bottega delle Persone Giuridiche, che lui trova frantumate per terra:

“Quando suo padre fece ritorno, chiese ad Abramo: «Chi è stato a fare questo?» Egli rispose: «Che cosa ho da nascondere? Una donna è venuta con una ciotola di farina e mi ha detto di offrirla agli idoli. Io la ho offerta, ma un idolo ha detto: la mangerò prima io! E un altro ha detto: la mangerò prima io! Allora l’idolo più grande si è alzato, ha preso il bastone, e li ha frantumati».Terach disse: «Che sciocchezze mi stai dicendo? Gli idoli hanno forse un intelletto?» Abramo rispose: «Le tue orecchie ascoltino ciò che la tua bocca ha detto!»

I padroni di Macy’s sembrano fare niente e tutto.

Non sono grandi magazzini, non sono fabbriche d’armi, non sono aziende petrolifere. Ciascuno però controlla una parte della proprietà di grandi magazzini, fabbriche d’armi e aziende petrolifere.

Questi esseri immaginari poi sono tutti intrecciati tra di loro. Per dire, Macy’s appartiene sia alla Blackrock, che a Goldman Sachs; ma la Blackrock è uno dei principali azionisti della Goldman Sachs. Come lo è anche la Vanguard, il secondo principale azionista di Macy’s…

I tecnici umani quasi invisibili che curano la Bottega delle Persone Immaginarie, passano tranquillamente dall’uno all’altro nel corso delle loro carriere.

Se invece di guardarli individualmente, quindi, li guardassimo come un blocco unico? Come diciamo il coronavirus, diciamo la persona giuridica.

Se facciamo così, il quadro cambia.

Immaginiamo di avere un’azienda che produce droni.

Ha tantissimi azionisti: i primi dodici hanno appena il 5% delle azioni a testa, poi il 40% delle azioni è in mano a tanti piccoli investitori.

Se però pensiamo in termini di blocco unico e sommiamo i primi dodici investitori tra di loro, il 5% x 12 fa il 60%. Cioè controlla la fabbrica dei droni.

Tutte le imprese di questo tipo hanno come modello le due Compagnie,  quella inglese e quella olandese, che nacquero attorno all’anno 1600 allo scopo di sfruttare l’Oriente: quella inglese diede vita al ciclo globale che Mike Davis analizza in Olocausti tardovittoriani:

– gli schiavi neri producono il cotone in America

– le fabbriche inglesi trasformano il cotone in vestiti a bassissimo costo

– che vengono venduti in India, mandando in rovina l’artigianato

– Contemporaneamente, la Compagnia sostituisce all’agricoltura tradizionale indiana, la produzione massiccia di oppio per il mercato cinese.

C’è proprio tutto, in questa storia.

In onore di questi pionieri della globalizzazione, il Padrone Immaginario di Modernia lo chiameremo, la Compagnia.

Nella prossima puntata, cercheremo di capire cosa vuole il Padrone Compagnia.

Lo so, siamo umani, e come tali ci piace pensare a esseri umani, e non a Persone Giuridiche o Compagnie.

Ho fatto quindi del mio meglio per venirvi incontro, nella speranza di trovare qualche Volto Umano da associare a questa storia.

Però l’unica cosa che ho trovato è questa foto di gruppo della “prossima generazione” di dirigenti della Blackrock:

A chi fosse rimasto colpito dal fatto che si tratta solo di maschi, rimando alle spiegazioni che Michael Ende ha dato in Momo riguardo al particolare sistema riproduttivo adoperato dai Signori in Grigio. Ricordando che la nuova generazione di manager (la 5.0) ha sostituito il sigaro con un’App molto più discreta.

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49 risposte a Tre città ideali: Brueghelia, Modernia e Perbenia (4)

  1. Moi scrive:

    Dirigenti della Blackrock :

    A chi fosse rimasto colpito dal fatto che si tratta solo di maschi

    ——————

    NON solo : Maschi, Bianchi, EteroSessuali, CisGender, il più Giovane ha 40 anni … tutti nominativi WASP ! … Insomma : il Male Assoluto !

    Insomma : sembra una foto di gruppo Anni ’50 ! … Dov’è tutta la “Diversity” , spasmodicamente sbandierata dal Sistema Zero Confini con tutti i TED Talks “Motivéscional” 🙂 ?! … Né di Paesi, né di lingue, , né di Culture, neppure del “corpo biologico” ?!

    … Almeno come Specchietto per Allodole di facciata dovrebbe esserci !

    … Conoscendo il tuo rigore metodologico, confido in una spiegazione esauriente nella prossima puntata ! 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “… Conoscendo il tuo rigore metodologico, confido in una spiegazione esauriente nella prossima puntata ! ”

      Da sinistra a destra:

      1) il primo è nero, essere neri non è solo un pigmento!

      2) il secondo è una donna lesbica, non conta ciò che ha tra le gambe ma ciò che ha tra le orecchie

      3) il terzo, quarto e quinto sono dei cyborg.

  2. Roberto scrive:

    “Una persona giuridica è un essere immaginario.”

    Mi fermo qui perché temo che poi ci saranno una marea di conseguenze derivate da questo giochetto terminologico

    Un essere immaginario è babbo natale. Esiste solo nella nostra immaginazione (e solo di alcuni)

    Una persona giuridica è una cosa che esiste concretamente. È per esempio Eurobasket ASBL (ASBL è l’acronimo per associazione senza scopo di lucro), che partecipa a un campionato, affitta una palestra, compra bottiglie d’acqua per arbitri ed avversari. dietro la quale ci sono persone in carne ed ossa, con i loro interessi personali (nel caso di eurobasket ASBL l’interesse non è guadagnare soldi, ma guadagnare divertimento)

    Se parti da questo punto, astrazione per astrazione vedrai che dietro il più oscuro, tentacolare e misterioso fondo di investimento ci sono delle persone fisiche con i loro scopi ed i loro interessi

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Una persona giuridica è una cosa che esiste concretamente.”

      Per convenzione, che può avere o no forza di legge.

      Non esistono leggi a tutela di Babbo Natale, esistono leggi a tutela di Eurobasket (o degli Amici del Nidiaci).

      Dietro entrambi, ci sono interessi: anzi, ci sono sicuramente interessi più grossi dietro Babbo Natale che dietro Eurobasket. Ed entrambi sopravvivono per convenzione agli interessati stessi: i pubblicitari della Coca Cola che volevano venderci Babbo Natale settant’anni fa non credo siano ancora in circolazione, ma Babbo Natale lo è.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        La legge, notoriamente, tutela interessi. E gli interessi delle Persone Giuridiche non sono solamente gli interessi di chi ne controlla capitale e mezzi di produzione, ma anche dei clienti che usufruiscono dei loro servigi.

        Ad esempio, l’allungamento della vita media comporta necessariamente una riduzione della percentuale di persone che pagano contributi pensionistici rispetto a quella di persone che non li pagano. Alla lunga, il sistema pensionistico o salta, o riduce progressivamente le prestazioni – cioe’ l’importo della pensione mensile. Si rimedia facendo ricorso ai fondi pensione: io verso una piccola parte del mio reddito a una Persona Giuridica, che lo fa fruttare e mi garantisce in cambio una somma mensile da aggiungere alla mia pensione quando saro’ abbastanza vecchio da usufruirne. Come fa la Persona Giuridica a fare fruttare quei soldi? Con la finanza, ossia giocando sul debito di altre Persone Giuridiche.

        Ne segue che quando una Persona Giuridica collassa, sono persone fisiche a rimetterci. Quando e’ fallita Lehman Brothers in molti ci hanno rimesso la pensione. Senza le Persone Giuridiche l’unica pensione sarebbe una numerosa prole, destinata a sfiancare di parto le donne e a morire in gran parte in tenera eta’. La liquidita’ messa a disposizione da milioni di aspiranti pensionandi e’ uno dei principali motori della finanza mondiale, oltre ai petrodollari e ai proventi del traffico di droga. Per citare la Bonino, “la strage di legalita’ é il primo passo della strage delle persone”.

        Questa affermazione presenta un interessante corollario: non si ha legalita’ senza dominio, senza capacita’ cioe’ di infliggere sofferenza, perche’ Modernia e’ evidentemente il regno del dominio. Lo e’ sia nella versione sbirresca (non c’ é legge senza pena), sia in quella militare di Leonardo sia, piu’ comunemente, nella versione soft della paura della precarieta’ che attanaglia la maggior parte dei Frammenti Umani.

        L’immensa forza complessiva del capitale delle Persone Giuridiche e’ la risultante dei bisogni di milioni di amorevoli genitori preoccupati del destino della prole e della propria vecchiaia. La distribuzione di ricchezza descritta dal principio di Pareto (il 20 % della popolazione controlla l’80% della ricchezza) e’ la stabile regola di Modernia, accettata proprio in virtu’ della sua permanenza al di la’della fuggevole identita’ del governante del momento.

        Al di fuori di Modernia, e’ mai esistita nella storia umana una citta’ che rendesse possibile a cosi tante persone fisiche l’accesso a cosi’ tante risorse? Ne dubito. Di certo non Brueghelia, che funziona bene solo se il numero dei cittadini e’ abbastanza piccolo da consentire ai rapporti interpersonali di essere almeno tanto importanti quanto i rapporti impersonali fra il singolo e i rappresentanti della collettivita’. Dunbar mostro’ che un primate ha un numero massimo di propri simili con cui poter avere rapporti affettivi e non di semplice indifferenza, e che questo numero e’ direttamente proporzionale al logaritmo del numero dei neuroni del cervello del primate. Per gli esseri umani il numero di Dunbar e’ intorno a 200. Al di sopra, il prossimo e’ una folla indistinta. Gia’ cittadine come Assisi o Oxford vanno ben oltre, figuriamoci Milano o Mumbay.

        Certo, siccome la Natura ha risorse finite un paio di regolatori sono verosimilmente necessari, di quando in quando. Pareto puó avere occasionali scossoni, che producono frane che come tutte le frane producono localmente distruzione. Poi Pareto si ristabilisce. Le frane piu’ grandi sono ovviamente meno frequenti ma sono piu’ distruttive.

        Esistono modelli della distribuzione di ricchezza che descrivono correttamente un suo rilassamento alla distribuzione di Pareto. Questi modelli consentono di prevedere la dipendenza della frequenza di tali frane dall’ampiezza delle stesse.

        Tale dipendenza risulta in rimarchevole accordo con quella osservata da Lewis Fry Richardson negli anni Quaranta riguardo al legame fra il numero di vittime delle guerre e la frequenza delle guerre stesse. I risultati di Richardson sono stati confermati di recente da Ugo Bardi dell’Universita’ di Firenze e da altri ricercatori indipendentemente.

        Modernia, dunque, non solo garantisce accesso a una moltitudine di servizi (pensioni, sanita’ ecc.) a una moltitudine di persone mai vista prima, ma lo fa non nonostante la disuguaglianza ma tramite essa. Il mantenimento della disuguaglianza richiede violenza. In particolare, la stabilitá complessiva del sistema, al di la’del destino dei singoli, richiede occasionali crisi che riconducono alla disuguaglianza iniziale tramite la guerra.

        Per concludere, non si e’ancora parlato se non di sfuggita degli inevitabili limiti posti dall’ecologia. La radicale modifica del ‘modello di sviluppo’ (espressione orrenda, quando lo scopo non e’ lo sviluppo ma semmai lo status quo) richiesta dai vincoli ambientali (‘un altro mondo e’ possibile’) sembra di la’ da venire.

        Probabilmente guerre locali possono, stando ad alcuni recenti studi, raffreddare l’atmosfera col pulviscolo sollevato dalle esplosioni atomiche e limitare la popolazione sia direttamente sia mediante le conseguenti carestie. Ci sono almeno due pubblicazioni uscite di recente al riguardo. Ci si puo’ chiedere se Modernia renda praticabili altri sistemi.

        Ciao!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          Bellissima riflessione, grazie!

        • Francesco scrive:

          Per curiosità, ai tuoi professori la guerra serve a ricondurre a Pareto da sinistra (troppe risorse ai poveri) o da destra (troppe risorse ai ricchi)?

          🙂

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco.

            E’ lo stesso. Una delle ipotesi del calcolo è proprio che la perturbazione sia unilaterale, cioè (per usare i tuoi termini) o “da destra” o “da sinistra”. Il risultato non cambia.

            Lo so perché due dei lavori il cui contenuto ho riassunto nel mio post li ho pubblicati io.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              ma ti occupi mica di fisica? stai invadendo il mio campo?

              poi questa cosa sarebbe adorabile, la prova scientifica e definitiva che noi agrippini abbiamo ragione e i robespierrani hanno torto! infatti NON ci credo affatto, che la legge di Pareto sia corretta

              ciao!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco , Martinez

                In realtà io ho fatto ricerca in fisica del plasma e nella sua parente stretta, la fisica statistica. In quest’ultima e’ a volte importante capire se una certa grandezza si distribuisce secondo una curva a campana o secondo una legge di potenza. Pareto è un caso particolare di distribuzione che segue una legge di potenza e la grandezza in esame è la ricchezza.

                (Forse non tutti sanno che una curva a campana dice che tutti hanno più o meno la stessa ricchezza, con una piccola percentuale di sfigati in miseria e una percentuale altrettanto piccola di superfortunati superricchi. In una curva di Pareto – e in una legge di potenza in genere – i poveracci sono più numerosi dei ricchi, e il tutto è riassunto nella famosa frase “il 20% della popolazione controlla l’80% della ricchezza”, frase che in questi termini esatti sembra peraltro che non sia mai stata detta da Pareto).

                Di solito gli economisti la distribuzione di ricchezza la prendono da dati empirici. Sovente la distribuzione di ricchezza somiglia più a una curva a campana per bassi livelli di ricchezza e tende invece a somigliare a Pareto quando la ricchezza diventa grande. Il tuo scetticismo è cosi’ giustificato, anche perchè si fanno modelli ad hoc per questo, con uso e abuso di matematica superiore.

                I fisici, è noto, odiano i modelli ad hoc. Ma chi si occupa di fisica statistica è invidioso da anni del successo di Black e Scholes che hanno piazzato la loro equazione per l’evoluzione della volatilità degli indici di Borsa presso i guru di Wall Street, e cerca inutilmente di replicare quel successo modificando questa o quella assunzione di quel modello (uno dei due inventori dei frattali, Mandelbrot, ci ha passato gli ultimi decenni della sua vita). IL tentativo di applicare la fisica statistica alla finanza, detto ‘econofisica’, è rimasto a metà del guado fra il mondo accaemico dei fiici (che preferisconio dedicarsi al nondo naturale) e degli economisti (che rimangono scettici della matematica dei fisici e dubitano del realismo dei loro modelli).

                Ovviamente il computer ha cambiato tutto. Sia perchè consente di studiare enormi masse di dati, sia perchè consente di scrivere modelli molto semplificati (alla portata di un fisico) e di investigarne l’evoluzione.

                Ora, per quanto riguarda questo secondo tipo di applicazioni alcuni econofisici sudamericani hanno dimostrato numericamente che una vasta classe di semplici modelli di distribuzione di ricchezza evolve spontaneamente partendo da una distribuzione casuale della stessa verso una distribuzione finale che somiglia – pur non essendo del tutto identica – a Pareto, purchè il numero degli agenti che interagiscono fra loro all’interno del modello sia abbastanza alto.

                La cosa che piacerebbe a Martinez è che il risultato vale solo se se il controllo esercitato sul comportamento di un agente da parte dei suoi vicini è sufficientemente debole. Se nel modello si aumenta invece il controllo dei vicini allora la distribuzione di ricchezza cui l’intero sistema tende diventa una curva a campana.

                Nel linguaggio dei post di Martinez, se scambio beni essenzialmente col vicino di casa allora si finisce con una ricchezza distribuita a campana, altrimenti finisco con una ricchezza distribuita quasi secondo Pareto.

                Quello che ho fatto io è stato: 1) riottenere lo stesso risultato per via analitica, cioè senza usare computer ma guardando solo alla forma delle equazioni del modello 2) studiare l’evoluzione delle perturbazioni della distribuzione finale di ricchezza.

                Il lavoro 1) dimostra che Pareto vale solo per le ricchezze sufficientemente grandi, e riottiene sostanzialmente i risultati numerici dei sudamericani.

                Il lavoro 2) dimostra che le perturbazioni (casuali e imprevedibili, ma inevitabili) di tale distribuzione di Pareto nelle grandi ricchezze si comportano come valanghe. Maggiore è la valanga, maggiore la distruzione che porta (cioè la quantità di ricchezza annichilita nella sua propagazione), più raro il suo scatenarsi. Il legame fra frequenza e ampiezza delle valanghe segue una legge matematica, dipendente dalla forma esatta della distribuzione di ricchezza. Anche se questa è più o meno stabile, scarti improvvisi sono sempre possibili, ma risultano invariabilmente in valanghe il cui esito finale è il ritorno della distribuzione della ricchezza alla forma simil Pareto originaria.

                Ora, proviamo ad associare alla distruzione di ricchezza associata a una valanga il numero di vittime di una guerra. In fondo, se ci pensiamo, una guerra è un modo di distruggere ricchezze, e precisamente l’ammontare delle spese militari sostenute dai vari Stati per produrre gli armamenti distrutti nei combattimenti. Il numero delle vittime è ovviamente una funzione crescente della quantità degli armamenti consumati per ucciderle.

                Si ottengono allora diversi risultati interessanti.

                Innanzitutto, il tempo caratteristico che passa fra una guerra che fa un certo numero di vittime e la guerra successiva che fa lo stesso numero di vittime sale al crescere del numero delle vittime. Ad esempio, fra una guerra che fa un milione di morti e la guerra successiva che fa un milione di morti passa in media un tempo circa trentuno volte più lungo del tempo che passa fra una guerra che fa centomila morti e la guerra successiva che fa centomila di morti. Questo risultato coincide con la regola empirica scoperta dal geniale matematico inglese Lewis Fry Richardson, inventore della moderna meteorologia e della rivelazione sonar degli iceberg nonchè (con Mandelbrot) del concetto di frattale e pacifista convinto (quacchero qual era) che sfido’ la galera da obiettore di coscienza durante la Grande Guerra e che passo’ decenni a compulsare annali di storia per raccogliere dati numerici sule guerre, studiandone circa milleduecento – senza dimenticare le opere di carità. Moderni studi computerizzati hanno dimostrato la validità della “legge di Richardson” su database che includono ottomila guerre, da quelle dei Regni Combattenti in Cina a quelle dell’Impero Romano fino alla guerra del Vietnam.

                In secondo luogo, e non sorprendentemente, i modelli degli econofisici sudamericani che portano alla legge di Pareto riconducono, se applicati alla ricchezza impiegata nelle spese militari, al modello che Richardson stesso aveva elaborato per descrivere la corsa agliarmamenti che precede e accompana un conflitto armato.

                In terzo luogo, si dimostra che il numero di vittime di un conflitto è completamente scorrelato (cioè, non c’entra nulla) col numero delle vittime del conflitto successivo. Anche questo risultato conferma le osservazioni di Richardson – e del professor Ugo Bardi, il cui blog è linkato in questo blog.

                In quarto luogo, già Richardson sapeva che la legge che porta il suo nome vale solo per conflitti abbastanza grandi, diciao dalle cinquantamila vittime in su. Questo torna col fatto che la legge di Pareto – le cui perturbazioni abbiamo identificato con le valanghe le distruzioni collegate alle quali abbiamo identificato come guerre – vale solo per ricchezze abbastanza grandi.

                Infine, la probabilità che in un certo periodo di tempo scoppi un certo numero di guerre si dimostra essere uguale sia alla probabilità che nello stesso periodo di tempo si concluda lo stesso numero di guerre sia a una certa legge matematica, formalmente identica a quella che descrive il decadimento degli isotopi radioattivi. Tale legge interiene tutt le volte in cui la probabilità di un evento (lo scoppiare di un conflitto, un decadimento radioattivo) è piccola, ma il numero di occasioni è grande. Entrambi questi risultati trovano conferma nelle osservazioni di Richardson

                L’accordo fra le previsioni del modello e le ossevazioni migliora ancora, se si tiene conto dell’effetto del progresso tecnologico (che aumenta la letalità delle armi più moderne alterando dunque il rapporto fra armi consumate nel corso delle ostilità e numero di vittime).

                Ovviamente il tutto è molto rudimentale. Per esempio, si sono considerati (anche qui su suggerimento dello stesso Richardson) solo conflitti tra due contendenti, il che vuol dire che quando vi sono molti contendenti la guerra si intende spezzata in tanti conflitti a coppie, un po’ come durante la Guerra dei Trent’Anni.

                Cio’ nonostante, non sono a conoscenza di altri modelli che spiegano così tanti aspetti delle regolarità osservate da Richardson, partendo da un’analisi in termini di fisca staistica di una classe di modelli di econofisica.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> la distribuzione di ricchezza somiglia più a una curva a campana per bassi livelli di ricchezza e tende invece a somigliare a Pareto quando la ricchezza diventa grande.

                qui per ricchezza intendi “ricchezza complessiva della comunità studiata”? perchè un poco mi puzza, penso alle tombe dei Faraoni o ai palazzi dei Medici

                le uniche società “egalitarie” che mi vengono in mente sono quelle dei selvaggi in Amazzonia, che definirei “comuniste secondo Ritvan”

                ciao

        • Francesco scrive:

          >> l’allungamento della vita media comporta necessariamente una riduzione della percentuale di persone che pagano contributi pensionistici rispetto a quella di persone che non li pagano

          falso, basta spostare l’età in cui si va in pensione. se stai abbastanza bene per vivere altri 30 anni, puoi continuare a lavorare, mi pare evidente!

          😀

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            Si’. Ma solo a patto di ridurre ulteriormente la disponibilità di posti di lavoro per i giovani, il che non sembra politicamente consigliabile. (Inoltre noi vecchi non abbiamo tanta voglia di continuare a lavorare sine die…)

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              no, scusa, il numero di posti di lavoro non è una grandezza data

              e la voglia di lavorare è un bene scarso a tutte le età, credo proprio

              secondo me è funzione della concezione culturale del lavoro più che di ogni altra cosa

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “non e’un numero di grandezza data”

                🙂 🙂 🙂

                Santa ingenuita’!

                Mai sentito parlare di “esercito di riserva”?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                sì ma era una delle innumerevoli fesserie detta da Karl Marx

                e soprattutto, anche se fosse un concetto valido, non implicherebbe un numero fisso di posti di lavoro ma solo una quota “fissa” di disoccupati

                mio nonno riteneva fosse una condizione necessaria per impressionare gli sfaticati e farli lavorare e lui era una persona seria, non uno come me

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “ricchezza complessiva della comunita’”

                No, no, proprio della ricchezza individuale.

                Pareto formulo’ la sua congettura esaminando il numero dei proprietari terrieri del regno di Sardegna che possedevano latifondi di data estensione. Nel suo lavoro originario la ricchezza era proprio il numero di ettari di ciascuna proprieta’ terriera. Essendo di formazione un ingegnere con un’ottima preparazione matematica, non si fece fermare dalle diatribe su cosa siano ‘valore’e ‘ricchezza’ e si limito’ (si fa per dire) a studiare come variava la superficie delle proprieta’ terriere al variare del numero di coloro che detenevano tali proprieta’.

                La sua congettura, che i posteri chiamarono ‘legge’, vale oggi ad esempio per la distribuzione del reddito imponibile in numerosi paesi, a cominciare dagli USA.

                Cosi’ come Pareto non considerava i singoli contadini che possiedono il loro pezzetto di terra, cosi’, la sua legge vale ad esempio in USA solo per imponibili superiori al milione di US$. Unica eccezione sembra essere il Giappone, dove vale una legge simile ma con diverso esponente (non si sa se per un diverso modo di contabilizzare l’imponibile rispetto ai paesi occidentali).

                L’enorme successo di Pareto sta nel fatto che si applica anche alle aziende, nel senso che di tutta la somma destinata agli investimenti da parte di un numero sufficientemente elevato di aziende abbastanza grandi per un tempo abbastanza lungo la frazione che frutta piu’ di tot volte l’investimento iniziale segue Pareto, sia che si tratti di blockbusters hollywoodiani sia che si tratti di spese per gli armamenti o per l’edilizia.

                Cio’ ha fatto si’ che economisti, esperti di marketing e di ricerca operativa (spero che apprezzerai la cura con cui tengo distinte le tre categorie, giusto in tuo onore… 🙂 ) specialmente oltreoceano citino Pareto come le Sacre Scritture, anche quando palesemente non c’entra niente.

                E non c’ entra niente appunto nelle piccole comunitá, nei villaggi tipo Spoon River o se vuoi Brueghelia, dove c’e’lo scemo del villaggio che mendica la caritá’ dei vicini, il furbo mercante o il fortunato erede dello zio d’America di turno che si fa la villa coi rubinetti d’oro, e una maggioranza di persone normali che piu’ o meno sta nella media – la curva a campana della distribuzione di ricchezza, che e’la cosa piu’ somigliante all’uguaglianza sognata dai rivoluzionari.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “fesserie ”

                Fesserie o no, di certo se tengo un sessantacinquenne a lavorare non facilito certo la ricerca di lavoro da parte di un venticinquenne.

                Un mio ex collega si ritrovo’a lavorare in giovane etá per la ditta del classico ottantenne arzillo che si era fatto da se’ venendo dal nulla negli anni del dopoguerra, un contadino fattosi fabbro che aveva messo su un’acciaieria dalle parti di Bergamo. Come il suo datore di lavoro, anche il mio collega era solito lavorare giorno e notte. La prima volta che gli presento’ un’analisi di marketing fatta con Excel e PowerPoint, all’epoca il non plus ultra della modernita’, si senti’ pero’ bruscamente richiamato dal padrone a ricorrere a carta e matita, con la raccomandazione di scrivere su entrambe le facciate e di non abbondare coi margini. Sai che prospettiva possono avere le giovani leve in un posto del genere?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                >>> di certo se tengo un sessantacinquenne a lavorare non facilito certo la ricerca di lavoro da parte di un venticinquenne.

                mi sembra un’asserzione del tutto priva di senso economico. roba da sindacalisti, se non ti offendi.

  3. Davide scrive:

    La mia Lombardia è piena di Signori Grigi, e di gente plagiata dai Signori Grigi. Basta pensare che in nome del Dio Produzione, della Dea Locomotiva d’Italia, si spinge per una rapida riapertura, senza nemmeno il tempo di elaborare il lutto di questa strage. Ma riprendere “come prima” senza un’adeguata pausa di riflessione, può essere un’arma a doppio taglio. Chi ha perso una persona cara, può al momento far finta di dimenticare, rimuovere, gettandosi a capofitto nel lavoro, riducendosi a bestia da soma, ma le scienze psicoanaliche insegnano che l’oggetto rimosso è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare. Purtroppo non vedo ancora alcun cambio di paradigma nella mia grigia regione.

    • Francesco scrive:

      lo spero, perchè tra sciacalli stranieri e aspiranti Quisling interni io vedo un gran pericolo di ribaltone lombardo

      mica è una novità che i vecchi muoiano e mai abbiamo fermato il lavoro per questo, credo neppure sotto i bombardamenti sia successo

      poi, più pausa di riflessione di questa non so cosa potrebbe esserci, se posso essere sincero

      • Davide scrive:

        Beh, di ribaltone non ho paura. Sino a metà degli anni ’90 la sanità lombarda era quasi tutta pubblica e potevo prenotare le visite mutualistiche con tempi d’attesa di poche settimane mentre ora ci vogliono mesi e mesi a meno di pararle privatamente. Ed i tamponi al San Raffaele, a 120 Euro l’uno mentre gli altri ospedali lombardi fanno fatica ad ottenerli, gridano allo scandalo.

  4. Mirkhond scrive:

    “Nei Midrash, si racconta così il dialogo tra Abramo e suo padre, il padrone della Bottega delle Persone Giuridiche, che lui trova frantumate per terra”

    Questa storia raccontata nei Midrash può avere ispirato il racconto coranico di Abramo che infrange gli idoli della casa di suo padre?

    • Moi scrive:

      … la Tradizione è la stessa, anche se mi sembra che il Corano , prima di diventare Scrittura per Antonomasia (… con un’ intoccabilità del testo finito impensabile invece nella Tradizione Biblica !), attingesse alle tradizioni orali con stessi riferimenti !

    • PinoMamet scrive:

      È proprio la stessa storia, Mi’…

    • Francesco scrive:

      a me la hanno raccontato in Giordania da fonte musulmana!

  5. Moi scrive:

    Cmq resta la Domanda : Popoli così culturalmente sviluppati e avanzati come Sumeri, Accadi, Fenici, Ittiti , Babilonesi, Assiri … con tutte le grandiose architetture realizzate, con tutta la matematica, l’ astronomia, la letteratura, la poesia, l’invenzione di unascrittura fonetica, l’ egemonia commerciale nel Mediterraneo e chi più ne ha più ne metta … potevano essere così stupidi da NON capire di rivolgersi a statuette di esseri fantasticati inesistenti ?!

    … Ma rispondere razionalmente implica l’ Inaccettabile !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      ” potevano essere così stupidi da NON capire di rivolgersi a statuette di esseri fantasticati inesistenti ?!”

      Sono Persone Legali:

      https://qz.com/india/1636326/who-apart-from-human-beings-are-legal-persons-in-india/

      “For decades, temple idols have been given the status of juristic persons. And they have exercised their “human” rights to fight legal battles via the trustees or managing board in charge of the temple in which they are worshiped. Most famously, in a 2010 hearing of the long-drawn Ayodhya dispute, Bhagwan Sri Ram Virajman became a litigant, fighting a case for his janmabhoomi (birthplace) in front of the Lucknow bench of Allahabad high court through his representative Deoki Nandan Agarwal.

      In the past, people have often exploited this law. For instance, many of the lands around the Chidambaram temple in the southern state of Tamil Nadu were registered as property of “Nataraja” (the lord of dance, a version of lord Shiva) under ancient Indian law. Under British rule, many men named Nataraja claimed ownership of these lands.

      Still, idols continue to be treated as persons. In mid-2018, during the Sabarimala temple row over the entry of women of menstruating age, an advocate on the case suggested that the temple deity, Lord Ayyappa, was a legal person and as such was entitled to the same fundamental rights of the constitution as any other Indian person. Back then, the supreme court had even said that the deity had the right to keep its vow of celibacy under right to privacy. However, on Sept. 28, 2018, the traditional ban on women was finally lifted.”

      • Davide scrive:

        Straordinariamente interessante. Solo che gli idoli sono persone legali che puoi abbattere (non parlo solo della storia di Abramo ma anche ad esempio delle statue portate fuori dalle chiese durante il periodo della Riforma calvinista). La potenza della Parola le può abbattere. Mentre gli “uomini grigi”, le persone giuridiche di cui parli sono difficilmente attaccabili perchè fisicamente non presenti davanti a noi.

  6. guido doria scrive:

    Suggerisco la lettura del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov editi da Mondadori

  7. Moi scrive:

    Mafie e Coronavirus … Roberto Saviano

    https://www.youtube.com/watch?v=agxjwYQ3YAY

    “Che fine hanno fatto le mafie? Si stanno reinventando – spiega Roberto Saviano – al posto della cocaina, le organizzazioni criminali smerciano mascherine, generi alimentari e speculano sugli aiuti del governo.

    Se lo Stato non interviene, la ripartenza sarà mafiosa”. L’allarme lanciato dall’autore di Gomorra in un video esclusivo per Fanpage.it sul ruolo delle mafie nella pandemia fa riflettere.

    “Per la prima volta le mafie devono rapportarsi con l’isolamento, se hai fame accetti li cibo da chiunque, se hai bisogno di medicinali lo stesso” spiega Saviano, intervenuto da New York su Rai Due a Che tempo che fa di Fabio Fazio.

    “In questo momento la camorra a Napoli ti presta danaro senza usura, “è l’usura sospesa”, con interessi pari a zero. E al Nord le mafie sono pronte a subentrare nelle imprese in crisi di liquidità”.

    __________________________________________________

    The Mafia is poised to exploit coronavirus, and not just in Italy

    https://edition.cnn.com/2020/04/19/europe/italy-mafia-exploiting-coronavirus-crisis-aid-intl/index.html

    ———————————————————–

    • Francesco scrive:

      stavo giusto pensando alla crisi gravissima degli spacciatori di pasticche da discoteca e dei papponi e degli estorsori

      mentre sospetto che Saviano, da fenomeno ormai televisivo, se la passi bene come prima

  8. Moi scrive:

    Fabio Fazio & Roberto Saviano

    https://www.youtube.com/watch?v=dO8FJYiHEjA

    “Nella fase 2 le mafie si prendono tutto se non interveniamo ora.”

  9. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Italia sempre più simile al Messico … e viceversa !

    http://www.rfi.fr/es/20200420-no-es-filantropia-presidente-de-mexico-critica-ayudas-de-narcos-por-coronavirus

    No es “filantropía”, presidente de México critica ayudas de narcos por coronavirus

    Los llamados a la generosidad se multiplican ante la pandemia del nuevo coronavirus, pero esto tiene límites para el presidente de México, Andrés Manuel López Obrador, quien este lunes rechazó la entrega de víveres por parte de bandas del crimen organizado.

    López Obrador dijo que estos gestos de la mafia no le sirven al país, azotado por la violencia del narcotráfico, y que el verdadero apoyo sería no incurrir en actividades criminales.

    […]

  10. Francesco scrive:

    Miguel

    ho capito perchè non riesco a seguirti a Modernia! non perchè il Black Friday mi è del tutto alieno e quindi il suo dramma è di fatto irrilevante

    ma perchè la prima persona giuridica che mi viene in mente è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che è dentro la mia vita quanto la mia spina dorsale e più dell’AC Milan!

    ciao

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