La nostra terra (2)

Da Twitter, un altro post di Trescogli, che vi avevo presentato ieri…

Un ragazzo del ’99

Mio nonno era un ragazzo del ’99. Si chiamava Luigi ed era nato il 1 gennaio del 1899. I ragazzi nati in quell’anno furono chiamati alle armi nei primi mesi del 1917 per rinforzare le truppe italiane impegnate nella Grande Guerra.

Non raccontava volentieri quei tempi, forse perchè il ricordo era duro, pieno di sangue, di morti, di urla dei feriti, di fango, sangue e intestini sventrati nell’inferno delle trincee.

Perchè quella guerra falciò una generazione di giovani, provocò più di sedici milioni di morti e 20 milioni di feriti e mutilati tra soldati e popolazione civile. Fu destinato nella zona del Monte Grappa e sul Piave.

Mi raccontava che, al momento della chiamata alle armi, era partito dal paese a piedi e li avevano radunati a Pietrasanta, poi su una tradotta fino a Torino.

Erano ragazzi di 17/18 anni, contadini, carbonai, cavatori, boscaioli, pastori che forse per la prima volta nella loro vita avevano visto un treno.

Non avevano valige, chi un sacco di juta, chi un fagotto in cui c’erano poche cose, qualche calza di lana, un telo di canapa ( quello che chiameremmo oggi un asciugamano), qualche frutta, un pezzo di pane e di formaggio.

Quando arrivarono a Torino raccontava che era notte e si ricordava un grande viale con le lampade a gas. Rimasero 3 mesi in una caserma per l’addestramento e poi furono spediti al fronte.

Lì trovarono l’inferno. Uomini molto più grandi di loro, abbruttiti da mesi di guerra, una guerra di posizione, logorante, feroce.

Con davanti un nemico che viveva le stesse dure condizioni, uomini contro uomini, non macchine o droni ma esseri umani pieni di paura, carne da macello da entrambi i fronti. E lo stesso pensiero, salvare la pelle e tornare dai tuoi cari.
Non mi ha mai detto se avesse ucciso qualcuno. Ma dal suo sguardo, quando ne parlava, capivo che era successo.

Quando è morto aveva 91 anni, e fino a una settimana prima di andarsene per sempre era lucido e attivo. Mia nonna l’aveva preceduto di un anno.

L’ultima settimana nel suo letto, nella sua vecchia casa si è spento come una piccola candela, lentamente, serenamente. Quell’anno mi aveva regalato una piccola scatola di latta facendomi promettere che l’avrei aperta solo quando lui non ci fosse stato più.

Quando l’ho aperta c’erano poche cose, le stellette della sua divisa, una sua foto da giovane, due bossoli di moschetto, una penna stilografica, un fischietto. Questo:

Un fischietto di latta, un pò arrugginito. Ho pensato che lo avesse con se in trincea, forse serviva per fare segnalazioni, non ho mai fatto ricerche in merito. Mi piaceva e mi piace pensare che lo abbia usato per salvarsi o salvare una vita.

Da quel giorno lo porto con me, come un portafortuna e a volte quando sono nei boschi me lo porto alle labbra e soffio. Ha un suono dolce che rimbalza sulle grotte, negli alberi.

E per un momento Luigi è qui con me e mi sorride con quegli occhi scuri, tristi ma pieni di immagini belle e brutte, ma mai dimenticate.

“Novantanove, m’han chiamato. m’han chiamato m’han chiamato a militar. e sul fronte m’han mandato. m’han mandato m’han mandato a sparar…”

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132 risposte a La nostra terra (2)

  1. mirkhond scrive:

    E poi ci fu la Spagnola che nel solo 1918-1919 fece circa 30.000.000 di morti.

  2. Moi scrive:

    I Ragazzi del 1899 non riuscirono a evitare di andare al Fronte … i Ragazzi del 1999 non riescono a stare in casa ! 😉

  3. mirkhond scrive:

    I ragazzi del 1899 erano abituati ai sacrifici e alle privazioni.
    I ragazzi del 1999 (almeno in Occidente e nei paesi più avanzati), no.

  4. mirkhond scrive:

    Convivenza in quarantena:

    https://youtu.be/i4kJ0UTN6PA

  5. daouda scrive:

    io sono un ragazzo di Cernobbyl invece

  6. daouda86@libero.it scrive:

    Quel he appare è invece comunque l’esigenza di ritornare allo stile di vita distruttore mentre lo si sta covando fortemente nella propria incubazione forzata. Non c’è salvezza , anzi, è avvenuto il contrario di quel che speravate come al solito

  7. Miguel Martinez scrive:

    PI ragazzi del 1899 erano abituati ai sacrifici e alle privazioni.
    I ragazzi del 1999 (almeno in Occidente e nei paesi più avanzati), no.”

    Si abitueranno 🙂

    Credo che il compito più difficile per noi genitori sia insegnare ai ragazzi del 1999, del 2004 e del 2007… che vivranno vite più dure delle nostre, anche se più avventurose e ricche di insegnamenti.

    Dovranno essere molto più forti di noi, un po’ come i ragazzi del 1899.

    Questi giorni sono un buon momento per farlo capire.

    • Peucezio scrive:

      Mah, sono sempre un po’ scettico circa questi scenari apocalittici che disegni.

      • Z. scrive:

        Anch’io, di solito. Ma credo che stavolta Mig-20 non abbia tutti i torti.

        • Peucezio scrive:

          Fammi capire, secondo te questo è l’inizio di una serie di calamità che ci cambieranno lo stile di vita al punto da renderlo simile a quello dei nostri nonni o bisnonni?

          • habsburgicus scrive:

            temo che Miguel abbia purtroppo ragione (absit !)
            e ciò mi induce a riflettere sulla follia degli esseri umani (non sono il primo, altri lo fecero molto meglio di me !)
            penso sia ormai abbastanza pacifico, al di là delle nostre eventuali differenze politiche ed ideologiche, che nei Sessanta in Italia e in Occidente si viveva in una sorta di Età dell’Oro, il paese dei balocchi divenuto per un momento irripetibile realtà !
            e che ti faceva la gente, in primis i giovani che ne erano i più grandi beneficiari ?
            erano soddisfatti e ringraziavano il Cielo della grazia che avevano avuto di trovarsi in tempi di ottimismo,crescita, libertà e voglia di vivere ?
            nossignore ! contestavano tutto e tutti, non erano mai contenti e infine fecero il Sessantotto, una sorte di quarantotto ben più nocivo nei suoi effetti a lungo termine
            valla a capire, la gente 😀

          • Z. scrive:

            No Ezio, non tanto per questa epidemia quanto per la fine dell’onda lunga del boom postbellico.

            • mirkhond scrive:

              In Romagna come state vivendo il coprifuoco?
              Tutti tappati in casa o anche d voi ci sono i trasgressori?

            • Z. scrive:

              Credo che i trasgressori ci siano dappertutto. Però, tutto sommato, mi sembra che qui non abbondino.

              La mia impressione è che le FF.OO. controllino soprattutto che non si formino assembramenti. Ho incrociato diverse pattuglie all’andata e al ritorno dal lavoro e dalla farmacia e non ho ancora visto fermare nessuno.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              beh, ma la fine del boom postbellico è legata essenzialmente al progresso dei paesi un tempo in via di sviluppo: il contraccolpo è che noi c’impoveriamo perché non possiamo stare al passo, ma è un riflusso, non un’inversione del vettore della storia: man mano che le varie economie s’integreranno, ognuna troverà una sua nicchia.
              Probabilmente non senza contraccolpi.
              L’incognita è forse più geopolitica che economica: a un certo punto gli Stati Uniti dovranno accettare di perdere l’egemonia mondiale a favore della Cina e secondo me non ne vogliono sapere, a causa del loro messianismo e allora lì si può passare anche attraverso uno scontro, ma non una guerra nucleare, perché nessuno ha interesse all’autodistruzione.

              Resta l’incognita dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

              Tu mi sa che ti vedi all’orlo della fine della civiltà occidentale.
              Ma oggi non c’è più la civiltà occidentale, c’è una civiltà umana culturalmente ed economicamente integrata, nel bene e nel male, ma divisa in blocchi geopolitici, con potenze planetarie, regionali e attori minori. E con un buco geopolitico, molto ricco economicamente, rappresentato dall’Europa.

              Sarà interessante capire il modello culturale mondiale in che senso si orienterà quando finirà del tutto (spero prima possibile) l’egemonia dell’Occidente.
              Cioè ci terzomondizzeranno (questo è il mio auspicio; che poi significa soltanto che torniamo più o meno ai valori dei nostri nonni) o si occidentalizzeranno?

            • Peucezio scrive:

              Comunque, ragazzi, i cinesi stanno distruggendo il pianeta con la loro crescita industriale turbolenta e i cinesi stanno già cominciando a ripararlo; i cinesi hanno diffuso il virus pandemico e i cinesi ne stanno già uscendo.
              Ormai il mondo lo fanno e lo disfano loro, quindi non preoccupatevi di nulla: a tutto penserà mamma Cina.
              Saranno loro a sostentare l’Europa e il mondo, quando l’una e l’altro avranno perso ogni forza propulsiva.

            • Peucezio scrive:

              D’altronde, ragazzi, Franza o Spagna, basta che se magna: abbiamo avuto il piano Marshall, lo zio Sam, le basi, passeremo da colonia americana a colonia cinese (ma anche un po’ indiana, russa e quant’altro…).

              Nel mio mondo ideale noi italiani siamo la razza egemone, ma temo che per tornare a quello, ci vorrà ancora qualche ciclo storico.

              • Francesco scrive:

                i cinesi sono circa un umano su 6 o 7 … non è un pò poco per dare per assodata la loro egemonia, in un’era di “moltiplicatori” di potenza come le macchine e i calcolatori?

                in più li aspetta uno tsunami demografico mai visto nella storia umana

                e hanno un sistema politico bacato mica male

                ciao

                PS secondo te siamo come il mondo ellenistico? la cultura è greca ma i popoli no

              • Peucezio scrive:

                Va bene… quale sarebbe l’ipotesi alternativa?

                I pugliesi? 😀
                A me farebbe piacere!

    • PinoMamet scrive:

      Spero proprio che il nostro padrone di casa si sbagli clamorosamente!

      e ne sono anche convinto… 😉

      comunque non ho figli, quindi après moi le déluge!

    • PinoMamet scrive:

      Comunque oh, è una malattia. Non c’è ancora il vaccino, ma ci siamo quasi, e ci sono un paio di cure che stanno dando ottimi risultati.

      è un momento relativamente duro per il mondo industrializzato, che però è sopravvissuto alla spagnola, a due guerre mondiali, a due bombe atomiche e alla guerra fredda.

      Non è la fine del mondo, e neanche la fine del mondo industrializzato e globalizzato, come tanti catastrofisti e decrescitisti vogliono sperare.

      • Peucezio scrive:

        Credo anch’io.

        E’ anche vero che se qualcuno mi avesse preannunciato una cosa come quella che sta accadendo, l’avrei preso a sberleffi.
        Ma è vero anche, d’altra parte, che ciò che stiamo vivendo in Italia è il prodotto di una grandissima sensibilità verso i deboli e gli anziani che non è una cosa scontata ed è tipica di una società benestante e che quindi ha una soglia di tolleranza verso le perdite umane e la sofferenza molto bassa.
        Una società più spartana avrebbe ignorato il problema, ci sarebbero stati molti morti, si sarebbe detto “succede”, e vabbè, che è un po’ quello che vorrebbero fare gli inglesi, ma alla fine faranno più o meno come noi, con qualche sfumatura.

        • Francesco scrive:

          o il contrario, se non sarà possibile organizzare la cura di tutti i malati gravi

          nella società italiana si tollera benissimo una sanità pessima come al Sud o con rilevanti problemi di corruzione come qui in Lombardia (ma almeno abbiamo la scusa che funziona)

          🙁

    • daouda scrive:

      il tuo discorso è politicamente corretto. Se fossero handicapaci e malati mentali non ci riuscirebbero dunque continui con la stronzata antistirneriana della VITA

    • Francesco scrive:

      sì ma non per effetto del Covid19 bensì perchè è caduto quel diaframma che ha permesso al Nord del mondo di “spassarsela” troppo meglio del Sud per alcuni decenni

      caduti quei muri, la concorrenza dei cuginetti del Sud renderà la vita molto più impegnativa per i figli del Nord

      il virus è un foruncolo in questo processo

      ciao

    • Kairobi scrive:

      @Miguel

      // vivranno vite più dure delle nostre, anche se più avventurose e ricche di insegnamenti.

      Mah.. non mi sembra quello l’aspetto difficile. O meglio: quell’aspetto è difficile per il cuore dei genitori, non per i figli. Io non credo affatto che i figli vogliano gli stessi agi dei genitori: i figli non vogliono essere presi in giro. Per di più che questo può avere persino degli aspetti positivi: costringerà il genitore ad essere un genitore migliore. “Basta” non illuderli delle stesse sciocchezze con cui hanno rabbonito noi.

      Il punto se mai è: e adesso? ‘zzo faccio? Questo è difficile, poichè la dimensione umana va svanendo.

    • PinoMamet scrive:

      Secondo me tutte le generazioni vogliono la stessa cosa, cioè una vita il più comoda e più agevole e più divertente possibile.

      Se la generazione successiva troverà più difficoltà in questo, vorrà dire che si rimboccherà più le maniche, per creare una società che le dia, il prima possibile, esattamente gli stessi agi di questa, o anche di più. Ci vorrà una generazione? due? tre? Non importa, l’umanità non si ferma e l’umanità non “torna indietro” per compiacere i sogni agresti o cenobitici di qualcuno.

      Del resto, per chi voglia fare anche adesso la vita agreste, dove sta il problema? L’Appennino è pieno di poderi sfitti.

      Ma ho sempre l’impressione che, tolti pochissimi seri (che forse avrebbero fatto la stessa scelta in ogni epoca- e del resto non sono mai mancati in nessuna epoca e in nessun luogo) quasi tutti gli altri si divertano a immaginare scenari di vita dura a contatto con la natura per gli altri .

      Mo’ c’è un’epidemia, e un sacco di gente del genere “apocalittico” ne approfitta per rifilarci la loro consueta fregatura: è colpa dell’uomo! ci estingueremo tutti! dovete tornare a vivere come nel Medioevo!

      beh, inizino loro.

      La cura alla malattia e la soluzione all’epidemia non è certo nella medicina medievale, ma viene proprio dalla società scientifica, industriale, globalizzata che tanto detestano.
      Da quella che spedisce le mascherine e che ha industrie che progettano e realizzano i macchinari per la terapia intensiva, e università frequentate da gente di tutto il mondo- se necessario, prendendo l’aereo.

      Chi vuole tornare al Neolitico, vada pure. La porta è aperta.

      Ma sew qualcuno vuole trascinarci anche me, mi dispiace ma non mi convince, e non credo di essere l’unico a sentire puzza di bruciato nei vari proclami che invitano a non si sa quali sacrifici, tutto per espiare la colpa tremenda dell’Inquinamento che ha generato il Cambiamento climatico.
      Se il progresso ha creato questi problemi, sarà sempre il progresso ha creare la soluzione, non qualche pugno di fanatici decrescitisti mangiaradici.

      • Moi scrive:

        “Responsabilizziamoci e Decrescete” is ze niù 😉 “Armiamoci e Partite !”

      • daouda scrive:

        Pino tu hai ragione marcia ma il discorso è che non si è chiari quando si parla di VIVERE

      • daouda scrive:

        chiaramente perché c’è sempre qualcuno che la sà più lunga degli altri il che implica che essere ebeti assuefatti o pedissequi o tutto il contrario non rientra nel discrimine della contesa in essere

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        fondamentalmente sono d’accordo con te.
        Io rimpiango il passato per le antropologie che produceva, perché trovo i giovani noiosissimi, ma non è che in sé tornare alla vita di secoli fa risolverebbe il problema.
        Non ho una soluzione in tasca, ma ciò di cui sono nostalgico non è uno stile di vita materiale, ma un modello culturale e ho l’ambizione di ritenere che la cultura trascenda la materia, anche se sembra molto collegata alle condizioni materiali. Ma se ne fosse un mero riflesso, saremmo riduzionisti.

      • Peucezio scrive:

        Una cosa è certa: questa epidemia non cambierà la gente, se non assecondando tendenze deteriori già in atto.
        Il livello di salute morale di una civiltà è inversamente proporzionale alla misura in cui si vive tappati in casa: le società più sane sono socievoli e vivono la strada, il bar, i luoghi di interazione. Quest’epidemia ci costringe ad assecondare quello che già si tendeva sempre più a fare (più vai a nord in Europa e meno gente vedi per strada).
        In fondo il modello di vita contemporaneo, nel suo volto più deteriore, è profondamente misantropo e asociale. Ora non c’è richiesto altro che essere queste cose.

        Finito il tutto, enormi festeggiamenti, locali pieni, casino, ma è tutta apparenza: la gente già voleva stare in casa e ci si sarà abituata più velocemente.

      • Z. scrive:

        Io non so se il progresso saprà trovare la soluzione. Non credo, onestamente.

        Ma sono certo, anzi certissimo, che non la troveranno i decrescitisti. Col loro stile di vita che a conti fatti è più insostenibile del mio e con le loro teorie su come dovrebbero comportarsi gli altri.

        • Peucezio scrive:

          La soluzione a cosa?

          • Z. scrive:

            Pino scriveva: Ma sew qualcuno vuole trascinarci anche me, mi dispiace ma non mi convince, e non credo di essere l’unico a sentire puzza di bruciato nei vari proclami che invitano a non si sa quali sacrifici, tutto per espiare la colpa tremenda dell’Inquinamento che ha generato il Cambiamento climatico.
            Se il progresso ha creato questi problemi, sarà sempre il progresso ha creare la soluzione, non qualche pugno di fanatici decrescitisti mangiaradici.

            • Peucezio scrive:

              Il Coronavirus ad ogni modo non è certo un prodotto del progresso.
              E’ un prodotto del progresso la sua diffusione così rapida.
              Altrimenti avrebbe avuto le tempistiche delle pestilenze del passato.

            • Peucezio scrive:

              Cmunque, Z.,
              fra te, Miguel e gli altri catastrofisti vari, come si dice a Bari, mmocche a vvu, sèmbe a ppertà schemmòneche!!

              Vorrei abbracciare Pino in questo momento!
              Tanto la bellezza e l’Italia che amo, intesa come umanità, sarà dispersa dall’anagrafe nel giro di non molti anni (e questa merda di virus sta dando una mano): almeno teniamoci il benessere materiale, che è l’unica cosa che ci è rimasta!

            • Z. scrive:

              Come dicevo, non mi riferivo in particolare all’epidemia.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Z

              “Se il progresso ha creato questi problemi, sarà sempre il progresso ha creare la soluzione, non qualche pugno di fanatici decrescitisti mangiaradici.”

              Non esistono “soluzioni”, esiste una situazione squilibrata.

              Il “progresso” è strutturalmente ciò che porta allo squilibrio perché vuole “di più” per una parte.

              La decrescita volontaria è impossibile, perché nessuna specie sceglie l’austerità, nemmeno ai tempi dei monaci medievali.

              Il riequilibrio potrà venire solo dalla natura stessa, non mi sembra difficile da capire.

              • PinoMamet scrive:

                ma che vuol dire situazione squilibrata? Qual è lo squilibrio? e qual è il riequilibrio?
                Boh.

                A me invece sembra proprio che ci siano alcuni problemi , molto concreti:

                -il cambiamento climatico
                -la disponibilità/distribuzione di risorse
                -momentaneamente forte, ma è il minore, l’epidemia di Covid-19

                per ognuno di questi problemi, si può prospettare una soluzione, parziale o totale, che non verrà dalla contemplazione del cardellino ma dal darsi da fare con la ricerca e con decisioni politiche precise.

                Oppure possiamo fare i fatalisti e dire “la natura ci ucciderà tutti e poi boschi infiniti e foreste di abeti bla bla ma noi non ci saremo”, come quei pirla dei Nomadi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “A me invece sembra proprio che ci siano alcuni problemi , molto concreti:”

                E’ un tema di cui si discute da tempo.

                La questione fondamentale è che la specie umana trasforma, attraverso il fuoco, risorse non rinnovabili (almeno in breve tempo) in rifiuti, cioè in sostanze inutilizzabili e uniformi.

                Questo processo, in incessante crescita, porta a una quantità sempre crescente, e imprevedibile, di singoli “problemi”, che sono solo i sintomi.

                Ad esempio, così come trasforma cento specie di alberi in cenere sempre uguale, lo stesso processo trasforma le aree urbane nel mondo in agglomerati indistinguibili; e la conservazione artificiale della diversità (vedi centro storico di Firenze) aggrava il processo nelle periferie.

                Poi è possibile cercare di affrontare ogni singolo, nuovo, inatteso sintomo, come ad esempio il “cambiamento climatico”, o l’avvelenamento delle falde idriche, o lo sprawl urbano, o la plastica nel mare. Ma se perdiamo il quadro d’insieme, non ne arriveremo certamente mai a capo, e ogni tentativo di aggiustare di qua peggiorerà la situazione di là.

              • Miguel Martinez scrive:

                Tra l’altro, questa è l’obiezione più sensata a Greta Thunberg.

                Che ha ovviamente ragione, quando dice che esiste un rapporto tra cambiamento climatico e crisi ambientale.

                Ma ha portato tutti a isolare il “problema”, che viene poi “risolto” con un trucco contabile: quello dell’offsetting, che permetterebbe di arrivare a “emissioni nette zero”, in realtà peggiorando la situazione complessiva.

                Per questo, pur non essendo per nulla uno “scettico/negazionista”, vorrei che si stesse molto attento a non considerare il cambiamento climatico un “problema”, anziché un sintomo.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                questa volta sono in totale disaccordo 🙂

                Proprio perché le civiltà tendono a stare benee a volere l’abbondanza, tendono anche a sviluppare strumenti per mettersi al riparo dalle catastrofi che possono portargliela via.
                Poi non è scontato riuscirci e ci possono essere fasi in cui la soluzione non viene dietro in tempo al problema posto, perché rompere è più facile che riparare, di ciò ti do atto.
                Ma tu lo poni come un fatto strutturale, ma se così fosse, già nel Neolitico ci saremmo dovuti estinguere o quasi, invece abbiamo avuto un boom demografico.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma tu lo poni come un fatto strutturale, ma se così fosse, già nel Neolitico ci saremmo dovuti estinguere o quasi, invece abbiamo avuto un boom demografico.”

                Sono argomenti che vanno affrontati con un distacco che per ovvi motivi ci è difficile: se parlo del ruolo della specie umana, vorrei che fosse come se parlassi del ruolo dei dinosauri in una certa epoca storica.

                Se i dinosauri si mangiano tutti gli alberi di un bosco, però, finiscono per crepare.

                Il problema dell’uomo è che, avendo distrutto il bosco, poi passa – ad esempio – a distruggere il mare, e guadagna così del tempo.

                L’effetto umano sul sistema stesso che lo mantiene in vita è documentato anche nel Neolitico.

                Ma ovviamente l’impatto era incomparabile a quello attuale.

              • Peucezio scrive:

                Circa la questione delle risorse,
                insisto: tendi a ragionare in termini aritmetici, la la natura non funziona così.
                Pensa solo se si arrivasse a poter utilizzare la fusione nucleare.

                Ogni progresso sostanziale è un salto qualitativo, che scompagina ogni ragionamento sui rapporti fra risorse e consumi.

              • Peucezio scrive:

                Inoltre – ammetto che è un po’ la mia ossessione – secondo me qui, in qualche misura, c’è sempre la solita proiezione di concezioni occidentali al mondo intero.
                Ma una futura egemonia cinese o comunque non occidentale (che in parte è già un dato di fatto in molti settori) è un cambio radicale di paradigma.

                Tu sei un anglosassone cresciuto in Italia e in parte messicano: e il tuo rapporto con la natura e con l’antropico è filtrato da tale retroterra (che peraltro è molto fortemente dualistico). Ma prova a pensare nei termini in cui pensa un cinese, che vede l’equilibrio sociale come un riflesso di un equilibrio cosmico naturale. E quindi, anche se apparentemente sembra voler in tutti i modi soggiogare violentemente la natura (ora stanno facendo questo in modi inediti, quanto alle proporzioni, a qualsiasi società umana passata), in realtà ha l’ordine, non la competizione violenta, nel suo DNA e tenderà sempre a imporlo.

  8. mirkhond scrive:

    Avete mai visto la serie britannica I Sopravvissuti degli anni ’70?

    • Peucezio scrive:

      Sì, io l’avevo scaricata e vista qualche anno fa, ma verso le ultime puntate l’ho lasciata lì, benché nel complesso fosse ben fatta.

      Ma in realtà ne avevo già reminiscenze infantili, di quando passava in televisione e la mia famiglia la guardava.

  9. mirkhond scrive:

    I Sopravvissuti (1975):

    https://youtu.be/GW5gHjqYeOo

  10. PinoMamet scrive:

    A proposito di robe catastrofiche, a Moi non sarà sfuggito che 2020, Olimpiadi Tokyo, è anche l’ambientazione di Akira…

    l’ho rivisto, e sono rimasto stupito di quanto sia stato scopiazzato, nel corso del tempo!

    • daouda scrive:

      a me faceva schyfo

    • PinoMamet scrive:

      A dire il vero ha fatto cagare anche a me, però aveva un sacco di intuizioni interessanti, e grossissimo lavoro di animazione (all’epoca ancora tutto “a mano”).

      • paniscus scrive:

        Mi associo a quelli che considerano roba come “Akira” una porcheria e/o una spudorata presa in giro dello spettatore.

        • PinoMamet scrive:

          Mmm una porcheria può essere (diciamo che non rispecchia molto i miei criteri di gusto) ma perché una presa in giro?

          • paniscus scrive:

            “Mmm una porcheria può essere (diciamo che non rispecchia molto i miei criteri di gusto) ma perché una presa in giro?”—

            In base al sempre valido e sempre nobile principio di Sokal & Bricmont,

            quello secondo cui “se una cosa sembra incomprensibile, ci sono ottime probabilità che sia incomprensibile davvero… e se una cosa sembra non significare nulla, ci sono ottime probabilità che effettivamente non significhi nulla”.

            Prima ancora di venire a conoscenza, una ventina d’anni fa, di questo limpido criterio, era una sensazione che avevo sempre avuto anche se non formulato razionalmente:

            non ho mai sopportato, ma realmente MAI sopportato, qualsiasi opera d’arte o fenomeno culturale, libro, film, o moda sociale, che viene presentato come se fosse assolutamente ovvio che contenga un messaggio profondissimo, ma poi, con tutto lo sforzo di buona volontà, questo messaggio profondo non ce lo vedi proprio…

            …e allora ti senti in obbligo di farti l’esame di coscienza, di chiederti PERCHE’ non arrivi a vederlo, e di sentirti scemo perché non ci arrivi,

            quando poi, invece, l’unica spiegazione razionale è che non sei scemo tu, ma che quel presunto significato profondo in realtà non c’è proprio, e che tutta la montatura osannante non è altro che una mistificazione.

            A questo proposito, non dimenticherò mai una lezione di razionalità scientifica e di buon senso arrivatami da mio padre, intorno al 1990 (cioè, 10 anni prima che scoprissi Sokal e Bricmont), all’uscita da una proiezione del pompatissimo film “La voce della Luna”, osannato come capolavoro assoluto di Fellini.

            Il mio mitico genitore, ingegnere e contadino, che il coronavirus non lo sfiori, aspettò la concluisone dei titoli di coda, poi mi guardò in faccia deciso e disse : “quest’uomo ci sta prendendo in giro da cinquant’anni“.

            Tutto torna.

            • Roberto scrive:

              La voce della luna….l’unico volta in vita mia in cui sono uscito dal cinema dopo 20 minuti

              Comunque mi hai fatto pensare al giudice irlandese per il quale ho lavorato per qualche tempo che mi diceva “se non capisci quello che dice un avvocato vuol dire che non c’è nulla da capire…respingi”

              • PinoMamet scrive:

                Mi sembra un ottimo criterio

                (io l’ho sempre applicato alla filosofia, ammetto…)

              • Z. scrive:

                Mi viene in mente quel regista che “il termine paura non sta nel mio vocabolario”.

                Com’è che si chiamava? Kellogs?

                All’inizio ho pensato che manco Rambo, ma probabilmente è solo che gli hanno venduto un vocabolario difettoso.

              • Z. scrive:

                PS: la mia insegnante di greco diceva:

                “il greco è la lingua dei poeti e dei filosofi, il latino è la lingua dei militari e dei legulei”

                Poeta non sono di certo, filosofo per carità, il militare non l’ho fatto…

                restava solo Giurisprudenza 🙂

              • Francesco scrive:

                Pino

                io lo applicavo fino a quando ho riletto i miei stessi appunti delle lezioni su Heidegger

                da allora in filosofia volo molto basso, quasi rasoterra, sono un A-10

            • daouda scrive:

              Lisa sostituirei ( lo sai che lo faccio apposta ma riflettici )una tua frase così…
              La frase ai loro occhi ha molto più senso:

              “…e allora ti senti in obbligo di farti l’esame di coscienza, PERCIO ‘chiedersene e non arrivando a vederlo, e di sentirsi scemo perché non ci arrivi”

              più o meno. PErché tanto nun je ne fregava n cazzo de nulla de gnente basta che lo vedevi.

              Io l’ho sempre detto che la grande bellezza fa schifo, infatti non l’ho visto!!!

          • PinoMamet scrive:

            Mah, a me il senso di Akira è sembrato semmai banale (= non fate porcherie con la scienza e non macchiatevi di hybris) ma ammetto che in genere il famoso “messaggio” è una delle ultime cose che guardo in un film…
            non sono neppure sicuro che molti film o opere di qualunque genere ce l’abbiano, un messaggio o un senso…

            su Fellini, credo ci siano pochi dubbi sul fatto che stesse prendendo in giro lo spettatore- non necessariamente in senso cattivo.
            Comunque le sue ultime robe credo fossero molto stanche e ripetitive.

            • Z. scrive:

              Mah, a me quello che vidi di Fellini piacque!

              Ma io ho gusti atipici. Trovo insopportabilmente autocompiaciuto Tarantino e ipernoiosa la saga di Guerre Stellari 🙂

            • Peucezio scrive:

              Ma che cazzo è Akira?

              Fellini?
              Ha fatto più di un film intellettualistico e un po’ fiacco, ma ha fatto alcuni dei capolavori massimi del cinema universale.

              Forse, se devo pensare al sommo registra della storia del cinema mondiale, per quello che possono valere simili classifiche, penserei a lui: più espressivamente forte di un Tarkovskij (che pure ritengo un gigante e un genio assoluto, malgrado qualche film estetizzante e di maniera), non parliamo di un Truffaut (pure valido ovviamente)… faccio fatica a trovare chi regga il paragone.

      • Moi scrive:

        … concordo, inoltre che figata erano le moto ?! 😉

        https://newatlas.com/akira-replica-motorcycle/22105/

        … e siccome son Giapponesi han provato anche a farla vera ! 😉

  11. Moi scrive:

    Coronavirus, la protesta del clima non si ferma. Greta: “Scioperiamo online”Coronavirus, la protesta del clima non si ferma. Greta: “Scioperiamo online”

    https://www.repubblica.it/ambiente/2020/03/12/news/coronavirus_clima_la_protesta_non_si_ferma_greta_scioperiamo_online_-251060405/

  12. Moi scrive:

    @ MIGUEL / LISA

    To’, chi si rivede … Ai Weiwei !

    https://www.adnkronos.com/intrattenimento/spettacolo/2020/03/06/regista-weiwei-coronavirus-come-pasta-inventata-cinesi-diffusa-itakliani_997pqhFzE7V5wjiI6qpmxL.html

    Coronavirus, Ai Weiwei: “Come pasta, inventata da cinesi diffusa da italiani”

    settimana scorsa, ma di ‘sti tempi sembra un’ eternità !

    PS

    la pasta Italiana e Cinese hanno ingredienti cereali base diversi (grano e riso), cmq !

  13. Peucezio scrive:

    Visto che si è parlato di cinema, propongo il gioco dei dieci film preferiti (Z., tu non sei sul Libro dei Ceffi e non lo conosci).

    • Roberto scrive:

      Direi per me
      1. Star Wars (il primo)
      2. Avatar
      3. The Martian
      4. Gli intoccabili
      5. Do the right thing
      6. La meglio gioventù
      7. Indiana Jones e l’ultima crociata
      8. Nikita
      9. Django
      10. Lo chiamavano trinità

      Non necessariamente in ordine a parte il primo, e forse cambio idea se me lo richiedi tra un mese

      • Francesco scrive:

        Gli intoccabili
        Nikita
        Altrimenti ci arrabbiamo
        Frankenstein Jr
        Star Wars (c’è solo il primo!) ma anche Contatti ravvicinati del terzo tipo
        Terminator (che è anche meglio del primo Conan)
        Rocky
        Gran Torino
        Kagemusha
        I sette Samurai

        nulla di Antonioni e Fellini

        dubbi molto forti su Spike Lee

    • Peucezio scrive:

      Uhm, io avevo pronta la mia lista, la redassi mesi fa, ma dopo i tuoi film, tutti validi (qualcuno non lo conoscevo), ma meno pretenziosi, ho paura di passare per intellettuale.

      A suo tempo era questa:
      1. Pulp Fiction (Tarantino)
      2. Otto e mezzo (Fellini)
      3. La dolce vita (Fellini)
      4. Stalker (Tarkovskij)
      5. Un borghese piccolo piccolo (Monicelli)
      6. Ricomincio da tre (Troisi)
      7. Fargo (f.lli Coen)
      8. Arca russa (Sokurov)
      9. Bianca (Moretti)
      10. Mimì metallurgico ferito nell’onore (Wertmüller)

      Oggi forse cambierei qualcosa.
      Inoltre mi spiace sacrificare film altrettanto validi, prendi “Il fascino discreto della borghesia) di Buñuel.
      Poi forse c’infilerei qualcosa si Olmi.
      Mi spiace anche sacrificare Antonioni.
      Ma, insomma, direi che più o meno è ancora questa.

      • Roberto scrive:

        Ho smesso di fare l’intellettuale cinematografico da quando non ho più bisogno di rimorchiare….
        🙂

        Mi piacciono tantissimo Bianca e ricomincio da tre
        Di Fellini forse sceglierei Amarcord

        Pulp fiction invece l’ho trovato inguardabile, uno di quei film che piacciono a tutti tranne che a me (aggiungo nella categoria kill bill)

        • Peucezio scrive:

          Anche Amarcord è un capolavoro massimo.

          Davvero non ti è piaciuto Pulp Fiction??

          • PinoMamet scrive:

            A me è piaciuto abbastanza, invece Kill Bill no.

            Non mi disturbano le scene di violenza, non mi disturbano (anzi) le citazioni da film di serie B, ma di Tarantino mi infastidisce il suo mondo mentale, che percepisco essere quello di un nerd affascinato dai rapporti di forza.

            Alla fine molti dei suoi film rientrano nello schema “Gesù 2- la vendetta” 😉 cioè riscritture della Storia, o riscritture e basta, in cui la vittima si rifà sui carnefici ammazzandoli nei modi più brutali
            (la donna contro i maschi in Kill Bill, il nero contro i bianchi in Django, gli ebrei contro i nazisti in Bastardi ecc., le vittime del massacro contro i seguaci di Charles Manson in Once upon a time…)

            se riesce a rendere i cattivi sufficientemente odiosi, come in Django, il gioco riesce, altrimenti nì.

            Oppure sono pure celebrazioni di violenza, citazioni & personaggi fighi, che non mi dicono tanto.

            • Peucezio scrive:

              Sì, in effetti c’è una vena moralistica anche in lui, che evidentemente gli americani proprio non riescono a evitare e che è l’antitesi invece dello spirito del nostro cinema (pensa a “Finché c’è guerra c’è speranza”, che si potrebbe dire che è paradigamtico della concezione morale che sottende al cinema italiano).

          • Roberto scrive:

            Eh pulp fiction l’ho trovato terribilmente noioso

      • Roberto scrive:

        Nei dieci mi è dispiaciuto sacrificare Kurosawa che adoro (dersu Ozala forse il mio preferito) e i fratelli coen (c’è limbarazzo della scelta)

        Poi adoro spike lee, avrei dovuto mettere anche mo’ Better blues e he got game

        La rinuncia a Manhattan è dolorosa anche se ci sono scene memorabili e momenti un po’ fiacchi

      • daouda scrive:

        Dredd: la legge sono io!

        ahahahahaha

        ( sto seguendo diritto processuale matrimoniale online ahahah )

        • Roberto scrive:

          Bello!

          (Il film, non il diritto processuale matrimoniale)

        • daouda scrive:

          beh si quello è na palla le lezioni online fanno ride io me ascolo Enzo Avitabile che me gira così ultimamente nel frattempo ahahahah

        • Z. scrive:

          Sei iscritto a una facoltà di legge online? siamo ansiosi di annoverarti tra gli Iniziati 🙂

        • daouda scrive:

          Caro Zeta io studio teologia quindi ho qualche esame de diritto canonico e mmo stamio affà quarche robbetta digital-cibernetica.

          Speramo affinisca ‘r “virus” solo pé spegne la minaccia de sto fatto giacché si posso studià indo vivo sarà la fine, come l’antichi se vergognaveno da avé r cesso drento casa!!!!

    • PinoMamet scrive:

      Dieci film che piacciono molto a me

      -Il sorpasso
      -Il buono, il brutto e il cattivo
      -Il Grande Lebowski
      -I soliti ignoti
      -L’uomo che amava le donne
      -I sette samurai
      -Bianco, rosso e Verdone
      -La banda degli onesti
      -Luci della città
      -Little miss Sunshine

      li ho messi giù sinceramente, senza pretesa di esaustività, e senza pretese d far colpo, come vedete.

  14. daouda scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=xcD4ys7qKyI

    GRANDE IDIR!!!!

    Fanculo, nunn’è just che v’aricordate del popolo quanno ve serve ANFAMI!

  15. Miguel Martinez scrive:

    Interessante esempio di autarchia, in senso tecnico: filiera il più possibile corta, intervento militare, rinuncia ai clienti in Vietnam per rifornire quelli in Italia.

    E si evita anche che l’emergenza sia regolata dal “mercato”, cioè che i ventilatori aumentino di cinquanta volte il prezzo.

    https://www.ilmessaggero.it/italia/coronavirus_respiratori_polmonari_fabbrica_italia_bologna_siare_ultime_notizie-5114014.html

    Coronavirus Bologna, nella fabbrica di respiratori polmonari arriva l’esercito: «Si lavora come in guerra, turni fino a 15 ore»
    Italia
    Sabato 14 Marzo 2020

    1,4 mila

    Alle porte di Bologna c’è una fabbrica che da giorni non si ferma mai. È un’azienda di 35 dipendenti, di Valsamoggia, e produce un bene cruciale per la lotta alla Covid-19: i ventilatori polmonari che danno respiro ai pazienti ricoverati nelle terapie intensive d’Italia.

    Coronavirus, bonus a medici e lavoratori. E per le partite Iva un bonus da 600 euro
    APPROFONDIMENTI

    «Da questo lunedì i militari entreranno a far parte del nostro organico», spiega alla ‘Stampa’ Gianluca Preziosa, direttore generale di Siare Engineering. I vertici dell’azienda sono stati convocati una settimana fa dal premier Giuseppe Conte per un incontro con la Protezione civile, e da qui è nato un piano straordinario per triplicare la produzione e reggere all’emergenza: dagli attuali 160 respiratori al mese a 500, fino a raggiungere il totale di 2.000. Per tenere questi ritmi entreranno in azione, a supporto, anche 25 tecnici dell’esercito.

    Da martedì tutti i piani di lavoro sono saltati, si lavora sabato e domenica, «c’è gente che arriva a fare 12, 14, chi persino 15 ore al giorno», dice il dirigente. «Qualche signora del personale ha le piaghe alle mani a forza di avvitare raccordi».

    Per far fronte «alla prima fornitura di 300 macchine per il nostro governo abbiamo rinunciato a rifornire i nostri clienti in Corea del Sud, Vietnam, Thailandia, India», racconta Preziosa. Piccole dimensioni, alta specializzazione, l’azienda fondata nel 1974 dal padre di Preziosa oggi esporta i suoi macchinari in 72 Paesi del mondo. Ed è una delle 4 aziende uniche in Europa ad essere specializzate in questi dispositivi. Il valore di mercato è 17mila euro a unità, ma il prezzo per la protezione civile scenderà a 10mila. L’arrivo dei militari quasi raddoppierà il personale: cominceranno entro breve, il tempo di 3-4 giorni di addestramento, per far sì che si arrivi ad assemblare 125 macchine a settimana.

  16. Alberto scrive:

    Solo per chi avesse voglia di tornare per un momento al tema d’origine.
    Uomini contro e tante altre cose, ecco un “polpettone” del non sconosciuto M.Blondet, offerto alla notevole ed erudita critica del commentario.
    Una piccola fatica di una lettura, anche se non per pura vocazione, almeno per l’elettrizzante confronto di penne rilevanti, ampiamente presenti.
    Addirittura con ornamento di rima nel caso: Blondet/Mamet.
    ….. Si scherza !

    https://www.maurizioblondet.it/vogliono-guerra-allora-ricordiamo-ci-trascino-nelle/

    • daouda scrive:

      Il sionismo è uno strumento anzi, è esso stesso una vittima in un certo senso della Via di Edom che si frammischia in mezzo ai giudeo-cristiani.

      CURRUPTIO OPTIMI PESSIMA

  17. mirkhond scrive:

    “Tu sei un anglosassone cresciuto in Italia e in parte messicano: e il tuo rapporto con la natura e con l’antropico è filtrato da tale retroterra (che peraltro è molto fortemente dualistico).”

    Miguel è un catastrofista-ottimista, nel senso che vede la catastrofe come un’opportunità per la rinascita di un ambiente naturale e di un’umanità migliore.
    In questo effettivamente gioca la sua ascendenza anglosassone che si ritrova nei film statunitensi, dove ad ogni catastrofe segue un nuovo inizio.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mirkhond

      “Miguel è un catastrofista-ottimista”

      Grazie!

      Però esiste una questione “ambientale”, ed esiste la mia personale, irrilevante, sensibilità.

      Questione ambientale: la specie umana trasforma risorse non rinnovabili, attraverso il fuoco, in cenere, a una velocità crescente, che tende all’infinito.

      Sensibilità mia a questo fatto: la bella descrizione di Mirkhond

      Sensibilità di altri: “che orrore!”

      Sensibilità di altri ancora: “ma allora diventiamo tutti vegani e vedrai che passa la paura!”

      Sensibilità di altri ancora: “La realtà non mi piace, quindi fo icche voglio!”

    • PinoMamet scrive:

      Una delle caratteristiche più singolari dei pessimisti è la inossidabile convinzione che hanno di essere realisti…

      oh, ‘sta volta vi è andata “bene”: c’è un’epidemia.
      Ma non vi allargate… 😉

  18. Moi scrive:

    i film , o i libri , o i cartoni animati (che poi di fatto con le super CGI vedi nei film le stesse esagerazioni, perfino la stessa “fisica alternativa” 😉 dei cartoni animati) o mi piacciono o NON mi piacciono, ma di classifiche non riesco a farne !

    • mirkhond scrive:

      A me capita che film o cartoni animati che mi piacevano da bambino e da ragazzo, rivedendoli adesso mi appaiono assurdi e non mi dicono più niente.
      Tipo i cartoni animati giapponesi con quegli eroi bambini che compiono imprese che farebbero schiantare un adulto.

    • Moi scrive:

      per me gli anime sono spesso “incostanti” … hanno momenti estremamente “scrausi” , momenti deliranti, momenti involontariamente demenziali nell’ esagerazione, momenti di grande epos come esempio e ispirazione …

  19. Moi scrive:

    Non avrei mai creduto di dover linkare la Gazzetta dello Sport, però “Mai Dire Mai” 😉 …

    Parla Daniele Rugani: “Che botta ma sto bene!”. Positiva anche la fidanzata Michela

    Il difensore Juve colpito da coronavirus è bloccato al J Hotel: “Mai avuto sintomi gravi, spero che il mio caso abbia sensibilizzato tutti. Che faccio? Netflix…”

    https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Juventus/16-03-2020/rugani-quarantena-che-botta-ma-sto-bene-ne-usciremo-insieme-cosa-faccio-finisco-netflix-3601755068118.shtml

    … Ok, è giovane, è atleta professionista, ha soldi, è famoso ! … Proprio per questo, SE c’è una speranza di cura lo s’ impara ! … Come Magic Johnson con l’ AIDS !

  20. Moi scrive:

    il CoronaVirus … incrementerà i divorzi anche in Italia / Occidente ?

    https://www.radiobruno.it/cina-dopo-la-quarantena-per-il-coronavirus-e-boom-di-divorzi/

    Cina: dopo la quarantena per il coronavirus è boom di divorzi

  21. Moi scrive:

    Il Greco è anche lingua “terminologica” della Chiesa Cattolica (anche il suo Latino è spesso Grecizzante) e della Scienza … anche se sembra strano alla Vulgata UAAR & Affini .

  22. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “L’effetto umano sul sistema stesso che lo mantiene in vita è documentato anche nel Neolitico.
    Ma ovviamente l’impatto era incomparabile a quello attuale.”

    Appunto. L’uomo del neolitico non doveva preoccuparsi più di tanto dell’impatto.
    L’uomo attuale sì.

  23. Moi scrive:

    ma la specie umana … può esistere senza impattare necessariamente ? (mi chiedo sinceramente …)

    • Moi scrive:

      noi di città crediamo che sia chissà quanto vicino alla natura il contadino, eppure per il “selvaggio” è assolutamente una violenza alla natura far crescere una determinata (da noi) pianta anziché un’ altra che la natura stessa “vuole” in un posto … e cmq anche i “selvaggi” non possono sopravvivere di sola “natura”, necessitano inevitabilmente di trasformare l’ ambiente con la “cultura” …

    • Z. scrive:

      Oddio, quando eravamo raccoglitori di bacche probabilmente il nostro impatto ambientale era esiguo.

      Ma a me le bacche restano un po’ indigeste 🙂

      • daouda scrive:

        non svelà r segreto che chiaramente vale pé quelli se avessero visto er futuro ( a bramà ) come pé noi se avessimo visto r passato.
        EEEEEEEEEEHHHHH NUN E’ FACILE!

        Er sugo è non si può non impattare. IL filosofico verte su cosa è legittimo e cosa no, su cosa è ancor peggio naturale e cosa artificiabile.
        Fidate nun ze ne esce Moi

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