Dell’amore per i mondi

alla mia Conchita, dalla pelle scura e le vesti rosse, che nacque nell’Oaxaca in un anno che non sapeva nemmeno lei e che non è registrato in alcuna anagrafe e non sapeva leggere, ma era certo all’inizio del Novecento, che vide arrivare quelli e quegli altri, e li derideva con uguale saggezza,

con lacrime e affetto per tutto ciò che mi diede, e senza dimenticare il formaggio a rotoli di Oaxaca

Como queria encontrarte otra vez y decirte…

Al volo, apoditticamente.

Tanto, non troverò mai il tempo per sostenere ciò che dico.

Prendiamo il Messico, paese a caso.

Oggi quando pensate Messico, vi si arriccia il naso; ma in altri tempi, il divario tra quelli  in alto e quelli in basso era molto minore (erano gli anni in cui il ragazzo inglese se ne andava in India e si trovava meglio che a casa sua, e magari si faceva pure musulmano).

Nel 1810, la Nuova Spagna si rivoltò in base a un fantastico miscuglio ideologico.

Immaginatevi una comunità  di persone di enorme intelligenza e pochi mezzi, che doveva aspettare un anno perché le navi portassero i libri dalla lontana Europa, e poi ne leggeva ogni riga con un’attenzione per noi inimmaginabile,

nelle canoniche di chiese in cui pittori indios erano riusciti a superare i loro maestri arrivati dalle Fiandre, e dove una suora visionaria poteva corrispondere con un gesuita tedesco che si illudeva di aver scoperto ogni segreto del mondo (aspetta sempre un anno che ti arrivi la risposta).

Da questo mondo, dove si leggeva Aristotele in greco e Rousseau in francese, ma solo i francescani conoscevano la lingua dei Nahua, nacque una visione.

Innanzitutto, il Messico nasce come resistenza contro Napoleone e la Rivoluzione Francese.

La Insurgencia non fu del tutto diversa dalle rimosse Insorgenze italiane, perché si trattava innanzitutto di respingere l’orrore francese, che si stava imponendo sul mondo.

Poi, ci fu il richiamo al Medioevo spagnolo, ai diritti dei fueros, quindi a una visione del mondo ancora non dominata dalla proprietà privata.

E qualche prete (perché la nostra fu alla fine una rivoluzione tragica di preti) che ogni domenica dava la comunione agli indios, che avevano millenni in più di storia di loro. E standosene nei villaggi, se ne rendevano conto.

Poi ci fu José Servando Teresa de Mier Noriega y Guerra, frate domenicano discendente dei duchi di Granada, che nel luogo dove la Madonna Morena era comparsa all’indio Juan Diego, raccontò al mondo che l’apostolo Tommaso non era stato solo in India, sarebbe arrivato anche in Messico sotto le vesti di Quetzalcoatl, il serpente piumato.

Il domenicano, dopo innumerevoli incarcerazioni in due continenti e dopo essere stato premiato dal Papa per aver convertito ben due rabbini giudei, avrebbe conosciuto Alexander Von Humboldt, che fu uno dei primi a capire come si stava devastando l’ambiente delle Americhe.

Ma anche, contemporaneamente, c’era l’idea che si dovesse fare come avevano appena fatto negli Stati Uniti, solo molto meglio, perché da noi c’era una ricchezza infinitamente maggiore, e questa idea, per nulla peregrina in apparenza, avrebbe finito per creare il mostro messicano, ma possiamo darne la colpa a chi in quegli anni sognava un mondo antico e nuovo e rinnovato?

Sogni covati nel segreto delle logge massoniche, che hanno sempre avuto un ruolo cruciale nella storia messicana – non conosco nessun altro paese che ricordi tutto un pezzo della propria storia come la guerra tra due logge.

Forse è destino che ogni sogno si trasformi in incubo.

Infatti, da quel momento sono nate le due storie del Messico, esempio di simbiosi conflittuale.

Le due storie si confermano e si alimentano a vicenda.

Nella prima storia, il Messico, che pure sarebbe ricchissimo, fa schifo perché è pieno di indios che invece di pensare a fare i soldi, si sbronzano, credono ai santi e non sanno diventare moderni e non sanno coltivare le terre in funzione del mercato mondiale.

Nella seconda storia, il Messico, che pure sarebbe ricchissimo, fa schifo lo stesso, perché è pieno di indios/vittime, sfruttati dagli statunitensi, se no sarebbero riusciti a trasformare la Sierra in un meraviglioso mondo industriale come Chicago.

In entrambe le storie, c’è la Malinche, la madre di tutti i messicani.

La nostra madre Malinche, piccola ragazza Nahua, venduta dal babbo mercante (che i Mexi’ca erano mercanti e stronzi quanto i fiorentini) a un Maya. E già son due mondi, e pure a pochi anni di distanza: la piccola nasce quattro anni dopo che quelli che l’avevan tanto amato, bruciarono al rogo Savonarola.

Poi fanno naufragio sulle coste dei Maya, due spagnoli a caso.

Uno dopo dieci anni si fa riconoscere da Cortés, ma l’altro decide di schierarsi contro gli invasori spagnoli, e muore come Maya, combattendoli.

Perchè con tutto il male che si dice della Cristianità, la Cristianità seppe porsi, già allora, dei dubbi e delle domande che il nostro mondo non osa più porsi.

E son già tre mondi.

E poi arriva Hernán Cortés, che è il quarto mondo: l’imprenditore che se ne sbatte, e ha il cuore di ghiaccio.

Ci sarebbe da odiarlo, se non avesse avuto un’intelligenza, che pochi esseri umani hanno avuto in tutti i millenni della nostra esistenza.

Cortés si incontra con il naufrago spagnolo che parla in Maya con la  Malinche, e lei fa da interprete per il Nahuatl

una volta io e una piccola donna ci siamo impegnati di fare del Nahuatl la nostra lingua segreta, ma io non ho mantenuto il mio impegno

Poi Cortés ebbe un figlio con la Malinche, e quel bambino fu il primo dei messicani.

Nella narrazione ufficiale, la Malinche è la madre del primo hijo de puta del continente.

Lei, e solo lei, che si sarebbe concessa a uno spagnolo (ma nessuno chiede il conto a suo padre), sarebbe la colpevole del destino catastrofico del Messico.

Pensate alla mezzagrandegente, i meticci, quelli che si vergognano di essere un po’ indio e odiano essere un po’ spagnoli, quanto odio devono conservare verso di lei: voi avete Adolf Hitler, noi abbiamo la Malinche.

Ma nella narrazione della piccola gente, che non ha fatto parte delle storie ufficiali, e che ho sentito a frammenti nella mia infanzia, la Malinche era la Llorona, colei che piangeva i tre figlioli, che il padre malvagio aveva fatto scomparire.

E c’è una sintonia tra la Malinche, la nostra Cattiva Primordiale, e Antonieta Rivas Mercado, che l’11 febbraio del 1931 si sparò al cuore, nella basilica di Notre Dame di Parigi, con la pistola che le aveva regalato José Vasconcelos.

José Vasconcelos era l’uomo che il nuovo regime, che si illudeva di redimere il Messico, aveva incaricato di creare lo spirito messicano.

Vasconcelos fu il padre delle scuole e delle maestrine che avevano il coraggio di recarsi per stipendi nulli nei villaggi di gente che non sapeva cosa fosse la lingua spagnola.

Vasconcleso inventò la Raza, il cuore della messicanità: il mito riconciliatore che univa insieme aztechi e spagnoli, cristiani e pagani in una nuova identità.

Il Messico, l’ha creato lui, se vogliamo, e ha prodotto quegli artisti che voi conoscete (chessò, la Kahlo con le sopracciglia nere nere, ma anche Rufino Tamayo che incontrai da bambino).

Ma essendo una persona profondamente limpida, Vasconcelos si accorse anche della mostruosità del nuovo regime, e scelse a un certo punto di combatterlo. Si presentò alle elezioni e ovviamente perse, 95 a 5.

A pensarci, la nostra storia è tutta da piangere, solo che questo è molto diverso dal vittimismo.

Le lacrime sono sangue, dal sangue nasce vita, dal vittimismo non nasce nulla.

In soffitta ho un’enciclopedia intera scritta negli anni Sessanta, contro e per amore degli indios.

Un tale che li amava e li odiava profondamente, ha scritto volume su volume, andando nei villaggi e nei campi, spiegando luogo per luogo, comunità per comunità, come fossero insieme vittime e incapaci di modernizzarsi. Ogni volta che si poteva sognare la modernità, quelli russavano tutti embriachi.

E penso a Giuseppe Pitrè, che un secolo e mezzo fa, raccolse venticinque volumi di storie sui siciliani, che sicuramente sono quanto di più simili ai messicani  vi sia nel Vecchio Mondo.

Conoscete la retorica criminale, che si applica a ogni paese del Terzo Mondo: il Messico fa schifo, aiutiamolo!

E se invece fosse il contrario… che il México Profundo non facesse affatto schifo?

I campi/milpa coltivati con tante piante diverse, attente a non sopraffarsi a vicenda…

la rotazione decisa degli anziani un po’ sbronzi di fronte alle immagini di santi arrivati da pazzesche storie di martiri dimenticati in Europa, ma pur sempre efficaci  grazie all’eroismo di frati anche italiani, che nel Cinquecento e nel Seicento arrivarono nel Nuovo Mondo, sperando che potesse valere di più del marcio Vecchio Mondo…

La certezza che la biosfera spessa pochi centimetri dovesse sopravvivere e ancora nutrire i nipoti, senza riempirsi di veleni…

La certezza che la vita dei vivi sia inscindibile da quella dei morticini, come si diceva una volta anche in Italia, i muertitos, la dolcezza di tutti gli avi cui ho voluto bene, dei teschi e delle tibbie e degli affetti…

La sapienza del sangue, il sangue che sgorga dalle ferite, scorre nelle vene, nelle stagioni che ricorrono, nelle stragi e nelle guerre, nel mais…

La certezza che i vivi, i morti e quelli che verranno dopo sono come i vermi e i sassi, ma uniti solo da riti e cerimonie e sussurri e suoni di piffero…

la certezza che la nostra breve comparsa sulla terra consista nel vedere i luoghi attorno a noi, nel tessere e curare relazioni, nel costruire con le mani piccole cose di bellezza (e quante cose straordinarie hanno costruito piccole mani oscure messicane), nel non dimenticarsi di festeggiare ogni rito, senza mai dimenticarne uno…

e nelle pieghe del formaggio di Oaxaca, la terra dei monti che è rimasta india solo perché lì c’era la cocciniglia,  il minuscolo parassita che sapeva creare il rosso che noi, bianchi, eravamo incapace di creare.

Solo gli avi della mia Conchita, cui devo tanta parte della mia vita, possedevano la saggezza della cocciniglia, e grazie a lei è sopravvissuta la lingua degli zapotechi.

Che, mi sembra  giusto precisare, ha più o meno lo stesso rapporto con la lingua degli Aztechi o dei Maya, che ha il giapponese con l’aretino.

E io, dopo aver espresso il mio amore per tanti mondo, ammetto di capirne quanto voi.

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146 risposte a Dell’amore per i mondi

  1. PinoMamet scrive:

    L’avevo sentita solo in spagnolo…

    interessantissimo tutto come sempre!

  2. Ugo Bardi scrive:

    Hai letto “Mornings in Mexico” di H.D. Lawrence? Non ho mai capito cosa lui avesse in mente — mi sa che aveva capito il Messico un po’ come aveva capito l’italia. Un po’ si, ma non completamente…. Ora me lo dovrei rileggere dopo aver letto il tuo post.

    Saluti da via Foscolo, Porta Romana, Firenze!!!

    • MOI scrive:

      Caro Prof. Bardi,

      Lei si fa un mazzo tanto a studiare e calcolare la Questione Ambientale fino all’ inverosimile e rimane conosciuto a Pochi Intimi … poi ‘sta “Cinna” Norrena : facendo “Fughino” da scuola con un cartello davanti al Parlamento Svedese (*), Le ruba la scena diventando Fenomeno Planetario !

      … Non trova la cosa un po’ frustrante ?!

      😉

      (*) SE domattina scattassero “Misure da Svezia” sull’ Ambiente, in Italia sarebbe Psicosi da NaziEcologismo !

  3. mirkhond scrive:

    Interessanti come sempre queste tue digressioni sul Messico, su cui, grazie a te, apprendo tante realtà che mi sono ignote, essendo la mia immagine del Messico formatasi essenzialmente sui western statunitensi e italo-spagnoli, e dunque molto parziale e incompleta.
    Ci sarebbero da fare diverse osservazioni data la varietà di aspetti di cui parli, ma adesso mi viene in mente una domanda:

    Nel 1810, nella Nuova Spagna inizia la lunga rivolta che undici anni dopo avrebbe portato all’indipendenza del vicereame mesoamericano da Madrid, e, hai osservato come tale rivolta, iniziasse come un’insorgenza antifrancese simile a quelle coeve europee.
    Cosa che, se ho ben capito, distingue la rivolta messicana da quella delle altre colonie spagnole, dove, a quel che mi risulta, furono i locali massoni a rivoltarsi, sia pure contro una Spagna dominata da un re imposto da una potenza massonica e lui stesso massone (precedentemente nel 1806-1808, Giuseppe Buonaparte era stato anche nostro re a Napoli, e pure qui imposto dal fratello).
    Ora, come mai l’originaria insorgenza sanfedista messicana, finì poi per essere strumentalizzata ed egemonizzata dai massoni anche lì?
    Iturbide fu fatto fuori dai massoni nel 1824?

  4. mirkhond scrive:

    “Poi ci fu José Servando Teresa de Mier Noriega y Guerra, frate domenicano discendente dei duchi di Granada, che nel luogo dove la Madonna Morena era comparsa all’indio Juan Diego, raccontò al mondo che l’apostolo Tommaso non era stato solo in India, sarebbe arrivato anche in Messico sotto le vesti di Quetzalcoatl, il serpente piumato.”

    Questa idea di una precoce cristianizzazione dell’America precolombiana, credo che compaia per la prima volta in Perù nel XVI, quando nel 1551, due frati missionari in una zona remota del paese da poco conquistato e in parte ancora poco esplorato, riportarono la notizia che i locali indigeni avrebbero ricevuto il Cristianesimo dall’Apostolo Tommaso in persona e che i locali identificavano col dio del sole Viracocha.
    Sempre nel XVI secolo, alcuni scrittori peruviani della nuova colonia spagnola, sostennero che San Tommaso vi aveva predicato il Vangelo, ma poi era giunto Manco Capac, il semileggendario fondatore dell’Impero Inca (circa XIII secolo dopo Cristo), che avrebbe fatto risprofondare il Perù nell’idolatria.
    Sarebbe interessante capire il perché della nascita così precoce di tali leggende, già qualche anno dopo la conquista spagnola.
    Forse il desiderio delle vecchie aristocrazie indigene superstiti di nobilitarsi e riguadagnare il prestigio perduto nel nuovo ordine spagnolo?

    • Josemar scrive:

      “Forse il desiderio delle vecchie aristocrazie indigene superstiti di nobilitarsi e riguadagnare il prestigio perduto nel nuovo ordine spagnolo?”
      Forse, ma io credo non si tratti solo di fattori di “classe”(?).
      Penso ad alcuni elementi della visione Maya della Conquista, a coloro che scrissero i testi del Chilam Balam. In parte avevano già accettato il cristianesimo e lo esprimono nell’assimilazione di alcune idee religiose mutuate. Uno degli elementi che spinge i Maya a condannare gli spagnoli è la contraddizione tra quello che predicavano e la violenza che agivano..

      • mirkhond scrive:

        E’ interessante, alla luce di ciò che scrivi, come gli indigeni riuscissero a separare Cristo dalle malefatte dei suoi discepoli spagnoli.

  5. Peucezio scrive:

    Bellissimo post, suggestivo.

  6. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    Ma ‘sti Mortitos / Morticini / Mortinhos (considera che la “Santeria” di Cuba e del Brasile è praticamente la stessa) … sono gli Amuleti “Sincretistici” / Spiriti delle Vittime della Mortalità Infantile, giusto ?

    Ho pensato subito alle statuine “kokeshi” in Giappone che appunto così esorcizzavano questo un tempo inevitabile dolore delle famiglie … Ma immagino siano così ovunque, fra i “Pagani” … paradossalmente più simili fra di loro dei Monoteisti, sempre fra di loro !

    Nel Giappone “Risorto dalle Macerie” (Paese accompagnato da una retorica difatti simile a quella della Ex DDR), per via della forma neanche troppo vagamente fallica “kokeshi” ha assunto significato più, diciamo, “malizioso” 😉 … ma tant’è !

    • PinoMamet scrive:

      I Morticini credo sia semplicemente il vezzeggiativo dei morti, i tristi, pallidi morti di Pascoli che erano una compagnia comune nell’immaginario delle vecchie famiglie italiane;
      specialmente qua (e da altre parti d’Italia)

      • MOI scrive:

        Conosco pochissimo la “subcultura” delle Credenze Popolari … poi, ripeto, NON mi meraviglierei se saltasse fuori che nelle case coloniche “nostrane” dell’ Ottocento e ancor prima ci fossero statuine “simil-kokeshi” (mi pare che sia tradizione popolare da “CattoContadini” 😉 credere che i neonati morti diventino subito angioletti … sarebbe “sincretismo” classico)

      • PinoMamet scrive:

        Io delle kokeshi non so niente, ma a Parma per i Morti (come credo in Sicilia) si fanno dolci a forma di osso.

        Confermo anche la credenza (che peraltro trovo ragionevolissima) dei neonati morti che diventano angeli.

  7. mirkhond scrive:

    A Napoli ci sono i munacielli e i Basilicata i monachicchi, gli spiriti dei bambini morti, che possono aiutarti ma anche essere dispettosi.

  8. mirkhond scrive:

    Non saprei.

  9. MOI scrive:

    Cmq, per quanto “USAizzato” per forza di cose, il film Coco ha avuto il merito di iniettare un po’ di colori e decorazioni “Cattoliche” all’ Immaginario (NON certo solo infantile 😉 …) Commerciale (piaccia o no …) di Halloween “Classico” tutto nero e tetro “Protestante” …

  10. MOI scrive:

    Va be’ … un teschio è un teschio, però da come si presenta e rappresenta si può capire come potesse essere “Prima” 😉 ….

  11. MOI scrive:

    erano gli anni in cui il ragazzo inglese se ne andava in India e si trovava meglio che a casa sua, e magari si faceva pure musulmano

    ———-

    Mmmhhh … dal Protestantesimo all’ Islam “antropologicamente” (lasciamo perdere le “tomelle” 😉 teologiche, pallose e insulse …) cambia abbastanza poco, no ? L’ Alternativa (essendo il Cattolicesimo impraticabile, o meglio, causa di soli svantaggi sociali !) più netta, in India, la vedo con l’ Induismo … anch’ esso colorato e sgargiante !

  12. habsburgicus scrive:

    che ricordi tutto un pezzo della propria storia come la guerra tra due logge.

    yorkinos ed escoceses..al tempo di Guadalupe Victoria (1824-1829)..che tempi !

    insorgenze ecc
    finalmente torna Miguel il messicano 😀

    il sistema della Nuova Spagna fu in equilibrio sino al 1808, come riconobbe un giornale yankee del 1860 circa
    fu l’arrivo della notizia dell’usurpazione di Don José I a metà 1808 a fare iniziare i torbidi..
    il Viceré Iturrigaray (baschissimo !), a quanto pare in segreto puntava a riconoscere Don José come Re di Spagna e delle Indie, ma nel settembre 1808 fu rovesciato da un pronunciamiento, il primo di innumerevoli ! notevole che fu coinvolto anche il Santo Uffizio a dare un tocco di ispanità; gli successe l’Arcv. di Messico alla guida di una Junta, mi sovviene che si chiamava “y Beaumont”, il primo cognome iniziava con la “L” Lizarda y Beaumont”..boh ?
    nel 1810 ci fu la rivolta di padre Hidalgo, quasi certamente un esaltato che non si rese conto di ciò che stava facendo (le masse indie, umili sino ad allora, commisero eccessi spaventosi a Guanajuato di cui ci racconta Alamán)
    Calleja riportò le cose a posto, ma ormai gli arcana imperii erano stati svelati..la Nuova Spagna poteva fare a meno della Vecchia Spagna !
    indi Morelos , la sua sconfitta, i tre anni di pace (1816-1819/1820), la guerriglia di Guerrero e infine le Cortes (1820) che causarono nuovo fermento anche oltre oceano, l’abolizione definitiva del Santo Uffizio (1820), l’arrivo del Viceré liberale O’ Donojú che firmò a Córdoba il 24/8/1821 il trattato con Itúrbide, quello de las tres garantías (era mantenuto il Cattolicesimo, vi era eguaglianza fra spagnoli e novoispani, più amnistia per tutti)..poi la morte opportuna, subito dopo l’ingresso a Ciudad de Méjico il 27/9/1821, di O’ Donojú, che aveva svolto la sua funzione e non serviva più 😀 l’usurpazione di Itúrbide che diviene Agustín I (1822), con l’opposizione dell’Arcivescovo Font..indi la rivolta massonica di Santa Ana a Veracruz (dic 1822), la prima deposizione di Itúrbide (1823), il suo esilio a Livorno, il suo ritorno e la fucilazione (1824)
    la Repubblica messicana (1824) e i primi trentun anni “normali” (fra golpe e contro-golpe, con la dominazione di Santa Ana fino al 1855 e le spoliazioni USA a Guadalupe Hidalgo il 2/2/1848 e con il Gadsden’s Treaty il 30/12/1853), indi la rivoluzione massonica e anti-cattolica di Álvarez, Comonfort e Juárez (1855), la Costituzione a-cattolica del 1857, la guerra civile (1858-1861) e la vittoria di Juárez contro Miramón e Mejía, l’intervento estero, lo sfortunato Massimiliano (1864-1867) e dal 1867 il potere assoluto ai liberali
    indi Don Porfirio (1876-1911)
    poi nel 1910 l’orrore
    affascinante e tragica la storia del Messico, tanto sonnolenta sino al 1808 quanto estrema dal 1808 al 1938 !!!!
    en passant, si noti che nel periodo dell’indpendenza, altre due volte il Santo Uffizio intervenne (e già nel 1810 il vescovo di Guadalajara, mi pare un certo Berganza, aveva definito “eretico e scismatico” il movimento di Hidalgo) tanto che in età massonica (c.a 1906), Genaro García, storico messicano radicale, scrisse un’opera più o meno intitolata, alla buona, “Il Vaticano contro il Messico” , libro ovviamente faziosissimo ma serio, da leggere…e, ad onta degli aggettivi, anche utile per tutti
    nel 1811 Hidalgo fu processato dal Santo Uffizio; sappiamo che Hidalgo pianse,si pentì e chiese perdono per i suoi peccati; indi fu degradato dallo stato ecclesiastico e consegnato al braccio secolare che lo fucilò per tradimento
    il prete Morelos nel 1816 subì quello che forse è l’ultimo processo in assoluto del Santo Uffizio (ce lo descrive “L’Ami de la réligion et du Roi”, giornale cattolico francese, fatto molto bene)..fu degradato dallo stato ecclesiastico, consegnato al braccio secolare e fucilato
    la storia messicana è affascinante e dovrebbe essere studiata in tutte le Università
    grande ed eccelso Messico !

  13. Josemar scrive:

    “Poi fanno naufragio sulle coste dei Maya, due spagnoli a caso.

    Uno dopo dieci anni si fa riconoscere da Cortés, ma l’altro decide di schierarsi contro gli invasori spagnoli, e muore come Maya, combattendoli.”

    Oltre ad Aguilar (l’interprete di Cortés) e Gonzalo Guerrero (che combatté e morì a Chectemal con i Maya dello Yucatan) è a suo modo interessante anche un altro mondo, forse il più drasticamente individuale , quello del conquistador Alvar Nunez Cabeza de Vaca.
    Anche lui naufrago, con dieci compagni, schiavo (nella costa della Florida), poi libero e commerciante, guaritore (sciamano?) (“Cominciammo a curarli benedicendoli, soffiando su di loro e recitando un Pater Noster e un’Ave Maria e molte altre preghiere rivolte a Dio nostro Signore, affinché li guarisse e suscitasse in loro una buona disposizione verso di noi”), intraprende un viaggio a piedi e ritroverà degli spagnoli nel Messico otto anni dopo il naufragio. Farà poi parte di un’altra spedizione di conquista. Di certo non si era fatto “conquistare”, come Gonzalo Guerrero, nella sua identità, nonostante avesse preso molte abitudini indiane. Nella prima relazione del suo viaggio racconta quando vide gli spagnoli “Quel giorno, dopo tante disgrazie, fu il più felice della nostra vita.” Poi però descrive l’incontro ” Eravamo andati da loro in cerca di libertà , e quando pensavamo di averla raggiunta, ci era accaduto proprio il contrario. Costoro, infatti, avevano deciso di assalire gli indios che noi, invece, avevamo lasciato con parole di pace. I cristiani non ebbero alcuno scrupolo a mettere in atto il loro piano e ci fecero vagare per due giorni senza meta attraverso quelle boscaglie. Non avevamo acqua e perciò temevamo di morire di sete, come accadde in seguito a ben sette dei nostri e molti altri ve ne furono che perirono in mancanza di quell’acqua che noi, invece, trovammo al calare della sera”.
    Ci sono dunque più mondi nel suo racconto: “i cristiani” , “gli indios” e il suo “noi” della relazione…

  14. Josemar scrive:

    “nel costruire con le mani piccole cose di bellezza (e quante cose straordinarie hanno costruito piccole mani oscure messicane)”

    Mi sono emozionato perché ho pensato a mio padre, a Oaxaca de Juarez,nel suo laboratorio, che è anche una tienda di refrescos (della sorella), ed un negozio di statuine ed immagini religiose (del fratello), e fu il “centro cultural Juan Rulfo” ed un teatro, e casa sua e del nipote, ed è oscuro e polveroso, ma c’è una bellissima bouganville che va oltre il muro e occupa metà della strada fuori. Mi ha scritto tempo fa che è venuto un signore, di un villaggio dei monti, a commissionargli a nome della comunità, il restauro della statua del santo. Mio padre è andato ed è rimasto fuori una settimana. Tra le altre doveva ristrutturare la mano della statua, da cui però sgorgano i miracoli. Ha avuto dei guardiani che monitorvano il suo lavoro, ed ha lavorato per due giorni di fila. I restanti cinque sono stati di festa per la nuova-vecchia mano e lui non è potuto andar via!

  15. Josemar scrive:

    “Ma anche, contemporaneamente, c’era l’idea che si dovesse fare come avevano appena fatto negli Stati Uniti, solo molto meglio, perché da noi c’era una ricchezza infinitamente maggiore, e questa idea, per nulla peregrina in apparenza, avrebbe finito per creare il mostro messicano, ma possiamo darne la colpa a chi in quegli anni sognava un mondo antico e nuovo e rinnovato?”

    Le concessioni dei governi Fox, Calderon e Pena Nieto
    http://www.gremi.com.mx/index.php/operaciones-en-proceso/oaxaca
    I progetti imposti a Ocotlan,Ejutla e Tlacolula

  16. Mauricius Tarvisii scrive:

    Se va come in Olanda, con le destre al 56%, l’Unione è morta.

    • Peucezio scrive:

      Non ho capito a che ti riferisci: dagli exit poll risulta l’esatto opposto.

      Salvini in ogni caso s’illude (o fa finta).
      Io ho sempre pensato che l’Europa vada lasciata al suo destino, non per niente non sono antieuropeista ma antieuropeo.
      L’Europa è irredimibile (ammesso che valga la pena redimerla).
      Il progressismo in Europa non è contingente, è strutturale; è stato il cristianesimo, per quanto lungo (ma la lunghezza è relativa: in fondo una manciata di secoli cos’è rispetto ai millenni di homo sapiens nel territorio europeo?) ad essere un episodio.
      Il problema è che l’uomo germanico è refrattario alla civiltà e quindi torna sempre, inevitabilmente, alla barbarie, che oggi si esprime nel nichilismo dell’ideologia progressista.
      Chi si salva è in parte l’uomo latino (ma non ci metto dentro la Francia, che è la proiezione ingigantita di Parigi e in generale del nord-est, che a sua volta è fatto di franchi latinizzati) e mediterraneo e quello slavo. E infatti il marcio sta in Occidente, mica nell’Europa orientale, che tutto sommato è ancora abbastanza sana.

      Pensare di salvarsi non allontanandosi dall’Europa, ma convertendola è come credere di salvarsi dalla peste bubbonica non distruggendone il virus, ma accordandocisi e cercando di farlo diventare buono.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        L’Europa a guida PPE ti sembra di sinistra?

        • Francesco scrive:

          dipende tutto dai loro alleati

          una Grande Coalizione sarebbe abbastanza di sinistra

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il PPE è in asse coi fascistoidi di ECR e con i liberisti di Alde.

            • Francesco scrive:

              bell’asse, leggermente tortuoso e storto

              lo preferisco di gran lunga a una grande coalizione con i socialisti, comunque

              PS chi cavolo è ECR?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Tu preferisci una cosa che non sai nemmeno cosa sia? 😀
                Il partito della Meloni, comunque.

        • Peucezio scrive:

          Mauricius,
          “L’Europa a guida PPE ti sembra di sinistra?”

          Ovviamente sì.
          Sei uno dei pochi che ancora crede ci siano differenze fra socialisti e popolari.
          La sinistra non è un partito, è una serie di orientamenti comuni dati per scontati, su
          1) immigrazione, società multietnica e multireligiosa,
          2) diritti civili, famiglia, aborto, ecc.
          3) laicità e laicismo,
          4) libertà di commercio e globalizzazione,
          5) integrazione europea e sovranità
          e altre cose.

          • Francesco scrive:

            allora noi popolari non siamo di sinistra!

            😀

            PS PURTROPPO, sulla libertà di commercio, popolari e socialisti sono molto indietro. ma per le tue idee credo che anche Putin e Xi Jin Ping siano troppo liberisti, giusto?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Aspetta, che i partiti socialisti europei siano liberali sono il primo a dirlo. Che i liberali siano di sinistra è un’idea tua e del PD.

            • Peucezio scrive:

              Diciamo semmai che la sinistra sia sociale è un’idea tua e…
              Sì, forse di qualcuno di PaP. Ma non ci metto la mano sul fuoco.

              Tua.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Scusa, eh, ma l’UMP francese di dichiara di destra, Berlusconi pure, Rajoy anche, Orban idem. Questo è il PPE.

              • Z. scrive:

                Berlusconi si dichiarò “socialmente di sinistra, economicamente di centro”. Orbán è stato sospeso, mi pare.

                Ma non è tanto questo il punto. Piuttosto, se c’è chi esclude dalla sinistra qualsiasi cosa sia a destra di un collettivo autonomo, ci può essere pure chi al contrario chiama “sinistra” chiunque sia a sinistra di Salvini.

                Non aiuta il dialogo e lo rende farraginoso, ecco.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma se B. parlava sempre delle “sinistre”?

              • Z. scrive:

                Ti ho riportato una sua dichiarazione. In genere, come osserva Miguel, si esita a definirsi “di destra” in Italia, e si fa a gara per chi si crede più di sinistra…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Moderati” lo considero equivalente.

          • Z. scrive:

            Ezio, secondo me solo tu usi “sinistra” in questa accezione.

            Che è come chiamare “stato di diritto” il nazifascismo, o “democrazia parlamentare” il regime di Stalin. Diciamo che è un’opinione di minoranza 🙂

    • Peucezio scrive:

      L’Olanda poi; la Sodoma e Gomorra mondiale. L’abisso di tutte le perversioni.
      Se diventa di destra, più che gioire bisogna preoccuparsi di cos’è successo alla destra 🙂

      • Roberto scrive:

        Credo che destra da quelle parti voglia dire semplicemente pochissime tasse, imprese libere di fare quel che vogliono e morte allo straniero

        Non ha nulla a che vedere con i valori tradizionali o cose che piacciono a te

        • Peucezio scrive:

          Quindi figurati un po’.
          Stanno combinati così male che pure la destra fa schifo (da quanto mi dici almeno).

          • Z. scrive:

            In Italia “destra” – almeno negli auspici – non vuol dire qualcosa di troppo diverso.

            Nella pratica, la parte “pochissime tasse” tende a venir meno…

    • Roberto scrive:

      Conti nello stesso sacco VVD e gli estremi destri?

      • Roberto scrive:

        Non è una domanda retorica, non seguo quasi per nulla la politica olandese e non capisco se intendi che Rutte è un anti europeista come gli altri due estremi o se pensi che la vittoria di una qualsiasi destra sia la fine dell’Europa

        (Comunque che questo rischia di essere uno degli ultimi giri ve l’ho già detto un po’ di tempo fa)

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Io guardo gli europartiti di appartenenza: ECR e PPE sono destra e hanno preso 19 e 17%, secondo gli exit poll. Timmermans in casa, invece, ha preso il 18…

        • Francesco scrive:

          il PPE è destra? quindi il PD è un branco di bolscevichi?

          😉

        • Peucezio scrive:

          Mauricius,
          allora anche la Merkel è di destra.
          Quindi è un pericoloso agente della dissoluzione dell’Ue 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La Merkel è di destra, sì. Mi sorprende che non ne fossi informato 😀

            • Peucezio scrive:

              No, un momento: tu hai istituito l’equazione destre = morte dell’Unione.
              Sempre ammesso e non concesso che la Merkel sia di destra (la destra, come tutto, sono programmi, orientamenti, non un’etichetta). Comnque, vabbè, facciamo finta che lo sia.
              Quindi la Merkel è una che fa morire l’Ue.
              E così Tajani e così a suo tempo Chirac, Rajoy, ecc.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, la Merkel ha danneggiato l’Unione più di qualsiasi sovranista.

              • Francesco scrive:

                cosa ha fatto la Merkel? pensi a quello che è successo alla Grecia o ai giochetti con le banche? o all’attivo della bilancia commerciale?

                ciao

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                su questo non hai tutti i torti 🙂

        • roberto scrive:

          ragazzi, PPE e merkel sono destra!
          non è che la destra si esaurisca con casapound ed il PD, eh

        • roberto scrive:

          ok, quindi se dici “l’Unione è morta” intendi “se vince la destra l’Unione è morta”

          no, non sono d’accordo.
          se vince la destra continuerà su una strada che non mi piace ma non sarà morta.

          muore se vincono gli euroscettici.

          • Peucezio scrive:

            OMDAR.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Gli euroscettici non avranno mai la maggioranza: nessun gruppo da solo può avercela. Al contrario, una bella commissione di destra può continuare la propria opera di devastazione indisturbata. E poi arriveranno i sovranisti a finire il lavoro.

            • Francesco scrive:

              ripeto la domanda: cosa farebbero di male i popolari?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                No, nulla: hanno solo trasformato l’Unione in un patto di stabilità e abbandonato i paesi mediterranei in occasione di tutte le crisi (economiche, migratorie, ecc.).

              • Z. scrive:

                Che ci abbiano abbandonato per le crisi migratorie è vero. Purtroppo molti se ne accorgono solo dal lato della maggioranza, a destra come a sinistra…

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              ora ho capito che intendevi. Ma credi che i socialisti farebbero una politica più sociale?

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Qui trovi un quiz che non parte dalle promesse, ma dai voti espressi in parlamento nella passata legislatura.

                https://yourvotematters.eu/it/news

                Prova a farlo.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “https://yourvotematters.eu/it/news”

                Interessantissimo: credo di dovermi fare il passaporto greco, esce tutta gente di estrema sinistra, anche se su diversi temi economici di cui capisco poco mi sono astenuto e mi sono anche espresso contro leggi repressive sulle opinioni omoecceteraofobe.

                Il mio primo italiano è Cofferati!

                In Italia, il più lontano da me è un certo Remo Sernagiotto, sono andato a vedere chi era: è un democristiano veneto passato a Forza Italia: mentre in Europa l’anti-Martinez è un certo Paulo Rangel del Partito Socialdemocratico portoghese (poi vengono tre eurodeputati di vari partiti con lo 0,00%, ma sospetto che siano semplicemente deputati assenteisti o qualcosa del genere).

              • PinoMamet scrive:

                Fatto!
                a livello europeo, quelli che mi somigliano di più sono deputati greci: di diversi partiti, ma praticamente tutti greci, una lunga fila…

                a livello italiano, mi assomiglia di più (ma solo al 60%) Cofferati.
                Bon, so per chi votare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, a me è uscita una cosa del genere (greci di GUE e Verdi), ma l’italiana più simile è la Spinelli.

              • Z. scrive:

                Cofferati per me è il primo, con l’80%, poi una sfilza di greci.

              • Roberto scrive:

                Interessante

                A livello nazionale prendo in considerazione i lussemburghesi perché voto qui a questo turno e quelli che mi rappresentano di più sono il LSAP (partito socialista dei lavoratori lussemburghese), che ho appunto votato

                Sennò al parlamento europeo la prima è una piddina, tale giuffridda, e poi dei polacchi di lewica razem, che non conoscevo prima, e poi i greci di kinima allagis (socialisti ex pasok)

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                A me di gruppi europei sono usciti Gue e Verdi, mentre di lista italiana quella di Zibbras.

              • Peucezio scrive:

                Mauricius,
                sono venuti fuori per primi una serie di parlamentari dei cinquestelle e solo dopo, alternati coi primi, i leghisti, fra cui il primo in assoluto, Borghezio.

              • Peucezio scrive:

                Forza Italia è venuta più in basso del PD.

              • Peucezio scrive:

                Come gruppi europei:
                ENF: Europe of Nations and Freedom Group.

              • Peucezio scrive:

                Scusate, ma qualcuno mi sa spiegare che differenza c’è fra questo:
                https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_un%27Europa_delle_Nazioni_e_della_Libert%C3%A0
                e questo:
                https://it.wikipedia.org/wiki/Europa_delle_Nazioni_e_della_Libert%C3%A0
                ?

                Ci sono dentro gli stessi partiti, ma su Wikipedia sembrano entità diverse.
                Non si capisce niente di ‘sti gruppi europei.

              • Roberto scrive:

                Il primo è un partito, il secondoun gruppo politico al parlamento

              • Simone B. scrive:

                Anche io sono stato associato ai partiti greci.

                In Italia con Cofferati all’88% !!!!
                Al 82 con uno del partito dei Pirati.

                Come partiti mi fa appartenere al 75% al PD e mi starebbe anche bene se poi il vero PD rispettasse questi intenti.

                Ma c’è un distanza immensa tra il detto ed il fatto e quindi…….

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                come sarebbe, un partito?
                Comprende vari partiti di varie nazioni, c’è dentro anche la Lega.
                Quindi dovrebbe essere un gruppo.
                Partiti sono la Lega, il Fron National, ecc.
                Non capisco…

                Certo che è ben complicata codesta vostra Europa!

              • Roberto scrive:

                Peucezio,
                Sono due cose diverse.
                Da una parte i partiti politici europei che sono dei veri e propri partiti a livello europeo. Secondo il trattato (mi sfugge il numero dell’articolo) servirebbero a creare delle politiche europee, cosa a mio parere molto lodevole se fossero un minimo più visibili…..

                Dall’altra hai i gruppi parlamentari che sono un’organizzazione dei parlamentari europei

              • Roberto scrive:

                Anche in Italia hai partiti e gruppi parlamentari

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                scusami, ma proprio mi sfugge.
                Se è un partito, dovrebbe presentarsi col suo simbolo nelle elezioni (almeno europee) dei singoli paesi.
                Se invece in Italia si presenta la Lega e ne fa parte, allora è una federazione di partiti, non un partito: non conosco nessuno che abbia votato per l’ENL.

                Quindi continuo a non capire la differenza coi gruppi.

                Insomma, l’idea è che nel parlamento europeo i partiti nazionali con orientamenti simili si aggregano per essere più influenti.
                Mi sfugge proprio la diversa declinazione di tale aggregazione: comunque la chiami è sempre un raggruppamento di partiti nazionali.
                Avrebbe senso parlare di partito europeo, se si presentasse direttamente, col suo simbolo, alle elezioni nelle singole nazioni europee.

              • Peucezio scrive:

                Scopro ora che il PPE non è un gruppo ma un partito.

                https://it.wikipedia.org/wiki/Partito_politico_europeo

                https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppi_politici_al_Parlamento_europeo

                Ditemi voi se questa distinzione è chiara e intuitiva.
                Come si fa a pretendere di avvicinare la gente comune all’Unione Europea, se poi questa stessa si nutre di distinzioni sottili, poco comprensibili, confuse, che non fanno che disorientare il cittadino medio.
                Che senso ha questa distinzione, al di là di raffinate alchimie giuridiche? Cos’ha di reale, di sostanziale?
                A me l’unca categoria mi sembra un inutile clone dell’altra.
                Poi si possono sempre giustificare a posteriori due entità sovrapponibili, inventandosi leggi e regolamenti che ne differenzino in qualche misura i ruoli.

                E’ come se io dicessi che il falegname va diviso in due tipologie e poi stabilissi che una delle due deve fare la dichiarazione dei redditi con un modulo e l’altra con un altro e poi dicessi: “ecco, vedete che sono due cose diverse?! Guai a sovrapporle! Ci voleva una distinzione anche formale, visto che fanno la dichiarazione dei redditi in modo diverso”.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Come funzionano le elezioni europee.
                In ogni nazione si presentano delle liste, che sono quasi sempre presentate da partiti locali (gli unici soggetti ad avere le macchine elettorali in grado di raccogliere voti in modo efficace) e che solitamente portano i nomi di partiti locali (motivi di forza del brand). Tu voti queste liste presentate a livello locale e, dopo il voto, gli eletti diventano europarlamentari.
                Una volta approdati in parlamento, gli europarlamentari si organizzano in gruppi parlamentari, solitamente sulla base dell’iscrizione a partiti europei. Poiché non tutti i partiti europei hanno stabilmente abbastanza parlamentari per farsi il proprio gruppo (serve un minimo di parlamentari eletti in un numero minimo di stati membri), spesso i gruppi sono congiunti. Esempi di gruppi congiunti sono GUE/NGL (Sinistra unita europea/Sinistra verde nordica) e Verdi/EFA (Alleanza libera europea: autonomisti come quelli catalani e scozzesi).
                E’ possibile far parte di un partito europeo senza far parte di nessun gruppo parlamentare (l’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa, quella di Rizzo, ne è un esempio: il partito c’è, ma non ha i numeri per formare un gruppo), come è possibile far parte di un gruppo senza far parte di un partito (vedi gli europarlamentari del M5S).
                Il collegamento tra partiti nazionali e partiti europei, infine, non è detto che sia univoco e non è detto che ci sia. Il M5S, come già ricordato, non ha un partito europeo di riferimento, il Partito Verde Europeo è affiliato con ben due partiti verdi belgi (fiammingo e vallone), i socialisti europei in questa legislatura hanno avuto europarlamentari italiani iscritti a più formazioni politiche nostrane (PD, SI, e poi ho perso il conto).
                Inoltre, si è eletti senza vincolo di mandato, per cui il giorno dopo il voto Tizio eletto nella lista sovranista potrebbe entrare nel gruppo di Alde (liberali).

              • Peucezio scrive:

                Grazie della spiegazione, ma, ad essere sincero… non è che ci ho capito ganché più di prima.

                Cioè se i partiti nazionali nel parlamento europei si aggregano in partiti sovranazionali (er affinità ideologica o programmatica ovviamente), a che servono i gruppi? Non bastavano i partiti?

              • PinoMamet scrive:

                “Interessantissimo: credo di dovermi fare il passaporto greco, esce tutta gente di estrema sinistra, anche se su diversi temi economici di cui capisco poco mi sono astenuto e mi sono anche espresso contro leggi repressive sulle opinioni omoecceteraofobe.

                Il mio primo italiano è Cofferati!”

                praticamente siamo euro-gemelli! 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                Comunque ci sono variazioni interessanti.

                Paniscus ha fatto anche lei il sondaggio, abbiamo fatto scelte molto simili, però a lei uscivano sempre i Verdi, a me i greci.

                Un punto di divergenza riguardava l’interpretazione del diritto delle singole nazioni di porre il veto a norme europee.

                A lei, è venuta subito in mente la Polonia che impone il crocifisso obbligatorio nelle scuole, e quindi ha votato no.

                Anche a me è venuta in mente subito la Polonia, dove ditte tedesche stanno comprando a poco prezzo migliaia di proprietà agricole, per trasformarle in produzioni di biocarburanti e nessuno le può fermare, perché gli “europei” possono comprare ciò che vogliono dove vogliono; e quindi io ho votato sì.

              • Z. scrive:

                Tutti superfan di Cofferati? 😀

              • Roberto scrive:

                Miguel,
                La cosa che ti disturba è che i compratori siano tedeschi o che usano le terre agricole per fare biocarburanti?
                Detto in altro modo, se il contadino polacco decidesse di fare biocarburanti lui stesso invece che vedndere al tedesco, saresti contento?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Detto in altro modo, se il contadino polacco decidesse di fare biocarburanti lui stesso invece che vedndere al tedesco, saresti contento?”

                Ma infatti ho votato d’istinto e con non pochi dubbi.

                La questione è parecchio complessa.

                Abbiamo un “cambio di destinazione di uso”, come si dice in urbanistica, radicale, allo stesso tempo mascherato dal fatto che si tratta pur sempre di “roba che si mangia”.

                In questo momento, è chiaro che solo i capitali con sede in Germania sono in grado di comprarsi tanti ettari di terra in Polonia, e quindi si aggiunge l’elemento “imperialista”.

                Ma immagino che se cambiasse la legislazione, le ditte tedesche in un attimo creerebbero delle filiali con sede in Polonia, in grado di fare la stessa cosa.

                Il vero problema è se la biosfera si possa considerare una merce.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Peucezio, nemmeno nel parlamento italiano ci sono i partiti, ma solo i gruppi parlamentari.
                Un partito è un’associazione (come la bocciofila), mentre un gruppo parlamentare è un’entità di diritto pubblico.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                @ Miguel
                Immagina che domani l’Unione emani normative ambientali draconiane.
                La Polonia pone il veto.

              • Z. scrive:

                E comunque, in generale, Lisa ha ragione e tu hai torto, Miguel 🙂

                Non nel merito: quelli sono punti di vista. Nel metodo generale: se ogni Paese può mettere il veto su ciò che non gli piace, allora è come dire che l’UE non esiste…

              • Z. scrive:

                Miguel,

                — Il vero problema è se la biosfera si possa considerare una merce. —

                No, no, qui il vero problema è se le decisioni dell’Unione Europea possano essere rese inefficaci da un singolo Paese membro.

                Se è così, allora non vedo perché l’Unione Europea dovrebbe esistere (e credo che i polacchi non vorrebbero che cessasse di esistere).

                Nel merito, ti rispondo io: non mi risulta che nessuno compri o venda pezzi di biosfera, quindi credo la risposta sia no 🙂

  17. habsburgicus scrive:

    @Miguel
    siempre México

    vedo adesso, accingendomi a leggere la nuova biografia di Carlo V di Geoffrey Parker, che l’Imperatore pare abbia avuto un grande ruolo in certo folclore messicano
    infatti, citando le cédulas reales emesse per suo ordine dal Viceré della Nuova Spagna (quasi 1500 solo nel 1542 e 1543, dunque Viceré Don Francisco de Mendoza, credo), l’autore dice che molte di queste, che “legalizzavano” le fondazioni di altepetl, o comunità messicane, acquisirono uno status leggendario tanto che erano copiate ancora nei 1990′..
    e riferendosi alla studiosa messicana Lidia Gómez García da lui incontrata a Ciudad de México nel 2015, dice che l’Imperatore venne ad acquisire un carattere divino, di divinità mesoamericana, in alcune di queste comunità
    ti risulta ?

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    A proposito di UE.
    E le magnifiche sorti della Brexit?

  19. Daouda scrive:

    Milleni di storia messicana pri.a di quella dei missionari cattolici?

    Ti rendi conto che è un non senso si?

    Per il resto un chierico non può (quasi) mai impugnare le armi ma se lo fa di certo non può (quasi) mai più celebrare sacramenti se non per moribondi.

    Mi sembra sia stato detto bene, si fa della suggestione.
    Difatti il caso in questione ci riporta alla problematica relativa all’inculturazione della Rivelazione diivina dell’Unico Uno e della molteplicità variabile delle culture.

    Verrebbe da dire che i messicani hanno distorto parecchio, ma infondo in Europa fu lo stesso, solo che la cosa è stata digerita da parecchio ed è evidentemente robba più propria di un mondo così distante.

    Ma basterebbe guardarsi intorno per vedere che l’idolatria del passato, della naturalità, è un feticcio.
    Il mondo odierno permette di essere molto più liberi per chi lo voglia, ed in questo senso è un mondo molto più interessante da vivere e combattere, ma vabbè

  20. MOI scrive:

    Ci provo anch’io …

    https://yourvotematters.eu/it/quiz/start

    … inizian subito con inserire “uomo / donna / altro” [sic] … 😉

  21. MOI scrive:

    Al primo giro mi ha dato “S&D” …

  22. MOI scrive:

    Alcune domande sono poste in maniera ambigua … voglio dire : da un lato trovo ingiusto
    offendere per “sessismo e razzismo” … in pratica, però, so benissimo (!) che se sei maschio e “Bianco” il Politically Correct NON ti vale !

    Nel dubbio ho votato contro (!) le Leggi che puniscano penalmente il Razzismo e il Sessismo ! … Però mi ha dato “S&D” ugualmente !

    Ho votato contro (!) le Sanzioni alla Russia, contro (!) i Due Stati per i due Popoli in Israele (però NON c’era da specificare se volevi la Palestina Stato Islamico Shi’ita / Sunnita o l’ Erez Israel PanEbraico Tradizionalista / Liberal !)

    Domande sui Crocifissi nei Luoghi Pubblici Istituzionali NON ne ho viste … avrei votato favore (!) perché dovrebbero fungere da ProMemoria Identitario VS Nichilisti e Islamisti !

    • Daouda scrive:

      Sei un cretino ed un coglione

    • Z. scrive:

      ma tu cosa troveresti più giusto, per Israele e Palestina?

      Comunque, sul test non hai tutti i torti: considerata la differenza di opinioni tra noi, noto che i risultati tendono ad essere un po’ troppo omogenei 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Potete fare le verifiche: andate a guardare come ha votato ogni singolo gruppo europeo e confrontatelo col vostro voto.
        Io un sospetto ce l’ho: che la destra europea sia veramente invotabile.

        • Z. scrive:

          Può anche dipendere dalla selezione di temi…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Erano 25 provvedimenti, quindi un’infinitesima parte dei voti espressi nella legislatura.

            • Z. scrive:

              Anche, sì.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Che poi scendendo nella lista delle affinità si arrivava a valori ben al di sotto del 50%, nel mio caso, quindi credo che il test funzioni, ma semplicemente la destra sia francamente invotabile.

        • werner scrive:

          Ho provato a fare il test votando nell’ottica di indebolire o non rafforzare l’unione: 84% un tizio dell’ukip… Primo Italiano Borghezio al 74%.

          L’ho fatto seriamente e mi sono usciti ai primi posti esponenenti di alde, verdi e s&d.

      • PinoMamet scrive:

        “Comunque, sul test non hai tutti i torti: considerata la differenza di opinioni tra noi, noto che i risultati tendono ad essere un po’ troppo omogenei ?”

        Per forza, non c’era nessuna domanda sulla linguistica indoeuropea, sulla storia del Medioevo o sui numeri dei prigionieri borbonici!
        Potevano impegnarsi un po’ di più, eh? 😉

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Domande sui Crocifissi nei Luoghi Pubblici Istituzionali NON ne ho viste”

      No, anche perché in mezza Europa il crocifisso non fa parte della memoria identitaria: sono protestanti.

    • PinoMamet scrive:

      Cos’hai contro i nichilisti?

      E da quando in qua c’è un Partito Nichilista in Italia??
      https://www.youtube.com/watch?v=Rt-YqNr95LE

  23. mirkhond scrive:

    Sempre il Simbolo di Cristo è.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      No, sempre simboli di Cristo sono. Solo che per i protestanti il crocifisso non va bene.

      • Z. scrive:

        Non lo sapevo. Perché no?

        • Peucezio scrive:

          Credo che sia per iconoclasmo: ogni rappresentazione visiva legata al culto li vede avversi.
          Poi lì c’è la rappresentazione cruda della sofferenza umana e della morte, proprio l’antitesi del loro trascendentismo che vede un Dio infinitamente lontano e incommensurabile a noi miseri umani.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            C’è anche una ragione teologica: la Croce è vuota.

            • Peucezio scrive:

              Cioè?
              Se c’è Cristo sopra gli va bene, se no no?
              E perché?

              • PinoMamet scrive:

                Mmm credo sia il contrario, gli va bene la croce vuota (che richiama la resurrezione) e non il crocefisso (che richiama l’idolatria).

                Insomma, come facevi notare anche tu, sono a un passo dall’iconoclastia (come in effetti fu il protestantesimo più acceso, almeno nelle fasi iniziali).

              • Peucezio scrive:

                Aaah, ecco.
                Così mi torna.

      • habsburgicus scrive:

        solo il protestantesimo estremo, però..calvinisti, zwingliani et similia
        ai luterani va, o andava, bene ancorché lo usassero meno dei cattolici

  24. Peucezio scrive:

    Mauricius,
    “Peucezio, nemmeno nel parlamento italiano ci sono i partiti, ma solo i gruppi parlamentari.
    Un partito è un’associazione (come la bocciofila), mentre un gruppo parlamentare è un’entità di diritto pubblico.”

    Va bene, ma allora che senso hanno i partiti europei? Basta avere dei gruppi, che riuniscono trasversalmente agli stati i vari partiti nazionali.
    E inoltre che senso ha creare gruppi con nomi diversi da quelli dei rispettivi partiti?
    In Italia i gruppi parlamentari e i partiti sono solo legalmente realtà diverse, ma nella sostanza e nella consapevolezza collettiva sono la stessa cosa. Come, immagino, più o meno dappertutto.

    • Roberto scrive:

      C’è per esempio il gruppo misto che non corrisponde al partito misto

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      In Italia nemmeno partiti e liste hanno lo stesso nome!

      • Peucezio scrive:

        Vabbè, ma non lo sa nessuno e non se ne parla mai.
        Nel linguaggio comune, giornalistico, politico, ecc., uno di Forza Italia è uno di Forza Italia: viene eletto come tale e sta in parlamento. Poi può fare il salto della quaglia, ma è un’altra questione.

        • Z. scrive:

          Beh, non è che si discuta particolarmente neppure di gruppi parlamentari europei…

          • Peucezio scrive:

            Ma quindi quando si parla di PPE, partito socialista europeo, famiglie varie di populisti e così via ci si riferisce ai partiti, non ai gruppi?
            Io però, anche se si chiamano “Partito Popolare Europeo”, fuori dal nome proprio del singolo partito li ho sempre sentiti chiamare “gruppi”.

            I giornalisti proprio non perdono occasione per fare confusione e disinformazione ed essere sicuri che nessuno capisca un cazzo delle cose.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          I partiti maggiori solitamente hanno lista, partito e gruppo che sono ominimi.

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