Il segreto delle genti antiche

Cara A.

Ho un’immensa stima di tutti gli sforzi che fai da una vita, per le cose che sono importanti per tutti noi: in questo mondo sull’orlo del collasso, fare sì che le comunità di persone vere e vive, ce la facciano a resistere.

E capisco il tuo sfogo di stasera, la tua rabbia per quando ti hanno chiesto di organizzare eventi che dall’alto dovrebbero cambiare qualcosa, e capisco perché tu con noi non vuoi più organizzare eventi.

Però quando tu mi racconti delle cose che non vanno, sono meno pessimista di te.

Perché nel posto che chi ha il tuo vissuto potrebbe considerare il peggiore di Firenze, abbiamo costruito ciò che anche tu riconoscerai, è il posto migliore di Firenze.

E’ una storia molto, molto piccola, però da lì dipende forse tutto il destino dell’Italia.

Capire questo piccolo racconto, permette di capire come possiamo salvarci dalla barbarie.

La V., che tra i cinquemila dipendenti comunali è probabilmente la migliore, va dalla Fornaia, perché gliel’ho detto io, e le dice che sta organizzando un Evento, per contrastare lo spreco di cibo.

La Fornaia, tutta tatuata e con i capelli viola, che qualche anno fa le crollò il soffitto in testa e poteva finire per strada, la guarda storta, si sfoga con me e dice, io di rado sbaglio a giudicare la gente, per me questa V. qui vuole qualcosa per sé.

La frase che ho sentito mille volte tra fiorentini sospettosi.

Ora, io so che questa è la rada volta che la Fornaia sbaglia: la V. ha in mente un’iniziativa bellissima, che sarà organizzata in maniera perfetta. So anche che la V., se prende lo stipendio dal Comune, proprio per questo non ha altri obiettivi. Anzi, so quanti problemi ha lei stessa con l’amministrazione.

E’ una situazione in cui mi trovo spesso: sapere che entrambi hanno profondamente ragione.

Chi sforna la schiacciata tutti i giorni non sa mai quanto le arriva in tasca a fine mese, a differenza di chi riceve magari un misero ma sicuro stipendio comunale; e in questo tiferei istintivamente per la Fornaia, se non capissi intimamente anche l’altra parte.

Proprio come la Fornaia, anche la V. si sfoga con me, per raccontarmi dei fiorentini tirchi  e chiusi, dell’immensa difficoltà di fare qualcosa di buono in questa città, e mi commuovo a sentire in lei tutta l’impotenza di quelli che vorrebbero calare cose buone, ma buone davvero, dall’alto.

E fin qui, avete un quadro banale del mondo, su cui destri e sinistri concordano: il mondo sarebbe diviso tra quattro intellettuali illuminati sopra, e in basso una feccia di popolaccio egoista che se ne frega.

E l’Oltrarno potrebbe essere benissimo essere l’ennesimo caso di squallido quartiere populista razzista che non impara niente dalle gite ad Auschwitz.

Passa una settimana, e io la Fornaia Tutta Tatuata ci troviamo al Giardino.

Io e la Fornaia ci frequentiamo da sei anni, il tempo che ci vuole per  fidarci l’uno dell’altra. E un anno in più dell’incarico di qualunque politico.

Una fiducia profonda, fatta di sguardi, di voci, di momenti vissuti, che sono l’unica cosa che possa sciogliere i suoi tatuaggi, e il mio essere un messicano laureato in lingue orientali.

Tempo, tempo, tempo.

L’esatto contrario di Evento.

V. ha profondamente ragione per quanto riguarda i concetti, ma sbaglia i tempi. Che sono la cosa più importante di tutte.

La Fornaia arriva alle nove di mattina e per otto ore, senza che nessuno la retribuisca, riesce a ripulire il ripostiglio del giardino, caricandosi quantità incredibili di rifiuti, senza che nessuno glielo abbia chiesto.

La V. non lo sa, ma la Fornaia, da sola, è anche riuscita a organizzare una festa con centinaia di persone, dove non si usava la plastica usa e getta, prendendosi anche qualche infamata che dalle sue forti spalle scivolavano via come niente.

La Fornaia, con la sua volontà, ha realizzato concretamente ciò che la V. avrebbe voluto fare.

La Fornaia che della politica se ne sbatte, è riuscita da sola a trasformare un quartiere in una giornata, mentre chi fa politica ha fatto soltanto danni al quartiere.

La Fornaia diffida della V., come tutti gli indigeni diffidano dei foresti, anche se la V.  arriva da appena tre chilometri di distanza.

Invece la Fornaia capisce benissimo chi è vicino a noi.

Non ha un attimo di dubbi sul valore dell’avvocata egiziana che si è offerta per pulire i bagni, sulla donna Sikh che non parla quasi italiano e ha due figlioli con buffe treccine in testa, perché sono vicine; come nessuno dubita della geniale mamma che da piccola si rotolava già per i bidoni sulla collina di un bidonville di Nairobi…

Non sono foresti, perché ci conosciamo, ci tocchiamo con mano, ci riempiamo di offese a vicenda, ma diventiamo lentamente, insieme, una comunità, senza nessuno che ci imponga nulla da fuori…

Mentre vedo la Fornaia buttarsi a gratis tra i rifiuti (piccola vanteria, lei mi dichiara il vero maestro che sa dove vanno i rifiuti), e far battutacce sulle storie d’amore delle nostre donne vere o immaginate (“ma la Luisa, l’è vero che si tromba i’Gianni?”), caricandosi pesi enormi senza che nessuno glielo chieda, capisco che non esiste altra base che queste:

i figlioli che conosciamo, nel bene e nel male, e con tante ciane sulle loro mamme,

il tasso che è magico e che nessuno devo toccare

la mamma di qualunque colore di pelle ma che ha il marito che la picchia e noi siamo con lei,

la donna albanese che litiga con tutti per mettere i fiori sui tavoli perché crede al valore supremo dell’eleganza,

l’ultimo artigiano di tutto il quartiere che sull’incudine dal suono acuto batte da quando era ragazzo il ferro e crea draghi,

il bambino zingaro romeno geniale con gli occhiali che inventa parolacce e battute che ti stroncano…

Ciò che si costruisce da fuori, dall’alto, è destinato a finire male, qualunque siano le intenzioni.

Le cose devono crescere da dentro, in piccolo, costruendo a partire

dalla teppaglia bianca che magari stroncherebbe i foresti di Santa Croce, ma guai a chi tocca il loro fratello dalla pelle nera,

dalla clandestina moldava che ti racconta del Monte Athos e che ha la figlia musicista,

dall’anziana che minaccia di chiamare i vigili, e poi la tenti a scendere con te nel giardino,

dall’ex-carcerato napoletano che vende papere di plastica e inveisce contro gli stranieri e dorme sui treni in sosta alla stazione finché non lo caccia la polizia, e ti si espande il cuore, quando vedi che gli hanno affidato un furgone da guidare.

Alla fine, le sorti dell’Italia sono queste.

O si è dentro tutto ciò che di bello ha questa umanità, o si fa la guerra per imporre a questa umanità ciò che non è, e ci si ritrova tra le mani mostri impazziti.

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38 risposte a Il segreto delle genti antiche

  1. rutt1 scrive:

    Miguel, ma tu sei sicuro che questi personaggi non siano già mostri impazziti?
    Qualcuno a questa umanità ha già imposto qualcosa, io non credo che esista uno stato ‘vergine’ dell’individuo.

    e.g. la fornaia è per invidia che ha repulsione della V, sebbene in essa potrebbe trovare l’opportunità di fare da consulente, e addirittura migliorare la propria condizione. No, lei vede lo stipendio da comunale e magari i modi gentili e rosica da morire.

    Lasciami andare alla più becera condensa di pregiudizi: capelli viola, tatuaggi, lavoro manuale: ok, egocentrica trasgressiva col complesso del martire.

    Io ho una continua diffidenza di chi decide di stare peggio convincendosi di far star bene gli altri (e covando risentimento perché puntualmente quello che ritengono sia loro dovuto non viene loro mai consegnato)

    • Miguel Martinez scrive:

      per rutt1

      “Miguel, ma tu sei sicuro che questi personaggi non siano già mostri impazziti?”

      Ma lo siamo tutti, direi.

      Quello che intendo dire, è che proprio da questo dobbiamo partire.

      Poi uno può preferire mettersi al balcone e puntare il Ditino Imparatore contro il Popolo Ignorante, che mi sembra oggi sia la principale attività della parte “progressista”.

  2. Miguel Martinez scrive:

    riporto qui una mia risposta a un commento di Roberto (in un altro post) a proposito delle mense scolastiche di Lodi.

    Roberto scrive:

    “Il motivo sono quei razzisti idrofobi che li hanno votati, non fanno altro che eseguire il mandato che il popolo sovrano ha loro conferito.”

    Allora, torniamo alla Fornaia.

    Immagino che concorderai su queste cose:

    – la Fornaia è una Donna del Popolo, come si dice;

    – la Fornaia, se fosse nata e cresciuta a Lodi, forse esulterebbe per l’esclusione dei bambini straniera dalla mensa;

    – qui, la Fornaia sarebbe in prima fila a protestare se succedesse, fornirebbe la merenda gratis ai bambini stranieri.

    Allora, tu considereresti cattiva la Fornaia se fosse lodigiana, e buona se fosse oltrarnina?

    Oppure cominceresti a chiederti quali sono le differenti circostanze reali che portano persone molto simili a comportamenti opposti?

    • Z. scrive:

      Credo che Roberto intenda dire che si tratta probabilmente di una decisione prettamente politica, non dovuta a pressanti esigenze economiche.

      Poi certo, una comunità come la vostra in certe zone d’Italia dubito sarebbe immaginabile.

    • Roberto scrive:

      Se vuoi dirmi che sono razzisti perché sono cresciuti in una cultura razzista sono d’accordo.

      Se vuoi dirmi che sono razzisti per delle ragioni economiche, non sono d’accordo. Faccio notare che la stessa crisi colpisce la fornaia d’oltrarno che evidentemente non ha problemi a nutrire i figli degli immigrati, e gli orrendi vecchi intervistati, che evidentemente considerano un peccato nutrire i figli degli immigrati.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Se vuoi dirmi che sono razzisti perché sono cresciuti in una cultura razzista sono d’accordo.”

        Assolutamente no.

        Si cresce in una cultura razzista, quando c’è una lunga storia di comrpesenza di “razze”, come nel sud degli Stati Uniti.

        Non si può “crescere in una cultura razzista” quando non ci sono altre razze attorno, semplicemente non ha senso.

        Certo, tutto il nord ha vissuto una forte immigrazione meridionale in decenni passsati, e c’erano certamente parole sprezzanti sui terroni; ma penso che i meridionali siano ormai pienamente integrati, anzi immagino che molti di quelli contenti della decisione del Comune siano di origine meridionale. E comunque era un argomento tabù nei media e del tutto assente nella retorica politica.

        Peraltro, il lodigiano era un’area fortemente antifascista (direi una delle più antifasciste della Lombardia), casomai erano diversi immigrati meridionali a essere fascisti.

        Calcola poi che la Bassa Lodigiana almeno aveva molti comuni di sinistra, anche per la presenza di fabbriche significative, dove c’era una gran presenza di operai meridionali.

        E comunque lo stesso succedeva nell’Oltrarno, dove i napoletani venivano guardati con grande diffidenza fino a qualche decennio fa, ma oggi sono pienamente integrati. Comunque la chiusura dei fiorentini è ben nota.

        Sono invece d’accordo con te nell’escludere sostanzialmente le ragioni economiche, almeno in termini semplici.

  3. rutt1 scrive:

    Non vedo questa dicotomia ditino popolo, o perlomeno è limitata credo ad alcune persone, che fanno uso di un certo tipo di media.

    In generale quello che io ho visto nel popolo ignorante è accettazione muta e sommessa dei soprusi di branco da parte del più forte/più anziano

    Come poco poco gli stessi soprusi vengono attuati da qualcuno fuori del branco scatta l’orgoglio che da alcuni viene addirittura esaltato

    Come poco poco qualcuno fuori dal branco non commette soprusi ma cerca con gentilezza e tolleranza di far capire perché certi comportamenti sono deleteri allora scatta l’astio cieco: come, mi vuoi insegnare come fare senza corcarmi di botte?

    Io non ho alcuna simpatia per il volgo.

    • Miguel Martinez scrive:

      per rutt1

      “In generale quello che io ho visto nel popolo ignorante è accettazione muta e sommessa dei soprusi di branco da parte del più forte/più anziano”

      Non mi è molto familiare come fenomeno.

      Al limite vedo la tendenza a bofonchiare incessantemente contro ciò che fanno i prepotenti (le istituzioni oppure gli speculatori immobiliari) senza però fare nulla di concreto per reagire, ma non mi sembra la stessa cosa.

      E poi – da noi – una fortissima diffidenza verso le motivazioni di chi viene da fuori e pretende di insegnarti qualcosa, specie se il predicatore proviene dalle istituzioni, e la certezza che tutti i politici vogliono prenderti in giro; e in genere un sospetto verso le motivazioni di chiunque.

    • Peucezio scrive:

      Tra l’altro mi sfugge l’abbinamento fra il più forte e il più anziano.
      In vecchi di solito sono deboli, semmai.

      Certo, è anche vero che spesso un vecchio è più ricco di un giovane, quindi è più forte socialmente, ma non credo ti riferissi a vecchi benestanti, ma a vecchi popolani incattiviti.

      • Francesco scrive:

        dai Peucezio, quanti capimafia hanno la forza fisica come base della propria potenza? di solito hanno picchiatori alle proprie dipendenze, che saggiamente neppure sognano di scalzarli dal potere

        c’era una storiella sui soldati prussiani e il loro re sull’argomento

  4. Moi scrive:

    Tenete a mente la Novella SX tale per cui … la “madre” è un costrutto sociale, il “Libero Mercato” è un Fenomeno Naturale … intelligenti pauca.

    • Roberto scrive:

      Moi caro,
      ma perché dici queste cose ridicole?
      Mi sorprende tanto più che sei una persona che scrive cose intelligenti e interessanti, ma…..madre costrutto sociale???? Ma che minchia vuol dire? E soprattutto conosci una sola persona che dice seriamente questa cosa? (Per seriamente intendo dando un significato plausibile a questa affermazione)?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Mother” “social construct” su google dà 588.000 risultati, almeno i primi decisamente pertinenti.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        io ne ho conosciute un milione di gente che dice queste cose.
        E una volta erano moneta corrente (ma sono lungi dall’estinguersi, anzi, sono tornate molto di moda).

      • Roberto scrive:

        Ok
        Allora potete spiegarmi un un modo comprensibile anche a me che significa “per la novella sinistra la madre è un costrutto sociale”?
        È sicuramente colpa mia che non capisco

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          ““per la novella sinistra la madre è un costrutto sociale”

          Non sono sicuro di cosa significhi “novella sinistra”.

          Il resto è abbastanza sociale, ed è ormai la norma nelle facoltà di scienze umane statunitensi (molto meno in Italia).

          La realtà è inconoscibile, non ha nemmeno senso dire che qualcosa “esiste”;

          possiamo capire solo i discorsi sulla realtà;

          i discorsi sulla realtà velano conflitti di potere, e quindi vanno “decostruiti” per capire quali siano gli scopi (che vengono quasi sempre ricondotti a scopi di potere razziale o sessuale);

          le “madri” sono quindi un costrutto sociale, non solo in senso stretto (“la società borghese italiana di inizio Novecento diceva che le mamme erano tutte brave e sante”), ma in una maniera che coinvolge tutte le sfere: c’è anche chi arriva a sostenere che esiste una fisica o una matematica “eterosessuale” e una “queer”, ad esempio.

          • Z. scrive:

            Gorgia la sapeva lunga!

          • Roberto scrive:

            Perdonami ma, sicuramente a causa di un pranzo in cui ho bevuto più di quanto avrei dovuto, non ho capito nulla

            Io parto dall’idea un po’ ingenua che madre indica
            1. Una donna che ha partorito
            2. Una donna che alleva dei figli adottati

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “Perdonami ma, sicuramente a causa di un pranzo in cui ho bevuto più di quanto avrei dovuto, non ho capito nulla”

              Bocciato, pensavo di darti una cattedra a Harvard e invece…

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              non è colpa tua. Né di Miguel che l’ha esposto.
              E’ che è proprio delirante e folle la cosa in sé: riusciresti a capire il delirio di un pazzo?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              No, madre ha più di una definizione:

              – donna che ha partorito (madre biologica). Storicamente, poi, il termine si è esteso ad intendere qualsiasi animale di sesso femminile con prole.

              – donna che alleva un figlio, indipendentemente se suo o di altri

              E il secondo concetto sì che definisce un ruolo sociale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “No, madre ha più di una definizione:”

                Ma infatti, io parto dal presupposto che i postmodernisti abbiano spesso ragione.

                Anzi, i colpi di zappa che hanno dato alla modernità per molti versi li condivido.

                Il problema è:

                – la negazione delle scienze “dure”, qui si rischia la fine del mitico selvaggio, “ma nella mia cultura i proiettili non possono far male a chi porta questo amuleto”. Infatti, i postmodernisti vengono esclusivamente dalle scienze umane.

                – se attribuisci tutto, ma proprio tutto, dalla poesia latina alla matematica, a rapporti violenti di potere, abbi il coraggio di dire che la vita è esclusivamente violenza. Ma se è così, perché mai un bianco biondo americano con i soldi si deve schierare dalla parte di un nero ciccione omosessuale e dislessico, che è il tipico supereroe dei postmodernisti? E’ una contraddizione incomprensibile.

              • Miguel Martinez scrive:

                commentando me stesso…

                “se attribuisci tutto, ma proprio tutto, dalla poesia latina alla matematica, a rapporti violenti di potere, abbi il coraggio di dire che la vita è esclusivamente violenza”

                Aggiungo che questa idea distrugge proprio ciò che il postmodernismo offre di più bello: il relativismo culturale.

                Perché possiamo applicare la sua stessa logica distruttiva, alle culture che il PM “difende”. Se “gli indiani delle pianure salutano i fili d’erba ogni mattina” (per dire) lo faranno perché vogliono dominare qualcuno, mica perché amano i fili d’erba.

                E i gay che si fanno le saune alternative, lo faranno perché così prevaricano su qualcun altro.

                E allora che problema c’è a sterminarli tutti, in un mondo totalmente fondato sulla violenza?

              • Francesco scrive:

                x MM

                >> io parto dal presupposto che i postmodernisti abbiano spesso ragione.

                Anzi, i colpi di zappa che hanno dato alla modernità per molti versi li condivido.

                beh, nessuno è perfetto! ma lasciami esprimere la mia delusione: i PM sono la feccia della M, i loro colpi di zappa sono l’estendere della logica moderna contro l’istinto di sopravvivenza che ancora limitava la modernità

                si trattava di andare nell’altro senso, non di accelerare ancora

              • Francesco scrive:

                donna che alleva un figlio, indipendentemente se suo o di altri

                porco clerico-fascista, e Elton John allora? gli negheresti il titolo di madre solo perchè non è una donna?

                😀

              • paniscus scrive:

                per Francesco:

                NO, non lo chiami madre, semplicemente lo chiami padre, che vuol dire “uomo che alleva un figlio, biologico o adottato”.

                Non vedo dove stia il problema (anche se il soggetto sta enormemente antipatico pure a me).

              • Roberto scrive:

                Ma povero Elton john che vi ha fatto!?!

                Per il resto nulla da aggiungere a quanto detto da lisa, la vita è spesso più banale di quello che pensiamo….

  5. Roberto scrive:

    Se può interessarvi, si votava in Lussemburgo
    Nulla di diverso dal solito (cristiano democratici primi partito), con la sola novità dei Verdi che raggiungono il loro massimo storico (sono il quarto partito, ad un solo seggio dai socialisti€

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “con la sola novità dei Verdi che raggiungono il loro massimo storico”

      Ma i Verdi tedeschi, chi sono?

      So che molti decenni fa, c’era un forte movimento ambientalista in Germania, che mi pare sia diventato un banale partitino di Sinistra, un po’ tipo LeU da noi, tutto preso da quelle cose che triggherano Moi, ma non ne so molto.

      • Francesco scrive:

        Non tanto Partitino, a me pare siano diventati un partito “moderato” ecologista, molto pragmatici nel loro campo, con limitata capacità di visione complessiva che compensano con la mancanza di fanatismo verde.

        Oggi pare si rilancino in versione europeista e immigrazionista; se perdessero certe vetuste robacce di sinistra potrei considerarli

      • roberto scrive:

        in germania c’è ancora un forte movimento ecologista solo che immagino che tu non lo riterrai tale in quanto il loro credo è lo “sviluppo sostenibile” e non la “decrescita (più o meno) felice”

        i verdi tedeschi sono per il trasporto pubblico e scoraggiano pesantemente la macchina (in germania!), scoraggiano l’uso di plastica e cose non reciclabili, sono contrari al nucleare e sono fortemente a favore di energie rinnovabili ma soprattutto del risparmio energetico.

        poi sono molto europeisti (e credo che l’idea sia “se in francia inquinano, respiriamo pure noi la loro schifezza”) e pro immigrati, quindi non sorprende che abbiano raccolto il voto a sinistra

        ti parlo comunque dei verdi tedeschi, i bavaresi non li conosco per nulla, e sai che i partiti bavaresi hanno la tendenza a fare un po’ di testa loro

  6. Miguel Martinez scrive:

    OT, ecco il buon vecchio PD come lo conosco io, altro che chiacchiere su razzismo e democrazia…

    Zingaretti contestato a Roma per aver – tra l’altro – regalato 180.000 metri cubi di parco naturale da trasformare in cemento per farne un albergo di proprietà del Vaticano.

    Giro il comunicato degli Animalisti, che ovviamente è di parte, ma non più di quanto lo siano i media che difendono Zingaretti, senza nemmeno spiegare il motivo della contestazione.

    http://www.animalisti.it/press-room/comunicati-stampa/zingaretti-contestato-da-animalisti-italiani-attivisti-picchiati-dal-pd.html

    Non è stata un’accoglienza benevola quella che gli Animalisti Italiani hanno riservato a Nicola Zingaretti questa mattina all’Ex Dogana di Roma. Il candidato a scendere in campo nella corsa per la segreteria dem è stato duramente contestato da un folto gruppo di animalisti contro il suo via libera a cemento e caccia nei parchi. Alcuni manifestanti, con cartelli, sono riusciti ad arrivare fin sopra il palco urlando una serie di slogan: ‘Regione, cacciatori e vaticano a braccetto, per l’ambiente, per gli animali e per l’ecosistema nessun rispetto’. ‘La natura e gli animali non si toccano’. Diversi attivisti sono stati picchiati e spinti a terra dal service e persino aggrediti con violenza dal pubblico del Pd. Il Presidente della Regione Lazio li ha insultati definendoli dei ‘malati psichiatrici’.

    Duro atto di accusa da parte di Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani Onlus che spiega il motivo della contestazione: “Nicola Zingaretti si candida alla guida del Pd scegliendo di scavalcare a destra Salvini, la Meloni e Berlusconi con un drammatico e pericoloso regalo al Vaticano, ai cementificatori, ai cacciatori e a gli agricoltori.

    Con un solo colpo – spiega – un Emendamento alla legge n. 55/18 ‘Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale’, ha aperto la caccia di selezione nelle aree protette del Lazio, modificando la Legge 29/97; ha concesso la possibilità di costruire edilizia libera nelle aree protette con il principio del silenzio assenso e di realizzare i Pua (Piani di utilizzazione aziendale) in deroga ai piani di assetto dei Parchi stessi, con conseguenti possibilità di sviluppo agricolo, anche quello più spregiudicato e contro la biodiversità”. “Questi provvedimenti sono in contrasto con la Legge Quadro sulle Aree Protette 394/91, tuttora vigente, a tutela dei parchi.

    Zingaretti ha smantellato anni di tutela dei parchi e della fauna selvatica. Si candida a rifondare il centrosinistra perseguendo sul piano ambientale le medesime politiche del centrodestra. Addirittura all’interno della Riserva Naturale Tenuta dell’Aquafredda ha consentito colate di cemento per 180.000 metri cubi per compiacere la Chiesa, come ai tempi della Prima Repubblica. Zingaretti non rappresenta i milioni di ambientalisti e animalisti del nostro Paese ma le lobby delle armi e dei cementificatori!”

    Conclude Caporale: “Quanto è avvenuto alla kermesse Piazza Grande è la dimostrazione che nel Pd di Zingaretti non c’è posto per la democrazia e per chi difende ambiente e animali. I suoi sostenitori hanno persino alzato le mani contro delle donne che manifestavano pacificamente. È inutile iniziare con il bellissimo discorso di Martin Luther King se poi alla fine non se ne comprende il senso. Hanno strumentalizzato la paura e l’odio contro gli avversari quando in realtà sono i primi a soffocare la libertà con violenza. I sostenitori hanno stigmatizzato la protesta con parolacce, bestemmie, definendo gli attivisti dei ‘fascisti’. La vera deriva fascista era in questa piazza che loro chiamo di libertà. Persino il delfino di Laura Boldrini, Marco Furfuro di Futura, a suo dire ecologista, ha denigrato i manifestanti che chiedevano una politica più attenta alle questioni ambientali. Se questo è il nuovo che avanza, è chiaro che la sinistra non ha un futuro”.

    • Francesco scrive:

      OK, finora tifavo per Minniti, perchè Zingaretti era l’uomo dell’accordo con i Pentastellati, adesso posso prenderlo in considerazione.

      Grazie

    • Z. scrive:

      E insomma, leggiamo di attivisti massacrati e seviziati dal PD fascista, con il collaborazionista ausilio, a quanto leggo, delle truppe di Laura Boldrini. Nella persona di tale Furfuro, che presumo essere il quasi-deputato europeo Marco Furfaro.

      Tanta attenzione ad un candidato di minoranza di un partito di minoranza appare bizzarra. A meno che gli animalisti non si interessino al PD in quanto specie in via di estinzione 🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        ” A meno che gli animalisti non si interessino al PD in quanto specie in via di estinzione”

        A me interessa poco ciò che è successo, come mi interessano poco gli animalisti.

        Mi interessa ciò che gli animalisti denunciano a proposito della via libera agli speculatori, Vaticano in primis.

        Ho una grande stima di Peucezio, ma non condivido la sua visione del PD come un partito di idealisti che sognano l’avvento dell’Uomo Immigrato.

        Il PD reale, che vedo tutti i giorni, è esattamente quello descritto dagli animalisti; e non parlo delle presunte botte, che magari sono esagerate.

        • Z. scrive:

          Miguel,

          purtroppo, anche se il PD ha il pregio di non piacere a siffatti galantuomini, ha difetti di non poco conto. Capisco l’entusiasmo del bolscevico Francesco, ma non condivido i tuoi tentativi di difendere il Partito 😀

          Parlando di ambiente se ben ricordo tu hai molta stima del Ministro competente in materia, che io da ignorante qual sono nemmeno sapevo chi fosse, e avrai i tuoi buoni motivi.

          Scrivigli, se lo conosci. Fagli scrivere dal tuo amico Simonetta, che forse lo conosce meglio. Fategli cambiare idea sul decreto Genova. Probabilmente non è ancora troppo tardi!

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