Facebook, Google, Uber, AirBnB e tutti gli altri

Ringraziamo Io Non sto con Oriana per aver tradotto questo importante saggio sul ruolo dei vampiri virtuali ai nostri tempi.

Raúl Ilargi Meijer – Tassateli a sangue. Facebook, Google, Uber, AirBnB e tutti gli altri.

Traduzione da The Automatic Earth, 11 novembre 2017.

Jean-Léon Gérôme, La Verità esce dal pozzo per far vergognare il genere umano, 1896.

Negli ultimi giorni sta uscendo un’intera biblioteca di articoli sui giganti della tecnologia e credo che la maggior parte di essi siano scritti così bene, e le idee ivi contenute così bene espresse, che c’è poco da aggiungere. Unica cosa, credo di poter avere la soluzione ai problemi che sono davanti agli occhi di molta gente. Temo altresì che non verrà adottata, e che si farà in modo che non lo sia proprio. Se le cose stanno in questo modo, siamo davvero lontani da qualsiasi soluzione. E questa è davvero una brutta notizia.

Cominciamo con una critica in senso generale -e financo benevola- scritta per il Guardian da Claire Wardle e Hossein Derakhshan.

In che modo le notizie sono diventate “false notizie”? Quando i media sono diventati sociali

I media sociali ci costringono a vivere sotto gli occhi di tutti, ci mettono al centro della scena in qualunque cosa facciamo ogni giorno. Erving Goffman, sociologo statunitense, ha formulato il concetto della “vita come teatro” nel suo libro Presentation of self in everyday life uscito nel 1956. Il libro è uscito sessant’anni fa, ma l’importanza del concetto non ha fatto che aumentare. Avere una vita privata è sempre più difficile non solo per quello che riguarda il mantenere lontano dagli occhi del governo o delle multinazionali i propri dati personali, ma anche per quanto riguarda il tenere i nostri spostamenti, i nostri interessi e -cosa ancora più preoccupante- i nostri comportamenti di consumo lontano dagli occhi del resto del mondo.
Le reti sociali sono congegnate in maniera tale che ci ritroviamo a valutare continuamente gli altri, e ad essere noi stessi continuamente oggetto di valutazione. Di fatto ci ritroviamo sparpagliati su diverse piattaforme e le nostre decisioni, che diventano atti pubblici o parzialmente pubblici, sono guidate dal nostro desiderio di fare buona impressione sul nostro pubblico, immaginario o reale. Accettiamo di mala voglia questo mettere in piazza quando si tratta dei viaggi che facciamo, degli acquisti, degli appuntamenti e delle cene. Sappiamo come funziona la cosa. Gli strumenti on-line che utilizziamo sono gratuiti, ma in cambio vogliono informazione sul nostro conto e siamo consapevoli del fatto che le utilizzano per pubblicizzare le decisioni che stanno a monte del nostro stile di vita in modo da incoraggiare le persone che fanno parte della nostra rete a unirsi, connettersi e acquistare.
Il problema è che queste stesse forze hanno influito pesantemente sul modo in cui consumiamo notizie e informazioni. Prima che i nostri media diventassero “sociali”, solo i nostri familiari più prossimi o i nostri amici sapevano che cosa leggevamo o che cosa guardavamo, e se volevamo tenere segreti certi nostri piaceri proibiti eravamo in condizioni di poterlo fare. Adesso, quanti di noi fruiscono di notizie tramite le reti sociali si trovano a far sapere a molta gente quello che apprezzano e quello che seguono […] Fluire di notizie è diventato un comportamento che non riguarda soltanto il cercare di tenersi aggiornati o il divertimento. Quello su cui mettiamo un “mi piace” o che decidiamo di seguire diventa parte della nostra identità, un’indicazione della classe sociale a cui apparteniamo, del nostro status, e soprattutto delle nostre opinioni politiche.

Il contesto è questo. La gente vende la propria vita, la propria anima, per unirsi a una rete che poi vende questa vita e quest’anima al miglior offerente, ottenendo un profitto che per nessuna parte torna alle persone. Non si tratta di un’idea inverosimile. Come spiegato in seguito, in termini di scala Facebook è il cristianesimo dei giorni nostri. E queste preoccupazioni non sono patrimonio esclusivo di cittadini preoccupati; a parlare senza mezzi termini sono anche alcuni pionieri come il cofondatore di Facebook Sean Parker.

Facebook: Dio solo sa cosa sta facendo al cervello dei nostri figli

“Sean Parker, presidente fondatore di Facebook, mi ha fornito una panoramica disinteressata su come le reti sociali attirano e possono danneggiare la nostra mente. Occhio: la testimonianza in prima persona del signor Parker rappresenta un preziosissimo punto di vista nel nascente dibattito sulla potenza e sugli effetti delle reti sociali, che ormai hanno uno sviluppo e una portata che non ha precedenti nella storia umana […].

Ai tempi in cui stavamo mettendo in piedi Facebook mi trovavo con persone che venivano da me e mi dicevano “Io sui media sociali non ci sono”. Io rispondevo “Va bene, in futuro ci sarai”. Quelli allora dicevano: “No, no, no: io ci tengo ai rapporti che ho nella vita vera. Io ci tengo al singolo momento. Io ci tengo alla presenza concreta. Io ci tengo all’intimità.” Io gli dicevo: “…Beh, alla fine ti beccheremo.”

“Non so se davvero avevo compreso le implicazioni delle mie parole; una delle non volute conseguenze dell’esistenza di una rete che arriva a comprendere uno o due miliardi di persone e… è che essa cambia, letteralmente, i rapporti che si hanno con la società e con gli altri… probabilmente interferisce con la produttività, e lo fa in modo strano. Dio solo sa che costa sta facendo al cervello dei nostri figli.

Il processo cognitivo implicato nella realizzazione di applicazioni del genere, di cui Facebook è stata la prima… era centrato solo su ‘Come assorbire il più possibile del tempo e dell’attenzione consapevole dell’utenza?’ Insomma, bisogna trovare la maniera di darti una botta di dopamina ogni tanto, perché qualcuno aveva apprezzato o commentato una foto o uno scritto o che altro. Così i tuoi contributi arrivavano sempre più volentieri, e ti avrebbero portato… più apprezzamenti e più commenti.

Insomma, una sorta di validazione sociale ciclica… esattamente il genere di cosa che metterebbe in piedi uno hacker come me, perché si tratta di sfruttare una vulnerabilità nella psicologia dell’uomo. Noi inventori, noi realizzatori, io stesso, Mark [Zuckerberg], Kevin Systrom di Instagram, tutti noialtri insomma, siamo consapevolie di questo. E siamo andati avanti lo stesso.

Anche uno dei primi ad investire in Facebook, Roger McNamee, ha qualcosa da aggiungere in linea con quanto affermato da Parker. Sembra che loro siano Frankenstein, e Facebook il loro mostro…

La minaccia di Google e di Facebook alla salute pubblica e alla democrazia

“Non è esagerato parlare di dipendenza. Il consumatore medio controlla il proprio smartphone centocinquanta volte al giorno, con più di duemila sfioramenti e tocchi. Le applicazioni più frequentemente utilizzate sono proprietà di Facebook e di Alphabet, e sono prodotti il cui numero di utenti è ancora in crescita. In termini di scala, Facebook e Youtube sono paragonabili al cristianesimo e all’Islam, rispettivamente. Ogni mese più di due miliardi di persone usano Facebook; un miliardo e trecento milioni ne fa uso quotidiano. Più di un miliardo e mezzo di persone usano Youtube. Altri servizi di proprietà di queste società assommano utenti per più di un miliardo di persone.

Facebook e Alphabet contano perché gli utenti barattano privacy e franchezza con qualcosa di comodo e di gratuito. Dapprincipio i creatori di contenuti hanno opposto resistenza, ma la domanda degli utenti li ha costretti a rassegnare controllo e profitti a Facebook e ad Alphabet. La verità è triste, ed è che nel perseguire profitti smisurati Facebook e Alphabet si sono comportate in modo irresponsabile. Esse hanno consapevolmente unito le tecniche di persuasione usate dai propagandisti e dall’industria dell’azzardo con la tecnologia, in una maniera che è pericolosa per la salute pubblica e per la democrazia.

Il problema non si trova nella rete sociale o nella ricerca. Il problema è nel modo in cui sono veicolate le pubblicità. Mi spiego meglio. Dacché esistono i rotocalchi gli editori sono consapevoli delle potenzialità racchiuse nello sfruttamento delle emozioni umane. Per vincere la guerra dell’attenzione, gli editori devono dare al pubblico quello che il pubblico desidera, contenuti che fanno leva sulle emozioni più che sull’intelletto. La sostanza non può competere con la sensazione, e con la sensazione si deve giocare permanentemente al rialzo, altrimenti i consumatori si fanno distrarre e si rivolgono ad altro. Lo sbattimento dei mostri in prima pagina ha guidato le scelte editoriali per più di un secolo e mezzo, ma è diventato una minaccia per la società nel corso degli ultimi dieci anni, con l’arrivo degli smartphone.

I supporti mediatici come i giornali, la televisione, i libri e gli stessi computer sono capaci di persuasione, ma la gente se ne avvale solo per qualche ora al giorno, e tutti sono destinatari degli stessi contenuti. La guerra in atto oggi per attirare pubblico non è uno scontro leale. Ogni concorrente sfrutta le stesse tecniche, ma Facebook e Alphabet possono contare su due vantaggi incolmabili: la personalizzazione e gli smartphone. A differenza degli altri media, Facebook e Alphabet sanno praticamente tutto dei propri utenti: li seguono ovunque sul web e spesso anche al di fuori di esso.

Rendendo ogni esperienza gratuita e semplice, Facebook e Alphabet sono diventati i guardiani di internet e questo assegna loro prerogative di controllo e di profitto mai viste prima nei media. Sfruttano i dati per personalizzare l’esperienza di ogni utente e per drenare profitti dai creatori di contenuti. Grazie agli smartphone, la guerra del pubblico si svolte su una sola piattaforma accessibile in ogni momento che si trascorre svegli: i concorrenti di Facebook e di Alphabet non hanno nessuna speranza.

Facebook e Alphabet traggono profitto dai contenuti tramite pubblicità indirizzate in maniera più precisa di quanto sia mai stato possibile in precedenza. Le piattaforme creano “bolle filtro” attorno a ciascun utente, confermando le sue credenze preesistenti e spesso creando l’illusione che tutti condividano i suoi stessi punti di vista. Lo fanno perché questo porta profitti. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che le credenze di ciascuno diventano più rigide e più estreme. Gli utenti diventano meno aperti a nuove idee e persino ai dati di fatto.

In un dato momento Facebook può mostrare a ciascun utente milioni di contenuti. A essere scelti sono quei pochi che più probabilmente porteranno il massimo profitto. Se non fosse per il modello con cui vengono veicolate le pubblicità, Facebook potrebbe presentare invece contenuti che informano, ispirano o arricchiscono altrimenti l’utenza. L’esperienza dell’utente su Facebook invece è dominata da cose che fanno leva sulla paura e sulla rabbia. E questo sarebbe già una brutta cosa, ma la realtà è anche peggiore.

In un articolo sul Daily Mail, le idee di McNamee vengono portate parecchio più avanti. Goebbels, Bernays, paura, rabbia, personalizzazione, civiltà.

I primi finanziatori di Facebook paragonano le reti sociali alla propaganda nazista

I piani alti di Facebook sono stati paragonati da un ex finanziatore al ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels. Roger McNamee ha anche paragonato i metodi della società a quelli di Edward Bernays, il pioniere delle pubbliche relazioni che promosse tra le donne l’abitudine al fumo. Il signor McNamee ha fatto fortuna sostenendo Facebook nei primi tempi, e ha esposto senza mezzi termini le proprie preoccupazioni per le tecniche che i giganti della tecnologia usano per trovare utenti e inserzionisti. […] L’ex finanziatore ha detto che tutti ormai “in misura più o meno estesa sono dipendenti” da quel sito e che temeva che la piattaforma stesse inducendo le persone a scambiare i rapporti umani veri e propri con relazioni fasulle.

Ha paragonato le tecniche della società a quelle di Bernays e del ministro delle pubbliche relazioni di Hitler. “Per tenere viva la tua attenzione hanno saccheggiato il repertorio di Edward Bernays, di Joseph Goebbels e di tutti gli altri professionisti della persuasione, di tutte le grandi agenzie pubblicitarie, e lo hanno riversato in un prodotto permanente che presenta informazioni altamente personalizzate in modo da renderti dipendente”, ha detto al Telegraph il signor McNamee. McNamee ha detto che Facebook stava costruendo una cultura basata “sulla paura e sulla rabbia”. “Abbiamo abbassato il livello del discorso civile, le persone si comportano in modo meno civile le une con le altre…”
McNamee ha detto che i giganti della tecnologia hanno usato il Primo Emendamento come un’arma, “essenzialmente per autoassolversi da ogni responsabilità.” Ha poi aggiunto: “Parlo da persona che all’inizio era coinvolta in tutto questo.” Le considerazioni di McNamee arrivano come un altro schiaffo a Facebook, dopo che il mese scorso l’ex collaboratore Justin Rosenstein ha fatto presenti le sue preoccupazioni. Il signor Rosenstein è l’ingegnere di Facebook che ha creato un prototipo del bottone “mi piace” del portale; ha chiamato la sua invenzione “l’argentino rintocco del piacere falso”. Ha detto che era stato costretto a limitarsi nell’uso della rete sociale perché era preoccupato per l’impatto che essa aveva avuto su di lui.

In merito agli effetti che i media sociali hanno sul piano economico, e non su quello della società o dei singoli, qualche settimana fa Yanis Varoufakis ha detto questo:

Il capitalismo è alla fine perché si è reso obsoleto da solo – Varoufakis

L’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha affermato che il capitalismo sta avvicinandosi alla fine perché si sta rendendo obsoleto da solo. L’ex professore di economia ha detto al pubblico dello University College di Londra che l’affermarsi delle grandi società nel campo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale farà sì che l’attuale sistema economico si indebolisca da solo. Varoufakis ha detto che in società come Google o Facebook, per la prima volta in assoluto, il capitale sociale viene acquistato e prodotto dai consumatori.

“Le tecnologie, tanto per cominciare, sono state finanziate con denaro governativo; poi, ogni volta che si cerca qualche cosa su Google, si porta un contributo al capitale di Google,” ha detto Varoufakis. “E chi è che si prende i frutti del capitale? Google, non voi. Non c’è dunque dubbio che il capitale sia prodotto in modo sociale, e che i suoi frutti invece siano privatizzati. Questo, insieme all’intelligenza artificiale, sta per portare alla fine del capitalismo.

Insomma, quando la gente vende vita e anima a Facebook e ad Alphabet, vende anche la propria economia. Ecco cosa significa tutto questo. E dire che stavate solo guardando cosa facevano gli amici. E’ interessante vedere come le due cose si mescolano, e interagiscono tra loro.

Come l’economia ha fatto fallire l’economia

Quando il grande economista Simon Kuznets dopo il 1930 ha ideato il concetto di Prodotto Interno Lordo, ha deliberatamente lasciato due settori industriali fuori da quella che all’epoca era un’idea di reddito nazionale innovativa e rivoluzionaria: la finanza e la pubblicità. […] La logica di Kuznets era semplice e non si trattava di una sua mera opinione ma di un dato di fatto frutto di un’analisi: la finanza e la pubblicità non creano nuova ricchezza. Si limitano ad allocare o a distribuire la ricchezza esistente: il prestito per comprare un televisore non è un televisore, un prestito per accedere a cure mediche non è una cura medica. Sono soltanto i mezzi per conseguire un qualche bene, non il bene stesso. Adesso tocca parlare di due tragedie della storia recente.

Quelli del Cogresso si fecero una risata, come fanno di solito quelli del Congresso, ignorarono Kuznets e inclusero comunque nel Prodotto Interno Lordo pubblicità e finanza per motivi politici. Insomma, per come pensano i politici più alto significa anche migliore, per cui un reddito nazionale più alto deve andare meglio per forza. E’ chiaro? Teniamolo presente. Ai nostri giorni sta succedendo qualcosa di veramente strano.

Se ci comportiamo come aveva suggerito Kuznets e togliamo dal PIL la finanza e la pubblicità, cosa indicano i grafici, grafici che mostrano l’economia come essa è veramente? Ecco, dal momento che nella crescita la parte del leone (oltre il cinquanta per cento l’anno) la fanno proprio la finanza e la pubblicità -con Facebook o Google o gli hedge fund di Wall Street- si nota che la crescita economica che gli USA hanno perseguito così affannosamente, così furiosamente, in realtà non è mai esistita.

La stessa crescita non è stata altro che un’illusione, un gioco di numeri, creato tenendo conto di cose che avrebbero dovuto esserne escluse. Se avessimo tolto dal PIL quelli che potremmo definire “settori allocativi”, noteremmo che la cescita economica è in realtà inferiore alla crescita della popolazione e che le cose stanno così da molto tempo, probabilmente fin dagli anni successivi al 1980; insomma, l’economia statunitense ha ristagnato, e questo è -oh, sorpresa- quello che rivela l’esperienza quotidiana.

Gli indicatori economici non ci raccontano più una storia realistica, preziosa e accurata sulle vere condizioni dell’economia; non l’hanno mai fatto. Solo che per un po’ il giochetto ci ha fatto credere che la realtà non fosse quella che era. Oggi i giochetti sono finiti e l’economia cresce, ma la vita della gente, il benessere, i redditi e la ricchezza non crescono. Ed è questo il motivo per cui l’estremismo si è scatenato in tutto il mondo. Si comincia forse a notare perché i due piani si sono separati uno dall’altro: le analisi economiche hanno fatto fallire l’economia.

Adesso facciamo prima uno, poi due passi avanti. La finanza e la pubblicità oggi non sono solo industrie allocatrici. Sono industrie rapaci, che tolgono a molti per dare a pochi. Esse incamerano ricchezza dalla società e deviano su di essa i costi, senza creare ricchezza di per sé.

L’esempio di Facebook permette di comprendere nel modo più semplice come stanno le cose. Facebook rende i suoi utenti più tristi, più soli e più infelici, e corrode anche la democrazia in modi che sono spettacolari e catastrofici. Non si vede nulla di buono in tutto questo, eppure a livello di reddito nazionale sono tutte cose considerate vantaggi e non costi; l’economia così figura in crescita, anche mentre una società formata da persone impoverite viene manipolata da attori stranieri perché distrugga la sua stessa democrazia. Bello, vero?

Questo perché la finanza e la pubblicità sono state considerate creative e produttive, mentre invece erano soltanto allocative e distributive, e presto hanno mutato la propria natura in rapace. Insomma, se fin da principio avessimo asserito che questi settori non contavano, forse non avrebbero avuto bisogno di massimizzare i profitti (o i venture capital non avrebbero avuto bisogno di annegarli nel denaro…) per un tempo indefinito in modo da contare di più. Solo che non lo abbiamo fatto.

Insomma, presto non hanno avuto altra scelta che assumere un carattere rapace, mettersi ad accumulare sempre maggiori profitti per alimentare l’illusione della crescita, e cominciare a fagocitare l’intera economia; come notato da Kuznets, finanza e pubblicità allocano tutto quanto il resto e finiscono di fatto per controllarlo.

Insomma, i settori dell’economia davvero creativi, produttivi e vivificanti sono deperiti sia in termini relativi che in termini assoluti, perché sono stati marginalizzati, dissanguati e logorati per mantenere i settori predatori, che non espandono il potenziale umano. L’economia ha divorato se stessa, proprio come aveva ipotizato Marx; solo che non è accaduto per un motivo intrinseco, ma a causa di una scelta, di un errore, di una tragedia.

[…] La vita non prospera, non cresce, non si sviluppa in un modo unico che io o voi possiamo identificare o indicare con chiarezza. Sembra proprio che l’economia stia crescendo, perché imprese meramente allocative e distributive come Uber, come Facebook, come le agenzie di rating, come l’infinità di hedge fund senza nome o i trafficanti di dati personali che operano nell’ombra e altre cose del genere che non portano alcun contributo positivo identificabile alla vita umana sono tutte considerate in modo positivo. Non è evidente l’assurdità di tutto questo?

[…] Non è un caso che i settori validi dell’economia non siano riusciti a crescere, e non si è certo trattato di volontà divina. E’ stata una scelta. Un mero rapporto di causa ed effetto: da una parte una società che stava ingannando se stessa fingendo disperatamente di crescere, dall’altra la crescita autentica. Il non togliere la finanza e la pubblicità dal PIL e creare così l’illusione della crescita; se gli USA non lo avessero fatto, magari si sarebbero trovati a doversi impegnare a fondo per trovare qualche modo per crescere in modo significativo, vero, autentico, invece di cavarsi d’impaccio per la via più facile e ritrovarsi oggi a ristagnare, senza neanche riuscire a capire perché.

Le imprese che non producono ma si limitano a drenare denaro dalla società devono essere tassate in maniera talmente pesante da rendergli problematico sopravvivere. Se questo non succede, la nostra conomia non si riprenderà mai; non sopravviverà neppure. Tutta l’illusione dell’economia dei servizi deve essere abbattuta finché siamo in tempo a farlo. Un sistema economico deve produrre beni reali, tangibili, altrimenti muore.

Nel caso dell’industria finanziaria tutto questo vuol dire tassargli anche il culo, per ogni transazione che combina. Vogliono tirar su soldi da derivati complessi? Bene: aliquota del settantacinque per cento. Anticipato. Ah, no, niente trasferimenti in paradisi fiscali. Che non si azzardino nemmeno.

Nel caso di Uber e di Air BnB vuol dire essere tassati fino al culo, sia come società che come singoli proprietari di auto o di case. Uber e Air BnB sottraggono grandi quantità di denaro alle economie locali, alla società, ai contesti locali; una cosa senza senso, senza necessità e che porta alla miseria. Ogni città può realizzare un proprio sistema per il noleggio di auto o per l’affitto di abitazioni. I profitti dovrebbero rimanere all’interno della comunità locale ed essere reinvestiti in essa.

E Google e Facebook, che sono oggi le agenzie pubblicitarie più grandi del mondo (ma sono solo questo)? Fracassarle di tasse, o proibire loro di diffondere pubblicità. Per quale motivo? Perché esse drenano dalla società enormi quantità di capitali produttivi. Capitali che esse, come spiega Varoufakis, non hanno creato.

I capitali li state creando voi, voi stessi che dovete poi pagare per accedere ai capitali che avete creato. Oh sì, sembra che uno non faccia che connnettersi e guardare cosa stanno combinando gli amici, ma il totale che viene tolto a voi, ai vostri amici e alla vostra comunità è talmente altro che non avreste mai accettato di pagarlo volontariamente se ne aveste avuto contezza.

L’unica cosa che non mi pare nessuno abbia denunciato, e che potrebbe impedire alla radicale proposta di tassarli -senza mezzi termini- a sangue di rappresentare una minaccia per i grandi della tecnologia è che Facebook, Alphabet e gli altri hanno tutti stabilito solidi rapporti con varie agenzie di spionaggio. Ecco: Goebbels e Bernays a servizio della CIA!

Visti i rapporti sempre più stretti tra Google, Facebook e la CIA, queste due società sono talmente importanti per quello che le teste d’uovo impegnate là dentro considerano l’interesse nazionale che non faranno altro che proteggersi a vicenda. Insomma, visto che il quartier generale della CIA a Langley in Virginia protegge tutti sia scopertamente che segretamente, siamo a posto per la vita. Per tutta la vita, proprio.

Proissimo passo, prendersi interi sistemi economici e intere società. Lo stanno facendo proprio adesso. Lo so, pensavate che fossero “i russi”, con qualche pubblicità su Facebook di cui non ci sono neanche le prove, a minacciare la democrazia in USA e in Europa. Ecco, sarebbe il caso di rivederle, queste opinioni.

Il mondo non si è mai trovato davanti a tecnologie come queste. Non ha mai visto una tale densità, una tale profondità di informazioni e neppure una tale dipendenza da esse. Non siamo pronti ad affrontare alcuno di questi aspetti. Ma dobbiamo imparare velocemente, o ci ritroveremo a fare la parte degli utili idioti e degli schiavi in una pièce di teatro dell’assurdo con tutti i crismi di 1984. I nostri politici a riguardo sono tutti assenti ingiustificati o dispersi; non hanno idea di cosa dire o di cosa pensare, non capiscono davvero cosa significhino Google o la bitcoin o Uber.

Intanto però c’è una cosa che possiamo fare, portando a giustificazione il concetto di considerarle industrie non produttive e rapaci. Cavargli il sangue a furia di tasse. Colpire l’industria finanziaria in questo modo, dargli così un benvenuto molto in ritardo sui tempi. Abbiamo bisogno di rendere produttiva l’economia, o siamo spacciati. E Facebook, Alphabet e la Goldman Sachs non producono un cazzo di niente.

Se ci si pensa bene, l’unico settore in crescita rimasto nell’economia statunitense è quello di imprese che spiano i cittadini statunitensi. E quelli europei. La Cina ha messo al bando sia Facebook che Google. Per quale motivo pensate che l’abbiano fatto? Perché Google e Facebook sono 1984, ecco perché. E se esisterà un Grande Fratello nel Regno di Mezzo, non sarà nella Silicon Valley.

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206 risposte a Facebook, Google, Uber, AirBnB e tutti gli altri

  1. Z. scrive:

    Il tema è serio, sicché sorvolo sulla dotta citazione dell’ex ministro Kekkozzalonis, il Piggiamonte d’Ellade. Quello che voleva sostituire la moneta coi pagherò tra una scorribanda in moto e l’altra, e se nel frattempo i dipendenti pubblici greci avrebbero mangiato sabbia non era mica un problema suo.

    Salto subito alla fine.

    Dobbiamo tassare Alfa e Beta. Occhio all’impersonale: dobbiamo chi?

    Stabilito questo, possiamo discutere assieme del merito.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Dobbiamo tassare Alfa e Beta. Occhio all’impersonale: dobbiamo chi?

      Stabilito questo, possiamo discutere assieme del merito.”

      Al contrario.

      Prima entriamo nel merito dell’analisi generale.

      Poi si possono proporre soluzione diverse. Personalmente penso che l’arte del Proporre Soluzioni sia piuttosta vana, e quindi una soluzione immaginaria vale l’altra.

      • Z. scrive:

        Mi spiego meglio.

        Se non ci sono soluzioni, e ci si limita ad auspici volutamente generici, qualsiasi analisi vera o presunta su questi temi è tempo speso male. Tanto vale fregarsene e pensare a divertirsi.

        Tassiamo, dici: bene, tassiamo presuppone “noi”. Noi chi?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “Se non ci sono soluzioni, e ci si limita ad auspici volutamente generici, qualsiasi analisi vera o presunta su questi temi è tempo speso male. Tanto vale fregarsene e pensare a divertirsi.”

          Capisco quello che dici.

          Spesso ragiono come te, e quindi litigo con altri proprio per questo.

          Però qui siamo di fronte a un fenomeno immenso: pochissimi monopoli planetari che hanno come lavoro quello di spiare sui difetti e sulle debolezze umane, e guadagnare somme mai viste prima nella storia senza produrre nulla.

          Il saggio pubblicato qui è emotivamente forte, e propone anche una presunta soluzione “tassiamoli, così almeno qualcosa di utile viene fuori per tutti”.

          Io come (hai capito benissimo) ho forti dubbi sull’idea che faccio un post su un blog, e il giorno dopo l’Italia fa una megatassa su Facebook. Non mi dispiacerebbe, ma il governo italiano giustamente non dipende dal mio blog.

          Però il problema fondamentale – un gigantesco sistema economico parassitario, fondato sulle confidenze private tra persone che lavorano gratuitamente per le più grandi multinazionali mai esistite – esiste.

          • Z. scrive:

            Il tema è così importante che ho trascurato non solo la citazione di Kekkozzalonis ma anche diversi “ragionamenti” in sinistrocomplottese. Che già considero, di norma, elementi sufficienti per archiviare sotto “fuffotronica per chi ha troppo tempo libero”.

            Ma è importante se e finché qualcuno desidera proporre soluzioni. Altrimenti, beh, tempo libero ne ho ahimè ben poco e non mi interessa impiegarlo con querimonie su quanto è buio il futuro che verrà.

            L’autore ne propone una, di soluzioni: tassiamo. Mi sembra un’idea interessante. E siccome ho appreso da te a diffidare degli impersonali, mi interessa partire dal soggetto attivo. Da chi tassa, insomma.

            Quanto, come e quando è certamente importante, ma viene dopo il “chi tassa”. Logicamente e cronologicamente.

            Ribadisco che il fatto che l’autore proponga una soluzione è un fatto comunque positivo, in tutti i sensi: possiamo dissentire, ma c’è qualcosa su cui confrontarsi, qualcosa che va in una direzione.

    • L’articolo è diretto al pubblico statunitense. E l’autore non confida certo che i suoi suggerimenti vengano accolti.
      La materia espressa è nota da molti anni alle persone serie, ma non fa male ricordare qualcuna delle implicazioni di quel Libro dei Ceffi che si tende spesso a considerare soltanto un’autoschedatura per mediocri.

      La mia reazione quando càpito su pagine “aperte” di qualche conoscente di cui non ho notizie da anni (e di solito c’è anche il suo motivo), consultabili anche senza avere un account, è solitamente la stessa: guarda questo povero [censura] che fine che ha fatto.
      Venire a sapere che un esercito di coetanei convintissimi che sarebbero diventati astronauti alla Ferrari (e propensi a suo tempo a comportarsi col sussiego dei predestinati) sta perseguendo roba olistica meditativa e tantrica (ah, cosa non si fa per imbroccare!) e giocando al dottore con reiki e altra mercanzia del genere è stata una piacevole sorpresa.
      E le donne? Da lorsignore vengono le soddisfazioni meglio garantite. Cervelli in cantina (ma quello anche prima), foto di cani, foto di bambini, foto di bambini con cani, foto di cani con bambini e l’angolo politico e impegnato, con la deplorazione dei politici in carica ché c’è i padri talijani che dormanimmàcchina[*] e noi gli si paga le schedetelefoniche a’ negri.
      Ah, il clou è quando lorsignore -lavoro schifoso, figli a carico, mai un ghello in tasca nemmeno per sbaglio- mettono immagini che le raffigurano come amazzoni guerriere ogni volta (poche) che arrivano in tempo a pagare la bolletta della luce.

      [*] Un preservativo costa un euro. Alé.

  2. Moi scrive:

    “Niemand ist hoffnungsloser versklavt als jene, die fälschlicherweise glauben, frei zu sein.”

    [cit.]

    • Francesco scrive:

      lo sai che è la scusa dei comunisti e dei fascisti per liberarti anche se non vuoi affatto? e per menarti se cerchi di resistere?

      almeno FB e G ti regalano un navigatore sempre aggiornato, un sistema di posta, un certo spazio di archiviazione, un comodo modo per cazzeggiare gratis

      e sono così simpaticamente ingenui quando cercano di farti comprare quello che loro pensano di aver capito ti possa interessare!

      sembrano i bambini di 5 anni che vogliono fare un regalo ai genitori

  3. Moi scrive:

    CattoComunismo SuperHard 😉 :

    La schiavitù monetaria: una mostruosità storica nata nel 1694 con la Banca d’Inghilterra

    Le parole di Satana

    https://www.disinformazione.it/parole_di_satana.htm

    di Giacinto Auriti

  4. Moi scrive:

    Alééé : SE va su il M5S, il Personaggione 🙂 Mauro Biglino Ministro della Verità 🙂

    Schiavizzati col debito (il Signoraggio Bancario).

    Le istruzioni di Yaweh.
    (Diodati) Deuteronomio 15:6

    Yaweh dice agli Israeliti:

    “Quando il Signore Iddio tuo ti avrà benedetto, siccome egli ti ha promesso, tu presterai a molte genti, e tu non prenderai nulla in prestanza; e signoreggerai sopra grandi nazioni, ed esse non signoreggeranno sopra te.”

    https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1293359584013520&id=359112507438237

    —————————

  5. Moi scrive:

    Comunque c’è un altro Personaggione che merita di essere conosciuto:

    Lambrenedetto XVI … assieme al “Collega” 😉 Nicolai Lilin.

  6. Moi scrive:

    Lambrenedetto XVI

    https://www.youtube.com/watch?v=1dZjFelMOb0

    L’ ITALIA E’ UN PAESE FINITO !!! se hai 15-25 anni cosa stai a fare li ?

  7. Miguel Martinez scrive:

    Moi…

    Un favore, appena si apre un nuovo post, potresti evitare di fare una raffica di interventi off topic tutti insieme, tanto da sembrare che tu sia l’unico commentatore?

    Tanto sono commenti che potresti fare anche su un post vecchio, poi si riprendono qui.

    • supervice scrive:

      Grande Miguel, e grandi anche i frequentatori assidui del blog: ma qui l’off topic è la norma. Discutere nel merito dei post spessissimo è come cercare di chiedere alla nonna cosa abbia messo nella ricetta per farla diventare così buona. La nonna, giustamente, non te lo dirà mai.

      • Roberto scrive:

        Si potrebbe però mettere una regola (o gentleman’s agreement) che i primi dieci commenti devono essere in topic. Nulla impedisce di cimentare off topic nel penultimo post e si darebbe un po’ più di attenzione ai post di miguel. Io mi autoimpongono da ora in poi questa regola.

    • Peucezio scrive:

      Ma io un nesso col topic nei commenti di Moi ce lo vedevo…
      Un po’ indiretto, d’accordo.

  8. Roberto scrive:

    Mi sono venute mille domande, andiamo con ordine

    “cosa ancora più preoccupante- i nostri comportamenti di consumo lontano dagli occhi del resto del mondo.”

    Perché è preoccupante che qualcuno conosca i nostri comportamenti di consumo?
    Esempio.
    Evidentemente, sbirciando su Facebook o sulle mie ricerche google, qualcuno capisce che mi piacciono la pallacanestro, la carne e che viaggio spesso in aereo.
    Mi arrivano quindi con una certa frequenza pubblicità di scarpe da basket, attrezzi per il BBQ e viaggi.
    Cosa c’è di grave o preoccupante?

    • Z. scrive:

      Sei libero di disinteressarti di essere schedato, Robè, e sinanco di gioirne.

      Ma FB scheda attraverso di te le persone che ti sono vicine, e se la pensano come me potrebbero non gioirne.

      Ogni giorno molti utenti di FB possono diffondere informazioni che mi riguardano senza rendersene conto e senza il mio consenso: foto, frasi e altro. Non posso impedirlo, concretamente, e la cosa non mi piace.

      Mi dirai chissenefrega. Ti rispondo che a me importa. Chi sta su FB viola ogni giorno la mia riservatezza per futili motivi, e il fatto che io su FB non ci sia non impedisce la mia schedatura.

      Quindi sì, il tema è serio.

      Poi per carità, possiamo pure accettare tutto con indifferenza. Basta che accettiamo con altrettanta indifferenza tutto ciò che comports: le fake news al posto del giornalismo, ad esempio. Trump al posto di un presidente. Partiti italiani etero ed esterodiretti. E via così.

      • Roberto scrive:

        Parlo però di un tema specifico e cioè i “comportamenti di consumo”

        • Z. scrive:

          Anche quello di bufale è un consumo, Robè. Si mangiano, si comprano, si propagandano, si raccoglie la messe relativa.

          L’idea che una società di capitali mi schedi a me non piace, e il fatto che alcuni addirittura le votino (una di esse gestisce il primo partito italiano) non me le rende più simpatiche.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          i “comportamenti di consumo”

          Mi puoi dire un solo aspetto della tua vita che non sia riconducibile ad un comportamento di consumo?
          Idee politiche: la stampa che leggi (anche quella gratis è un consumo)
          Interessi culturali: i libri che leggi, i concerti a cui vai, i musei che visiti…
          Il tuo stato di salute: i farmaci che compri, le visite mediche e gli esami a cui ti sottoponi, perfino certi contenuti internet che visiti
          La composizione della tua famiglia: prenota dei biglietti o un albergo…
          E via discorrendo. La tua vita è esclusivamente comportamenti di consumo.

          • Moi scrive:

            Scusa, Mauricius : se ti va bene il consumismo … allora perché hai da ridire contro chi ha passato il Blècch Fràidéi a comperare uno sbrozzo di roba di cui non si farà mai nulla ?!

            … e vorresti che tutti avessero un unico paltò come te , da quando hai smesso di crescere per la lunga e chiaramente anche per la larga 🙂 ?!

            • Z. scrive:

              Moi…

              te hai la capacità di non capire un tubo di quel che hai letto e rispondere a raglio come nessun altro!

              Secondo me lo fai apposta 😀

          • Moi scrive:

            sto cercando di adeguarmi 🙂 ai Millennials …

            • Z. scrive:

              Guarda, conosco millenniali di grande intelligenza, colti e riflessivi. Credo che molti dei luoghi comuni su di loro siano ingiustamente ingiusti 🙂

            • Peucezio scrive:

              Ma i “milleniali” non dovrebbero essere quelli nati dal 2000 in poi, quindi oggi adolescenti?
              Perché si usa anche per riferirsi a gente nata negli anni ’90?
              Se il principio è che è “milleniale” chi è vissuto a cavallo fra i due secoli, lo siamo anche noi!

            • Z. scrive:

              La mia impressione è che all’inizio si usasse solo nell’accezione restrittiva che citi tu, Peucè, e che poi il significato si sia allargato fino ad accogliere tutti quelli che si sono diciamo formati, come adulti, a partire dal nuovo millennio.

              O almeno così sembra…

          • Roberto scrive:

            “Riconducibile”?
            Certo, Mi sveglio in un letto che ho comprato e mi lavo i denti con spazzolino e dentifricio comprati.

            Credo però di avere come tutti noi aspetti della mia vita che non considero “comportamenti di consumo”.
            Per dire, oggi caffè da amici, passeggiata con la pargola in foresta, preparazione delle polpette con i pargoli, siesta, controllo compiti, sono tutte cose riconducibili ad un consumo (non giro nudo per la foresta) ma che esito a definire “comportamenti di consumo”.
            Film visto su Netflix, è certamente un comportamento di consumo

          • Roberto scrive:

            Non ho una definizione chiara per far capire perché considero stare sul divano a ripassare latino con mia figlia non mi sembra “comportamento di consumo” e noleggiare un film su internet si.
            Osservo però che le pubblicità che visualizzo riguardano esclusivamente certi aspetti della mia vita è non altri. Qualcuno sarà in grado di distinguere un comportamento da un altro!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Tranne le attività che fai con tua figlia nel raggio in cui ti puoi muovere senza usare un mezzo di trasporto e che non richiedono oggetti particolari per essere eseguite (se tua figlia fosse più piccola e disegnaste insieme sarebbe già “consumo”), per il resto la tua vita è un consumo. Poi se tua figlia inserisce su una rete sociale l’informazione, diventa merce pure la passeggiata nella foresta dietro casa.
              Ma posso pure conoscere la tua vita sessuale monitorando il consumo di contraccettivi.

            • Roberto scrive:

              Se vedi che compro preservativi, sai che compro preservativi ma non sai nulla della mia vita sessuale.
              Magari li compro per mio cugino che è timido…

            • Z. scrive:

              Magari compro anche giornali di destra per quel vigliacco di mio cognato, o faccio esami per l’AIDS come passatempo, perché è gratis e in ospedale ci sono infermiere di gran fascino…

        • Roberto scrive:

          Ma comunque continuo a non vedere il problema. Se FB vede che faccio una passeggiata nel bosco e mi propone una pubblicità di impermeabili o mi suggerisce un’associazione di cacciatori….di cosa devo preoccuparmi?

          • Z. scrive:

            Mi spiego meglio, Robè.

            Il problema non è quello che FB fa di te: tu a FB sei iscritto, sicché sarebbe bella che te ne lamentassi (sì, so che c’è gente che lo fa. Non tutti sono svegli. C’è anche gente che ha votato Di Pietro, tipo me ad esempio).

            Il problema sono i dati che FB raccoglie, grazie a te, su chi di essere schedato da FB non ne vuole sapere.

            La cosa non ti interessa? eh, che dire, lo capisco. A me interessa 🙂

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “C’è anche gente che ha votato Di Pietro, tipo me ad esempio”

              E’ uno shcerzo spero…
              Altrimenti meriti che ti dia del filo-Travaglio per il resto dei tuoi giorni! 😛

            • Peucezio scrive:

              A parte questo, voi che siete legali,
              ma uno che non è su facebook non ha diritto di esigere da facebook che rimuova ogni foto che lo ritrae e che gli paghi pure i danni?
              Perché viene consentita una cosa del genere?

            • Z. scrive:

              No, Peucè, è una confessione sincera. Ma non è una buona ragione per insultarmi fino alla fine dei miei giorni. Anche nelle punizioni ci vuole misura!

              Per le foto: intanto io devo scoprire che circolano, poi chiunque ne può aver estratto copia, poi le richieste di danni sono lunghe e costose e incerte. Nel frattempo la mia riservatezza è già stata violata, e magari i danni arrecati sono già irreparabili.

            • Roberto scrive:

              Scusa Z, ammetto di essere tardo, ma

              “Il problema sono i dati che FB raccoglie, grazie a te, su chi di essere schedato da FB non ne vuole sapere.”

              Di che dati parli?
              Ci ho provato, ho guardato il mio FB fino ad agosto e ho trovato una foto in un ristorante con delle facce irriconoscibili e alcune foto del pubblico di una partita di basket. Tralasciando il fatto che non so chi sia il tizio seduto tre file sopra di me e come si riesca a mettere un nome su una faccia nella folla, osservo che il tizio è ripreso da 1000 telecamere durante la partita ed è live on CBS.

              Per il resto gli unici che potrebbero veramente lamentarsi con me sono i miei figli, e lì ok, ammetto la colpa di postare foto dei pargoli senza chiedere.

              Ma pargoli a parte, che altri dati raccolgo?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              L’ho sempre sospettato che tutte le menate sulla privacy fossero un gombloddoh dell’immigrazia kalergica per colpire i piccoli imprenditori. Forza, a partire da che capitale sociale non devono più interessarci? 😀

            • Roberto scrive:

              Rispondo all’unica parola che capisco di questo commento

              “menate ”

              Sì in effetti, secondo me quando si parla di privacy ci sono alcuni problemi seri annegati in un mare di menate

            • Z. scrive:

              Robè,

              tu fai attenzione a rispettare la riservatezza altrui, e non ne dubitavo. Infatti, il mio era un tu generico.

              Ti affiderei anche un missile ICB, in effetti, e so che ne avresti cura.

              Però, vedi, non sono tutti come te. Molti si comportano con trascuratezza. Magari riportando per iscritto dialoghi che dovevano restare privati, magari pubblicando foto o facendo nomi.

              In ogni caso, a mia insaputa, e su un supporto permanente. E pubblico.

              Tu fai parte di questo network, contribuisci a farlo crescere e quindi sì, confribuisci a minare la mia riservatezza. Qui il tu non
              è più generico.

              Sopravviverò? Senza dubbio. Mi sembra giusto? No.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “No, Peucè, è una confessione sincera. Ma non è una buona ragione per insultarmi fino alla fine dei miei giorni. Anche nelle punizioni ci vuole misura!”

              D’accordo, lo farò solo per un annetto.
              O, se preferisci, per tutta la vita, ma solo una volta ogni tanto, con misura.
              😛

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “Per le foto: intanto io devo scoprire che circolano, poi chiunque ne può aver estratto copia, poi le richieste di danni sono lunghe e costose e incerte. Nel frattempo la mia riservatezza è già stata violata, e magari i danni arrecati sono già irreparabili.

              Ammetto di essere ingenuo.
              Ma nel momento in cui Facebook legittima de facto la pratica per cui Tizio, iscritto, posta le foto con Caio, che iscritto non è, catafottendosene del suo assenso, non dovrebbero essere i governi semplicemente a dire: “o implementi un software serio che nasconde le facce di quelli che non approvano esplicitamente la foto, come fa Google Street con le facce della gente per strada, oppure da noi sei fuori legge e fai le valigie”?

            • Roberto scrive:

              Z

              “In ogni caso, a mia insaputa, e su un supporto permanente. E pubblico.”

              insomma come si un qualsiasi blog, o mailing list….

            • Z. scrive:

              Certo Robè. Infatti le mailing list sono, com’è noto, pubblicamente visibili e leggibili da chiunque sul web.

              Inoltre, è noto che sui blog la gente mette quotidianamente online dati altrui, immagini incluse, con nomi e cognomi. Altrettanto facili e immediatI da reperire che le medesime informazioni su FB.

              Così noto che proprio non si capisce perché le imprese private si rivolgono a FB, anziché a chi gestisce blog e mailing list, per ricavare i dati degli utenti.

              Robè, dai ;P

            • roberto scrive:

              Z.
              “Certo Robè. Infatti le mailing list sono, com’è noto, pubblicamente visibili e leggibili da chiunque sul web.”

              se io ho una mailing list di 500 persone, la nozione di mailing list privata è quantomento meritevole di riflessione, non credi?
              d’altronde è noto che non tutte le pagine FB sono visibili da chiunque sul web. provare per credere, vai su FB, conosci il mio nome e cognome e vedi a quali contenuti puoi accedere

              “è noto che sui blog la gente mette quotidianamente online dati altrui, immagini incluse, con nomi e cognomi.”

              scusami ma è abbastanza noto.
              guarda i post di miguel, sono pieni di riferimenti a persone che immagino riconoscibilissime nel loro ambiente.
              immagino che sia molto più semplice identificare l’enzino sul quale ci siamo accapigliati tempo fa ed il suo proprietario di casa, o la cassiera del pennymarket piuttosto che il tizio seduto dietro di me durante una partita di basket insieme ad altre 15.000 persone, inquadrato per caso, non ti sembra?
              e miguel è persona notoriamente attenta alla privacy altrui, quindi figuriamoci quel che succede al di fuori del rassicurante mondo kelebekkiano

              “Così noto che proprio non si capisce perché le imprese private si rivolgono a FB, anziché a chi gestisce blog e mailing list, per ricavare i dati degli utenti.”

              come non si rivolgono ai blog?
              aggiornati dinosauro!
              https://www.aranzulla.it/come-guadagnare-con-un-blog-26858.html

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              guarda che non è così, perché il problema non è tanto la riconoscibilità in un contesto sociale condiviso e limitato: è verissimo quello che dici di Enzino, ma vale solo in Oltrarno e per qualche tempo. Nessun motore di nessuna multinazionale è in grado di identificare Enzino grazie a quello che scrive Miguel e di metterlo in un database.
              Invece il tizio seduto dietro di te alla partita di basket può benissimo venire riconosciuto tramite algoritmi. Il che apparentemente non comporta nessuna conseguenza, se non fosse per il fatto che poi, incrociando i dati su mille altri posti in cui il tizio è stato fotografato per caso da utenti di Facebook, Instagram e quant’altro, ricostruiscono autonomamente molti dei suoi spostamenti, ecc., compreso perfino magari il fatto che va a puttane o al sexy shop.
              E questi dati finiscono in reti di estensione mondiale e dureranno per chissà quanto, se non per sempre.
              Non è simpatico in effetti.

            • roberto scrive:

              Peucezio e Z,
              giusto con le informazioni che trovo sul blog di miguel arrivo a questa foto con tanto di vecchietto ripreso a comprare la frutta

              http://girlinflorence.com/2017/10/16/the-other-florence-le-cure/

              ora, che differenza c’è se io metto questa foto su un blog o se la metto sulla mia pagine FB (a parte che sulla mia pagina FB gli accessi sono limitati ad un numero preciso di persone?)

            • Z. scrive:

              Roberto,

              — se io ho una mailing list di 500 persone, la nozione di mailing list privata è quantomento meritevole di riflessione, non credi? —

              La stessa cosa di FB, insomma, dove quei contenuti sono accessibili a parecchi milioni di persone. Chissà perché vengono abitualmente profilati gli utenti FB e non i lettori di queste mailing list!

              — d’altronde è noto che non tutte le pagine FB sono visibili da chiunque sul web. provare per credere, vai su FB, conosci il mio nome e cognome e vedi a quali contenuti puoi accedere —

              Ah beh, se tu hai impostato estensivamente le opzioni privacy allora tutte le mie preoccupazione ipso facto cessano di avere senso 😀

              — scusami ma è abbastanza noto.
              guarda i post di miguel, sono pieni di riferimenti a persone che immagino riconoscibilissime nel loro ambiente. —

              Certo, il blog di Miguel ha lo stesso interesse per le società di FB. Quasi quasi non si capisce perché quei poveretti spendano i loro soldini per FB e non diano una lira a Miguel.

              — come non si rivolgono ai blog?
              aggiornati dinosauro! —

              Scusa, Robè, ma non capisco la tua presa di posizione.

              Vuoi davvero sostenere che il giro economico che ruota intorno a FB sia non dico analogo, ma anche solo lontanamente paragonabile a quello che ruota intorno a qualsiasi piattaforma di hosting per blog?

              Vuoi davvero sostenere che la mia, la nostra privacy è minacciata da qualche blog con qualche decina di utenti nella stessa misura in cui è minacciata da un network globale come FB dove l’utenza si misura (immagino) in miliardi di utenti?

              Addirittura vuoi sostenere che una mailing list è più o meno la stessa cosa?

              Ripeto, mi stupisce da parte tua, ma che dire, la pensiamo diversamente 🙂

            • Z. scrive:

              roberto,

              — ora, che differenza c’è se io metto questa foto su un blog o se la metto sulla mia pagine FB (a parte che sulla mia pagina FB gli accessi sono limitati ad un numero preciso di persone?) —

              Nessuna differenza. Anzi, come tu stesso sottolinei, FB protegge la nostra privacy mentre Miguel no.

              Le nostre sono tutte preoccupazioni ridicole e immotivate: com’è noto, una mailing list è molto più pericolosa per la riservatezza di quanto non lo sia FB, dato che tu non diffondi informazioni riservate e hai impostato in modo rigoroso le impostazioni privacy.

              Il fatto che ci sia un sacco di gente che non lo fa, e che pubblica informazioni visibili a chiunque in un ambiente che ha miliardi di accessi al giorno, è assolutamente irrilevante. Anzi, non so perché MZ si dia tanto da fare per rassicurare il pubblico: dev’essere uno sfaccendato che non ha niente da fare da mane a sera 😀

            • roberto scrive:

              “Scusa, Robè, ma non capisco la tua presa di posizione.”

              facciamo un esempio.
              il famoso tipo seduto dietro di me il 30 ottobre 2017 al TD garden che applaudiva i celtics sei tu.

              vorrei capire concretamente in che modo il fatto che io pubblichi su una pagina FB la tua foto
              (1) possa causarti un qualsiasi danno
              (2) possa causarti un danno maggiore rispetto al fatto di essere ripreso da TV, avere la stessa foto pubblicata su un giornale, o su un blog, o da qualsiasi altra parte

              ora ci sono ovviamente dei casi in cui la pubblicazione di una foto può causare un pregiudizio (ti fotografo con una birra in mano sul tuo scooter per una campagna contro l’alcol al volante), ma una pubblicazione del genere che sia fatta su FB o sul resto del carlino poco cambia.

            • roberto scrive:

              “che ha miliardi di accessi al giorno”

              ovviamente tutti i vietnamiti sono perennemente connessi a FB per cercare di capire chi è il famoso tizio seduto dietro di me, in modo da potergli offrire delle scarpe da basket tarocche….

              (dai non buttarla in caciara!)

            • Z. scrive:

              Robè, il problema non sono le foto di sconosciuti al palazzetto – a meno che tu non abbia un daspo, cosa che a voi biancoblù capita spesso, ma non è il mio caso 😛

              Il problema è la possibilità di pubblicare frasi e immagini cui attribuire nomi e cognomi. Elementi facilmente visibili da chiunque: molto più facilmente che in una mailing list, e in modo molto più “definitivo”.

              Girano più informazioni dettagliate su di me su FB che su questo blog: e sì che su FB non ci sono, e qui ci bazzico da una vita e ci bazzico spesso.

              Come tutti gli strumenti, dipende dall’uso che se ne fa, e l’uso che molti ne fanno è nocivo per i terzi. Anche MZ ne è consapevole.

              Poi non mi straccio certo i non troppi capelli che mi restano, e sono consapevole che ci sono BenAltri™ problemi, ci mancherebbe.

  9. Roberto scrive:

    Seconda domanda

    C’è qualcuno in grado di spiegarmi in modo semplice che dice varoufakis? L’ho riletto tre volte senza capire nulla
    🙁

    • Z. scrive:

      Controdomanda: non ti vergogni a confessare di aver letto, più di una volta poi, una frase di Kekkozzalonis? Di sabato sera poi? 😛

  10. Roberto scrive:

    Terza, più pallosa

    “finanza e la pubblicità non creano nuova ricchezza. Si limitano ad allocare o a distribuire la ricchezza esistente”

    Chi potrebbe sottoscrivere oggi questa cosa, vera *forse* (ma non credo) nel 1930, ma oggi????
    Se io invento la macchina ad energia solare, come la creo senza finanza e come la vendo senza pubblicità?

  11. Moi scrive:

    * Mi spiace … Lo chiedo prima, a ‘sto giro … temo che la risposta sia sì !*

    Sono in topic il branco de i/le/l*Millennials che _ monetizzando le pubblicità a tema dei canali e dei video _ si credono Imprenditori/trici/tr* nella cameretta adibita a Sala Conferenze della Youtube University … usufruendi di tutti ‘sti “sòscial” e tanti altri (tipo il “blablacar” …) ?

    Gente che se “non c’ è campo” [cit.], se lo smàrtfon* “non prende” … si sente menomata di vista, udito, encefalo e sistema nervoso centrale ? Gente che sguazza nella “merceolatria” nel senso più “da Giovine Marx” del termine ? … Quasi sicuramente ignorando perfino che Karl Marx sia esistito,cosa inimmaginabile negli Anni Settanta e Ottanta … che più o meno è la “datazione fossile” media di chi scrive qui 😉 ?

    *
    Donde “Fyborg” da F(unctionl) [C]yb(ernetic) Org(anism) …

    … Come fanno a essere Off Topic ?

  12. Roberto scrive:

    Qui una preghiera più che una domanda

    “Facebook rende i suoi utenti più tristi, più soli e più infelici”

    Correggete la frase mettendo “robeluxe a parte” dopo le parole “i suoi utenti”.
    In effetti non sono per nulla triste se con un clic posso raggiungere persone che stanno ad un oceano di distanza e alle quali voglio bene. Sono stato molto felice di ritrovare persone che per un motivi ideologici un altro pensavo di aver perso, e ai ritrovi telematici sono spesso seguiti ritrovi fisici. Quindi no, non sono né più solo ne più triste.
    Immagino di essere l’unico, ma la frase va corretta

  13. Roberto scrive:

    Giusto una piccola osservazione: clicco il link di authomatic earth per leggere in inglese e mi appaiono tre pubblicità di macchine di lusso (cosa che su Facebook no mi succede visto che è un settore che non mi interessa per niente) e di un sito che vende biancheria intima….

    • Z. scrive:

      Ora mi aspetto apologie della bufala come arma doverosa contro la dittatura renziana, massonica e compagnia berciante.

      Saranno numerate progressivamente, cone di consuetudine, a partire dalla numero 1/2017, e protocollate seduta stante.

      Lo sportello protocollo apologie è aperto, procedete al deposito 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sicuramente c’è di mezzo un gombloddoh che mette insieme Grillo, Salvini, Pootin e la Maga Magò. Oppure è una storia più complessa, che ti prego di riassumere visto che l’avevi predetta anni fa 😀

      • Z. scrive:

        Apologia della Buona Bufala (più precisamente nella sua variante “i grillini non raccontano bufale, se l’è inventato il piddì”) n. 1/2017 depositata e protocollata.

        Sono ammessi, come allegati, foto di Renzi mentre commemora Riina, Milosevic e Priebke. Contemporaneamente.

        STUNF!

        😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Al contrario, io sostengo che tu sei riuscito a raccontare una bufala (“ve l’avevo detto, io”) sostenendo che avevi previsto un inchiesta che dimostrerebbe l’esistenza di una rete segreta che unisce grillini, leghisti e putiniani volta a diramare bufale. Ma io credo che sia una bufala: non sei mai stato un complottaro e adesso ti spacci per tale solo perché ti piace millantare doti d’indovino 😀

          • Z. scrive:

            Nu.

            Io scrissi che le bufale sono una fattispecie a formazione progressiva, e hanno origine soprattutto in luoghi gialli e verdi.

            Come profezia non era perfetta. Putin non era previsto, nella profezia. Poi pare che la formazione sia meno progressiva di quanto pensassi.

            È stata invece confermata nella misura in cui affermava che si tratta di attività organizzate, non casuali (e direi anche non dissimili da quelle che hanno consegnato a Trump la presidenza).

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Organizzate da un complotto bufalaro controllato da Putin, Grillo e Salvini, che guarda caso salta fuori su un giornale liberal usano proprio nel momento in cui la paranoia complottista sui russi è ad uno dei suoi massimi storici tra i liberal USA?
              Ripeto, secondo me la faccenda è complicata.

            • Z. scrive:

              Insomma, pur di negare che Lega e grillini si organizzano attivamente con bufale quotidiane si arriva a negare i legami tra Trump e la Russia.

              E magari anche i legami tra le bufale sistematiche e l’elezione di Trump stesso.

              Chi osa sostenere le tesi di cui sopra, poveretto, è non è che un gombloddharo scemo.

              Io capisco l’odio per il PD, per carità, poi Renzi è obiettivamente odioso, però…

            • Z. scrive:

              E visto che esistono anche produttori di bufale non gialloverdi, aggiungo un’altra notizia per gombloddhari scemi come me:

              https://it.sputniknews.com/authors/chiesa_giulietto/

              Chi potrebbe mai sostenere, chessò, che un partito diretto da un tizio che lavora per una rete di propaganda del governo russo abbia legami col governo russo? tesi assurda, in effetti!

              Solo un povero scemo complottaro come me, che crede alle scie chimiche 😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Quindi i complotti esistono, ma solo se sono contro il PD? Interessante.

            • Francesco scrive:

              Quali legami tra Trump e la Russia, scusa?

              Grazie

            • Francesco scrive:

              Ah, naturalmente non c’è stata nessuna manovra per far fuori il povero Silvio illo tempore, lo spread era altissimo per pure ragioni economiche, estinte al momento delle sue dimissioni.

              E Lenin pagò il biglietto del treno che lo riportava in Russia, mi sa tanto.

            • Z. scrive:

              MT,

              ma qui il complotto è del PD. Figurati se la stessa persona smercia bufale per grillini e leghisti. E figurati se queste bufale possono avere un peso elettorale. Ma dai, è evidente che è tutto un complotto-bugia del PD!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Io non sto dicendo che sia falsa questa notizia: io dico che ridurla a “il PD ci difende dalle bufale” è la lettura peggiore che se ne possa fare.

              Per esempio, ammettiamo che ci sia effettivamente qualcuno che fabbrichi bufale contemporaneamente per i russi, Grillo e Salvini. Di sicuro non sarà qualcuno a libro paga di Grillo e Salvini, visto che non sono certo loro i soggetti più influenti del gruppo. E allora domandiamoci come mai ci sarebbe Putin dietro un complotto contro il PD.

              Ipotizziamo invece, al contrario, che la notizia sia falsa. La fonte dell’informazione è vicina a Palazzo Chigi, ma il giornale più liberal degli USA la coglie al volo e la diffonde in degli anni in cui ai russi viene attribuito qualsiasi tipo di complotto: pilotano le elezioni usane, fanno ribellare la Catalogna, destabilizzano l’UE, complottano contro Renzi…

              Che la notizia sia vera o falsa, non si sta parlando di Grillo e Salvini.

  14. Lucia scrive:

    Scusate questa è off topic ma mi piacerebbe avere il vostro parere:
    “Secondo il diritto internazionale umanitario, è legale per gli stati uccidere civili in guerra quando gli stessi civili non siano direttamente il bersaglio dell’attacco. Esistono comunque due limiti: che non si sia in presenza di “attacchi indiscriminati” e che il numero di civili uccisi non sia sproporzionato rispetto ai vantaggi militari ottenuti da quella operazione. Il risarcimento ai familiari dei civili uccisi in guerra, inoltre, è una questione ancora poco riconosciuta. L’idea è che costringere uno stato a risarcire le famiglie dei morti potrebbe ostacolare la capacità dello stesso stato di fare la guerra” (fonte: http://www.ilpost.it/2017/11/26/civili-uccisi-iraq-contati-esercito-americano/)
    Quindi ho capito bene, secondo il diritto internazionale è un problema fare sì che uno stato sia costretto/portato a contenere i danni di guerra nel paese nemico? Io credevo che il ragionamento fosse esattamente opposto!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Il diritto umanitario fondamentalmente è ciò che tutte le nazioni vagamente decenti condividono essere i limiti della guerra (anche se non li rispettano). Poiché le nazioni in generale sono tutte vagamente indecenti, non puoi sorprenderti che i limiti siano decisamente indecenti.
      Gli stati godono della libertà di guerreggiare e questa libertà conosce pochissimi limiti, che in genere riguardano il modo di guerreggiare, più che la guerra in quanto tale. Ma immaginiamo che lo Stato X attacchi Y, molto più povero: se Y fosse costretto a risarcire le vittime civili subite da X, sarebbe doppiamente beffato (è stato attaccato e non può difendersi se non vuole finanziare il proprio aggressore), quindi no, nessuno si sognerebbe mai di sancire un principio di diritto internazionale di questo tipo.
      Fa schifo? E’ vero, ma ricorda che tu sei oggetto e non soggetto di diritto per il diritto internazionale.

    • Francesco scrive:

      Scusa Lucia ma se faccio guerra è per provocare il massimo dei danni a te, non il contrario (tranne la Prussia contro l’Austria nel 1866). Sennò quando vinco?

      E temo che un certo ammontare di civili uccisi nelle operazioni militari sia considerato “inevitabile”, è già molto che sia considerato “brutto” mirare apposta a quelli o farlo solo per divertimento. Arrivare a risarcire i familiari dei nemici – una volta finita la guerra – sarebbe un gran bel passo avanti.

      Ciao

      • Lucia scrive:

        “Ma immaginiamo che lo Stato X attacchi Y, molto più povero: se Y fosse costretto a risarcire le vittime civili subite da X, sarebbe doppiamente beffato (è stato attaccato e non può difendersi se non vuole finanziare il proprio aggressore), quindi no, nessuno si sognerebbe mai di sancire un principio di diritto internazionale di questo tipo”. Questo ragionamento rassomiglia perfino a qualche idea di giustizia, grazie.

        Francesco, hai ragione nell’interpretare l’interesse degli stati o delle parti in guerra, ma la mia domanda verte sul diritto internazionale che, almeno dalla società delle nazioni in poi, si professa animato dal proposito di mantenere la pace o quantomeno contenere le azioni di guerra. Per questo il principio dichiarato di non voler ostacolare uno stato a fare la guerra da parte di organismi internazionali mi suona paradossale

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il diritto internazionale è consuetudinario: è diritto ciò che le nazioni considerano tale e non ciò che è imposto da un legislatore esterno.
          I trattati internazionali sono come contratti che vincolano solo i firmatari.
          Date queste premesse, non può che uscirne un diritto statocentrico, perché i soggetti consociati sono stati.

        • Z. scrive:

          Alle osservazioni di MT aggiungo che Roberto, non appena avrà finito di violare la mia privacy su Facebook, potrà certamente darti tutte le spiegazioni che desideri.

          Se non lo farà, minaccialo a mezzo alieni:

          http://www.estense.com/?p=493663

          😛

        • Francesco scrive:

          Credo sia una questione di riformismo: proibire o rendere impossibile la guerra è stato giudicato il meglio nemico del bene, per cui si è partiti da poco, che è molto meglio di quello che c’era prima.

          Spero si prosegua anche se la guerra è lo strumento con cui la politica internazionale prende le sue decisioni importanti, fino a oggi.

        • roberto scrive:

          Lucia,
          scusa ma sono troppo impegnato a postare sulla mia pagina FB foto di Z nudo (mi pagano 10 centesimi ad ogni like e Z è uno strafigo nel suo genere)

          per il resto non saprei cosa aggiungere a quanto detto da mauricius

    • Moi scrive:

      … dicevi, Habsburgicus, di cosa che in teoria sarebbe irrazionale ma ne abbiamo già viste tante di robe “impossibili” accadere ? 😉

  15. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=cKn8acLQeNg

    ne ha parlato anche “Volpe Novelle” 😉 …

  16. Francesco scrive:

    Mi associo all’appello di RL, perchè pure io non ho minimamente capito cosa ha detto il tipo greco.

    Sono indeciso su chi disonora più il titolo di economista, se lui o io, nel frattempo.

    Aiutatemi!

  17. Moi scrive:

    @ ZETA

    Allora, premesso che il Cielo è pieno di Scie Chimiche, che la Terra è contemporaneamente (!) Piatta&Cava nonché galleggiante su di un Oceano che pullula di “Sirene”, (ovvero l’ Homo Sapiens Aquaticus senza la “Tzelèm” degli “Elohim”
    quando fecero delle “Barà” all’ Homo Erectus 😉 nel “Gan-Eden” per l’ Esperimento “Adam-Afar” dopo aver tirato su 🙂 una diga (!) a colpi di “Ruach” che _ Bibbie che abbiamo in casa [cit.] alla mano … _ “albeggiava sulle Acque” 😉 … ) : PD e complotti: parliamone pure !

  18. Moi scrive:

    … Cui prodest ?

    Gli ex DS, se vogliono “Riprendersi il Partito”, Fassino e Bersani hanno seppur con fatica compreso che per “sgavagnarsi” Renzi e il Giglio Magico debbono mandare l’ attuale Dirigenza all’ Opposizione per almeno-almeno un Quinquennio Sabatico … anche per la Ricostruzione di una Credibilità per Avere Tradito Sé Stessi incessantemente come minimo dai tempi di Monti e la Fornero !

    … Io direi che un “Prodest”,che NON è un “Prodi” 😉 , inizia a profilarsi …. all’interno (!) del PD stesso !

    • Z. scrive:

      Al di là della retorica (“tradire se stessi” è carina, come frase, detta da un simpatizzante della Lega Ex Nord) è quello che stanno provando a fare, si direbbe. Temo però che sia un po’ tardi.

      Potevano pensarci prima, se ci tenevano al partito. Prima di Monti. Quando hanno deciso di non decidere niente per dieci anni, paralizzati dalla paura, consegnandoci prima a Monti (e a Fornero) e poi a Renzi e ai grillini. E a Salvini.

      Errani e Pisapia che vengono a Ravenna a discutere e io speravo che avrebbero discusso, in effetti. Invece hanno bisticciato come bambini.

      Per qualche settimana ho sperato in Barca, se non altro per il nome (nel senso di Luciano, non di Annibale o del quartiere). Poi si è suicidato con quella telefonata. Spero l’abbia fatto apposta – dal figlio di Luciano Barca me lo aspetterei – ma temo che invece gli sia proprio capitato per ingenuità.

      Moi, dimmi tu. Che faresti al posto mio? Non cosa non faresti: lì ho una lista lunghissima, quasi interminabile. Cosa faresti. Davvero, dico.

  19. Moi scrive:

    ** PD NEWS : Metodo Sperimentale ; Esperimento 1 **

    … sarà vero o una bufala che l’ Oca Gigia per antonomasia, Paola De Micheli, ha pestato delle boazze in materia di Terremotati ?

    http://www.huffingtonpost.it/2017/11/27/le-zone-del-sisma-si-stanno-riprendendo-de-micheli-si-esalta-alla-leopolda-i-terremotati-inferociti-bugie-qui-e-il-dopoguerra_a_23289188/

    “Le zone del sisma si stanno riprendendo”. De Micheli si esalta alla Leopolda, i terremotati inferociti: “Bugie, qui è il Dopoguerra”
    L’intervento della commissaria alla kermesse renziana fa infuriare gli abitanti delle aree colpite

  20. Moi scrive:

    ** PD NEWS : Metodo Sperimentale ; Esperimento 2 **

    … sarà vero o una bufala ?

    http://iltirreno.gelocal.it/regione/2017/11/27/news/il-treno-di-renzi-investe-e-uccide-una-donna-1.16170832

    Il treno di Renzi investe e uccide una donna

    ————————————————————————–

    http://www.affaritaliani.it/cronache/treno-renzi-uccide-una-donna-morta-anna-chiara-43-anni-511992.html

    Il treno di Renzi investe e uccide una donna

    • Peucezio scrive:

      Io però mica ho capito.
      La donna ha attraversato il passaggio a livello chiuso (o col semaforo rosso o quello che sia) oppure il passaggio del treno non era segnalato?

      Certo che c’è un segno del destino in queste fatalità.
      Quasi che anche il fato si accanisse contro un centro-sinistra in crisi.

  21. Moi scrive:

    Fo notare che in questo momento la versione di Repubblica NON è disponibile … ma dall’ url o come cazzo si dice si legge che si parlava genericamente di un “treno vuoto” … evidentemente NON vogliono sputtanarsi troppo come Renziani !

  22. Moi scrive:

    Donna travolta e uccisa dal treno del Pd

    http://www.lettera43.it/it/articoli/cronaca/2017/11/27/donna-travolta-e-uccisa-dal-treno-del-pd/215993/

    Tragico incidente alla stazione di Borghetto, a Civita Castellana. Una 43enne investita dal convoglio utilizzato da Matteo Renzi per attraversare l’Italia. A bordo non c’erano passeggeri.

  23. Moi scrive:

    …. e Del Rio, icché dice ?!

    Treno Renzi tragedia, la Lega: troppe anomali, Delrio deve chiarire
    le carte del treno Renzi sono in regola?

    Di Alberto Maggi

    http://www.affaritaliani.it/politica/treno-renzi-tragedia-la-lega-troppe-anomali-delrio-deve-chiarire-512016.html

    • Roberto scrive:

      Bella la chiosa finale “non intendo speculare sulla morte di una persona”

      • Z. scrive:

        Ecco Robè, questa è un’altro esempio degli effetti che i moderni media hanno su di noi.

        Non solo attentano alla nostra privacy, cosa per cui si può limitare in qualche modo il danno (o almeno provarci).

        Attentano anche alla nostra umanità, e lì ci si può fare poco.

        Si inizia con sberleffi tipo “ciaone”, e poi è tutta discesa.

      • Moi scrive:

        @ ROBERTO

        Almeno in Valtellina qualcosa di strano è accaduto [..]. Il ministro deve chiarire

        [cit.]

        • Roberto scrive:

          Scusa moi,
          Ma che c’è di strano?
          Un incidente drammatico con una poveretta che ci ha rimesso la pelle, e quindi?
          Mi sembra una triste notizia di cronaca locale e niente più…..

    • Francesco scrive:

      io non amo gli sciacalli, neppure quelli ipocriti

      mi fanno un tot schifo, a dirla tutta

  24. Moi scrive:

    A “sproposito di sbufale” 😉 :

    Mister Litro di Latte piace a chi ha tutto l’ interesse a danneggiare l’ Italia … ma il Piano Kalergi NON esiste !

    http://www.repubblica.it/economia/2017/11/27/news/moscovici_padoan_eurogruppo-182317241/

    • Francesco scrive:

      Considerando le qualità di Padoan, questo è un significativo indizio di complotto. Siamo vicini alla scelta di Ventura come CT della nazionale, per capirci.

      Riconosciuto che egli lui non ha qualità per quel ruolo, che senso ha proporlo come candidato?

  25. Moi scrive:

    @ ZETA

    su “LaBeppe” (seeeh …) Mentana ha censurato la notizia del Renzi Train …

    • Moi scrive:

      … e anche Lilli Gruber NON ne sta parlando !

    • Z. scrive:

      Ecco perché pressoché tutti i redattori di un certo rilievo del fatto lavorano abitualmente, ben pagati, come ospiti di LaBeppe. Ed ecco perché il FQ scrive articoli al miele su Cairo, l’editore puro.

      Vogliono tutti farci credere che sono grillini, invece sono renziani.

      Pure Travaglio.

      Miseriaccia, non ci si può fidare di nessuno 🙁

    • Francesco scrive:

      Moi

      MODE SERIO ON per un attimo

      secondo te quella è una notizia, tranne che per i familiari della vittima e le FFSS che devono capire come sia successo?

      MODE SERIO OFF

      • ruttone scrive:

        evidentemente renzi e l’apparato propagandistico del suo partito non vogliono che renzi paghi giustamente per la malefatta del suo treno

        io ho già il forcone e la fiaccola pronta, chi vuole unirsi?

  26. Z. scrive:

    MT,

    — Io non sto dicendo che sia falsa questa notizia: io dico che ridurla a “il PD ci difende dalle bufale” è la lettura peggiore che se ne possa fare. —

    Aspetta, andiamo con ordine!

    Anzitutto, che il PD – o che lo stesso Renzi, di persona personalmente – “ci difende dalle bufale” immagino sia una lettura fatta da Renzi medesimo. Non ho seguito la Leopolda ma non mi stupirebbe, diciamo; comunque non è quella che ha dato né il NYT né la stampa italiana che ha seguito i fatti, mi sembra.

    Che leghisti e grillini le impieghino in modo consapevole, organizzato, professionale e sistematico contro il PD è altra tesi e ormai credo che sia difficile da contestare. Che questa attività non sia nell’interesse del Paese, invece, non è un dato di fatto ma solo quello che penso io.

    Invece, a differenza del parlamentare ex grillino, non sono entrato nel merito dei rapporti coi russi, infatti. Mi stupirei molto se qualcuno mi raccontasse che il governo russo (o americano) non si attiva per tutelare i propri interessi in Italia, anche a livello di comunicazione – non si chiama “complotto”, si chiama propaganda, e sappiamo entrambi che i canali di propaganda non ufficiali sono almeno altrettanto importanti di quelli ufficiali.

    Ma non so se, né eventualmente in che misura, c’entri il governo russo con l’attivismo bufalaro professionale gialloverde.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Se la notizia del NYT è vera, ci sono grillini, leghisti e filorussi tutti insieme dentro la centrale delle bufale. O, meglio, la centrale delle bufale partoriva bufale di questi tre colori diramandole sui “canali specializzati”.
      Quindi non è una roba gialloverde, ma un po’ più estesa.

      Se la notizia del NYT è vera.

      • Francesco scrive:

        allora, ripetete come me il mantra “propaganda, propaganda, propaganda”, inspirate, pausa, espirate, pausa, inspirate, pausa, espirate

        poi incartate il pesce e andatevene allo stadio a vedere la partita

        ciao

        • Z. scrive:

          Sono un po’ troppo vecchio per fare l’ultras, Francè. Sono anche vigliacco e tengo famiglia. Poi Torino è parecchio in là…

          Mi autorizzi a guardarla in TV?

          • Francesco scrive:

            ma va bene anche la partita dei bambini al parco! aria aperta, spazi aperti, mente sgombra, ma passa la palla a quello che è libero! e la vita ritorna concreta e vera

            ciao

  27. Peucezio scrive:

    Certo che il livello di manipolazione dei mass media non conosce limiti di decenza.
    Sembra che il soft power l’abbiano inventato i russi (chissà perché chiamandolo in inglese…).
    Le rivoluzioni colorate se le sono fatte da soli?
    Le primavere arabe le ha fatte Di Battista?
    Ora che ci penso, lui no, ma Grillo anagraficamente potrebbe aver fatto uccidere Allende e mandato al potere Pinochet… Però lì era un power un po’ meno soft. Si vede che americani e piddini sono allergici alla vaselina.

    • Z. scrive:

      E chi dice che il “soft power”, qualsiasi cosa sia, lo avrebbero inventato i russi?

      Vi invidio, voialtri neopresocratici. Siete in grado di partire per la tangente e bum, senza freni, senza catene, a guisa del falco di Grignani 🙂

  28. Peucezio scrive:

    Un bel Carrai senza peli sulla lingua:

    https://www.maurizioblondet.it/la-stampa-scopre-le-fake-news-russe-quelle-del-new-york-times-renzi/

    “C’è davvero un’emergenza fake news?
    «Assolutamente sì, in Italia e nel mondo. Un tempo l’informazione era verticale, garantita da una auctoritas e divulgata solo dai quotidiani. Ad esempio, per le informazioni sull’economia l’Istat e la Banca centrale erano il riferimento autorevole. Oggi invece grazie ai social, l’informazione è diventata orizzontale: si autoalimenta e per i follower diventa vero solo ciò che è virale. Capisce che questo può dare forza e palcoscenico agli istinti più distruttivi delle persone».”

    Quando in Russia c’era solo la Pravda, redatta direttamente dai funzionari del Partito, loro erano con la Russia (e anche al suo soldo), ora i loro eredi vogliono lo stesso modello d’informazione, purché sia con marchio a stelle e strisce.

    • Z. scrive:

      Ah, quindi Carrai sarebbe l’erede di Togliatti!

      Ribadisco: è bello essere neopresocratici. Il mondo è piatto, semplice, lineare 😀

      • Peucezio scrive:

        Ognuno ha gli eredi che si merita 🙂

        • Z. scrive:

          Sì, specie quando li decidi tu unilateralmente, in base all’autorevole principio “perché sì” 😀

          • Peucezio scrive:

            Io non decido nulla.
            Non parlo nemmeno di eredità ideale, ma di eredità fattuale, giuridica, strutturale, umana.
            Non è che il fatto di cambiare nome trasformi di per sé una cosa: a ogni cambiamento di nome non c’è stato mai nessun vero ricambio di classe dirigente: queste sono avvenute solo per ragioni anagrafiche sommate alla fisiologica dinamica interna di un partito.

            Se fossero state persone serie, caduto il muro dovevano scogliere il partito e tutti, fino all’ultimo iscritto della più marginale sezione di provincia, smettere definitivamente di occuparsi di politica.
            Oppure avere il coraggio di definirsi ancora comunisti malgrado tutto, ma sul serio, proponendo il marixsmo-leninismo ortodosso, la dittatura del proletariato, l’abolizione della proprietà privata, ecc., non come quei vari buffoni di Cossutta, Garavini, Bertinotti, ecc.

            • Francesco scrive:

              mi sarei accontentato di una seria svolta socialdemocratica, con vera autocritica sul passato comunista e un programma chiaro e rinnovato

              per non parlare dello scioglimento dei corpi di occupazione dello Stato, che senza prospettiva rivoluzionaria non avevano più senso

            • Peucezio scrive:

              Chi nasce tondo, non può morire quadrato.

              Il capitalismo predatorio era nei geni dei marxisti fin dalle origini (basta leggere l’esaltazione che ne fa Marx, sia pure con la scusa che avrebbe preluso all’instaurazione della società comunista).
              La socialdemocrazia no. Infatti, quando in Italia si è manifestata, con Craxi e il PSI, le hanno dichiarato guerra come al loro peggiore nemico (mentre con la DC ci andavano tutto sommato d’accordo, perché la DC, per definizione, è tutto e il contrario di tutto, quindi può trovarci appigli chiunque).

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              tieni conto che tu hai tirato in ballo un concetto chiave, qual è quello di socialdemocrazia.
              la socialdemocrazia infatti sarebbe o dovrebbe essere l’unico modo normale di funzionare di una società di tipo capitalista contemporaneo dal volto umano, visto che tempera la libera iniziativa economica con la redistribuzione e lo stato sociale.
              Ma la sinistra italiana è avversa alle cose normali, perché ragiona in termini di potere: prima era il dispostismo sovietico, ora è l’arbitrio del capitalismo finanziario; la mediazione e il riequilibrio non c’è mai.
              La DC invece era pura mediazione, la composizione universale degli interessi, compresi quelli non componibili, quindi a suo modo funzionava, ma imbarcava anche cose mostruose.
              In modi molto diversi e con alterni successi, a me pare che il fascismo prima, il socialismo craxiano poi e infine il berlusconismo abbiano cercato proprio questo riequilibrio, questa mediazione. E come ogni posizione che difende interessi reali contro visioni totalizzanti e ideologiche, sono stati abbattuti da chi si riconosceva in queste ultime.
              In fondo è una guerra fra realisti e fanatici.

            • Z. scrive:

              Al netto delle imbarazzanti bizzarrie da blog – quella del povero Craxi perseguitato dal ferino Berlinguer è gustosa, quasi quanto quella di Carrai dichiarato erede di Gramsci – il rapporto tra il PCI e la socialdemocrazia è tema interessante.

              Non foss’altro per il lagnoso senso di inferiorità che il PCI continua a generare dopo trent’anni negli avversari politici, speculare all’intramontabile senso di colpa degli ex-PCI per la svolta ultratardiva.

              Vi ho mai raccontato la storia dei due giornalisti americani a Bologna? A Peucezio credo proprio di non averne mai parlato

            • Peucezio scrive:

              Racconta.

            • Peucezio scrive:

              Per inciso, il PCI mica era solo Berlinguer.
              Era un elefantiaco partito, erano intellettuali, artisti, ecc., ecc., ma, soprattutto, ben dopo la morte di Berlinguer, è stata una certa magistratura, Repubblica e molta parte della stampa, ecc.
              E’ vero che c’è stata una fase in cui a Milano (io c’ero e lo ricordo bene) il PSI era onnipresente e onnipervasivo: chi potrebbe negarlo?
              Ma poi si è visto com’è finita.

            • Peucezio scrive:

              Certo che tu a Bologna quanto puoi aver sentito lo strapotere socialista contro i poveri comunisti ormai passati di moda?

              Comunque sentiamo la storia dei due giornalisti americani…

            • Francesco scrive:

              Ah, adesso Craxi non è stato perseguitato e fatto fuori? e come sta lo Zar? e Giulio Cesare, tutto bene con quell’accenno di artrite?

              Non fosse che è roba vecchia, ci sarebbe da litigare

              🙂

            • Z. scrive:

              E Lutring, poveretto, ne parliamo? E il povero Vallanzasca, allora? E Poggiolini?

              Che vuoi farci, erano tempi ingiusti…

            • Francesco scrive:

              CVD

              il compagno Z, se gli tiri fuori gli scheletrini dall’armadio, si incazza di brutto

              e poi ti danno del liberale di destra!

              😀

              PS a meno che anche Enrico lo fosse, come il suo aspetto indicherebbe

            • Z. scrive:

              Ma come, ti ho dato ragione!

              Erano brutti tempi, e anche Riina denunciò di essere vittima di un complotto giudiziario di Violante, Caselli e Arlacchi. Era il 1993. Ricordi?

              Ma il complotto che mi ha addolorato di più è stato quello contro Moggi, come puoi immaginare… in B ci hanno mandato! 😀

              Detto questo, con Peucezio ci si riferiva agli anni Settanta.

            • Francesco scrive:

              carissimo tovarish Z,

              il fatto che molti farabutti lamentino complotti contro di loro, non esclude che alcuni siano davvero stati incastrati.

              nei tardi anni ’70 il PSI di Craxi era l’unica forza politica “progressista”, che spingeva per un cambiamento in una società che iniziava ad andare in gangrena. mentre PCI e DC erano completamente privi della capacità di immaginare un mondo diverso da quello che avevano costruito e in cui campavano tanto bene.

              alla fine, il problema della politica italiana è che tutti i “cambiatori” decidono presto che la cosa migliore da fare è accomodarsi al banchetto dei vecchi da cambiare, dimenticando presto che il tavolo sta cadendo a pezzi.

              faccio eccezione per i 5 stelle: questi sembrano scemi e basta.

              ma posso sbagliarmi, mi capita così spesso

              ciao

            • Z. scrive:

              Francesco,

              — carissimo tovarish Z —

              Privet!

              — il fatto che molti farabutti lamentino complotti contro di loro, non esclude che alcuni siano davvero stati incastrati. —

              Per questo la Boschi e la Boldrini sono andate al funerale di Riina, no? mica crederai a chi dice che era una bufala, gli sbufalatori sono pagati dal piddì!

              — nei tardi anni ’70 il PSI di Craxi era l’unica forza politica “progressista”, che spingeva per un cambiamento in una società che iniziava ad andare in gangrena. mentre PCI e DC erano completamente privi della capacità di immaginare un mondo diverso da quello che avevano costruito e in cui campavano tanto bene. —

              Nel nuovo corso di Craxi molti riposero speranze. Doveva essere ispirato alla rivoluzione portoghese, al superamento della legislazione dell’emergenza terrorismo, ad una nuova prospettiva di diritti civili diffusi. Da poco il PSI aveva vinto il referendum sul divorzio, del resto, e il manifesto socialista dell’epoca è il mio preferito della storia repubblicana:

              http://contents.internazionale.it/wp-content/uploads/2013/01/Immagine-11.png

              Invece consistette a conti fatti non solo nel boom della corruzione più sfrenata, ma anche nella moltiplicazione a dismisura del debito pubblico.

              Due problemi che già non erano alieni alla DC, e che con Craxi arrivarono alle estreme conseguenze proprio quando il comunismo aveva finalmente deciso di morire già putrefatto.

              Il potere corrompe chi non sa farne uso misurato, e così oggi Craxi viene osannato dai corrotti e dai cleptocrati. Che di certo non approvavano la sua amicizia con Allende, la sua difesa della sovranità nazionale, le sue parole a difesa del popolo palestinese.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “Che di certo non approvavano la sua amicizia con Allende, la sua difesa della sovranità nazionale, le sue parole a difesa del popolo palestinese.”

              Io invece lo approvavo proprio per questi motivi (a parte Allende, di cui non sapevo e non mi frega granché).
              In ogni caso non capisco come non ti entra in testa che i politici vanno giudicati per i loro risultati politici e usare il codice penale con i politici è idiota e immorale, perché è ovvio che nasconde una forma di processo politico, indipendentemente dalle intenzioni del singolo magistrato, che, anche quando in buona fede, senza che nemmeno se ne renda conto, è incoraggiato e fomentato da un clima.
              Solo qualche anno prima il processo a Craxi sarebbe stato semplicemente impensabile, eppure i reati li aveva già in gran parte commessi.

            • Francesco scrive:

              Z è più alieno da me degli Dei oscuri di Chtulu. Persino il suo Craxi è tanto disgustoso quanto lontanissimo dal mio Craxi.

              Diventa persino una cosa interessante, leggerlo dopo averlo provocato.

              Ohi non fraintendete: dopo la lettura, la forca, Che rimane il Male incarnato in quanto neo-comunista. 🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Da poco il PSI aveva vinto il referendum sul divorzio, del resto, e il manifesto socialista dell’epoca è il mio preferito della storia repubblicana:

              Strano che fosse per il NO e non per l’andare al mare 😀

            • Francesco scrive:

              che manifesto miserabile! degno del FQ

            • Z. scrive:

              Peucezio,
              se la tua idea è che un politico dovrebbe essere ipso iure legibus solutus, beh, considerami pure “idiota” e “immorale”! In ogni caso, le opinioni che ho espresso su Craxi, come hai notato, sono di natura politica.

              Francesco,
              in effetti, Craxi portava avanti idee molto distanti dalle tue. L’unica cosa che vi avvicina è la passione per la cleptocrazia, ma almeno lui aveva la scusa dell’età non più implume e del potere che abbaglia 😛

              MT,
              conta che Craxi all’epoca non era ancora segretario…

            • Francesco scrive:

              Veramente io e Craxi avevamo in comune

              1) la passione per il basket
              2) il presidenzialismo
              3) il desiderio di demolire gli equilibri di potere dell’Italia anni ’60 e ’70

              Solo che io sono molto più radicale di lui, non avendo la quota PSI da salvare

              Quella della cleptocrazia è una fake news, ‘na strunzata in italiano

  29. Moi scrive:

    Ma la stampa contro le Féichniùss 😉 … continuerà a parlare di lucciole (prostitute di strada), bionde (sigarette), morsa del gelo, caldi Africani, gli zerozerosette (servizi segreti) eccetera ?!

    • Francesco scrive:

      Moi, la polemica contro le feiknius serve solo a censurare le fn degli altri e ad avere più spazio per le proprie, in un mondo che ha perso la categoria basilare della “bugia” e anche quella della “cazzata sesquipedale”

      Le fesserie inutili – come quelle che citi tu – andranno sempre benissimo, non disturbano nessuno, per cui dei pompini della Rodridguez jr sarai sempre informato con dovizia di particolari

      Cuntent?

      • Peucezio scrive:

        Francesco,
        “Moi, la polemica contro le feiknius serve solo a censurare le fn degli altri e ad avere più spazio per le proprie, in un mondo che ha perso la categoria basilare della “bugia” e anche quella della “cazzata sesquipedale””

        Pienamente d’accordo.

        • Z. scrive:

          Pienamente in disaccordo. Il problema è reale ed è sotto gli occhi di chiunque non creda alle scie chimiche o, peggio, agli antivax.

          Il fatto che venga strumentalizzato ci rammenta vieppiù (e ho detto vieppiù!) che esiste ed è serio.

          Senza dubbio Salvini racconta maree di storielle in materia di immigrazione, e molti sprovveduti ci cascano. Ma sarebbe difficile negare che l’immigrazione sia una questione enorme nel mondo in cui viviamo. Se non lo fosse, non ci si vincerebbero le elezioni.

          • Moi scrive:

            … NON mi pare che la Boldrini sia la Bocca della Verità e dell’ Imparzialità !

          • Peucezio scrive:

            Non ho capito che c’entra Salvini e l’immigrazione, ma comunque, restando sul tema, bisognerebbe distinguere due questioni:

            – la libera possibilità in rete di pubblicare qualsiasi cosa, dalla Verità Ultima sull’Universo, ammesso che qualcuno ce l’abbia, a dottissimi trattati, alla prima cazzata che mi salta in mente a ogni genere di volgarità e bestialità. E la libera possibilità per chiunque di leggere ognuna di queste cose.

            – La diffusione negli ultimi anni di un pensiero “alternativo”, “complottista”, “antiscientista”, “iperparanoico” o comunque lo si voglia chiamare.

            Porre il primo problema è semplicemente ridicolo: è ovvio che sulla rete si può scrivere qualunque cazzata e qualsiasi persona sopra i cinque anni, anche ipodotata, sa benissimo che è così e che proprio per questo l’informazione letta sul sito X va presa alla stessa stregua della prima cazzata che dice l’ubriacone del bar sotto casa, ammenoché non si tratti di un sito con un’autorevolezza riconosciuta.
            Internet è come un muro pieno di graffiti, dove puoi trovare scritto da “comunisti nelle camere a gas” a “fascisti a morte” a “Jessica, ti amo” (tanto per mettere il nome esotico-cozzalo), a “Inter merda”.
            Quello che semmai è grave è che il giornalismo mistifichi, inventi, sia approssimativo, cialtrone, spari cazzate a raffica, perché malgrado tutto a quello molte persone ingenue un minimo di autorevolezza la accordano ancora.

            La seconda questione, qualunque cosa ne si pensi, è più seria, ha un suo interesse sociologico e posso capire che per qualcuno (non per me) sia fonte di preoccupazione.
            Ma non la si può collegare alla prima nel senso di dire: è colpa della libertò di Internet se la gente diventa complottista o antivaccinista.
            Perché sarebbe come dire che la democrazia non va bene perché si può votare Salvini/Grillo/Casapund/i marxisti-leninisti o che la libertà di parola o di stampa è pericolosa, perché poi vengono pubblicati i libri dei che sostengono ciò che non mi piace.
            Ritengo, per dire, la teoria cazara o le teorie di Alinei delle colossali castronerie. Ma guai se non si potessero pubblicare. Semmai il filtro devono essere il tipo di case editrici e di collane, il referaggio, ecc.
            E trovo molto più grave che Alinei venga pubblicato da Einaudi, che non il fatto che ci siano i siti web degli antivaccinisti, perché sarebbe come se gli antivaccinisti o quelli della Terra piatta pubblicassero sulle riviste scientifiche serie.

            • Francesco scrive:

              >> qualsiasi persona sopra i cinque anni, anche ipodotata, sa benissimo che è così

              temo questo sia un caso di infondato ottimismo liberale

              è pieno di coglioni che credono a qualsiasi cosa

              e non vedo rimedio, almeno nel breve periodo

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              “è pieno di coglioni che credono a qualsiasi cosa”

              Vabbè, ma quelli tanto non li tuteli comunque: passa il primo coglione (un po’ meno coglione di loro) e li convince di qualunque cosa o, pegglio, a fare qualunque cosa.

            • Francesco scrive:

              secondo me quei coglioni lì sarebbero tutelati da analfabetismo, censura e necessità di contatto diretto

              alla fine gli unici a fregarli sarebbero i commercianti del loro paese, credo con moderazione

          • Francesco scrive:

            Z

            QUALE problema? l’uso delle bugie nelle propaganda politica? perchè questo è quello che intendo io nella menata sulle fake news.

            che alle mie orecchie suona come “le sue bugie sono più credute delle mie e quindi voglio zittirle”

            perchè se intendi dire che ci sono anche problemi reali e gravi, sono d’accordo con te

            ciao

  30. Moi scrive:

    Fatto incontestabile gli è che Repubblica ancora censura la morte sotto al Treno Renziano di Anna Chiara Nobili, Mentana e la Gruber l’ hanno taciuta sulla presunta “LaBeppe” … perciò ne stanno parlando coralmente i Media “minori”; ebbene: sospetto che se fosse stato un Treno Grillino o un Treno Salviniano, le cose starebbero esattamente all’ opposto !

  31. Moi scrive:

    Repubblica prima aveva pubblicato la notizia parlando di “treno vuoto” [sic], poi la notizia è sparita subito (link già messo … io ho questo brutto vizio: documento le cose !) … e ancora non c’è un cazzo: appena scritto “treno” nel motore di ricerca interno al sito on-line di Repubblica !

  32. Moi scrive:

    fra un quarto d’ora arrriva Mentana, poi arriva la Gruber a ruota … ne parleranno, stavolta ? Mi farebbe piacere di sì, ma temo di no.

  33. Moi scrive:

    Cmq … ecco di che pasta sono fatti i sedicenti Sbufalatori :

    http://www.butac.it/travolta-uccisa-dal-treno-del-pd/

    … da bravi Bimbi MinKia Over Grown, si danno al “Click Bait” !

    • Moi scrive:

      poi per elemosinare finanziamenti usano come unità monetaria il caffè … classicissima tecnica da televendita novecentesca urlata sulle tv locali !

  34. Z. scrive:

    Peucezio,

    — Racconta —

    E’ una storia a cui non mi sarei interessato così, probabilmente, se leggendovi per anni non avessi appreso l’importanza dell’immaginario.

    Negli anni Cinquanta, due giornalisti americani furono inviati a Bologna per vedere l’unica città occidentale di dimensioni rilevanti dove governava un forte partito comunista, vittorioso ad elezioni libere e democratiche.

    Chissà cosa si aspettavano di trovare: immagino un po’ di Stalin, un po’ di Mao, un po’ di terzo mondo e tanta miseria, o forse tutte queste cose assieme.

    Invece trovarono una città ben condotta con ospedali teatri e cinematografi, operai i cui figli studiavano all’Università, buona borghesia ben pasciuta che con l’amministrazione rossa andava d’accordo, casa e lavoro dignitosi per i cittadini.

    Bello, dissero, ma dove sarebbe questo famoso comunismo italiano? qua di comunismo non c’è neanche l’ombra.

    I compagni sorridevano. Li immagino sorridere bonariamente, e magari un po’ con aria di superiorità nemmeno troppo ingiustificata: cari americani, venite a Bologna a insegnarci cos’è il comunismo? a noi? imparate la lezione, perché questo è il vero comunismo.

    Ora, io non so se esista il “vero comunismo”, e sospetto fortemente di no. Ma se esiste, se è esistito, con la Bologna degli anni Cinquanta non c’entra né c’entrava granché. Secondo me avevano ragione i giornalisti yanqui: il vero comunismo, se ce n’era uno, era precisamente quello di Lenin, inevitabilmente destinato a evolversi (o a degenerare) in Stalin, in Pol Pot. Il nostro “comunismo”, quello felsineo, del comunismo non indossava che veste esteriore.

    Quello che in altri Paesi europei si chiamava con vari nomi, ad es. socialismo democratico, nella mia regione e più estensivamente nel mio Paese andava pressoché esclusivamente sotto il nome di “comunismo”. I socialisti in Italia erano un partito ondivago, senza una decisione e una direzione precisa, destinato ad essere attratto ora nell’orbita PCI ora in quella DC.

    Quando il modello sovietico iniziò a manifestare apertamente a tutti i suoi guasti – diciamo dalla Primavera di Praga in avanti – il PCI se ne distanziò sempre più, fino ad abbracciare espressamente la NATO. Ma non sentì l’esigenza di uno strappo chiaro e netto: il vero comunismo era il nostro. Si poteva condannare il militarismo sovietico, abbracciare la NATO ed essere buoni amici del popolo americano anche così, magari escogitando il viatico piuttosto fumoso dell’ “eurocomunismo”.

    Così il principale partito italiano di popolo e di massa continuò a presentarsi come comunista, ad attirare diffidenza e ostilità non solo da parte degli Stati Uniti ma anche da parte del Regno Unito, e forse non solo da parte loro. E del resto, perché cambiare? Al PCI non era permesso accostarsi al governo nazionale, vero, ma valeva la pena rinunciare a quei colori, a quei simboli, a quelle parole d’ordine e rischiare un salto nel buio?

    Così il salto nel buio arrivò con uno spintone, con due decenni almeno di ritardo.

    • Moi scrive:

      … ne parlò anche RaiStoria !

    • Peucezio scrive:

      Z.,
      grazie, non conoscevo l’episodio.
      In generale la tua mi pare una buona sintesi storica.
      Ci fosse oggi un comunismo così, efficientista, portato a creare una certa giustizia sociale e nello stesso tempo abbastanza conservatore sul costume (sì, erano anticlericali, ma in fondo mica hanno chiuso le chiese o impedite alla gente di andarci), lo voterei subito!

      Io credo esista una sorta di carsismo: la radice rivoluzionaria e nichilista del marxismo, che io vedo come la cifra originaria, riemerge periodicamente e oggi prevale quella nei post-marxisti, che, se non fosse per la loro storia, sarebbero quasi identici ai liberal americani.

      Lo stesso vale per il fascismo: l’anima progressiva, giacobina, rivoluzionaria, perdente col cosiddetto fascismo regime, riemerge, attraverso certi aspetti della RSI, nell’MSI, filoatlantista e filoisraeliano, in una parola “occidentale” (per il Mussolini del 1940 l’Occidente era il nemico) e trionfa con Fini.

      Ma lo stesso si può dire del cristianesimo delle origini, che, istituzionalizzatosi con Costantino, riemerge con Lutero e poi con i neo-luterani (marxisti) del concilio e del post-concilio.

    • habsburgicus scrive:

      ottima analisi Z !

      permettimi però di aggiungere che, se nel 1948 foste andati al potere giocoforza, e forse contro il vostro volere, la pressione di Mosca vi avrebbe costretto ad adottare il modello sovietico ed il “comunismo” (fra virgolette) italiano sarebbe divenuto comunismo (senza virgolette)..e la grassa Bologna sarebbe stata la prima a rimetterci, ridotta in breve a miserrima città di tipo balcanica 😀 è probabile (facciamo ucronie su ucronie :D) che il PCI sarebbe stato purgato a ripetizione poiché il Cremlino (che non si fidava neppure di Gomulka !) mai avrebbe potuto fidarsi di “comunisti” all’italiana, se non di pochi duri e puri, aventi una sola divinità Marx e un solo Profeta Lenin-Stalin [shahada bolscevica 😀 da recitare in russo :D] gente dura, crudele e fanatica tipo Vittorio Vidali, Pietro Moranino e Pietro Secchia (guarda caso nessuno di questi era emiliano !), prototipo dei trinariciuti di guareschiana memoria..pure Togliatti probabilmente, a suo tempo, sarebbe stato purgato, o almeno il Cremlino ci avrebbe provato..visto che Ercoli fesso non era, magari poteva titizzarsi (eh sì, facciamo un’ulteriore ucronia !) e allora sì che il comunismo avrebbe provato a tornato “comunismo” in salsa emiliano-romagnola, ammesso fosse ancora possibile 😀
      ah, mi ricordi che nel 1945 ci fu Jalta e che l’Italia era in sfera Ovest ? e che dunque tutto ciò era impossibile per dfinizione ? 😀 [a parte che Cuba era pure entro la sfera della sacrosanta dottrina monroica, altro che Jalta !, eppure fu comunistizzata :D, dunque Jalta poteva essere violata da uno con gli attributi, essendo gli americani notoriamente molto fessi :D]
      chiedo venia, mica ci avevo pensato 😀

      • Francesco scrive:

        bella l’idea di un’Italia titina!

        previsto lo sterminio di tutti i comunisti filo-sovietici? un bagno di sangue allora

        e per compensazione chi ammazzare a destra? monarchici? repubblichini? cattolici? i 4 gatti liberali?

        e per l’economia? sistema fallimentar-socialista come in Jugo?

      • Z. scrive:

        Habs,

        l’Italia del 1948 era quasi uno stato satellite americano, e di là c’era Stalin. Quelle elezioni bisognava perderle senza meno, e così tutte le elezioni nazionali fino al 1991.

        Berlinguer credeva di scongiurare il rischio cileno alleandosi con la DC, e vista oggi la cosa fa specie. Se l’ipotesi di golpe era stata sempre scartata da UK e USA era invece per la convinzione che la DC sarebbe riuscita a tenere il PCI all’opposizione.

        Ancora a metà anni 80, il segretario di Stato di Reagan fu chiaro: nei Paesi NATO niente comunisti al governo. Riga.

        Figurarsi negli anni Quaranta.

        Stalin, oltre tutto, dubito che avrebbe mosso un dito per aiutare i comunisti italiani. Quando Togliatti per miracolo non rimase ucciso, si limitò a due righe di biasimo (verso i compagni).

        • Francesco scrive:

          1) mica ci siamo nati “paese della NATO”, con Togliatti, Pertini e Nenni mica lo saremmo diventati
          2) i confini di Yalta non li passò nessuno, fino al 1989. mica per nulla Reagan è ancora ben ricordato
          3) infatti facciamo l’ipotesi “terza via” titina, non quella del subitaneo allineamento a Mosca. credo ci sarebbe valsa una guerra civile alla greca … non so con che esiti nel medio periodo, forse positivi?

          • Z. scrive:

            1) nel 1943 non so, nel 1944 già le cose erano cambiate, nel 1948 non c’erano dubbi;
            2) credo che tu abbia ragione. Nonostante lo sfaldamento dell’area britannica la partizione ha retto. I meriti di RR in questo non mi sono chiari;
            3) mah… L’Italia dipendeva troppo dagli Stati Uniti, dell’apparato fascista si era conservato tutto il conservabile (e un pochino di inconservabile), Tito non era particolarmente popolare all’epoca…

            • Z. scrive:

              …e soprattutto, ma quello si era già detto, il PCI aveva già accettato la summa divisio nel 1944.

              Cosa meno nota, nella base del PCI l’URSS non era significativamente più popolare degli Stati Uniti (e nella base del PSI lo era molto meno).

            • Francesco scrive:

              cosa molto poco nota ai giornalisti dell’UNITA’, oltre che a me

              anzi, direi un vero segreto di famiglia

              😀

            • Z. scrive:

              Se non ricordo male fu un sondaggio della prima metà degli anni Cinquanta.

              Ad una domanda tipo “secondo Lei i lavoratori stanno meglio negli USA o nell’URSS?” nel PSI la prima risposta vinceva nettamente, nel PCI grosso modo si equivalevano.

            • Francesco scrive:

              Cerca meglio e dettagliami.

              Se hai ragione, vado a vandalizzare un pò di tombe di politici e preti della DC.

              GRR

  35. Moi scrive:

    La stazione non ha un sottopasso e l’unico modo per passare da un binario all’altro (due in tutto) è un attraversamento sopra i binari – sottolinea Totaro -. Perché Trenitalia non ne ha dato comunicazione? Forse perché il treno coinvolto pare sia quello noleggiato da Renzi e dal Partito democratico?

    [cit.]

    ……………………..

    http://www.tusciaweb.eu/2017/11/travolta-uccisa-dal-treno-renzi-limpianto-acustico-illuminazione-funzionava/

  36. Moi scrive:

    Chicco nisba … vediamo la Lilli !

    • Moi scrive:

      dalla Lilli ha monopolizzato la puntata D’Alema, tutto anti-Renzi … con chiusa Kalergica e Laude dei Millennials ! 😉

  37. Moi scrive:

    METODO TARVISII

    Bianchisti vietano al Negretto Solidale di sfilare alla testa del corteo assieme a loro :

    https://video.repubblica.it/edizione/roma/roma-lite-al-corteo-di-non-una-di-meno-le-donne-vietano-a-un-uomo-di-sfilare-in-testa/290659/291270

    😉

    • Moi scrive:

      Stesso video, ma messo su Youtube … un commento sull’ Inconscio Collettivo Femminista: suppongo che fino agli Anni Ottanta in Germania e in Svezia ci fosse la stessa roba con “Italiani” al posto di “Negri e Islamici” :

      ” queste troie di sinistra\estrema sinistra disprezzano l’omuncolo bianco\occidentale e sbavano per negri e islamici. è una richiesta inconscia di ritornare ad essere trattate da femmine, solo che non se ne rendono conto. ”

      [cit.]

      • ruttone scrive:

        quel commentatore non riesce a vivere con l’idea che qualche donna lo preferisca ad un negro o islamico.
        Fa bene a riferirsi all’uomo occidentale come ‘omuncolo’, finché parla di sé stesso

    • Roberto scrive:

      Da bambino mi sono messo a sfruculiare delle formiche e mi hanno morso.

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