Non più, delfino, lanciandoti attraverso le bolle salate, sorprenderai le greggi del mare.
Né danzando al suono della canna traforata, alzerai il mare acccanto alle navi.
Non più, creatore di schiuma, recherai le Nereidi sulla schiena come prima, portandole nei regni di Tetide.
Le onde, alte quanto il capo di Malea, ti hanno scagliato sulla spiaggia sabbiosa.
οὐκέτι παφλάζοντα διαΐσσων βυθὸν ἅλμης
δελφίς, πτοιήσεις εἰναλίων ἀγέλας,
οὐδὲ πολυτρήτοιο μέλος καλάμοιο χορεύων
ὑγρὸν ἀναρρίψεις ἅλμα παρὰ σκαφίσιν
οὐδὲ σὺ γ᾽, ἀφρηστά, Νηρηίδας ὡς πρὶν ἀείρων
νώτοις πορθμεύσεις Τηθύος εἰς πέρατα.
ἦ γὰρ ἴσον; πρηῶνι Μαλείης ὡς ἐκυκήθη,
κῦμα πολυψάμμους ὦσέ ς1᾽ ἐπὶ ψαμάθους.
Archia
@ Martinez
🙂 🙂
Ciao!
Andrea Di Vita
aspettiamo la traduzione di pino prima di commentare
🙂
Ahah ma no!
La traduzione di Miguel va benissimo ed è molto bella!
Più che altro mi piacerebbe mettere qualche epigramma dell’autore su cui verteva la mia tesi, che era fissato con il mare, i naufragi e gli animali marini…
😉
due spunti:
la storia del delfino che portò sul dorso Arione, e altri miti simili, ancora all’epoca di Melville veniva visto come un’assurdità, che lo scrittore statunitense doveva difendere con una certa fatica; adesso, alla luce di quanto sappiamo dei cetacei, ecc. ecc., pare non dico non impossibile, ma persino piuttosto probabile.
Altro spunto: il mio autore cita, come animale marino immenso, la “scolopendra”; tutti conosciamo la piccola scolopendra terrestre, però Aristotele e Arriano ci informano che “esistono anche le scolopendre marine, del genere delle balene, e di quelle più grandi…”
I commentatori del mio autore, i signori Gow e Page, ritengono che si tratti di “mariners’ tales”, e cercano una qualche spiegazione plausibile per la scolopendra spiaggiata sulla “costa degli Iapigi” a cui il mio autore, Teodorida, dedica un epigramma;
ma, se invece fosse un animale, ahimè, estinto? Ci buttiamo dentro anche un po’ di criptozoologia e di Giacobbo 😉 ma magari tra cento anni ne sapremo di più, come ne sappiamo di più sui delfini rispetto al compianto Melville…
ma come fanno a nuotare animali con quella forma del corpo?
artropodi con un bello esoscheletro non dovrebbero essere troppo pesanti?
o pensi a grosse aragoste?
@ Francesco
Magari Aristotele riferiva racconti di chi ha trovato dei fossili. Non diversamente, il mito dei Ciclopi si può essere basato sul ritrovamento causale di crani di mammut o simili, col grosso buco nel cranio corrispondente alla proboscide scambiato per un occhio al centro della fronte.
In ogni caso milioni di anni fa nuotavano pesi come questi
https://it.wikipedia.org/wiki/Dunkleosteus
per cui c’è poco da stupirsi.. 🙂
E la scolopendra marina esiste anche oggi
https://www.youtube.com/watch?v=0b5uybvWOdU
Avvistamenti risalgono al Settecento
https://archive.org/details/philtrans04109332
Ciao!
Andrea Di Vita
pesi = pesci
Beh, quella che dici tu è minuscola, quella che diceva Aristotele, e che Teodorida descriva spiaggiata sulla costa pugliese, è enorme…
La scolopendra di mare mi fa venire in mente un articolo che lessi tempo fa sul mito del “multipinne”, un animale marino avvistato varie volte bella storia, caratterizzato da un corpo affusolato e numerosi arti. Adesso non ricordo quali spiegazioni proponeva l’articolo, ma comunque affermava che un animale simile difficilmente potrebbe esistere da un punto di vista fisiologico.
La struttura alare del calabrone in relazione al suo peso non è adatta al volo ma lui non lo sa e vola lo stesso (cit.)
per Giovanni: non so se il tuoi intento era già parodistico, e in tal caso scusami e come non detto… ma tanto per cominciare non è un calabrone, è un BOMBO, che è tutta un’altra cosa, e poi il meccanismo del suo volo è stato già spiegato da parecchi anni, e quindi semplicemente non è vero che “la sua struttura alare non è adatta a farlo volare”!
@ LISA
Prof. 😉 … nell’ultimo film di trilogia prequelona 😉 de “Il Pianeta delle Scimmie”, gli autori han studiato 😉 … c’è un Gorilla bianco pelle rosa modello Il Fu Floquet de Neu di Barcellona
https://ca.wikipedia.org/wiki/Floquet_de_Neu
e un piccolo Scimpanzè di aspetto nettamente più umanoide della media, modello Il Fu Oliver !
https://en.wikipedia.org/wiki/Oliver_the_chimpanzee
il bombo è _ ictu oculi _ un’ape obesa 😉 🙂
https://usandculture.files.wordpress.com/2015/09/bombo-2.jpg
Invece, cosa intendesse con “Bombo” Nanni Moretti … lo sa solo lui.
Preziosa, questa diuturna rivisitazione di levigatissime fonti poetiche della civiltà bianca.
Segnalo a tutti questo bellissimo blog di inutili disquisizioni linguistiche:
http://blog.terminologiaetc.it/
Conoscendo i nostri peculiari polli, già vi ci vedo a tuffarvici famelici (io ho già spiluzzicato e pure commentato).
bellissimo sito!
ho lasciato anche io un commento sotto il tuo 🙂 nell’articolo sulle percocche.
lo incollo qui in attesa che venga approvato dai terminologisti:
Da siciliano, vedo la questione percocche in maniera diversa.
Qui in Sicilia (almeno nella parte occidentale)per dire albicocca si dice ‘percoco’, che nel dialetto palermitano diventa ‘varcuoco’, parola che può servire anche per indicare il culo 🙂
Ho sempre pensato che questo termine fosse stato lasciato in eredità dalla dominazione spagnola: in castigliano albicocca si dice ‘albaricoque’ che sembra una parola araba.
Quindi probabilmente il termine percuoco nasce latino come dite voi, viene fatto proprio dagli arabi che lo portano in Spagna e in seguito gli spagnola portano il ‘varcuoco’ in Sicilia, dove diventa un sinonimo per il posteriore.
Netta la differenza con la pesca il cui nome è “pessica”
“varcuoco” mi sembra molto simile al greco “verícocco”
Be’, se è per questo, “ciràsa” è la ciliegia in Sicilia e – credo – , con piccole varianti, in molte altre regioni italiane: immediata l’affinità con il greco “kèrasos”. Però, non so quale sia l’etimo originario del termine…
Il latino cerasum, banalmente. Che a sua volta viene appunto dal greco.
Per Peucezio
“il latino cerasum”
turco, kiraz
Che sarà dal greco, immagino.
Per Mario
“Preziosa, questa diuturna rivisitazione di levigatissime fonti poetiche della civiltà bianca.”
Con tutto rispetto per le tue preoccupazioni dermatologiche, che non demonizzo, ti ricordo che il colorito mio almeno, per fortuna, è di un salubre rosa.
Per diventare bianco, c’è sempre tempo:
“Call Death!–Call Death!
And the echo sounded down the streets of heaven
Till it reached away back to that shadowy place,
Where Death waits with his pale, white horses.”
oppure:
“I saw pale kings and princes too,
Pale warriors, death-pale were they all:
They cried, ‘La belle Dame sans Merci
Hath thee in thrall!'”
OT
PANICO A GENOVA!
1) è grande come la Liguria ma molto più ospitale
2) quando si scioglie fa alzare il mare di 10 metri e restiamo sott’acqua
3) con la nostra scalogna verrà a sbattere proprio qui
🙂
Per Francesco
” quando si scioglie fa alzare il mare di 10 metri e restiamo sott’acqua”
Affari vostri, noi qui siamo sui 40 metri!
Affari loro, io vivo in pianura padana.
Infatti l’allarme è a Genova!
😀
in base a quella roba là scoperta dal greco che faceva il bagno ed essendo il peso specifico del ghiaccio più basso di quello dell’acqua, sbaglio o il livello del mare dovrebbe alzarsi solo al momento della caduta in acqua e poi, piuttosto, abbassarsi?
o forse restare uguale, che il peso della Liguria Bianca sempre uguale resta, solida o liquida che sia?
per Francesco: adesso non ho tempo di farmi calcoli dettagliati, comunque intanto faccio una precisazione: non si tratta di una gigantesca valanga di ghiaccio che prima stava fuori dall’acqua e che “poi è caduta in acqua”, modificando il rapporto tra ghiaccio immerso e ghiaccio emerso; a quanto si capisce, si tratta di una sorta di lastrone che era GIA’ parzialmente immerso in acqua anche prima, e per il quale, almeno nella primissima parte del viaggio, le proporzioni non cambiano di molto…
quindi a Genova possono dormire sonni tranquilli?
grazie mille
Per Francesco… vedo che Repubblica ha cambiato il titolo, adesso c’è scritto “l’iceberg grande più della Liguria”.
Chi è che fa la spia per Repubblica qui dentro?!
io certa gente non la frequento
😉
ti spiego come funziona:
a Repubblica la cosiddetta ‘redazione online’ detta anche ‘online desk’ ha il compito di:
-inserire le agenzie di stampa o gli articoli;
-scegliere una foto fra le foto delle agenzie;
-e infine, compito più difficiel, fare un titolo.
Spesso si tratta di giovani o di precari, tanto indaffarati quanto ignoranti. Quindi capita che un titolo del genere vada nell’edizione online, magari qualche giornalista più anziano controlla il sito, si alza dalla scrivania piena di cartacce di merendine e bicchieri di caffè della macchinetta, va all’online desk :
-se lo stagista è un maschio, lo umilia pubblicamente.
-se la stagista è una bella ragazza, la invita a prendere un caffè e le spiega ‘i segreti del mestiere’.
credo che più o meno sia stata questa la dinamica che ha portato alla correzione.
A meno che naturalmente Moi non sia in realtà un giornalista di Repubblica 🙂
o anche tutta una redazione
😀
“Repubblica”, una delle testate più “establishment” e più “main stream” che ci siano in circolazione la prendono in mezzo in tanti …
Dell’iceberg parla anche Terminologia:
http://blog.terminologiaetc.it/2017/07/13/localizzazione-termini-paragone-geografici/#more-31571
OT
segnalo articolo di “Economia a’la Kelebek” sul sito di Avvenire di oggi a firma Gesualdi, sembra un connubio tra Pino, il Duca e Mario ma è uno di Barbiana, pubblicato dal quotidiano dei vescovi
🙁
su coraggio, provate a leggerlo e a segnalarmi le enormi castronerie che contiene!
potreste considerarlo un utile esercizio per accrescere le vostre competenze (TM) in materia
🙂
Per Francesco
“su coraggio, provate a leggerlo e a segnalarmi le enormi castronerie che contiene!”
come indizio, potresti almeno mettere l’URL, no?
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/debito-pubblico-e-miseria-una-spirale-che-va-spezzata?utm_content=buffera4f28&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer
prova di link
interessante.
se non sbaglio era Tommaso d’Aquino che si scagliava contro il reato d’usura, perchè non si può creare denaro dal tempo. la critica cattolica alle banche é pertanto assolutamente coerente.
chissá cosa avrebbe detto Tommaso sullo Ior
spero che il Sommo Aquinate saprebbe ammettere il suo errore: il concetto di usura è fondamentale per il funzionamento di un’economia, assolutamente indispensabile
… “mugnega” per “albicocca” ? … ne avete attestazioni fuori dall’ Emilia Romagna ?
il Latino “cerasa” a Bologna ha dato esito ” regolarmente ” a “z’riśa”, mentre “pesca” dovrebbe essere più o meno “persga” (da “Persica” … ) in tutta l’ Emilia Romagna; d’altronde, mi pare che più o meno in tutti i dialetti d’ Italia e nelle “parlate” della Toscana ci sia questa base di “persica” più o meno modificata; sottintendendo sempre “prugna”, cfr: “prunus persica”.
Prunus Persica che poi forse non veniva dalla Persia ma da più a Est: India, se non addirittura Indocina o Cina; è vero però che le piante sono sempre state innestate e modificate: la stessa “roba” coltivata in posti diversi può pure cambiare molto, anche da sé !
D’altronde oggi chiamiamo “Asia”, con un nome costiero della Turchia, un continente immenso comprendente Indonesia, Filippine, Giappone …
@ MIGUEL
… e d’ id-Delfino dell’ Arno, ‘unn s’è visto in Oltrarno ?!
… E tettù ‘unn ci dici nulla ?
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2017/02/27/news/il-delfino-dell-arno-non-ha-abbandonato-il-fiume-1.14948316
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2017/02/27/news/il-delfino-dell-arno-e-sparito-da-quel-tratto-di-fiume-1.14947879
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2017/01/29/news/il-delfino-e-ormai-pisano-ora-deve-passare-dall-anagrafe-1.14793029
proposti 5 nomi … uno più cagoso 😉 dell’ altro, i Giornalisti son speciali in questo !