La République si agita

In questi giorni, la République sta vivendo uno dei suoi soliti psicodrammi di anticomunitarismo acuto.

Lo scorso 26 agosto, il Consiglio di Stato francese aveva dichiarato illegali i regolamenti introdotti in numerosi comuni, che vietavano alle donne di fare il bagno indossando qualcosa in più di un bikini.

Così, qualche giorno fa, Rachid Nekkaz, delle cui divertenti imprese abbiamo già avuto occasione di parlare, ha detto che avrebbe organizzato una manifestazione sulla spiaggia di Cannes per ricordare questa decisione.

Immediato divieto di ogni manifestazione da parte della prefettura.

Per cui Rachid Nekkaz ha deciso di rinunciare alla manifestazione e limitarsi a un’allegra nuotatina in mare con una decina di familiari e amici, dove le donne del gruppo avrebbero fatto il bagno indossando il famoso burkini.

La polizia, attenta come sempre alla salvaguardia del comune senso dell’impudicizia, ha fermato le aspiranti nuotatrice all’uscita del loro albergo.

cannes_police_260517La polizia a Cannes attende le aspiranti nuotatrici davanti all’hotel

A Parigi, invece, il piccolo Collectif Afroféministe décolonial pour l’ abolition du blantriarcat capitaliste Mwasi sta organizzando, per il 28-29 luglio, un evento chiamato Nyansapo.

Tra una fitta rete di neo-pronomi antipatriarcali come iels ed elleux, le signore hanno steso un programma con tematiche eccitanti come Dépolitisation et blanchiment de la intersectionnalité e Penser des solidarités radicales entre femmes trans et cis dans des contextes afroféministes en France.

Ma nel programma, si precisa che gli spazi del festival saranno spartiti in questo modo:

  • Spazio non misto donne nere (80% del festival) : dibattiti e costruzione di una strategia e di un’agenda politica, gruppi di parola, riflessioni sulle teorie afrofemministe e care
  • Spazio non misto persone nere: riflessioni sulla comunità nera e le lotte afro

  • Spazio non misto donne razzizzate (racisées): scambi sui feminismi decoloniali

  • Spazio aperto a tutt*: tavole rotonde, showcase e mostre

Le signore hanno insomma intenzione di parlare delle loro cose noiose tra di loro, il che ci sembra comprensibile. La perdita del diritto a scegliersi con chi comunicare, di potersi sfogare senza che altri manipolino ciò che dici, di cambiare anche personalità secondo le circostanze, insomma la perdita del diritto al segreto, è qualcosa che sta devastando il mondo, come dimostra l’esperienza di Facebook.

Ma leggendo quelle righe, un buon numero di maschi bianchi francesi ha sentito l’irresistibile desiderio di partecipare anche loro: per la intersectionnalité si può pure restare in città, nonostante il prevedibile caldo da pre-apocalisse climatica di fine luglio.

Parte il Front National, invocando la sindaca di Parigi e invocando tutti i santi della République. Su Twitter (e ti pareva), il tesoriere del Front National, dall’interessante cognome di Wallerand de Saint-Just, deuncia “un atto flagrante di razzismo” e fulmina:

«Anne Hidalgo doit s’expliquer immédiatement quant à l’organisation dans les locaux municipaux d’un événement mettant en avant une conception ouvertement racialiste et antirépublicaine de la société et excluant de fait, une partie des Parisiens en raison de leur couleur de peau».

E Anne Hidalgo risponde subito, sempre su Twitter: 

“chiedo che venga vietato il festival. Lo chiederò al Prefetto della Polizia”.

Ad Anne Hidalgo si affianca Alain Jakubowicz, presidente della LICRA, Ligue Internationale Contre le Racisme et l’Antisémitisme che denuncia il “festival vietato ai bianchi”.

SOS Racisme, storica macchina clientelare del Partito Socialista, lancia un comunicato in cui definisce il festival un “abominio” e dà “1000 volte ragione” al proposito di Anne Hidalgo di vietare il festival.

Accorre subito il Mouvement ni putes ni soumises, altro organo del laicismo parastatale, e infine si aggiunge, con tutto il peso del suo chilometrico nome e del suo ruolo istituzionale, la Dilcrah o Délégation interministérielle à la lutte contre le racisme, l’antisémitisme et la haine anti-LGBT.

Segue però per reazione un’esplosione internazionale di solidarietà da parte di movimenti e collettivi neri sotto il hashtag #JeSoutiensMwasi .

La risposta più brillante, a chi accusava le femministe nere di volersi trovare “solo tra i propri simili”, è stata offerta da chi ha pubblicato semplicemente la foto del direttivo di SOS Racisme al completo:

 sos-racismee del Comitato Scientifico della Dilcrah:

dilcrah

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51 risposte a La République si agita

  1. Francesco scrive:

    francesi …

  2. Carlo scrive:

    Divertente il fatto che nel comunicato del FN l’evento del collettivo afrofemminista etc. (che mi sembra una solenne vaccata, ma che non merita di essere vietato per legge) venga definito non solo razzista, ma “anti-repubblicano”, evidentemente i lepenisti pensano che le afrofemministe stiano complottando per favorire il ritorno sul trono degli Orleans o, magari, dei Bonaparte.

  3. Miguel Martinez scrive:

    Seguendo la faccenda su Twitter, vedo che:

    1) diverse ore fa, il Collettivo ha spiegato che gli atelier “non misti” non si sarebbero svolti in uno spazio pubblico, ma in uno spazio privato appositamente affittato.

    2) pochi minuti fa, la Hidalgo ha twittato di aver trovato (lei?) la soluzione, “dopo il mio fermo intervento è stata trovata una soluzione” che consiste nel… tenere gli atelier “non misti” in uno spazio privato.

    Non ho idea se la Hidalgo abbia scoperto che si era sbagliata e abbia fatto finta di aver trovato lei la soluzione; oppure se il Collettivo affermi di aver già pensato da solo a qualcosa che nasce invece da una mediazione.

    Fatto sta che la Hidalgo improvvisamente non parla più della polizia (la quale smentisce infatti di essere mai stata coinvolta).

    Così va la politica ai tempi di Twitter…

  4. Miguel Martinez scrive:

    In questa vicenda, un elemento che viene fuori è la rabbia di tanti cui hanno chiesto di votare Macron, poi si sono trovati con la sindaca di Parigi che minacciava di vietare una manifestazione, seguendo un invito del Front National: insomma, l’idea che i “bianchi” ti sfruttano e poi ti scaricano.

    Evidentemente la sindaca non si rendeva conto in che vespaio si fosse cacciata…

  5. PinoMamet scrive:

    Il “blantriarcato” è geniale!!

    Riprendiamo da Lercio, a cui va tutto il merito:
    “Sessismo, l’UE richiama l’Italia: “I vostri arrotini chiamino anche gli uomini”
    http://www.lercio.it/sessismo-lue-richiama-litalia-i-vostri-arrotini-chiamino-anche-gli-uomini/

  6. PinoMamet scrive:

    Ma cosa vuol dire razzizzate??

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      da Wiktionary

      “racisé \ʁa.si.ze\

      Victime de racisation, processus d’assimilation d’une personne à une race humaine.
      Le « whitesplaining » par exemple, s’applique lorsqu’une personne non-racisée explique ce qui est raciste et ce qui ne l’est pas à une personne racisée. (lesglorieuses.fr)
      Les femmes racisées sont victimes d’une double discrimination, contre lesquelles lutte l’afroféminisme.

  7. PinoMamet scrive:

    Comunque, i francesi si confermano come gli americani.

    Anche negli USA da decenni la menano con questa cosa del “privilegio bianco”: ne ho lette diverse valutazioni, commenti e così via, e mi dispiace, per come la mettono giù i neri, continua a sembrarmi una cazzata.

    Mi sa che è verissimo che i neri vivano in una condizione di oggettiva inferiorità sociale, presi come categoria e non come singoli casi.
    Non è vero, e trovo che sia una specie di complottismo soft, pensare che questo sia dovuto a una specie di tacito accordo tra bianchi per escluderli;
    ancora meno (ai limiti dell’arrampicata sugli specchi) che il paese (USA in quel caso) sia stato costruito “per i bianchi” e che quindi i neri non riescono a emergere solo e semplicemente perché costretti a fare le cose “dei bianchi”
    (“nei posti di lavoro esiste un carattere etnoculturale bianco che favorisce i bianchi…” ma per favore…)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “Anche negli USA da decenni la menano con questa cosa del “privilegio bianco””

      Della serie, come ti muovi, sbagli (o “l’uomo è nato peccatore”):

      http://everydayfeminism.com/2016/10/white-liberals-perpetuate-racism/#.WSwi0WQvNoE.twitter

      Scopri il Microinvalidatore che è in te!

      • PinoMamet scrive:

        Le Microinvalidazioni mi mancavano. Si scopre sempre qualcosa, ovvero Γηράσκω δ’αεί πολλά διδασκόμενος secondo l’adagio ricordatoci dal soloniano Habs 😉

        Il bello è che sono proprio quelle azioni (rendersi conto del proprio “white privilege”, sentirsi in colpa, trattarsi male, fare scuse- suppongo non richieste- agli amici neri o variamente colorati per cose che in effetti non si sono fatte e così via…) che fino a un minuto prima erano richieste come obbligatorie al bravo white liberal…

  8. Miguel Martinez scrive:

    Nel testo sulle microinvalidazioni leggo:

    “At times, though, we feel a distance from our black and Latino friends; a noticeable energetic gulf that separates us from a deeper connection with them. We want to be closer to people of color. Yet somehow, some way, we sense a wall between us. We wonder: Is it me or them?”

    Ecco, pensieri del contadino messicano:

    “che bella ragazza… guarda quel pezzo di m. di un colombiano che ha parcheggiato la macchina davanti alla porta di casa mia, ci vorrebbe una bomba atomica per radere al suolo Bogotà… il bambino piange, cosa avrà poverino? Due schiaffi a quel cretino di mio suocero, ma non gli posso dire niente… quello lì è un peruviano ma è bravo, ti puoi fidare di lui… se preghi la Madonna e tiri bene i cazzotti, non ti può fregare nessuno… quella lì è una donna, ma è in gamba! Però questi bianchi, non ridono mai? Ma non sanno prendere in mano una zappa? Sanno solo dire paroloni? Sembrano tutti effeminati!”

    Pensieri del Nice White Liberal:

    “Sto microinvalidando? Quando mi guardo allo specchio, esattamente quanto sono colpevole, e perché sono colpevole di non vedere tutte le mie colpe? Lo faccio apposta? Ma faccio apposta a sentirmi in colpa per sentirmi meglio? E’ una colpa? Why don’t I have a deeper connection?”

    • PinoMamet scrive:

      I pensieri del contadino messicano sono paurosamente simili a quelli del contadino emiliano, fìdati 😉
      e probabilmente del contadino un po’ di ovunque… 😉

      • Francesco scrive:

        anche dell’impiegato milanese se è per quello

        il “liberal con sensi di colpa” è più una figura da show televisivo o comunque una minoranza di sfigati che una parte della cultura

        per fortuna!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “il “liberal con sensi di colpa” è più una figura da show televisivo o comunque una minoranza di sfigati che una parte della cultura

          per fortuna!”

          In Italia sì.

          Negli Stati Uniti è parecchio di più, soprattutto nel mondo accademico e mediatico.

          • Francesco scrive:

            sull’accademico immagino tu abbia ragione ma cosa intendi per mediatico?

            l’ospite della rubrica “fustighiamoci” in onda ogni mercoledì sul PBS o gente che fa parte del mainstream?

            per me il vero discrimine sono gli sceneggiatori, ormai loro inseriscono nelle storie “convenzionali” gli elementi da far accettare alle masse – caso tipico le coppie gay tanto belline e buonine con figlio fatto produrre da una donna, che magari si rivela pure stronza

  9. Miguel Martinez scrive:

    Dallo stesso sito, perché gli animalisti e i vegetariani sono razzisti, oppressori, “fatphobic”, classisti e molte altre cose.

    Alcune cose che dice sono in realtà validissime, quando critica gli attacchi animalisti a usanze tradizionali. Ma il comportamento animalisti deriva sempre dalla hubris occidentale di “sapere come deve essere il mondo”.

    Una hubris la cui massima espressione consiste proprio nelle tante forme di “antirazzismo”.

    http://everydayfeminism.com/2016/03/animal-rights-oppressive/

  10. Miguel Martinez scrive:

    Non riesco a mollare il sito di Everydafeminism, ecco una chicca notevole:

    http://everydayfeminism.com/2017/04/cissexist-say-never-date-trans/

    “Is it cissexist, or anti-trans, to say that you wouldn’t date a woman who has a penis? The answer is more complicated than you might think.”

  11. Miguel Martinez scrive:

    Da dove deriva la cultura che si ossessiona con il Peccato delle Microinvalidazioni?

    Nessuna differenza fondamentale da questo testo tipicamente protestante.

    E’ l’idea che siamo inevitabilmente dannati, e ce lo meritiamo.

    Per fortuna i cristiani hanno almeno Gesù che muore in croce per loro, le femministe bianche nemmeno quello:

    http://www.credenda.org/index.php/Culture/pride-and-guilt.html

    “But there is another sin called pride. And this sin is a ringleader who brings several of his thugs along to most parties he attends. Books could be (and have been) written on pride, but let me note just one place where pride often does his dirty work. We often think of pride merely in the category of manners. It’s mostly just impolite to be proud and arrogant (we frequently assume). Of course pride gets angry, it might get kind of huffy, and surely it’s stubborn. But we usually only think of the consequences it has towards other people. But sin is suicide. Sin is always poisonous, and it always goes down into our own souls.

    One of the ways pride poisons his victims is through false guilt. One of the unintended consequences of thinking too highly of yourself is the reality of not meeting your own expectations. What does a proud person do when he or she knows that they are not as smart, not as gifted, not as diligent, not as beautiful as they have positioned themselves to be? What do you do when you look in the mirror and you realize that your projection of yourself doesn’t match reality? Well, like the idiot sons of Adam that we are, we frequently take what we think is the path of least resistance and we feel bad for ourselves. We feel guilty. But instead of feeling guilty for setting up legalistic super-standards for ourselves, we feel guilty for not meeting our legalistic super-standards. And we do all of this with Bible verses and pious thoughts and prayers. O, I know I should be sharing the gospel with every person I come in contact with, but I’m just so cowardly and selfish. Or I know my house should look like a model home on HGTV, but I’m just not as organized as I should be. Or I know I really should be using my theological gifts to write books and speak at conferences, but I just don’t use my time as wisely as I should. I know my children should recite Bible verse on command and never have a resistant look in their eyes, but I just don’t spend enough time with them or discipline them consistently enough.”

    • PinoMamet scrive:

      Forse il punto è proprio questo, il terribile e feroce “sin” protestante, in cui alcuni sono immersi e pochissimi no;
      mentre i cattolici hanno il più addomesticabile peccato, quello che un peccatuccio ce l’hanno tutti, e con un po’ di acqua santa si smacchia.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “orse il punto è proprio questo, il terribile e feroce “sin” protestante,”

        E i musulmani sanno esattamente in cosa sbagliano.

        • PinoMamet scrive:

          Questo è interessante, in cosa si sbagliano secondo i musulmani?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “in cosa si sbagliano secondo i musulmani?”

            I numeri di rak’a durante la preghiera, aver guardato negli occhi una donna con cui non sono sposati, aver bevuto alcol, roba del genere. Semplice, chiaro e senza strascichi.

            Poi ci sono anche cose tipo, “aver spettegolato”, che sono più difficili da valutare; ma non tipo “aver pensato male di Tizio”. Proprio aver detto brutte parole sul suo conto.

            • Francesco scrive:

              scusa ma cosa intendi per “senza strascichi”? dopo aver guatato una donna con cui non sono sposato, che faccio?

    • Z. scrive:

      Miguel,

      — E’ l’idea che siamo inevitabilmente dannati, e ce lo meritiamo. —

      Dunque è questa la radice prima del miguelismo – il protestantesimo!

      🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “Dunque è questa la radice prima del miguelismo – il protestantesimo!”

        touché!

        Sicuramente ho molto di protestante. Nel male e nel bene (sequenza alterata per far riflettere).

    • Francesco scrive:

      Ehi, perchè protestante? si tratta di una riflessione cristiana, intelligente e condivisibile

      peraltro aiuta a stare meglio, rendersi conto che non si è perfetti e quindi neppure colpevoli di non aver agito perfettamente – il passo dopo è riconoscere che neppure si sa quale sarebbe stata la condotta perfetta

      PS l’Islam quindi si riduce a una serie di regole di comportamento, tipo la vita di una beghina dell’Ottocento?

      • PinoMamet scrive:

        Francè, i cattolici si rendono conto che non sono perfetti, si adeguano a questa inevitabile verità e stanno meglio;
        i protestanti si rendono conto che sono “sinners”, piangono si alcolizzano e peccano ancora di più, perché già sanno che vanno all’Inferno quindi tanto vale.
        Oppure sono convinti di essere saints e allora giù di parolacce contro quei sinners che andranno tutti all’Inferno.

        • Francesco scrive:

          veramente il tizio citato da MM dice che è un peccato d’orgoglio prendersela troppo

          è forse cattolico?

          PS la predestinazione è invivibile, non ricordo cosa ne pensa l’Islam

  12. Z. scrive:

    Ho il sospetto che la gran parte dei francesi non presti nessuna attenzione a questa ridda di proclami, controproclami e così via.

    Almeno lo spero. Sarà che la gente che frequento io ne è aliena quanto me…

  13. Miguel Martinez scrive:

    Il grande Jonathan Edwards, che sconvolse l’America prerivoluzionaria, ebbe a dire questo:

    ” That it is just with God eternally to cast off wicked men, may more abundantly appear, if we consider how much sin they are guilty of. From what has been already said, it appears, that if men were guilty of sin but in one particular, that is sufficient ground of their eternal rejection and condemnation. If they are sinners, that is enough. Merely this, might be sufficient to keep them from ever lifting up their heads, and cause them to smite on their breasts, with the publican that cried, “God be merciful to me a sinner.” But sinful men are full of sin; full of principles and acts of sin: their guilt is like great mountains, heaped one upon another, till the pile is grown up to heaven. They are totally corrupt, in every part, in all their faculties, and all the principles of their nature, their understandings, and wills; and in all their dispositions and affections. Their heads, their hearts, are totally depraved; all the members of their bodies are only instruments of sin; and all their senses, seeing, hearing, tasting, &c. are only inlets and outlets of sin, channels of corruption. There is nothing but sin, no good at all.”

    • PinoMamet scrive:

      Tradotto nell’ambito del discorso sulla “razza”: “sei colpevole perché sei bianco”.

      Rigirato: “sei colpevole perché sei nero”.

      Da cui i neri fermati o colpiti dalla polizia perché neri, senza nessun altro motivo apparente.

      Morale, i neri negli USA si sono imbarcati in una guerra che non possono vincere, e i bianchi liberal, cretini, li stanno aiutando su questa china.

    • Francesco scrive:

      >>> There is nothing but sin, no good at all

      ammesso e non concesso, e quindi? perchè dovremmo fermarci a questa considerazione? mica è successo l’avvenimento di un certo Gesù da Nazareth? che cosa comporta che ci sia stato?

      teologicamente mi pare che manchi quasi tutto

  14. MOI scrive:

    La Francia ha voluto il Paggio di Soros all’ Eliseo ? … Benessum ! 😉

    Che la Guerra Civile Kalergica Islam Vs Gender abbia inizio ! Possa rivelarsi il più devastante possibile ! Non tanto per qualche morto, che poi finisce in fretta nel Dimenticatoio Mediatico ! Proprio per sradicamento e piallata dell’ Identità come mai prima nella Storia !

    Peggio va, meglio è ! … E bella Houellebecq ! 😉

  15. MOI scrive:

    E quella del Technicolor razzista perché calibrato sullo “skin tone” dei WASPs … l’avévi mai sintóda ? 😉

  16. MOI scrive:

    LIBERAL (no) LIMITS

    Cosplayate e triggheratevi su tutto e il suo contrario … ma quando si arriva ai Rapporti Sociali di Produzione: cinni tutti in riga, che la ricreazione è finita !

  17. mirkhond scrive:

    Un compagno deluso.

    • Z. scrive:

      Intendo, Moi di base ha una visione abbastanza marxista della realtà. Non nel senso “di sinistra”. Nel senso che è una visione in cui ciò che conta è l’economia, i rapporti di forza concreti.

      Il resto (religioni, tradizioni etc) sono orpelli non necessari.

      Sto naturalmente ipersemplificando, e non voglio essere riduttivo verso il Muà con cui mi scuso preventivamente. Era per capirsi 🙂

  18. mirkhond scrive:

    Da ciò che dice, traspare in effetti una radice marxista.
    Ma di un marxista deluso dalla deriva liberale del fu pci.
    Da qui il suo spostarsi verso una destra filosionista. 🙂

    • Z. scrive:

      Cioè siccome il PD lo ha deluso ha assunto le idee di Giuliano Ferrara?

      Non so, secondo me è proprio di destra. Però con uno sguardo di tipo marxista.

      Di più: la sua sincera ammirazione per il capitale che mette in riga tutti mi ricorda l’ammirazione altrettanto sincera di Carlo Marx per la borghesia dei suoi giorni.

  19. Z. scrive:

    “Care” in questo contesto sarebbe una parola presa di peso dall’inglese?

    https://fr.wikipedia.org/wiki/%C3%89thique_de_la_sollicitude

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      ““Care” in questo contesto sarebbe una parola presa di peso dall’inglese? ”

      Grazie del riferimento…

      Ho una vaga sensazione che si tratti di qualcosa che conosco bene: quelli/e/*/xyghgghswe/lgbtqwwqraada/ che CHIACCHIERANO.

      Mentre quelli come noi buttano i sacconi dei rifiuti, annaffiano le piante, zappano la terra, cercano casa per gli sfrattati, si beccano le minacce dei vicini, spaccano la legna, ecco… ci prendiamo “care” delle cose, no?

  20. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    Lascia perdere: parlare di etica con un avvocato, è come parlare di amore con una puttana !

  21. Moi scrive:

    Guarda e impara cos’è l’ etica, Zeta :

    https://www.youtube.com/watch?v=B_SzlcGXNlI

  22. Guenonista scrive:

    Adesso capisco il significato della parola francese connerie.

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