Di saggi barbuti, ce n’è stato più d’uno

Sì, lo so a chi pensate, se parlo di uno scrittore, filosofo e analista del mondo, dalla lunga barba, vissuto nell’Inghilterra dell’Ottocento.

Io invece penso a John Ruskin; che magari sarà stato meno metodico, ma fu infinitamente più umano, sensibile e interiormente ricco di Karl Marx.

E poi fu Ruskin a notare per primo the Storm-Cloud of the Nineteenth Century, i primi segni del grande cambiamento climatico indotto dall’industrializzazione di cui Marx riusciva solo a intuire l’aspetto progressivo. Mentre Marx raccoglieva le statistiche economiche, Ruskin ogni giorno prendeva attenta nota dello stato delle nuvole, scoprendo così che il cielo che aveva permesso la grande arte dei paesaggi non esisteva più: “quell’armonia è ora spezzata, e spezzata in tutto il mondo”.

Era la illth, il termine che Ruskin aveva coniato in parodia di wealth, la malattia che colpiva insieme i cuori e il paesaggio.

 john-ruskin

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58 risposte a Di saggi barbuti, ce n’è stato più d’uno

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    L’ho studiato al liceo. Anche se il modo di disegnare le nuvole che vi è descritto oggi è per molti superato, insuperata è l’attenzione a ciò che è così naturale da sembrare ovvio, appunto le nuvole sopra le nostre teste. Se ti piace Ruskin allora ti consiglio di leggere un capolavoro della letteratura di divulgazione scientifica della biologia della generazione immediatamente successiva, quel “On growth and Form” di D’Arcy Thompson che è evidentemente ispirato all’ambizione di interdisciplinarietà del personaggio: è il primo libro in cui si sottolinea che la geometria dei pesci segue le stesse leggi (frattali, diremmo oggi) di quella delle spugne – e, some sappiamo oggi, proprio delle nuvole che disegnava Ruskin.

    Se leggo la definizione di “illth” nel sito che hai citato, mi viene in mente immediatamente la “distruzione competitiva” di Schumpeter, quella che fa dire a Leopardi nel Dialogo fra la terra e la Luna delle sue Operette Morali che non esiste essere vivente che per esistere non debba attraversare il dolore.

    Ma perchè dici che Marx era meno umano di Ruskin? Non sarai mica di quelli che pensano che per maneggiare i numeri bisogna per forza essere degli aridi, spero.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      “distruzione creativa” per la precisione

      che spiega perchè non è un male che il vecchio mondo muoia per mano di quello nuovo

      ciao

      • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

        @ Francesco

        “… che il vecchio mondo muoia per mano di quello nuovo”.

        “O pioggia dei cieli distrutti
        Che per le strade e gli alberi e i cortili
        Livida sciacqui eguale,
        Tu sola intoni per tutti!
        Intoni il gran funerale
        Dei sogni e della luce
        Nell’ora c’ha trattenuto il respiro:
        Bussano i timpani cupi,
        Strisciano i sistri lisci,
        Mentre occupa l’accordo tutti i suoni;
        Intoni il vario contrasto
        Della carne e del cuore
        Fra passi neri che han gocciole e fango:
        Scivola il vortice umano,
        Vibra chiuso il lavoro,
        Mentre s’incava respinta l’ebbrezza.
        Ma tu, ragione, avanzi:
        Onnipossente a scaltrire il destino,
        Nell’inflessibil mistero
        A boccheggiar ci lasci;
        Ma voi rapimento e saggezza
        In apollinea gioia
        In sublime quiete
        Al marcio del tempo le nari chiudete
        O mitigando l’asprezza
        Nella fiale soave dell’estro
        O vagheggiando dall’alto
        La vita, che qui di respiro in respiro
        E’ con noi belva in una gabbia chiusa!
        Un’eletta dottrina
        Un’immortale bellezza
        Uscirà dalla nostra rovina”.

        (Clemente Rebora, ‘Frammenti Lirici”).

  2. izzaldin scrive:

    di Ruskin mi è sembrata fondamentale la distinzione fra working class e playing class che citavi qualche post fa. illuminante anche secoli dopo!
    di dotti inglesi da leggere e rileggere ce ne sono a bizzeffe..

  3. Grog scrive:

    MATAR TODOS LOS ANGLO SASONES Y CRUCONES CHE ROMPEN LO MARONES! OLE’
    VAMOS A DEPIDISAR Y DETOSCANAR LA TAGLIA CON EL BASTON! OLE’!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Bzaz!
    Grog! Grog! Grog!

    • Grog scrive:

      I figli di troia (i saggi barbuti) prima ti creano il problema e poi fanno i brillanti e cercano di risolvertelo, comodo essere inglesi e ricchi e fare il gran tour in Italia e poi pontificare sulle miserie dell’industrializzazione! Vadano tutti allegramente A FAN CULO.
      Viva San Marco e che crepino gli inglesi sentina di tutti i mali ( insieme agli olandesi ) ci teniamo i belgi perchè i francesi possano sghinazzare.
      Grog! Grog! Grog!

  4. mirkhond scrive:

    Ieri è morto il grande Tomas Milian.

  5. Z. scrive:

    Non sapevo che Nietzsche avesse vissuto in Inghilterra. Comunque non aveva la barba particolarmente lunga, per l’epoca!

  6. Moi scrive:

    A proposito di Barbuti … vi ricordate il Salafita (o giù di lì) che parla come Checco Zalone ? 😉

    http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/03/22/news/bari_camionista_40enne_italiano_sospettato_di_terrorismo_islamico_pronto_al_martirio_contro_gli_infedeli_-161131752/

    … Bari, camionista italiano indagato per terrorismo islamico: “Pronto al martirio contro gli infedeli”

  7. Moi scrive:

    Cmq, Barbuto Ottocentesco per Barbuto Ottocentesco … se anziché “vissuto in Inghilterra” avessi letto “Inglese”, avrei detto “Darwin” !

  8. marxista (nel senso di groucho) scrive:

    L’umanità può esprimersi in molti modi: c’è chi ha a cuore la felicità dei bambini del suo quartierino e chi l’emancipazione di milioni di persone.

  9. marxista (nel senso di groucho) scrive:

    Il problema è che senza i secondi quei bambini sarebbero ancora costretti a lavorare invece di essere liberi di giocare .

    • Miguel Martinez scrive:

      Per marxista

      “Il problema è che senza i secondi quei bambini sarebbero ancora costretti a lavorare invece di essere liberi di giocare .”

      Ma non credo che la liberazione dei bambini dal lavoro si possa attribuire, né a Marx né alla presunta potenza salvifica del libero mercato: è l’esito della tecnologia e della bolla energetica.

      • roberto scrive:

        “è l’esito della tecnologia e della bolla energetica.”

        ma non potresti immaginare una “tecnologia e bolla energetica” anche in una società distinta tra uomini liberi e semi schiavi?

        avrei tendenza a pensare (ma senza nessuna certezza)
        che tecnologia e bolla energetica si sviluppano proprio perché ci sono bambini liberi di giocare, cioè che la “libertà” (uso questo termine per capirci) non sia strumentale a tecnologia e bolla, anche se indubbiamente queste ultime ne beneficiano

      • Francesco scrive:

        io invece credo che molto merito vada riconosciuto a chi si fece un culo a capanna per una missione impossibile, come togliere dal lavoro o dalla strada i bambini poveri

        troppo fatalista fare i marxiani col culo degli altri

      • Z. scrive:

        Miguel,

        — Ma non credo che la liberazione dei bambini dal lavoro si possa attribuire, né a Marx né alla presunta potenza salvifica del libero mercato —

        Invece io credo proprio di sì. In parte, naturalmente: in parte non piccola, però.

        Il liberismo ha contribuito a creare una ricchezza inimmaginabile prima, anche grazie al finanziamento per lo sviluppo di nuove tecnologie.

        L’ideologia socialcomunista, a volte direttamente e a volte indirettamente (nella Germania guglielmina, ad esempio, o nell’Europa occidentale del dopoguerra), ha contribuito alla redistribuzione di quella ricchezza.

        Poi certo, sono d’accordo che non sono gli unici elementi da considerare, e anche che le “ricadute collaterali” del sistema otto-novecentesco sono tutt’altro che trascurabili.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il liberismo ha contribuito a creare una ricchezza inimmaginabile prima

          Questo credo che sia un luogo comune indimostrato. La produzione della ricchezza è dovuta allo sviluppo tecnologico, che ha permesso di estrarre tutto l’estraibile e di sfruttare tutto lo sfruttabile, più che al sistema economico, che fondamentalmente regola soltanto lo sfruttamento della risorsa-uomo.

          • Z. scrive:

            Lo sviluppo tecnologico è stato imponente, diffuso e capillare anche perché c’è stato chi ci ha investito denaro per ricavarci più denaro.

            Difficile immaginare che, se l’autorità avesse confiscato la massima parte dei profitti con dazi, imposte e tasse tutto sarebbe andato allo stesso modo.

            Naturalmente questo non ha prodotto soltanto ricchezza, ma anche sfruttamento minorile, violente sperequazioni sociali, inquinamento forse irreversibile.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La rivoluzione scientifica ha preceduto di un po’ il liberismo e la rivoluzione industriale è avvenuta in un’economia protezionista.

            • Z. scrive:

              Beh, se è per questo lo stato della ricerca scientifica in Unione Sovietica non era certo da buttar via.

              Ma la diffusione della tecnologia industriale si accompagna in larga misura alle rifome liberiste dell’Ottocento, così come le drammatiche differenze di classe che hanno contribuito alla nascita dell c.d. socialismo scientifico.

              Quando Marx scriveva che la borghesia aveva trasformato gli intellettuali in salariati alle proprie dipendenze non è che avesse tutti i torti. Come entrambi abbiamo studiato a suo tempo, si passa dal privilegiare la conservazione della ricchezza in capo al proprietario terriero al favore per la circolazione della ricchezza, il creditore rispetto al debitore, la mobilità a scapito della stabilità sociale.

              Credo che il cambiamento sia stato epocale.

              Allo stesso modo, certo, ci sono state riforme promosse dalle destre che hanno portato benessere ai poveri, ma ci sarebbero state ugualmente senza le sinistre?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Allo stesso modo, certo, ci sono state riforme promosse dalle destre che hanno portato benessere ai poveri, ma ci sarebbero state ugualmente senza le sinistre?”

                Non si parlava di “sinistre”: è fisiologico che quando metti insieme migliaia di lavoratori, quelli cerchino di organizzarsi, e magari ottengono pure qualche risultato. Tra l’altro, Ruskin è stato l’intellettuale che ha influenzato di più la nascita del Partito Laburista in Inghilterra.

                Parlavamo di uno specifico filosofo, Karl Marx.

                Marx ha capito un sacco di cose interessanti sulle trasformazioni economiche e sociali dei suoi tempi.

                Ma Marx ha aiutato milioni di bambini di tutto il mondo a stare meglio?

            • Z. scrive:

              (si parla naturalmente della mobilità sociale di chi poteva permetterselo: per i poveri c’era la fabbrica quando andava bene e il carcere quando andava male)

          • Francesco scrive:

            >> Questo credo che sia un luogo comune indimostrato.

            I love MT!

  10. francydafne scrive:

    Di John Ruskin conoscevo solo l’apprezzabilissima opera pittorica.
    Invece, per quanto riguarda

    >>>>fu infinitamente più umano, sensibile e interiormente ricco

    bisogna ammettere che il signor Ruskin, con Effie Gray, non si comportò da gran signore…. 😀

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Dafne

      “bisogna ammettere che il signor Ruskin, con Effie Gray, non si comportò da gran signore….”

      Dovessimo indagare le vite affettive di tutti i vittoriani… 🙂

      Ma io parlo di un’altra cosa: la sensibilità verso ciò che vede e sente, che sia arte, natura o altre persone.

      Non è detto che porti lontano (e in questo “marxista nel senso di groucho” ha ovviamente una parte di ragione), ma non porta lontano nemmeno la sua assenza.

      Marx ha saputo cogliere in maniera geniale buona parte dei meccanismi del capitale; ma forse Ruskin ha colto il senso complessivo meglio, e in questo senso è oggi più attuale.

      • francydafne scrive:

        >>>>Ma io parlo di un’altra cosa: la sensibilità verso ciò che vede e sente, che sia arte, natura o altre persone.

        Non sempre ho condiviso quanto ha scritto a proposito dell’arte, ma i suoi paesaggi li ho sempre apprezzati tantissimo, autentiche liriche vergate con il pennello o la matita

    • Grog scrive:

      Carissima dovresti sapere che gli anglosassoni sono diabolici CULATTONI e vanno solo con le donne o per riprodursi o per mettere la mani sul loro patrimonio
      I nostri giornali dovrebbero specificare che siamo di fronte non ad una BREXIT ma ad un CULEXIT e come tale sarà doloroso e sporco perchè appena tolto l’organo che fa da tappo usciranno tutte le porcherie da dietro!
      Grog! Grog! Grog!

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ grog

        Concordo. Manco la bandiera di San Giorgio si sono fatti in casa, l’hanno comprata per spaventare i pirati Barbareschi nel Mediterraneo.

        Da chi?

        E da chi, se non dai Genovesi? 🙂

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • Z. scrive:

      Fantastico!

      Ma Mascolo si era già attirato le attenzioni del Consiglio Superiore della Magistratura nel luglio scorso quando, dopo aver rimesso in libertà due finanzieri e un imprenditore accusati di corruzione, in un’intervista aveva ridotto a un innocente «regalino» quei due orologi da 5mila euro consegnati a chi aveva il compito di effettuare l’ispezione. «Non ho visto nessun elemento da cui si desuma la corruzione», aveva spiegato il giudice, «può essere benissimo che questo qui, grato del fatto che non ci sono stati problemi, abbia fatto un regalo di sua volontà. Sono cose che sfuggono alla mente, ci sono delle reazioni psicologiche che non sono controllabili e che non sono comprensibili».

      Ora, per carità… non sappiamo se le cose siano andate davvero così, però letta così suona davvero meravigliosa 😀

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Grog

    “I figli di troia (i saggi barbuti) prima ti creano il problema e poi fanno i brillanti e cercano di risolvertelo, comodo essere inglesi e ricchi e fare il gran tour in Italia e poi pontificare sulle miserie dell’industrializzazione!”

    Quello che sfugge è che chi è troppo dentro qualcosa, non la apprezza.

    Non so a Venezia; certamente a Firenze, quasi tutti quelli che si sono battuti in passato, o si battono oggi, per Firenze appartengono a una di due categorie.

    O sono forestieri (inglesi, ma magari anche milanesi o aretini), o sono aristocratici (e lì si aprirebbe un altro discorso).

    Poi i fiorentini, ascoltandoli, si rendono conto di vivere in un posto straordinario, che non si riassume interamente nel problema del vicino di casa che fa fare la cacca al suo cavallo davanti alla tua porta di casa.

    Lasciati da soli, i fiorentini si fanno fregare persino da quelli di Rignano sull’Arno.

    Pensiamo a William Morris, il preraffaelita che conciliò Ruskin e Marx e portò il marxismo in Inghilterra e al suo appello contro il “vandalismo in Italia” https://www.marxists.org/archive/morris/works/1882/italy.htm

    Ma anche i forestieri, se amano Firenze, è perché corrisponde a qualcosa di profondo che manca drasticamente a loro in patria. Certo, i fiorentini sono i primi a sapere che in Albione c’è una forma di miseria spirituale, che poi è speculare alla loro miseria.

    Ma proprio per questo, qualcuno dei forestieri riporta in patria quello che ha appreso qui, e riporta bellezza e vita anche tra le piogge britanniche.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ martinez

      https://www.marxists.org/archive/morris/works/1882/italy.htm

      Da poco tornato da Pavia, la parte della denuncia riguardante Cieldoro mi pare una fesseria snobistica di gusto neogoticheggiante.

      Rischiamo l’esterofilia: bisogna vedere quanto questi ‘italianating’ Anglosassoni conoscono davvero la storia e l’arte Italiane.

      Un conto sei tu, che a Firenze ci vivi, un conto le signorine Inglesi a suo tempo ben satireggiate da Enrico Montesano (‘moolto pittoresco!’ ) e dall’Oca Gwendaline degli Aristogatti (che fece scomplisciare dalle risate la mia insegnante d’Inglese, Britannica fino al midollo e che si riconosceva nella categoria).

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  12. Moi scrive:

    @ FRANCYDAFNE

    Quella Vittoriana è sempre stata descritta come l’ Ipocrisia per antonomasia … gli esempi sono innumerevoli, fino agli anime Giapponesi.

  13. Moi scrive:

    ** @ Marxista (nel senso di Groucho) : **

    Chissà, forse con il Jobs Act II (re)introdurranno il Kids Work 😉 … solo che, a differenza dell’ Ottocento, saranno i Genitori a dover pagare per la “Coal Mine Crawling Experience” 😉 che farà Curriculum !

    … Have Faith in the Pee Dee ! 😉

    PS

    La battuta di Marx nel senso di Groucho è vecchia, ma funziona sempre ! 😉

    • Z. scrive:

      Moi,

      — Chissà, forse con il Jobs Act II (re)introdurranno il Kids Work 😉 … solo che, a differenza dell’ Ottocento, saranno i Genitori a dover pagare per la “Coal Mine Crawling Experience” 😉 che farà Curriculum —

      I genitori? Mi sarei aspettato, da parte tua, “il Parent-One e il Parent-Two” 😀

  14. Moi scrive:

    In ogni caso, trovo interessante anche l’ Inglese “vascio” 😉 e i vari modi di poterlo ricreare pescando negli equivalenti “localistici” Italiani (non solo dialetto) … anche e soprattutto in opere che vogliano avere portata letteraria.

  15. Moi scrive:

    un modo di parlare “vascio” chev m’ha sempre affascinato è il “Jive” … solo che, purtroppo, negli USA il mio interesse da “White” verrebbe subito sospettato di razzismo.

    E mi pare assurdo …

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