Qualche giorno fa, mi sono permesso di raccontarvi cosa succede quando qualcuno si trova in mano uno spazio pubblico da gestire.
E cerca di buttare una montagna di sudicio che ne impedisce l’utilizzo.
Il Comune ha a disposizione circa 90 euro, che forse – alla fine di una serie di appalti – potranno bastare per lo smaltimento di un proiettore rotto, risalente agli anni Ottanta.
Mentre per i rifiuti rimanenti, sarà necessario inserire un’apposita voce nel prossimo bilancio del Comune. Motivo per cui il Comune paga l’affitto per numerosi depositi in cui conserva con occhio vigile i propri rifiuti insmaltibili.
Poiché non voglio essere in alcun modo sospettato di apologia di qualche illecito, immagino a puro titolo romanzesco e creativo che sia successo che i rifiuti in questione siano stati messi per strada sotto il nome di un cittadino del quartiere che ha affermato che fossero tutti suoi, perché per i privati i rifiuti ingombranti si ritirano gratuitamente. A patto che siano ordinatamente disposti sul marciapiede e non intralcino il traffico.
Immaginiamo che una montagna di rifiuti sia quindi comparsa su una stradina dove il marciapiede sia largo, nei punti più generosi, una ventina di centimetri; una strada in cui vige un totale divieto di sosta, dall’inizio alla fine.
E che tale strada imparcheggiabile (siamo a Firenze) sia interamente occupata dalle auto parcheggiate dei residenti, tranne per caso fortuito, un unico buco.
In quel buco, esattamente tra la macchina della peruviana e quella del montanaro con il sigaro, si riesce a ficcare tutta la robaccia.
Trattasi di una strada la cui particolare conformazione ha reso ogni singolo residente, senza eccezione nota, un eccentrico.
E quindi passano circa venti minuti, che arriva qualcuno, sbraitando e urlando, esattamente mentre passa la contessa che sta portando a passeggio il cane grande mezzo gatto.
Questo qualcuno che ha deciso che è tutta colpa nostra, è preso da un tale furore nei nostri confronti che prende e sposta da solo un’immensa massa di poltrone scassate, misteriosi oggetti di legno pieni di chiodi rugginosi e scalei, fino a bloccare simbolicamente l’ingresso del giardino dai noi gestito, così impariamo a offendere il decoro della strada.
La Strada Che Non è Dritta ha però innumerevoli antenne, e ci vogliono circa cinque minuti perché mi arrivi la telefonata di qualcuno che ha visto la scena della finestra. Mi chiama sottovoce, perché in quella strada tutti sanno che tutti possono sentire tutto, e sussurrare è diventata una seconda natura.
Così (ma ricordiamo che stiamo parlando di semplici fantasie) il sottoscritto si trova a dover scendere di notte e risistemare da solo una muraglia di rifiuti.
E mentre è lì, nella Strada disegnata a fibbia, a prendersi schegge di legno in mano, si trova a gestire:
– persone che si avvicinano e proclamano che la civiltà è arrivata alla fine e la prova sta in quell’orrida collina di robaccia
– altre che simpatizzano con noi perché qualche delinquente ha voluto buttare quella robaccia davanti al nostro cancello solo per far dispetto a noi e promettono di indagare per scoprire chi abbia mai potuto fare una schifezza del genere
– altre ancora che rispondono, ma no, sapete, esiste gente che falsifica il numero che bisogna scrivere sul cartello che si attacca ai rifiuti, “anzi l’ho fatto pure io quando non mi hanno ritirato i rifiuti per sei mesi”
– e qualcuno che si offre a spaccare a pedate lunghe travi di legno per sistemarle meglio, pur di sapere com’è andata veramente.
Infine, il sottoscritto si trova faccia a faccia con tre spacciatori marocchini tutti con un cappuccio in testa, uno dei quali sta pisciando contro il muro.
Un altro, più preoccupante, sta allungando la mano attraverso un’inferriata.
Una lunga esperienza mi insegna che quando vedi qualcuno che ti potrebbe ammazzare a coltellate, la cosa più saggia consiste nello sfidarlo per primo, e quindi chiedo:
“Stai cercando qualcosa?”
Borbottio confuso di quello troppo rincitrullito per pisciare o per allungare le mani.
“Avete perso qualcosa?”
“Sì… ah, è mio telefonino… porca miseria, non lo trovo”. Le persone normali, si sa, perdono facilmente i telefonini attraverso i cancelli altrui.
“Torna domani, lo cerchiamo insieme”.
Tutta fantasia, scusatemi. Torniamo alla vita reale, dove si è semplicemene volatilizzato, non si sa come, un pezzo del Patrimonio dello Stato Italiano.
E’ chiaramente colpa di Renzi che non sa gestire neppure un asilo nido per gatti, figuratevi il patrimonio dello Stato Italiano!
PS mi viene un dubbio: tra debiti, furti e degrado, questo patrimonio sarà ancora una posta di bilancio positiva?
PS come riconosci i marocchini spacciatori dai marocchini altro ramo attività? sono noti al seggio?
” marocchini spacciatori dai marocchini altro ramo attività?”
i giovani imprenditori emergenti del distretto turistico sono ben noti a tutti.
lo immaginavo
😉
Una nota che non c’entra.
Quando ho visto la foto sono trasalito: mi sembrava lo scenario che si vede da una finestra della Facoltà di Lettere, Parma, quartiere Oltretorrente… proprio gli stessi palazzi alti-bassi-medi, lo stesso muretto a vista, i panni stesi, le antenne ecc., i colori dati agli immobili…
anche i giovani imprenditori marocchini suppongo siano gli stessi 😉
Propongo la Federazione Italiana degli Oltrefiumi e Oltretorrenti Storici
(FIOOS) allo scopo di combattere le Forze del Male, ovviamente.
PS
Nel mio non capoluogo c’è un musicista di strada moldavo. Bravo, gentile, educato, rispettato da tutti, si mette a provare dove non disturba. C’è da anni, lo conoscono tutti.
Nell’ultima settimana è stato multato due volte, a distanza di pochissimi giorni, da due Vigili Urbani (mi rifiuto di utilizzare il termine burocratizzante Polizia Municipale, che a molti- troppi- di loro ha dato l’illusione di essere dei “veri” poliziotti supercop) per disturbo della quiete pubblica, con multe manco leggere.
“Propongo la Federazione Italiana degli Oltrefiumi e Oltretorrenti Storici
(FIOOS) allo scopo di combattere le Forze del Male, ovviamente.”
Ottima idea!
e quelli come me che gli hanno interrato i Navigli? siamo esclusi?
noi abbiamo una zingara semiresidenziale e un ubriacone fisso, un buon giro di barboni, per il resto come zone a edilizia di lusso è un deserto
in cambio il mio palazzo stava per crollarci in testa