Scopro su Youtube un video che incorporo in fondo a questa pagina perché lo possiate guardare dopo aver letto queste considerazioni.
E’ un documentario del 1979 che parla del breve regime della fazione comunista Khalq in Afghanistan.
Il documentario è palesemente propagandistico, e proprio per questo è interessante: ci rivela il mondo che i suoi autori desideravano.
Questo mondo lo potremmo definire il Novecento.
Sembra incredibile, io ero già vivo nel Novecento. Che in queste immagini ci appare con la stessa misteriosa lontananza di una tomba neolitica.
Partiamo da questa immagine, che somiglia a qualunque foto di gruppo scattata, all’epoca, a Buenos Aires o a Roma:
La bacchetta magico-scientifica del Progresso renderà uguale e sorridente l’intera umanità, potremmo intitolarla.
C’è un’aria per noi impensabile di innocenza e di pulizia giovanile. Che male c’è a girare a capo scoperto, se si è caste nell’animo, ecco questa potrebbe essere la chiave di lettura di tanto immaginario novecentesco.
L’illusione della gioventù felice e casta non ha nulla di individuale: tutto dipende dalla volontà e dalla disciplina collettiva. Anche queste studentesse dall’aspetto spensierato incarnano la volontà di sapere, di accedere all’Unica Scienza Universale:
Il popolo in marcia, dall’aspetto non diversissimo di quello che si vedeva all’epoca nelle occupazioni delle fabbriche da noi…
Le donne sono donne, magari donne combattenti; e gli uomini sono uomini, cosa confermata dal simbolo di tutta la virilità laica del mondo islamico – kemalista, comunista, baathista: il folto baffo e il mento rasato. D’altronde, se non si somigliassero tutti, come potrebbe un unico Stato trattarli tutti allo stesso modo?
La Volontà – si potrebbe dire la hybris – è notoriamente il segno di tutto il Novecento, tra razze da perfezionare, razzi da inviare sulla Luna, omosessuali da curare, omofobie da eliminare, affamati da salvare, tilacini da sterminare, dighe da innalzare, malattie da sconfiggere, bombe atomiche da brandire, alfabetismi da diffondere e plastiche da vendere.
Siccome la vita non ha la minima simpatia per le nostre fantasie di potenza, la Volontà gira sempre accompagnata dalla propria affezionata sorella, la Violenza.
Infatti, a vegliare su ogni fanciulla con la sua colomba, c’è l’Uomo con i Baffi, nella sua divisa. Anch’essa universale: pochi dettagli distinguono una divisa afghana di quegli anni da una italiana, senegalese, boliviana o canadese.
Al di sotto dell’Uomo con il Baffo, c’è il fratello della Ragazza con la Colomba, che non ha ancora diritto al baffo. E forse non l’avrà mai, perché esiste un’alta probabilità che venga ammazzato nel frattempo.
Come tutti in questo racconto, il suo sguardo deve esprimere una Volontà di acciaio, che però paradossalmente, non è sua:
Non ve lo abbiamo detto, ma ci sarete arrivati da soli: gran parte della dirigenza Khalqi è passata poi dalla parte della guerriglia islamica, e anche dei Taliban, e poi con il governo attuale.
Anche i volenterosi, alla fine, le subiscono, la Storia e la Vita.
P.S. Il commentatore Habsburgicus, invece, ha scoperto nel video, il volto di Hafiz Aminullah. E’ un signore dignitoso, talmente occidentale che non si fa crescere nemmeno i baffi. Però il collo se lo strozza, come d’obbligo nel Novecento, con una cravatta.
La signora dall’aria volitiva, moglie e potremmo presumere musa del nostro, indossa un pittoresco costume locale, che in tutto il Novecento è sempre stato ammesso, accanto allo strozzacollo, e a patto che non significhi niente.
Matematico, rettore universitario, Hafiz Aminullah studiò scienze dell’educazione alla Columbia University di New York, dove aderì al Socialist Progressive Club. Un nome, un programma.
Vai a capire cosa c’è nel cervello di un uomo… con il senno di poi, sappiamo che sta tramando in questo momento di uccidere il signore dai capelli bianchi, il presidente Taraqi, che sta parlando.
Ci riuscirà.
E dopo, in nome del Progresso, ucciderà in pochi mesi più persone di quante ne abbia uccise la famigerata ISIS in tutti questi anni, ma senza video su Facebook: quelli del Novecento non erano esibizionisti.
La castità del Novecento consisteva anche nel pudore con cui si nascondevano torturati, fucilati, annegati, impiccati, squartati, sviscerati.
Hafiz Aminullah finirà morto ammazzato anche lui, come è ovvio.
E’ il destino del Novecento. Che oggi diventiamo isterici se su Twitter qualcuno ti dà del cretino.
Ecco perché io amo il blog di Miguel!
Perché tutti stanno postando immagini di Afghanistan, Iran ecc. com’erano prima, quando erano “avanti” (“come noi”) e di oggi, quando sono “indietro” (“come loro”).
Nessuno che si prenda la briga di raccontarti il rovescio delle immagini (“dietro l’immagine” non era un saggio sulla pittura?), di mettersi a riflettere un attimo e vedere cosa esattamente li rendesse “come noi”, senza risposte preconfezionate, da scaldare nel microonde
(“è una bella cosa il progresso e l’emancipazione” vs “si stava meglio quando si stava peggio e c’erano i valori, magari islamici ma valori”).
Il baffo poi meriterebbe di essere indagato come simbolo, e non scherzo.
Nella mia famiglia i maschi, a memoria d’uomo, sono stati sempre baffuti.
La prima generazione non baffuta è quella di mio padre, che è anche la prima generazione (e unica spero!!) ad avere “i valori” moderni, “il culto del lavoro”, “l’onestà”, persino “la bontà” e i buoni rapporti con i vicini.
Gli altri avevano valori del tutto diversi (“volete il fucile? venitelo a prendere!!” cit. mio trisnonno).
“Il baffo poi meriterebbe di essere indagato come simbolo, e non scherzo.”
Verissimo.
Uno degli ultimi Uomini con i Baffi, Saddam Hussein, che incarna tutto il Novecento.
Davanti al giudice sciita che lo guarda dal proprio scranno, Saddam Hussein dice, “Saddam Hussein è stato così grande, che non può essere difeso nemmeno da Saddam Hussein”.
Un secolo affascinante, indubbiamente, anche se non ne provo nostalgia.
“Saddam Hussein è stato così grande, che non può essere difeso nemmeno da Saddam Hussein”
a me ricorda Diego Maradona o Adriano Galliani che rifiutano di rispondere ai giornalisti, più che altro
forse Napoleone poteva dirlo ma Saddam … dai siamo seri
La butto cosi’ ma e’ vero, al mafioso, il “made man” il baffo e’ vietato forse da qualche codice non scritto – pensaci bene… Da lucky Luciano passando per Gambino, Genovese Bonanno, “crazy” Gallo fino a Gotti, Sindona ? fino ad arrivare a Riina e Provenzano la peluria facciale e’ sempre assente.
Il baffo e’ prerogativa dello sbirro nel senso piu’ lato possibile e non dell’uomo d’onore. Just MHO.
Non conosco i codici mafiosi né se siano ancora così scrupolosamente rispettati, ma non escluderei la presenza anche di un discorso di questo genere:
“i baffi li portano gli sbirri, perciò noi no”.
Direi anzi che trovo la tua teoria abbastanza credibile. per una società segreta, un codice di riconoscimento… che non c’è (l’assenza del baffo) è l’ideale, molto più di tatuaggi o roba simile (pure presenti in molte società malavitose): nessuno può dirti niente…
@ PINO
La scena del tuo Avo NON m’è nuova 😉 …
https://www.youtube.com/watch?v=jpUVQ_z6Zcs
“ci rivela il mondo che i suoi autori desideravano.”
so che i gusti son gusti, ma il mondo desiderato in queste foto a me sembra infinitamente migliore rispetto a quello che desiderano i tizi che postano foto di sgozzamenti, teste tagliate, esplosioni, donne ricoperte da capo a piedi et similia
“so che i gusti son gusti”
Io più che un confronto tra gusti, ci metterei un confronto tra epoche. Senza parlare dei Taliban, che sono un’altra cosa, l’immaginario casto-volontarista-militare-industriale del mondo che a te piace è un secolo indietro rispetto all’immaginario individuale-fumettistico-istantaneo dell’Isis.
Anch’io potrei trovare più di mio gusto il Neolitico del presente, ma questo non farà tornare il Neolitico.
più che
“l’immaginario casto-volontarista-militare-industriale”, a me piace “La bacchetta magico-scientifica del Progresso renderà uguale e sorridente l’intera umanità” (e togli uguale che come ben sai non mi interessa minimamente, se non nell’accezione uguali diritti)
Oh, guardate che l’immaginario casto c’è ancora!
Oggidì non si fa che strillare contro la casta, infatti.
Ed è sempre la casta degli altri 😀
“Oh, guardate che l’immaginario casto c’è ancora!”
🙂
A parte le gradite battute, il punto che vorrei sottolineare è questo.
Se il centro è lo Stato, la Storia, la Nazione, il Popolo, i desideri individuali diventano secondari e si devono “controllare”: basta volere, il Compagno e la Compagna possono dormire vicini senza sfiorarsi e un Vero Eroe non si fa tentare, né una Vera Eroessa 🙂 pensa a sedurre.
Quindi via il velo.
Se invece il desiderio individuale è centrale, la sessualità diventa una realtà ossessiva, tra burqa e trans che si baciano in pubblico e rimedi per l’impotenza e orrore perché ci sono i matrimoni gay e diritto o divieto di trombarsi i cani e terrore della pedofilia ecc. ecc.
In questo senso, siamo usciti per sempre dal Novecento.
Miguel, tu sei molto legato alla ricerca della Teoria del Tutto. Ti capisco, perché a volte capita anche a me: e in questo siamo entrambi, io e te, novecentosi 😀
Ma ricorderai come i maoisti predicavano che marito e moglie – marito e moglie, miseriaccia! – dovevano dormire insieme un solo giorno alla settimana. Altroché la fiducia nei compagni che avrebbero saputo dormire senza sfiorarsi! Pare che un giovane Santoro abbia litigato furiosamente, dentro Servire il popolo, perché in disaccordo sulla rigida osservanza del precetto maoista di cui sopra…
E poi, sinceramente, non vedo l’IS come un trionfo dell’individualismo. Al contrario, lo vedo come un polo attrattivo per giovani sradicati cui l’individualismo ha reso un pessimo servizio, e che vogliono mettersi al servizio di un progetto collettivo che cresce altrove, di una società cui credere. E per cui odiare e uccidere, certo, come tante volte è successo in passato.
Al di fuori di questo respiro collettivo non possono esistere ideali: nemmeno quelli dell’IS, così distruttivi e – ai miei occhi – scellerati.
Possono esistere le scie chimiche, gli slogan sulla Casta, i “ciaone” su Twitter. E insomma, ecco, la mia era una battuta, ma fino a un certo punto 🙂
Ora che ci penso, io posso dire di aver cambiato casta, nella mia vita (o quasi.. .tengo anche quella vecchia 😉 )
no, non ha nulla a che fare con i miei amici del paese-poco-simpatico 😉
il fatto è che prima ero privato free-lance partita IVA, ora sono statale-professore.
Prima ero quelli che evadono le tasse (“ma lo facciamo per sopravvivere, e a noi non regala niente nessuno, le ferie e le malattie ce le paghiamo”) adesso sono quelli che hanno lo stipendio garantito e hanno tre mesi di ferie (“ma non è vero e poi è un lavoro stressante e i genitori sono stronzi”).
Da notare che buona parte di queste affermazioni, postive E negative, sono vere.
“il fatto è che prima ero privato free-lance partita IVA, ora sono statale-professore.”
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Non mi dire che ti hanno imbarcato con il piano-di-assunzioni-straordinario a fare potenziamento non richiesto da nessuno, su una cattedra che non c’era!
Se è così, buon divertimento! 🙂
L’anno scorso ho avuto tre classi, quest’anno, a parità di numero ore, dovrei fare il famigerato “potenziamento”.
Non ho capito bene cosa dovrei fare, e temo che non lo abbia capito nessuno.
Tra l’altro io sono assunto sulla classe di insegnamento di latino, e la mia presenza su questa classe è richiesta da una scuola in cui il latino non c’è. Boh?
I “potenziatori” visti l’anno scorso a me pareva non facessero positivamente niente (sembrava a tutti così)…
ti racconterò!
I potenziatori non fanno niente esattamente per la ragione già espressa da te, ossia che vengono assegnati a caso a scuole che non ne hanno bisogno e in cui magari la loro materia non c’è proprio.
E questo è inevitabile, visto che la stragrande maggioranza dei neoassunti dalle code infinite delle GAE con la genialata del potenziamento, stava a galleggiare nelle GAE proprio perché abilitata in materie poco richieste e con code infinite.
Quelli abilitati in materie richieste ovunque, e con graduatorie poco affollate, non avevano bisogno di essere assunti col potenziamento, perché erano già entrati in ruolo con lo scorrimento normale, o vi sarebbero entrati nel giro di pochissimo.
Esempio terra-terra:
io lavoro in un liceo scientifico.
Quali sarebbero le materie che oggettivamente avrebbero bisogno di potenziamento?
L’anno scorso, ad anno scolastico già inoltrato, a dicembre o gennaio, ci sono calati sulla testa, dal nulla, DIECI potenziatori.
Di cui una sola di matematica (peraltro, abilitata solo in matematica e non in fisica, e che non ha nemmeno preso servizio subito, perché già impegnata come supplente annuale in un’altra scuola, e che quindi è stata sostituita da un altro supplente annuale), uno di lettere (che in tutto l’anno ha fatto solo ed esclusiamente corsi di recupero di latino), un paio di inglese (e ammetto che questi abbiano un senso, per le attività di conversazione, di multimedialità e laboratorio vario), e poi, udite udite…
…TRE di diritto ed economia, che al liceo scientifico non ci sono proprio, e altrettanti di arte (anzi, due abilitati nella cattedra di disegno e storia dell’arte del liceo, che comunque ha solo due ore alla settimana, e un’altra abilitata in una rarissima materia tecnica specialistica che si fa solo nelle scuole artistiche, e che da noi nessuno sapeva cosa fosse).
Cosa pensi che abbiano fatto, questi sciagurati (e nemmeno per colpa loro)?
Per due o tre mesi si sono girati i pollici in sala insegnanti aspettando di essere chiamati per coprire un’ora di sostituzione occasionale.
O, peggio ancora, a fare attività di sostegno per disabili senza averne il titolo… o a fare attività identiche a quelle del sostegno per disabili, però a ragazzi che non sono disabili e che il sostegno non ce l’hanno, ma che sono solo “scarsi a scuola”.
Una di quelle di arte ha avuto un (triste) momento di soddisfazione, quando un altro collega di ruolo della sua stessa materia ha avuto un grave problema personale per un mese di seguito, e quindi è stata messa a supplire l’assenza in maniera fissa e a fare veramente lezione curricolare della sua materia.
(peccato che sia VIETATO dalla norma, cioè il potenziatore può essere usato per sostituzioni occasionali, per non più di 10 giorni, ma NON per supplenze continuative).
Poi, qualcuno si è accorto che bisognava “dimostrare di aver trovato qualcosa da fare” anche a tutti gli altri, e si sono inventate le cose più surreali, come imporre ore di compresenza durante le ore curricolari normali già previste, senza il consenso dell’insegnante titolare…
…il quale credeva di andare a fare regolarmente lezione in una classe propria, e si trovava in aula un quasi-perfetto-sconosciuto che aveva già firmato il registro al posto suo e che si scusava imbarazzato dicendo “boh, ma mi hanno detto che per quest’ora dovevo stare qui insieme a te, mica potevo immaginare che tu non lo sapessi!”
Un vero classico è stato quello di acchiappare i potenziatori abilitati in diritto (che magari fino a ieri facevano gli avvocati negli studi privati, e lo fanno ancora) e piazzarli a fare qualche ora di compresenza forzata durante le lezioni di storia e filosofia, “perché tanto sono materie affini”. Per cui, l’insegnante di storia e filosofia, che quel giorno aveva pianificato tranquillamente una lezione sul monachesimo medievale o sulle monadi di Leibniz, si ritrova in classe il giurista spiazzato che protesta: “Ma a me avevano detto che dovevo venire qui a fare un approfondimento sulla questione dei rifugiati!” (o dello stalking, del femminicidio, del velo islamico, o della tutela alla privacy su internet).
Insomma, l’unico, ma dico l’unico che si è fatto un Q*LO così, autonomamente, è stato ‘sto giovanotto di meno di 30 anni nominato come “supplente del potenziatore” di matematica.
Oltre a smazzarsi tutti i possibili corsi di recupero e sportelli didattici per tutto l’anno, dando la disponibilità anche per fisica e per informatica nonostante fosse nominato solo per matematica, e oltre a fare supporto a tutte le attività aggiuntive, aiuti per la preparazione delle olimpiadi di matematica, preparazione dei materiali didattici per gli approfondimenti in inglese, e quant’altro… si è infognato nel laboratorio di fisica (ripeto, lui, laureato in matematica e nominato solo per matematica), si è sporcato le mani in tutti i modi possibili, e ha fatto rifunzionare strumenti abbandonati da anni.
Era lui che veniva a rincorrere entusiasticamente noi colleghi di ruolo per chiedere se avevamo bisogno di aiuto, e se avevamo qualche idea intelligente su cosa fargli fare per rendersi utile.
Ovviamente è l’unico che non era assunto fisso come “potenziatore” vero, ma solo come “supplente del potenziatore”, e che quindi l’anno nuovo quasi sicuramente non ci sarà. 🙁
Scusate la lungaggine, ma ho passato mezza giornata a preparare un compito di recupero per gli esami di settembre imminenti , e un po’ di sfogo mi ci voleva.
Un mio amico, anche lui insegnate di liceo scientifico, mi aveva parlato di questi potenziatori che sono stati assunti e mandati in giro a fare niente… tra gli altri nella sua scuola e’ arrivata una bella ragazza siciliana di materie artistiche….
…lui comunque le ha risolto egregiamente il problema del non fare niente ingaggiandola come amante full time 😀
“lui comunque le ha risolto egregiamente il problema del non fare niente ingaggiandola come amante full time”
Ha pure il tempo di farsi l’amante, tra riunioni, compiti da preparare, verbali e infinita fuffa burocratica da consegnare in segreteria?
Complimenti!
Lisa,
come fa un professore di diritto ed economia a trovare il tempo di esercitare la libera professione?
Cioè, poniamo pure che a scuola faccia il minimo del minimo indispensabile. Comunque 18 ore più qualche extra (ricevimenti, consigli, segreterie varie) le impiega. Quando ci va in udienza? quando scrive e notifica gli atti? quando riceve i clienti?
Se poi nel frattempo ha pure l’amante dev’essere Mandrake 😀
Io ho lavorato parecchi anni in istituti tecnici, e posso assicurare che la maggior parte degli insegnanti di materie professionali fanno anche la libera professione, chi più chi meno. In particolare ingegneri, architetti e agronomi, non ce n’è quasi nessuno che lavori solo a scuola. Di avvocati e commercialisti ne ho conosciuti meno, ma ci sono anche quelli.
Certo è improbabile che siano titolari in prima persona di studi importanti, ma di collaborazioni qua e là, ne fanno eccome.
E specialmente quelli che a scuola sono precari, perché appunto non hanno la garanzia di lavorare sempre e di essere pagati per tutto l’anno, quindi non mollano del tutto le attività che svolgevano anche fuori.
E siccome in origine si stava appunto parlando di grandi masse di neoassunti che fino al giorno prima erano precari (e che in qualche caso non erano nemmeno precari “attivi”, ma semplicemente iscritti in graduatoria mentre facevano un altro lavoro, e accettavano supplenze solo occasionalmente), non ci trovo niente di strano nel fatto che “ci provino” a continuare a fare tutte e due le cose… magari proprio perché, essendo poco esperti di scuola, sottovalutano fortemente gli impegni richiesti.
Chi è abitauto a lavorare con clienti, contratti, aziende private e non sa quasi nulla di scuola,all’inizio tende a pensare davvero che a scuola “si abbiano tutti i pomeriggi liberi” e “si abbiano tre mesi di ferie”, e che quindi sia facilissimo fare il lavoro doppio.
Poi magari nel giro di un anno si ricrede, ma il “potenziatore” neoassunto ancora non l’ha capito…
L.
Anche perché il “potenziatore”, a quanto vedo, davvero ha ben poco da fare!
Alla fine, nella scuola vecchia, li hanno messi a furor di popolo (insegnante) a compilare i risultati dei test INVALSI.
Invece nella scuola dove sono andato a far da commissario esterno (un liceo artistico) ho conosciuto insegnanti liberi professionisti che mantenevano la doppia professione, da anni. Forse dipende dalla professione, ma non sembra impossibile
(il mio lavoro è possibilissimo).
Z
“come fa un professore di diritto ed economia a trovare il tempo di esercitare la libera professione”
sai che di avvocati/insegnanti ne ho incontrati parecchi?
“Quando ci va in udienza?”
uno di questi avvocati/insegnanti me lo sono ritrovato, negli ultimi anni, 5-6 volte all’anno in udienza qui in lussemburgo (so che insegna perché lo scrive sulla sua carta intestata, e mette l’indirizzo sia dello studio che della scuola…chissà poi per quale motivo!?!) e mi sono regolarmente posto la tua domanda
Pino, come è andato il rituale mistico del primo settembre nella nuova scuola? 🙂
Il video ricorda un mix tra parate sovietiche, maoiste, cubane e persino il sabato fascista coi balilla e le piccole italiane.
Spesso dal palco, si vede una donna velata con abiti principeschi accanto ad un uomo coi capelli bianchi, che si suppone dovesse essere il “caro leader” (Taraki?).
Il mondo che piace a Jam, ormai sparita da tre anni da questo blog.
Il mondo che piace a quei musulmani e non, che pensano che il progresso si misuri dai centimetri di stoffa indossati dalle donne, dal libertinaggio (altro che pura dentro!).
Se poi dietro le luci del Palazzo del Potere Progressista, si nascondono arresti, torture, omicidi mirati e non, oppressione di un popolo “vascio” che proprio non ne vuol sapere di tale modernità, e dunque va “educato” per il suo “bene”, anche e spesso con le CATTIVE, a costoro non importa, anzi lo ritengono una “dolorosa” necessità……
“Se poi dietro le luci del Palazzo del Potere Progressista, si nascondono arresti, torture, omicidi mirati e non”
La sorella della Volontà si chiama Violenza.
“Il video ricorda un mix tra parate sovietiche, maoiste, cubane e persino il sabato fascista coi balilla e le piccole italiane.”
Ma anche la visita del sindaco democristiano alla scuola elementare, o il raduno di Azione Cattolica, o Roosevelt in viaggio nel Tennessee.
A me quelle immagini piacciono. Del resto, a me il Novecento piaceva.
Mi piaceva lo spirito dell’attività politica collettiva; la tranquillità domestica del buon borghese che legge la pagina esteri sul giornale; l’idea che il lavoro fosse rispettabile e rispettato anziché essere prostituzione umiliante, predatoria o entrambe; l’idea che infastidire il vicino non fosse un diritto acquisito di chi è più ricco, prepotente o entrambe; la convinzione che rifiutare le ingiustizie non significasse “essere invidiosi” e che la fama e il consenso non giustificassero l’arroganza; i compagni su cui potevi contare, convinti che avremmo saputo mettere da parte le differenze; gli avversari che potevi capire, perché nessuno di noi era stato mangiato vivo come oggi dalla rabbia, dalla disperazione.
Poi le cose finiscono, e questo bisogna accettarlo.
Sì, ma quello era il Novecento in Europa (occidentale), non certo in Afganistan.
Poi certo, anche a me piace pensare a quando potevamo spendere e spandere e vivere alla grande trincerati nel nostro piccolo paradiso senza renderci conto che un giorno o l’altro, in futuro, ci sarebbe stato presentato il conto.
Tutto vero, Maurì. Del resto io vivevo in Europa occidentale, e così la mia famiglia.
Poi appunto le cose finiscono. Il nostro Novecento era un periodo molto particolare: era per molti versi, per dirla con Miguel e Francesco, l’epifenomeno della ricostruzione postbellica. Nel 1979 era già in crisi. Ed era già durato singolarmente a lungo.
Ciò non toglie che ora siamo trincerati nel nostro piccolo inferno, e che il conto ci viene presentato comunque.
Il conto è proprio il piccolo inferno.
Sei ottimista. Io credo invece che anche per questo piccolo inferno di oggi dovremo pagare il conto domani.
Ottimista? Per niente: io dico che questo è solo l’antipasto.
Capisco. Io la faccio più semplice e penso che il nostro Novecento sia stata una breve eccezione – durata tipo un quarto di secolo – dovuta soprattutto alla ricostruzione postbellica.
Ora il mondo è tornato alla normalità di sempre.
“Ora il mondo è tornato alla normalità di sempre.”
Sottoscrivo l’essenza del tuo ragionamento.
Però credo che il “Novecento” coincida soprattutto con l’era del carbone, che si diluisce nell’era del petrolio.
Quindi ne daterei l’inizio parecchio prima, già nell’Ottocento.
Però ogni era, per quanto transitoria, lascia qualcosa in eredità a quelle che seguono.
Tipo la domesticazione degli animali, l’agricoltura, la lavorazione dei metalli, l’invenzione dei mattoni, la navigazione …
La nostra era cosa si appresta a lasciare al futuro?
Miguel,
io lo farei partire dal ’14, ma in effetti Novecento può significare tante cose diverse, e per questo ho precisato “il nostro Novecento” per delimitare l’ambito (nel mio caso, il dopoguerra).
Francesco,
ai posteri lascerete Facebook, Twitter, la Difesa delle Radici e il Milan cinese 😀
OK
lasciamo l’elettricità, l’informatica, (il commercio no c’era già prima), la robotica, qualcosa a livello culturale?
Il problema è che abbiamo introiettato l’ideologia del Nemico: Il Novecento è un secolo da dimenticare, abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, non si può tornare indietro, lo Stato è il male, ogni tentativo di progettare l’economia è illusorio, vi è un conflitto di civiltà, non resta che l’individualismo ecc.
Questo è ciò che a Loro (l’oligarchia globalista) è utile che noi pensiamo, e diffondono ogni giorno simile propaganda. Ma senza alcun argomento o prova. La tecnologia è ulteriormente progredita, e non si capisce perché ciò che era possibile nel 1970 (benessere diffuso, democrazia reale, diritti sociali ecc.) non lo sia nel 2016.
Perché oggi non c’è più la minaccia comunista sovietica, tale da costringere i capitalisti a cedere…..
il bello della minaccia comunista sovietica è che ha fatto vedere cosa c’era realmente senza i capitalisti
chiaro che oggi non ci pensano neppure a mollare un centesimo!
“Il problema è che abbiamo introiettato l’ideologia del Nemico”
Una tesi molto interessante, che meriterebbe di essere analizzata fino in fondo, senza pregiudizi.
Provo a lnaciare qualche battuta:
1) “vissuto al di sopra dei nostri mezzi”. Credo che sia profondamente vero, solo che non andrebbe brandito unicamente contro i pensionati 🙂
2) “non si può tornare indietro”. Credo che sia giusto ricordarcelo sempre.
3) “lo Stato è il male”. E un po’ lo è. Il problema è che il Privante non è un bene.
4) “ogni tentativo di progettare l’economia è illusorio”. E’ un tema su cui non ho le idee chiare. Da una parte, se non “progettiamo”, finiremo nel baratro; dall’altra, chi deve progettare?
5) “conflitto di civiltà”. Certamente esistono infiniti modi diversi di vivere; la domanda è se dobbiamo accettarlo, o se dobbiamo farne appunto un “conflitto”.
6) “Non resta che l’individualismo”, e lì sono ovviamente d’accordo con te 🙂
7) “la tecnologia è ulteriormente progredita”. Non so, perché è progredita anche la coscienza che ciò che pensavamo possibile nel 1970 – tipo riempire il mondo di rifiuti – non è oggi possibile.
Ma parliamone, perché è un tema decisivo, e dobbiamo tutti essere flessibili e pronti a riflettere e cambiare idea.
Urca Miguel, sono sorprendentemente d’accordo con te su quasi tutto.
Devo capire dove sto sbagliando 😀
Comunque è vero che alla fin fine chi è andato in pensione da giovane stava esercitando un suo diritto. Non sarebbe giusto biasimarlo.
In cambio, però, chi è andato in pensione da giovane ieri dovrebbe astenersi dal criticare i giovani di oggi, e far loro la morale. Perché, quando hai ricevuto cento volte quello che hai versato, fare la morale a chi riceve un centesimo di quello che versa, ecco, proprio no.
Tra l’altro cose del genere sono un’istigazione alla violenza selvaggia, e di violenza selvaggia nel mondo ce n’è sinanco troppa 🙂
>> Il Novecento è un secolo da dimenticare, abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, non si può tornare indietro, lo Stato è il male, ogni tentativo di progettare l’economia è illusorio, vi è un conflitto di civiltà, non resta che l’individualismo ecc.
tranne l’ultimo punto, direi che potremmo scolpire ciascuna di queste frasi nell’adamantio per sottolineare la veridicità delle stesse.
con minime glosse, tipo che le civiltà da sempre confliggono e copulano, che lo Stato serve spesso anche se è pericoloso sempre, e basta direi.
Ah, e che Gianni Rivera non lo voglio affatto dimenticare!
Ciao
come la mettiamo con quei paesi, come il Giappone e la Corea, che hanno saputo saltare sul carro del “piccolo paradiso” e restarci?
più che di destino parlerei di capacità politica
Giappone e Corea sono in Europa occidentale? 😀
…sì 😉
onestamente stento a vedere qualcosa di non europeo, tolte le facce, in giapponesi e coreani del sud.
Gente (entrambe le popolazioni) che affolla il Conservatorio di musica classica del mio non capoluogo…
No e questo mi pare dimostrare che il “nostro” Novecento è esportabile e vivissimo.
Siamo noi a essere diventati inadeguati.
Il Giappone ha i suoi problemi, per nulla irrilevanti. Della ROK non so nulla, lo ammetto.
“A me quelle immagini piacciono. Del resto, a me il Novecento piaceva.”
Bel riassunto, grazie!
“sembra infinitamente migliore”
Sembra, perché questi “elegantoni” non ci mostrano cosa avveniva DIETRO le luci di questa autocelebrazione del potere progressista……
ovviamente parlo di mondo migliore, non perfetto
il mondo perfetto è questo
http://www.gosocial.co/wp-content/uploads/2015/02/happy-title.jpg
“il mondo perfetto è questo”
Tre miliardi di uomini sulle amache a leggere, con tre miliardi di donne dietro a cucinare 🙂
oh no, a me piace moltissimo cucinare!
piuttosto, 6 miliardi di persone occupate a godersi la vita in santa pace, senza essere scocciati e senza scocciare gli altri (ma mi rendo conto che un’utopia, non ci sono così tante amache 😉 )
“ma mi rendo conto che un’utopia, non ci sono così tante amache”
🙂
Facciamo un compromesso. 5 miliardi di persone a cucire amache, 1 miliardo a godersele 🙂
Immagino che per le donne l’Afghanistan degli anni settanta non era la Svezia di oggi, ma colpisce che nel filmato sembrano fare una vita “normale”. Chissà lo choc di passare da una società in cui puoi pure entrare nell’esercito ad una in cui non puoi uscire di casa…
PS. Che lingua è? Farsi?
“Immagino che per le donne l’Afghanistan degli anni settanta”
Le immagini ritraggono un’infima parte della popolazione benestante.
I Khalqi hanno avuto la splendida idea di fare una “riforma agraria” sotto l’illusione marxista che l’Afghanistan avesse un sistema feudale. Il risultato di quella riforma è stata la rivolta di tutti i presunti “beneficiari” della riforma stessa.
Sulla lingua, credo che sia Dari, il Farsi locale.
“sotto l’illusione marxista che l’Afghanistan avesse un sistema feudale.”
Che poi è proprio come l’illusione liberale attuale secondo cui l’Afghanistan sarebbe “tornato al Medioevo”, come se l’Afghanistan avesse mai vissuto qualcosa come il Medioevo!
come se l’Afghanistan avesse mai vissuto qualcosa come il Medioevo
questo è vero
Medioevo implica Occidente cristiano
in un certo senso il Medioevo è esistito solo per la cristianità latina (cattolici inclusi quelli divenuti poi protestanti)
addirittura per la Grecia “Medioevo” è forse scorretto
Comunque, trovo interessante come il metro sia sempre quello del “velo/non velo”.
Che ossessiona fino al punto di dimenticare la sorella della Volontà, la Violenza.
Hafizullah Amin, fisico educato nelle università statunitense, fece sterminare in pochi giorni più gente di quanta ne abbia fatta fuori l’Isis in tutta la sua carriera.
Immagino con pulitissime impiccagioni e fucilazioni, senza mandare video a nessuno. Mica c’era Facebook.
Miguel,
— Comunque, trovo interessante come il metro sia sempre quello del “velo/non velo”. —
Ovvio. Mica te lo devi mettere tu, il velo. Neppure lavorare dodici ore in miniera sono un guaio, finché lo fanno gli altri 🙂
“Ovvio. Mica te lo devi mettere tu, il velo”
E non mi devono nemmeno fucilare; e il Novecento è stato costruito – come diceva quel novecentista sommo di Mao – sulla canna del fucile.
Invece potresti essere fucilato, un giorno. Poteva capitare nel Novecento e potrà capitare domani: tutti i rivolgimenti sono fatti con le armi, da sempre.
Ma sei uomo e il velo, quello nessuno te lo metterà. Qui sta la differenza.
Insomma, la morale è “meglio essere fucilati che portare un velo”.
Z., quando assumerò il potere dittatoriale in Italia, offrirò a tutti quelli che mi stanno antipatici, uomini e donne, l’alternativa “mettiti un velo in testa oppure finisci davanti al plotone d’esecuzione”.
A te invece, che mi stai simpatico, darò la sola opzione della fucilazione. 😛
Sempre con la possibilità di scamparla in cambio di un anno di pasti a tue spese nelle migliori trattorie, a rotazione, di tutta laprovincia di Bologna (e aree contigue).
No, la morale è che il velo non è mai un problema per gli uomini, mentre la fucilazione capita anche a loro.
Ma non è che le cose si escludano a vicenda, eh!
Quando vuoi venirmi a trovare, comunque, sei sempre il benvenuto 🙂
Z.,
non tentarmi proprio ora che sono nel Canton Ticino, dove una pizza margherita “cartonata” costa minimo 13 euro e dopo le 18 c’è il coprifuoco assoluto di negozi e gente!
C’è di buono che sono gentilissimi e che parlano in milanese, cosa che a Milano non si fa più da decenni.
ci sono agri in Afganistan?
questo non lo sapevo, credevo solo montagnacce e altipiani
Parecchi anni fa, a Ravenna, vidi una mostra organizzata da RAWA.
Numerose fotografie ritraevano l’Afghanistan dei primi anni Settanta. Ce n’erano parecchie di campi coltivati, fiumi, vegetazione.
Anch’io ne fui colpito.
Non volevo essere così naive.
Quanto sono estese le terre coltivabili in Afganistan? ha senso parlare di riforma agraria? sono pianure o terrazze?
Come funziona(va) il procurarsi il cibo?
Pensavo a una roba così, ecco
Ciao
Io invece mi stupii in modo davvero naïf!
Non saprei dirti meglio, purtroppo.
splendido !
l’ho condiviso sul mio fb
qui il mio commento storico in nota
un po di storia però ci vuole 😀 quello in primo piano e nelle foto é Taraqi, che sarà assassinato poco dopo in sett 1979 (al ritorno da Mosca) dal suo “braccio destro2” il “fedele” (!) Hafizullah Amin, che si vede a destra (senza baffi), le cui follie provocarono l’intervento di Mosca in dic 1979 e la sostituzione del “Parcham” (ala filo-sovietica del PDPA, di Babrak Karmal) al “Khalq” (corrente più nazionale del PDPA)..in un certo senso fu l’ambizione di Amin a rovinare l’Afghanistan [la guerriglia proto-islamica nelle province più lontane, con appoggi degli USA ma ancora minimi, c’era già sotto Taraqi, ma la situazione divenne pericolosa per il regime solo dopo il “colpo di mano” di Amin e soprattutto dopo l’invasione sovietica
il mio commento di introduzione al video invece è stato
splendido video, con immagini dell’Afghanistan del 1979, sotto il regime comunista della fazione Khalq=popolo, che prese il potere con il “golpe” del 7 saur 1357=27 aprile 1978..ma non voglio parlare di storia, almeno ora…..
quello che colpisce é la libertà che godevano allora le donne in Afghanistan…moltissime di quelle giovani non avevano velo, sorridevano, apparivano pienamente emancipate; altre avevano qualche velo, ma poca cosa ed in ogni caso siamo lontanissimi dal burqa odierno; vi erano pure donne-soldato (cosa che in italia all’epoca non c’era !)
alcune sono veramente belle, ad esempio una verso il minuto 3.01…ve ne sono pure di bionde, tipo una al minuto 9.31 (ma sarà sovietica ?)
certo, il filmato é propagandistico, ma chiunque guardi senza (troppi) pregiudizi, indipendentemente dalla propria Weltanschauung, non potrà, credo, se non rimpiangere quell’epoca in cui all’Afghanistan pareva aprirsi almeno la possibilità del progresso, per la donna in primis ma beninteso anche per l’uomo ! quanto appariva felicemente lontano il talebanismo !
ciò ci ammonisca a non credere, dogmaticamente, che la Storia sia un progresso continuo..no, può non esserlo, può essere un regresso e l’Afghanistan ce lo dimostra !
(un po’ calcato per tener conto di ‘ste donne islamofobe 😀 ma tutto sommato è quanto penso e che da voi, con altre parole, ho espresso più volte !)
“chiunque guardi senza (troppi) pregiudizi, indipendentemente dalla propria Weltanschauung, non potrà, credo, se non rimpiangere quell’epoca in cui all’Afghanistan”
E’ proprio questa tua affermazione che dimostra che stiamo parlando di un’epoca storica totalmente sepolta. Fossimo stati nel 1980, credo che Habsburgicus starebbe a raccogliere fondi per mandare armi ai mujahidin 🙂
Se oggi può giudicare le cose con un diverso distacco, è perché sa che oggi tutti i passati del Novecento, compresi quelli che piacciono maggiormente a Habs, hanno un forte denominatore comune.
In questo, Habs resta sempre ciò che Tiqqun chiamava, “un uomo d’Ancien Régime” 🙂
Fossimo stati nel 1980, credo che Habsburgicus
vero ! ma avrei sbagliato (forse :D)
eh sì, perché visto OGGI il mondo comunista non rappresentava più un pericolo almeno dai primi ’60 e combattere l’URSS (Potenza che OGGI mi pare del tutto accettabile, nella versione brezhneviana..io il comunismo lo avrei distrutto volentieri, ma prima !) utilizzandi il fanatismo islamico dormiente (e neanche tanto, nel finitimo Iran sciita, Khomeini vinse il 22 bahman 1357 cioè 11 febbraio 1979, Piruzi-ye shohkumand-e enqelabi-ye Eslami-ye Iran, “magnifica vittoria della rivoluzione islamica del’iran”) mi sembra OGGI una follia criminale ! di cui magna pars è degli USA
tantopiù che si aveva a che fare con un regime pro-comunista fazioso [c’era il Parcham che Mosca metterà al potere in dic 1979], che magari col tempo si sarebbe riusciti a “titoizzare” o “maoizzare” o anche solo “castrizzare” (anche se il confine diretto con l’URSS era un impedimento)
questo OGGI, lo ribadisco..ALLORA però, e lì Miguel ha ragione, quasi sicuramente avrei reagito diversamente 😀 e avrei sbagliato..riaffermo anche questo !
P.S
la lingua sarà il pashto
Secondo me nell’80 stava diventando piuttosto evidente che l’URSS non era un pericolo se non per i propri cittadini.
no Z, fidati
nessuno lo pensava, ci si divideva tra chi tifava per e chi contro l’URSS ma l’idea che fosse un sistema condannato non circolava
persino i reazionari come me lo avrebbero trovato troppo propagandistico per crederci
certo, forse gli Illuminati nel segreto delle loro cripte già lo sapevano
col senno di poi, già il fatto che l’URSS riuscisse a sfamarsi solo importando grano dagli USA …
ma lo sai a cosa serve il senno di poi, vero?
ciao
Beh, veramente nel 1980 dalle mie parti erano rimasti davvero in pochi a tifare per l’Unione Sovietica!
A parte questo, non dico che fosse opinione comune che si trattasse di un sistema condannato, ma che fosse abbastanza evidente che il pericolo dell’URSS era tutto per i propri cittadini.
La CIA lo sapeva già da oltre vent’anni…
la CIA sapeva cosa?
sai, a me pare che di mestiere, anzi di vocazione, la CIA non capisca un tubo
però magari mi sbaglio
d’accordo con Francesco !
La CIA sapeva che nella corsa al nucleare i russi erano indietro come le nespole. Sapeva anche altre cose, ma per ottusità e fanatismo più di un presidente decise di non prestare ascolto.
Stessa cosa fece Hitler prima di Barbarossa. E anche Stalin, poco dopo. Non fu una buona idea, per nessuno dei due Paesi.
Beninteso: si parla di analisi. Mica di previsioni del futuro. Quella è roba per astrologi ed economisti 😀
>> La CIA sapeva che nella corsa al nucleare i russi erano indietro come le nespole.
strano, che io sappia, se c’era un campo in cui l’URSS era più o meno alla pari, era proprio quello degli armamenti nucleari e relativi vettori.
ah, per la cronaca, Hitler scelse di sottovalutare la potenza militare sovietica prima della guerra, non di esagerarla.
ciao
Non erano alla pari nemmeno di lontano, come quantità di armamenti. Però più di un presidente preferì credere alla propaganda che lo sosteneva.
Su Hitler è come dici: non credeva che l’URSS avesse così tanti carri armati. Del resto Stalin non credeva che Hitler avrebbe tradito il patto.
Il fanatismo spesso non va d’accordo con l’analisi del mondo reale.
Su Hitler è come dici: non credeva che l’URSS avesse così tanti carri armati.
si..e non solo quello
Hitler in persona se ne lamenta con il Duce il 25/8/1941 dicendo che per la prima volta il servizio informazini aveva fallito…lui credeva che i sovietici avessero molto meno
concetti simili, sempre nei DDI (ove potrete andare a cintrolare se non vi fidate :D) espressi da altri gerarchi a personalità italiane in quei giorni…uno parla già allora di ritardo di un mese e accusa la campoagna in YU (discutendo con un italiano non dice espressamwente che la colpa é nostra, bvedi impresa di Grecia :D) anche iul gen. Marras riporta idee simile e mi aore il fascista Lombrassa, qualche giorno prima, anche la diminuzione dell’entusiasmo tedesco per l’Italia soprattutto a causa della Grecia (vabbé 10 mesi prima)…da buon gallo italico sostiene nel rapporto che l’unica parte della popolazione germanica a stimare gli italiani era quella femminile !
i tedeschi, e Hitler stesso, si lamentano della durissima resistenza sovietica “inutile”
quindi Z ha deto una cosa assodata
già a fine ago 1941 Hitler si era reso conto di essere caduto in una trappola o al minimo di aver commesso u grande errore…un militare già oarlava di campagna del 1942, a fine ago 1941 !
mi distinguo da Z solo nel mio inveterato “stalinismo”, secondo me Stalin forse non credeva proprio che attaccassero il 22 giugno (ok..altrimenti avrebbe fatto altro) ma ritengo che si fosse preparato bene !
dunque fu AH a sbagliare in essenza
Stalin sbagliò solo in drettaglio, trascurando le informazioni su un attacco già il 22 giugno
P.S
dai documenti (DDI) si evince che i tedeschi erano pieni di un’ammirazione mista ad orrore per quel che trovarono
un’autostrada nuova, non indicata nelle carte, costruita in pochi anni con il lavoro forzato !!!! (ecco cosa seervivano i gulag)
e invece strade segnate, per i gonzi [cioé noi occidentali] che non esistevano !
potenza di Marx, quando ha il potere assoluto
sì perché il potere assoluto non l’ebbe il buon Mussolini e neppure AH..lo ebbe Stalin
egli ebbe schiavi ,l’unico dai faraoni a godere di tale “privilegio” !
che non é tale per le vittime
scusate gli errori ortografici
ma su certi argomenti 😀 scrivo di getto e invio
obliando che su fb si può correggere e qui no !
Z
scusa ma sei finito nel mio carrugio!
come numero di armi l’URSS aveva vantaggio in quasi tutto. anche a estendere il confronto a NATO e PW, che rafforzava molto l’Occidente.
contava anche i carri armati rimasti in deposito dal 1945 e gli aerei così vecchi che si rompevano solo a guardarli.
ricordo che erano indietro solo a portaerei e sottomarini a propulsione nucleare (mi dirai sticazzi e hai ragione) e a bombardieri strategici (che secondo me non servono a un cazzo, in una guerra “alla pari”)
se passiamo alla qualità degli armamenti, le cose sono assai diverse e in progressivo peggioramento (per loro) direi dagli anni ’60 in poi
Francè, si parlava di corsa al nucleare tra USA e URSS, e in questo campo la supremazia degli Stati Uniti non è mai stata minacciata neppure di lontano.
Z
l’arsenale nucleare URSS era pari, se non superiore, a quello USA
a meno che non sappia che i missili russi non sarebbero partiti perchè fatti male
sul campo, nonostante alcuni tentativi USA di favorire i russi (i carri M60, gli aerei senza cannoncino, gli F111), era un’altra storia
ciao
Allora, ho verificato per come potevo: non ho il libro appresso e su en.wiki ho trovato dati diversi da quelli che ricordavo (e che forse ricordavo male: ti so dire non appena ci rimetto sopra le mani).
Secondo i dati in questa sezione…
https://en.wikipedia.org/wiki/Nuclear_arms_race#Mutual_Assured_Destruction_.28MAD.29
gli Yanquis, durante tutto il periodo più critico della guerra fredda, avrebbero conservato una netta supremazia in materia di testate. I dati cambiano se osserviamo il materiale fissile (credo, almeno, che quello sia ciò che la tabella misura in megatonnage).
Però quello che dicevo resta molto vero per gli anni Sessanta, secondo la sezione medesima: lì il nucleare americano, comunque osservato, stava proprio ad un ordine di grandezza superiore a quello sovietico.
Naturalmente parlo dell’Europa occidentale. Negli Stati Uniti le cose erano diverse, immagino, per una serie di ragioni e necessità.
Tra parentesi, questo non significa che fosse doveroso schierarsi dalla parte dell’invasore sovietico. Le aggressioni a Paesi stranieri di solito piacciono poco: e infatti l’allora Presidente della Repubblica, in Italia, si schierò con i guerriglieri afghani.
“la lingua sarà il pashto”
Non lo so. Mi sembra troppo familiare e comprensibile, e non sento consonanti retroflesse.
Ma mi posso anche sbagliare.
“questo OGGI, lo ribadisco..ALLORA però, e lì Miguel ha ragione, quasi sicuramente avrei reagito diversamente”
E’ vero, e vale per tutti noi.
Anch’io parlo a distanza di decenni di queste cose.
Ora, nel 1980, tu avresti agito diversamente da come, nel 2016, agiresti con il senno di poi.
Una conclusione onesta e bella; ma la cosa che mi piacerebbe fare qui è cercare di trovare il modo di saltare subito alla nostra conclusione tra trent’anni.
lo sai che di terzo mestiere, dopo il traduttore e l’addestratore, fai il diavolo tentatore?
cosa penserò tra 30 anni del mondo di oggi?
ci dovrei ponzare su un bel pò
ciao
Le nostre conclusioni tra trent’anni? difficile dirlo…
per fortuna abbiamo trent’anni di tempo per pensarci 🙂
Miguel,
al contrario mio, che era un bambino e sapevo solo che i russi erano andati lì tanto per fare dell’espansionismo, perché allora capivo il mondo come un insieme di chiazze di diversi colori che si contendevano lo spazio e vinceva quello che riusciva a eroderne di più agli altri, tu nel 1980 eri adulto e vaccinato.
Cosa ne pensavi di quel regime e in generale di quella temperie storica?
Mi associo alla domanda di Peucezio.
“tu nel 1980 eri adulto e vaccinato”
Considera che non c’era Internet, non avevo la televisione e non leggevo i giornali!
Su tante cose, ho cominciato a informarmi soltanto dopo.
@ Peucezio
Se posso permettermi, mi intrometto, dato che sono nato nel 1960: parlo dei ricordi della mia generazione.
Quanto alla Russia, in Italia si era poco più in là dei film di Don Camillo. I Russi erano i cattivoni dei film di James Bond e ci puntavano addosso un sacco di missili, e in passato avevano dato i natali agli autori di alcuni noiosissimi sceneggiati televisivi che la RAI si ostinava a trasmettere al posto di western e cartoni animati. Con l’incomprensibile pratica di non restituire i prigionieri di guerra a noi “Italiani brava gente” (grande film con Raffaele Pisu) avevano poi provocato i strazianti conflitti familiari de “I girasoli” con la Loren e Mastroianni.
Ricordo lo stupore quando lessi che in Crimea c’erano stabilimenti balneari come a Rimini.
Nel mio piccolo solo la passione che mia madre cerco’ inutilmente di istillarmi per le novelle di Cechov mi ha consentito di capire che “izbà” è un tipo di abitazione, “stàrosta” l’anziano del villaggio e “vérsta” un’unità di misura di lunghezza.
E in cuor mi convinsi che il maestro ci raccontasse balle quando ci spiegò alle elementari che la scritta CCCP sui missili si doveva leggere Es-Es-Es-Er e non, appunto, Cì-Cì-Cì-Pì.
Alle scuole medie feci furore con una ricerca sull’URSS il cui contenuto era essenzialmente la trascrizione dei nomi dei mari che la circondano in alfabeto cirillico -da me imparato da autodidatta per l’occasione- con la traslitterazione
Quanto agli altri popoli d’oltrecortina, memoria delle foibe a parte l’ignoranza era se possibile ancora più profonda.
Mia madre comprava una enciclopedia a dispense, “Universo”, della de Agostini. Giunti alla voce “Polonia – cinema” provai a sfogliare la dispensa e mi convinsi che dovesse telefonare alla casa editrice: dovevano esserci un sacco di refusi di stampa, non era possibile che i nomi dei film Polacchi contenessero così poche consonanti.
Una insegnante di Francese, madre di un mio compagno di liceo, mi chiese del tutto seriamente: “Senti, Solidarnosc ho capito chi è, ma di nome come fa?”.
Ancora quand’ero fidanzato, cioè un quarto di secolo fa, mia madre venne a trovare i futuri consuoceri Polacchi e si stupì moltissimo di non trovare i famosi cavalleggeri baffuti le cui inutili ma eroiche cariche di cavalleria aveva visto scagliarsi contro i panzer nei cinegiornali Luce.
E in Azienda la mia segretaria, quando le raccontai della mia piacevolissima visita a Danzica, mi chiese se davvero mi era così piaciuta la Germania.
Più in generale, a parte i (relativamente pochi) operai ideologizzati del PCI, che più che essere filo-Sovietici erano anti-DC e dunque anti-USA, solo una ristretta minoranza di critici cinematografici, professori universitari di fisica, storici, critici letterari e affini avevano una conoscenza meno superficiale.
Solo a ridosso della caduta del Muro, ormai adulto, venni a sapere dell’esistenza di minuscoli gruppuscoli di persone che adoravano l’Albania “terra dell’uomo nuovo” di Hoxha. Cercai di avere tramite loro un visto di ingresso turistico nel paese, ma inutilmente. Nel 1988 feci un viaggionei Balcani; entrai in Bulgaria con visto turistico ottenuto in quanto “proletario”, che però mi fu rifiutato dalla Romania.
Come ho gà detto, le simpatie pro-URSS erano in realtà una frustrata antipatia anti-DC. Italo Calvino, ad esempio, una volta ebbe onestamente a scrivere che finchè viaggiava nei paesi d’oltrecortina non si capacitava di come si potesse essere Comunisti, ma che quando tornava in Italia non si capacitava di come si potesse essere anti-Comunisti.
Ciao!
Andrea Di Vita
“Se posso permettermi, mi intrometto, dato che sono nato nel 1960: parlo dei ricordi della mia generazione. ”
Grazie delle bellissime riflessioni.
Non ne sapevo molto di più nemmeno io (anzi, peggio – ero influenzato da tanti luoghi americani), ma aggiungo riflessioni sparse:
1) conoscevo alcuni intellettuali che, con mia grande sorpresa, passavano tranquillamente la frontiera, e mi raccontavano che quel mondo era completamente diverso da come ce lo raccontavano, e anche religioso in una maniera inimmaginabile da noi
2) mi ricordo di un folle esule dalla DDR, che mi raccontava di suo padre, ufficiale russo, che quando cominciava a bere, iniziava a cantare canzoni zariste
3) un arbereshe calabrese, profondamente religioso, che girava con una spilla con Enver Hoxha
4) un discendente di profughi russi aristocratici del 1917, che lavorava alla FAO di Roma, che mi raccontò di come ospitò il viceministro sovietico dell’agricoltura. Che le disse che lui non solo aveva un appartamento tutto per sé, ma aveva persino un bagno privato.
A volte, leggi una cosa e cambi per sempre.
Attorno al 1990, lessi un saggio di Chomsky, che parlava dell’ex-URSS.
C’era una cosa banalissima, che se l’avessimo capita decenni prima, ci saremmo salvati tante incomprensioni.
L’URSS era un paese del Terzo Mondo, e andrebbe paragonato con i paesi del Terzo Mondo.
Come oggi, Cuba non va confrontata con il Canada, ma con Haiti.
Era assurdo paragonare l’URSS con l’Italia del boom; andava confrontata, semmai, con la Turchia dell’epoca.
So che all’epoca, tutti scherzavano sugli operai italiani che andavano in Urss e scoprivano che il comunismo era miseria.
Però probabilmente la maggior parte delle persone che sono vissute nei “paesi dell’Est” che io conosco, concorderebbero nel dire che “si stava meglio quando si stava peggio”: DDR soprattutto, Moldavia, Georgia, Romania, ex-Jugoslavia.
Non so molto, invece, di “baltici”, polacchi e ucraini.
“L’URSS era un paese del Terzo Mondo, e andrebbe paragonato con i paesi del Terzo Mondo”
questo era sicuramente vero ma bisognava spiegarlo a loro
visto che siamo in clima di ricordi, io sono stato in urss (kharkov) nel 90. fra gli ottimi ricordi (gente molto simpatica, bei posti, bellissime ragazze e cibo buono) mi è rimasto impresso un episodio. si era durante i mondiali di italia 90 che si seguiva in gruppo (una decina di ialiani e altrettanti ucraini) accatastati nel microsalotto di un’indigeno e quando c’era quella pubblicità della nike che diceva “I want I can”, i nostri amici brindavano con la vodka gridando in coro “I want I can’t”
Miguel,
per la verità URSS e Cuba sarebbero Secondo Mondo, almeno nel 1990 🙂
Battute a parte, sono d’accordo: Cuba andrebbe paragonata con Haiti e non con il Canada, proprio come paragoniamo Germania Est e Ovest, o Corea del Nord e del Sud. Caso mai bisognerebbe chiedersi come il comunismo ha preso piede solo in quelli che tu chiami “paesi del Terzo Mondo”, ma questo è un altro discorso. Il ragionamento di NC mi sembra corretto.
Meno agevole è il paragone tra la nostra epoca e il Novecento.
Oggi in quasi tutti i Paesi – tra le poche eccezioni, la Svezia – le prospettive di miglioramento sono crollate: su tutte l’Italia, dove sono state obliterate. Dietro l’Italia seguono Stati Uniti e Regno Unito.
Che oggi “si sta peggio di ieri” non fa certo notizia, insomma.
Sarebbe una gran notizia, invece, se vi fossero molte famiglie all’Est la cui qualità della vita è migliorata anziché peggiorare. Anzi lo sarebbe due volte, se consideriamo l’effetto destabilizzante del crollo del blocco sovietico, che è ritenuto una delle ragioni a lungo termine del disastro economico di oggi.
Insomma, come si può immaginare che – in un mondo sempre più dilapidato, dove la violenza è fuori da qualsiasi controllo, dove le diseguaglianze economiche aumentano e le prospettive diventano sempre più torve – sia proprio il capitalismo anarchico e selvaggio dei Paesi dell’ex blocco sovietico a garantire un miglioramento della qualità della vita delle masse?
Se anche il crollo della qualità della vita fosse solo un po’ più contenuto che altrove, ecco, questa forse potrebbe essere una notizia. Non il fatto che molti stiano peggio oggi di ieri…
@ martinez
“Terzo Mondo”
Sì, ma anche Chomsky ha scritto solo nel 1990.
Chi mai pensava nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta (ma anche negli USA e in Messico, suppongo) che l’URSS di Gagarin e Stalingrado, dei fatti d’Ungheria e delle medaglie olimpiche avesse un livello medio di consumi da parte povera della Turchia o anche peggio?
Me lo diceva un ex marinaio in pensione,marito di un’amica di famiglia dei miei, che in quei porti si era fermato più volte: ma era un noto baciapile bigotto e nessuno gli dava credito più di tanto.
La stessa propaganda Sovietica, a leggerla in controluce, brilla per l’assenza di beni di consumo esibiti fra i trionfi del Socialismo. Ma ce ne accorgiamo adesso.
In una riunione di cellula di operai Comunisti vicino al night club dove aveva cominciato la carriera Luigi Tenco, uno di questi mi spiego’ che era tutta colpa del Piano Marshall, che non aveva beneficiato le terre Sovietiche. Per carità di partito non gli risposi chiedendogli chi a suo tempo aveva rifiutato di beneficiare del Piano Marshall. (Piano che ancora nel 1988 a Bratislava vidi svillaneggiato nel risvolto di copertina di una biografia di un capo del Partito locale in una vetrina di libreria).
Le uniche automobili prodotte all’Est e vendute a Genova (tranne forse qualche Zastava Jugoslava alla fine degli anni Ottanta) erano le Skoda Cecoslovacche. Me lo ricordo perché il rivenditore, poi riciclatosi in garage, era vicino alla casa dei miei. Ancora l’anno del mio esame di maturità, il 1978, esibiva pubblicità in Francese in cui lodava l’avveniristica tecnologia dei suoi prodotti, che avevano il serbatoio davanti al conducente. Ci ho vinto una scommessa con un amico incredulo dell’esistenza in commercio di simili gingilli.
Questo stesso mio amico, fluente conoscitore del Francese, ascoltava a mezzanotte con una potente radio il notiziario in quella lingua di Radio Tirana, che denunciava i tradimenti perpetrati dal ‘Parti Communiste Révisioniste Fasciste Italien’ vantando al contempo i sani intrattenimenti musicali della Gioventu’ Rivoluzionaria Albanese.
Ciao!
Andrea Di Vita
I comagni di Tirana mi fanno ricordare che il compagno Rizzo in questo è coerente: nel suo pantheon non c’è Berlinguer.
Ma la sua coerenza è rara. Molti di coloro che osannano Berlinguer oggi, ieri avrebbero detto le stesse cose dei compagni albanesi. Alcuni di loro c’erano, e quelle cose le hanno proprio dette 😀
1) se ricordo, Cuba era molto più avanti di Haiti prima di Castro. se oggi lo è di meno, credo sia da chiederne conto al comunismo, visto che Haiti è sempre lì. ahiloro
2) la Russia non era Terzo Mondo, era Europa periferica ma pienamente Europa, PRIMA del 1917 ne aveva già fatte di cose, in economia come nella cultura. ed era molto più della Turchia, se posso ricordarvelo.
3) in effetti è mai capitato che Chomsky dicesse qualcosa di giusto, fuori dalla linguistica?
🙂
Sul confronto Cuba – Haiti, nel Human Development Index, che è un tentativo di mettere insieme diversi indici (salute, istruzione, ecc. e non solo reddito), Cuba è al 67esimo posto, subito dietro la Serbia e poco prima del Messico.
Haiti è al 163esimo.
Andrea,
grazie, molto interessante!
Un dubbio: ma lo starosta più che l’anziano del villaggio non è l’amministratore di un territorio per conto del nobile proprietario che vive in città?
Infatti ce l’ho presente come termine di epoca zarista.
Anche se etimologicamente in effetti farebbe pensare a un anziano, almeno in origine.
Per il resto, Miguel e gli altri:
non ho ben capito se state dicendo che si immaginava che la Russia fosse poverissima e arretrata e invece era ricca e progredita o viceversa.
Quando ero piccolo io, esclusi i comunisti, tutti pensavano alla Russia e all’Europa d’oltrecortina come a un luogo povero, anche se ordinato e senza fenomeni di indigenza e di denutrizione.
Nell’immaginario che ho presente il russo non aveva la carta igienica e si puliva il culo con la Pravda, anche se invece io immagino l’avessero eccome, sia pure quel tipo grigio molto ruviso, esistente ancora in Russia quando ci sono andato io (era il tipo più economico), che si caratterizzava peraltro per il fatto di non avere il buco rotondo al centro, ma di essere tutta carta fino al centro, assumendo quindi verso la fine le forme più bizzarre.
Circa l’Ucraina, per quello che ho sentito diversamente dalla Russia rimpiangono l’URSS, vista l’anarchia totale e la miseria che c’è ancora da quelle parti.
ruvido
Francesco,
“3) in effetti è mai capitato che Chomsky dicesse qualcosa di giusto, fuori dalla linguistica?”
Sempre che in linguistica le dica giuste 😛
Scherzi a parte, Chomsky è un genio, e come molti geni, si caratterizza per avere epigoni che fanno danni per il fatto di volerlo imitare.
Le sue sono intuizioni interessantissime, alcune delle quali molto fondate. Ma la pervasività del generativismo, come dello strutturalismo qualche decennio prima, fa molti danni.
Non per il contenuto in sé delle teorie, ma per lo sbilanciamento sull’asse della teoria linguistica a discapito dell’indagine sugli idiomi concreti.
Invidio in questo senso per esempio gli storici. Il mio amico medievista mi asssicura che nel suo ambito il metodo è empirico, implicito, non si studiano libri di teoria, non ci sono volumi su volumi di modelli teorici, ma tutt’al più tendenze interpretative molto sfumate e dai confini vaghi. Gli storici si occupano di storia, non di metodo.
In linguistica si passa la vita a elaborare nuovi modelli e si usano i dati non per il loro interesse in sé ma al solo scopo di mettere alla prova la validità di tali modelli. In sostanza un’enorme pippa mentale.
Non solo in linguistica, temo…
per peucezio sull’ucraina,
effettivamente quando ci sono stato io sono capitato in un momento di grande penuria di carta igienica (immaginati l’imbarazzo dei tizi che mi ospitavano a spiegarmi, la prima sera, di usare meno carta possibile perché erano mesi che non se ne trovava più….fortuna che lo avevamo saputo prima di partire ed io ne avevo un bel po’ con me)
per quel che ne so (sono rimasto in contatto con due ragazzi), se la sono passata chi male chi malissimo ed effettivamente rimpiangono amaramente l’URSS
2) la Russia non era Terzo Mondo, era Europa periferica ma pienamente Europa, PRIMA del 1917 ne aveva già fatte di cose, in economia come nella cultura. ed era molto più della Turchia, se posso ricordarvelo.
questo è il Francesco migliore.. condivido in toto
P.S
concordo anche pienamente con Peucezio sul fatto che oggi in UA rimpiangano l’URSS
e dove non lo fanno (Ucraina occidentale) ciò avviene solo per ragioni ideologiche, non perché ritengano di stare bene !
del resto, criterio forse un po’ empirico ma dopo che il mitico Lanzo ha sdoganato ieri pure le pudenda femminili :D, credo ci possa stare
se le cosiddette “russe”, spesso molto belle che affollano night e affini in Germania (qualcuna anche in Italia) per far rilassare gli uomini in cambio di un loro cospicuo dimagrimento (economico 😀 ) sono quasi sempre ucraine e moldave MA PRATICAMENTE MAI russe di Russia, forse qualcosa vorrà pur dire, no ?
@ peucezio
Sullo “stàrosta” hai ragione, ma in genere è l’anziano del villaggio, credo.
Sulla carta igienica (“bumàga”) correva la seguente storiella.
Inferocito dai successi USA, Brezhnev ordina la costruzione del Mig1000, il più potente aereo da guerra di tutti i tempi. Ogni volo sperimentale, condotto nel più assoluto segreto, si rivela però un catastrofico fallimento. Mosca freme, e minaccia il gulag a tutti i progettisti. Un timido tecnico Ebreo, malvisto da tutti, propone una modifica al progetto: bucherellare le ali all’altezza dell’attaccatura della fusoliera, per irrobustirle e salvare il velivolo dalla spaventosa accelerazione. Prima tutti gli ridono in faccia, ma la prospettiva del gulag offre la possibilità di trovare nell’Ebreo un capro espiatorio. I direttori del cantiere approvano il progetto, e incredibilmente il Mig1000, modificato coi sui buchi, sfreccia nei cieli Sovietici. Grandi bevute di vodka, medaglie di qua e di là, e alla fine il capo del Partito del cantiere chiede all’Ebreo: “Ma dimmi un po’, tu, ma come ti è venuto in mente di bucherellare le ali per irrobustirle? Non temevi si lacerassero proprio all’altezza dei buchi?” Al che l’Ebreo, sorridendo timidamente: “Compagno, quando mai hai visto che la carta igienica del Popolo Lavoratore si strappa in corrispondenza della bucherellatura?”
Ciao!
Andrea Di Vita
@Miguel
da quel che so, nel Baltico stanno MEGLIO..o forse solo percepiscono di star meglio perché possono viaggiare, hanno la bandiera ecc, ma il sentimento in generale è anti-sovietico (escludo i russofoni in EST e LV che forse rimpiangono..ma non osano dirlo…ed essendo nella NATO neppure Putin li potrà mai aiutare…un Donbas lettone in Latgale-dove forse ci sono le donne in assoluto più belle dell’umanità di ogni epoca, opinione discutibile eh :D-sarebbe forse anche possibile in linea teorica, mettendo insieme russi, bielorussi russificati e latgalici che son quelli con le stragnocche di qualità 10 e lode anche se pure gli altri non scherzano, ma è impossibile…Putin non potrebbe intervenire, c’è la NATO..e dunque c’è stato il Donbas per molto meno e non ci sarà la Latgale né Narva in EST)
per la Polonia direi di sì, ma Andrea di Di Vita la conosce infinitamente meglio di noi tutti e dunque rimando a lui e a sue delucidazioni
sull’Ucraina, tutti d’accordo che stanno peggio
direi meglio anche in Cechia e Ungheria
peggio in Bulgaria
meglio in Albania, ma è scontato..con un pazzo come Hoxha non si può che migliorare 😀
Non credo che la bionda sia sovietica, le donne afghane hanno fama di bionde (perlomeno nell’immaginario mediorientale, mi sa).
Infatti il biondismo è diffuso tra gli Iranici orientali, Pashtun, ma anche Tagiki.
Non ricordo quale autore latino ricordava che i Galli si radono la faccia, ma non il labbro superiore.
Un po’ più avanti, Strabone ricorda di nuovo i baffi dei Galli romanizzati. Nel frattempo, un bassorilievo tombale raffigurante un soldato romano lo mostra dotato di baffi.
Un po’ avanti ancora, e i baffi sono ricordati come tipici dei Franchi (che magari li hanno semplicemente ereditati quando hanno cambiato nome e classe dirigente 😉 ) e li portava Carlo Magno (che però nella Chanson de Roland “ha la barba fiorita”, ma è posteriore).
Di fatto i baffi si adattano meravigliosamente ai paraguancia degli elmi antichi (quelli romani erano gallici, ricordiamolo): una folta barba non avrebbe funzionato altrettanto bene, quindi doveva esserci anche un aspetto pratico.
Baffoni portano i Rajput indiani
(che si vantano di essere una casta guerriera e di essere kshatrya; la prima cosa è vera, la seconda, storicamente, falsa- si dice che gli kshatrya originali siano tutti estinti, in realtà io credo che in un certo senso non siano mai esistiti- sono invece una classe di contadini/predoni/briganti autonobilitati- in altre parti dell’India sono diventati “persiani”, che era poco più che una denominazione professionale, leggo) mentre i vicini Punjabi Sikh portano una più filosofica barba.
Baffi erano portati, anzi, erano obbligatori per regolamento in molti corpi militari europei
(chi non ricorda i “baffi di capecchio” dei soldati boemi e croati del Giusti, a Milano?)
mentre gli Hamish e i Mennoniti si lasciavano crescere una biblica barba, ma si rasano i baffi in segno di antimilitarismo.
Negli Stati Uniti, anni fa, ho notato un discreto numero di baffi fuori moda tra gli appartenenti agli infiniti corpi di polizia (tra cui abbondano anche le panze: il modello “maresciallo dei carabinieri” insomma).
L’ebraismo invita fortemente (in certi casi direi obbliga) al porto di barba completa, ma di baffi non parla: sono lasciati alla preferenza individuale di chi si rasa, però insomma la tendenza ufficiale è quella della barba, come anche i sacerdoti cristiani ortodossi (ma i cattolici, perlopiù, si rasano: perché? i cattolici, in questo, non imitano mica il loro fondatore, credo invece perpetuino la tradizione Romana… fatti salvi i francescani, che appunto sono più “evangelici”).
Il baffo sembra dire:
sono una persona che può perdere tempo a rasarsi; che lo farà; che può permettersi di badare alle apparenze scegliendo una foggia ben precisa; che vuole avere un aspetto “pulito” ma anche ricordare a tutti, in modo evidente, di essere uomo, virile.
Qualcosa di simile sono le barbe degli hipster (ormai in fase di stanca, forse) che dovevano essere accompagnate da una pettinatura curata millimetricamente, per ricordare implicamente a tutti che si tratta di mirata scelta estetica e non di mera pigrizia.
Ma gli hipster non fanno il servizio militare, abolita la leva prima della loro maggiore età, dove le loro barbe avrebbero incontrato problemi di regolamento…
“perché? i cattolici, in questo, non imitano mica il loro fondatore, credo invece perpetuino la tradizione Romana”
Sì, è proprio questa la ragione: il clero romano tardoantico era rasato, quindi ha obbligato anche i membri delle classi dirigenti germaniche, cooptandoli, a rasarsi secondo il proprio stile. Alla fine fu persino imposto agli ecclesiastici di non farsi crescere la barba, oltre a portare la tonsura, come segno ulteriore distintivo dai laici e in particolare dall’aristocrazia feudale.
Anche la barba dei francescani è molto tarda.
“I stood there through almost an hour of
it before they called Rooster Cogburn to the stand.
I had guessed wrong as to which one he was, picking out
a younger and slighter man with a badge on his shirt,
and I was surprised when an old one-eyed jasper that
was built along the lines of Grover Cleveland went up and
was sworn. I say “old.” He was about forty years of age.
The floor boards squeaked under his weight. He was
wearing a dusty black suit of clothes and when he sat
down I saw that his badge was on his vest. It was a little
silver circle with a star in it. He had a mustache like
Cleveland too.
Some people will say, well there were more men in the
country at that time who looked like Cleveland than did
not. Still, that is how he looked. ”
(Ch. Portis, True Grit; un libro che tutti dovrebbero leggere, se non altro perché è corto 😉 e divertente! l’inglese vernacolare poi è fantastico).
Grover Cleveland:
https://it.wikipedia.org/wiki/Grover_Cleveland
Eh?
Ma niente, lo citavo solo per ricordare quanto fosser ocomuni i baffi nell’emisfero occidentale, diciamo.
Il libro lo consiglio comunque 🙂
Un altro libro di un americano che consiglio sempre (nessuno mi caga mai, ma vabbè) è Tortilla Flat (Pian della Tortilla), di Steinbeck.
I protagonisti sono paisanos, o come si dice adesso “californios”, cioè discendenti dei colonizzatori spagnoli della California; anche nullafacenti, sbevazzoni e un po’ ladri 😉
leggo che alcuni messicani avrebbero avuto da ridire sull’immaginario di Steinbeck (con la classica accusa di razzismo…) ma secondo me non hanno capito un cazzo;
1- il libro non parla di messicani, parla di un’altra comunità di madrelingua spagnola, piuttosto distinta (e che ci tiene a tenersi distinta dai messicani, anche se contigua e amichevole)
2-il libro fa chiaramente parte del genere picaresco, è da mettere sullo stesso piano di Lazarillo de Tormes per dire (ricordo che Steinbeck girava gli USA con un camper nominato “Ronzinante”, per dire i suoi riferimenti….) e dei successivi Vicolo Cannery e Sweet Thursday (Quel fantastico giovedì? mi pare, in traduzione) i cui protagonisti sono sempre nullafacenti, sbevazzoni, ecc., ma sono angloamericani e perciò nessuno ha niente da ridire… 😉
Ma la California, cioè l’Alta California, non era parte del Messico fino al 1846 (de jure dal 1848)?
Sì, ma in effetti la colonizzazzione è stata un po’ singolare.
Di fatto c’erano molte missioni francescane, che utilizzavano gli indiani come forza lavoro; dal Messico venivano mandati soldati (a volte appena arrivati dalla Spagna, un’intera compagnia di catalani per esempio) e molti altri avventurieri arrivavano dal resto dell’orbe ispanofono, dal Cile per esempio e così via.
Altri arrivavano individualmente per mettere in piedi i propri ranchos, tentando di imporsi come nuova classe dirigente (poi spodestati dagli angloamericani con trucchi legali, quando la California divenne l’ennesimo stato USA).
Leggendo le liste dei loro cognomi se ne trovano di baschi, qualcuno italiano, e qualcuno persino irlandese “ispanizzato” (non pochi irlandesi facevano i militari di professione un po’ ovunque… il legame con la Spagna e la Francia poi era piuttosto antico).
letto e apprezzatissimo!
anche se è molto poco milanese
😀
😀
però, se ci badi, è molto cattolico!
rileggo appena ritrovo!
ecco, per una volta posso dire “ce l’ho!”
un mio amico mi ha regalato Pian de la Tortilla anni fa! lui lo ha adorato, io lo letto per un po’ ma poi ho smesso e so diaver sbagliato
@PinoMamet
L’ho letto. Bellissimo!
Ciao!
Andrea Di Vita
“moltissime di quelle giovani non avevano velo”
Erano pur sempre una sparuta minoranza, rispetto alla maggioranza contadino-pastorale del paese…….
lasciarle in pace era così impossibile?
Era impossibile lasciare in pace un’intera popolazione che di quel tipo di progresso, non ne voleva sapere?
no, era impossibile lasciare in pace chi, in quella popolazione, avesse voluto cambiare usi e costumi?
la so, la risposta: era impossibile, tra usi diversi nello stesso popolo c’è solo guerra totale, unica eccezione FORSE gli USA, ma lì hanno spazio
e forse usi sotto sotto non troppo diversi
ciao
“un uomo d’Ancien Régime” :-)”
Più esattamente, un uomo d’Ancien Régime OCCIDENTALE! 🙂
“Comunque, trovo interessante come il metro sia sempre quello del “velo/non velo”.
Che ossessiona fino al punto di dimenticare la sorella della Volontà, la Violenza.”
Perché, in fondo, la libertà di cui tutti si riempiono la bocca e a cui anelano è quella sessuale (oltre a quella del denaro).
Il resto, interessa relativamente poco, specie se non si è mai avuto a che fare direttamente, o attraverso amici e familiari, con la repressione dittatoriale…..
però molti di quelli che anelano alla fine delle dittature, se non altro per uscire dalle prigioni, sono anche a favore delle lbertà “di denaro e di sesso” come dici tu
toglierei quelli che anelano a uscire dalle prigioni per poterle riempire con i propri nemici!
ciao
Posso dire che secondo me non cogliete tanto il punto nè Mirkhond (“il velo va bene”) né Z. (“il velo va male”)?
Il punto secondo me è: ma perché, con mille cose di cui parlare- anche riguardo all’Afghanistan degli anni Settanta, o di oggi..- si parla solo di velo?
Poi per carità, io capisco bene sia il punto di vista di Mirkhond (ho amiche che vestono “modeste”- tznuà- ma sono ebree 😉 ) sia quello di Z. (“abbasso le oppressioni”) ma certo il velo ha un “peso” così notevole forse solo per l’immaginario… occidentale!!
Non è il velo che “va male”, Pino.
E’ una società che ti costringe a metterlo che non va bene, proprio come non va bene una società che ti costringe a spogliarti in spiaggia.
Non va bene che la società si preoccupi di come mi vesto, anziché preoccuparsi di quanto e come mangio (troppo, prima che me lo dici tu :P), di quanto e come lavoro, di quanto e come riposo.
Vabbè, quindi ho sintetizzato bene il tuo pensiero: “abbasso le oppressioni”.
allora ha ragione il Duca: sotto sotto Z è un liberale!
che rimane un complimento, in politica
😀
E quale sarebbe il vero punto che non abbiamo capito?
Gli Afghani sono MERAVIGLIOSI accoppano anglosassoni in particolare e stranieri in generale in modo assolutamente trasparente, non si capisce davvero perché andare a rompere i coglioni a gente così PERBENE.
I poveri russi sovietici erano anche dalla parte del giusto da un punto di vista giuridico essendo stati invitati dal governo legale del paese ma sempre stranieri erano poveretti, almeno si sono ritirati con dignità con il loro comandante che ha attraversato a piedi il ponte sull’Amur-Daria, altro che gli elicotteri americani buttati in mare per far posto.
I Russi hanno le palle e sanno che di qualche cosa bisogna pur morire, sembrano la copia slava dei veneti benedetti!
Grog! Grog! Grog!
“Ma sei uomo e il velo, quello nessuno te lo metterà. Qui sta la differenza.”
Come mi dispiace.
vorresti metterti il velo, caro Duca?
saluti a tutti!
sono rientrato alla base e mi sono riattaccato al PC
conscio della limitata utilità dei miei commenti, direi di limitarmi ai saluti e agli auguri!
Francesco o’umile (ma tanto non dura)
Bentornato nel Novecento, fratello diccì 🙂
Attenzione tutti !
Per colpa di Habs, ho dovuto riscrivere tutta l’ultima parte del post.
Quindi, invito gli esegeti a rileggere la parte in fondo!
ma la fazione Khalq ha aderito a tutta quella roba lì per “nazionalismo”?
cioè prima erano al governo, poi li hanno cacciati/ammazzati e sono passati all’opposizione, ancora di più coi Russi in casa, magari hanno vacillato col governo post-Russi (Najibullah?), poi il caos e magari i Talebani come “uomini dell’ordine”, adesso il governo “laico” di lontana origine usana?
grazie
PS a me i baffi stanno malissimo, ogni tanto provo la barba, nessuna nostalgia per la DC 😀
me ne accorgo solo adesso ! (e ho subito letto)
felice di averti dato, involontariamente, spunto per la correzione !
ottima, come il resto
“felice di averti dato, involontariamente, spunto per la correzione !”
Dovremmo scrivere un libro insieme.
Tu fai la fatica delle ricerche, io ci metto la ciliegina sopra.
ci starei pure 😀
se trovi la casa editrice che lo pubblichi, ma la vedo dura !
“addirittura per la Grecia “Medioevo” è forse scorretto”
A cominciare dal nome, certamente sì.
vabbè, diremo “Età Barbarica della Grecia”
ti va bene?
😀
Più semplicemente periodo bizantino.
E la Grecia, non c’è più dal Vi-VII secolo dopo Cristo.
Ma la sua evoluzione romana, Romània e poi Rumeli. 🙂
credo parlasse del Medioevo greco dopo la calata dei Dori, però!
la Grecia si sarebbe anche oggi, a sentire i Greci, che mi paiono i diretti interessati alla questione, non credi?
in Francia, secondo te, quanti Franchi ci sono?
la Grecia si sarebbe anche oggi, a sentire i Greci, “che mi paiono i diretti interessati alla questione, non credi?”
Si tratta di una costruzione mitologica nata nel XIX secolo dopo Cristo, per scrollarsi di dosso ciò che erano e sono, visto come barbaro e arretrato rispetto a quel mondo franco a cui guardavano (e guardano) con un misto di attrazione e rancore.
>> Si tratta di una costruzione mitologica nata nel XIX secolo dopo Cristo,
che si chiama Grecia.
pure l’Italia è in larga parte una costruzione mitologica nata nel XIX secolo guardando alla Francia e resa reale dal campionato di calcio e dalla RAI-TV (che è romane e romanesca e non italiana).
e i Franchi li abbiamo persi con la fine dell’Impero carolingio, ahimè, sono diventati francesi
Mi’, capisco la tua visione (che hai spiegato abbondamente, non torniamoci su) ed è un punto di vista…
ma non ti sembra di sostenerla in una versione un po’, come dire, esagerata? 😉
No.
A me sì 😉
giusto un filino, eh?
La forma mentis del classicista! 😉
Io non ho molta attrazione verso il Medioevo dell’Europa occidentale, specie quello francese e tedesco.
Invece l’epoca bizantina mi attrae molto, e ne apprezzo le opere letterarie.
Vero che la Grecia moderna ha valorizzato (o è stata valorizzata dall’esterno) soprattutto per la sua eredità antica e classica (che non sono esattamente la stessa cosa, ma vabbè); per quella classica specialmente.
Però è un difetto di prospettiva di chi sta fuori:
in realtà basta leggersi i commenti su youtube, o ascoltare canzoni che magari parlano di tutt’altro (“la litania del mangas”: “come cristiano e ortodosso di questa comunità…” e prosegue con la storia di questo malandrino che va in chiesa e scopre che anche i santi apprezzano il narghilè…) per vedere che l’eredità “romea” è tutt’altro che dimenticata.
Come si fa a non amare il Medioevo?
Lance che si schiantano contro gli scudi, enormi macchine da guerra in puro legno scheggioso, risse tra venti persone descritte come fossero l’Armageddon, spadoni rappresentati dieci volte più pesanti di com’erano in realtà, massacri allegri e colorati, falsi messaggi per giustificare la resa di un castello, bellissime principesse che probabilmente erano racchie zozze e sdentate, cavalieri che caricano a raglio e poi arriva il cannone e BUUUUUM!
Chi non lo ama è senza cuore 😀
@ mirkhond
Hai ragione tu. Chiunque vada in Grecia non può non notare (con raccapriccio, aggiungo io che sono innamorato del Greco antico e di tutto ciò che ad esso è pertinente) dello iato incommensurabile fra quella Civiltà e quella specie di sotto-vilayet Ottomano post litteram che è la Grecia odierna -pardon, Rumelia. Non che Kavafis o Samarakis non siano apprezzabili, per carità, ma che avrebbe scritto Tucidide delle orde di macchine sotto l’Acropoli?
Ciao!
Andrea Di Vita
Mmmm questa non l’ho capita, Andrea.
Perché è un po’ come dire “cosa avrebbe detto Cicerone del traffico sul Grande Raccordo Anulare”, e concluderne che i romani moderni non possono assolutamente essere discendenti di quelli antichi.
(come molti concludono, di fatti, nel mondo anglosassone e germanico).
Ci si dimentica che, ok, non esistevano le automobili;
ma per il resto la Roma e la Atene antica avevano all’incirca gli stessi problemi di quelli di oggi. Anche la mentalità era in gran parte la stessa.
Io non voglio mettermi a fare discussioni “a baffi a manubrio” sulle misure del cranio e l’indice di biondismo, che chissene, a un certo punto.
So però che la Roma antica era un miscuglio di gente disparata, cultori dell’onestà fino all’estremo sagrifizio, e profittatori schifosi e sfruttatori senza scrupoli, senatori e ladri, arrichiti e nobili e finti nobili, soldatacci arrivati da chissà che lontano buco di culo e bambine abbandonate e raccolte da chi le destinava alla prostituzione…
Roma era questo, e Atene poco diversa.
Cosa avrebbe detto Tucidide di fronte a un localaccio del Pireo?
Avrebbe detto “qua mi sembra di averci già bevuto” 😉
Sto cercando di capire se la cosa che mi piace di più del tuo post è la frase di Tucidide o il lemma “sagrifizio” 😀
La mia preferita invece è la frase di tucidide 😀
@Pino
“il baffo andrebbe studiato”
sono state notate dagli storici le oscillazioni nelle mode della barba: i baffi borbonici contro la barba garibaldina e poi il baffo simbolo degli anarchici ai primi del Novecento e dopo ancora dei comunisti come mostrato da Miguel e da Peppone (quello georgiano e quello di Brescello).
anche l’abbigliamento ha la sua parte, se ricordi nel film Amarcord di Fellini, la moglie del protagonista gli impedisce di mettersi “il fiocchetto anarchico” per andare alla parata fascista
Verissimo!
PS
il paese era Brescello solo in TV, negli scritti non è nominato ma dovrebbe essere Roccabianca 😉
non vorrei lasciare ai reggiani questa soddisfazione, ecco 😉
“Roccabianca”
Esiste davvero, oppure è stato inventato da Guareschi?
Sì, esiste … anche il Boretto (RE) e la Bruciata (MO) …
Certo che esiste… Guareschi anzi non la nomina mai per nome (da cui l’idea che tutti si sono fatti che il paese che descrive sia Brescello, che invece è quello in cui sono stati girati i film, per motivi logistici… anche nei primi film il paese resta senza nome, per comodità iniziano a chiamarlo col nome di Brescello solo negli ultimi).
Baldi giovani!
Un caro saluto e perdonate tutte le stronzate e scurrilità che ho scritto negli anni. Un abbraccio a tutti tutti daje
Beh, le stronzate le scriviamo tutti, e le scurrilità le scrivo anche io…
ricambio l’abbraccio
(se sei serio!) 🙂
Ego te absolvo, David, ma tu smettila di passare col rosso!
Bentornato 😀
“Un abbraccio a tutti tutti daje”
bentornato!
un caro saluto ! e torna a commentare !
P.S
se dovessimo perdonare le scurrilità, cosa dovrebbe fare Grog per ottenere il nostro perdono ? andare a piedi da Venezia al Gange, con sosta obbligata a Qandahar davanti a un talebano ? 😀
@ Daouda
Ciao!
Andrea Di Vita
Ciao Dauda! 🙂
Chi NON ha tradito il Vero Progressismo, sa che civilizzare i sottosviluppati (fasce sociali, minoranze etniche e/o religiose d’ogni risma, interi popoli chissà dove immigrati e NON … ) è un Dovere , NON una colpa e ràiga, per il Sommo Bene della Futura Umanità ! 😉
“Chi NON ha tradito il Vero Progressismo, sa che civilizzare i sottosviluppati ( … ) è un Dovere”
poi per fortuna, nel compimento del loro dovere, alcuni civilizzatori finiscono impiccati.
La Vita riprende il suo.
Tra l’altro, impiccare un Civilizzatore è anche un piacere che gli si fa.
Si sente un martire e va dritto nel paradiso del buon Comte, dove può incontrare tanti barbuti positivisti.
😀
guarda che a civilizzare hanno iniziato i Greci, mica i positivisti
la coscienza della superiorità della propria civiltà è un vezzo antico
anzi, forse gli Egiziani
😉
Secondo me i primi sono stati i Romani. Ovviamente era intesa come romanizzazione.
I Romani erano brutali, se necessario, cioè quasi sempre, ma non erano ossessionati con l’idea di imporre la loro civiltà.
Del resto, l’avevano importata anche loro 😉
Non hanno mai imposto il latino come lingua ufficiale (infatti a oriente si è sempre parlato greco- e aramaico, copto ecc.), per dire, nè una religione che non fosse il mero sacrificio formale per il genio dell’Imperatore (che del resto si accordava tranquillamente con le credenze politeistiche di tutti; mentre gli Ebrei monoteisti ne erano esentati), semmai adottavano quelle altrui ; né capi di abbigliamento ecc.- semmai adottavano quelli altrui.
Però per loro- ma credo per tutti- il metro della civiltà era la vicinanza ai propri costumi e alla propria mentalità.
Culti perniciosi potevano venire soppressi o regolamentati, ma sostanzialmente ci si fermava lì, poi se volevi parlare latino eri civile, se volevi parlare caldeo amen, si andrà da te per farsi fare l’oroscopo 😉
La nostra insegnante di greco diceva: il greco è la lingua dei poeti e dei filosofi, il latino [con smorfia di disprezzo] quella dei militari e dei legulei.
Ora, potrò mai essere un poeta o un filosofo, io? Evidentemente no. E un militare, con ‘sta panza?
Così ho studiato legge 😀
@ Francesco
Più che ‘vezzo’ direi ‘vizio’ 🙂
All’Esposizione Internazionale di Parigi la Russia zarista espose nel suo padiglione un primissimo progetto di Transiberiana, il cui scopo finale dichiarato era … l’alfabetizzazione dei Cinesi.
Ciao!
Andrea Di Vita
quella a cui il governo cinese sta lavorando ancora adesso, conscio che gli ideogrammi sono una grandiosa idea sbagliata?
😀
Non mi convincerete mai di questa cosa che un sistema di simboli di simboli è un sistema efficiente.
E’ come dire che il modo migliore per guardare un quadro è chiudere gli occhi e farselo descrivere a voce da un altro tizio.
Si è trovato il modo di simbolizzare la realtà con i suoni. Non si capisce perché poi si dovevano simbolizzare i suoi con i segni grafici. Di questo passo a che livello si arriva? Simboli di simboli di simboli di simboli di simboli all’infinito?
Ma la voce è labile e sparisce nel momento stesso in cui viene emessa, mi si obietterà.
E proprio per questo i cinesi hanno inventato gli ideogrammi: simboli grafici di cose.
Peucè, non ciò capito un tubo 😀
Mi avessi preso per Moi 😛
Io parlo chiaro!
Ho detto che gli ideogrammi sono superiori alle scritture di tipo fonetico (alfabetiche o sillabiche), perché c’è un passaggio in meno, manca un’inutile ridondanza, quindi sono più economici.
Cioè un grafema alfabetico è il simbolo di un fonema e a sua volte i fonemi compongono sequenze che simboleggiano le cose.
Quindi le lettere sono simboli di simboli.
Gli ideogrammi invece sono direttamente simboli di cose.
Hai certamente ragione, l’unica piccola questione che resta è come farlo.
corda e sapone!
anzi, ancora più facile: dagliene abbastanza e si impiccheranno da soli!
Secondo me corda e sapone non sono gli strumenti più adatti per civilizzare selvaggi, barbari e simili.
Non che abbia molta esperienza in materia ma mi piace di più il modello Comboni.
😉
Ma spiegatemi una cosa. La corda è intuitiva, ma…
a che cavolo serve il sapone per impiccarsi???
E’ per morire più puliti 🙂
Non era uno scherzo, vorrei saperlo davvero!
Che c’entra il sapone??
… facilitare lo scorrimento del cappio, riducendone l’attrito ?
dovrebbe esserci anche il discorso sadico che “a secco” è più facile morire per spezzamento cervicale che non per soffocamento …
So vagamente che in USA prima delle iniezioni sono passati da sedie elettriche e camere a gas (poco noto, forse perché indissolubile dal Nazismo e dalla Shoah) , mentre le impiccagioni sono Ottocentesche …
il Suffragio Universale venne concesso quando il Potere credeva che il Popolino non avrebbe mai avuto altra “finestra sul mondo” della scuola pubblica … “è forse un caso ?” [cit.] 😉
cmq anche i “bulbi” leccati e cotonati sono “universalmente” molto “annisettantosi” 🙂 …
E così Aminullah faceva musica “prog” e figheggiava da Sinistrorso … d’altronde gli anni eran quelli 🙂 !
http://www.youtube.com/embed/gJgEVVvi5Ug
Confido che almeno Zeta sappia cos’è il “prog” …
Hafiz Aminullah studiò scienze dell’educazione alla Columbia University di New York, dove aderì al Socialist Progressive Club Un nome, un programma.
guarda che Z. lo sa benissimo cosa è il prog ma ha altri gusti che io sappia 😉
che i fricchettoni europei andassero in India e in Afghanistan a drogarsi, nei 60s 70s e 80s si sa, ma dovresti sapere che anche i giovani asiatici benestanti andavano in europa a “figheggiare” 😉
la stessa Yoko Ono andò a New York a fare la fuorisede di una facoltà artistica proprio come le giovanotte della provincia di Taranto vengono a Bolo a fare il DAMS
In effetti ho altri gusti, ma Sirio 2222 dei Balletto di bronzo è un gran disco!
E SE … fosse una storia che si sta ripetendo “mutate le mutande” [sic, si capirà che rende meglio 😉 … ] con il Gender, adesso ? … Contro chi crede ancora a quella superstizione semitica da sabbie mefitiche dei Deserti Levantini sottosviluppati, riciclata da favoletta dei pretazzi, che “l’ Amico Immaginario Maschi e Femmine l* 😉 creò ?”
@ LISA / PINO
A proprosito … personalmente (!) vi è mai capitato di tenere / assistere a qualche “gender lesson” ? Avete mai avuto in mano qualche “gender book” ? D’icché trattavasi, n’iccaso 🙂 ?
Moi, queste cose in Italia non esistono.
Raiga, come dici tu.
Discours choc – Sami Aldeeb contre l’islam (23 avril 2016)
https://www.youtube.com/watch?v=9JuF3-1RY5s
Io invece da cinno ricordo un già allora anziano CapoSezione che liquidò la Questione Afghana con un perentorio : “Mé l’ Afghanistan an so gnànch in duv l’é !” [sic]
Sulla carta, la dicitura era “Segretario” di Sezione, ma nessuno di loro si è mai definito tale: “qué al capo a sån mé, e vuèter avì dà stèr ai détt !”
democrazia emilian-marxista !
Massì che si chiamavano “segretari”.
Secondo me tu eri non in sezione, ma in stazione. Un burlone ha chiesto un biglietto per l’Afghanistan e il capostazione gli ha risposto a quel modo 😀
Canzone recente (dopo 1989, non so quando …) di un Gruppo di Extr. Dx … che sembra un brano di Extr. Sx dei 70’s :
https://www.youtube.com/watch?v=gHPsOD6UlPo
El Bandido _ 270bis
il Socialismo Reale “per carità, era quello che era: ma bisogna lasciarlo stare per quanto riguarda” [cit.] 😉 la Koerenza Kostruttiva 😉 _ senza Pungette Relativiste da Decadenza PiccoloBorghese _ della Futura Umanità e la Gloriosa Madre Patria Sovietica che Zeta ha tradito tradendo con essa sé stesso 😉 non poteva esimersi dal Buon Esempio.
@ MIRKHOND /HABSBURGICUS
SE t’aspetti che chi , qui, mette nel Novero dei Cattivi Aminullah ci metta anche Robespierre … stai fresco ! 😉 At al deggh sobbet !
Non ne dubito, caro Moi……. 🙂
“che si chiama Grecia.”
Ed è sbagliato.
“capisco la tua visione”
La “mia” visione, non è mia, ma il frutto dello sviluppo storico di una determinata area balcanica.
Che poi i Romei abbiano voluto farne strame, in nome di un passato pagano, molto idealizzato e mitizzato, è un’altra cosa.
Su cui non torniamo. 🙂
Ma, caro Mi’, il fatto è che ogni popolo ha un passato ricco, multiforme, fatto di strati diversi.
Valorizzarne uno o l’altro è spesso un fatto “di moda”.
In un altro post ho messo la foto della cantante mulatta italoamericana Alicia Keys.
Ora, lei si presenta e si definisce sempre e solo “nera”. Culturalmente è statunitense e basta (il padre italoamericano credo abbia lasciato la famiglia quando lei era piccola).
Anche così, nell’Ottocento avrebbe fatto di tutto per dirsi, al contrario, “bianca”, o almeno il più bianca possibile (mulatta, creola, “quadroon”, “octoroon” ecc.).
Bene, cambiano i criteri; è sempre successo.
Anche tu hai un’epoca preferita: sono gusti.
“Anche tu hai un’epoca preferita: sono gusti.”
Esattamente come te. 😉
Sì, e chi lo nega?
“Però è un difetto di prospettiva di chi sta fuori”
Credo di sì, ma è una prospettiva a cui loro tengono assai, quando ti conoscono.
E non fanno nulla per contraddirla…..
“1) conoscevo alcuni intellettuali che, con mia grande sorpresa, passavano tranquillamente la frontiera, e mi raccontavano che quel mondo era completamente diverso da come ce lo raccontavano, e anche religioso in una maniera inimmaginabile da noi”
Lo stesso Giovanni Paolo II, alla fine della sua vita e del suo pontificato, arrivò a rivalutare la Polonia COMUNISTA, proprio perché vi era MOLTO PIU’ CRISTIANESIMO, del successivo sfascio morale dei suoi amici di Solidarnosc’…….
devo leggermi il libro dove il Papa Santo dice questa baggianata, solo che mi intristisce troppo l’idea
aveva aperto il suo Pontificato dicendo “non abbiate paura” e lo avrebbe chiuso con una simile dichiarazione di viltà?
Aveva soltanto capito che la libertà postcomunista, non era quella dello Spirito da lui agognata, ma solo del più squallido troio-consumismo.
Infatti defini il nazismo male assoluto, e il comunismo male NECESSARIO.
@ mirkhond e Francesco
Ho visto coi miei occhi il Wojtyla incazzarsi come una iena, al pulpito di Sukiennice nel suo ultimo viaggio a Cracovia, perchè i Polacchi ancora non avevano abolito la legge Comunista sull’aborto.
Tiè.
Ciao!
Andrea Di Vita
Hai letto Memoria e Identità, il suo ultimo libro, edito nel febbraio 2005, a due mesi dalla sua morte?