“C’est nous les Africains qui revenons de loin!”

Immmigrazione

Eravamo in fondo all’Africa
guardiani gelosi dei nostri colori
quando sotto un sole magnifico
è risuonato questo grido vincitore
Avanti! Avanti! Avanti!

Siamo noi gli africani
che ritorniamo da lontano
veniamo dalle colonie
per salvare la Patria
abbiamo abbandonato tutto,
parenti, villaggi, focolari
e proviamo nel cuore
un invincibile ardore
perché vogliamo portare in alto e fieri
la bella bandiera della nostra Francia intera
e se qualcuno viene per toccarla
saremo lì per morire ai suoi piedi
battete i tamburi, per i nostri amori,
per il paese, per la Patria
morire in luoghi lontani
siamo noi gli africani

Per la salute del nostro impero
combattiamo contro tutti gli avvoltoi
la fame, la morte ci fanno sorridere
quando lottiamo per i nostri amori
Avanti! Avanti! Avanti!

Da tutti gli orizzonti della Francia
raggruppati sul suolo africano
veniamo per liberare
che grazie a noi si farà domani
Avanti! Avanti! Avanti!

E quando finirà la guerra
torneremo nei nostri villaggi;
il cuore gioioso e l’animo fiero
di aver liberato il paese
gridando, cantanto: avanti!

Autore  e compositore, il sergente maggiore Bendifallah e il tiratore Marizot del Reggimento di Marcia dei Tiratori Marocchini,  1914, durante la battaglia della Marne.

Su 5000 marocchini coinvolti nella battaglia, appena 700 sono sopravvissuti sani e salvi.

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27 risposte a “C’est nous les Africains qui revenons de loin!”

  1. Z. scrive:

    Quasi a proposito (nonché a proposito di facce):

    ora su Iris c’è una specie di western. Un gruppo di cacciatori di taglie ha come guida un tizio di colore identico a Massimo Fini!

  2. MOI scrive:

    Almeno gli “Omologhi” del resto d’Europa … anziché un pollo avevano un’ aquila ! 😉

  3. MOI scrive:

    Pourquoi le coq est-il un symbole de la France ?

    http://theblognews.blogg.org/le-coq-a117036300

    Bordeaux, Esplanade de Quinonces … e’ per propri e’ galètt ed Francesco Amadori 🙂 !

    • Z. scrive:

      C’è una barzelletta belga al riguardo, piuttosto volgare e non particolarmente divertente. Va detto, come attenuante, che i belgi “devono difendersi” da carrettate di barzellette francesi su di loro…

    • MOI scrive:

      … questa ?

      “Vous savez pourquoi le coq est l’emblème de la France?

      C’est le seul animal capable de chanter les pieds dans la merde”

      [cit.]

  4. MOI scrive:

    ormai, dilla … tanto qui mica si scandalizza qualcuno 😉 .

  5. PinoMamet scrive:

    L’impero coloniale francese, con la sua strana idea di dover essere la “Francia d’oltremare”, deve essere stato davvero una cosa bizzarra; in fondo molto di più di quello degli inglesi, mai sfiorati da una simile preoccupazione
    (almeno ufficialmente; gruppi di disadattati erano liberi di cercarsi una “Nuova Inghilterra” per i fatti loro, ma non si sarebbero sognati che gli abitanti indigeni dovessero sentirsi inglesi…).

    Ed ecco i franzosi, con i loro africani a combattere in Europa, e i loro condannati militari francesi a scavare strade nel deserto del Nord Africa, e l’idea che tutti dovessero essere non solo soddisfatti, ma proprio felici di questo ordine di cose…

    • Miguel Martinez scrive:

      “e l’idea che tutti dovessero essere non solo soddisfatti, ma proprio felici di questo ordine di cose…”

      E’tron (non ho voglia di mettere bene l’accento) è un’antica parola francese, che spiega tutto di questa visione.

      Per fortuna, la Francia riesce a produrre pensatori che se ne accorgono e ci pensano, a differenza dell’Italia.

      • Z. scrive:

        E’ che in Francia c’è più domanda, di pensatori. Ce n’è talmente tanta che i loro pensatori non gli bastano e ne importano di italiani: Negri, Scalzone, Cesare Battisti II per dirne alcuni 😀

  6. MOI scrive:

    Cmq secondo l’ Ebreo Berbero Francese _ Politically Scorrect a randa 😉 ! _ Eric Zemmour il Colonialismo Francese è stato liberatorio mediante la Civiltà Universale dello Ius dalla Barbarie Tribale della Sharia …

    • Miguel Martinez scrive:

      “il Colonialismo Francese è stato liberatorio”

      Ci credo, solo lungo il fiume Marne, hanno liberato 4300 su 5000 dalla loro Barbarie Tribale.

    • PinoMamet scrive:

      “Cmq secondo l’ Ebreo Berbero Francese _ Politically Scorrect a randa 😉 ! _ Eric Zemmour il Colonialismo Francese è stato liberatorio..”

      in neretto l’unica definizione che conti qualcosa nella comprensione della sua analisi… 😉

  7. mirkhond scrive:

    Moi

    Hai visto il film Timbuktù del 2014, girato tra Mali e Mauritania, e che parla del governo dell’isis del posto sulla gente del luogo, Tuareg, Mauri (berberi arabizzati) e Neri, anch’essi musulmani?

  8. MOI scrive:

    C’è aria di “necroposting”, come si dice in Internettese 😉 …

  9. Grog scrive:

    In Ciociaria i COSIDDETTI FRANCESI DI COLORE hanno violentato donne, bambini e parroci, non si lamentino se da quelle parti i NEGRI LI AMMAZZANO A BASTONATE perché hanno ragione.
    Grog! Grog! Grog!
    P.S.
    Si violentino le BRUTTE TROIE RADICAL CHIC MASCHI E FEMMINE di Capalbio e non le povere Contadine Laziali.

  10. PinoMamet scrive:

    Breve paragone dei canti e marce militari di vari paesi:

    Francia: allegria dei condannati (“nous marchons gaiement en cadence… dans la boue dans le sable brulant…” ecc. ecc., con poche variazioni il testo è sempre uguale: andiamo allegramente in un posto di merda a farci fucilare)

    Italia: tristezza dei coscritti (“sul ponte di Perati… bandiera nera, e lutto degli alpin che vanno in guerra… la meglio gioventù va sottoterra”)

    Gran Bretagna: tronfietà dei dominatori (“…but of all the world’s great heroes, there’s none that can compare… to the british grenadier” ecc. ecc.)

    Stati Uniti: marcetta da stadio di baseball degli spettatori

    Germania: funebre

    il più salutare e autentico mi pare il repertorio italiano, ma sono di parte ovviamente…

    • MOI scrive:

      … Spagna ?

      … Russia ?

      Giusto per dirne un paio che “qualcosa a loro tempo han contato” … no, il Portogallo no: direi ch’è sempre stato una backwater come fa tanto “sborino” 😉 dire adesso.

      • PinoMamet scrive:

        Moi, quando un giorno ti deciderai a scrivere in italiano normale potrò risponderti in merito…

        di spagnole (militari) conosco solo l’inno (non ufficiale) del Tercio de extranjeros, che poi è una cnazonetta di varietà (già postata, El novio de la muerte).

        Russe (militari) non ne conosco, solo sovietiche, che poi è un’altra cosa…
        in uno sceneggiato su Guerra e pace i soldati cantavano una canzone popolare russa, carina; non so se la cantassero davvero, in ogni caso è una canzone, appunto, popolare, che parla del portico nuovo della casa, di una ragazza di campagna che lancia un falco che voli lontano a cercare il suo amato ecc.;
        li metto nella categoria “italiani” 😉

        • Z. scrive:

          Katiuscia ha un testo molto simile.

          La ragazza cammina sulle rive del fiume e affida il messaggio al sole che tramonta a ovest, dove il ragazzo fa il militare, ma il senso è quello…

          Fu composta tra le due guerre e i soldati la cantavano eccome; gli italiani dell’ARMIR la impararono lassù e quando tornarono, sulle note di Katiuscia, nacque Fischia il vento.

        • PinoMamet scrive:

          Quella che dico io è questa:
          non so chi la cantasse in realtà (suupongo un qualche coro professionale) ma non è affatto male.

          https://www.youtube.com/watch?v=2hbhKiR-t4M

    • Z. scrive:

      Epperò, epperò, prova a sentire Zehntausend Mann…

      http://www.herbert-fritz.de/volksliedertext/zehntausend_mann.html

      Liberamente tradotto:

      – Quanti beni porti in dote?
      – Due stivali senza suola!
      – Allora non te la do, mia figlia!
      – Manco io la voglio, in Sassonia ce n’è di più belle!

      E poi c’è una versione alternativa abbastanza divertente:

      http://www.magistrix.de/lyrics/Traditionelle%20Volkslieder/Zehntausend-Mann-Die-Zogen-Ins-Man-ver-1250664.html

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Z

        La variante mi sembra stia ala fine, e ci riguarda:

        ‘Der Bauer fragt: „Was ist denn dein Herr Vater …“
        Der Hauptmann sprach: „Der König von Italien …“
        Der Bauer lacht: „Dann kannst du sie gleich haben …“
        Der Hauptmann sprach: „Der Teufel soll sie holen’

        Traducendo alla buona:

        ‘Il contadino chiede: Ma chi è tuo padre?
        Il capitano rispose: il Re d’Italia
        Il contadino ride: allora [mia figlia] te la puoi prendere lo stesso [anche se la dote è solo di due stivali senza suola]
        Il capitano rispose: se la deve portar via il Diavolo’

        Cioè, di fronte al contadino padre bavoso che pur di imparentarsi con un re straniero (Frankreich o Griechenland non stavano nella rima) molla la figlia (che comunque piange lacrime grosse come meloni: Die Tochter weint melonengrosse Tränen visto che alla prima non è riuscita ad accasarsi) il fiero capitano gli risponde: che il diavolo se la porti.

        Anche allora, orgoglio dei militari (pure di leva) verso quegli imboscati di civili che pensano solo ad arricchirsi?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

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