Lo Spirito Santo nostro amico, la Luna e il cucciolo di cane

Un momento fa, con il binocolo, ho visto la Luna piena che sorgeva esattamente dietro il campanile della chiesa di Santo Spirito, illuminandone la palla in cima.

E appena in là, Marte, che dicono che brilli straordinariamente in questi giorni.

Molto, molto più in basso qui sulla terra e tra i vicoli di San Frediano, un gruppo di giovanissimi – alcuni di loro stanno appena per dare l’esame di maturità in questi giorni – hanno organizzato un’assemblea per denunciare tutto ciò che il Comune sta svendendo a’ privati nel nostro quartiere.

Hanno pagato un centinaio di euro per ottenere una sala comunale per dire la loro, poi un funzionario ha scoperto chi erano questi giovinastri sovversivi, e il Comune ha tolto loro la sala e si è tenuto i soldi.

Allora i Padri Agostiniani, che sono nati secoli e secoli prima del Partito Unico e gli sopravviveranno altrettanto, hanno concesso ai ragazzi la Sala Capitolare della Chiesa di Santo Spirito, dove mercoledì prossimo potranno parlare in libertà.

Proprio a Santo Spirito, oggi si benedicevano le bandiere.

calcianti4L’ex-guardiacaccia che vive nella casupola che per legge non esiste e parla di notte con le civette e di mestiere ripara organi di chiesa, mi ha detto che oggi avrebbero benedetto non solo la bandiera dei Bianchi, ma anche quelle del Drago Verde, del Nicchio (che son le conchiglie di chi peregrina sulla via di San Giacomo di Compostela), della Scala e della Sferza, e quindi la benedizione sarebbe scesa in qualche modo su tutti noi.

calcianti1La nostra feroce amica nordica, un po’ finlandese e un po’ inglese e un po’ gallese, osserva e commenta, “vedi, io credo alla società tribale, la globalizzazione ci ha portato solo dei danni, però io che discendo dagli sciamani della Carelia, vorrei essere io la capostrega della tribù”.

E io le dico, osserva bene questo miracolo, mentre ogni cosa al mondo viene falsificata, il Calcio Storico è una finzione che è diventata autentica.

calcianti6Così partono in corteo, dalla corte, con trombe e tamburi, per cercare la cosa più importante del mondo,

la benedizione,

البركة

penetrano come un cuneo tra i turisti meravigliati

calcianti5i suonatori di tromba e di tamburo, la gioiosa teppa tatuata dei Calcianti con i loro bambini, i ruffiani che cercano di non dispiacere mai al Sindaco e quelli che invece non hanno paura di dire sempre il vero, il ragazzo nero che per allenarsi attraversa mezza Italia e quelli che inveiscono contro i migranti, la Compagnia dei Bianchi che ogni giorno cucina un pasto caldo per gli embriaconi di Santo Spirito, i mueratori e gli artigiani e gli osti, la plebe che entra ed esce di galera ma quando esce, vuole suonare ancora per la sua gente, i rovinati dall’alcol e dal gioco e quelli che stanno meglio di me e di te…

calcianti2entrano trionfanti a tamburo battente nella chiesa che quel pazzo tenebroso del Brunelleschi volle creare e che – per fortuna – tradì i suoi sogni, e i tamburi echeggiano tra le vòlte (e io guardo per un attimo ansioso per vedere se la Madonna della Pala Nerli di cui mi sono innamorato sta ancora bene)…

e il Priore fa una predica tutta strana in cui ci assicura che Sant’Agostino dall’alto è di Parte Bianca e che la Trinità somiglia un pochino ai Bianchi perché ha tanti aspetti, e recita..

In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

e in quel preciso istante, e ci ho fatto un video che lo testimonia, un bellissimo cucciolo di cane, per la prima e unica volta, caccia un ululato, che in Santo Spirito, i cani sono felici di giocarci,

calcianti7e tutti quelli vestiti da medioevali con i loro telefoni lanciano uno strepitoso urlo che lo sente anche la Veronica addolorata che all’ingresso accoglie il Gesù morente

per i Bianchi Hip-hip-hurrà!

Bauuu!

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41 risposte a Lo Spirito Santo nostro amico, la Luna e il cucciolo di cane

  1. Grog scrive:

    L’unico serio xè il can!
    Trovategli una cagna(*) che posa divartirsi un pocheto povero animal!
    Grog! Grog! Grog!
    (*)
    Con tute le PDine in circolasion trovar cagne non dovaria eser dificil.

  2. mirkhond scrive:

    ‘Cos’è destra – o di sinistra?’. Lo dice Bernie Sanders
    Maurizio Blondet 24 maggio 2016

    Premessa: In Austria, tutto come previsto: incredibile successo di Hofer al primo turno, sconfitta al secondo. Nel mezzo, qualche settimana di demonizzazione (“ultra-nazionalista, xenofobo”!) che ha innescato – come al solito – i riflessi pavloviani delle più vaghe e vacue sinistre e moderatismi: andare a votare in massa per bloccare il Pericolo Fascista. Votare per l’altro, qualunque sia, per respingere Hitler alle porte. No al salto nell’abisso!

    Funziona sempre. In Europa, funziona da mezzo secolo. La sinistra di Pavlov. Ricordo una memorabile presidenziale francese in cui, per contrastare Le Pen (padre) che aveva superato al primo turno i socialisti, tutta la Gauche si buttò a votare, turandosi il naso, tutti gli orifizi e con smorfie di schifo, un detestato gaullista, discusso sindaco di Parigi, corrottissimo: Jacques Chirac. Regalandogli otto anni di potere.

    Ovviamente in Austria, le sinistre e i moderati (gli elettorati dei due partiti consociativi di sempre, disfatti da Hofer al primo turno) hanno votato per l’euro, per la UE , per l’alluvione di migranti, per la Merkel e Juncker.

    Gli operai dell’ Osterreich (quelli che con i musulmani immigrati devono convivere nei quartieri poveri) hanno votato all’86% Hofer, ossia “la destra”. I ricchi espatriati, votando per posta, hanno scelto il vecchissimo verde, che ha tutte le stigmate del passato – e non è certo di ecologia che l’Austria ha bisogno. Come sempre, i “progressisti” hanno adottato, e fatto adottare al resto del paese, le soluzioni più conservatrici, regressive, la “continuità” che solidifica il potere delle oligarchie tecnocratiche e finanziarie. Juncker, Merkel, Renzi, Hollande esultano: scampato pericolo.

    Negli Stati Uniti il fenomeno è addirittura caricaturale e tragicomico. Fra i due candidati, quello davvero “di destra” nel senso peggiore del termine, guerrafondaio, neocon, asservito alla finanza, è Hillary Clinton. Circola in rete un video agghiacciante del 2012 dove Hillary, ridendo istericamente, in un talk show, promette che lei “provocherà guerre” contro l’Iran…

    Votare per lei significa votare per altre guerre imperiali, altra miseria per gli americani poveri, più forti dosi di capitalismo terminale. Eppure negri e latinos votano per lei, lei è “progressista”. Trump è per il salario minimo, per il sistema sanitario pubblico, contro la guerra, e ha dichiarato la NATO “obsoleta” come strumento imperiale, vuole la pace con Mosca: ma lui è il “fascista” e “razzista”, contro cui l’Establishment ha cercato di mobilitare il riflesso pavloviano di sinistre e moderati.

    I negri votano Hillary…

    Il riflesso pavloviano perpetua la frattura “destra-sinistra” come categorie ideologiche, che da tempo la realtà ha confuso, e già Gaber canzonava. Ora, però, qualcosa sta forse per cambiare. Proprio in Usa. E la sta cambiando uno che di sinistra è davvero, un socialista mai pentito: il candidato Bernie Sanders.

    Già è senza precedenti che un socialista dichiarato non sia stato eliminato fin dall’inizio delle primarie, e va considerato un fatto rivoluzionario in America. Il punto è che Sanders, invece di ritirarsi in buon ordine, continua la sua campagna – e non certo contro Trump. Ma specificamente contro Hillary Clinton, a cui sottrae delegati a ogni primaria, intralciandone in modo decisivo la vittoria

    E adesso fa’ anche peggio, dal punto di vista dell’Establishment: Sander attacca la direzione stessa del partito democratico. In termini rivoluzionari, evoca l’esortazione maoista: “Sparate sul quartier generale!”. E’ verso i comandi del cosiddetto partito progressista che Sanders sta volgendo le artiglierie del suo elettorato, ragguardevole e militante.

    Come lo fa? Raccogliendo presso i suoi elettori fondi per far perdere il seggio (è parlamentare della Florida) alla presidentessa del Democratic National Committee (DNC) Debbie Wasserman Schultz. Il DNC è la “macchina” del partito, il centro di quell’apparato quasi invisibile che congegna, fabbrica e manipola le candidature: il quartier generale. Bernie Sander ha accusato apertamente la signora Wasserman-Schultz di essere scandalosamente pro-Hillary, laddove il presidente del partito democratico deve (in teoria) essere neutrale nella selezione dei candidati; ma invece di limitarsi alla lamentela, ha invitato i suoi seguaci a dare fondi a tale Tim Canova, che è il candidato che concorre per avere il seggio parlamentare che oggi è occupato dalla signora. “Dividete il contributo di 2,70 dollari a metà fra Bernie e Tim Canova per il Congresso”, ha lanciato l’addetto alla raccolta fondi di Sanders, Jeff Weawer: “contribuirete ad eleggere dei veri progressisti, e ad inviare un messaggio INEQUIVOCABILE sull’impegno rivoluzionario di eleggere candidati che condividono i nostri valori”. I termine ‘inequivocabile” è tutto maiuscolo nel testo. E il termine “rivoluzione”, bandito come impronunciabile, pornografico nella politica USA, è ripetuto senza scrupoli: “Rivoluzione politica non significa solo eleggere un presidente. Ci occorre un congresso con membri che credono, come Bernie, che non possiamo cambiare un sistema corrotto senza portargli via il denaro”.

    E’ un linguaggio che non si è mai udito in USA, almeno dai tempi di Sacco e Vanzetti. L’attacco diretto all’Establishment del partito democratico è davvero qualcosa di rivoluzionario, come nota il sito Dedefensa (a cui devo questa segnalazione) per la sua valenza apertamente anti-Sistema. Di fronte all’avanzata di Trump e del suo aver cambiato le carte nell’Establishment repubblicano, è stato possibile ad una sinistra vera di apparire, e di sbugiardare l’equivoco della “sinistra” fra virgolette, quella per cui le “conquiste civili” non sono i salari operai, ma le nozze gay, i diritti LGBT; la “sinistra di complemento” a Monsanto e Soros, a Wall Street e alla NATO; la sinistra dei benestanti “di larghe vedute”, del Jet-Set internazionalista e global all’ultima moda, la cui doppiezza e immoralità ha denunciato con precisione spietata Paolo Borgognone nel suo saggio fondamentale, “L’Immagine sinistra della globalizzazione”.

    Chissà. Se Sanders riesce, re-insegna alla sinistra a fare la sinistra. E non solo a quella americana. Tutte le mode culturali cominciano in Usa e poi arrivano qui, col consueto ritardo. Data la nota esterofilia della nostra cosiddetta sinistra italiota e mediatica, e la sua ridicola subordinazione alla “cultura americana”, anch’essa potrebbe cominciare ad adottare il modello Sanders, una volta che diventasse di moda. La sinistra italiana (ed europea) ha adottato per decenni il modello Blair – privatizzazioni, globalizzazione e guerre imperiali neocon – perché era di moda e conveniva. Ha adottato il modello Obama, così glamour, Nobel per a Pace; si è potuto additare in Matteo Renzi “l’Obama italiano”, come fosse un complimento. E’ stata la sinistra che ha svenduta alla globalizzazione le “conquiste operaie” senza levare la minima voce critica, ma anzi proponendosi ai poteri forti come l’amministratrice della destrutturazione dello stato sociale, la fedele credente nel liberismo senza frontiere, la collaboratrice a quella “società senza classi senza Stato, nazione, spiritualità religiosa tradizionale, frontiere, limiti” (Borgognone) che faceva comodo alle multinazionali, venditrici di iperconsumi-standard a consumatori che dovevano rendere “standard”, cittadini del McWorld, del “tempo libero” (per chi se lo può permettere). La “sinistra” italiota non ha posto alcuna obiezione intellettuale e morale alla de-industrializzazione che prima il Washington Consensus, poi la UE divenuta prigione dei popoli con l’euro; anzi l’ha promossa, voluta e legittimata come “Progressista” Al punto che oggi è progressista Niki Vendola che ha affittato l’utero di una schiava, estremo sfruttamento della povertà per scopi ludico-narcisisti. Perché la collaborazione coi veri poteri forti, l’applicazione locale dei dogmi monetaristi di FMI, UE ed Usa, è stata ben compensata. Il tradimento della classe lavoratrice mica l’hanno fatto gratis. Loro, hanno gli yacht da regata, le vacanze alle Maldive, gli amanti dei cinque sessi tratti dai cataloghi della Società dello Spettacolo; soprattutto, sono al riparo dalla competizione globale, i loro stipendioni pubblici sono del tutto fuori mercato, ma il Capitale terminale, a loro, non chiede tagli né efficienza né produttività. Un motivo c’è.

    Oggi la sinistra italiota, che esiste nei media e nei talk-show, è tutta contro Trump e per la Clinton: pavlovianamente, sente il primo come “xenofobo” (e “omofobo”) dunque “fascista”, e Hillary l’assassina della Libia e della Siria, come progressista. Come sempre non è ragionamento, ma un istinto settario e una moda. Se in America cambia la moda, Obama “non si porta più” e invece è “attuale” Sanders, chissà, magari la sinistra comincia a dire davvero qualcosa di sinistra, se non a farlo.

    Speriamo in questo, perché i partiti sovranisti (mediaticamente “ultra-nazionalisti, xenofobi”) in Europa hanno davanti a sé il destino di Hofer e del suo partito austriaco: trionfo al primo turno, sconfitta al secondo, In fondo, è proprio per questi che è stato congegnato il sistema di voto a ballottaggio: tagliare “gli estremismi”, escluderli dal gioco, marginalizzali e delegittimarli. Solo che stavolta il gioco è fatale: c’è bisogno di novità, di idee nuove e resistenze allo status quo, ed ogni votazione che sconfigge queste “destra” che destre non sono, li ritarda.
    “Destre” incapaci di aggregare

    Come si constata ogni volta, i partiti nazionali, quindi anti-UE, anti-Euro, anti-NATO, non sono capaci di aggregare: il loro elettorato resta al secondo turno quello che era al primo, mentre la cosiddetta “sinistra”, chiamando a raccolta contro “il pericolo fascista”, aggrega cani e porci. Che votano per la conservazione di ciò che non deve essere conservato. La “sinistra plurale” per settarismo pavloviano; i moderati, che sono la palude centrista maggioritaria, per conformismo e per viltà: hanno paura nel “salto nell’ignoto” (così gli presentano i media la vittoria dei ‘populisti’) “e i politici degli apparati storici strumentalizzano questa paura dell’ignoto: è il solo argomento che oggi resta loro”, scrive Jacques Sapir in una disanima di questo incaglio, che deve essere l’inizio di una seria auto-analisi per detti partiti, se vogliono non restare eterni secondi. (Les Leçons de l’Autriche – http://russeurope.hypotheses.org/4977)

    Unica eccezione, è stata in Italia: Berlusconi sapeva aggregare, negli anni ’90 molta gente di sinistra è accorsa sotto le sue bandiere. Ciò che aggrava la sua colpa, e rende imperdonabile aver sprecato questa occasione storica per la sua insipienza culturale e bassezza morale. Questa occasione non si ripresenterà. Oggi abbiamo lo spettacolo ridicolo e tristissimo di una “destra” che è maggioranza nel paese, e i cui capi e capetti non riescono che a litigare; litigandosi la eredità aggregatrice del fallito Berlusconi, non fanno che dilapidarne quel poco che resta. In questa dilapidazione va’ citata come caso pietoso estremo una gravida fuori posto, che pare rispondere al nome di Giorgia Meloni. Tutte le volte che apre bocca, fa’ danno. L’ultimo: “Romani, votate per me, e vi darò una strada intitolata a Giorgio Almirante”. Fra tutti i problemi di Roma, non c’è che dire, ha identificato il più urgente; inoltre s’è fatta dare dell’antisemita dalla comunità ebraica, incollandosi volontariamente sulla bassa fronte la stigmata di “Estrema Destra” che spaventa la palude moderata e, quindi, perpetua la sconfitta del sovranismo. A questo punto, i casi sono due: o è completamente scema ed è bene per tutti che vada a casa a partorire, perché non capisce niente del mestiere; oppure è una sabotatrice. In entrambi i casi, merita il titolo di Inutile Idiota.

    Essa non è capace di tenersi al tema. Ignora “i punti cardine attorno a cui si gioca il contrasto fra populismo ed establishment”, elencati così un po’ alla svelta, ma con chiarezza politica, da Marco Tarchi: “Identità e radicamento culturale contro cosmopolitismo e omologazione; amore per la stabilità contro culto della precarietà; solidarietà e legami di prossimità contro individualismo e globalismo; buonsenso contro sofisticazione intellettuale; controllo costante su chi governa contro delega fiduciaria”. La battaglia è seria e su temi seri. Non è per false bionde in gravidanza extramaritale.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Gli operai dell’ Osterreich (quelli che con i musulmani immigrati devono convivere nei quartieri poveri) hanno votato all’86% Hofer”

      Ma perché deve scrivere cazzate?

      ” ricchi espatriati”

      Ma perché deve scrivere cazzate?

      “Trump è per il salario minimo, per il sistema sanitario pubblico, contro la guerra”

      Ma perché deve scrivere cazzate?

      • Z. scrive:

        Ma perché non ci limitiamo a copincollare il link a questi papiri?

        Così, sarebbe un’idea 🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        ““Gli operai dell’ Osterreich (quelli che con i musulmani immigrati devono convivere nei quartieri poveri) hanno votato all’86% Hofer””

        Non ho le statistiche, ma gente di sinistra molto attiva in Austria che conosco mi diceva la stessa cosa, prima delle elezioni. E non dovrebbe essere un fenomeno particolarmente nuovo – anni fa, un mio amico comunista viennese di buona famiglia, per varie vicende, finì per fare il muratore. “Così ho vissuto a fianco a fianco dei veri fascisti”, mi spiegò.

        Su Trump non so cosa dica del salario minimo o del sistema sanitario pubblico, si è più volte espresso contro la guerra.

        Insomma, rassegnati: Blondet sceglie i suoi fatti, li utilizza per dimostrare le sue fissazioni personali, ma quasi mai scrive cazzate. 🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Ad esempio, dove Blondet dice una cazzata, è quando scrive:

          “e non è certo di ecologia che l’Austria ha bisogno”

          Tra l’altro, il Tirolo in particolare è devastato dal transito incessante di tutto il traffico che collega l’Europa settentrionale a quella meridionale.

          Se l’Austria decidesse di smettere di farsi avvelenare, avrebbe tutte le ragioni. Ma Blondet, che è antieuropeo (e quindi in teoria potrebbe sostenere anche lui una proposta di chiusura del passaggio del Brennero) è anche antiecologista, per cui l’idea non gli viene nemmeno in mente.

          • Miguel Martinez scrive:

            Tra l’altro, l’UE – dopo aver per anni bloccato tutte le norme antitraffico proposte in Tirolo – adesso ha mosso un’accusa ufficiale di violazione del trattato (Vertragsverletzungsverfahren, Roberto saprà meglio tradurre) contro l’Austria per… la pessima qualità dell’aria (in particolare nel Tirolo):

            http://www.tt.com/politik/europapolitik/11176891-91/schlechte-luft-eu-klage-trotz-bem%C3%BChungen-in-tirol.csp

          • roberto scrive:

            leggo dal tuo ultimo link

            “A longer-term solution may prove to be the Brenner Base railway tunnel. ”

            a quando i NEIN-tunnel?

          • roberto scrive:

            sulle vignette, giusto un’osservazione, senza entrare nel merito “vignetta si, vignetta no”:

            non servono a “porre un minimo freno al traffico” perché in ogni caso il traffico continua, rendendo giusto un po’ più oneroso il trasporto, onere che immagino non peserà sulla ditta di trasporti, se non nella misura in cui potranno sfruttare ancora di più gli schiavi-cocchieri, ma su chi i trasporti li usa -> sui consumatori

            su “o far contribuire alla spesa medica delle vittime locali del traffico altrui “, vabbé magari hai ragione ma non vedo molte indicazioni sul fatto che che la vignetta venga effettivamente usata così….

            • Miguel Martinez scrive:

              “ma su chi i trasporti li usa -> sui consumatori”

              Bene, così i consumatori andranno a cercare prodotti di provenienza più vicina, come ci insegna Francesco.

              Il punto a cui si sfugge è che l’unica soluzione reale ai danni da traffico è… meno traffico.

              Come l’unica soluzione efficace ai danni da tossicodipendenza è… meno eroina.

          • Dif scrive:

            “Blondet…è anche antiecologista”.

            Qui ritorniamo al paradossale antiecologismo dei conservatori, che invece, come dicevi anche tu, dovrebbero essere i primi a voler “conservare” l’ambiente.

            Sarò ripetitivo, ma questi strani meccanismi psicologici mi interessano 🙂 e qui Blondet cade vittima dello stesso riflesso pavloviano di cui parla.
            Siccome l’ecologismo è considerato di sinistra, lui è contro a prescindere.

          • roberto scrive:

            sempre sulle vignette, ricordo a chi dice “l’UE ce l’ha con noi” che nella sentenza citata al tuo link, l’italia era intervenuta a sostegno della commissione contro l’austria
            (sentenza che per altro personalmente non trovo brillante, ma a rileggerli gli argomenti dell’austria sono abbastanza debolucci….)

          • roberto scrive:

            Vertragsverletzungsverfahren

            hai tradotto bene

            (in eurocratese “procedura per inadempimento”, in inglese ” action for failure to fulfil obligations”)

          • Carlo scrive:

            Il problema è che Blondet, come moltissima altra gente, tende a ragionare in termini di “noi contro loro” dove esiste un unico “noi” e anche un unico “loro”. Del “noi” di Blondet fanno parte Putin, Trump, la destra antieuropeista varia, del “loro” fanno parte Israele, gli ecologisti, l’UE, i neocon, i liberisti e molta altra gente e, come spesso fanno quelli che ragionano in questi termini, ha la vista selettiva perciò non riesce a notare che, per esempio, buona parte della destra xenofoba e anti-euro (quindi parte del noi) è anche ultra-liberista e filo-israeliana (amica del loro)

          • Z. scrive:

            Miguel,

            — Il punto a cui si sfugge è che l’unica soluzione reale ai danni da traffico è… meno traffico.

            Come l’unica soluzione efficace ai danni da tossicodipendenza è… meno eroina. —

            “Meno eroina” direi piuttosto che è un obiettivo, non una soluzione. La soluzione, anzi le soluzioni, sono tutte quelle che vengono adottate per arrivarci. Ce ne sono diverse, che non si escludono necessariamente l’una l’altra, e molte passano per la somministrazione di altre sostanze psicoattive.

            Il problema del traffico, poi, non é il traffico in sé quanto l’inquinamento. E’ difficile sostenere che un autobus a metano inquini quanto un autobus a gasolio, o che un autobus e una nave da crociera siano grosso modo la stessa cosa.

            Altrimenti dovremmo criminalizzare anche le biciclette: perché chi bicicla ha un fabbisogno calorico più alto di chi prende l’autobus, quindi mangia di più, quindi consuma di più…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “Qui ritorniamo al paradossale antiecologismo dei conservatori, che invece, come dicevi anche tu, dovrebbero essere i primi a voler “conservare” l’ambiente.”

            Le etichette “conservatore” e “progressista” nascono con un significato che hanno perso non appena la marea si è invertita. Il conservatore voleva preservare un certo ordinamento esistente (quello con disparità sociali, nessuna protezione ambientale, limitati diritti civili), mentre il progressista voleva modificarlo (il socialista limitando le disparità sociali, l’ecologista proteggendo l’ambiente, il libertario lottando per i diritti civili). Tutto questo non esiste più: mentre destra e sinistra esistono ancora, progressisti e conservatori non esistono più, checché se ne dica.

          • roberto scrive:

            “Bene, così i consumatori andranno a cercare prodotti di provenienza più vicina, come ci insegna Francesco”

            ok, io sono quindi condannato a condire l’insalata con il burro, a rinunciare per sempre alle arance italiane e probabilmente a morire di scorbuto, oltretutto con una schifosa cravatta grigia made in germany.

            pazienza, c’est la vie!

            (francesco immagino che ti dirà che non puoi vivere di quello che produci in oltrarno, e io non posso vivere di quello che produco nel mio giardino e che gli scambi commerciali hanno una qualche utilità)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “ok, io sono quindi condannato a condire l’insalata con il burro, a rinunciare per sempre alle arance italiane e probabilmente a morire di scorbuto, oltretutto con una schifosa cravatta grigia made in germany”

            Sì, questo sintetizza la posizione dell’Unione: poiché bisogna favorire in ogni modo il mercato comune, tutti i suoi ostacoli sono da abbattere.
            Poi, però, visto che l’Unione deve proteggere l’ambiente e la salute dei propri cittadini, le polveri sottili provocate dall’abbattimento degli ostacoli devono essere sanzionate.

            Sono le famose due anime dell’UE, quella economica e quella sociale (cioè quella di destra e quella di sinistra), che al momento a causa della totale inconsapevolezza delle istituzioni rappresentative (riempite di nani e ballerine dai partiti nazionali, ancora più inconsapevoli) tocca alla Corte di Giustizia tenere insieme. Ma la ponderazione degli interessi è sempre una scelta politica, più che tecnica.

          • roberto scrive:

            “Ma la ponderazione degli interessi è sempre una scelta politica, più che tecnica.”

            sono sostanzialmente d’accordo con questa idea (che riassume i miei dubbi sulla sentenza sull’austria di cui parlavo).

        • roberto scrive:

          miguel
          almeno (e sottolineo tre volte “almeno”) questa è una cazzata:
          “I ricchi espatriati, votando per posta, hanno scelto il vecchissimo verde”

          1. non vedo proprio perché gli espatriati debbano essere per forza ricchi, a meno ch el’operaio austriaco che lavora in una fabbrica in baviera sia da classificare automaticamente come ricco
          2. il voto per posta non è solo per gli austriaci residenti all’estero

          • Z. scrive:

            Per non parlare di Trump pacifista, Trump contro lo stato sociale, Trump a favore del sistema sanitario pubblico.

            E di quando scriveva che la Russia, a differenza dei Paesi UE, non monitora l’uso di internet da parte dei suoi cittadini.

            Gli è che spesos sul web il vero e il falso, il documentato e il chiacchierato, le informazione serie e le boutade per ingenui pesano allo stesso modo. Conta quasi solo il volume e la capacità di trovare qualcuno che ti copincolla i testi.

          • Carlo scrive:

            Un’altra falsità di Blondet è quella secondo cui la sinistra italiana starebbe tutta con Clinton e contro Trump: qualche tempo fa ho letto un articolo su Micromega in cui si affermava appunto che l’una non era meglio dell’altro

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Insomma, rassegnati: Blondet sceglie i suoi fatti, li utilizza per dimostrare le sue fissazioni personali, ma quasi mai scrive cazzate”

          No, il dato non esiste: ci vorranno settimane perché i sondaggisti disaggreghino il voto nelle sue componenti. Chi sventola dati prima di avere i dati è uno che spara cazzate, anche se dovesse azzeccare.

          • Z. scrive:

            Peraltro, chi cita seriamente dei dati nei propri articoli, di solito cita anche le fonti.

            Una percentuale priva di fonte è quasi sempre un indice di statistica da mescita 😀

  3. mirkhond scrive:

    Da quel che ho sentito nei telegiornali, non sembra che Trump sia per lo stato sociale.
    A differenza di Sanders……

  4. mirkhond scrive:

    Leggo che la sua famiglia è di origine tedesca per parte di padre (Trumpf o Drumpf, poi anglicizzato in Trump in seguito alla tedescofobia, sviluppatasi negli Usa durante la prima guerra mondiale), e scozzese delle Ebridi, di parte di madre.

  5. mirkhond scrive:

    Pino che ne pensi di Trump?

    • PinoMamet scrive:

      Bella domanda. Non è che ci pensi tanto, in effetti, ma sbaglio perché le elezioni americane più o meno riguardano tutto il mondo.

      A me mi pare un matto. Ma non credo che sia davvero un matto. Certo è poco rassicurante, e penso che lo sia anche per gli statunitensi, cosicché finiranno poi a votare per la Clinton, suppongo (come negli esempi di Le Pen ecc.)
      C’è che dice che abbia fatto apposta a candidarsi come strawman per favorire la Clinton che sarebbe una sua amica, ma vallasapè, io poi a ‘ste credo e non credo.

      Se invece vincesse, farebbe un decimo, o meno, delle cose che promette, come qualunque altro politico, e c’è anche il caso che sia meno guerrafondaio della Clinton, che mi sembra proprio una mezza criminale di guerra; mentre il povero Obama, il massimo che si può dire è che non ci capisce niente, e secondo me mezza amministrazione lo boicotta (o qualcosa del genere… la politica americana mi sembra piuttosto strana negli ultimi anni, prima vogliono fare la pace con i russi e gli arabi, poi le rivoluzioni colorate in Ucraina, poi vogliono rovesciare Assad, poi fare la pace con l’Iran che sostiene Assad, poi non si capisce cosa…)

      in politica interna, Trump sarebbe forse un nuovo Reagan, peggiore dell’altro…

  6. MOI scrive:

    Intanto Manuel Valls si oppone al riconoscimento di Cittadinanza Francese (per quel che può contare la Francia come Stato Nazione nel 2016 e oltre … 😉 ) a Taqiyiq 😉 Ramadan :

    http://www.huffingtonpost.fr/2016/05/22/manuel-valls-tariq-ramadan-nationalite-francaise-clementine-autain_n_10092248.html

  7. Francesco scrive:

    Quanta carne al fuoco!

    Dico la mia, mi avete persino fatto l’onore di citarmi.

    1) la Clinton è quella descritta da Blondet, temo proprio

    2) Trump e Sanders sono un pò più cialtroni di come li descrive e le loro ricette protezionistiche sarebbero un disastro economico e sociale – in primis nel terzo mondo. E’ già successo, sono fatti ben noti, uno si chiama “Seconda guerra mondiale”.

    3) Viva il TTIP!

    4) vogliamo ridurre l’inquinamento? facciamolo pagare, no? invece di riempire di sussidi i camionisti, che è un doppio crimine.

    5) Carlo ha ragione al 100%. un ragionamento “bianco o nero” quando ci sono molte variabili in ballo è ridicolo, prima che errato.

    6) contro Le Pen avrei votato Chirac anche io! per quanto pessimo si sia rivelato

    7) dove ci si iscrive alla palude centrista? è l’unico gruppo di umani tra tutti quelli citati da Blondet!

    ciao

  8. Francesco scrive:

    PS sui neri e latini che votano Clinton, invece, mi sa che Blondet ha ragione

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