Ogni giorno, 864 milioni di persone vanno su Facebook e scrivono qualcosa.
E così ha fatto l’altro giorno il comico francese Dieudonné, di ritorno dalla grande manifestazione di Parigi, scrivendo:
“Dopo questa storica marcia, che dire… leggendaria” Un istante magico uguale al Big Bang che ha creato l’Universo!… o in misura minore (più locale) paragonabile all’incoronazione di Vercingetorige, finalmente torno a casa. Sappiate che stasera, per quello che mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly”.
Il post poi lo toglie, quindi resta su solo qualche ora.
Invece di un like da qualche ammiratore, Dieudonné si prende nientemeno che un proclama del ministro degli interni Bernard Cazeneuve in persona. Sul serio.
Ecco cosa dice il Ministro, appena arrivato lunedì mattina in ufficio, preannunciando che lo Stato punirà il comico:
«C’est une abjection. Cette déclaration, après la manifestation d’hier, témoigne d’une irresponsabilité, d’un irrespect et d’une propension de cet individu à attiser la haine et la division.»
Pochi minuti dopo, la magistratura annuncia l’apertura di una “inchiesta per apologia di terrorismo” contro il comico.
Dieudonné dichiara:
“Depuis un an, l’Etat m’a dans le viseur et cherche à m’éliminer par tous les moyens (…) Depuis un an, je suis traité comme l’ennemi public numéro 1, alors que je ne cherche qu’à faire rire, et à faire rire de la mort, puisque la mort, elle, se rit bien de nous, comme Charlie le sait, hélas. (…) Mais dès que je m’exprime, on ne cherche pas à me comprendre, on ne veut pas m’écouter. On cherche un prétexte pour m’interdire. On me considère comme un Amedy Coulibaly alors que je ne suis pas différent de Charlie.”
Sarebbe facile parlare di ipocrisia istituzionale, o ricordare che la division lamentata dal ministro è la caratteristica di una società divisa appunto per classi (e in Francia, anche per ghetti etnici).
Ma quello che è veramente interessante è ciò che questo episodio ci insegna sul Sacro.
Non esiste Sacro senza tabù, e questo presuppone diverse cose.
Una particolare condizione di attenzione, accompagnata però dalla sospensione di giudizio e di critica.
Il divieto di ogni ironia, perché spezzerebbe quella condizione incantata. Sarebbe, nelle parole di Cazeneuve, irrespect.
La necessità di punire con la forza fisica chi spezza l’incantesimo.
Il punto non è impedire la violazione, altrimenti basterebbe far finta che non sia avvenuta; anzi il Sacro si nutre di violazioni pubblicamente punite.
L’azione punitiva deve essere priva di spiegazione, esattamente quanto deve essere privo di spiegazione il Sacro stesso, perché il Sacro si fonda su stesso; la violenza ne è l’espressione materiale, perché dimostra l’esistenza del Sacro sui corpi delle persone.
Trovo molto chiara la spiegazione del comico francese;
del resto, anche il commento su Facebook (“mi sento Charlie Coulibaly”) era abbastanza chiaro, vista la sua storia personale: un comico scorretto (come quelli di Charlie Hebdo) considerato quasi alla stregua di un terrorista (come Coulibaly).
Non credo che l’inchiesta per apologia di terrorismo arriverà da qualche parte; perlomeno non in un paese serio , non so in Francia 😉 , dove sembra che abbiano iniziato a prendere troppo sul serio i comici.
E i comici, anche, a mettercisi troppo, ad accettare questo ruolo di “guide immorali” con un po’ troppa convinzione.
Sembra che oltralpe tutto debba essere una “questione di principio”: è un mio diritto fare la quenelle, è un mio diritto disegnare Maometto al cesso, è un mio preciso dovere punire chi fa apologia di terrorismo…
Sembra che oltralpe tutto debba essere una “questione di principio”:
in questo il tanto bistrattato (qui :D) mondo anglosassone è meglio..quanno ce vo ce vo 😀
e molto meglio era l’Italia, verace, durata sino ad alcuni decenni fa….che aveva tanti difetti, cui suppliva con il buon senso e il cuore !
(P.S: una delle ragioni per cui dopo i disastri iniziali specialmente al Sud, il “risorgimento” e sequela, pur giacobino, NON HA FATTO da noi i disastri di Oltralpe :D)
Concordo!
Pino,
— Sembra che oltralpe tutto debba essere una “questione di principio” —
In effetti in questi giorni l’impressione sembra quella; detto questo, trovo anche che sia una reazione comprensibile di fronte a quello che la Francia ha subito in questi giorni.
Insomma, non commettiamo lo stesso errore, sempreché di errore si tratti. Cerchiamo di essere comprensivi con i cugini d’Oltralpe 🙂
Quello che mi chiedi è un grosso sforzo, lo sai… 😉
ma, visto che sei tu, ci proverò 😀
Comprensibile?
Il ministro si è comportato in modo identico ai terroristi islamici: “non sopporto il tuo umorismo: ti colpisco”.
Cioè abbiamo un ministro che emula il terrorismo.
Capisco il tuo punto di vista. Certamente non ha mostrato il sangue freddo che sarebbe stato auspicabile. Però non esageriamo: non ha mica ammazzato nessuno. Ha solo annunciato un esposto. E la magistratura non la gestisce lui.
articolo molto acuto !
il Sacro è essenziale ad ogni società che MAI tollera chi sbeffeggia il “suo” di “sacro”
semplicemente la “nostra” società, ha un’idea di “sacro” indubbiamente sui generis e molto diversa da quello di OGNI altra società finora testimoniata storicamente..
tutto qui..
ma dire che è tollerante, è una forzatura..è tollerante sì, ma in cose che ritiene di secondaria importanza, non per quello che ritiene “sacro”
il fatto però che il “sacro” di oggi sia quasi sempre il “profanissimo” di millenni, dà ad alcuni una percezione sbagliata..ossia che si viva nel regno della “libertà” e della “tolleranza” assoluta..
non è così, a quanto parrebbe
pochissimi però si rendono conto di questo..anche su questo blog 😀
fra questi pochissimi vi è Miguel 😀
Pienamente d’accordo con Habsburgicus.
E con Grog! 😉
Che cazzo di paese di cacca la francia … vogliono “la grandeur” con una dozzina di morti dimostrandosi terribilmente taccagni!
Gli anglosassoni hanno montato un casino mille vote superiore con le torri gemelle! Per non parlare dei Russi che nel fare casino sono irrangiubilili fuori classe su dimensioni transcontinentali ed innafiano tutto con caviale e champagne della Crimea!
La francia (beccatevi il minuscolo ipocriti galletti) è l’unico paese dove un primo ministro è morto causa pompino! Altro che Asterix (disegnato da un italiano)! A Bologna morirebbero dopo cinque minuti dall’incontro con la Marisa!
Dal 1870 prendono botte da orbi, fanno morire neri e islamici al posto loro, fanno finta di essere anti fascisti poi massacrano popoli coloniali peggio dei nazi! (Salvo essere suonati come tamburi dai tostissimi piccoletti vietnamiti) e poi ci fanno “la force de frappe”…. ma che si frappassero i testicoli ed andassero a cagare sulla tomba del golpista De Gaulle a Colombay les deux eglises!
” A Paris ci son molt puttain
mille lir la main
Cinq cent lir le pompain!”
Evviva Dieudonné che mette la France sur le bidet!
Grog! Grog! Grog! Grog! Grog! Grog!
” A Paris ci son molt puttain
mille lir la main
Cinq cent lir le pompain!”
———————————
Che ne dici di questa?
http://www.paroles.net/georges-brassens/paroles-la-complainte-des-filles-de-joie
L.
La conoscevo nella versione di Nanni Svampa:
I sciori, i pret e i dònn per ben
i e ciamen donne di piacer
etc.
un primo ministro è morto causa pompino
Felix Faure (1895-1899 ) ? 😀 ma era Presidente
P.S: pare che fosse con 2 contemporaneamente..melius abundare quam deficere
piuttosto
il troppo stroppia
😉
http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Dani%C3%A9lou
La sua morte improvvisa, a causa di un infarto, fece all’epoca molto scalpore. Il gesuita trovò la morte, infatti, sulle scale della casa di Mimi Santoni (una spogliarellista di 24 anni in possesso di una cospicua somma di denaro). Si affermò che il cardinale si fosse recato lì per usufruire dei servizi carnali della ragazza, e che potesse essere un suo cliente abituale; la Santoni, durante l’interrogatorio, ha affermato invece che il prelato si trovava in casa sua per donarle una somma di denaro (con cui essa avrebbe pagato la cauzione del suo amante).[1][2] Si scoprì che il cardinale non era nuovo a perseguire la conversione e il sostentamento economico di prostitute o spogliarelliste.
Daniélou, buono quello 😀
tipico esempio di “prelato conciliare” 😀
però, riconosco che sapeva scegliere abbastanza bene..,
almeno andava a donne e di questi tempi (già allora, anche se un po’ meno disastrati) è già tanto 😀
in Paradiso !
L’ironia della realtà supera sempre quella delle persone: hanno ucciso giornalisti, per poi barricarsi in una tipografia. Adesso Cazeneuve accusa Dieudonné di essere irresponsabile e irrispettoso. Le stesse cose di cui menava vanto Charlie Hebdo.
E’ vero, sul sacro non si può fare ironia. Non ce n’è bisogno, è già nelle cose. 🙂
due cose al volo
1. qualcuo di voi ha mai visto uno spettacolo di dieudonné (ed in particolare “le mur”)? dateci uno sguardo, si trova su youtube.
2. per habsb (ma credo che riassuma una posizione comune a molti) “il Sacro è essenziale ad ogni società che MAI tollera chi sbeffeggia il “suo” di “sacro”
ecco questa cosa proprio non la puoi dire di charlie hebdo, che ha sbeffeggiato veramente tutto e tutti (il che li distingue molto nettamente a mio avviso da dieudonné, che “sbeffeggia”, termine riduttivo, solo e sempre un gruppo), cattolici, ebrei, musulmani, sociaisti, lepenisti, femministe, gay…credo che veramente non abbiano mai avuto dei tabù
roberto,
1. non ne ho idea di cosa dica nei suoi spettacoli, ma da come ne parli immagino sia molto offensivo: ebbene? non si era deciso che la libertà di offendere il prossimo, la sua cultura e il suo credo era qualcosa di cui l’Occidente doveva andare orgoglioso?
2. credo che habs non si riferisca a CH, ma – se ho ben interpretato il suo pensiero – al fatto che il ministro francese non pare tollerare che venga sbeffeggiato ciò che è sacro per lui.
Comunque, personalmente non è il fatto che il tizio sia stato denunciato che trovo fuori luogo: la legge francese su certi temi è molto severa, e del resto a quanto ho capito anche CH ha subito denunce e/o processi. Mi stupisce, come direbbe MT sr., l’accusa di “irrispettosità” da parte del ministro.
Mi stupisce anche che l’ultimo periodo sia venuto scritto in corsivo, ma a quanto pare continuo a non essere bravo con la formattazione 🙂
“ebbene? non si era deciso che la libertà di offendere il prossimo, la sua cultura e il suo credo era qualcosa di cui l’Occidente doveva andare orgoglioso?”
mmmmmmmh, certo non io!
comunque, posso dire un eresia?
vabbé la dico.
credo che offendere, istigare all’odio, istigare alla violenza non siano la stessa cosa, e che sicuramente le ultime due non rientrano nella libertà di espressione (e pure sulla prima ho qualche dubbio).
mi dici che è difficile distinguere fra i tre casi e, quando parlo del primo, fra “offesa tollerabile” ed “offesa intollerabile”?
ok, sarà difficile, ma è per questo che ci sono giudici e tribunali.
comunque, è difficile ma è quello che ognuno di noi fa tutti i giorni.
credo di essere capace di distinguere la battuta sulla mia panza, alla quale rido anche io, rispetto al nemico che mi dà del panzone, o l’amico che fa la battuta sui napoletani (rido) da borghezio che se la prende con i napoletani (mi incazzo).
poi certo possiamo filosofeggiare sui massimi sistemi, ma credo che il meccanismo di riconoscimento & distinzione di battuta vs cattiveria, sia piuttosto banale.
<< ok, sarà difficile, ma è per questo che ci sono giudici e tribunali.
sante parole, tutto sommato il problema è già stato risolto da tempo
quello che resta da fare è vigilare sulle leggi che guidano i tribunali, per non finire in modalità Pakistan
Roberto,
secondo me tu poni questioni importanti di cui non solo si può ma si dovrebbe discutere. Però su una cosa non sono d’accordo: esattamente come il discorso politico di questi giorni, è *precisamente* una questione di massimi sistemi.
Se si è indetta e tenuta una manifestazione così imponente e unitaria è stato perché si è inteso difendere, attraverso il diritto di satira, il diritto alla libertà di espressione e parola. E questi sono sistemi molto massimi!
Ora, siccome i comici di cui parliamo sono professionisti (CH, Dieudonné, etc.), e non amici nostri, non possiamo essere io o te a decidere per tutti cos’è battuta e cos’è cattiveria. Dovrà appunto essere un giudice a decidere quale vignetta o battuta è “buona” e quale è “cattiva”, e questo significa accettare l’intervento repressivo dello Stato a limitare la nostra libertà di espressione. Significa anche chiederci quanto vogliamo esteso questo controllo, e a quanta libertà siamo disposti a rinunciare. Non è una questione da poco, insomma.
“secondo me tu poni questioni importanti di cui non solo si può ma si dovrebbe discutere.”
Zetaccio,
pensavo fossimo amici ed invece mi schifi con la tipica frase da barone univeristario “uè pischello, no mi far perdere tempo con le tue sciocchezze”
😀
🙂
Al contrario…
gli è che poni problemi sin troppo seri, e che però qualcuno (si spera più capace di me) dovrà necessariamente affrontare.
Poi figurarsi se voglio liquidare con una frase fatta il mio burocrate panz… ehm, il mio eurofunzionario diversamente magro di fiducia 😛
Tema centrale, quello della sacralizzazione di un’opinione di stato che rimanda alla sacralizzazione in corso del modello di società placata da punti di vista imposti dalla finanziarizzazione e universalmente globalizzati via social media.
Il totem (la tv) ha figliato e entra ormai fin dentro l’anima del mondo, cioè l’anima individuale.
In Francia pare essere avvenuto il “sacrificio”, il rito necessario alla fondazione della nuova mitologia.
Basta estremismi religiosi, solo mediocrità laiche e generose con tutto e tutti, tranne che con la realtà.
Quella solo il dio Ombra ha diritto di deciderla.
Da ieri, si può credere a tutto e pensare tutto su qualsiasi cosa, purché nessuno si azzardi più a evocare l’Ombra, ciò che deve morire nella nostra coscienza affinché sia riplasmata la nostra nuova idea collettiva del mondo.
Forse è tempo di fuggire verso il deserto…
pur non capendoci un tubo di francese, voglio esprimere la mia soliddarietà al coglione (pardon, al ministro) Cazenueve
ha perfettamente ragione a voler spedire al gabbio il nostro comico, che mette insieme assassinati e assassini
SE vogliamo giocare a fingere che l’insulto e il piombo sono la stessa cosa, facciamolo pure, dopo tutto nessuno qui è un ministro
e lo dico NON condividendo quello che per la Francia ufficiale è sacro – la loro schifida republique, un’ateismo di Stato a livelli di poco minori dell’Albania dei tempi andati, l’odio viscerale contro i cristiani
ma Dieudonné possono spedirlo nella Nigeria del Nord, con un cartello che dica “sa leggere” nella lingua preferita da Boko Haram
lo sapere che l’hausa (lingua ciadica, dunque afro-asiatica dunque con vaghissime correlazioni a quelle semitiche), molto diffusa in Nigeria del nord, si scrive sia in caratteri arabi che in caratteri latini e che, in questo caso, si dice “Boko” 😀 (dall’inglese book) ?
P.S
Boko Haram stara così per “libro savcro” o qualcosa del genere, no ?
Razzistaccio!
Parente dell’autore della famosa
“Bongo bongo bongo stare bene solo in Congo”
“Bongo bango bengo grazie ma non vengo!”
Grog! Grog! Grog!
credo che voglio dire “i libri [sono] impuri”
anche se mi pare un’idea astratta rispetto ai macelli concretissimi che fanno
come se Pierino avesse preso il posto a Pol Pot
Francesco,
— ha perfettamente ragione a voler spedire al gabbio il nostro comico —
Vedo che il Sempiterno Peana sull’Assoluta Libertà di Parola è già finito, e si ritorna all’usata via. La donna è mobile, cantava una celebre aria, e l’uomo non è da meno…
mica sono un sovversivo della ACLU io!
guarda che mi offendo
ACLU?
Kompagno!
la mitica American Civil Liberty Union, punto fermo dell’estremismo liberal americano!
Come non li conosci?
Io sono ignorante, lo sai. Mi sono persino chiesto se non fosse un’associazione cattolica collegata alle ACLI 🙂
Francè, ma insomma, voi siete pazzi.
Esiste una logica nelle cose.
Se il ministro avesse detto: “quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata. Ucciderli è stato eccessivo, ma, insomma, sono stati irrispettosi e qugli altri si sono incazzati”, ora avrebbe il diritto di condannare il comico.
Ma con tutta la retorica che c’è stata a favore di Charlie Hebdo e della libertà di parola e anche d’irrispettosità e d’insulto, ora, facendo così, si schiera con i terroristi, facendone proprie le logiche.
Ripeto: la Francia ha un ministro terrorista.
E’ la logica illuminista-giacobina, nata proprio in Francia.
E cioè liberté, egalité, fraternité O MORTE!
La libertà che si difende da…se stessa! 🙂
P.
hai visto come ho definito il Ministro?
et pour cause
ciao
CH mica invitava ad ammazzare preti, rabbini e iman
ti pare così poco?
Diciamo che se fossimo nel 1789 e anni seguenti, a parità di cose pubblicate da CH avrei considerato l’attacco del tutto legittimo.
Invece nel 2015 in Francia è del tutto dissennato.
Al massimo potrei capire dei profughi siriani che attaccano il ministero della difesa o degli esteri, visto quello che succede in Siria.
Forse.
Boko Haram doverebbe voler dire “contro l’educazione occidentale”
potrebbe essere per estensione
Bokpo=lingua hausa in scrittura latina, dunque per estensione cultura cristiana per estensione Occidente
haram=ciò che non va fatto (ad esempio non si può entrare nell’harem :D)
sì, per estensione potrebbe essere proprio cos’ “la cultura occidentale è haram” dunque no buena 😀
etimologie in libertà 😀
però, forse… 😀
Boko vale Book, che io sappia
ciao
Interessante la questione del sacro. Naturalmente il concetto di puro implica quello di impuro e viceversa, e questa inscindibilità è significativa: il sacro si sovrappone all’abominevole, e condivide con esso la sua principale caratteristica, quella di non poter essere toccato. Queste cose intoccabili hanno una funzione piuttosto precisa: permettono al mondo di essere pensato. Distinguono l’indistinto, il caos, in categorie pensabili. Gli abomini alimentari degli ebrei, ben più che essere regole igieniche ritualizzate, rappresentano dispositivi che – attraverso l’intoccabilità – rafforzano un sistema di categorie proprio nel momento in cui, rappresentando un’anomalia (tutte le bestie immonde sono difficilmente catalogabili, come il maiale, ungulato ma non ruminante), lo mettono in crisi.
Il tabù tiene in piedi, simbolicamente tutta una cosmologia. Ovvio che abbia una tale importanza e una valenza universale. Le categorie di puro e impuro, e quindi la categoria del sacro, sono essenziali a qualunque società in qualsiasi istante della storia. Il paradosso è che, se questo assunto è valido, il sacro viene automaticamente derubricato a fatto sociale e in sostanza relativizzato. Nel momento in cui lo si postula come elemento fondante di qualunque società umana, lo si priva di… sacralità. Una bella – ma a mio modo di vedere molto interessante! – contraddizione in termini.
La riflessione di Miguel coglie nel segno, ma manca secondo me di un pezzo che andrebbe reso più esplicito. La violenza è connaturata al sacro perché ogni sistema simbolico, ogni cosmologia è comunque espressione di un potere. Ogni ordine di regole e di tabù ha la sua casta sacerdotale che la interpreta e la custodisce, anche con la forza. E’ sacrosanto (va be’, questa passatemela) far notare quanto il meccanismo del tabù operi anche nella più aperta e relativista delle società, e quanto sia clericale il conformismo di tanta intellighenzia laica. Ma questo non fa che confermare la “relatività del sacro” e non rende certo più credibili le lamentazioni di coloro che, invece di negoziare un “sacro-provvisorio-qui-ed-ora”, imprecano contro il presente e il suo crollo dei valori. Come se il passato non fosse un susseguirsi di presenti in cui sono crollati uno dopo l’altro milioni e milioni di valori creduti eterni e assoluti.
Purtroppo, ci vogliono anche certezze che vadano oltre la nostra PROVVISORIA esistenza…
Da qui le “lamentazioni”….
Per Val
“La riflessione di Miguel coglie nel segno, ma manca secondo me di un pezzo che andrebbe reso più esplicito. La violenza è connaturata al sacro perché ogni sistema simbolico, ogni cosmologia è comunque espressione di un potere. Ogni ordine di regole e di tabù ha la sua casta sacerdotale che la interpreta e la custodisce, anche con la forza. “
Verissimo.
E’ interessante come sia la Francia che l’Italia, pur vivendo nell’era fluida di Facebook e delle vacanze erotiche in Tailandia, vivano entrambi in soggezione del proprio clero: i vescovi da noi che ancora oggi benedicono, e l’intellighenzia laicista francese a Parigi.
Ma sarebbe anche da analizzare il ruolo dei “politici”, che non sono esattamente gli eredi dei potenti secolari del passato.
Non sono d’accordo col discorso di Val.
Per secoli ci sono state forme di “superstizione” popolare tollerata a stento dalla Chiesa, ma non incoraggiata (a volte apertamente perseguitata), i cui sacerdoti erano il popolo stesso che le praticava.
A me questa sembra una logica marxistoide che proietta categorie moderne su un mondo che non c’entra nulla, perché semplicemente è incapace di comprenderlo.
Non so bene come replicare, perché mi sfugge il punto in cui quello che dici a proposito delle superstizioni contraddirebbe il mio discorso. E quali sarebbero le categorie moderne che ho utilizzato?
Veramente sei tu che dovresti chiarire (se vuoi) in che senso le superstizioni popolari, che sono indubbiamente dei sistemi simbolici, sono espressioni di un potere. Il potere di chi?
A parte che è la categoria stessa del potere ad essere, lato sensu, moderna, ma soprattutto è modernissima l’idea che il sacro è espressione del potere: sono proprio i rottami del marxismo.
Non era una domanda polemica, non avevo proprio capito!
Mettiamola così: vedo che molti, benché con notevoli sfumature di pensiero, esprimono spesso una critica al presente, colpevole in qualche modo di essersi disancorato da qualsiasi valore fondante stabile e di essersi abbandonato alla “creatività distruttrice” del grande flusso capitalistico. Semplifico, ma il concetto è questo. Al di sotto di tale critica, il più delle volte implicito ma a mio parere evidente, c’è il famoso luogo comune di Ivan Karamazov: se Dio non c’è, tutto è permesso. Puoi sostituire Dio con Tradizione, ma i termini della critica cambiano poco.
Tornando un attimo alla questione di Charlie Hebdo, sono state dette due cose (anche qui interpreto e semplifico):
1) Charlie , con la sua satira blasfema, è espressione di una società in cui non c’è più nulla di sacro.
2) Il sacro è una categoria ineliminabile di qualunque società, infatti anche nella società più moderna e relativista esistono dei tabù (con l’indispensabile corredo di casta sacerdotale laica pronta a richiamare all’ordine chi non rispetti i valori di tolleranza ecc.)
Come queste due affermazioni si concilino, credo sia una questione aperta. Nel caso citato da Miguel abbiamo un esempio di cortocircuito, in cui più che l’ipocrisia del ministro emerge il fatto che qualsiasi sistema ha il suo baco. Resta il fatto che, come dice Miguel, il Sacro (maiuscolo o minuscolo, qualunque cosa esso sia) si nutre di “violazioni pubblicamente punite”. Per quel poco che ci capisco, credo che Girard abbia detto cose interessanti a riguardo dell’equazione tra violenza e sacro. Di certo la violenza ha sempre a che fare con il potere.
Il sacro, sempre per quel poco che riesco a intuire, è altro dal “Mistero” o dal senso religioso, che è una cosa più intima e personale. Il sacro è ciò che porta luce nel caos, e ci permette di conoscere la realtà facendola emergere dall’indistinto. Il motivo per cui il tabù dell’incesto è pressoché universale è che quest’ultimo confonde irrimediabilmente le categorie di parentela (nonno/padre/figlio/fratello/sorella) facendoci ripiombare nell’indistinto.
Quello che solletica la mia curiosità è capire come funziona il meccanismo del tabù dopo migliaia di anni di evoluzione e secoli di storia, in cui la definizione di ciò che era sacro e venerabile, di ciò che era intoccabile, di ciò che era abominevole o inconcepibile è cambiata innumerevoli volte. Dove l’esistenza di un tabù rivela una necessità vitale e assoluta e dove invece è funzione dei rapporti di potere? (Giustamente qualcuno notava quanto sia tabù la questione energetica per l’Occidente. Chi tocca il petrolio muore). La repulsione che molti provano per il corpo di un transessuale (complementare all’attrazione che lo stesso suscita) e il rifiuto di considerarlo come genere a sé, è la salutare reazione di fronte a un pericolo mortale che mette in crisi le categorie fondamentali del pensiero (c’è chi pensa che la distinzione maschio/femmina ovvero padre/madre sia l’origine fondante del pensiero umano e della sua capacità di discernere) o, banalmente, si tratta di paura di ciò che mette in discussione le nostre certezze simboliche, ma anche materiali?
Sono alcune delle questioni che confusamente mi suscita la riflessione di Miguel sul Sacro. L’obiezione sulle superstizioni popolari non mi sembra che cambi molto i termini della questione: ogni società, per quanto minoritaria/eretica rispetto a una qualche maggioranza/ortodossia, riprodurrà in piccolo certi meccanismi di potere. Le sette religiose mi sembrano un esempio piuttosto calzante. Peraltro, intuisco che, per quanto possa essere considerato”spontaneo” o “popolare”, un sistema di credenze (parlare di superstizioni implica adottare una gerarchia di valori) non è mai completamente “innocente” (non so trovare altro termine).
Con ciò non dico che il sacro sia espressione diretta del potere, ma che ne sia una intima necessità, questo sì lo penso. Il fatto che per alcuni il sacro sia la tradizione e che altri ciò che la infrange non mi dice nulla sul sacro in sé, semplicemente mi indica che paradossalmente non c’è nulla di assoluto nel sacro: si tratta di un fatto sociale.
Chiedo scusa per la lunghezza e la confusione della risposta, non è che abbia le idee troppo chiare in merito, solo qualche curiosità.
Mah, hai messo molta carne al fuoco, provo a rispondere ad alcuni spunti.
“Mettiamola così: vedo che molti, benché con notevoli sfumature di pensiero, esprimono spesso una critica al presente, colpevole in qualche modo di essersi disancorato da qualsiasi valore fondante stabile e di essersi abbandonato alla “creatività distruttrice” del grande flusso capitalistico. Semplifico, ma il concetto è questo. Al di sotto di tale critica, il più delle volte implicito ma a mio parere evidente, c’è il famoso luogo comune di Ivan Karamazov: se Dio non c’è, tutto è permesso. Puoi sostituire Dio con Tradizione, ma i termini della critica cambiano poco.”
E’ possibile. Non è il mio caso. Il problema secondo me viene da molto prima del grande flusso capitalistico e non è se non marginalmente di carattere etico.
A me basta che non sia permesso ciò che una certa comunità considera tradizionalmente (per un bel po’ di generazioni) un tabù, poi possono esserci anche i sacrifici umani.
” L’obiezione sulle superstizioni popolari non mi sembra che cambi molto i termini della questione: ogni società, per quanto minoritaria/eretica rispetto a una qualche maggioranza/ortodossia, riprodurrà in piccolo certi meccanismi di potere. Le sette religiose mi sembrano un esempio piuttosto calzante. Peraltro, intuisco che, per quanto possa essere considerato”spontaneo” o “popolare”, un sistema di credenze (parlare di superstizioni implica adottare una gerarchia di valori) non è mai completamente “innocente” (non so trovare altro termine).”
Mah, è un po’ confuso, bisognerebbe capire che intendi per potere.
Inoltre parli di sette, di minoranze, mentre io, parlando di “superstizioni”, mi riferisco a credenze collettive condivise, pacifiche, cioè al contrario delle idee di minoranza o eterodosse.
Io per potere intendo un meccanismo di disparità fra gli uomini tale per cui alcuni individui o gruppi, nel gestire interessi di carattere materiale o comunque pratico, hanno un peso sulle decisioni collettive nettamente maggiore degli altri, a discapito di questi altri.
E per come la intendo io, dire che il sacro è legato al potere significa che il potere esiste indipendentemente dal sacro e lo crea oppure lo sturmentalizza, per ragioni non inerenti al sacro in sé.
Se per esempio un principio di sacralità stabilisce che che è nato un certo giorno dell’anno ha potere di vita o di morte sui membri della comunità e ciò viene applicato senza che nasconda nessun interesse o intenzione che nasca indipendentemente da un’adesione sincera a questa singolare concezione del sacro, per me questo non è potere.
Basta che ci intendiamo sui termini.
“non c’è nulla di assoluto nel sacro: si tratta di un fatto sociale.”
Grazie al cavolo, scusa, detto amichevolmente, ma questo è ovvio.
Il sacro è culturalmente condizionato. Anzi, dire che è la cultura.
Quindi non c’è niente di più relativo.
Semmai è la modernità, con la sua pretesa di cosmopolitismo, ad essere assoluta e non socialmente e culturalmente condizionata.
Ciao, torno con un po’ di ritardo su questo punto perché mi interessa chiarirmi le idee. La mia prima reazione alla tua affermazione sarebbe semplicemente: perché? L’esistenza di un tabù è la sua stessa giustificazione? Credo di averne già discusso con te in altra occasione, se non ricordo male la tua preoccupazione era – semplificando – che i cambiamenti sociali e culturali fossero i più lenti e i meno traumatici possibili. Alla luce della potenza sradicante del “grande flusso”, credo di comprendere bene questa posizione e forse anche di condividerla in parte. Senza però fingere che non restino irrisolte alcune questioni chiave. In primo luogo: concedo tranquillamente che il sacro quale fatto sociale sia un’ovvietà, ma se accettiamo l’equazione sacro=cultura e se non possiamo non riconoscere che anche la cultura/società multiculturale ha una sua religione laica fondante, con tutti i suoi tabù, dobbiamo chiarire meglio in base a quali parametri decidiamo di preferirle, che so, quella dell’Italia preconciliare. Perché a sentir te, qualunque tabù (e/o tradizione) giustifica se stesso, anche i sacrifici umani. Non mi tornano i conti, da un alto postuli una preferenza per una specie di eterno presente dove tutto è cristallizzato, a prescindere dal suo contenuto, dall’altro esprimi una preferenza per un passato o per un altro presente perché il contenuto di questo (multiculturale, relativista ecc.) ti pare innaturale. Ma niente, anzi tutto nella storia umana è innaturale e come è socialmente condizionato il sacro dei maya o dei cristiani medievali, così lo è quello della società moderna. Che esista un sistema di tabù che non ha a che fare con il potere, cioè con la struttura dei rapporti sociali, faccio fatica a crederlo, ma qui il punto principale è che il tuo approccio “conservatore” non può non andare in crisi di fronte a una realtà che è oggettivamente multiculturale e in continuo mutamento, quindi con tanti sistemi simbolici, tante cosmologie, tanti tabù e tanti sacri diversi e a volte incompatibili. La verità è che siamo sprovvisti di strumenti adeguati per gestire le crisi e contraddizioni come quelle che l’attentato a CH mette in luce.
Manca il fatto che MM non è marxista (purtroppo/per fortuna per lui) 😀
Su Boko Haram…
credo che il motore principale di questo movimento sia la rivalsa dei Kanuri, eredi dell’impero millennario di Bornu (con una lingua propria scritta sin dal Seicento).
Oggi sono un popolo oggi sfigatissimo, che vive ai bordi di un lago morente – anche per via del riscaldamento globale – sotto un regime come quello nigeriano, che forse è ancora peggio di quello messicano.
Questa gente dal 1802 cova la rivalsa nei confronti del grande jihad lanciato da Dan Fodio e dai pastori della valle del Niger, e contro la prepotenza – all’interno del mondo islamico nigeriano – dei Fulani.
Ma di tutto questo non appare traccia nei nostri media, per cui un ragazzo parigino, un contadino iracheno e un disoccupato Kanuri sono tutti “fanatici islamici” allo stesso modo.
E per amor di parrocchia aggiungo anche il pastore Tagiko 🙂
scusa, parli dell’Impero Bornu che ha passato quasi tutta la sua storia a lanciare jihad contro i vicini pagani per portargli l’Islam?
e adesso i poveri Kanuri stanno tanto male perchè non possono più farlo?
ammesso che esista una qualsiasi memoria popolare in merito, visto che in mezzo si è messo il colonialismo europeo
“ammesso che esista una qualsiasi memoria popolare in merito”
Vabbè, Francè, io so poco e nulla (mea culpa) degli imperi africani, ma ho il sospetto che l’idea della jihad dei Kanuri dell’impero Bornu fosse magari diversa da quella del moderno miliardiario Bin Laden o del sedicente Califfo.
A parte questo, ma perché non potrebbero avere memoria del loro passato?
I senegalesi, che sono stati altrettanto colonizzati, ricordano benissimo le vicissitudini e le storie del regno Djolof ecc.
Si tratta di popoli che non solo scrivevano la storia (in alfabeto, e a volte in lingua, araba) ma che hanno anche un vero culto della memoria, delle gesta da tramandare
(conoscerai i griot…)
O li sottostimi, o sovrastimi l’influenza del colonialismo, che avrà distrutto tanto, ma non ha mica fatto tabula rasa…
Mi parrebbe buona cosa, che tu avessi ragione
Dalla Wiki, pareva che l’unica fonte fosse UN librone di storia scovato nel 1850 da una specie di Indiana Jones
In ogni caso, mi pare una base debole per quello che stanno combinando
Wiki in inglese è più chiara, come al solito:
“It was known to the Arabian geographers as the Kanem Empire from the 9th century AD onward and lasted as the independent kingdom of Bornu until 1900 . At its height it encompassed an area covering not only much of Chad, but also parts of modern southern Libya, eastern Niger, northeastern Nigeria and northern Cameroon. The history of the Empire in the longue durée is mainly known from the Royal Chronicle or Girgam discovered in 1851 by the German traveller Heinrich Barth.[1]”
(neretti miei)
Insomma, il librone scoperto dall’Indiana Jones tedesco ha permesso di ricostruire la storia nella sua quasi inrterezza e nelle sue fasi antiche;
ma sarebbe ben strano che i Kanuri non conoscessero la storia di un Impero durato fin quasi “ai nostri giorni”!
La Quenelle : un salut nazi inversé ?
https://www.youtube.com/watch?v=sfMH0ZEN7OE
http://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2013/12/Deudonn%C3%A9.png
http://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2013/12/Deudonn%C3%A9.png
http://www.alterinfo.net/La-blague-du-jour-le-salut-nazi-inverse-franc-maconnique_a98236.html
La blague du jour: le salut nazi inversé…franc-maçonnique
https://www.youtube.com/watch?v=VrP3Nf7WelE
la première quenelle de Dieudonné en 2005
In sordina mediatica …
http://www.internazionale.it/notizie/2015/01/12/piu-di-cinquanta-attacchi-contro-luoghi-di-culto-musulmani-in-francia
Dopo la strage di Charlie Hebdo e l’attacco al supermercato kosher di Porte de Vincennes, a Parigi, si sono moltiplicati gli attacchi contro i luoghi di culto musulmani in Francia.
la fonte è attendibile? mi pare una notizia strana, neppure il FN ha lanciato una caccia al musulmano
adesso i francesi sono diventati dei self made men?
radio e televisioni francesi hanno riportato la stessa notizia.
sinceramente non ci vedo niente di strano (terribile certo, ma non strano)
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Per roberto
“mi dici che è difficile distinguere fra i tre casi e, quando parlo del primo, fra “offesa tollerabile” ed “offesa intollerabile”?
ok, sarà difficile, ma è per questo che ci sono giudici e tribunali.”
Come racconto nel post di oggi, i tribunali si sono pronunciati, con tre condanne.
Ora, si tratta sicuramente di espressioni di sentimenti violenti (istigazione non direi, visto che erano rivolte da individui ai poliziotti che li perquisivano).
I tribunali quindi affermano, in sostanza, che quando un grosso mezzo di diffusione offende ripetutamente e scientemente una comunità nel punto che più ferisce quella comunità, non è reato.
Quando un piccolo balordo casinista, durante una lite, dice che “kalashnikov, ecco cosa ci vorrebbe!”, si fa dieci mesi di carcere da scontare tutti. Che poi non è condannato in quanto minaccia, insulto, resistenza a pubblico ufficiale, ma come un reato politico, che è “apologia del terrorismo”.
Con questo, ovviamente, non intendo affatto dire che il primo dovrebbe diventare un reato: non sosterrei mai che lo Stato debba punire Charlie Hebdo.
Miguel,
immagino che il fatto che tu non sappia leggere il giornale dipenda dal fatto che non hai ancora preso il caffé!
🙂
scherzi a parte, dei tre casi citati da le monde
1. condamné à dix mois ferme pour *violences* et « apologie publique d’actes de terrorisme ».
2. condamné à dix mois ferme et emprisonné pour « violences » sur agent, « outrages », « provocation à la haine », « menaces de mort »
3. Il avait crié lors d’une l’altercation à la sortie d’une boîte de nuit : « Je nique les Français, je suis propalestinien, je veux faire le djihad et vous tuer à la kalach’ sales juifs ! »
in tutti e tre i casi c’è una violenza (vabbé, voglio essere fair, dell’ultimo sappiamo solo che c’è una “altercation” che potrebbe essere una rissa come un litigio), e nei primi due l’equivalente di resistenza o oltraggio a pubblico ufficiale. tre casi banalissimi come ce ne saranno tutti i giorni, MA, siccome siamo dopo il 7 gennaio, a le monde piace parlare del crimine di odio e di apologia del terrorismo
Per Francesco
“la fonte è attendibile? mi pare una notizia strana, neppure il FN ha lanciato una caccia al musulmano
adesso i francesi sono diventati dei self made men?”
Gli attacchi sono stati una cinquantina, credo, finora. Ma nemmeno questo mi scandalizza: mi preoccupo per ciò che fa chi ha i mezzi per fare – legislatori, grandi media, tribunali – non per ciò che fanno dei balordi, da una parte all’altra. Balordi che quando verranno presi, saranno sicuramente severamente puniti.
Anche perché c’è sicuramente una sproporzione tra il piccolo borghese di destra, magari di mezza età, che è il tipico islamofobo, e che per carattere delega alla polizia la violenza che ha dentro; e il coattone delle banlieues, che di polizia ne vorrebbe di meno.
In questo senso, non ho certo paura della “minaccia dello squadrismo razzista”, che è un fenomeno che esiste, ma è marginale.
perchè ti preoccupi? come scrivi tu, quello che faranno “chi ha i mezzi per fare” sarà mettere al gabbio i balordi che hanno fatto i 50 attacchi anti-islamici
per il resto, stiamo ancora aspettando: Repubblica vantava che è proibito schedare chi va in Siria!
Per roberto
“immagino che il fatto che tu non sappia leggere il giornale dipenda dal fatto che non hai ancora preso il caffé!”
1) prendo il tè, mica il caffè
2) hai ragione, la pena è complessiva, cioè comprende sia la condanna per violenza, sia quella per apologia di terrorismo
3) Sulla condanna per violenza, cui non dico nulla, mica penso che il mestiere del poliziotto che raccatta i cocci che gli urbanisti depravati seminano, sia un mestiere grato. Lo dimostra il povero poliziotto delle banlieues anche lui, morto per difendere il diritto di gente che guadagna molto di più di lui di insultare lui, i suoi parenti e antenati.
veramente dovrebbe essere morto per difendere il SUO diritto a pensarla e dirla diversa all’Iman o dal funzionario che detta la linea agli Iman SENZA rimetterci le penne
che è la principale differenza tra i due modelli di società
naturalmente, nel momento in cui lui è libero di pensare e parlare, lo sono anche gli altri
ora, dove sta il limite tra questa libertà e il diritto a non essere insultati è questione che può essere solo rimessa a un giudice perchè i due diritti collidono direttamente. non certo alla buona volontà dei fratelli AK47
A me invece sembra proprio che sia caduto non per un interesse egoistico, per quanto nobile – la propria libertà – ma per difendere precisamente la libertà di espressione altrui.
Questi sono i fatti, poi ognuno li può interpretare liberamente.
Per Francesco
Ho capito solo questa frase:
“che è la principale differenza tra i due modelli di società”
Ecco, un ragazzo che ha comprato un AK47 da un suo amico ladruncolo o trafficante ed è andato a sparare facendosi poi sparare, non è un “modello di società”.
Mica che debbano esistere solo modelli statali, ma per avere un “modello di società” extrastatale, devi avere almeno la consistenza – in numeri, territorio e continuità – degli zapatisti messicani.
un modello di società sta dentro la tua testa
se è condiviso, è anche meglio ma mica devi essere in centomila e tutti allo stadio
ciao
e poi non è andato a sparare … quello lo facevano in Gomorra e sparavano a vuoto solo per sentire il contraccolpo
hanno scelto con una certa ratio i loro bersagli
non sottovalutarli
OT
adesso, il Presidente Napolitano ha lasciato il Quirinale, dopo 9 anni (e 5 governi: Prodi; Berlusconi; Monti; Letta; Renzi)…tutti i poteri (provvisoriamente) al presidente del Senato Grasso
chi sarà il prossimo Capo dello Stato ? (il 12° repubblicano..il 16° dall’Unità senza contare la RSI)
si sentono certi nomi 😀
gli unici nomi non dico accettabili 😀 ma “sopportabili” sono questi 3, in ordine di preferenza (secondo me)
Prodi se non altro tornerebbe un cattolico, seppur dossettiano
D’Alema in politica estera fu discreto
Grasso né carne né pesce, ma ciò rebus sic stantinus è una virtù 😀
lo so lo so..ci sarebbe da scrivere un volume contro ciascuno di questi tre..ma pensate agli altri…da far rabbrividere 😀
beato te
io sono così depresso dai nomi che preferico rimuovere il problema
solo Grillo sarebbe peggio di questi signori
ciao
ci sarebbe anche Casini..cattolico…
quindi diciamo 4 (meglio di Grasso e D’Alema), forse il meglio in assoluto in questi tristi tempi 😀
il fatto che si possa giudicare “il meglio” il Pierferdinando nazionale, servirà come prova ad eventuali storici del 3214 per argomentare su un blog quanto fosse decaduta la sventurata Italia del 2015 😀
e non avrebbero torto 😀
un minchione ma non troppo cattivo, forse non troppo pieno di sè, di scuola DC vera e non un bolscevico bianco
sono parecchio schifato dal “divorzio e mi metto con la figlia di un palazzinaro editore de’ Roma” che per un politico cattolico non è molto bello
ma viste le alternative …
stantibus
per Francesco
“Invece nel 2015 in Francia è del tutto dissennato.”
I fratelli Chouaki e Amedy Coulibaly non sarebbero il primo caso nella storia di ventenni (o poco più) che fanno qualcosa di “dissennato”.
Mi riferivo più al tuo giudizio, in attesa di sapere se l’azione dei Coulibaly è farina del loro sacco o nasce da una organizzazione.
Non mi pare che sia così facile trovare dei kalashnikov, per dirti una cosa che mi insospettisce.
Ciao
Per Francesco
“hanno scelto con una certa ratio i loro bersagli
non sottovalutarli”
Sia chiaro, non li definisco dei cretini.
Io ho conosciuto persone molto brave nell’azione, che avevano “modelli di società” davvero limitati in testa. Anzi, spesso la bravura nelle cose pratiche fa sviluppare meno la parte “intellettuale”.
Presumo che avessero fatto male, scuole poche e pessime, e che semplicemente non dedicassero gran parte delle loro certamente notevoli energie a cose astratte.
D’altronde, quelli come noi sono una minoranza al mondo, rassegnamoci.
Per Francesco
“Non mi pare che sia così facile trovare dei kalashnikov, per dirti una cosa che mi insospettisce”
Cominci a prendere la via del Blondet, vedo 🙂
In realtà credo che non sia per niente difficile procurarsi kalashnikov o anche altro, se nasci nella famiglia giusta nel quartiere giusto (o se preferisci, nella famiglia sbagliata nel quartiere sbagliato).
sei sicuro?
tra criminalità e servizi segreti non c’è un bel controllo che le armi che circolano siano al di sotto di quel livello?
anche perchè per fare una rapina non servono i fucili d’assalto, per cui cercarli vuol dire avere per le mani roba grossa
Comunque alla fine tutto è bene quel che finisce bene, dieudonné ha trovato un giudice che gli ha dato ragione e ieri ha fatto regolarmente il suo spettacolo
http://www.republicain-lorrain.fr/moselle/2015/01/17/dimanche-j-ai-marche-pour-charlie-vendredi-me-voila-pour-dieudo