Come uno sciita siriano ucciso dai ribelli diventa un martire cristiano tunisino

Da Loonwatch, un interessante esempio di manipolazioni mediatiche.

A maggio, un certo TimeToFightBack1 – il cui account è stato poi terminato da Youtube – posta in rete un video, intitolato ‘Free Syrian Army’ Behead a Civilian. E cioè, “l’Esercito  Siriano Libero [la guerriglia antigovernativa] decapita un civile”.

Il contesto non è chiaro, ma “il dialetto, il terreno e l’abbigliamento indicano tutti la Siria“. Soprattutto, gli assasini chiamano la vittima rāfiḍī, un termine usato negli ambienti sunniti estremisti per indicare gli sciiti, e per estensione anche gli aleviti (alawiti).

Non possiamo dire molto altro, ma l’odio antisciita è certamente forte nella guerriglia siriana, e noi messicani non abbiamo il monopolio dei video, come dire, dimostrativi.

A giugno, il video viene ripreso in parte dal presentatore Tawfiq Okasha sul canale egiziano Masr al-Youm, in un contesto di intensa polemica con i Fratelli Musulmani: senza dare alcuna spiegazione, dichiara che si tratta della decapitazione di “un cristiano convertito in Tunisia, dove aveva appunto trionfato un partito vicino ai Fratelli Musulmani.

Evidentemente, ci sono pochi sciiti e molti cristiani in Egitto, e la situazione siriana è troppo ingarbugliata da lasciarsi facilmente manipolare, quindi la polemica è meglio servito creando un contesto del tutto nuovo per il video.

Un paio di settimane fa, Okasha ha anche fondato un partito espressamente basato sulla lotta contro i Fratelli Musulmani.

Il passaggio in TV viene colto da Raymond Ibrahim, uno statunitense di origine copta che lavora come ricercatore presso il David Horowitz Freedom Center ed è un “associate fellow” del Middle East Forum di Daniel Pipes: David Horowitz è un signore che sta seduto al centro stesso di una gigantesca ragnatela di strutture e think tank islamofobi, che in otto anni ha incassato 8,5 milioni di dollari da una serie di fondazioni di destra.

Raymond Ibrahim fa il rilancio sul sito del Gatestone Institute di New York, fondato da Nina Rosenwald, ereditiera dell’impero commerciale Sears Roebuck e figlia del fondatore dell’United Jewish Appeal, la primaria organizzazione di raccolta di fondi a sostegno di Israele.

Nina Rosenwald è anche membro del direttivo di AIPAC, la lobby israeliana negli Stati Uniti, ed è presidente di MEMRI, l’agenzia specializzata nella diffusione di notizie parziali sul Medio Oriente.

Il servizio di Masr al-Youm ricompare così su Youtube, con il titolo “Graphic Video: Muslims Slaughter Christian Convert in ‘Moderate’ Tunisia“.

In Italia, il video è stato ripreso dal quotidiano Libero.

Sulla pagina del sito di Libero che ospita il video, leggiamo un tipico commento:

Postato da Florian | 22:54 05/07/2012
Stupido occidente corrotto e vigliacco!
Lo avete guardato fino in fondo questo filmato? Avete avuto il coraggio di guardarlo? Questi filmati dovrebbero essere proposti giornalmente. Io odio l’Islam io odio gli islamici, sono miei nemici. Il motivo risiede nella loro bestiale ottusità. Quanti nostri fratelli cristiani sono costretti a subire queste torture. Io non chinerò mai la testa di fronte a questi rifiuti dell’umanità, non porgerò mai l’altra guancia e se dovesse rendersi necessario li caccerò e li stanerò come si fa con i ratti, nessuna pietà…la stessa che non hanno avuto per questo povero ragazzo sgozzato come una capra. Siano maledetti tutti coloro che consentono giornalmente a questi sgozzatori di circolare per le nostre strade, se esiste l’inferno hanno un posto assicurato. Vorrei un giorno poter vendicare quel ragazzo, non userei una lama, ma a mani nude strapperei le braccia a quel boia e gliele farei ingoiare, maledetto lui e maledetto il dio per il quale sta uccidendo.

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15 risposte a Come uno sciita siriano ucciso dai ribelli diventa un martire cristiano tunisino

  1. nic scrive:

    “ehmbé? ‘sti marocchini so’ tutti uguali”

    come disse testualmente una grassa e sfatta cugina romana in asetto da occupazione estiva del litorale ligure, riferendosi ad un abbronzatissimo neonemico senegalese. Vent’anni fa o forse più.

    Per quanto sembri strano, “le notizie”, i tiggí ed il giornalume di oggi sono pensati per gente come mia cugina e tu mighé ci vai a parla’ di sciiti e aleviti?

    • Moi scrive:

      NON mi convince … il “Senegalese” è sempre un “Negrone”, giusto ?

      E allora ha un Immaginario Erotico tutto suo … di cui già avevamo parlato in passato: basti solo ricordare che il famigerato “bungabunga” è una parola Bantu o PseudoBantu da barzellettaccia a base di negri iperstereotipati con poco cervello ma molto fisico, specie il pene. 🙂 … motivo di invidia inconfessabile ma sempre menzionato per ogni bianco razzista.

  2. Pingback: Come uno sciita siriano ucciso dai ribelli diventa un martire cristiano tunisino | Kelebek Blog | Caos scritto

  3. mirkhond scrive:

    Una mia cugina, ventun’anni più piccola di me, quando le dissi che avevamo dei CONNAZIONALI musulmani shiiti imamiti, la cui sede è proprio a Napoli, mi rispose:

    – E che è, a’filiale e Ben Ladènn?

    Inoltre per lei è insopportabile che una donna si copra anche ad Agosto, e pure sulla spiaggia.
    Quando tentai di spiegarle il perché, mi rispose ancora:

    – Ma sei MUSULMANO?

    Purtroppo non doveva aver mai visto o sentito parlare del Turco Napoletano, commedia di Eduardo Scarpetta del 1888, e ispiratrice dell’omonimo film con Totò, in cui si mostrano le spiagge del fu Regno di Napoli, in cui le regole di balneazione e l’abbigliamento femminile non erano molto diverse da quelle dell’Iran….

    • PinoMamet scrive:

      L’ho già ricordato anni fa (credo prima di far la conoscenza con Mirkhond) ma una conoscente reggiana, di ritorno da una trasferta di lavoro (convegni di argomento medico, roba del genere: sospetto sempre che siano come quelli di Scrubs..) a Parigi, mi disse scandalizzata che un ebreo ortodosso (penso molto molto ortodosso) le aveva chiesto la cortesia di suonarle un campanello perchè era sabato

      e lei ha rifiutato perché “io certe cose non le concepisco!!”

      Ora, il sottoscritto dubita seriamente che a Dio possa interessare davvero se io premo un campanello di sabato, e se l’uso del citofono possa essere compreso sotto la definizione “accendere un fuoco” o meno; però questa è appunta la MIA opinione; e se c’è una cosa che io non concepisco è proprio questa idea che la mia opinione debba essere giusta per tutti perchè “razionale” e qualunque altra idea… non vada neppure concepita.

      Vabbè, è reggiana… già parte svantaggiata… 😉

      • Pertanto se io penso che quell’ebreo sia un pochino scemo e bigotto devo assecondarlo?
        Qua bisogna decidere se essere giusti con sé stessi e rifiutarsi – magari spiegando il motivo – oppure mentirsi dentro, accondiscendere e però trattarlo sotto sotto come un poveraccio mentecatto a cui non si può dire di no.
        Magie del buonismo… almeno questa è la mia opinione. 😀

      • Peucezio scrive:

        Sì, però l’ebreo ortodosso chiedeva la collaborazione di lei, che ebrea non è. Ci tieni a fare l’ebreo rigoroso? Rinuncia ad andare a trovare quella persona, oppure, se il fiato ti accompagna, lancia delle urla belluine (sperando che non abiti all’undicesimo piano) dicendole di aprirti.
        Comoda una religione per osservare i comandamenti della quale ci vuole il ricorso alla collaborazione di chi non la professa.
        No?

      • PinoMamet scrive:

        “Pertanto se io penso che quell’ebreo sia un pochino scemo e bigotto devo assecondarlo?”

        Non lo vedo come assecondarlo: lo vedo semplicemente come un favore, tra l’altro di modestissima entità… poi se ti va di perdere tempo puoi anche metterti a spiegargli perché non sei d’accordo con la sua visione della sua religione 😉

        “Sì, però l’ebreo ortodosso chiedeva la collaborazione di lei, che ebrea non è”
        Mamma mia come sei categorico! 😉 chiedeva semplicemente un piccolo favore, in mancanza del quale, probabilmente, avrebbe fatto ricorso alle urla, come suggerisci tu.
        🙂

        • Roberto scrive:

          Ma il divieto del lavoro il sabato vale solo per gli ebrei? Sennò l’ortodosso danna l’anima della tua amica e non è gentile (comunque io avrei suonato il campanello limitandomi ad un sorrisino di condiscendenza)

        • PinoMamet scrive:

          Mmm non credo che il “molto ortodosso” danni alcuna anima comunque (è più un concetto cristiano… ) e comunque sì, il divieto di lavorare il sabato, paradossalmente piuttosto faticoso 😉 è previsto dalla legge ebraica e quindi spetta agli ebrei, ovviamente… gli altri possono fare come gli pare!

          A me che non siano delle razionaliste reggiane: allora devono basarsi su ciò che riescono a “concepire” 😉

  4. Inutile dire che, se la persona del commento su riportato scoprisse che il poveraccio non era cristiano, direbbe frasi come “tanto non cambia le cose”.
    Un po’ come “ehmbé? ‘sti marocchini so’ tutti uguali”.

    Mai che uno si guardasse dentro dicendosi “mmm, mi sa che sono tutto scemo”.

  5. onemuslim scrive:

    volevo vedere quanto sono liberi quelli di libero, ho quindi perso tempo per iscrivermi, poi ho spiegato loro degli “errori” dell’articoletto,.. sono passati giorni e il commento è ancora in “moderazione”… chissà se ce la farà a sopravvivere alla moderazione…

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