Abbiamo parlato più volte delle sting operations, con le quali l’FBI usa una buona parte degli 8,1 miliardi di dollari in fondo “discrezionali” (cioè di cui non devono rendere conto) per costruire terroristi dal nulla, vantandosi poi di averli arrestati.
Tra le tecniche che l’FBI usa, ce n’è una per noi nuova: la promessa di pagarti per suicidarti.
Ieri, un tribunale di Alexandria, nella Virginia, ha condannato Amine El Khalifi, di cui abbiamo già parlato qui, a trent’anni di carcere.
Amine El Khalifi è immigrato negli Stati Uniti a sedici anni dal Marocco.
Un conoscente, immigrato anche lui dal Marocco, lo descrive così:
“Il suo sogno era di fare un sacco di soldi, alla svelta e con qualunque mezzo. L’ho visto un paio di volte che si aggirava per un bar di Arlington, Virginia, mentre giocherellava con le chiavi della sua BMW, alla ricerca dell’azione. Era noto nella comunità [degli immigrati marocchini] come un giocatore d’azzardo, spacciatore e consumatore di droga, famigerato per la sua vanità e le sue storie con ragazze alla Layla Lounge e gli altri club dove spacciava stupefacenti”.
Arrestato brevemente per qualche reato minore, Amine El Khalifi si scopre musulmano:
“Da un giorno all’altro, ha sostituito le chiavi della BMW con la collana da preghiera, si è fatto crescere i baffi e ha innalzato la bandiera dell’Islam. Sembrava aver trovato Allah ed essere diventato un devoto musulmano. Non importa che sapeva recitare solo qualche breve versetto coranico, né poteva disquisire in modo intelligente delle dottrine e interpretazioni islamiche moderate, figuriamoci del fondamentalismo radicale islamico”.
Come abbiamo raccontato, è stato contattato dall’FBI – presentatasi come sempre come “al-Qaida” – che gli ha insegnato con pazienza a usare le armi da fuoco e le fondamenta degli esplosivi, argomenti che lui fino a quel momento ignorava del tutto.
Prudentemente, l’FBI/al-Qaida gli ha imposto di non comunicare con altri, per evitare che qualcuno lo facesse desistere.
Alla fine, l’FBI ha mandato Amine El-Khalifi a fare un giro per il centro della città di Washington, con addosso un giubbotto del tutto innocuo, ma che gli avevano assicurato fosse imbottito di esplosivi, e un fucile altrettanto inutilizzabile: ma lui ovviamente non era in grado di rendersi conto che non poteva funzionare.
Viste le sue precarie condizioni economiche, durante il periodo in cui lo trasformava in terrorista, l’FBI si è occupato di mantenerlo economicamente.
E qui arriva il tocco di genio.
El-Khalifi era molto preoccupato per le condizioni dei suoi anziani genitori, rimasti in Marocco. E così l’FBI/al-Qaida gli ha dovuto promettere di inviare loro mille dollari al mese dopo il suo atteso “martirio”.
Si vede che fomentare finte rivolte a fini repressivi è tradizione dei popoli anglosassoni:
(…) Al fine di criminalizzare sul nascere ogni associazione popolare, la classe dominante ricorre in Inghilterra a metodi ancora più sbrigativi, che possiamo descrivere con le parole di Benjamin Constant: è «l’orrendo espediente di inviare delle spie ad aizzare gli spiriti ignoranti e a proporgli la rivolta per poterla poi denunciare». I risultati non mancano: «I miserabili hanno sedotto quelli che hanno avuto la sventura di ascoltarli e probabilmente hanno anche accusato quelli che non sono riusciti a sedurre». E sugli uni e sugli altri si abbatte la giustizia. (…)
D. Losurdo, Controstoria del liberalismo, pag. 89
Che poi è quello che fa il protagonista del romanzo di Eco “Il Cimitero di Praga” a Parigi.
Arrestato brevemente per qualche reato minore, Amine El Khalifi si scopre musulmano
Gravissimo errore!
Fosse rimasto uno spacciatore qualunque, il sistema di giustizia avrebbe avuto maggiore rispetto per lui.
Quello che però mi sfugge è lo scopo, l’utilità di operazioni di questo tipo.
Se lo scopo è reprimere l’integralismo islamico violento, che senso ha creare un problema per poi poterlo risolvere? Tanto vale non crearlo. In genere un regime d’ordine che teme la destabilizzazione e il dissenso cerca di contenere gli elementi perturbatori, non di fomentarli o addirittura generarli dal nulla.
Se lo scopo è invece creare la psicosi collettiva contro il terrorismo islamico, reale o immaginario che sia, allora tanto vale fare in modo che il tizio si faccia saltare davvero, con più morti e feriti possibile, altrimenti l’impressione popolare è che ogni tanto c’è qualche pazzo che vuole fare danni, ma tanto l’apparato poliziesco lo previene, quindi siamo tutti tranquilli e un reale pericolo non esiste.
Se poi lo scopo è mettere in gattabuia la gente che proviene da paesi mussulmani, di quanti poliziotti e di quante operazioni costose e complesse come quella descritta ci sarebbe bisogno?
Tanto vale allora mettere da parte ogni apparenza di legalità e fare rastrellamenti a tappeto, come fecero coi giapponesi durante la II Guerra Mondiale.
Peucezio, ancor’oggi ti domandi a cosa serve un vivaio di idioti utili disposti al martirio, la famosa “base”?
Ogni tanto se ne cattura uno per un articolo di cronaca ed un aumento del budget, sporadicamente se ne sacrifica una manciata per salvare un presidente o una multinazionale, a volte bisogna impiegarne qualche migliaia per destabilizzare o invadere un paese.
I migliori si allevano in Guantanamo e quando sono pronti si mandano al fronte.
– “né poteva disquisire in modo intelligente delle dottrine e interpretazioni islamiche” e beh..questa è una tautologia.
Ti sei risposto da solo. Oltretutto, la creazione di questi casi permette di deviare l’attenzione, come dimostra il caso del finto film anti-islamico.
Non è da trascurare neppure la funzione di esperimento sociale, in un’ottica di costruzione del consenso.
Peucezio secondo me lo scopo è eliminare i terroristi potenziali partendo dall’idea (fessacchiotta, ne convengo) che sia possibile togliere dal cesto tutte le mele marce prima che vengano colte dai binladenisti
Roberto
Roberto, ma questo significa dover tentare con tutti i cittadini originari di paesi di tradizione islamica, per vedere quali abboccano.
Durruti: sì, non sono spiegazioni peregrine.
“Roberto, ma questo significa dover tentare con tutti i cittadini originari di paesi di tradizione islamica, per vedere quali abboccano.”
Quindi probabilmente la prossima volta che l’FBI chiederà un aumento del budget per necessità di sicurezza, sapremo perché 😉
Non diciamo sciocchezze peggio di quelle dell’fbi!
Ci saranno pure psicologi pagati per capire che con Ahmed il kebabbaro non c’è pezza e con il tizio del post Val la pena provare
Roberto
Appunto. Quindi, ammenoché non hanno la scienza infusa, codesti psicologi dovranno pur analizzare, sia pure superficialmente, tutti i tizi che provengono da paesi islamici.
Beh ci sarà senz’altro qualche psicologo e analista (stanno a maggnà tutti, proprio loro volete tenere a dieta?) ma non credo che sia una cosa così difficile individuare i papali, né che ci sia bisogno di monitorare tutti.
Basta restringere le ricerche a chi ha già dei precedenti, tra cui selezionare qualcuno particolarmente ricattabile; tra questi si screma ulteriormente (e qui entreranno in campo i nostri amici psicologi, perché no?) per trovare quello portato a farsi indottrinare, e che magari non si faccia troppe domande, et voila.
Da questa scrematura risulta il tipo peculiare e un po’ strano, che poi è quello a cui appartengono tutti o quasi i “terroristi” arrestati negli ultimi tempi: il giorno prima puttaniere, il giorno dopo salafita…
mai che becchino uno che è è rimasto coerentemente integralista da sempre, eh?
Lasciatemi fare il complottista (che non sono) e l’italiano (che sono) e dire il fatidico: guardacaso!
Errata corrige: individuare i papabili, ovviamente, non i papali 😉
—-…codesti psicologi dovranno pur analizzare, sia pure superficialmente, tutti i tizi che provengono da paesi islamici. Peucezio—
Sì, ottima idea:-)….immagino Ahmed il kebabbaro che viene convocato in Questura (e dove, sennò?:-) ), dove il pissicologo della Polizia gli mostra 4 disegni, rappresentanti rispettivamente un porco, una croce, una bottiglia di whisky e un cilindro con una piccola miccia in cima e gli dice “Bene, sig. Ahmed, scelga uno di questi disegni, quello che le piace di più..”. E, naturalmente, il povero Ahmed, musulmano devoto, non può che scegliere l’ultimo…e allora il pissicologo scrive nel rapporto:”L’esaminato ha scelto senza esitazione il disegno che rappresentava un candelotto di dinamite, pertanto è senza ombra di dubbio un candidato kamikaze islamico”:-):-):-)
—Errata corrige: individuare i papabili, ovviamente, non i papali 🙂 —
Ehmmm…per caso lapsus freudiano, fratello?:-)
” Ehmmm…per caso lapsus freudiano, fratello?:-) ”
Ti dirò, può essere! 😉
Perchè ho appena letto sul noto social network i commenti al discorso del Papa a Beirut contro i fondamentalisti, quasi tutti improntati a “è fondamentalista pure lui, che parla a ffà!!”
😉
– Perchè ho appena letto sul noto social network i commenti al discorso del Papa – Pino –
mmmmmh 😉
“Da un giorno all’altro, ha sostituito le chiavi della BMW con la collana da preghiera, ha iniziato ad indossare gli abiti e la bandiera della religione X. Sembrava aver trovato xyz ed essere diventato un devoto. Non importa che sapeva recitare solo qualche breve versetto delle scritture di riferimento, né poteva disquisire in modo intelligente delle dottrine e interpretazioni corrette, figuriamoci delle ‘visioni erronee’ ”.
Così riciclare il copione, visto e rivisto più volte: serve sempre.
Per Peucezio
“Che senso ha creare un problema per poi poterlo risolvere?”
L’umanità vive di questo.
Ha senso in due casi:
1) l’ambiente in cui vivo non condivide con me le soluzioni dei problemi reali ed i beni della comunità, per avidità, mentre io devo campare, quindi devo indivuare problemi, farmi solutore degli stessi, e poi vendere il mio servizio:
meno vengo ascoltato più devo gridare e pompare il problema;
2) sono avido e desidero avere più degli altri, desidero privilegiarmi, quindi eseguo il procedimento di cui sopra, più o meno allo stesso modo:
se non esistono problemi li devo inventare e provocare.
Sia le tue spiegazioni che quelle di Durruti seguono una logica che non avevo contemplato (non perché non la tenessi in considerazione, ma perché ho voluto ‘fare finta’ che certe strategie obbediscano a principi razionali).
In effetti bisogna ragionare più in termini eziologici che teleologici: è vero che tali strategie perseguono degli scopi, ma in realtà coloro che perseguono tali scopi, non li perseguono in vista di scopi maggiori ma semplicemente perché moltio segmenti del potere funzonano così. Perché così sono strutturati e soggiacciono a logiche definite.
E’ ovvio che creare un problema per poi poterlo risolvere non serve a nulla; è antieconomico e completamente inutile. Ma anche mangiare, consumare delle energie e poi evacuare è inutile, ma è l’unico modo in cui siamo capaci biologicamente di esistere. E così il potere e i suoi gregari, almeno nel mondo contemporaneo, hanno una loro fisiologia. Non serve a nulla, ma funziona e quindi sopravvive e si perpetua.
E lo stesso vale per la strategia di far spaventare le persone e tranquillizzarle allo stesso tempo, per far vedere che i problemi esistono ma sono sotto controllo. Se la gente fosse razionale, sarebbe più contenta e più grata a chi la governa sapendo che non ci sono problemi, ma siccome invece è emotiva, lo spavento la rende molto grata al suol salvatore, anche se questi è lo stesso che l’ha spaventata.
Per cui alla fine, nelle nostre società complesse, chi comanda si trova a fare quella che dalle mie parti si chiama l’arte dei matti o, se preferiamo i riferimenti classici, la tela di Penelope. E’ uno dei sintomi della follia appunto del nostro tipo di modello sociale e politico.
Peucezio, ancor’oggi ti domandi a cosa serve un vivaio di idioti utili disposti al martirio, la famosa “base”?
Ogni tanto se ne cattura uno per un articolo di cronaca ed un aumento del budget, sporadicamente se ne sacrifica una manciata per salvare un presidente o una multinazionale, a volte bisogna impiegarne qualche migliaia per destabilizzare o invadere un paese.
I migliori si allevano in Guantanamo e quando sono pronti si mandano al fronte.
– “né poteva disquisire in modo intelligente delle dottrine e interpretazioni islamiche” e beh..questa è una tautologia.
Per Peucezio
“Quello che però mi sfugge è lo scopo, l’utilità di operazioni di questo tipo.”
Uno, è un modo di spendere otto miliardi di dollari, che altrimenti non si saprebbero come spendere.
Due, è un modo per giustificare il fatto di aver speso otto miliardi di dollari.
Tre, è un modo per dire che, se con otto miliardi di dollari abbiamo catturato cinquanta terroristi, pensate quanti ne possiamo catturare se l’anno prossimo ce ne date quindici di miliardi.
“Uno, è un modo di spendere otto miliardi di dollari, che altrimenti non si saprebbero come spendere.” – Miguel –
io, io, io, dateli a me che io ho un programma eccezionale per spenderli tutti!!! e mica per me, eh, giuro!
No miguel, troppo semplice. Devi avere una filosofia condivisa da chi mette i soldi perchè gli stessi 8 miliardi della FBI fanno gola a chissà quante amministrazioni
Roberto
Per Peucezio
“In effetti bisogna ragionare più in termini eziologici che teleologici”
Aggiungi gli interessi di:
– deputati che si fanno belli per aver votato gli otto miliardi
– il sindaco che si fa bello (è successo) accorrendo sul luogo dell’arresto
– il giornalista che si fa bello scrivendo la storia
– il laureando sfigato del think tank che ci fa su la tesina, sperando di venire assunto anche lui un giorno dall’FBI
– il venditore che riesce a piazzare un nuovo frigorifero alla famiglia del custode del palazzo del think tank, che grazie alle sue “ricerche” ha appena ottenuto un nuovo finanziamento…
E’ interessante come in tutto questo il peso geopolitico internazionale degli Stati Uniti non ne ha guadagnato nulla. Certo, sul piano interno tutti ‘sti soldi a tanti pezzi della società e questa ricaduta positiva in termini di immagine compattano la società stessa attorno al sistema: quello che conta è far vedere che si spende per qualcosa che viene fatto passare per positivo e importante, indipendentemente dal merito.
Dunque, se ho ben capito:
1) presumo che ci siano delle persone che sono in condizioni tali che se incontrano altre particolari condizioni ed occasioni possono commettere un reato
2) le cerco e le seleziono
3) mi travesto in modo tale da offrire loro quelle condizioni ed occasioni (il diavolo tentatore! 😀 )
4) le porto al punto di compiere il reato o meglio di credere di starlo compiendo
5) un attimo prima che cerchino di compiere ciò che credono di poter compiere o che viene fatto credere di poter compiere, le smaschero, le arresto e le accuso del reato
Questo perché
6) se anzichè averle trovate io, le avesse trovate qualcuno che le avesse realmente messe nelle piene condizioni (non simulate) di compiere il reato, avrebbero compiuto un reato che è particolarmente contro i miei interessi
7) quindi presumo che esista realmente qualcuno che le avrebbe messe in quelle condizioni (che non si ha alcuna prova che esista realmente, anche perché nessuno ha la palla di vetro e può predire il futuro)
Il tutto mi costa una quantità di denaro che, invece, avrei potuto investire in educazione e sostentamento di quelle stesse persone che faccio diventare criminali dando io stesso loro le condizioni per diventarlo ed arrestarle.
E’ perverso, io lo trovo tremendamente perverso.
Non sono giurista ma mi sembrava di sapere che chi induce qualcuno in reato condivide il reato, o no?
Comunque è perverso e mi ricorda qualcosa, che farò mente locale e forse riuscirò a spiegare.
Giuridicamente ne avevamo già discusso sul blog, e con le delucidazioni di Mauricius e di altri ho capito che in Italia un metodo tipo quello usato dal FBI non sarebbe teoricamente possibile, salvo obbrobbri giuridici dell’ultimo minuto.
Obbrobri che stanno gia’ avvenendo con pesanti forzature nell’interpretazione dei reati associativi. Rimando al libro di Corbucci del quale Miguel aveva gia’ parlato
“Non sono giurista ma mi sembrava di sapere che chi induce qualcuno in reato condivide il reato, o no?”
Ciò presupporrebbe che negli Stati Uniti viga lo stato di diritto e non l’arbitrio.
Comunque, si, è lo stesso esatto tipo di ragionamento con cui il buddhismo indo-tibetano giustifica l’aver assunto il linguaggio tantrico: tendere una trappola per attirare le persone ma … – dicono loro se messi alle strette – con l’intento di riportare sulla retta via chi lo può, vuole o accetta, e mantenere in trappola (in questo caso una trappola mentale) solo chi non è bene intenzionato.
Ho tentato di discutere con delle persone sulla moralità di questo comportamento.
Molti sono inclini a pensare che sia morlamente lecito.
Finora però nessuno è riuscito a convincermi che, invece, dietro non ci sia una intenzione tutt’altro che nobile.
Solo che non riesco a trovare un modo logico per spiegarlo rendendolo evidente.
O.T. x Pietro
Sto messa proprio bene, ero venuta qui per chiedere una cosa a Pietro e quando sono arrivata sulla pagina mi sono dimenticata e ho scritto un’altra cosa.
Pietro sei tu che mi hai chiesto l’amicizia sul “brutto ceffo di un libro”?
Che se non sei tu non la accetto 🙂
o.o.o.t.
Ma com’è che qui al minimo ciascuno di voi conosce 25 lingue e io una e mezza soltanto e pure male la una? Cavolaccio 🙁
Ma non conoscevi il sanscrito?
Peu, aver iniziato a studiare e conoscere per me è diverso.
La mia lingua dovrei conoscerla molto più di come la conosco perché è la mia lingua (l’italiano).
Il francese lo conosco come un analfabeta italiano conosce l’italiano, diciamo che sarei in grado di campare tranquillamente in Francia, solo non chiedetemi di scrivere.
Leggere, comprendere, tradurre, parlare, ascoltare mi pare già un conoscere.
Tuttavia Miguel conosce sicuramente la mia lingua meglio di me!
L’inglese siamo a livello di I have a cat, o poco più.
Per il sanscrito, si, è vero che quando ero lì di programma se ne è già fatto un bel pezzo, e quindi ho già un certo numero di parametri, ma non c’è la pratica, infatti ho già perso parte della memoria delle cose che ho imparato, che so, di 24 declinazioni ne avevo fatte già un certo numero, mi pare sei o otto, ma ora me ne ricordo a memoria una sola e il resto è buio pesto.
Ma come li scrivete voi i curricula?! 😀
Io non scriverei in un curriculum il sanscrito fra le lingue conosciute, inglese scolastico livello 3a media, e non mi sono mai sognata di scrivere “francese madrelingua”.
A meno che per voi conoscere una donna ed uscire a cena una volta con lei siano la stessa cosa 😀
Tortuga, ti assicuro che in fatto di conoscenze linguistiche, sei un passo avanti a me :), che io non sono nemmeno in grado di parlare il Francese e l’Inglese, e quest’ultimo riesco solo a tradurlo con l’aiuto di un dizionario, e a volte con fatica….
ciao!
” Ma come li scrivete voi i curricula?! 😀 ”
Bella domanda. Ci sono due scuole di pensiero: onestà massima, “perché se poi ti sputtanano fai una figura di merda”, e spararle grosse, “perché tanto lo fanno tutti e chi legge il curriculum ci fa la tara”.
Tra i curricula che è capitato di leggere a me, direi che prevale ampiamente la seconda scuola, comunque.
Comunque se fossi in te io scriverei francese madrelingua: dopotutto io scrivo italiano madrelingua, ma mica lo conosco, l’italiano…
– io scrivo italiano madrelingua, ma mica lo conosco, l’italiano… –
Maddai!! 😀
Le competenze linguistiche nel redigere un curriculum vengono di norma notevolmente sovrastimate.
Ottimo vuol dire che ti difendi; buono vuol dire che qualcosina la sai spiccicare, scolastico vuol dire che una dozzina di parole e un paio di regole grammaticali le sai.
In te il sanscrito lo metterei senz’altro. Tanto mica è una lingua viva: non ti capiterà quello che, per verificare, si vorrà fare una chiacchierata in sanscrito con te.
“non ti capiterà quello che, per verificare, si vorrà fare una chiacchierata in sanscrito con te.”
😀 😀 😀
Non sono più in grado, purtroppo, di tornare a lavorare, sempre ammesso che lavoro ci sia.
Invece una cosa che posso scrivere è:
dattilo professinale 450 battute al minuto (misurate, anzi misurate anche 480 a volte) tastiera cieca … e ormai anche la dattilografa 🙂
@TORTUGA: OT
Mi hai aggiunto 🙂
Io conosco tre lingue (italiano compreso) e le parlo tutte male, pero’ capisco il Tabarkino
Comunque il tizio della foto ha un aspetto più simile ad un coglione drogato tra Azouz Marzuk e Fabrizio Corona, piuttosto che ad un pericoloso terrorista….
Un tipo così me lo vedo troppo attaccato ad una vita da sballo, a serate con zoccolette discotecare, ma non certo pronto a farsi saltare in aria per il Verbo Coranico….
“ha un aspetto più simile ad un coglione drogato tra Azouz Marzuk e Fabrizio Corona, piuttosto che ad un pericoloso terrorista…”
perchè infatti è un coglione drogato alla Azouz Marzuk e Fabrizio Corona! Li scelgono apposta così 🙂
La vita è ciò che di più prezioso l’uomo possegga. Non credo che sia così facile togliersela.
E per giunta toglierla nello stesso tempo anche ad altri, che, quasi certamente, non conosci….
Per fare un gesto così estremo, bisogna avere davvero una disperazione tale e/o un tale odio/fanatismo, che come tutto ciò che è disperazione, odio e fanatismo, non può essere monetizzabile…
Penso alla tragedia di nonna Fatima, di cui parlo Martinez nel 2006….
errata corrige: di cui parlò
Insomma non riuscirei proprio a vedermi un Lapo Elkann, farsi zompare in aria :)…..e per cosa poi? Perché i tutori gli hanno tagliato i viveri per tornare a farsi come prima e più di prima? 😉
“Insomma non riuscirei proprio a vedermi un Lapo Elkann, farsi zompare in aria ”
… lasciami sognare! 😉
Improvvisa epidemia di scoppi in Italia: Elkann, Fede, Vespa, Belpietro, Lippi… Come si fa a vivere senza sogni?
😀
🙂 🙂 🙂
“Arrestato brevemente per qualche reato minore, Amine El Khalifi si scopre musulmano” [cit.]
… E dire che tra figa, discoteche, macchinoni e droga sembrava così bene “integrato” .
L’ affermazione virgolettata, per essere vera, ha due sole possibilità :
A) E’ stato folgorato nello Spirito dall’ “Arcagnolo Gabriello” ex abrupto [cit.] 🙂
B) Prima faceva soltanto della gran taqiya, ed era particolarmente abile ! 🙂
Avra’ preso alla lettera quello che si dice dei “paradisi musulmani”…
¡Venga ya!
Se all’FBI interessano tanto i Marocchini di questo tipo, consiglio loro di fare una bella capatina nella Costa del Sol. Data la vicinanza geografica la zona ne è piena, e moltissimi di loro sono felici proprietari di fiammanti Mercedes, BMW e Jaguar, decisamente più dei nativi andalusi. Il lato africano dello stretto sta attraversando un tumultuoso sviluppo economico di tipo immobiliare e persino agricolo. Ahimè, dubito che ardano dal desiderio di immolarsi, se non per il profitto. Il signore della foto somiglia perfettamente ad uno di loro, ritratto all’uscita di un occidentalissimo lounge bar di Puerto Banus, a Marbella.
Proviamo a guardarne la foto ascoltando questo brano musicale, http://www.youtube.com/watch?v=uKyKqoboOSw
o questo
http://www.youtube.com/watch?v=kDRG4DeIh3k
o questo
http://www.youtube.com/watch?v=zjng0L_eoOo
tanto per vedere l’effetto che fa.
Terrorismo in salsa chill out.