“Il Cristo e il suo fuoco si spengono qua”

I ruderi di un santuario abbandonato, proprio in cima alla montagna, tra il vento e i grilli.

Certo, uno dei pochi santuari non cattolici d’Italia.

La storia di un misterioso barrocciaio, viaggiatore e profeta, che annunziò che lo avrebbero assassinato, e così fu.

Una grotta profonda, con una cappella segreta nell’oscurità dove la luce elettrica non è mai entrata.

Un po’ di indizi ve li ho dati, chi di voi c’è stato, o riconosce il posto o il profeta?

 

Questa voce è stata pubblicata in esperienze di Miguel Martinez, mundus imaginalis e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

33 risposte a “Il Cristo e il suo fuoco si spengono qua”

  1. David Lazzaretti.
    Evviva la Repubblica, Iddio e la Libertà

  2. Ah. Altra cosa.
    Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata.

  3. Miguel Martinez scrive:

    “Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata.”

    Non vale: toscani irrequieti ed enciclopedie ambulanti non sono ammessi al concorso.

    • Ritvan scrive:

      —-Non vale: toscani irrequieti ed enciclopedie ambulanti non sono ammessi al concorso. Miguel Martinez—
      Miguel o che tu fai, stabilisci i requisiti dei partecipanti dopo aver effettuato il concorso?:-)
      P.S. Comunque, non c’era bisogno di essere toscano (irrequieto o meno) o enciclopedia ambulante per dare la risposta. Sai, forse dalle tue parti la notiziuola non è ancora arrivata:-), ma da un po’ di tempo esiste un “santuario” dei curiosoni che si chiama “Internet”, in cui p.es. un certo “San Google”:-) ti fa questo piccolo miracolo: se tu digiti nello spazio apposito delle parole-chiave contenute nel tuo post, p. es. santuario+barrocciaio+profeta, miracolosamente:-) ti appare una lunga lista di siti, di cui è vero che il primo risulta questo tuo post inutile ai fini della ricerca, ma gli altri – e mi fermo alla prima pagina del listone -, TUTTI gli altri 9 siti riportano la risposta che chiedi. Prova e vedrai.

  4. PinoMamet scrive:

    Ah, sono loro quindi! Me ne aveva accennato tempo fa Qualc1, frequentatore di questo blog, chiedendosi se mai ne avresti parlato… perché in effetti si prestano alla “linea editoriale” del blog 🙂
    (che poi, se dovessi definirla, non saprei farlo 🙂 )

    devo dire che un pochino mi inquietano, ma non so bene perché, poi io sono impressionabile e non faccio testo.

  5. Ale scrive:

    Mi oppongo: e’ la grotta dell’eremita Pantaleo, di Brancaleone alle Crociate 🙂

  6. izzaldin scrive:

    e’ la grotta dell’eremita Pantaleo, di Brancaleone alle Crociate

    hahaha! ho pensato la stessa cosa!

    saluti,

    izzaldin

  7. roberto scrive:

    Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata!

    se INSCO è fuori concorso la mia è la prima risposta buona, cosa ho vinto?

    roberto

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Ritvan

    “un certo “San Google”:-) ti fa questo piccolo miracolo”

    E perché credi che io abbia messo l’astruso termine “barrocciaio”?

  9. Miguel Martinez scrive:

    Domanda … chi di voi c’è stato sul Monte Lab(a)ro?

  10. roberto scrive:

    io no ma sono stato sul monte amiata mi sembrano posti molto belli

    • Tortuga scrive:

      Io uguale, Amiata si, Labro no, benché abbia visitato Arcidosso (dove sta pure una comunità buddhista, che ho visitato in tempi in cui però non mi interessavo ancora di buddhismo).

      • Marcello Teofilatto scrive:

        Ah sì, gli Dzog-Chen. Anch’io sono stato ad Arcidosso: una scuola di teatro di Milano ci organizza dei seminari estivi.
        Un saluto da M.T.

  11. maria scrive:

    Miguel,
    ma barrocciaio non è un termine astruso:-))

  12. Ritvan scrive:

    Mary, sfidando l’ira funesta di Pino per essermi indebitamente intrufolato nel suo orticello esclusivo:-), io credo che Miguel abbia ragione.
    Dice infatti il Sabatini Coletti online:
    http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/A/astruso.shtml
    “astruso[a-strù-so] agg.• Poco comprensibile perché complicato, involuto, di uso raro”.
    E non mi dirai che oggi, nel XXI secolo senti usare comunemente il termine “barrocciaio”, eh!:-)

    P.S. Però, d’altra parte:-), il dizionario Gabrielli online (Hoepli), ignora quest’ultimo significato del termine, scrivendo:
    “astruso
    [a-strù-ʃo] A agg.1 Difficile a comprendersi perché troppo complicato, involuto, oscuro.”
    http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/astruso.aspx?idD=1&Query=astruso&lettera=A

    • Roberto scrive:

      Non avevo mai sentito prima questa parola

    • PinoMamet scrive:

      ” Mary, sfidando l’ira funesta di Pino per essermi indebitamente intrufolato nel suo orticello esclusivo:-)”

      ma quando mai? 🙂 Io sono grecista, di lingua italiana non so una cippa di niente; se mi tocchi le etimologie greche, allora cambia… 😉

      • Ritvan scrive:

        —-ma quando mai? Io sono grecista, di lingua italiana non so una cippa di niente; se mi tocchi le etimologie greche, allora cambia…:-) PinoMamet—-
        Mmmm…se non ricordo male – e possiamo sempre verificare nell’apposito luogo – a suo tempo avevi parlato di “linguistica”, in generale, mica solo di “linguistica greca”, eh! 🙂
        Ciao

        • PinoMamet scrive:

          Beh è ovvio che qualcosina di linguistica sappia, ho anche dato un esame di glottologia;

          però non mi sembra di essere mai stato particolarmente noioso o rompicazzo sulla lingua italiana; o no?

          è sul greco, che discutiamo 😉

        • Ritvan scrive:

          Eddai caro Pinuccio, non si può scherzare un pochino?:-)

  13. Salve. Mi fischiava l’orecchio :-p

    In effetti mi piacerebbe fare delle ricerche sul Giurisdavidismo e i suoi seguaci “superstiti”.

    Pensandoci in realtà a Martinetz potrebbe interessare di più “La Chiesa Universale Giuris-Davidica” (col trattino), nata da una scissione esotericheggiante e gnosticheggiante del movimento di Lazzaretti.

    http://www.cesnur.org/religioni_italia/m/movimenti_profetici_05.htm
    http://www.eresie.it/it/Lazzaretti.htm

    (Mi si perdoni il primo link)

  14. Moi scrive:

    @ Pino / Z …

    Dalle nostre parti il termine “barroccio / biroccio” o derivati tipo “barrocciaio” o “birocciaio”, opportunamente modificato, è abbastanza popolare :

    “Al bròz’ ” viene usato anche per l’ automobile, specie dagli anziani : “ sälta in bròz’ ’” = “Sali in macchina” …

    “Bruz’èr” italianizzato in “brozzare” significa “essere travolti (dal barroccio / biroccio) ” nel senso però di “essere colti clamorosamente con le mani nella marmellata” … Esempio da CICAP, grato a Lisa Paniscus : “ James Randi brozzò Uri Geller ”. A Uri Geller va comunque riconosciuto che non usò mai il mezzuccio di accusare James Randi di AntiSemitismo dopo averlo “brozzato”, appunto.

    Oppure, ancora, le espressioni “uno sbrozzo di” o “una gran brozza di” nel senso di “una quantità esorbitante di” …

    PS @ Tutti

    Fra i miracoli di San Gugolo : -) c’ è anche di recente (almeno da due o tre anni a questa parte) la ricerca a partire dalle immagini per scoprirne il sito originario … detto “Reverse Image Search”

    • roberto scrive:

      hai ragione, non avevo fatto il collegamento tra barrocciaio e bròz che effettivamente a bologna si sente spesso.

      quanto a “brozzare”(o sbrozzare quando giocavo a basket lo dicevamo quando un mostro lanciato a duecento km all’ora asfaltava un piccolino (in genere facendo “sfondo”, o “sfondamento”)…quante volte avro’ sentito “soc’mel, l’hai sbrozzato”

      roberto

    • PinoMamet scrive:

      “Brozzare” non esiste qua;

      però esisteva il barrocciaio col barroccio o b’roz o b’roc…e mia madre ne conosceva uno dal fiabesco nome di Fiordalisi Fortunato
      (il “mondo dialettale” era molto più vitale in fatto di nomi propri, ricordo gli Ildebrando, i Catullo e i Senofonte che popolavano le nostre campagne)

      esistevano anche diversi tipi di carri, di cui non saprei dire la differenza: b’roz, bara (forse da una radice germanica?) ecc.

      Invece qualcuno mi illumina sulle etimologie di “baltare” (cadere) e “blisgare” (scivolare) che si usano comunemente qua?

      • Moi scrive:

        Invece qualcuno mi illumina sulle etimologie di “baltare” (cadere) e “blisgare” (scivolare) che si usano comunemente qua?

        PINO

        ……..

        “Baltare” / “Baltèr” non l’ ho presente, ho però presente “arbaltèr” come “ribaltare” … che in effetti è riconducibile al ”cadere” o almeno al “far cadere rovesciando”.

        “Blisgare” / “Bliśghèr” non l’ ho presente, ho però presente “Sblisgare” / “Śbliśghèr” come appunto “scivolare” e credo sia sostanzialmente onomatopeico, o qualcosa di simile a livello “evocativo”. Notare l’ espressione “e sblisga” / “e śbléśga” con il significato di “e poco più”. L’altro verbo è “sguillare” / “śguilèr”, dal chiaro riferimento all’ anguilla (“anguélla”), del quale si fa uso metaforico però nel senso di “eludere una domanda”.

        PS

        Sopra al pozzo, quella croce sembra un po’ una “furz’éina” : -) [e NON l’ orrendo “furz’àtta” o ancor peggio “furcàtta” !] … perciò per un istante ho temuto “al tò amigh” ; -) : -) (Nerdy) Prophet Bobby Henderson.

        PS

        Ma si dice o no a Parma “L’ autostrada era piena di sacramenti” nel senso di “C’era traffico intenso di TIR in autostrada” ? : -)

      • PinoMamet scrive:

        Mmm che “baltare” sia connesso a “ribaltare” è in effetti probabile ora che me lo fai notare;

        “blisgare” o “sblisgare” che mi pare un suo derivato non credo siano onomatopeici, azzardo che possano avere qualcosa in comune col “blitz” o roba del genere…
        ipotizzo che si tratti di uno di quei termini longobardi che non hanno fatto fortuna nell’italiano, ma sono rimasti fossili in qualche dialetto…

        • PinoMamet scrive:

          Comunque non mi pare di ricordare “sacramenti” per strada, ma potrei benissimo sbagliare o essersi persa l’espressione…

        • Moi scrive:

          Invece “inciampare” è ancora spesso reso con “scapuzzare” , direttamente dal dialetto “scapuz’èr”, non so se c’entri qualcosa “cappuccio”, quale parola in Italiano più assonante … la conseguenza più rovinosa può esseere “fare un ròzzo” / “rozzare” sempre direttamente da “fèr un ròz’ ” / “ruz’ èr”.

          Un’ espressione che credevo “locale” ma in realtà si sente almeno in tutto il Nord e anche in Toscana è curiosamente “Fare un Cristo” / “Fèr un Crésst” … mah !

        • Moi scrive:

          Esempi:

          “Bologna – Imola saran 30 km e sblisga … ”

          A) “Ieri sera eravamo talmente sfatti che alle dieci e sblisga (!) eravam già in branda !”

          B) “Diobò, con le galline (“di buon’ora”) in pratica …”

          —–

          “Lei-lì avrà pure 40 anni e sblisga, ma dà ancora dei gran punti (“non sfigura affatto in confronto”) alle ventenni”.

          Oppure

          “Son già tre volte che t’ho chiesto dov’eri ieri sera alle nove ma Diobò se mi sguilli via a raglio (“ohibò come tergiversi in maniera ridicolmente pretestuosa”) !

        • Tortuga scrive:

          Chiamare qualcuno “sacramento” io l’ho sentito spesso a Milano: “quel sacramento di mio nipote”.
          Di solito si diceva di persona cara o di cui comunque non si può dir male, che però non si comporta bene o si comporta in modo eccessivamente tumultuoso, che è causa di guai vari, dai comportamenti anarchici ed indisciplinati etc.

  15. maria scrive:

    ritty,
    come ti chiama affettuosamente francesco, la parola barrocciaio a firenze è molto nota, il barrocciaio è quello che conduce il barroccio appunto, strumento di locomozione in auge, te lo concedo, soprattutto nella prima metà del Novecento, nelle campagne ma anche nei paesi e città.

    Ancora molto usato invece barroccino che indica i banchini dei vari mercati, aggeggio appunto dotato di ruote, ci sono i barroccini del porcellino, presso il ponte vecchio, di s. lorenzo ecc. ecc.

    Il termine è usato anche in senso figurato e vuole indicare persona un po’ volgare o becera, poco attenta alle cosiddette buone maniere, ma non antipatica:-)

  16. Durruti scrive:

    I lazzarettisti. Che fenomeno interessante e penoso.
    Hobsbawn li ha studiati e descritti bene nel suo libro Ribelli Primitivi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *