I ruderi di un santuario abbandonato, proprio in cima alla montagna, tra il vento e i grilli.
Certo, uno dei pochi santuari non cattolici d’Italia.
La storia di un misterioso barrocciaio, viaggiatore e profeta, che annunziò che lo avrebbero assassinato, e così fu.
Una grotta profonda, con una cappella segreta nell’oscurità dove la luce elettrica non è mai entrata.
Un po’ di indizi ve li ho dati, chi di voi c’è stato, o riconosce il posto o il profeta?
David Lazzaretti.
Evviva la Repubblica, Iddio e la Libertà
Ah. Altra cosa.
Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata.
“Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata.”
Non vale: toscani irrequieti ed enciclopedie ambulanti non sono ammessi al concorso.
—-Non vale: toscani irrequieti ed enciclopedie ambulanti non sono ammessi al concorso. Miguel Martinez—
Miguel o che tu fai, stabilisci i requisiti dei partecipanti dopo aver effettuato il concorso?:-)
P.S. Comunque, non c’era bisogno di essere toscano (irrequieto o meno) o enciclopedia ambulante per dare la risposta. Sai, forse dalle tue parti la notiziuola non è ancora arrivata:-), ma da un po’ di tempo esiste un “santuario” dei curiosoni che si chiama “Internet”, in cui p.es. un certo “San Google”:-) ti fa questo piccolo miracolo: se tu digiti nello spazio apposito delle parole-chiave contenute nel tuo post, p. es. santuario+barrocciaio+profeta, miracolosamente:-) ti appare una lunga lista di siti, di cui è vero che il primo risulta questo tuo post inutile ai fini della ricerca, ma gli altri – e mi fermo alla prima pagina del listone -, TUTTI gli altri 9 siti riportano la risposta che chiedi. Prova e vedrai.
Ah, sono loro quindi! Me ne aveva accennato tempo fa Qualc1, frequentatore di questo blog, chiedendosi se mai ne avresti parlato… perché in effetti si prestano alla “linea editoriale” del blog 🙂
(che poi, se dovessi definirla, non saprei farlo 🙂 )
devo dire che un pochino mi inquietano, ma non so bene perché, poi io sono impressionabile e non faccio testo.
Mi oppongo: e’ la grotta dell’eremita Pantaleo, di Brancaleone alle Crociate 🙂
e’ la grotta dell’eremita Pantaleo, di Brancaleone alle Crociate
hahaha! ho pensato la stessa cosa!
saluti,
izzaldin
Il posto è la torre giurisdavidica sul monte Lab(a)ro, sull’Amiata!
se INSCO è fuori concorso la mia è la prima risposta buona, cosa ho vinto?
roberto
Per Ritvan
“un certo “San Google”:-) ti fa questo piccolo miracolo”
E perché credi che io abbia messo l’astruso termine “barrocciaio”?
:-):-)
Domanda … chi di voi c’è stato sul Monte Lab(a)ro?
io no ma sono stato sul monte amiata mi sembrano posti molto belli
Io uguale, Amiata si, Labro no, benché abbia visitato Arcidosso (dove sta pure una comunità buddhista, che ho visitato in tempi in cui però non mi interessavo ancora di buddhismo).
Ah sì, gli Dzog-Chen. Anch’io sono stato ad Arcidosso: una scuola di teatro di Milano ci organizza dei seminari estivi.
Un saluto da M.T.
Miguel,
ma barrocciaio non è un termine astruso:-))
Mary, sfidando l’ira funesta di Pino per essermi indebitamente intrufolato nel suo orticello esclusivo:-), io credo che Miguel abbia ragione.
Dice infatti il Sabatini Coletti online:
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/A/astruso.shtml
“astruso[a-strù-so] agg.• Poco comprensibile perché complicato, involuto, di uso raro”.
E non mi dirai che oggi, nel XXI secolo senti usare comunemente il termine “barrocciaio”, eh!:-)
P.S. Però, d’altra parte:-), il dizionario Gabrielli online (Hoepli), ignora quest’ultimo significato del termine, scrivendo:
“astruso
[a-strù-ʃo] A agg.1 Difficile a comprendersi perché troppo complicato, involuto, oscuro.”
http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/astruso.aspx?idD=1&Query=astruso&lettera=A
Non avevo mai sentito prima questa parola
” Mary, sfidando l’ira funesta di Pino per essermi indebitamente intrufolato nel suo orticello esclusivo:-)”
ma quando mai? 🙂 Io sono grecista, di lingua italiana non so una cippa di niente; se mi tocchi le etimologie greche, allora cambia… 😉
—-ma quando mai? Io sono grecista, di lingua italiana non so una cippa di niente; se mi tocchi le etimologie greche, allora cambia…:-) PinoMamet—-
Mmmm…se non ricordo male – e possiamo sempre verificare nell’apposito luogo – a suo tempo avevi parlato di “linguistica”, in generale, mica solo di “linguistica greca”, eh! 🙂
Ciao
Beh è ovvio che qualcosina di linguistica sappia, ho anche dato un esame di glottologia;
però non mi sembra di essere mai stato particolarmente noioso o rompicazzo sulla lingua italiana; o no?
è sul greco, che discutiamo 😉
Eddai caro Pinuccio, non si può scherzare un pochino?:-)
Salve. Mi fischiava l’orecchio :-p
In effetti mi piacerebbe fare delle ricerche sul Giurisdavidismo e i suoi seguaci “superstiti”.
Pensandoci in realtà a Martinetz potrebbe interessare di più “La Chiesa Universale Giuris-Davidica” (col trattino), nata da una scissione esotericheggiante e gnosticheggiante del movimento di Lazzaretti.
http://www.cesnur.org/religioni_italia/m/movimenti_profetici_05.htm
http://www.eresie.it/it/Lazzaretti.htm
(Mi si perdoni il primo link)
@ Pino / Z …
Dalle nostre parti il termine “barroccio / biroccio” o derivati tipo “barrocciaio” o “birocciaio”, opportunamente modificato, è abbastanza popolare :
“Al bròz’ ” viene usato anche per l’ automobile, specie dagli anziani : “ sälta in bròz’ ’” = “Sali in macchina” …
“Bruz’èr” italianizzato in “brozzare” significa “essere travolti (dal barroccio / biroccio) ” nel senso però di “essere colti clamorosamente con le mani nella marmellata” … Esempio da CICAP, grato a Lisa Paniscus : “ James Randi brozzò Uri Geller ”. A Uri Geller va comunque riconosciuto che non usò mai il mezzuccio di accusare James Randi di AntiSemitismo dopo averlo “brozzato”, appunto.
Oppure, ancora, le espressioni “uno sbrozzo di” o “una gran brozza di” nel senso di “una quantità esorbitante di” …
PS @ Tutti
Fra i miracoli di San Gugolo : -) c’ è anche di recente (almeno da due o tre anni a questa parte) la ricerca a partire dalle immagini per scoprirne il sito originario … detto “Reverse Image Search”
hai ragione, non avevo fatto il collegamento tra barrocciaio e bròz che effettivamente a bologna si sente spesso.
quanto a “brozzare”(o sbrozzare quando giocavo a basket lo dicevamo quando un mostro lanciato a duecento km all’ora asfaltava un piccolino (in genere facendo “sfondo”, o “sfondamento”)…quante volte avro’ sentito “soc’mel, l’hai sbrozzato”
roberto
“Brozzare” non esiste qua;
però esisteva il barrocciaio col barroccio o b’roz o b’roc…e mia madre ne conosceva uno dal fiabesco nome di Fiordalisi Fortunato
(il “mondo dialettale” era molto più vitale in fatto di nomi propri, ricordo gli Ildebrando, i Catullo e i Senofonte che popolavano le nostre campagne)
esistevano anche diversi tipi di carri, di cui non saprei dire la differenza: b’roz, bara (forse da una radice germanica?) ecc.
Invece qualcuno mi illumina sulle etimologie di “baltare” (cadere) e “blisgare” (scivolare) che si usano comunemente qua?
Invece qualcuno mi illumina sulle etimologie di “baltare” (cadere) e “blisgare” (scivolare) che si usano comunemente qua?
PINO
……..
“Baltare” / “Baltèr” non l’ ho presente, ho però presente “arbaltèr” come “ribaltare” … che in effetti è riconducibile al ”cadere” o almeno al “far cadere rovesciando”.
“Blisgare” / “Bliśghèr” non l’ ho presente, ho però presente “Sblisgare” / “Śbliśghèr” come appunto “scivolare” e credo sia sostanzialmente onomatopeico, o qualcosa di simile a livello “evocativo”. Notare l’ espressione “e sblisga” / “e śbléśga” con il significato di “e poco più”. L’altro verbo è “sguillare” / “śguilèr”, dal chiaro riferimento all’ anguilla (“anguélla”), del quale si fa uso metaforico però nel senso di “eludere una domanda”.
PS
Sopra al pozzo, quella croce sembra un po’ una “furz’éina” : -) [e NON l’ orrendo “furz’àtta” o ancor peggio “furcàtta” !] … perciò per un istante ho temuto “al tò amigh” ; -) : -) (Nerdy) Prophet Bobby Henderson.
PS
Ma si dice o no a Parma “L’ autostrada era piena di sacramenti” nel senso di “C’era traffico intenso di TIR in autostrada” ? : -)
Mmm che “baltare” sia connesso a “ribaltare” è in effetti probabile ora che me lo fai notare;
“blisgare” o “sblisgare” che mi pare un suo derivato non credo siano onomatopeici, azzardo che possano avere qualcosa in comune col “blitz” o roba del genere…
ipotizzo che si tratti di uno di quei termini longobardi che non hanno fatto fortuna nell’italiano, ma sono rimasti fossili in qualche dialetto…
Comunque non mi pare di ricordare “sacramenti” per strada, ma potrei benissimo sbagliare o essersi persa l’espressione…
Invece “inciampare” è ancora spesso reso con “scapuzzare” , direttamente dal dialetto “scapuz’èr”, non so se c’entri qualcosa “cappuccio”, quale parola in Italiano più assonante … la conseguenza più rovinosa può esseere “fare un ròzzo” / “rozzare” sempre direttamente da “fèr un ròz’ ” / “ruz’ èr”.
Un’ espressione che credevo “locale” ma in realtà si sente almeno in tutto il Nord e anche in Toscana è curiosamente “Fare un Cristo” / “Fèr un Crésst” … mah !
Esempi:
“Bologna – Imola saran 30 km e sblisga … ”
—
A) “Ieri sera eravamo talmente sfatti che alle dieci e sblisga (!) eravam già in branda !”
B) “Diobò, con le galline (“di buon’ora”) in pratica …”
—–
“Lei-lì avrà pure 40 anni e sblisga, ma dà ancora dei gran punti (“non sfigura affatto in confronto”) alle ventenni”.
Oppure
“Son già tre volte che t’ho chiesto dov’eri ieri sera alle nove ma Diobò se mi sguilli via a raglio (“ohibò come tergiversi in maniera ridicolmente pretestuosa”) !
Chiamare qualcuno “sacramento” io l’ho sentito spesso a Milano: “quel sacramento di mio nipote”.
Di solito si diceva di persona cara o di cui comunque non si può dir male, che però non si comporta bene o si comporta in modo eccessivamente tumultuoso, che è causa di guai vari, dai comportamenti anarchici ed indisciplinati etc.
ritty,
come ti chiama affettuosamente francesco, la parola barrocciaio a firenze è molto nota, il barrocciaio è quello che conduce il barroccio appunto, strumento di locomozione in auge, te lo concedo, soprattutto nella prima metà del Novecento, nelle campagne ma anche nei paesi e città.
Ancora molto usato invece barroccino che indica i banchini dei vari mercati, aggeggio appunto dotato di ruote, ci sono i barroccini del porcellino, presso il ponte vecchio, di s. lorenzo ecc. ecc.
Il termine è usato anche in senso figurato e vuole indicare persona un po’ volgare o becera, poco attenta alle cosiddette buone maniere, ma non antipatica:-)
I lazzarettisti. Che fenomeno interessante e penoso.
Hobsbawn li ha studiati e descritti bene nel suo libro Ribelli Primitivi