Achille Totaro mette in pratica il Decalogo dei Patrioti

A Firenze, il signor Achille Totaro,  che fa il Giovane di Destra in attesa di laurearsi da talmente tanti anni da aver fatto in tempo a perdere tutti i capelli e diventare Senatore, ha presentato alcuni mesi fa il Decalogo dei Patrioti.

IL PATRIOTA
E’ ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO, E DISPREZZA CHI DENIGRA L’ITALIA ALL’ESTERO
AMA LA SUA BANDIERA
VUOLE CHE IL FEDERALISMO SERVA ALL’ITALIA
SOSTIENE L’ECONOMIA REALE E NON LA FINANZA SPECULATIVA
CREDE CHE L’IDENTITà SIA LA FORZA DI UN POPOLO
PROMUOVE IL MADE IN ITALY
ESALTA LA TRADIZIONE POPOLARE E LE NOSTRE RADICI CRISTIANE
CREDE NELLA POLITICA COME SERVIZIO ALLA PATRIA
VUOLE LA BELLEZZA COME DIMENSIONE ETICA DELLA VITA
VUOLE UN’ITALIA PROTAGONISTA NEL MEDITERRANEO, IN EUROPA E NEL MONDO

Io Non Sto Con Oriana oggi ci presenta una foto del (giovane) senatore Achille Totaro, scattata, presumiamo, in un luogo in cui il suddetto patriota è solito organizzare comizi. Non si tratta di una piazza, ma del Central Park, una discoteca dove le porte sono sempre aperte alla Destra dei Valori. Lasciamo perdere le facili obiezioni sul nome “Central Park”, poco Made in Italy, che pure “made in Italy” non è mica italiano.

In realtà, le porte della discoteca non sono più aperte per nessuno: pochi giorni dopo l’ultimo comizio-festa del senatore Totaro, il proprietario del Central Park è stato arrestato per aver organizzato l’incendio del Meccanò, un locale rivale.

Non si accusino gli amici del senatore Totaro di essere prevenuti verso altre etnie. Certo, Achille Totaro si era proclamato:

“strenuo oppositore al malgoverno delle Giunte di Sinistra, Totaro si è opposto allo sperpero di denaro fatto dalle Amministrazioni Comunali per l’accoglienza dei nomadi che non rispettano le leggi.”

Ma l’integrazione è sempre possibile per chi lavora: infatti, gli autori materiali dell’attentato erano due signori “di etnia Sinti“, come precisano i giornali.

Achille Totaro dichiara di “combattere fermamente l’immigrazione clandestina“:

Girare di notteattacca Totaro – nel centro di Firenze è diventato molto pericoloso. Alcune zone della città sono diventate un crocevia di extracomunitari rissosi e violenti che potenziano la criminalità e la violenza”.

Evidentemente, le signore – vistosamente non italiane – cui Achille Totaro sta spiegando il Decalogo dei Patrioti non sono rissose  e violente, anche se girano (e lavorano) di notte.

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62 risposte a Achille Totaro mette in pratica il Decalogo dei Patrioti

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  2. roberto scrive:

    “VUOLE LA BELLEZZA COME DIMENSIONE ETICA DELLA VITA”

    su questo potrei anche essere d’accordo, il problema è che la bellezza anche se non del tutto soggettiva, resta un concetto arbitrario. Ad esempio, gli stivalacci della sgallettata in primo piano sono da condanna ai lavori forzati e la totale assenza di punteggiatura per 13 righe (in maiuscolo perbacco!) ferisce mortalmente il mio senso estetico. Ergo, lavori forzati pure per lui.

    (ringrazio in anticipo NSCO per i suggerimenti che ci sarà)

    • PinoMamet scrive:

      Non so’ manco stivali, sembrano tipo i sovrapantaloni di pelle dei cowboys in versione fetish… l’orrore!

      Ma Totaro, con quel nome da sommergibile, è quello pelato o quello con la pettinatura da truzzo?
      entrambi sembrano avere una certa propensione per i giochi sadomaso…

    • roberto scrive:

      a voler essere pignoli, credo che anche il tatuaggio sul piede sinistro della biondina in fondo meriterebbe una sanzione (un’ammenda dovrebbe essere sufficiente)

  3. Miguel Martinez scrive:

    Il signore con i capelli è tale Guido Gheri (ma lui si fa chiamare “Gheri Guido”), possiede la discoteca Music Store (locali in affitto… dalla Casa del Popolo) e gestisce Radio Studio 54, entrambi a Scandicci (periferia post-industriale di Firenze), dove fa il consigliere comunale, eletto nella lista “Voce al Popolo”.

    Mi dicono che fino al recente incidente, facesse anche il DJ fisso al Central Park, ma non trovo per ora riscontri in rete.

    Recentemente Gheri ha fatto scandalo per aver voluto limitare il numero di stranieri che entravano nella sua discoteca. Veramente io mi sarei scandalizzato per gli stranieri che si abbassavano a metterci piede, per cui non capisco bene di cosa si preoccupino gli antirazzisti.

    “Il “Music Store” di Scandicci organizza per domenica un pomeriggi o per ragazzi italiani. Il dj Guido Gheri: «Pochi stranieri e sol o quelli che voglioi io»La discoteca chiude le porte agli extraco munitari”

    • Ritvan scrive:

      —-Recentemente Gheri ha fatto scandalo per aver voluto limitare il numero di stranieri che entravano nella sua discoteca…MM—-

      “Recentemente”??!! Ehmmm…caro Miguel, vorresti dare un’occhiata alla data in fondo all’articolo che linki?:-)
      P.S. Naturalmente tutta la mia disistima per il razzistoide in questione, anche se il fatto risale a 9 anni fa.

  4. p scrive:

    Sono sempre rassicurato quando trovo l’aggettivo “reale” in politica o in economia. So già di trovarmi di fonte a grandi corbellerie senza fare lo sforzo di indagare oltre. Cosa c’è di più reale dell’economia finanziaria di questi tempi?p

  5. Moi scrive:

    Evidentemente, le signore – vistosamente non italiane – […]

    —–

    Perché, le Italiane devono esser per forza cesse e vestire catigate, ando’ sta scritto ?! 😉 🙂

  6. Moi scrive:

    “caStigate”

    • PinoMamet scrive:

      “Provate a comprarci: bastano 300 euro” non è male, bisogna riconoscerlo.
      🙂

      Mi stupisce invece l’elmo corinzio con dentro un paio di occhi sbucati non si sa da dove, immagino sia un richiamo alle “radici europee” (l’elmo però deriva più dai 300 hollywoodiani, secondo me) unito a qualcosa che riguarda il futuro, però mi sfugge.

      • Moi scrive:

        Gli occhi sono azzurri, “ariani” ? Dentro sembra esserci una specie di garza … boh !

      • Mondo cane scrive:

        il richiamo hollywoodiano credo sia voluto, è semplice: noi i greci, loro i persiani. Noi con le nostre radici grecoromanogiudaicocristiane, loro con le loro solite vecchie, stantie, retrograde e asfittiche radici islamiche. Vuoi mettere? Per uno che VUOLE LA BELLEZZA COME DIMENSIONE ETICA DELLA VITA!

  7. Senatore!
    Animal House fu profetico: onore ad vero patridiota.

  8. Moi scrive:

    —-[A suo tempo] Gheri ha fatto scandalo per aver voluto limitare il numero di stranieri che entravano nella sua discoteca…MM—-

    ——————–

    Ma suLLE stranierE specie giovani e attraenti vedrai che era meno razzista 🙂 😉
    Sui forum leghisti non è raro il topos che l’ immigrazione va bene solo (!) in termini di gnocca import 😉 🙂

    • Moi scrive:

      … generalmente il concetto viene rafforzato indulgendo a un po’ di blasfemolalìa che rafforza il concetto di Radici Cristiane …

  9. Moi scrive:

    SE vi interessa davvero un Immaginario Identitario di Destra, sinceramente “tale” … vi consiglio questo post di un certo Mario Puccioni, apprezzato e stimato allenatore di sport da combattimento:

    http://team-centurion.blogspot.com/2010/12/sparta-contro-gerusalemme-ossia-come-ci.html

    “Sparta contro Gerusalemme” [sic]

    • PinoMamet scrive:

      Interessante cumulo di stronzate…
      “Leopardi a Sparta sarebbe stato un fusto” merita la medaglia d’oro.

      Comunque Teodosio II (immagino si riferisca a questo) proibì i Giochi pubblici perchè legati a culti pagani, non proibì la ginnastica perché il corpo era peccaminoso…
      del resto, le attività agonistiche e la lotta in particolare sono proseguite tranquillamente fino all’epoca bizantina (dopo, penso si siano fuse con tradizioni di origine turanica e orientale dando origine allo “yagli gures”, che però, pantaloncini a parte, è ancora decisamente “ellenico”, a cominciare dall’uso di cospargersi di olio).

      In occidente, non la chiesa ma i rivolgimenti sociali ed etnici delle invasioni germaniche hanno causato la quasi estinzione della pratica agonistica antica (in alcuni casi conservata forse in forma popolare, come la “brancaille” provenzale forse davvero erede del “pankration/pancratium” antico, molto più della fantasiosa reinvenzione di Arvanitis).

      ciao!

  10. mirkhond scrive:

    A Costantinopoli infatti l’Ippodromo continuò a funzionare ancora fino al 1453, e vi si svolgevano gare agonistiche come le corse coi cavalli, degne di uno scenario alla Ben Hur.
    Ad una di queste gare partecipò anche Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde (1343-1383), giunto a Costantinopoli nel 1366-67, in quanto cugino dell’imperatore Giovanni V Paleologo (1341-1391), per soccorrerlo dalla nascente e crescente morsa ottomana, riconquistando e restituendo Gallipoli/Gelibolu ai Romei per dieci anni (1366-1376).
    Ma l’Ippodromo è legato anche ad un episodio tragicomico accaduto due secoli prima e narratoci in forma divertente dallo storico romeo Niceta Coniata (1150/55 c-1217).
    Ora, nel 1162 giunse in visita di stato a Costantinopoli, il sultano selgiuchide di Rum (l’Anatolia romana in mano ai Turcomanni), Kiliğ Arslan II (1155-1192).
    Il Sultano si trattenne per circa un mese, trattato con tutti gli onori del caso e con grande spirito di amicizia (ovviamente interessata) da parte dell’imperatore Manuele II Comneno (1143-1180), il quale sperava di fare del Sultano un suo vassallo e riportare in modo pacifico e diplomatico l’Anatolia centrale in mani romee.
    Il Sultano con un seguito di un migliaio di persone, partecipava a tutte le manifestazioni cittadine, comprese le messe e le processioni cristiane, suscitando l’ira del Patriarca Luca III Crisoberge (1157-1170), scandalizzato perchè “un uomo non partecipe della Verità (cristiana) partecipasse a tali sacri riti” (Niceta Coniate, Grandezza e Catastrofe di Bisanzio).
    Un giorno l’imperatore invitò il Sultano di Rum ai giochi all’Ippodromo, e qui, stando sempre a Niceta Coniate che ci fornisce la sola testimonianza dell’episodio e quindi di parte romea-bizantina, all’Ippodromo dicevo, tra il seguito del Sultano, vi era un uomo vestito con vesti bianche con un lungo gonnellone che roteava ai suoi movimenti e con un alto berretto conico.
    L’uomo che dalla descrizione che ne fa Coniata doveva essere un derviscio, un sufi, salì sulla Colonna di Teodosio e dichiarò che si sarebbe librato in cielo per volare.
    Dopodichè roteò su se stesso e si lanciò nel vuoto, ma, invece di volare, cadde rovinosamente al suolo, stramazzando, e facendo una figura peggiore di quella del mago di Segrate!
    I Romei scoppiarono a ridere e lo stesso imperatore Manuele, a stento tratteneva le risate, cercando diplomaticamente di consolare il Sultano rosso per la rabbia e la vergogna!
    E questo in epoche ritenute fin troppo oscurantiste da stantie e superate visioni storiografiche!
    ciao

    • jam scrive:

      .. se l’avvenimento del volo mancato é avvenuto nel 1162, il derviscio non poteva essere un derviscio roteante. Perché essendo Jalalludin Rumi nato a Balkh nel 1207 e morto a konya il 17dicembre 1273, (604-672 Egira) ed essendo lui colui che ha dato nascita ai dervisci roteanti, com’é possibile che i dervisci roteanti esistessero nel 1162,cioé prima di essere stati “inventati”…?
      namaste

      • mirkhond scrive:

        La testimonianza di Niceta Coniata è unica e di parte bizantina, ma è importante perchè cita per la prima volta un derviscio, sufi o chissà cosa proveniente dall’Anatolia turca musulmana (1162 appunto).
        Coniata non utilizza mai termini come derviscio o sufi, ma la derscrizione del curioso personaggio al seguito del Sultano, presenta molte caratteristiche tali.
        Mi sembra inoltre che il Sufismo sia più antico di Rumi (1207-1273), e in questo caso forse, dovette appartenere a qualche confraternita più antica.
        Poi l’episodio tragicomico da mago di Segrate, può far riflettere su cosa il Sufismo sia stato per secoli, un movimento o meglio dei movimenti di rinnovamento spirituale musulmani, in cui c’era tutto e il contrario di tutto, dallo sciamano camuffato, al mago di campagna, dal Santo di Dio al pederasta impenitente…
        ciao

        • Antonio aiello scrive:

          il sufismo è nato dal rito Dionisiaco, infatti Dioniso era il Dio che danza, sono state ritrovate immagini del dio nella identitica posizione dei sufi. Forse si può ipotizzare che l’inventore del sufismo abbia modificato qualcosa dell’originario rito.

        • Tortuga scrive:

          Non sarei molto sicura di una cosa simile.
          Il “dio che danza” (lett. Signora della Danza) ovvero il Naṭarāja è per antonomasia Śiva (Shiva) ad alcuni volti del quale Dioniso somiglia molto.
          Non vedo una ragione valida per cui i Sufi debbano aver subito una influenza proprio da un icona greca (un dio greco), peraltro patrono, oltre che della danza, anche del vino e quindi dell’ubrichezza, una cosa che con l’islam non ha molto a che spartire.
          Non so se, poi, quella dei Sufi possa chiamarsi danza a pieno titolo, data la sua particolarità di solo roteare a quanto ne sappiamo, ma su questo bisognerebbe indagare.

        • Tortuga scrive:

          Pardon SignorE della Danza

        • PinoMamet scrive:

          In realtà perlomeno alcuni ordini sufi erano piuttosto tolleranti in materia di bere e altri mezzi per raggiungere l’estasi, tanto che ad es. in Turchia avevano fama di essere eretici lascivi e dediti ai piacere dei sensi.

          I Bekatshi per esempio (leggi Nur Baba, del kemalista Yakup Kadri Karaosmanoglu).

          Un’influenza, come dire, di sostrato, dalla cultura greca che permeava l’Anatolia, da quella persiana pre-islamica, o da quella indiana induista (Dioniso è poi sincretizzato con Shiva dal tempo di Alessandro Magno) non la vedrei affatto improbabile.

          ciao!

      • mirkhond scrive:

        Siempre por Jam

        “Il sultano si fermò presso l’imperatore abbastanza a lungo e si pascé gli occhi con gare di cavalli da corsa. Una volta un uomo, discendente di Agar, un illusionista, come pareva all’inizio, ma in realtà il più sventurato degli uomini, un vero suicida, come dimostrò in seguito, salito sulla torre che si eleva dove si svolgono gli spettacoli – sotto di essa si aprono in volte affiancate i cancelli per chi deve correre nello stadio, mentre sopra stanno quattro cavalli di bronzo ricoperti d’oro, con il collo inclinato, che si guardano l’un l’altro anelando alla pista ricurva – , salito dunque lì, cominciò a proclamare che avrebbe sorvolato lo stadio.
        Stava ritto sulla torre come alla fune di partenza, con indosso un’ampia veste lunga sino ai piedi. La veste era bianca e giunchi disposti in cerchio rendevano l’abito pieno di rigonfiamenti: scopo dell’Agareno era d’essere sollevato in alto dal vestito come da una vela, poiché il vento si sarebbe infilato nelle cavità del vestito stesso. Gli occhi di tutti erano volti su di lui, il teatro sorrideva; gli spettatori non facevano che gridare: “Apri le braccia”, e ” Fino a quando, Saraceno, vuoi tenere in sospeso le nostre anime, provando il vento dalla torre?”. L’imperatore mandò qualcuno a trattenerlo dal lanciarsi. Il sultano, anch’egli spettatore dell’evento, sudava e batteva i denti per l’esito incerto dell’impresa, insieme orgoglioso del suo connazionale e pieno di timore per lui. Questi, ingoiando più volte l’aria e saggiando il vento, deludeva le attese degli spettatori. Sollevate ripetutamente le mani, le atteggiò come fossero ali per muoversi in volo, poi si fece indietro, invocando il vento. Quando finalmente gli sembrò che esso giungesse favorevole e propizio, si scuote come un uccello, credendo di poter camminare in aria. Ma fu un corridore del cielo più misero di Icaro: andò verso terra come un corpo attratto dalla gravità, non volò come un essere leggero; alla fine cadde giù e mandò in pezzi la sua anima, rompendosi i polpacci, le mani e tutte le ossa del corpo.
        Di questo volo gli abitanti di Costantinopoli parlavano in giro per schernire e deridere i Turchi al seguito del sultano: questi non potevano attraversare la piazza senza essere derisi e gli argentieri, che stavano lì, facevano rumore battendo i ferri dei loro tavoli. Quando l’imperatore sentiva queste cose, si rallegrava, com’è naturale, conoscendo la propensione della gente di strada alle ciance e allo scherzo; ma per compiacere il sultano (queste buffonate, infatti, si insinuavano lentamente nell’anima del barbaro e la mordevano), fingeva di voler porre fine alla loro libertà di parola.”

        Niceta Coniata, Grandezza e Catastrofe di Bisanzio, libro IV, paragrafi 7,7 e 7, 8, Volume I, pp. 269-273, Fondazione Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori Editore

        ciao

      • Tortuga scrive:

        Ma come ci sono finita io su un post del 2012?!! Booohhhhh!

  11. Miguel Martinez scrive:

    Moi è sempre fantastico, deve aver un motore di ricerca tutto particolare per le cose più belle (che per me sono i cialtroni e i loro mondi).

    Notate come Mario Puccioni esalti la serenità olimpica della lucida civiltà mediterranea, ecc. ecc.

    I commentatori gli fanno “bravo! bravo!” a parte uno, nemmeno troppo aggressivo.

    E lì il nostro getta la maschera, rispondendo:

    “Caro “Marte”, voi sapientoni maniaci anonimi avete il vizio di venir qui a sbrodolare sul blog bordate di cazzate atomiche senza rendervi conto della figura di guano che fate.”

    Credo che questo qualifichi il Maestro Puccioni molto di più delle sue discutibili affermazioni storiche (notate che non ho scritto bordate di cazzate atomiche).

  12. Miguel Martinez scrive:

    Comunque il discorso del Puccioni è veramente interessante, perché riassume un tipico sistema di pensiero che conosco fin troppo bene.

    In questo caso, in chiave “mediterranea”, ma ne esistono anche varianti nordiche e persino turaniche, abbastanza intercambiabili.

    Le discutibilità storiche sarebbero in teoria superflue: in fondo, Puccioni afferma una legittima filosofia di vita più o meno applicabile contemporaneamente, non si capisce bene perché la debba ancorare ad affermazioni sul passato.

    E’ come quelli che dicono non si deve prendere gli handicappati e usarli per fare esperimenti medici, perché lo hanno fatto i nazisti. Le tesi etiche dovrebbero poter stare in piedi da sole, senza la necessità di invocare precedenti storici.

  13. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, sto leggendo Vote for Caesar, di Peter Jones, un divertente libretto sulla civiltà greco romana. L’autore, indubbiamente più preparato del Maestro Puccioni, ha comunque una propria agenda ben precisa: esaltare l’antica Roma come un’oligarchia di abili imprenditori, che non perdevano tempo né buttavano soldi in fuffe sociali o stataliste, dove non c’erano le tasse in senso moderno e dove i ricchi venivano ammirati e non maltrattati come succede oggi che imperversano i laburisti…

    Propongo di chiudere Peter Jones e il Maestro Puccioni in una stanza a decidere quale fu la Vera Roma.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Scopro infine che Mario Puccioni è:

    1) fiorentino

    2) insegna “Brazilian Ju Jitsu”, “Muay Thai” e “Boxe”, che a occhio e croce devono parecchio alla Globalizzazione…

    3) notevole la vocina che canta “Bombe a mano” sul suo sito:http://bsu-cultura.blogspot.com/2010/11/intervista-mario-puccioni-istruttore-di.html

    P.S. Vedo che mi sono sbagliato, quello che si sente è Radio Bandiera Nera di Casa Pound, quindi probabilmente non vi capiterà la stessa canzoncina.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Infine, visto che di questi tempi si parla molto di Casa Pound, direi che Puccioni ne riassume diversi elementi.

    Che aiutano anche a capire l’autodefinizione di CP come “i fascisti del Terzo Millennio”.

    La scelta “mediterranea” e quindi la lontananza dai “neonazisti” e anche una certa indifferenza a questioni puramente razziali o all’immigrazione.

    Un certo anticristianesimo e “laicismo” che distingue nettamente da Forza Nuova o movimenti simili: non a caso, CP è “laica” su questioni come l’omosessualità, le usanze religiose, l’otto per mille, le scuole confessionali, le coppie di fatto e altri temi del genere.

    Un’ossesione con il “fisico”, lo “stile” e la ginnastica, nel solco mussoliniano, e un’estetica molto “Italia anni Trenta”, non “celticheggiante” o “neopagano”.

    Possono sembrare sottigliezze, ma non a caso hanno portato Casa Pound al primo posto in pochi anni, sbaragliando tutta la concorrenza.

    E significa che anche le critiche a Casa Pound sono spesso poco indovinate: CP è fascista, CP non è razzista e non è catto-fondamentalista.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Gli occhi sono azzurri, “ariani” ? Dentro sembra esserci una specie di garza … boh !”

    Casa Pound non ha il culto degli occhi azzurri, che sono più da Lombardo Sfigato che da Centurione Spartano 🙂

  17. Moi scrive:

    @ PINO

    Almeno “il suo ramo” il Puccioni lo conosce :

    ” 1) Pugilatus –> Boxe
    2) Pigmakìa –> Kickboxing
    3) Orthepale –> Wrestling
    4) Pale –> Brazilian Jiu Jitsu ”

    … da un altro suo post.

    • PinoMamet scrive:

      Peccato che anche queste siano balle.

      Queste belle distinzioni siano soprattutto invezioni moderne, finalizzate alla commercializzazione dei corsi (c’è sempre qualcuno che ci deve campare…)

      le fonti antiche sull’argomento
      (quando facevo l’università le avevo sottomano, ero fresco di studi “marziali”, e le ho consultate praticamente tutte; anzi, no, proprio tutte- compresi i papiri di Ossirinco; non ci vuole tanto tempo, del resto…)
      parlano di pugilato, lotta, e pancrazio, e stop.

      da qualche vaghissimo indizio testuale (in qualche caso funestato da una crux) appare che forse, come è prevedibile per un’estensione geografica e temporale così vasta, ci fosse qualche differenza nei “regolamenti” dei vari Giochi o delle varie località, e questo è tutto.

      La descrizione delle tecniche (anche nella stessa- scarsissima- letteratura tecnica rimasta) è scarno all’osso, o assente del tutto.

      Parecchi furboni che vantano di “ricostruire” ci marciano inventando ampiamente (e dimostrando peraltro, nella scelta dei nomi, di non saper neanche declinare il greco e il latino… voglio per carità sospendere il giudizio sull’accuratezza del loro metodo 😉 )

      tipo, Filostrato dice che i lottatori di pancrazio iniziano in piedi e finiscono a terra (sai la novità): ma bene, ecco create dal “ricostruttore” moderno due diversiiiiissime discipline, ognuna col suo bel corso a pagamento…
      Apollonio Rodio dice che Bebrico tira un calcio nella panza di un argonauta, benissimo, ecco creata la tecnica del “laktizein”
      (che poi verrà copiata da qualcher arte marziale orientale) e così via all’infinito…
      😉

      insomma, capisci a mme!

      • PinoMamet scrive:

        In compenso, avevo trovato uno studio davvero ben fatto sul pancrazio, se ti interessa, in rete, di uno studioso italiano.
        L’avevo salvato sul computer vecchio e non ricordo il nome dell’autore.

        Ma era interessante perché partendo da uno studio per una volta ben fatto dell’apparato iconografico (scultura, pittura vascolare, affresco ecc.) mostrava come le tecniche pugilistiche antiche fossero in parte diverse da quelle moderne perché basate su adattamenti dell’uso di scudo e lancia, o scudo e spada, tipici del combattimento oplitico.
        (NON significa, come dicono i semplificatori, che paravno con la sinistra e menavano con la destra, cosa infatti che non risulta per niente dalle fonti scritte).

        La cosa è logica per svariati motivi:
        -l’addestramento ginnico era parte soprattutto dell’efebia, cioè del “premilitare” dei Greci di età classica, e doveva servire a formare il cittadino-oplita (la cosa trrova riscontro, a volte per essere criticata come idea, nelle fonti scritte);
        -l’adattamento arma-mano nude, anzichè il contrario, è contro-intuitivamente comunissima in molte discipline di combattimento “viventi” (in India o nel Sud Est asiatico) sempre perchè sono pensate prima per la guerra che per la difesa personale;
        -il pugilato “moderno” nella sua forma più antica si basa sullo stesso principio, solo che l’arma di riferimento è stavolta la spada “del gentiluomo” (jab, montante ecc. sono tutte parole prese dal lessico schermistico).

        ciao!

      • PinoMamet scrive:

        Errata corrige: Amico, re dei bebrici.
        L’episodio è narrato anche da Teocrito (dei due, Apollonio pare il più appassionato di “sport da combattimento”…)

      • PinoMamet scrive:

        Il verbo greco è preso da Filostrato, la postura da una statuetta romana…
        e il concetto che “tirare un calcione nella panza o nelle palle fa molto male” mi sembra non abbisogni di tale ricerca!! 😉

      • Peucezio scrive:

        Pino, mi chiedo se non dipenda dal fatto che tutto ‘sto interesse per il combattimento personale, corpo a corpo e senza nessun tipo d’arma o di protezione è una cosa tipicamente contemporanea, perché fino a quando la gente faceva lavori di fatica, menava le mani senza tanti problemi, faceva le risse e, in tutta franchezza, malgrado si trattasse di gente che non aveva mai studiato mezza tecnica in vita sua, non vorrei mai prenderle da uno di loro!
        Gli antichi, come i moderni d’altronde, facevano la guerra e la guerra implica tecniche, tattiche. Allora la facevano i signori, perché il signore, il nobile poteva permettersi di pagare armi costose, buoni cavalli e a sua volta, disponendo di queste cose, poteva esercitare indisturbato l’egemonia sociale e continuare ad essere il signore. Gli altri menavano alla cieca, a mani nude, e se le davano di santa ragione. Oggi cresciamo tutti più o meno nella bambagia e quindi dobbiamo imparare la tecnica. E quei pochi che non crescono nella bambagia, non si pongono il problema di impararla. Infatti sarebbe interessante vedere cosa succede se uno espertissimo di arti marziali, con la cintura di tutti i colori che volete, incontra uno scaricatore di porto o un camionista.

      • PinoMamet scrive:

        Peucezio

        ti rispondo citando un episodio letto (come mio solito, scusa!) non ricordo dove:
        un tale inglese studiava kalirappayattu (arte marziale del Kerala) in India, era anche avanzatino, ma le prendeva sempre di santa ragione da un indiano (non ricordo il nome, qui per convenzione lo chiameremo Apu 😉 ) principiante.

        Chiede il perchè al maestro, e il maestro risponde:
        “Beh, ma è ovvio, tu lavori con la penna, Apu con il badile!”
        😉

  18. Moi scrive:

    *** Ma soprattutto NON è arruolabile dalla Nirenstein e dalla Fait : ***

    “L’esercito più codardo del mondo, quello che spara dai carriarmati anche sui bimbi nel seggiolone, l’armata dei vigliacchi è divenuta mito marziale contemporaneo !”

    Definizione Puccioniana del Krav Maga 😉

    —————————————

    http://en.wikipedia.org/wiki/Krav_Maga

  19. Moi scrive:

    @ PINO

    E del Calcio Fiorentino in Costume ? Che te ne risulta ? … Potrebbe avere un’ origine Etrusco-Romana di roba simil-gladiatoria a squadre ?! … Per darsele se le danno, preferibilmente in Piazza Santa Croce !

    • Moi scrive:

      @ PINO

      Ricordo anche una volta che un ragazzo spagnolo appassionato di corrida diede delle ipocrite a delle ragazze italiane animaliste … la controaccusa era che la “tauromaquia” gli Iberici la impararono dai Romani, cioè da “noi”, come Gioco Circense Gladiatorio .

      • PinoMamet scrive:

        è anche la giustificazione più stupida che abbia mai sentito!!
        🙂

      • Ritvan scrive:

        —–Ricordo anche una volta che un ragazzo spagnolo appassionato di corrida diede delle ipocrite a delle ragazze italiane animaliste … la controaccusa era che la “tauromaquia” gli Iberici la impararono dai Romani, cioè da “noi”, come Gioco Circense Gladiatorio . Moi—-
        —-è anche la giustificazione più stupida che abbia mai sentito!!:-) Pino Mamet—

        Sarà anche stupida, non dico di no, però da esperienza personale so che imbastire un dialogo sensato con certi animalisti talebani (specie di sesso femminile) è impresa ardua. Al posto del giovane iberico avrei semplicemente raccontato alle pulzelle italiche questa barzelletta che gira in rete:
        “Un turista va a mangiare in una trattoria di Barcellona. Mentre sta mangiando sente un profumo appetitoso provenire dal tavolo vicino, per cui chiama il cameriere: “Cos’è che sta mangiando quello qui accanto? Il profumo è stupendo!” Il cameriere risponde: “E’ una nostra specialità: testicoli di toro. Il segreto è averli freschissimi, ma qui siamo vicini all’arena e quando c’è la corrida dopo ce li facciamo dare.” L’uomo rimane un po’ perplesso, ma poi si decide e li chiede anche lui. Il cameriere risponde “Mi dispiace, era l’ultima porzione, ma anche domani ci sarà la corrida, per cui può tornare.” Il giorno dopo il turista torna in quella trattoria e ordina la pietanza. Dopo un po’ il cameriere gli porta il piatto e lui dice:”Senta, quelli di ieri mi sembravano molto più grandi!”. E il cameriere:”Beh, sa, qualche volta vince il toro…”:-):-)

    • PinoMamet scrive:

      Per il “calcio fiorentino” dovresti sentire i fiorentini!

      so che è ricominciato nel secolo XX, quindi da un certo punto di vista è tradizionale… come Sanremo;
      però non so se credere a Wikipedia che dice che comunque anche prima i fiorentini lo praticavano nei loro rioni;
      vallo a sapere, come giocavano a palla i fiorentini!

      Comunque penso che, accettandolo come “storico”, sia comunque un derivato (come i vari “giochi del ponte” o le compagnia più o meno tradizionali o autentiche di balestrieri e così via… ) dell’addestramento delle milizie popolari nei Comuni medievali;
      e anche del gioco del pallone 😉

  20. Moi scrive:

    Sullla “scientificità” di certe trasmissioni statunitensi :

    http://www.youtube.com/watch?v=SO2ztyx8qDo

  21. jam scrive:

    x Mirkhond
    Sufismo o tasawwuf é l’avversione totale per quel “tutto ed il contrario di tutto”, essendo piuttosto il filo, la linea intermedia tra al-haqiqah-verità e cio’che la ostacola. Tutto ed il contrario di tutto é la definizione dell’esistenza umana, ma non del tasawwuf, tutto e il contrario di tutto é cio’ che l’uomo puo’ essere se si allontana dalla sua origine e dall’insegnamento del Polo e dei Maestri. Rumi ci dice che chi viaggia senza guida, impiegherà 200 anni per un viaggio di 2 giorni. Certo che, essendo l’uomo nel suo cammino per diventare Uomo Universale, il punto centrale del sufismo, é inevitabile che questa dimensione si trovi confrontata a tutte le manifestazioni dell’agire umano, ma dando appunto la preminenza a quell’antropologia mistica dove il tasawwuf é l’ esigenza di una storia che non tralascia la storialità, di una storicità che non puo’ essere storia senza la storialità, e di un’ umanità che non puo’ essere umanità senza il giusto agire. Il giusto agire non é identificabile con “tutto ed il contrario di tutto”.
    Se i fakiri o i dervisci o i qalandar esistevano anche prima di Rumi, é con Maulana Rumi che i dervisci roteanti sono diventati roteanti ed il sâma ha acquisito qualcosa di più.
    E’ con Rumi che la confraternita si é strutturata. Non si puo’ sottovalutare la baraqat dello Sheikh!
    Quindi l’illusionista del racconto non poteva essere un derviscio roteante, cosi’ come storicamente li intendiamo, appartenti cioé alla confraternita di Mavlana Rumi. Comunque questo fakiro del racconto anche se non é riuscito a volare ha aperto la strada a quelli che poi hanno volato. Le sconfitte e le ossa rotte sono anche delle vittorie perché esprimono la continua sfida dell’uomo per avanzare e non rimanere frustrato entro limiti che non gli appartengono. Poi se pensi all’ubiquità, cioé ai grandi Santi sufi che erano visti contemporaneamente in due luoghi diversi, potrai chiederti anche come hanno volato. Con un corpo fisico, un corpo celeste, un corpo fisico-celeste? Niceta Coniata al soldo di Bisanzio si é scordato di dire, che mentre l’ illusionista si fracassava al suolo, mentre molte persone lo vedevano attirato dalla forza di gravità, altre lo vedevano volteggiare come nei racconti di mille e una notte o in quelli di Attar. Mentre alcuni lo schernivano, altri lo rispettavano in un segreto reticente che non doveveva essere rivelato: l’illusionista ha volato…non si cercherebbe di volare se non si stesse già volando… e che gli altri ridano pure.
    namaste

  22. mirkhond scrive:

    “Quindi l’illusionista del racconto non poteva essere un derviscio roteante, cosi’ come storicamente li intendiamo, appartenti cioé alla confraternita di Mavlana Rumi.”

    Non mi sembra di averlo affermato, visto che l’episodio citato risale alla primavera-estate del 1162, e Rumi non era ancora nato…..

    La cosa che mi sorprende piacevolmente di te e come tu riesca a vedere ciò che gli altri non vedono….
    ciao

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  26. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Non vedo una ragione valida per cui i Sufi debbano aver subito una influenza proprio da un icona greca”

    Esiste una variegatissima cultura che possiamo dire che include la New Age, la teosofia, correnti junghiane, massoni, guenoniani…

    Metterli tutti insieme, così superficialmente, offenderà tutti i diretti interessati; ma lo faccio per sottolineare che questo complesso sottolinea sempre come gruppi distinti, nel tempo e nello spazio, facciano cose simili e abbiano simboli simili.

    La spiegazione che loro danno oscilla sempre tra due poli:

    1) Esistono “archetipi” o forze che fanno sì che gli esseri umani ripetano ovunque gesti analoghi

    2) Esiste un’organizzazione segreta che si tramanda, di maestro in discepolo, di cultura in cultura, gli stessi gesti.

    In mezzo ci sono un sacco di sfumature, ma è significativo il polo verso cui ciascuno tende.

    La prevalenza di questa seconda tendenza nel pensiero dei teosofi è probabilmente ciò che mi ha più allontanato dalla teosofia.

    • Tortuga scrive:

      Qui c’è un marpione simpatico che a fin di discorso introduce l’argomento della “trasmissione segreta di maestro in discepolo”
      http://www.youtube.com/watch?v=1KHmLZCBG_g

      Ovviamente introdurre l’argomento della trasmissione segreta fa scivolare qualunque affermazione nell’ambito dell’inverificabile e quindi di ciò che non può più essere messo in discussione: diventa così il terreno dell’autoreferenzialità, da un lato, e dall’altro il segreto da ricercare e conquistare diventa una potente calamita per la mente umana.

      Allo stesso tempo l’argomento della trasmissione segreta crea un margine molto per manipolare le cose.

      Sto cercando di capire, e non so se mai troverò riferimenti sufficienti per farmi un’idea, come ci sia finita nell’islam la pratica di circumbdeambulare un edificio (nella fattispecie la ka’ba), pratica che finora riscontro solo in alcuni rituali indiani filtrati poi anche nel buddhismo (circumdeambulazione dell’area sacrificale o di un edificio, in particolare degli stupa dei maestri), mentre nell’ebraismo è presente solo come gesto rituale di guerra con significato di conquista (in relazione al crollo delle mura di gerico) e in nessun’altro modo.

      Ricorrendo ad una spiegazione di stampo occultistico potrei stabilire un contatto diretto fra islam e religoni indiane 😀 molto d’effetto, ma ahimé, affatto sufficiente.

      Insomma la trasmissione segreta è un bel dispositivo per ricostruire in modo diverso trasformandole quelle parti di storia che sono meno oggettive e verificabili.

      Invece non riuscirò mai a ricostruire come il mio mouse, evidentemente impazzito, mi abbia messo sotto il naso un post così vecchio. Credevo di star consultando i commenti dell’ultimo post!

      • PinoMamet scrive:

        Te l’ha messo sotto il naso perchè il commentatore Antonio Aiello, forse ricercando su google i Sufi o Dioniso, si è imbattuto in un post vecchio di questo blog e lo ha commentato, tu hai visto il suo commento e hai risposto…

        nessun mistero 🙂 , a meno che ogni cosa, in effetti, sia mistero 🙂
        (perché no, dopotutto 😀 )

        • Tortuga scrive:

          Pensa Pino, che, non essendomi accorta che era un post vecchio, ero lì che dicevo fra me e me “ammazzaò quanto hanno scritto questi su sto post nuovo” e mentre scorro vedo un intervento di Ritvan e stavo per gridare al ritorno di Ritvan, e mi sono detta “ma che strano che lo festeggino così poco e che faccia un intervento quatto quatto come se nient’anfusse” … allora guardo a che ora aveva scritto e così mi sono accorta che ero finita da qualche strana altra parte nel blog! 😀

      • Aleksis scrive:

        @ Tortuga e @Pino
        può darsi che non c’entri proprio nulla, ma nei riti di fondazione etruschi e romani si gira (con l’aratro) attorno a un luogo in precedenza individuato come sacro: per esempio il Palatino viene inaugurato da Romolo dopo che gli dei gli hanno indicato il colle prescelto tramite gli uccelli che vede, in concorrenza con Remo.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Ma come ci sono finita io su un post del 2012?!! Booohhhhh!”

    Mi sono posto anch’io la stessa domanda.

    Credo che sia andata così: che ho fatto un post in cui ho fatto un link a questo post; il link diventa un commento a questo post; ho approvato il link; e quindi a quel punto, e per i prossimi 14 giorni, questo post resta aperto.

    Ma non sono sicuro.

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