Elogio di Terry De Nicolò, filosofa del terzo millennio

Non ho seguito per nulla l’ultima vicenda che coinvolge il nostro presidente del Consiglio, il suo lenone e ricattatore di fiducia il signor Tarantini e un numero sproporzionato di Jeune-Fille di ogni età e dimensione.

Mi hanno però segnalato un video davvero notevole.

E’ un’intervista con una certa Terry De Nicolò, coinvolta non saprei, e non mi interessa, a quale titolo nella vicenda. Nell’intervista, vediamo una signora piuttosto dignitosa, per nulla appariscente, che si esprime in un ottimo italiano. Anche le parolacce che usa, ci stanno, nel contesto del discorso.

Dice la De Nicolò:

“poi se tu sei una bella donna e ti vuoi vendere, tu lo devi poter fare, perché anche la bellezza, anzi sopratutto la bellezza, come dice Sgarbi, ha un valore. Se tu sei racchia e fai schifo, te ne devi stare a casa, perché la bellezza è un valore che non tutti hanno, e viene pagato, come la bravura di un medico. E’ così, è così. Chi questo non lo capisce, “ah, il ruolo della donna viene minimizzato!”, allora stai a casa, non mi rompere i coglioni.”

L’intervistatore dice che secondo la procura, queste feste con queste donne servivano a convincere Berlusconi a fare entrare certi imprenditori nei grandi appalti, “la donna era vista un po’ come una tangente“. Un danno quindi, per l’imprenditore che non usa la donna tangente…

Risponde la De Nicolò,

“Beh, scusami, non usa la donna tangente? Userà le mazzette! Ma che vuol dire?”

“Secondo te non esistono imprenditori onesti?“, incalza l’intervistatore.

“Ma quando sei onesto, non fai il grande business, rimani un piccolo, secondo me, no? Se vuoi aumentare i numeri, devi rischiare, devi rischiare il tuo culo. E’ così, è la legge di mercato. Più in alto vuoi andare, e più devi passare sopra i cadaveri. E’ così, ed è giusto che sia così. Però qui non viene capito, perché c’è un’idea cattolica, c’è un’idea morale, quello che mi fa incazzare, l’idea moralista della sinistra, che tutti devono guadagnare duemila euro al mese, che tutti devono avere diritto, no, no! Qui è la legge di chi è più forte, di chi è più leone. Se tu sei pecora, rimani a casa con duemila euro al mese. Se tu invece vuoi ventimila euro al mese, ti devi mettere sul campo, ti devi vendere anche tua madre, mi dispiace ma è così.”

Questo discorso può essere letto in due maniere totalmente diverse.

Per chi non sa vedere oltre i confini della propria squadra calcistico-politica, sarebbe una sorta di pistola fumante, che dimostrerebbe che Silvio Berlusconi avrebbe commesso questo o quel reato.

Per chi invece usa il cervello, si tratta del più chiaro riassunto del pensiero occidentale contemporaneo che mi sia capitato di incontrare.

A differenza della signora, che sa farsi capire da chiunque voglia capire (cioè da pochi), io uso parole complicate.

Il primo concetto che lei esprime, è infatti, la metafisica del denaro.

Il denaro è l’unico ente trascendente, perché riduce ogni cosa a funzione di se stesso: io posso mettere in affitto sedie a sdraio, indifferentemente sulle spiagge pugliesi o su quelle delle Maldive, e con il guadagno posso comprarmi, indifferentemente, una villa in Tailandia o un tot di bellezza in Italia.

Questa riduzione di ogni realtà esistente a un unico metro intercambiabile, la dequalificazione del mondo, si ottiene rompendo il guscio chiuso in cui vive l’umanità. I “duemila euro al mese” sono una metafora geniale per tutti i sistemi basati sull‘autolimitazione, sulla consapevolezza della propria mortalità, che si tratti del villaggio africano o della città socialista.

Questo guscio si rompe con la volontà di vivere da leoni: l‘Ulisse di Dante, il Faust di Goethe, l’uomo che per primo commercializzò gli aspirapolveri e tutti coloro che non accettano i limiti alla propria espansione imposti da “cattolici e moralisti”.

L’espansione, ciò che i greci chiamavano hybris, è possibile solo attraverso il rischio, il gioco d’azzardo, che permette di accumulare i grandi capitali. Persone che sanno dire, i limiti esistono solo dentro le nostre teste, che si tratti della misura greca, del dharma induista, del Dio cristiano o della solidarietà socialista.

E’ possibile uscire dal mondo arcaico, dai “duemila euro al mese”, senza usare violenza? No. La violenza, il passare trionfalmente sui cadaveri di amici e di parenti, il vendere la propria  madre, lo sconvolgere il mondo, non è un incidente di percorso: è l’essenza stessa del capitalismo.

La De Nicolò probabilmente non ha studiato in maniera approfondita la storia; eppure ha colto il motore degli ultimi cinque secoli di storia.

Certo, cose del genere sono già state dette, in maniera diversa, da persone dalle idee molto diverse. Chi è intelligente, insomma, ci arriva. Ma sfido i lettori a trovare in tutte le opere di Marx, Latouche, Preve, Guénon o Muhammad Baqir al-Sadr, un’espressione così semplice e chiara delle vere questioni dei nostri tempi.

Ora, quando qualcuno ha il coraggio di dire la verità, viene messo in croce. Un commento a caso al discorso di Terry De Nicolò:

“Zoccola miserabile. Non trovo aggettivi sufficienti per definire questa bestia. Vado a vomitare.”

Invece di vomitare, il cretino poteva mettersi a pensare.  Finalmente.

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105 risposte a Elogio di Terry De Nicolò, filosofa del terzo millennio

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  2. Moi scrive:

    Chi “vomita per le zoccole miserabili” non è propriamente “un cretino”, è un’ idealista, che considera la politica con una sacralità laica (ossimoro solo apparente) che prevede(rebbe) una (presunta) santità senza che vi sia alcun Dio, da ritenersi, “l’amico immaginario dei bamba”, (per usare una raro caso d’ espressione milanese che trovo simpatica).

    Quando a non vivere in maniera “santamente laica” sono quelli dell’ altra squadra si chiama “corruzione dell’ ipocrisia borghese” … quando sono quelli della propria squadra si chiama “contraddizoni del sistema, che si combatte dal didentro”.

    … Semplice, no ? 🙂 😉

  3. Moi scrive:

    “contraddizioni” ….

  4. Claudio Martini scrive:

    La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una società nuova. È essa stessa una potenza economica.

  5. ““Zoccola miserabile. Non trovo aggettivi sufficienti per definire questa bestia. Vado a vomitare.”

    Invece di vomitare, il cretino poteva mettersi a pensare. Finalmente.”

    Io credo che il rigettante, invece, sia tutto fuorché cretino, perché ha compreso la legge di Hume: non confondere le proposizioni descrittive con quelle prescrittive, cioè non confondere il piano dell’essere con quello del dover essere.
    Altrimenti la morale muore sotto i colpi del “tutti colpevoli, tutti assolti”, ma così sappiamo bene che non è: le nostre idee morali sopravvivono a qualsiasi sfida del piano dell’essere.

  6. Buleghin il vecio scrive:

    Anca i antichi romani che la xera zente seria, non i caciaron de adeso che disen otto “aoh” ogni tre parole che il pronuncia in maniera sghangerata, ghavevano un “Dio del limite” che me pare una roba anca solo de buon senso ostaria!

    La tosa De Nicolò la deve eser contemporaneamente intelizente e gnorante, intelizente parché l’ha colto in manera sintetica la logica fole del mondo dove vive e gnorante perché non capise che far la putana da soldi (poareta) non porta sicuramente ne armonia ne felicità ma solo estraniasion e pena, poareta!

    Altra storia del vecio porcon prezidente del consiglio! Ben che Buleghin non aprovi i suoi comportamenti anca per un po de invidia devo dir…perché il Buleghin non xè mai riusito ad andar oltre la quarta mentre il vecio sporcacion ne rivendica oto in una sola note! Xè un campion!

    Ma la cosa più interesante del vecio porcon prezidente del consiglio a parer del gnorante Buleghin la xè un’altra, e saria non quelo che il fà ma l’ategiamento con cui fa la sue robe.

    Il vecio porcon prezidente del consiglio non fà le robe con protervia ed aroganza ma come un toso che ghà scoperto la caverna dei giocatoli de Ali Babà e se diverte a fare robe per godere ma anca per scherso!

    – Trombar nel leto dove ghà dormito Vladimir Vladimorovich Putin con i rusi che se sbelica de risate e se diverte e la scrive sui suoi giornai rusi ” Da da! Presidente italiano muolto ama fica da! Non come coleghi di inghiltera chi ama solo parte posteriore amici uuomini da! Ah! Ah!”

    – Dare de “culone inchiavabile” a la cruca Merkel che ogetivamente la xè ciospa con disastro diplomatico

    – Rivendicar per l’autorità alimentare a Parma “il sacrificio” d’aver dovuto trombar la simpaticisima ciospa finlandese Haaolonen con meso disastro diplomatico.

    – Fa le corna ai altri capi di stato con solazo e stupor de la stampa internasional

    – Va a le noze islamiche de una parente de Erdogan e tira a basar la sposa con scandal dei otomani puritani.

    Insoma il vecio presidente porcon xè la FEDELE RAPRESENTASION del famoso PIERINO NASIONAL! La ghè xè tuta una filmografia in merito e migliaia de scenete (i culatoni anglosasoni le ciama “gags” me pare).
    -Guardar le mutande a la sora maestra soto la catedra
    -Tirarsi seghe in compania come fà anca vedere il grande Fellini
    -Fare scersi feroci a tuti

    Insoma io non vedo un Bersani o un Casini o Vendola o Veltroni o un de quei ladri de confindustria a l’altesa de rapresentar la Taglia ad un livelo alto e onirico come il vecio porcon prezidene del consiglio e xè per questo che lo voteran de nuovo!

    Poi vantaria stender velo pietoso sul la “stampa” libera…comprar “La stampa” o “Republica” o “Chi” ormai la xè la stesa roba che gli inserti culturai sembrano fuori posto in giornaleti scandalistici ostaria! Come puole un Ezio Mauro considerarsi zornalista mentre fà il guardon? O anca un Mario Calabresi (pasi per le bugie su le automobili e la Juve che xè i paron) scriver le cronache che sembran in direta da un Casin?!

    E poi i mazistrati ah ah ah ah banda de mona! 100.000 registrasion telefoniche per ciapar il vecio porcon mentre ‘ndrangheta, camora e mafia fa i suoi afari! Il saria da rinchiuderli, i mazistrati, alo zoo per portaci i putei la domenica a darci le nocioline!

    Ma sarà miga che ce l’ano con il vecio porcon parché ENI ghà firma con GAZPROM il contrato per SOUTHSTREAM e ghà manda in mona NABUCCO o parchè FINMECCANICA ghà firmà contrati con chi non doveva?! Mah…….

    Certo che un casin del zenere xè veramente storico ostaria! Ce rapinan ma almen ce divertiam un pocheto!

    • Cattivissima scrive:

      Che dire? Esilarante……… mi hai fatto venire le lacrime agli occhi dal ridere…

      • Buleghin il vecio scrive:

        Grasie cativisima!

        Ma il vecio Buleghin non il voleva eser silarante ma serisimo sociologo dei fenomeni de masa ciò!

        Ghò dato una ociata al tuo blog che xè divertente e vedo de poder frequentarlo se lo mi permeti.

        Martinez xè bravo brilante intelizente ghà senzo del lo umor ma ghà un difeto che non puole coreger poareto, xè un toso e al vecio Buleghin ghé piasen le tose!

    • 100 000 registrazioni per capire come e perché vengono spesi i soldi che i contribuenti onesti pagano con le tasse. Gli unici a cui questo non interessa sono i fessi e coloro che le tasse non le pagano…
      Un po’ come dire “tutta questa polizia impegnata a prendere i ladri se ci sono gli assassini”, poi “tutta questa polizia dietro gli assassini se ci sono i mafiosi” e alla fine “tutta questa polizia dietro i mafiosi se ci sono le scie chimiche”. Chi infrange la legge è NORMALE che venga indagato, se si scopre.

      • Francesco scrive:

        certo, e per marcare Gattuso metto tre uomini, mentre Kakà mi tocca lasciarlo libero …

        non è che tutti i non allineati hanno fette di Jamon Serrano sugli occhi, mio caro

        anche perchè basta averci RAI3 e “si scopre” quanto è ampio il raggio d’azione delle mafie, giusto?

        • Allora devo spiegare come funzionano le intercettazioni, perché mi pare che non hanno le idee ben chiare.
          Io metto sotto controllo Francesco, perché sospetto che commetta reati. Mettiamo che lo intercetti per un anno e, ovviamente, trascrivo tutto ciò che dice con i suoi interlocutori, mettiamo per 1 milione di telefonate che fa.
          Ovviamente al processo porterò solo le telefonate rilevanti: 1 se una sola era rilevante, 100 000 se tutte queste erano rilevanti. Ma, sia che ne porti una sia che ne porti cento mila, il mio impegno per intercettarlo è ESATTAMENTE IDENTICO. Se sono tante le trascrizioni portate, significa solo che il bersaglio ha parlato molto di reati al telefono, non altro.
          Ma forse ai Non Allineati questo non lo hanno ancora spiegato.

        • Francesco scrive:

          1) Io metto sotto controllo Francesco, perché sospetto che commetta reati.

          e se scopro che parla con un parlamentare, devo chiedere il permesso alle Camere per proseguire le intercettazionim giusto?

          2) trascrivo tutto ciò che dice con i suoi interlocutori,

          e quello che non c’entra con l’indagine, perchè dovrei trascriverlo?

          3) Se sono tante le trascrizioni portate, significa solo che il bersaglio ha parlato molto di reati al telefono, non altro.

          strano, da quello che leggo sui giornali pare che moltissime trascrizioni servano solo a sputtanare gli intercettati, senza che ci sai traccia di reato. o forse esiste una interpretazione estensiva di “rilevante” quando si tratta di SB?

          una domanda: le leggi sulla riservatezza delle intercettazioni valgono solo per Fassino o in questo paese succede effettticamente qualcosa di strano da vari anni?

          saluti

        • 1) L’autorizzazione serve per essere autorizzati ad utilizzare il materiale, non per intercettare.

          2) Prima si trascrive, poi si legge e infine si cestina quello che non c’entra. Ma devi trascrivere per leggere e scegliere, se no come fai?

          3) Ritieni che siano stati commessi illeciti? Presentati alla Procura di Roma (competente su quella di Napoli) e denunciali. Ah, giusto, tutti i giudici sono komunisti e quindi non ti ascolteranno…
          Comunque no, tutto l’irrilevante su Silvio è stato eliminato. Solo che le intercettazioni in cui Silvio, Paladino della Cristianità, dimostrava di avere in casa un gran via vai di puttane mandate da Tarantini, quelle erano il corpo del reato.

          3bis) L’intercettazione di Fassino era irrilevante e ne era stata ordinata la distruzione. La famiglia Berlusconi, invece, la ottenne illegalmente e la pubblicò.
          Le intercettazioni di Silvio, quello strano Paladino della Cristianità con crocifisso-dildo al seguito, erano invece tutte nel faldone dell’inchiesta. Questa è la differenza che i Diversamente Allineati non comprendono.

        • Franccesco scrive:

          diciamo che mi pare una differenza di lana caprina e che sia la diffusione a mezzo stampa delle intercettazioni (ben prima che siano depositate e quindi pubbliche) sia la rilevanza giuridica delle stesse mi paiono quanto meno dubbie

          e come insegnano gli Allineati e Coperti, il dubbio è l’anticamera della verità, giusto?

          PS i magistrati possonofar intercettare, registrare, trascrivere quello che vogliono, senza chiedere il permesso al Parlamento, da quello che scrivi. Se poi c’è una fuga di notizie, mica è dimostrato che è colpa loro, quando avranno tempo saranno loro stessi a indagare …
          forse questo spiega perchè Silvio continua a prendere voti da 20 anni.

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Francesco

          ”senza chiedere il permesso al Parlamento, ”

          Ecco, appunto. Mettiamo il Parlamento a controllare i Magistrati. Cioè il potere politico a controllare quello giudiziario. Così ritorniamo dritti dritti a craxi pre-Hammamet, da craxi all’andreotti salvato ventisei volte dalla giunta per autorizzazioni a procedere, e di lì ancora indietro, ai tribunali speciali nominati dal governo, al linciaggio e al reality Barabba-Gesù. Proprio non va giù l’idea che vanno separati i poteri di chi fa le leggi e di chi le applica. Ce lo vediamo un cuffaro che fa le pulci a un Falcone?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Mauricius Tarvisii

          ”crocifisso-dildo”

          🙂 🙂 🙂 🙂

          Potrebbe essere uno splendido simbolo elettorale.

          Lo slogan in questo caso potrebbe essere, che so: ‘MENO MALE CHE CRISTO C’E’!’

          (o forse ai preti e a quelli che ci credono darebbe fastidio più del bunga-bunga?)

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Peucezio scrive:

      “Ma sarà miga che ce l’ano con il vecio porcon parché ENI ghà firma con GAZPROM il contrato per SOUTHSTREAM e ghà manda in mona NABUCCO o parchè FINMECCANICA ghà firmà contrati con chi non doveva?! Mah……”

      Hai colto il punto fondamentale, credo.
      Bello anche il resto comunque.

      • Val scrive:

        Uhm… Dunque, i giudici comunisti sono al soldo dell’ipercapitalismo atlantico (quello che ci ha salvato dal fascismo nel ’43 e dal comunismo nel ’45) e lo perseguitano perché il campione dell’anticomunismo ha firmato un contratto con il campione degli ex-comunisti.

        Diciamo pure che ci sta, tutto può essere, e la questione energetica val bene una campagna di diffamazione. Però, a parte il fatto che perseverare è diabolicum e che il vecchietto ci mette del suo per farsi sputtanare (mai espressione fu più opportuna), due piccoli dubbi mi restano. Primo, mi pare che il poverino sia stato perseguitato da sempre, cioè da ben prima dell’arrivo di Putin sulla scena e dei contratti con Gazprom, quindi qualcosa non torna. Secondo, ben più importante: mi è sfuggito qualcosa o in questi anni non c’è stata nemmeno l’ombra di un dibattito pubblico sulle politiche energetiche? Ammesso e non concesso che il nano venga colpito per le sue scelte sul gas russo, sulla base di cosa posso giudicare se quelle scelte sono anche le mie? Sulla base di cosa, in questa totale mancanza di trasparenza, posso giudicare se certe strategie sono espressione di un ipotetico interesse nazionale? Sono così fuori strada se ho la netta sensazione che si tratti, sempre e comunque, di grandi affari privati giocati sopra la mia testa?

        Siccome siamo pur sempre una democrazia, l’idea di affidarmi in toto alla logica degli arcana imperii non la digerisco facilmente. Se il nano ha una grande visione del futuro dell’Italia, perché non la condivide con gli italiani? Il suo alter ego caraibico, il buon Chavez, almeno ha il coraggio di dirlo apertamente che gli americani sono brutti e cattivi e che lo vogliono morto. Da quali peggiori ed apocalittici mali sta preservando il Paese l’eroico nanetto, evitando di dire in pubblico il vero perché di tanto fango su di lui?

    • Francesco scrive:

      >> 100.000 registrasion telefoniche per ciapar il vecio porcon mentre ‘ndrangheta, camora e mafia fa i suoi afari!

      è proprio vero che dai vecc c’è solo da imparare! una sintesi fulminante degna della Terry

      PS non è che la tesi della Terry è SOLO l’ETERNA scusa dei ladri e delle puttane? che vogliono i 20.000 euro ma non ci arrivano se non prendendo qualche scorciatoia? altro che analisi della realtà, mi puzza di scusa!

  7. Rock & Troll scrive:

    1. Mi pare che il socialismo solidale fosse tutt’altro che propenso all’autolimitazione. Com’era quel discorso di “sviluppare al massimo grado le forze produttive”?
    2. Se davvero la massima espressione del kapitalismo occidentale fosse la riduzione di tutto a compravendita e denaro, bisogna spiegare perché la repressione più severa proprio della prostituzione sia quella partorita dalle società occidentali dell’ultimo secolo o giù di lì, Stati Uniti (!!!) in testa.

    • Moi scrive:

      @Rock’N’Troll

      Azzardo un ‘ ipotesi … il Feminismo Tottalitario ?

      Quello che una puttana è una “Sorella Plagiata dalla Maschia Borghesia” ? 😉

    • Claudio Martini scrive:

      “1. Mi pare che il socialismo solidale fosse tutt’altro che propenso all’autolimitazione. Com’era quel discorso di “sviluppare al massimo grado le forze produttive”?”

      Il socialismo scientifico, da Lenin a Stalin a Deng Xiao Ping, si propone di sradicare la miseria favorendo lo sviluppo delle forze produttive al massimo delle loro potenzialità.

      Il socialismo dei disgraziati, da Goodwin Barnby fino alle Guardie Rosse o a Don Gallo, si propone di eliminare le disuguaglianze… Imponendo a tutti la medesima povertà.

      Però questi” sistemi”, pur nei loro limiti, tendono a un qualche fine. Il Capitalismo no. Il capitalismo e pura e cieca accumulazione. E l’unico rapporto sociale integralmente caratterizzato dalla smisuratezza (esiste questo vocabolo?). In questo senso credo che il Martinez non abbia torto. Forse.

      • Francesco scrive:

        il capitalismo non nasce come sistema

        il capitalismo non ha un fine estrinseco perchè si vive come realizzazione della libertà, quindi NON ha una scadenza, un limite, un abbastanza: ogni nuovo uomo vuole essere libero e perpetua il sistema

        sono i singoli capitalisti che amerebbero trovarlo, il limite, per godere dei passati successi e stare tranquilli (in questo Berlusconi è paradigmatico)

      • “Il socialismo scientifico, da Lenin a Stalin a Deng Xiao Ping, si propone di sradicare la miseria favorendo lo sviluppo delle forze produttive al massimo delle loro potenzialità. ”
        Che significa spremendo i lavoratori fino al midollo per farli produrre al massimo?

        • Francesco scrive:

          esatto
          e informandoli che resteranno affamati lo stesso per motivi oggettivi … senza neppure la speranza di una Grande Rivoluzione Proletaria che li liberi

          🙁

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Mauricius Tarvisi e Francesco

          ”massimo”

          Meglio Cuba o Haiti?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          piccola obiezione: Cuba è rappresentativa degli stati comunisti esistenti ed esistiti (e infatti puoi metterci qualsiasi stato comunista senza cambiare nulla), Haiti NON è rappresentativa nè degli stati capitalisti avanzati nè dei normali stati del Terzo Mondo (e infatti puoi metterci chi vuoi al suo posto e la domanda si risponde da sola)

          Saluti

          PS e il potere giudiziario chi lo controlla? o pensi che Borrelli sia in grado di verificare da sè il proprio operato?
          vuoi evitare che Cuffaro controlli Falcone? benissimo, carica elettiva per entrambi! così il popolo (unico che non possiamo mettere in discussione) controllerà entrambi

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Francesco

          Haiti è rappresentativo delTerzo Mondo capitalista. E’ significativo che i più grandi paesi del Terzo Mondo che si sono davvero avviati sulla via del ‘più cibo per tutti’ (Cina, Inda, Brasile) NON hanno seguito le ricette del FMI e hanno strutture almeno in parte socialisteggianti.
          (Ovviamente nessuno dei tre patisce un embargo pluridecennale come Cuba). Il bello del Socialismo è che lo sconfiggi da una parte e rispunta dall’altra.

          I giudici eletti, così come tutti quelli sottoposti al poteer politico, portano dritti dritti al linciaggio. Guai a confondere giustizia e opinione pubblica. Volete Barabba o Gesù?

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          >> almeno in parte socialisteggianti

          chi si accontenta gode, eh?

          questi tre sono socialisti quanto gli USA e meno del Canada o della Germania, mio caro

          e infatti crescono

          saluti

  8. giovanni scrive:

    “Se tu sei pecora, rimani a casa con duemila euro al mese”
    dov’è che si firma per fare la pecora così ben pagata?

  9. paniscus scrive:

    Ma buttiamola pure sul brutale e sul pecoreccio andante: secondo voi, in prevalenza maschi, commentatori di questo blog, ‘sta donna può davvero permettersi di pontificare sul valore imprenditoriale della bellezza, che “è giusto che sia pagata”, e che è roba per poche elette, per cui “se sei racchia stai a casa”?

    Voglio dire, come si concilia la sua teorizzazione dell’eccellenza delle caratteristiche vincenti, come se fossero una dote rarissima da pagare a peso d’oro… con il fatto evidente di essere una donna normalissima, di sicuro non brutta ma normalissima, e nemmeno tanto giovane?

    In Italia, di donne sui 35 o 40 anni, dall’aspetto fisico confrontabile al suo, ce ne sono a milioni, in qualsiasi ufficio postale, in qualsiasi fila di casse del supermercato, in qualsiasi collegio dei docenti scolastico, o in qualsiasi crocchio di mamme fuori dell’asilo. E ripeto, non dico che siano brutte, dico che sono assolutamente ordinarie, e sono la prima a mettermici anch’io, nella categoria, senza alcuna pretesa di eccellenza.

    Come si spiega questo eccezionale sfasamento di scala?
    Boh.

    Lisa

  10. mirkhond scrive:

    Penso che la signora in questione si creda una deità perchè ha trovato clienti e papponi che tale l’hanno considerata e la considerino…
    Condivido il fatto che sia di aspetto ordinario. Personalmente conosco donne, ritenute non belle, secondo i canoni di un certo immaginario massmediatico, ma che, scoprendo parte della loro bellezza, sanno farti sognare molto più della signora in questione, per la quale non pagherei un euro…
    Ma, naturalmente e fortunatamente, i gusti sono soggettivi…

  11. la timida scrive:

    La signora non è filosofa, né consapevolmente né inconsapevolmente. E neppure casualmente, ha colto l’essenza di questo pensiero occidentale (in senso di anglo, perché i latini per fortuna son diversi). Semplicemente, tale filosofia ci è stata a tal punto inflitta, a tal punto inculcata, a tal punto semplificata in ogni messaggio, da quelli pubblicitari al cinema alle chiecchiere da bar, che CHIUNQUE è ormai in grado di esternarla in 4 parole.
    Abbiamo introiettato tutto ciò. E’ ormai parte di noi, almeno come società se non come singoli individui. “Le cose funzionano così”, e può confermartelo anche il salumaio. La cosa che dispiace è che non esista neppure più il tabu a dirlo, talmente è idea acquisita.

    • Francesco scrive:

      credo che questa posizione e quella opposta si affrontino, nei media, almeno dai tempi di Mr. Smith va a Washington

      il brutto è che alle Terry risponda un moralismo astratto e insulso, che alla fine è più simpatica la zoccola

      • M. scrive:

        Devo dire che a me non è così antipatica, la zoccola. Anzi, è una delle poche persone, tra quelle che hanno le sue idee, a dirle senza ipocrisia.

        Temo che questo non le gioverà alla carriera…

        Z.

  12. Cattivissima scrive:

    E invece no. Sono donna e rivendico il diritto di noi donne a studiare, a lavorare, ad andare all’università. A non dipendere da un uomo, solo perché ricco e potente. Rivendico il mio diritto alla libertà, anche di scegliere l’uomo da amare.

    Rivendico il mio diritto a dire che Berlusconi è un vecchio malato, e non lo toccherei neanche con una canna lunga 30 metri (altro che correre da lui, come dice questa indegna, vergognosa figlia dell’ideologia Fininvest).

    Il venditore di pentole brianzolo ha trovato la sua nicchia di ammiratrici, donne volgari, ignoranti, che ricoprono di Prada e Pomellato i loro corpi già in decomposizione, come i loro cervelli.

    Rivendico il diritto di dire NO. Noi non siamo questo, né lo saremo mai.

  13. Cattivissima scrive:

    @Buleghin: sei TROPPO divertente! Mentre ti leggevo, mi veniva in mente “Signori e signore” di Germi. Pensa che bel film avrebbe fatto su questa Italia qua.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per La Timida

    Una riflessione molto interessante la tua, grazie. Ci devo pensare…

  15. Miguel Martinez scrive:

    Per Cattivissima

    Premesso che ovviamente simpatizzo con te, fammi fare l’avvocato del diavolo, giusto per affinare meglio la questione.

    1) La De Nicolò non dice esattamente, “dovete prostituirvi anche voi”; dice, “non rompete a me, che lo faccio”.

    2) attenzione ai discorsi sull’indipendenza economica, che semplicemente non esiste. Io ovviamente non vado con Berlusconi :-), ma facendo il traduttore, non esiterei a tradurre dei prospetti per la Fininvest. E se mi pagassero bene, “ci andrei a piedi, di corsa”, per citare la nostra.

    Ma anche se non ci andassi, farei una traduzione per una ditta apparentemente innocua di penne a sfera, che però investe tutti i propri guadagni nella Fininvest…

    Insomma, possiamo per fortuna scegliere cosa fare con il nostro corpo, sul piano sessuale. Ma non possiamo scegliere di non prostituirci in qualche modo.

    A questo punto, direbbe la De Nicolò (non io), se sono pecora, mi prostituisco per duemila euro al mese; se sono leone, mi batto per prostituirmi da protagonista, a ventimila euro al mese.

    • Cattivissima scrive:

      Per sintetizzare, la De Nicolò dice: “Non mi rompete, perché è giusto e normale prostituirsi per potersi elevare economicamente e socialmente, (e se voi non lo fate è solo perché non potete) e potersi permettere Prada e Pomellato, l’unica cosa che conti ormai al giorno d’oggi”.

      Ecco, è questo che contesto. Se io non lo faccio, non è perché non posso, ma perché NON VOGLIO.

      Perché voglio la mia libertà, e me ne sbatto se non posso comprarmi la borsa di Louis Vuitton.

      E poi, guardandola bene, la De Nicolò non deve essere mai stata al top della professione, perciò, stia zitta.

    • Peucezio scrive:

      Pienamente d’accordo, Miguel.
      In un certo senso la maggior parte dei lavori sono una forma di prostituzione.
      E non vedo perché la prostituta, anche quella di strada, dovrebbe essere considerata tanto inferiore alla segretaria che crede di essere chissà chi perché fa un lavoro che non richiede nessuna vera capacità.
      Poi c’è una piccolissima percentuale di donne (come di uomini) che ha davvero incarichi di responsabilità, che fa lavori gratificanti.
      Ma per questi ultimi bisogna avere due doti che già sono minoritarie prese singolarmente: l’intelligenza da una parte e la determinazione, l’ambizione, la forza di carattere dall’altra. Io per esempio sono del tutto privo della seconda, per cui, almeno per ora, faccio un lavoro del cavolo. E come me la maggior parte delle persone. Però non disprezzo la donna che si serve della sua bellezza (e che almeno si diverte), come non disprezzo neanche la segretaria.
      E soprattutto resto convinto che le donne (come gli uomini) che valgono, che hanno le palle, alla fine si fanno strada (senza darla, s’intende), ma ovviamente con i fatti, non con lo spirito rivendicativo e con la lamentela. I deboli si lamentano, i forti agiscono. E poi ci sono quelli – come me e, credo, come Miguel, lui può confermare o smentire – a cui non frega niente di imporsi e si fanno i cavoli loro. E che però non si lamentano e non nutrono sentimenti di rivalsa verso questo o quello.

      • Val scrive:

        Peucezio, mi ritrovo abbastanza nella tua descrizione: mi piace credere di essere intelligente, suppongo di non avere troppa ambizione, sono certo di non possedere grande forza di carattere. Nemmeno io, di conseguenza, mi lamento né affronto la vita con spirito di risentimento.

        Non sono così certo, però, che, “alla fine”, gli uomini e le donne “che valgono” riescano a farsi strada: ho visto troppi esempi che negano questa teoria per crederla vera.

        Ma il punto è un altro: io non mi lamento e non mi considero superiore, nemmeno per un istante, alla escort che si vende; un conto però è vendersi, l’altro è vendere tua madre e rivendicarlo come l’unico modo (“è giusto che sia così”) di farsi strada. Poi: io non disprezzo nessuno, ma non voglio nemmeno essere disprezzato. Prima mi etichetti come pecora, poi pretendi pure simpatia? Ovviamente non è una questione personale, ma generale: se i rapporti di produzione continuano a dividere il mondo in dominanti e dominati, qui si aggiunge anche l’aspetto simbolico, i dominanti sono leoni, gli altri sono pecore, dove pecora è sinonomo di fallito. Non c’è nemmeno un’idea non dico di armonia sociale, ma nemmeno di società organica: qui è sancita, al netto della solita retorica sui vantaggi collettivi degli egoismi individuali, la perenne lotta di tutti contro tutti come cardine del sistema. Mi stupisce che proprio tu, che spesso (e con ragioni non disprezzabili) hai fatto l’elogio dell’immobilità sociale, non colga questo aspetto.

        Va bene che su questo blog siamo sempre tutti controcorrente e mai banali, ma certe prese di posizioni paradossali bisogna saperle poi argomentare. Cosa vogliamo dimostrare ricordando che tutti i lavori sono una forma di prostituzione? Il discorso è che qui abbiamo una che eleva a sistema il passare sopra i cadaveri. Possiamo derubricarla come una boutade individuale, ma se, come stiamo facendo, le concediamo anche solo un po’ di valore paradigmatico dell’iperliberismo (= ogni libero scambio è legittimo, impermeabile al giudizio morale e inattaccabile dagli interessi collettivi), allora reazione più immediata dovrebbe essere il riconoscimento definitivo che la famosa legge del mercato non seleziona i migliori, ma i più ladri. In realtà il bello dell’intervista è che senza troppi giri di parole si dice che le due categorie coincidono.

        Io credo che nella sua sfacciataggine la signorina dica la verità (“se sei onesto, non fai un grande business”), e lo accetto come dato di fatto (nel senso che non difendo un’idea astratta di mercato che non si è mai data), ma non credo nemmeno sia moralistico (sto cominciando a odiare questo aggettivo) scandalizzarsi un po’.

        • PinoMamet scrive:

          ” Io credo che nella sua sfacciataggine la signorina dica la verità (“se sei onesto, non fai un grande business”), e lo accetto come dato di fatto (nel senso che non difendo un’idea astratta di mercato che non si è mai data), ma non credo nemmeno sia moralistico (sto cominciando a odiare questo aggettivo) scandalizzarsi un po’.”

          Beh, non ho altro da aggiungere: sono d’accordo.

          Lasciando da parte il fatto che si venda la figa anzinchè bulloni: non ci importa, abbiamo stabilito questo.
          Non siamo moralisti, perlomeno non in questo senso.

          Ma se uno che vende bulloni mi dice “guarda, se non sei usi le mazzette, se non passi sopra il cadavere di tua madre, non fai strada, allora io sono un leone, un furbo, un vincente, e tu un debole e una pecora ed è giusto così”;
          pur che abbia enunciato semplicemente un dato di fatto;
          posso considerarlo lo stesso un po’ stronzo?

          Prima di tutto, perché passa sopra il cadavere di sua madre, che dai, anche fuor di metafora, non è che sia una gran bella cosa;
          e poi, perché se io, a sentir lui, non mi posso permettere di giudicare (“perchè le cose vanno così”) allora manco lui si metta a giudicare me, sennò glielo faccio vedere io, il leone, dove glielo ficco.

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Val

          Riassumendo: o Comunismo o barbarie.

          (per ora vince la barbarie ai punti; confido nella rimonta)

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  16. rosanna scrive:

    BULEGHIN IL VECIO:
    grande , grandissimo finoa ogni tubo e nabucco delle tue parole…a presto rileggerti!
    🙂

  17. p scrive:

    C’è uno scarto di fondo tra ciò che dice l’amica di tarantini e molti dei commenti a ciò che dice che si leggono su youtube. Terry de nicolò si alza fino al piano astratto, i commentatori restano su un piano concreto, mettendola sul personale. La tizia dice in fondo che quello è il capitalismo, la sua essenza, e tarantini non fa che seguire fino in fondo la sua logica. Gli altri rispondono che non è vero, che la società capitalistica non è così, e che loro così non sono. È vero che una società non è mai la riproduzione esatta dell’essenza d’un modo di produzione. È anche tante altre cose che cercano di adattare i rapporti di ogni altro tipo ai rapporti economici. Ma la logica del capitalismo, nella sua purezza, inesistente nella società, è quella detta dalla de nicolò. E l’astratto fa capire meglio del concreto, se non si cade nell’errore di vedere il concreto come rispecchiamento dell’astratto, una società. In questo terry è senz’altro molto più filosofa dei suoi commentatori, anche se poi rischia di confondere la nozione astratta di capitalismo con la concreta società italiana, che è capitalista, ma non è il capitalismo e quasi la sua manifestazione terrena. Per questo uno come tarantini può obbedire alla logica capitalistica e finire lo stesso in galera, tra l’altro.p

  18. Ugo scrive:

    Martinez, a mio avviso commetti un errore grossolano quando affermi che «si tratta del più chiaro riassunto del pensiero occidentale contemporaneo». Io avrei scritto che si tratta del più chiaro riassunto del pensiero umano d’ogni tempo. Dopo di che avrei passato una pessima mezza giornata a dispiacermi per le implicazioni di una constatazione tanto realista quanto ovvia, e un’altra mezza giornata ancor peggiore a chiedermi se sono un mutante virtuoso o più semplicemente uno stupido che ha sbagliato tutto nella vita.

  19. maria scrive:

    p
    la tizia inizia la sua intervista con il concetto di invidia e lo ribadisce subito dopo , non credo affatto che abbia capito l’essenza del capitalismo!
    Il suo piano non è astratto ma direi molto terra terra
    maria

  20. p scrive:

    L’invidia verso tarantini può essere benissimo un sentimento che scatta. Del “ressentiment” e della sua funzione morale hanno scritto non solo nietzche, sempre citato in questo caso, ma anche marx, che ha parlato d’un socialismo del “ressentiment”. L’errore, interessato, della tizia, è di voler spiegare tutti i guai giudiziari di tarantini con questo sentimento. Fosse anche vero che i giudici abbiano messo sotto torchio tarantini perché lo invidiano, non è spiegato per niente l’essenziale, cioè cosa ha dato l’opportunità ai giudici di farlo. Un operaio fiat può invidiare marchionne fin che vuole, per esempio. Non gli succederà mai nulla di simile a ciò che succede a tarantini. Questo deve essere spiegato, non il risentimento o invidia che dir si voglia. Ma ho già detto che la tizia fa l’errore di vedere la concreta società italiana come l’epifania terrena, per così dire, del capitalismo. Cosa che, ovviamente, non è. C’è un evidente tentativo di difesa che la porta a commettere questo errore. Come si può condannare uno che semplicemente segue la logica del capitalismo in una società capitalista? Tentativo apprezzabile, ma che funzionerebbe solo se capitalismo astratto e società capitalistica concreta coincidessero. La signorina è diventata, per necessità, una filosofa idealista, detto scherzosamente, e senza che si voglia dare troppo peso a queste parole.p

  21. paniscus scrive:

    Incidentalmente: a qualcuno è venuto in mente di commentare anche la troiaggine dell’intervistatore, oltre a quella dell’intervistata? 🙂

    In definitiva, quale è il senso informativo di un’operazione giornalistica del genere? Io francamente ci vedo solo vendita di piacere morboso per futili motivi, nella vaga aspirazione di “avere successo” con il cliente. Ossia, la stessa cosa che fa la signora…

    Lisa

    • M. scrive:

      Beh Lisa,

      se questo era l’intento, l’intervistatore ha avuto una discreta fortuna dopotutto!

      Del resto, come dice Miguel, finché si parla di processi e condanne tutti si sfavano dopo due minuti, mentre se si parla di donnine moltissimi drizzano subito l’antenna, donne incluse.

      Z.

  22. Mondo cane scrive:

    Se stà Terry sia geniale o no, non lo posso dire. Di sicuro il “non confondere il piano dell’essere con quello del dover essere” di Mauricius Tarviisi, mi sembra abbia colto il punto. Pur di avere, tutto è lecito. Sinceramente non è una novità, è antico quanto il mestiere che la signorina pratica. Quello che è immorale è parlare di duemila schifossisimi euro, quando molta gente, con famiglia, non guadagna più di novecento mille euro al mese, Forse potendo darebbe via anche il così detto, e non potendo “restare a casa”, si deve accontentare. E lei che può, perchè lo fà, per dei vestiti? Una macchina, o altre cose? Mi sa che a furia di darla via a certa gente, gli sono state inculcate queste idee. Però su una cosa ha ragione, visto che è roba sua…
    Potremmo dare una nuova definizione al lavoro della signorina, cortigiana sincera.

  23. Peppe scrive:

    Beh, definirla una “signora” è cosa grossa…

  24. santaruina scrive:

    Ciao Miguel
    segnalazione notevole, come molto interessanti le tue riflessioni.

    Io, personalmente, mi sono fatto nel tempo una idea precisa rispetto certi meccanismi.

    Laddove tu parli di “pensiero occidentale contemporaneo”, io invece direi “eterno pensiero psicopatico”, che semplicemente negli ultimi secoli si è imposto.

    Uso il termine psicopatico nel modo in cui lo descrive la psicologia contemporanea, ovvero condizione di chi agisce senza tenere conto di questioni morali o etiche.
    L’unica preoccupazione dello psicopatico è ottenere un vantaggio personale, e qualsiasi azione che porti a questo, anche il “passare sopra il cadavere della propria madre”, risulta quindi “giustificata”.

    Alcuni studi compiuti in ambito militare riportavano che la percentuale di psicopatici nella popolazione mondiale si aggiri attorno al 5%.
    Quello che è successo negli ultimi tempi è che il pensiero psicopatico è divenuto dominante, ed anche diverse persone non psicopatiche lo hanno assimilato.

    Non sto quindi dicendo che la signora in questione sia psicopatica, ma chiaramente la mentalità che esprime chiaramente lo è.

    La maggioranza delle persone, in diversi modi e con diversi gradi, è comunque condizionata nel suo agire da motivazioni morali (uno psicopatico, certo di non essere scoperto, ammazzerebbe senza problemi un proprio genitore per ottenere benefici economici, mentre la maggioranza delle persone non arriverebbe a tanto).
    Di conseguenza, le persone psicopatiche, e coloro che seguono il loro metodo, hanno più facilità nello scalare i gradini gerarcici di tutte le strutture di potere, dai partiti politici, alla gestione delle imprese, alla direzione dei mezzi di comunicazione di massa.
    Di seguito, dalle posizioni di potere raggiunte, avranno ancora più facilità a diffondere il loro pensiero, che diviene così dominante.

    Il mio parere è che attualmente le tendenze le dettino gli psicopatici, e la cosa più importante da fare è imparare a riconoscere il loro pensiero.
    Lo dico senza paura di apparire eccessivo: sono persone diverse da noi.
    Senza anima si sarebbe detto un tempo.

    A presto

    • Francesco scrive:

      “vizi privati, pubbliche virtù”

      questo lascia ampia entrata nel mondo degli psicopatici per persone che non lo sono, ma anche viceversa

      il problema è che perseguire direttamente le pubbliche virtù è maledettamente complicato, anche fosse possibile – e Von Mises insegna che non lo è

  25. Miguel Martinez scrive:

    Moi e Mauricius Tarvisii:

    “Chi “vomita per le zoccole miserabili” non è propriamente “un cretino”, è un’ idealista”

    Noi non siamo certo costretti a condividere il giudizio (“è bene che sia così”) che dà la signora De Nicolò, e su questo concordo con Mauricius. Prescrizione e descrizione sono due cose diverse.

    Ma ogni ideale si deve piantare nella realtà. La realtà va guardata in faccia, non correndo al bagno per vomitare quando la si vede.

    L’idealista in questione, mettendo tutto l’accento sulla singola (e irrilevante) personalità di una escort pugliese, assolve automaticamente il sistema mondiale che la stessa signora ha lucidamente descritto.

    Lincia il portatore di cattive notizie, anzichè cercare di capire le notizie stesse.

  26. Miguel Martinez scrive:

    Per Buleghin

    Fantastica la tua descrizione del Pierino Nazionale, che tra l’altro è una definizione che ho usato spesso: parlando, non sul blog, per cui si vede che siamo arrivati a una spontanea convergenza di vedute.

    Per quanto riguarda invece le vicende giudiziarie… Berlusconi è sotto processo da vent’anni, più o meno. Con accuse pesanti e complicatissime – ho sfogliato qualche librone, ad esempio, di Marco Travaglio in merito: roba dettagliatissima, certamente vera, ma noiosissima e incomprensibile.

    Per cui la maggior parte degli italiani ha tirato uno sbadiglio e se ne è fregato.

    Poi alle tangenti si sono aggiunte le troie, e allora hanno cominciato tutti ad appizzare le orecchie.

    Però anche con le troie, il problema giuridico riguarda gli abusi del potere istituzionale, possibili tangenti e reati che rientrano sempre nella categoria noiosa di prima: insomma, Berlusconi non è indagato per essere andato a donnette.

    Ma il fatto che nei media si parli solo delle donnette (o se si parla di altro, non si capisce) viene usato da Berlusconi stesso per dire, “vedi, mi perseguitano solo perché mi piacciono le donne, perché alla mia età sono ancora incredibilmente vitale, allegro, felice, in un paese di musoni e bacchettoni”.

    • Z. scrive:

      Miguel,

      trovo molto interessante il fatto che Travaglio – nonostante le ripetute condanne e il fatto ormai acclarato che tenda a prendere granchi di dimensioni notevoli – riesca sempre a passare come “quello che dice La Verità”.

      Tanto che persino i suoi detrattori (quasi tutti i simpatizzanti di destra, e parte di quelli di sinistra) si limitano a dire “fa il moralista”. Neppure aggiungono “solo con gli altri”, come se ignorassero le condanne che ha ricevuto, e i processi dove la prescrizione l’ha salvato.

      Come mai? Sono tutti così rintronati? E se il rintronato fossi io, invece?

      Boh.

      Z.

      • Francesco scrive:

        è la Storia, mio caro

        ci sono mezze seghe che per un certo periodo vengono massi sul cavallo bianco e stanno più in alto degli altri, a prescindere dai fatti

        solo col tempo la situazione si normalizza e spariscono senza lasciare rimpianti

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per Z

        Travaglio passa per quello che dice la verità non perchè sia infalibile o necessariamente sempre in buona fede, ma perchè si è cercato di zittirlo in tanti di quei modi che alla fine si è fatto un quotidiano (‘Il Fatto Quotidiano’, appunto) tutto per sè e per i propri collaboratori, che dice di non chiedere alcun contributo e che ha avuto un piccolo boom di vendite. Si vuole che la gente critichi Travaglio? Lasciatelo parlare dappertutto, non lo si censuri in TV, non lo si obblighi a scrivere solo sl Fatto e sul blog di Grillo. Vale per Travaglio quello che vale per Fidel Castro: se gli si ornisce l’apiglio della censura (dell’embargo nel caso di Castro) poi non ci si lamenti se si avvantaggia, in buona o in mala fede, dell’aura di martire. Un altro esempio, che devo a Sergio Romano: se il berlusca avesse speso metà degli sforzi fatti per tacitare questo o quello allo scopo invece di risovere i problemi dell’Italia oggi non sarebbe nello stato in cui è. Come dice il commissario Montalbano: ‘per zittire qualcuno, bisogna lasciarlo parlare. E’ il silenzio forzato la maggior pubblicità’.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • mirkhond scrive:

          Il Berlusca è sulla scena politica da 17 anni per salvare se e il suo impero dalla persecuzione giudiziaria, non per il bene dell’Italia…
          Da qui tutti gli sforzi per tacitare i grilli parlanti che, a ragione o solo per invidia e astio, continuano a tirar fuori veri o presunti panni sporchi….
          ciao

        • Francesco scrive:

          >> per zittire qualcuno, bisogna lasciarlo parlare

          non sapevo che Montalbano fosse un tanticchio fesso pure lui.
          hanno lasciato parlare gli illuministi, e c’hanno rimesso la testa
          hanno lasciato parlare Hitler, e c’hanno rimesso tutto.

          “ne uccide più la penna che la spada” è una giusta riflessione sul potere del discorso, pure quello menzognero

          anche se nel caso di Berlusconi, ha funzionato l’equazione “vuole tacitarli, quindi hanno ragione”, pure nel caso di un vecchio trombone inane come Biagi

          diciamo che la tua idea è semplicistica e andrebbe approfondita

      • UN processo dove la prescrizione lo ha salvato da una multa.
        Per dovere di cronaca e basta.

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Francesco

          Reprimi qualcuno, e gli dài l’aureola del martire: a meno di non sterminare oltre al qualcuno in questione tutti i suoi possibili ascoltatori e a tacitare contemporaneamenteogni possibile canale di comunicazione. Ecco perchè il berlusca (approssimativamente), il duce (già meglio), il fuehrer e stalin (quasi perfettamente) hano avuto successo pluridecennale, mentre gli Illuministi e vari riformisti no.

          Quale sia poi la strategia migliore non per sopravvivere, ma per cambiare la società, resta da vedersi. Personalmente, anche se lo trovo triste e cinico a dirsi, ritengo che se non ci fosse stato Robespierre staremmo ancora alle conversioni forzate, e senza Kronstadt staremmo ancora alla settimana lavorativa di settanta ore. Ma la mia è solo un’opinione personale.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Buleghin e Peucezio

    ““Ma sarà miga che ce l’ano con il vecio porcon parché ENI ghà firma con GAZPROM il contrato per SOUTHSTREAM e ghà manda in mona NABUCCO o parchè FINMECCANICA ghà firmà contrati con chi non doveva?! Mah……”

    E’ una tesi che ho sentito diverse volte. In sé, non è implausibile. Ma attenzione ad affermare delle ipotesi solo in base a validi moventi. Non ho mai sentito della minima prova che alcun magistrato che indaga su Berlusconi fosse spinto da moventi del genere. E certamente Berlusconi, tra servizi segreti pubblici e privati, ha i mezzi per scoprire eventuali trame di questo tipo, e anche i mezzi per renderle pubbliche.

    • Francesco scrive:

      Berlusconi TELEFONA in prima persona anche OGGI, quindi è via di testa e altro che mezzi per scoprire se ha fatto incazzare gli USA … non sopravvalutiamolo

      • M. scrive:

        Che lui abbia i mezzi per fare tutto quanto sopra non può essere seriamente esser messo in dubbio.

        Se poi ci vuoi dire che ciò nonostante SB se ne chiava e preferisce agire in modo suicida… boh, non saprei. Non credo che corra rischi eccessivi, comunque. Ci sarà sempre gente disposta a votarlo anche se venisse colto in flagranza a stuprare bambini di tre anni: alla peggio, i suoi giornali diranno che quei bambini erano comunisti e che l’avevano provocato 😀

        Z.

    • Peucezio scrive:

      Miguel, è logico che nessun (o quasi nessun) magistrato è spinto da motivi di questo genere. Non consapevolmente almeno. I magistrati che indagano sul Berlüsca sono spinti dalla loro cultura e sensibilità di sinistra e giustizialista e dallo spirito del tempo. Però c’è chi li lascia fare, li imbecca e li sostiene attraverso i giornali (quelli sì controllati direttamente da certi poteri), mentre non così fa per altri magistrati e altre inchieste e non così faceva prima dell”89, perché c’era ancora l’Unione Sovietica e bisognava tenersi buoni democristiani e socialisti per non rischiare che l’Italia finisse oltre cortina.

      Sul fatto che Berlusconi, tra servizi segreti pubblici e privati abbia i mezzi per scoprire e rendere pubbliche trame di questo tipo permettimi di dubitare fortemente: da una parte non ha bisogno di tali mezzi per essere cosciente di queste trame (se non è completamente stupido), ma che poi tali mezzi possano consentirgli, se non di sventarle, di renderle pubbliche e di prendere una qualche contromisura, questo lo escluderei.
      Non dico che Berlusconi non disponga di qualche apparato di sicurezza e di intelligence di second’ordine, ma dall’altra parte ci sono gli americani, cui da decenni (probabilmente dal ’43) i servizi segreti italiani sono asserviti o con cui sono comunque conniventi, solidali, ai cui scopi e disegni sono organici.

    • Peucezio scrive:

      Va aggiunto in ogni caso che Berlusconi, a mio parere, non ha mai avuto in mente una sorta di progetto organico per svincolare l’Italia dagli Stati Uniti, tutt’altro. Lui è un sincero e ingenuo filoamericano. Solo che i suoi interessi personali, quelli dei ceti che rappresenta e, più in generale, gli interessi geopolitici e strategici italiani sono di fatto incompatibili con quelli statunitensi, per cui Berlusconi sia è trovato suo malgrado a dare fastidio agli yankee. E l’ha fatto a suo modo: in forma timida, discontinua, incerta, a tratti velleitaria, cercando, come è tipico suo, di andare d’accordo con tutti e non far incazzare nessuno e, non appena si è scatenata una reazione troppo veemente, si è subito tirato indietro (vedi Libia).

  28. Miguel Martinez scrive:

    Per paniscus

    Concordo. La signora De Nicolò non ha nulla di particolarmente appariscente. E probabilmente la sua merce-bellezza incontrerà presto qualche problema sul mercato. La debolezza dei vincenti consiste spesso nel non rendersi conto delle proprie debolezze.

  29. Miguel Martinez scrive:

    Per la timida

    ripensandoci… dunque, hai ragione, nel senso che la signora esprime un Luogo Comune ampiamente condiviso. Se non fosse condiviso, istintivamente, non sarebbe un Luogo Comune e quindi non costituirebbe il motore fondamentale della nostra società.

    Però è anche vero che pochi esprimono con chiarezza questo Luogo Comune, in genere ammantato sotto strati infiniti di Nostra Grande Civiltà che Ha Inventato Gesù il Telecomando e i Diritti delle Donne, insomma, i mille modi di dire Noi Siamo Meglio che adoperano gli occidentali, dagli skinhead a Veltroni.

    L’uscita dal linguaggio Bibbì (Banalità Buoniste) è già salutare.

    Poi la signora De Nicolò riesce a riassumere tutti gli elementi importanti della “filosofia del capitale”, senza lasciarsene sfuggire uno. Ci offre quindi un riassunto straordinario.

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Ugo

    “Martinez, a mio avviso commetti un errore grossolano quando affermi che «si tratta del più chiaro riassunto del pensiero occidentale contemporaneo».”

    La tua riflessione verrebbe bollata subito come “reazionaria”. Mentre un “progressista” direbbe che l’umanità è in fondo socievole e buona.

    In realtà, si tratta in entrambi i casi di opinioni soggettive. Come dire, “siccome sono della squadra A, credo che il mondo sia quadrato”, l’altro risponde, “no, noi della squadra B crediamo che il mondo sia a forma di elefante”. E si cominciasse a fare a botte…

    Il problema che giustamente poni, è quello di sempre: cosa è la natura umana? Esiste una natura umana generale, al di là delle circostanze in cui si trovano gli esseri umani?

    Credo che la risposta si possa trovare, o cominciare a trovare, solo con spirito scientifico. Che non significa attraverso le neuroscienze o la biologia, ma semplicemente con un atteggiamento di apertura mentale, di disponibilità anche alle ipotesi più lontane dalle nostre tesi di partenza.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Santaruina

    Quella degli “psicopatici” è un’ipotesi che ho già sentito, e non so cosa rispondere. Probabilmente siamo appena all’inizio della comprensione di certe questioni, e quindi tra qualche decennio, questa ipotesi farà la fine di molte altre: scopriremo cioè che ha un fondo di verità, ma si basa su premesse errate di qualche tipo. Comunque, non lo so.

    Certamente, condurrebbe a conclusioni abbastanza drammatiche.

    1) Solo reprimendo, sterilizzando o sterminando il 5% dell’umanità, si comincerebbe a vivere bene.

    2) Ma le persone non psicopatiche, proprio perché perdenti nella lotta per il potere, non riuscirebbero mai a condurre tale repressione, sterilizzazione o sterminio.

    3) Per cui solo un gruppo molto determinato di psicopatici ci riuscirebbe.

    4) Altrimenti, continuiamo a beccarci il potere degli psicopatici.

    • Francesco scrive:

      il punto debole è la tesi per cui la psicopatia e il successo, il potere, il dominio, l’approvazione, sarebbero indissolubilmente connessi

      io rimango del partito che “prima o poi i nodi vengono al pettine”

      • M. scrive:

        Allora,

        non so se la “psicopatia” e il successo siano strettamente connessi. Non sono medico, non sono solito chiamare “psicopatico” – magari con disprezzo – chi la pensa diversamente da me, e devo dire che è un’abitudine che trovo profondamente odiosa.

        Detto questo, i nodi che non vengono al pettine mi pare siano obiettivamente assai numerosi. Cosa di cui l’uomo si è accorto da sempre: tanto che non esiste cultura che non ci racconti dell’esistenza di un Grande Pettine che, domani o dopodomani, finirà per sciogliere tutti i nodi definitivamente.

        Z.

  32. luca scrive:

    “la puttana descrive il sistema capitalista meglio di molti altri.”
    E’ il mio primo commento dopo aver visto il video e prima di aver letto il tuo post. Sono contento di essere in sintonia.

  33. roberto scrive:

    “Per chi invece usa il cervello, si tratta del più chiaro riassunto del pensiero occidentale contemporaneo che mi sia capitato di incontrare”

    invece è un’osservazione già fatta all’epoca della storia della volpe e l’uva (e i furbacchioni esistevano già quando, non sapendo conquistare una donna i veri gentiluomini sanno fare, si rapivano le sabine)

    • M. scrive:

      Ehm,

      per la cultura dell’epoca, Roberto, credo che tra “conquista” e “stupro” ci fosse una differenza molto modesta. Direi prossima allo zero.

      Non capisco bene il nesso con la volpe e l’uva: la volpe rimane a digiuno, mentre mi pare che la signora abbia addentato il grappolo per bene, altroché. E in un paese dove la scorciatoia è, per definizione, la strada maestra da seguire, mi pare che la signora non dica proprio nulla di sbagliato, inesatto o impreciso.

      Detto questo, non mi intendo di capitalismo, e non so se quanto detto dalla signora sull’Italia possa valere per descrivere il capitalismo. Ho il sospetto che valga, più che per il capitalismo, per tutti i sistemi che funzionano male, capitalistici o meno.

      Z.

  34. Giuseppe scrive:

    Solo a me arrapano le donne in carriera possibilmente con un tailleur, sicure di se stesse e padrone del loro destino? Di quelle che devi lottare per acchiapparle.

    Il vero uomo ci deve provare, e la vera donna deve resistere.
    Qui si parla piu’ che altro di mercanti di vacche e di vacche medesime (appunto)

  35. massimiliano scrive:

    È il senso della morte senza senso della vita. Un attacco di panico che dura un vita e che viene annegato nella falsa spensieratezza dell’uomo di potere!

  36. Gabriele scrive:

    Apprezzo molto lo spirito con cui si apre la riflessione: l’analisi distaccata, a mente libera, senza farsi sviare da schemi mentali da “tifoseria politica”, del pensiero che emerge dalle dichiarazioni della signora, sia da quello che viene detto che da quello che viene (presumibilmente) sottinteso, in poche parole l’intenzione di “capire”.

    Non mi trovo d’accordo però, purtroppo, con le conclusioni, che mi sembrano molto grossolane e confuse. Innanzitutto, non credo che sia possibile riscontrare un pensiero unico “occidentale”. Questi concetti di “metafisica del denaro” (è un concetto diverso rispetto a “materialismo”, o solo un modo più poetico per chiamare la stessa idea?) e di “violenza / legge del più forte” non sono così universalmente condivisi in “Occidente”, e tra l’altro non sono intrinseci al capitalismo.
    Questa analisi di una “filosofia del terzo millennio” mi sembra risentire di troppi “tic” marxiani e di schemi di pensiero da XIX secolo, secondo millennio.

  37. Miguel Martinez scrive:

    Una domanda ai giuristi, professionisti o dilettanti 🙂

    Premesso che chi ha il potere, è adulto, vaccinato e sa cosa rischia…

    … quindi non mi dispiace più di tanto per Berlusconi…

    … ma perché le intercettazioni, in sé legittime, possono diventare di dominio pubblico?

    Cioè, poniamo che Silvio Berlusconi (che mi sta antipatico), oppure io (che mi sto simpatico)

    1) viene indagato

    2) vengono intercettate varie sciocchezze dette

    3) viene alla fine assolto…

    … perché le sciocchezze che Berlusconi ha detto, o che io ho detto, devono diventare di domino pubblico e restare tali?

    Guardando il settimanale tedesco Der Spiegel, ho letto un articolo in cui si parlava di una persona, adulta, condannata per omicidio, nominata solo come “Markus T.”

    Come, nella stampa inglese, ho visto che Breivik, dopo l’arresto decisamente in flagrante, veniva ancora chiamato il “presunto” omicida.

    Insomma, e senza voler salvare Berlusconi, c’è qualcosa che non mi piace in questo sistema.

    • M. scrive:

      Beh,

      forse non ho capito la domanda. Ma banalmente, le intercettazioni diventano di dominio pubblico perché i giornalisti corrompono il personale degli uffici procedenti per farsele consegnare.

      Restano di dominio pubblico perché, altrettanto banalmente, una volta che sai qualcosa non c’è modo di tornare indietro (eccezion fatta per il greco antico).

      E vengono pubblicate per esteso, perché Berlusconi non è esattamente il sig. Markus T., che nessuno conosce e di cui a nessuno importa una fava. Sempre più banalmente, è il prezzo della notorietà.

      Spero di aver compreso il senso della tua domanda, e di averti risposto con sufficiente chiarezza.

      Z.

      PS: Quanto a Breivik, si tratta semplicemente di un segno di civiltà diffuso in numerosi paesi, ma non in Italia. Ai nostri occhi, in casi del genere, tanta cautela appare eccessiva. Ma dopotutto credo sia bene che sia il giudice, e non il giornalista, a levare quel “presunto”. Perché se al giornalista vien lasciata facoltà di decidere liberamente chi è presunto e chi no, non si fermerà certo all’evidenza del caso Breivik.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      un giurista capisce di diritto, ma il fatto è che nel mondo non regna il diritto ma l’arbitrio.
      E l’arbitrio agisce a ogni livello: al livello di chi fa le leggi, perché se ne fotte della Costituzione, del buon senso e della logica e la Corte Costituzionale di queste tre cose se ne fotte ancora di più; a livello della magistratura, che si muove e decide come gli gira; infine a livello del diritto internazionale, che è sbagliato persino chiamare diritto perché è la mera legge della giungla, del più forte.

    • Provo a rispondere, ma tanto non avendo ancora studiato procedura penale parlo da semi-profano.
      A un certo punto tutto il faldone con le trascrizioni delle intercettazioni viene consegnato alle parti e da quel momento cade il segreto istruttorio. Dunque è perfettamente legale pubblicare le intercettazioni già desecretate, soprattutto se poi quelle carte vengono mandate alla giunta della Camera perché conceda l’autorizzazione all’uso.
      L’unico limite, quindi, è quello posto dal diritto alla riservatezza (privacy) di ciascuno, ma parlando di fatti di Stato e del Presidente del Consiglio, il diritto di cronaca ha il sopravvento, come affermato ripetutamente dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo (che, dico ai profanissimi, non c’entra con l’UE, ma è della CEDU). Ovviamente se fossero telefonate mie o di Miguel Martinez, prevarrebbe il diritto alla riservatezza.

      Abbiamo un caso in cui il segreto istruttorio fu violato: l’intercettazione già citata di Fassino. E infatti la magistratura in quel caso si è mossa.

      • Franccesco scrive:

        1) chi fa la selezione delle trascrizioni tra rilevanti e irrilevanti? il magistrato che indaga o un giudice terzo?
        2) il sistema è fatto in modo tale che anche se la Camera nega l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nel processo, quelle sono comunque di dominio pubblico? posso trovarlo un fatto osceno?
        3) sbaglio o in Italia escono prima le trascrizioni delle intercettazioni che danneggiano il centrodestra, rispetto al momento della desecretazione? o è solo im’impressione da trinariciuto berlusconiano?

        grazie

        • 1) Vado sul mi pare. La prima “scrematura” la fa il PM, ovviamente, poi c’è il GIP (terzo) che controlla.
          Z., dove sei quando abbiamo bisogno di te? 😉
          2) E’ fisiologico: le intercettazioni diventano pubbliche non appena vengono spedite alla giunta. I lavori parlamentari, del resto, devono essere pubblici: tutti i verbali delle sedute delle camere e delle commissioni devono essere reperibili dal cittadino. Se no che democrazia è?
          Inoltre la giunta di turno non deve affatto valutare la rilevanza dell’intercettazione (a quello ci pensa la magistratura), ma deve semplicemente esprimersi sull’esistenza del fumus persecutionis. Naturalmente, non essendoci appello contro la decisione della giunta, la responsabilità dei suoi componenti è unicamente politica: deve essere il cittadino a giudicare.
          3)Mi pare che non sia mai stato pubblicato nulla sul Papi illegalmente. Se però ti viene qualche esempio di intercettazioni su di lui pubblicate violando il segreto istruttorio, sono pronto a correggermi.

        • Z. scrive:

          Francesco e MT,

          1) Scusami ma forse non capisco il senso della domanda. Chi dovrebbe decidere cos’è rilevante per un’indagine, se non lo stesso magistrato che la porta avanti? Gli elementi rilevanti per la difesa di un indagato li decidono i suoi avvocati o degli “avvocati terzi”? 😆

          2) Certo, ma la tua sarebbe un’opinione piuttosto curiosa. Anzitutto, per le ragioni che ti ha spiegato MT. Poi, visto che non esiste un possibile colpevole tra i parlamentari di centrodestra – che sono tutti, come sappiamo, uomini onesti perseguitati dalla famelica orda dei giudici comunisti – è bene che tutti sappiano quali sono i risibili presupposti con cui i giudici chiedono che quei politici onesti vengano sbattuti al carcere preventivo.
          3) Non sbagli. Come tutti sanno, non solo i giudici ma anche i cancellieri e i segretari dei PM sono tutti comunisti, e odiano Berlusconi, perché lui è sceso in politica per salvare il Paese dall’Armata Rossa.

          😆

          Z.

          PS: MT, dammi un attimo perdiana… oggi ho ritardato la pausa pranzo perché ero sequestrato da una banda di comunisti 😆

        • Francesco scrive:

          1) quindi l’imputato e la sua privacy sono in totale balia delle decisioni del PM?

          io tradisco mia moglie con una pecora, la polizia lo scopre mentre mi indaga per contrabbando di cammelli e la notizia può tranquillamente uscire? solo perchè il PM vuole dimostrare che sono una brutta persona?

          mi pare una cosa bruttina

          2) credevo che ci fossero sedute riservate di alcune commissioni parlamentari, visto che l’idea della casa di vetro è pura alienazione mentale. sui “risibili presupposti” di molte indagini mi pare esista ormai ampia casistica

          3) la mia era una domanda, che queste intercettazioni mi hanno reso inutile l’acquisto di giornali da anni. se mi confermi che è tutto legalissimo

        • M. scrive:

          1) Guarda, non sono sicuro di aver capito bene ciò che vuoi dire. Le indagini le fa il PM, ed è quindi il PM che presenta al giudice ciò che ritiene opportuno presentare. Per esempio, se io voglio che tu venga sbattuto al carcere preventivo, depositerò al GIP gli elementi che motivino questa decisione. Non mi sembra qualcosa di mostruoso (anzi), per cui ti chiedo se mi spieghi un pochino più per esteso cos’è che trovi bruttino… perché ho paura che nun ce semo capiti…

          2) Francè, lo scopo di quel voto è affermare che un magistrato sta perseguitando un parlamentare. E se è così, bene, la popolazione dovrà pure sapere cosa succede, no? Mi parrebbe ben strano che venisse fatto con udienza segreta, del tipo “c’è una orribile persecuzione in atto, ma non vi diciamo niente, dovete fidarvi”. Se c’è un magistrato che davvero perseguita un parlamentare è una cosa gravissima e gli elettori devono sapere cosa sta succedendo e perché. Certo che se invece lo scopo è salvare l’amichetto compromesso con la camorra, è meglio che sia tutto secretato…

          3) Boh, te l’ho detto, sei sempre così ermetico che faccio fatica a capirti. Non sono molto intelligente, e dopo cinque anni te ne sarai accorto: cerca di spiegarti per esteso 😀

          Z.

        • Francesco scrive:

          1) il PM presenta i suoi elementi al giudice, ok mi pare giustissimo, ma se questi elementi IN OGNI CASO vanno in pasto all’opinione pubblica (e dato il giusto potere di ficcanasare dei PM), spero di non essere mai indagato per quanto innocentissimo, perchè sarei comunque distrutto PRIMA del processo e dell’auspicabile assoluzione – anzi pure in caso di archiviazione

          2) se gli atti presentati per chiedere il permesso di indagare (o processare o arrestare) un parlamentare contengono comunque notizie tali da danneggiarlo e sono “necessariamente” pubbliche, abbiamo dato ai PM il potere di distruggere qualsiasi politico a prescindere dai reati di questi ultimi (infatti molti italiani hanno smesso di dar credito ai PM, con grave danno dell’equlibrio istituzionale)

          3) ho letto (i titoli) di innumerevoli articoli che riportavano intercettazioni di Berlusconi. tu mi stai garantendo che (a) si trattava di notizie penalmente rilevanti e non di sputtanamento voluto (al limite se l’ì cercata lui coi sui reati) e (b) l’uscita delle intercettazioni sulla stampa ha seguito le regole della pubblicità degli atti processuali (e non quelle della distruzione di Silvio il Malvagio)? guarda che mi fido, mica sono un avvocato, ti sto solo chiedendo per quello che mi sembra come lettore del Corriere (e a scrocco dell’Unità)

          ciao

  38. Miguel Martinez scrive:

    Per Gabriele

    Sul concetto di metafisica del denaro, ho scritto qualcosa di un po’ più elaborato qui, dimmi se il concetto adesso è più chiaro:

    http://kelebek.splinder.com/post/13478943/alla-convergenza-dei-due-mari

    No, non intendo affatto il materialismo, che ha almeno due significati diversi:

    1) in senso preciso, una filosofia che prescinde da enti trascendenti, in genere propugnata da persone assai austere 🙂

    2) in senso comune e lato, un vivace attaccamento ai piaceri della vita.

    Non trovo né l’uno, né l’altro nella filosofia di Terry De Nicolò. Gli unici piaceri materiali cui accenna riguardano i vestiti, ma unicamente in funzione dell’immagine che lei vuole presentare “davanti all’imperatore”, e quindi in funzione dell’accumulazione di soldi.

    Il capitalismo, allo stato puro e teorico (che ovviamente, come sottolinea p., non esiste, perché i fattori nella vita umana sono tanti) è l’accumulazione e il reinvestimento sempre crescente di capitali, in un mondo dalle risorse finite. E’ l’espansione fine a se stessa, la “crescita”. E una crescita del 5% in un anno è meglio di una crescita del 3% in un anno; e la crescita del 1000% in un giorno sarebbe ancora meglio, ma non è il tetto, perché il tetto non può esistere…

    Proprio per questo, il capitalismo si accompagna necessariamente alla violenza

    Che non vuol dire semplicemente la violenza fisica contro le persone: il fatto stesso che esista una spiaggia ancora incontaminata, permette di guadagnare sul dislivello che esiste con altre spiagge; ma questo implica alla fine la contaminazione anche di quella spiaggia.

    E quindi la violenza si estende ovunque, a tutte le cose e a tutto ciò che può interessare a un essere umano.

    Non credo che abbia molta importanza che certe cose le abbia anche dette Marx, un autore che conosco poco e che ho scoperto relativamente tardi. Le mie riflessioni nascono dall’esperienza della vita, e in gran parte anche dal mio lavoro come interprete e traduttore proprio per imprenditori.

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “Provo a rispondere, ma tanto non avendo ancora studiato procedura penale parlo da semi-profano.”

    Ti ringrazio molto del chiarimento.

  40. buzz scrive:

    La logica della signora è puro, purissimo distillato di pensiero di destra, al di là del bene e del male.
    Il più forte, il più adattato si afferma, a scapito del più debole.

    Anche in economia il liberismo è questo, in sostanza: la considerazione che in natura le cose vanno così, punto e basta. Senza trarne giudizi morali.

    Dai singoli individui agli stati, il meccanismo è lo stesso. Hitler non affermava forse il diritto naturale dei popoli più forti di allargarsi a scapito dei più deboli?

    Questo pensiero esiste, ed è anche piuttosto affermato nel mondo, sia gridandolo ai quattro venti, come in questo caso, sia paludandolo in mezzo a milioni di parole. Ciò non significa che non resti, necessariamente, mio nemico.
    Poiché penso che gli uomini, per vivere insieme, debbano darsi delle regole, etiche e morali, da cui discendere un diritto e una giustizia.

  41. p scrive:

    Romiti è consapevole di avere un ruolo difficile in un dibattito nel quale il soggetto politico e quello, come dire, filosofico hanno davanti una strada più sgombra. Sono qui come difensore dei diritti dell’ impresa e dunque sono un essere anomalo, guardato con sospetto perchè come sostiene Galante Garrone se è vero che il capitalismo ha vinto sul socialismo marxista non è detto che l’ efficienza e la giustizia coincidano necessariamente. Un compito difficile che però sembra esaltare l’ amministratore delegato della Fiat. Infatti, in risposta a Veca per il quale sul terreno del rapporto tra etica ed economia c’ è molto lavoro da fare, ma ne vale la pena, Romiti risfodera, aggiornate ai tempi, le sue teorie sulle responsabilità dell’ imprenditore e sul ruolo moderno dell’ impresa. Ed ecco una replica a distanza al cardinale Martini. L’ imprenditore ha l’ obbligo di raggiungere il massimo della produttività nell’ impresa che dirige. Non condurre l’ impresa in modo profittevole significa disattendere le ragioni etiche per cui si è imprenditori. E quando Martini sostiene che non abbiamo un limite io rispondo che la mia coscienza di cristiano, non praticante, mi dice di ottenere il massimo. Il massimo nel profitto non ha limiti. Naturalmente ciò deve avvenire nel rispetto delle regole. E’ stato scritto di recente che la società ideale di Romiti è una società senza regole. Questo è falso, non soltanto perchè non risponde alle mie convinzioni, ma perchè va contro ogni elementare buonsenso Il profitto come unica religione? Nella società capitalista è così, benchè non sia una pratica facile. Molte decisioni dell’ azienda afferma Romiti comportano scelte di carattere etico. Soprattutto la gestione degli uomini fa riflettere dal punto di vista etico. Non si creda che un imprenditore corretto non si ponga simili questioni. E se alcuni non lo fanno ciò non incrina il principio del dovere morale di produrre il massimo di ricchezza senza limiti per facilitare la crescita del benessere collettivo.

    cesare romiti, da qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/19/produrre-ricchezza-sola-morale.html

  42. Miguel Martinez scrive:

    Val e Pinomamet

    avete certamente ragione: non è moralismo criticare la morale che la signora tira dalla situazione che descrive.

    Lei, oltre ad affermare dei fatti, prende anche posizione, e sono il primo ad avere una posizione contraria.

    Il rischio di limitarsi alle prese di posizione è di rischiare di non vedere i fatti che lei descrive. Che non sono bazzecole: sono l’essenza stessa del sistema che sia la destra politica che la sinistra affermano oggi di sostenere.

  43. tanto per scrive:

    bah… le terry de nicolò esistono oltre i confini occidentali ed anche prima della “modernità” occidentale comunque tu intenda per occidente(europa ed usa?) o modernità (illuminismo?riforma?capitalismo? ) .
    sono soltanto arriviste senza scrupoli come ve ne sono state, ve ne sono, ve ne saranno in ogni civiltà.

  44. tanto per scrive:

    bah… le terry de nicolò esistono oltre i confini occidentali ed anche prima della \"modernità\" occidentale comunque tu intenda per occidente(europa ed usa?) o modernità (illuminismo?riforma?capitalismo? ) .
    sono soltanto arriviste senza scrupoli come ve ne sono state, ve ne sono, ve ne saranno in ogni civiltà.

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