Vita e morte

Il vecchio cimitero ebraico a Firenze è aperto per poche ore, la prima domenica del mese.

Lì, ieri, ho visto questo.

Una tomba da cui fuoriusciva una piantina dal verde vivissimo, illuminata in pieno dal Sole.

cimitero-ebraico-firenze

Questa voce è stata pubblicata in Firenze, mundus imaginalis e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

36 risposte a Vita e morte

  1. Pingback: Vita e morte - Kelebek - Webpedia

  2. Claudio Martini scrive:

    è la famosa vita oltre la morte.

    • alberto scrive:

      Bah ! Penso invece possa trattarsi del “Capperus massoniis” (cfr. Limneo) diffuso oramai, praticamente, in tutto il pianeta.

  3. No, è la famosa poesia che quel bizzarro essere chiamato Miguel Martinez più altri nomi e cognomi ha da vendere. E sono molto contento e fiero di dirlo.

  4. jam... scrive:

    …l’eternità, prima di fuggire,
    s’insinua in una tonalità di verde luccicante,
    un Verde pieno di Rosso…
    ciao

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Riccardo

    Beh, ricevere i complimenti di un signore che conosce 17 lingue e scrive un romanzo originale a ogni post non è da poco, grazie!

    Comunque i complimenti, dopo averli firmati, li giro a jam.

  6. mirkhond scrive:

    Penso e voglio credere che i morti, tutti i morti sono in una dimensione di pace…
    anche chi è stato cattivo, vorrei, spero che nella morte sia stato purificato….
    La morte porta pace ai morti, è ai vivi che quei morti li hanno amati e da cui sono stati amati, che invece porta tanta, tanta tristezza….
    Chi muore giace e chi vive invece non si da pace, anche se il cancro ha distrutto le vite di chi amavi, cancro che quando c’è è meglio che te ne vai prima possibile, tanto è doloroso per chi ce l’ha e per chi lo deve assistere….
    E’ questo l’inferno, non quello soprannaturale…..
    Ma quando il malato è morto, la sofferenza dell’ancora vivo continua, perchè si è trasformati, ma in peggio, più soli, più cattivi, più incapaci di riapprocciarsi alla vita e agli altri, altri che spesso, non per colpa loro, non capiscono niente, parenti in primis….
    Il dolore NON unisce, i rimasti, i sopravvissuti attorno a quel capezzale, a quella bara….
    Anzi, si rinfacciano a vicenda colpe e mancanze vere e presunte, che poi altro non sono che i nostri limiti di uomini, che mica siamo Dio, anche se la Gnosi parla di Sè divino che vai a capire che cos’è…..
    Altri, poi che pure amavi, e in cui speravi perchè credevi che ti amassero e ti restassero vicini dopo tale botta, piano piano, in silenzio ti hanno abbandonato, che tanto sei vivo o morto non gliene frega niente….
    E allora ti aggrappi alla speranza, all’ultima speranza di una terra promessa, magari la misteriosa e inaccessibile Shambhala, se esistesse davvero e dove potessero spiegarti finalmente il PERCHE’ di tante, troppe sofferenze che affliggono gli uomini….
    Oppure “ripiegare” in quei deserti dell’Anatolia orientale, ad est dell’Eufrate, il paese tra Trebisonda e la frontiera siriana, e verso il Caucaso, a Gobekli Tepe, in un’ultima vana ricerca del fondo storico dell’Eden, magari dell’Eden l’Edin.Na sumerico, che gli Armeni dicono che il Padre Eterno ci ha nascosto per i nostri peccati….
    Ma se anche il recarsi in quelle remote contrade, anche solo per vederle e poi chiudere gli occhi per sempre, come Mosè sul Monte Nebo, se anche questa tenue speranza dovesse rivelarsi impossibile a realizzarsi, allora come Giovanni Drogo non ti resta che morire, morire in solitudine dopo una vita tesa ad aspettare inutilmente la comparsa dei Tartari dall’orizzonte sconfinato del deserto, metafora buzzatiana delle occasioni della vita che aspettiamo e che non arrivano mai….

  7. Massimo scrive:

    Significa solo che siamo concime.

    • astabada scrive:

      Non mi spingerei cosi` in la`. Direi piuttosto che *saremo anche* concime.

      (Nota poi che, essendo al vertice della catena alimentare ed essendo questa pesantemente contaminata dalle piu` diverse specie e composti chimici, non siamo nemmeno un concime molto salutare)

  8. jam... scrive:

    … ad un certo punto il nostro corpo diventerà concime, cosi come la piantina che col tempo appassirà.
    Ma il verde luccicante pre-esisteva alle foglie, cosi come la nostra anima pre-esisteva al nostro corpo che ha preso come supporto temporaneo, ma poi continuerà ad esistere anche dopo la decomposizione della carne materia opaca del corpo terrestre. L’anima, invece, cosi come il colore, meglio i colori e le intensità luminose raggiungono il concime solo nei livelli più bassi del divenire, poi ad un certo punto la corruzione diventa impossibile, l’anima quando si unisce all’intelletto, Sé divino, é incorruttibile,diamante, oro puro, quindi niente concime in prospettiva.
    In ogni caso poi anche il concime ha un’anima, quindi….
    ciao

  9. mirkhond scrive:

    Si, ma se l’anima è preesistente, perchè Dio non ci ha lasciati in questo stato di luminosa eternità assieme a Lui, invece di condannarci ad un’esistenza terrena fatta di tristezza e limitatezza? Perchè darci l’amore di persone che poi ci lasciano?
    Tutto questo che senso ha?
    E qui che la religione da risposte molto parziali e del resto lo stesso papa lo scorso venerdì santo, alla domanda di una bambina sul perchè del dolore e della sofferenza, disse: NON abbiamo risposte….

    • daouda scrive:

      A

      “Chi vuole iniziare una nuova vita o una nuova opera, deve rivolgersi al suo Dio e chiedergli con grande forza e con tutta la sua devozione di disporre per lui le cose nel modo che egli giudica migliore e più degno, non volendo e non cercando costui il proprio bene, ma soltanto la volontà di Dio. Qualsiasi cosa Dio gli mandi, deve accettarla come derivante immediatamente da lui, considerarla la cosa migliore, ed esserne totalmente soddisfatto. Se poi gli piace di più un altro modo di agire, pensi allora che Dio gli ha assegnato quello, e che pertanto deve essere per lui il migliore. Egli deve avere fiducia in Dio, facendo rientrare in quel modo tutti i buoni modi di agire, e accettando in quello e secondo quello tutte le cose, di qualunque natura siano. ”

      B

      “Noi diciamo dunque che l’uomo deve essere così povero da non avere, e non essere, alcun luogo in cui Dio possa operare. Quando l’uomo mantiene un luogo, mantiene anche una differenza.
      Perciò prego Dio che mi liberi da Dio, perché il mio essere essenziale è al di sopra di Dio, in quanto noi concepiamo Dio come inizio delle creature. In quell’essere di Dio, però, in cui Egli è al di sopra di ogni essere e di ogni differenza, là ero io stesso, volevo me stesso e conoscevo me stesso, per creare questo uomo che io sono. Perciò io sono causa originaria di me stesso secondo il mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale. Perciò io sono non nato, e, secondo il modo del mio non esser nato, non posso mai morire. Secondo il modo del mio non esser nato, io sono stato in eterno, e sono ora, e rimarrò in eterno. Cosa invece sono secondo il mio esser nato, dovrà morire ed essere annientato, perché è mortale, e perciò deve corrompersi col tempo. Nella mia nascita eterna nacquero tutte le cose, ed io fui causa originaria di me stesso e di tutte le cose; e, se non lo avessi voluto, né io né le cose sarebbero; ma se io non fossi neanche Dio sarebbe: io sono causa originaria dell’esser Dio da parte di Dio; se io non fossi, Dio non sarebbe Dio.
      Ma non è necessario capire questo”

      C

      “In Dio non c’è tristezza né sofferenza né tribolazione. Se vuoi essere liberato da ogni sofferenza e tribolazione, volgiti a Dio e unisciti in purezza a lui soltanto. Di certo, ogni sofferenza proviene dal fatto che tu non ti volgi unicamente in Dio e a Dio. Nulla che sia ineguale o ingiusto, nessuna cosa del mondo creato può far soffrire il giusto, perché, essendo tutto ciò che è creato così tanto al di sotto di lui quanto lo è al di sotto di Dio, non può influenzarlo né contaminarlo, né generarsi in lui, che ha Dio soltanto come Padre. Perciò bisogna che l’uomo molto si adoperi nello spogliarsi di se stesso e di tutte le cose create, e non riconosca altro padre che Dio soltanto. Così, nulla potrà farlo soffrire, né Dio né creatura, nulla di creato o di increato, giacché tutto il suo essere, vita, conoscenza, sapere e amare, è da Dio, in Dio, è Dio stesso.”

  10. jam... scrive:

    .. punto
    A
    B
    C

    sono sermoni di Meister Eckhart o di chi?

    • daouda scrive:

      Si. Non avevo troppa voglia di trascrivere digitalmente qualche passo più interessante e mi sono limitato , anche per lo spazio , a qualcosa reperita su internet.

      A ( dal “libro della consolazione divina” )

      B ( da “beati i poveri in ispirito” )

      C ( da “Gott hat die Armen” )

      ciao Jam!

  11. jam... scrive:

    …se fossimo sempre soddisfatti delle cose che Iddio ci manda saremmo in uno status quo infamante: ci sono delle cose di cui essere soddisfatti altre alle quali rivoltarsi.
    Dio ci mette sempre alla prova.
    Ci sono cose che ci arrivano dalla Grazia divina, altre che ci arrivano dalla cattiveria delle creature: se il dolore avviene a causa dell’arroganza delle creature, mi ribello al dolore x’ dolore non é volontà divina, comunque capisco che é una necessità transitoria affinché l’umano possa trasmutarsi alla ricerca del suo corpo di resurrezione…
    ciao

  12. mirkhond scrive:

    Il problema è che se Dio E’ Buono, perchè permette tante sofferenze? Perchè il male?
    Possibile che l’unica soluzione sia quella di non amare, di non generare figli e col nostro morire interrompere la catena di dolore iniziata nella notte dei tempi?
    Non amare proprio per non SOFFRIRE se perdiamo per sempre chi amiamo?
    Come dice Benedetto : NON abbiamo risposte….

    • Redden scrive:

      Semplicemente perchè Dio non è buono, mi pare ovvio … presupponendo Dio, la sua imparzialità lo rende ancora più magnifico e rende ancora più meraviglioso il suo Creato in quanto non c’è solo Bene ma c’è anche Male… tanta parte di bianco quanta di nero… l’armonia è la via che dobbiamo ricercare, non l’assoluto.
      Anche un assoluto di Bene diverrebbe col tempo un male, una prigione…
      Il troppo stroppia

    • daouda scrive:

      Innanzitutto dovremmo comprendere.

      L’ Essere implica il divenire come l’Uno la molteplicità. Ugualmente Il Sopra-Essere implica L’ Essere e Tutto è Infinito poiché negare la contigua continuità dei vari stati è impossibile e darebbe un limite che al tutto, all’infinito non si può dare.

      Abbiamo allora specificato che la molteplicità , che deriva da… , è necessaria come ugualmente sappiamo che essa esiste come esiste perché essente quel che è al netto di un solo compartecipare dell’Essere.
      Ogni grado ha il suo grado di realtà laddove l’Infinito è La realtà, nessuno escludendo alcuno.

      Cosa significa molteplice e cosa significa divenire?

      E’ ovvio che siamo nel regno della dualità, nel regno della separazione MA FIN QUI POCO MALE ( e non a caso “poco male” ) fin tanto che si rimane nel Pardes.
      La caduta invece è stata causata dall’egoismo ed ha provocato la divisione.
      E’ questa la nostra situazione , situazione che aumentando la brama, aumentando l’ignoranza, aumentando l’o-Dio ( “che solo Dio è buono” è scritto essendo la bontà una energia divina ergo propria dell’uomo solo nel Pardes ) che sono i tre veleni ma volendo potremmo dirne più o meno ci fa giungere all’oggi.
      Perché?

      Innazitutto le profezie lo dicono.
      In secondo luogo il male assoluto non ha alcun significato quindi dire “male” è dire “meno bene” .
      In terzo luogo si è liberi di volgersi sopra o sotto, noi umani. Scegliendo dobbiamo migliorare e per questo si ha la tentazione.
      In quarto luogo la molteplicità così vuole poiché chi nasce muore e chi è giovane diviene vecchio.
      In quinto luogo è proprio la dualità che parte da complementarismo , separatasi dall’unità e giunge all’opposizione fin quando , DATO CHE QUEL CHE E’ IN ALTO E’ COME QUEL CHE E’ IN BASSO INVERSAMENTE , si raggiungerà l’uniformismo che è chiaramente il riflesso oscuro dell’unità.

      A darne una lettura scorrevole e “storica”.

      Non cadere nella superstizione della vita!

      FORZA!
      A te come a me, e che Dio ce la mandi buona!

  13. Antikosmikos scrive:

    Questo universo non è affatto opera di Dio, ma di Satana. Così i nostri corpi nati dalla corruzione: la carne è carcere e tomba dello Spirito. Noi vediamo che quanto ci circonda è merda, e possiamo accorgercene solo perché il nostro Spirito viene da un universo differente. Satana ha rubato lo Spirito al Cielo e ho ha rinchiuso nel fango corporale. Per noi Credenti dei Buoni Uomini, l’origine del Male non è mistero.

  14. Ci sono tante risposte, anche nello stesso cristianesimo, dunque è come se non ci fossero risposte.
    La più banale è che il progetto divino fosse perfetto, ma che poi Satana sia stato il promotore e il responsabile del male. Ma allora si configura un dualismo: Satana, capace di rovinare i progetti divini, si dimostra potente quanto Dio stesso.
    Si è anche risposto (col secondo racconto della Creazione e la Caduta) che il male non doveva esserci nel mondo, ma che è frutto del peccato dei primi uomini che si trasmette ai posteri e che causa l’ira divina. Da un lato non si capirebbe come mai Dio punisca i figli per le colpe dei padri, dall’altro c’è bisogno che si creda nel creazionismo (con tutti i problemi scientifici – spero – evidenti).
    La risposta precedente è stata emendata sostenendo che in realtà il peccato originale sia una macchia che caratterizza ogni singolo uomo sulla terra alla nascita e che quindi Dio punisce l’umanità peccatrice col male. In alternativa, è l’uomo che col peccato introduce il male nel mondo.
    L’ultima affermazione costringe quindi a ricordare che Agostino divise chiaramente il male morale dal male fisico. Il primo è l’intenzione umana di compiere qualcosa di sbagliato moralmente e può benissimo non tradursi in un male fisico (posso cercare di uccidere un uomo gettandolo in un pozzo, ma lui non muore e anzi trova un tesoro che fa il suo bene), così come il bene morale può tradursi in male fisico (cerco di fare il bene di un uomo e invece gli faccio del male per mio errore). Dunque, se il peccato del’uomo è la causa dell’ingresso del male morale nel mondo, occorre richiamare in gioco Dio per trovare la ragione del male fisico che, come detto, non è necessariamente conseguenza ed effetto di quello morale: le tragedie naturali da un lato lo dimostrano e dall’altro si può osservare che basterebbe che Dio impedisse che le cattive intenzioni si traducano in male fisico per lasciare la libertà all’uomo e nello stesso tempo garantire il bene di tutti.
    Si è quindi giustificato il male (Giobbe) proponendolo come una prova a cui Dio costringerebbe il giusto per poi premiarlo con la felicità eterna, parallelamente a ciò che teorizzò anche lo stoicismo. Ma allora avremmo una divinità che, lungi dall’essere amorevole, costringe di proposito l’uomo alla sofferenza, non per salvarlo (potrebbe salvare tutti!), ma per dargli l’occasione di cadere in fallo e dannarsi.
    Si è anche detto (è la tesi dell’Apocalisse) che la Storia sia inconoscibile per l’uomo e incomprensibile (il libro dai sette sigilli…): solo Dio conosce la visione d’insieme e solo Lui comprende il senso del male fisico nel mondo, mentre l’uomo deve limitarsi ad avere fede e riconoscere il proprio limite. Come si vede, è un atto di fiducia infinito nei confronti di Dio.
    Elaborando la spiegazione, si è giunti fino a considerare il male inesistente (Eckhart, Leibniz), niente altro che un effetto della nostra incapacità di cogliere il fine per cui certi fatti accadono. E’ del resto coerente con la definizione kantiana di male come ciò di cui non comprendiamo il fine e la ragione di essere. Ma è proprio vero che il tutto sia buono e che l’imperfezione sia solo apparente? Non può essere l’esatto opposto, che l’Universo sia marcio e che il poco bene che vediamo sia frutto della nostra miopia? Il dualismo farebbe pensare in tal senso.
    Personalmente, credo che l’insieme sia neutro: bene e male sono due categorie che costruiamo a partire da una media di ciò che accade. Noi non consideriamo male il fatto che un uomo non possa spiegare le ali e prendere il volo, mentre consideriamo negativo il fatto che una persona sia zoppa; non vediamo il male in una morte a 100 anni, ma in una morte a 70 (che invece nel Medioevo era giudicata assolutamente normale); se tutti fossimo ciechi, non giudicheremmo la cecità un male, mentre la consideriamo tale in un mondo che vede.
    E’ questa una visione sorda ai mali del mondo? Oppure è appunto la nostra capacità di identificare qualcosa come male lo strumento che Iddio ci ha donato per migliorare l’esistenza dell’uomo? Solo Dio lo sa.

  15. mirkhond scrive:

    Mauricius e Jam, da prospettive apparentemente lontane, Cattolicesimo e Islam Ismaelita, giungono alla stessa sostanziale conclusione, e cioè il male come incidente di percorso necessario sul cammino di Dio….
    Del resto è ciò che dice Gesù quando parla della via stretta, piena di inciampi, buche, fossi, sterpi e rovi, per arrivare alla porta stretta del Paradiso…
    Ignazio Silone che tra i 15 e i 32 anni visse le esperienze più spaventose e drammatiche della sua vita, drammi che lo portarono sull’orlo del suicidio. In seguito ad una terapia psichiatrica con Gustav Jung, arrivò alla riscoperta di Cristo, di un Cristo che salva attraverso il male, e nei suoi romanzi, in cui mescola elementi autobiografici alla fiction, Silone ritorna sempre sull’espiazione delle colpe umane, sul bisogno di purificazione attraverso eventi drammatici, senza i quali l’uomo non potrebbe salvarsi. Luigi Murica si fa uccidere dai fascisti con un supplizio di tipo tartaro, facendosi schiacciare avvolto in una coperta, per non rivelare il nascondiglio del leader comunista Pietro Spina, come aveva fatto Ivan Susanin con i Polacchi per nascondere lo zar Michele, e per espiare la colpa di essere stato un soffia, un ruffiano della polizia, avendo venduto molti compagni perchè fragile e incapace di reggere alle botte subite in un commissariato anni prima, oppure l’agente segreto fascista Cefalù, infiltratosi in una comunità di antifascisti esuli in Svizzera, che, innamoratosi della figlia di uno di questi, e affezionatosi alla famiglia di lei, ignari tutti, e che lo avevano accolto come un figlio, Cefalù dicevo, alla fine non regge a tanta doppiezza e la fa finita, proprio per non tradire nè i suoi superiori, ma nemmeno coloro che gli vogliono bene…
    Silone con questi esempi di “scrittura creativa” cercò per il resto della sua vita, di trovarci un senso ad una vita bruciata, una vita segnata da drammi familiari e dal doppiogiochismo
    Una salvezza, un cammino di fede passato attraverso un grande dolore, ma a volte il dolore è troppo, è insopportabile….
    Ecco perchè mi colpisce il professorino del film Centochiodi di Ermanno Olmi, il quale afferma che sarà Dio un giorno ad essere processato, a darci le spiegazioni per le tante, troppe sofferenze che ci ha inflitto o ha permesso che ci venissero inflitte..
    Se il male è il prezzo della nostra libertà, è un prezzo davvero molto pesante…

  16. jam... scrive:

    ..il male x’ la terra non é ancora il paradiso
    ..il male x’ la terra non é ancora shamballah
    ..il male x’ la terra a differenza del paradiso é un luogo di ricerca
    ..il male x’ attraverso la creazione si é prodotta la dualità, e la dualità ha in sé un attimo cosmico di imperfezione, essendo LUI Unico
    ..il male x’ Dio creando si é “abbassato”
    ..il male affinché avvenga la ricerca, ed il male sia sconfitto, ed il bene trionfi palesemente
    ..il male x’ il male non é assoluto e, sia chiaro, agli occhi degli “innamorati” il male non esiste: loro sanno vedere oltre, sanno che il male
    é soltanto la dura scorza del dolce frutto, il riccio spinoso della dolce castagna, la legnosità nella quale é avvolta la ricchezza della noce
    ..il male é un’incidente necessario senza di lui la creazione non sarebbe stata possibile, senza di lui saremmo sempre rimasti non nati, Dio non avrebbe mai potuto guardarsi nello specchio, sarebbe rimasto un Tesoro Nascosto e l’Amore non sarebbe stato compiuto, ma soltanto pseudo e imperfetto
    ..il male partecipa alla perfezione, e permette il passaggio da questa “non esistenza”, alla possibilità di essere ad “immagine e somiglianza” dell’Amore
    quando Adamo ed Eva erano nel paradiso terrestre, non erano ancora compiuti in quanto esseri Umani Totali ma erano ancora come robot che gioivano di una beatitudine insipida a confronto di cosa la Vera Beatitudine E’…
    ..
    ..il male x’ Dio é innamorato, e quando si é innamorati si commettono sempre certe “follie”…
    ..15 gg. fa scivolando sugli scogli mi sono rotta il braccio, mio marito ha detto che é Iddio che mi punisce x’ sono cattiva. Io penso invece che il mio angelo custode mi abbia dato una spinta x farmi riflettere ancora di più sull’irrealtà di questa realtà..
    …il male x’ c’é ben altro…
    ciao,,, mentre non sapevo che rompersi le ossa fosse cosi dolorosooo

  17. jam... scrive:

    …@ Mirkhond

    un prezzo pesante?
    ma pesato con quale bilancia???

    Lalla Arifa (1326) dice:

    “a volte mi riempiono di rimproveri o m’insultano
    che facciano come vogliono.
    a volte mi adorano e mi offrono dei fiori.
    nella mia purezza
    sono indifferente alle calunnie ed alle lodi”
    ( che é come dire : nella mia purezza sono indifferente alla gioia o al dolore!
    capisci il salto di qualità che questa donna ha compiuto???)

    ciao

    • daouda scrive:

      MIrkhond Jam ha detto donna e non uomo! Capisci quanto sia benedetta , quanto sia venerabile, e che frutti ha dato?!

    • mirkhond scrive:

      Per Jam

      Non ho il piacere di conoscervi personalmente, te e la tua famiglia, ma penso che tuo marito abbia fatto una battuta…
      Se sei cattiva tu, Totò Riina si sarebbe dovuto sfracellare da un pezzo….
      In bocca al lupo per una pronta guarigione!
      ciao

      ps. Sono sempre più convinto che il Papa dovrebbe riceverti per apprendere attraverso te, i tesori di mistica orientale, di cui ci rendi partecipi su questo blog.

    • Angela da Foligno, pochi anni prima, parlando dell’unione con Dio (che per lei era anche fisica, perché l’amore, quello vero, è totale e travolgente):

      “rimango tanto contenta e angelica, che voglio bene ai rospi, ai serpenti e anche ai demoni, e qualsiasi cosa vedessi fare, anche il peccato mortale, non mi dispiacerebbe, cioè non ne proverei rammarico, credendo che Dio giustamente lo permette.”

  18. maria scrive:

    E’ bello leggervi:-)
    Io non ho mai capito il perché della presenza umana sulla terra , siamo frutto del caso o di qualche misteriosa necessità come sosteneva Monod ?

    Il suo libro fu attaccato un po’ da tutti, perchè nessuno riesce a sopportare la marginalità degli esseri umani nell’universo e soprattutto la loro morte, è molto difficile considerarsi soltanto materia e difficile credersi anche anima che non muore e così spesso rimaniamo così senza sapere bene, e i più grandi, scrivono letteratura, compongono musica, fanno arte, elaborano grandiosi sistemi filosofici o religiosi che possano sostenerci o distrarci.

    Mi piacerebbe pensare come jam che leggo sempre con grande stupore e meraviglia ,ma sono troppo pessimista e come quel grandissimo pensatore francese anch’io nella mia estrema pochezza posso solo dire ” il silenzio eterno di quegli spazi infiniti mi sgomenta”

    maria

    • A me provoca l’effetto opposto pensare che un esserino minuscolo e insignificante agli occhi dell’Universo immenso abbia le capacità dell’uomo. Siamo esseri senzienti, gli unici di cui si abbia notizia, siamo “soggetti” (filosoficamente parlando), mentre tutte le altre cose sono “oggetti”, siamo morali, mentre tutto il resto, qualunque cosa compia, la compie nell’indifferenza. Infine, abbiamo Dio: che sia stato Lui a trovare noi o che siamo stati noi a inventare Lui, solo questo ci rende speciali e superiori al resto dell’infinito.

      Sono un po’ pascaliano: se l’uomo si affossa, mi sento in dovere di elevarlo 😉

  19. Karakitap scrive:

    Verissimo, se non ci fossero queste molteplici forme di distrazioni, la vita sarebbe certo più monotona ed infinitamente più triste di quanto già non sia.
    Però poi il pensiero della fine di tutto batte il resto.
    Salutoni, Karakitap

  20. maria scrive:

    @mauricius

    anch’io lo sono un po’ pascaliana, infatti la frase che citavo alla fine del commento era proprio di Pascal:-)
    maria

    • Francesco scrive:

      Preferisco la reazione di Leopardi, di fronte alla luna, la trovo più ragionevole.

      Anche perchè io di carattere sono radicale e per me Nulla significa proprio Nulla, non “vabbè adesso devo andare a comprare il giornale e il pane poi ne riparliamo”

  21. jam... scrive:

    @ Mauricius
    … non soltanto l’uomo é soggetto, tutte le altre cose, cioé la natura , non sono soltanto oggetto, ma anche soggetto: ogni fiore, albero, montagna, fiume, ed anche il regno animale é investito-impregnato di essenze angeliche con un grado sottile di sensibilità e quindi di “filosofia”. I fiori sono impregnati di sensibilità e non conoscono l’indifferenza, mentre l’uomo si, lui, lontano dalla sua essenza puo’ davvero essere indifferente.
    Tutto l’universo é sensibile, anche un albero é un filosofo x’ racconta i pensieri divini : certo l’uomo é il solo a poter scegliere ad un livello altissimo e puo’ diventare “creatore”.
    Tutta la natura é nell’uomo, il fiore che il nostro sguardo incontra, prima di essere nel paesaggio della terra, é già in quello della nostra anima e del nostro cuore, non vediamoci diversi: una natura inquinata é il corpo dell’uomo ad essere oltraggiato; e le cattive azioni degli umani, anche quelle che sembrano non emettere sostanze tossiche, in realtà inquinano…
    ciao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *