Ore 8.30.
Cammino assieme a un mio amico albanese, che sta portando sua figlia alla scuola elementare. Siamo quasi all’ingresso, stradina stretta, piena di bambini e genitori.
Sento alle spalle una moto che arriva rombando, contromano.
Mi giro.
C’è sopra un giovane babbo, italiano souchien, che sta portando la figlia a scuola.
Gli dico: “guardi che questa strada è a senso unico!”
Lui, sorridente: “Grazie, lo so”.
Il souchien scende con la figlia dalla moto.
“Volevo dire che è a senso unico nell’altro senso!” gli faccio.
“Lo so, so leggere i cartelli”.
“Guardi che è illegale e pericoloso, con la strada piena di bambini!”
“Io a lei l’ho sfiorato? E allora non rompa i coglioni!” mi fa, mentre sua figlia ascolta e impara.
Il mio amico albanese bofonchia: “qui nessuno rispetta le regole!”
Non ha capito che queste sono le regole.
Come dice un sito neocon a caso (Facebook, gruppo No alla Turchia in Europa):
“Se sapremo fare capire agli immigrati e in particolare ai musulmani che qui ci sono le NOSTRE REGOLE e vanno rispettate allora l’ integrazione e la convivenza saranno possibili e il risultato sara’ il linea con quello che noi oggi siamo ..eccellenza di democrazia e liberta’ uguaglianza garanzie e diritti ma con DNA ”occidentali” daltronde mi sembra lapalissiano e di buonsenso vieni qui a casa mia…vivi qui in occidente…ma allora se ti accogliamo come un FRATELLO … perche’ vuoi cambiare le nostre regole e non accettarle??????”
Complimenti vivissimi!
Lei ha appena scoperto l’esistenza degli stronzi.
La avvisiamo, peraltro, che non può rivendicare alcun diritto al riguardo perchè non è il primo a rivendicare detta scoperta.
PS “queste sono le regole” un cazzo, si tratta di ricordarsi che la guerra di resistenza contro gli stronzi non finisce mai, anche se non è possibile ottenere una vittoria definitiva.
Francesco, non fingere di non aver capito.
Il punto è il modo in cui alcuni segmentano (per usare un orribile sociologismo) la popolazione in stronzi e non stronzi. Guarda caso la prima categoria si sovrappone, molto spesso, a quella degli extracomunitari, e vi coincide quasi esattamente se si tratta di “islamici”.
Comunque, mi incuriosisce come la retorica islamofoba abbia fatto propria la categoria delle “regole”. Per lo meno in Italia, soprattutto da parte di certi ambienti (penso in primis a Comunione e Liberazione), c’è stata per lungo tempo un’aperta polemica contro il “moralismo” della sinistra, inteso come astratto (quando non dannoso e – va da sé -“giacobino”) legalismo, contrapposto retoricamente a un’attenzione concreta alla persona. A prescindere da quanto ci sia di vero in questa critica, quel che noto è che alla fine si può sempre dire tutto e il contrario di tutto secondo la convenienza o il momento, senza mai pagare dazio a quel minimo di coerenza necessario per una discussione razionale.
Oggi l’invocazione delle “regole” è sistematica ogniqualvolta si affronti il problema dell’immigrazione. Il sottointeso è che gli immigrati non le condividono – e pertanto non le rispettano. Ma ha ragione Miguel a raccontare episodi come questo, perché anche se sostituiamo la parola magica, “regole”, con l’altra parolina magica di moda, “cultura” (occidentale, anche questo va da sé), quel che emerge è che noi italiani condividiamo è il disprezzo per le regole. Non voglio fare un discorso qualunquista, ma davvero non so come un paese come il nostro possa gonfiare il petto parlando di regole agli immigrati.
Un prova del nove potrebbe essere la presentazione di una lista “islamica”alla prossime elezioni comunali a Milano. Non credo sia una novità totale, ma lo è per una città così grande, in cui si fa a gara a chi la spara più grossa sugli extracomunitari. Ovviamente è un piccolo cortocircuito, perché cosa puoi obiettare a uno che, per “cambiare le regole”, vi si sottomette nella maniera più democratica possibile? C’è già chi dice: “non se ne sentiva il bisogno”. Come volevasi dimostrare.
Per Val
”Per lo meno in Italia, soprattutto da parte di certi ambienti (penso in primis a Comunione e Liberazione), c’è stata per lungo tempo un’aperta polemica contro il “moralismo” della sinistra, inteso come astratto (quando non dannoso e – va da sé -”giacobino”) legalismo, contrapposto retoricamente a un’attenzione concreta alla persona.”
Concordo al 100%. Di solito quando si parla male delle regole e’ per giustificarne la violazione, in nome di questo o di quel Valore Indiscutibile. Non diversamente facevano gli stalinisti quando negavano la necessità della scelta dell’avvocato difensore da parte dell’imputato; giustamente i CL erano chiamati agli inizi ‘stalinisti di Dio’. Del resto, credo che il periodo cui ti riferisci tu sia stato quello del processo ad andreotti. Vedremo se si diranno le stesse cose adesso che è in dubbio la legittimità dell’elezione di formigoni.
Ciao!
Andrea Di Vita
IO, e non parlo certo per CL, se qualcuno cerca ancora di sovvertire i processi democratici con motivazioni formali e decisioni staliniane, mi incazzerò abbastanza. Fossero pure tutte false le firme a sostegno delle liste di Formigoni, se non mi fanno votare di nuovo la prenderei male, molto male.
Il legalismo è una delle malattie mortali d’Italia, a cui si reagisce aumentando le leggi e le regole, a vessazione dei poveri pirla e senza infastidire i criminali. Non so se alla sua base ci sia un errore culturale o la cricca degli avvocati 🙂
Saluti
Non sono d’accordo.
La segmentazione della popolazione tra stronzi e non stronzi non ha nulla a che vedere con la paura dei musulmani o degli extra-comunitari. E’ un altro piano.
Anche quelli che ne sono terrorizzati non accuserebbero i musulmani di essere stronzi, se non arrivandoci per vie traverse (tipo che picchiano la moglie – ma gli stronzi in verità sono quelli che fanno qualcosa contro di NOI).
Forse però sono rimasto indietro e oggi gli stronzi sono i poveri pirla che ancora obbediscono alle regole (non passare col rosso, pagare il biglietto, e così via).
Ciao
Per Francesco
Concordo con te al 100%
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Francesco
D’accordo su tutta la linea.
bel post , meglio di qualsiasi saggio in tema
maria
Grazie, Maria… ma il merito non è mio: hanno fatto tutto il motociclista e il sito anti-Turchia, non ho aggiunto né tolto nulla.
Dimenticavo, a proposito della citazione da “No alla Turchia”, si potrebbe organizzare un corso d’italiano per souchien, magari lo potrebbe tenere il nostro albanese Ritvan?
Sempre a proposito di cultura italiana, un’amica mi gira questo, invito anche voi a firmare:
Salve a tutti,
una collega ha fatto girare questo link per firmare l’appello per non far chiudere la biblioteca nazionale di Firenze. Ricordo che in tutta Italia ce ne sono pochissime e “ospitano” libri di valore inestimabile. Per favore, firmate anche voi.
grazie
http://www.rfkennedyeurope.org/index.php/component/option,com_petitions/id,235/lang,it/view,petition/
La petizione è scritta con i piedi, mettendo insieme buonismo e incomprensibilità. Ecco una riscrittura del mio invito a firmare:
A parte il linguaggio buonista-stucchevole e la scarsa chiarezza della petizione stessa, mi sembra un’ottima iniziativa per salvare la Biblioteca Nazionale di Firenze, con tutto il parlare di “valori” e “identità” che c’è in giro, danno i soldi alla Sagra della Ferrari, e li tolgono proprio al centro della cultura scritta dell’Italia:
http://www.rfkennedyeurope.org/index.php/component/option,com_petitions/id,235/lang,it/view,petition/
Una spiegazione più chiara del problema – i fondi dimezzati in un anno- si trova qui:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/01/una-petizione-online-per-salvare-la-biblioteca-nazionale-di-firenze-dai-tagli-di-sandro-bondi/65892/
Per Martinez
Appello firmato e diffuso in rete (anche via Facebook…)
Ciao!
Andrea Di Vita
Perché Miguel non ti è venuto in mente che lo stronzo in realtà saresti potuto essere tu?
Tutto ciò sempre secondo le regole. Saluti
p.s. stucchevole il riferimento alla bambina che avrebbe chissà cosa di negativo da imparare dal padre
Per Daouda
Guarda che siamo d’accordo.
Ho detto che secondo le vostre regole, i motociclisti che vanno contromano in mezzo ai bambini hanno ragione.
E, sempre secondo le vostre regole, i genitori fanno bene a insegnare queste regole, nonché il turpiloquio, ai propri figli seienni.
Siamo noi che fatichiamo a volte a integrarci.
[…]
Un mulo vecchio
Di carichi eccessivi, di percosse
Svezzato presto
Non indugia a dolcezze, rotto all’incanto
Avvezzo alla brutalità al disprezzo…
Tra fremiti di bestie camion gas clacson
Vociare di mercanti a contrattare macellai
Fidanzati per mano famigliole festanti
Di sguardi petulanti botte a chi
non ubbidisce insulti
Residui di carovane in viaggio
orde dirette ad inseguire il
sole…
Occidente
Occidente
Alla guerra alla gloria alla storia…
Luogo da qui non giunge suono
Luogo perduto ormai…
dal Consorzio Suonatori Indipendenti
15 anni fa.
Ciao Miguel,
Ci siamo conosciuti via e-mail riguardo un articolo di Tiqqun.
Ti faccio i miei complimenti per questo post e per quello precedente: stai facendo un ottimo esercizio di decostruzione di quelle orripilanti retoriche che quotidianamente ci assillano.
Al primo commento risponderei: non si tratta di scoprire che esistono gli stronzi. Sarebbe un esercizio vano, inutile, ma soprattutto supponente.
Io mi chiederei piuttosto: quanta stronzaggine c’è in me? Quanto “mondo”, quanta “vita”, quante amputazioni di sè sono implicate nel divenire così stronzi?
No.
Non mi piace proprio sta robbetta da radical checche perché la puzza di falsità trapassa addirittura il digitale.
Sta retorica ha stancato.
D’altronde non è che io voglia fare l’elogio del torpiloquio o della maleducazione in sé, semplicemente IL MODO in cui TU stai criticando ( come alcune risposte in questi commenti ) svela altro e soprattutto rende esattamente l’impressione che di solito si ha quando si è difronte ad un supponente con mani di velluto per uno scopo alquanto laido e padronale ( indipendentemente dalla sua coscienza al riguardo ).
Questo per rimanere sulla “stronzietà” oppure sull’astratta concezione di chissà quali fantomatiche regole che dovrebbero , grazia vostra, calar dal cielo, come sul buonismo che vi sentite obbligati a dare per ogni poveraccio che traversa il mare per venire qui.
Quale motivo per tanta superiorità che ci si dà proprio alla luce di tali giudizi valoriali?
Sono curioso visto che , a rigore, meglio un ignorante che uno pseudo sapiente su concettualità fallaci e strumentali.
Poi…Come si potrebbe vivere senza regole?
Ancora sono molto curioso dacché disattendere le regole è comunque averne.
Ribadisco Miguel.
Lo stronzo sei stato tu in ottemperanza alla natura stessa di ciò che è il codice della strada…un’altra regola calata dal cielo…Si dirà forse che quello permette una convivenza ma ciò è errato perché non si può ontologicamente avere niente di conviviale se “cala dal cielo”.
Io preferisco la realtà dura e cruda.
Chiudiamo tutti i rubbinetti di Gas all’Italia, evacuiamo le basi, e si dia il via alla carneficina.
Sarebbe opportuno però iniziare da voi pseudo chiacchieroni e non solo dalla feccia umana che impesta il paese che , detto tra noi, ha in sé una certa percentuale di individualità che sicuramente merita la morte.
Vedremo se poi se l’integrazione snaturante gli uni COME l’immigrazionismo danneggiante di per sé ( ed è questo che non volete capire ) gli altri si prostreranno al “peace and love”.
Vedremo…
Ora teniamoci due checche che neanche sanno appiccicare al muro un imbecille , e con goia alquanto infida rendono partecipi dei fessi che leggono su internet per disquisire sulle regole di chissà che.
Teniamoci un coglione che accompagna la figlia a scuola contromano in moto.Perché d’altronde , ma è bene non sottilizzare su temi molto più seri, la scuola è utile , è un obbligo della repubblica, come er codice lo è , vé ?
AAAAAAAAAAAAAA…
Per daouda
Forse c’e’ del vero in quel che scrivi, ma temo di non aver capito bene.
Prima dici:
”non è che io voglia fare l’elogio del torpiloquio o della maleducazione in sé”,
poi parli di:
”astratta concezione di chissà quali fantomatiche regole che dovrebbero , grazia vostra, calar dal cielo”.
Ma senza quelle ”regole” universali, quindi ”astratte”, non si danno ”turpiloquio” e ”maleducazione”, che ”in sè” sono appunto esempi di violazoni di tali regole.
Sono le stesse regole alla cui osservanza è tenuto tanto chi pratica il ”buonismo” tanto chi lo combatte.
Un esempio è proprio il ”codice della strada…un’altra regola calata dal cielo…”.
Sarà pure ”calata dal cielo”, ma chi non lo osserva spesso mette in pericolo la vita propria (poco male) e altrui.
E siccome la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri (altra regola astratta, per carità), mi sento liberissimo di definire ‘stronzeità’ la natura di chi va in moto contromano dove passano dei bambini per andare a scuola.
Magari anche Martinez è uno snob.
Cio’ non toglie in alcun caso che quel motociclista fosse sicuramente uno stronzo.
Ciao!
Andrea Di Vita
“”codice della strada…un’altra regola calata dal cielo…”.
Quello non era il Corano? 🙂
Per Daouda
1)capisco che non sei d’accordo con me
2) non ho capito assolutamente il tuo discorso.
Ciò può essere un mio limite, oppure semplicemente dovuto al fatto che non sei cresciuta in Italia. Ti invito a riprovare, scrivendo un po’ meno di getto. A proposito, se permetti, da quale paese provieni? Daouda lo conosco come la versione femminile, piuttosto rara, di Da’ud.
per Andrea
Speriamo che la nostra amica si spieghi meglio.
Intanto preciso che “stronzo” e “checche” sono per me legittime opinioni; “radicale” è invece una pesante offesa personale, che mi auguro che la nostra amica abbia commesso per scarsa conoscenza della storia italiana o delle mie posizioni personali, e che quindi faccio passare. Per adesso.
Sarah, lo zio confessa: “L’ ho uccisa io”
E’ emergenza zii assassini.
Secondo me Daouda è qualcuno che “non vuole fare l’intello”, o qualcuno che interpreta qualcuno che non vuole fare l’intello.
Ogni tanto si scopre qualcosa sul funzionamento del cervello della gente. Sul forum di Comedonchisciotte, si sta discutendo dell’omicidio di Sarah Scazzi, e un tale commenta:
Una vicenda come questa meriterebbe solo un doloroso silenzio ma forse il giornalismo non è fatto per il silenzio. Ieri Miguel Martinez ha invocato l’ingresso della Turchia nella UE solo perchè lui ed un suo amico albanese sono stati presi a male parole da un motociclista maleducato e in contromano.
C’è una sequenza di pensieri lì dentro che è eccezionale.
Altri commenti da Comedonchisciotte, che ha gentilmente ripreso questo articolo (un conto ovviamente è il sito, un conto i tanti che commentano):
Interessante questo articolo che dimostra come questo Martinez (che cognome è Martinez?) non è altro che un globalista saccente non diverso da Soros o Obama. Cosa c’entra un episodio di maleducazione con il NWO? Poichè l’immigrazione selvaggia e l’ingresso della Turchia nella UE fanno parte della cospirazione globale cui questo Martine inneggia. Le ‘regole’ cui egli impudentemente fa riferimento non sono certo quelle della strada ma quelle della schiavitù al sistema finanziario mondiale per non dire dell’impianto del microchip. Guardatevi da questo Martinez.
Veramente Daouda è maschile ed è un nome senegalese, traduzione di David o meglio Dawud.
In Italia ci sono nato ed è almeno 4 anni che seguo e commento sul tuo blog firmato D. ; ddd oppure semplicemente con il mio nome.
Ora…quel che volevo trasmettere ( perché effettivamente non si trattava di un vero e proprio comunicare ) è che in primo luogo la realtà che ci circoda è nefasta.
Essendo tale per molteplici ragioni ( scomodiamo chiunque abbia scritto un libro al riguardo rigettando ogni sua idealità di partenza ed ogni pseudo soluzione accettandone soltanto le più disparate analisi su ogni campo ) mi sembra molto buffo come anche ipocrita quel che tu hai scritto, come anche il giudizio dell’albanese tuo amico (così lo hai voluto descrivere ) accanto a te in quell’occasione.
Perché se quello che ha commentato su comedonchiscotte di sicuro sfarfalla , ha però scritto bene nel definirti a livello umano. Più che arrogante sei subdolo Miguel e ciò senza alcun riferimento alla tua storia, il ché , è ben peggio.
Con piacere potremmo dialogare digitalmente su queste mie impressioni se ti interessasse, poiché d’altronde sono fondate su vari piani , come dicevo prima riferendomi al sistema , e temi.
Potremmo, se vorresti, poiché è cosa talmente banale, e ci leveremmo la prova a conti fatti , dissipando i dubbi di Mamet ad esempio.
Difatti ti ho dato Miguel del supponete, attegiamento che in realtà è mio ( il ché non toglie che io possa esser preparato a dovere…) , come invece intellettualoide potrebbe essere il buon Pino poiché è molto spesso vero il detto ” quello che chiede chi abbia scureggiato, lui stesso l’ha fatta”.
Ciò oltre il fatto che debba ancora capire del perché si tende ad avere un blog su internet ( soprattutto per quali scopi oltre le mere “consolazioni” che esso comporta ).
Rispondendo ad Andrea esplicherò meglio il già scritto:
Innanzitutto dire astratto accostato ad universale è insensato.
Per quanto riguarda le regole io affermavo che:
a) quelle che abbiamo oggi non sono regole
b) disattendere tali regole non è erroneo
c) la maluducazione è da condannare proprio perché contro le regole quelle vere
Per quanto riguarda il pericolo. Eh no.
Se c’è il pericolo contravvieni alle Regole ( che per comodità, per capirci, per esagerare nella semplificazione possiamo scrivere con la R appunto ).
Se io contravvengo al rosso, al senso unico, al divieto di sosta, SENZA DANNO , dove sta il problema?
La differenza è abissale seppur la sovrapposizione gioca brutti scherzi e non rende chiarro il concetto.
Il problema è proprio in quel che scrivi: chi và contromano in una strada dove stanno i bambini con la moto è “stronzo”.
Non lo è invece, o per lo meno, non compie nulla di cattivo pur rimanendo stronzo ossia FASTIDIOSO PER TE ( anche per me ).
Perché se stesse davvero sbagliando caro Andrea dove sono le guardie atte a stabilire l’ordine?
Dove sta la tua mano?…Ancora attaccata al polso od incollata sul suo viso?
Perché altri ( altri intesi nel senso di tutti coloro che vivono tale situazione abitualmente e non il Martinez di turno che vive una volta all’anno tale situazione) non dicono nulla ?
Le regole vanno rispettate e chi sbaglia dovrebbe pagare.
Se stamo ad aspettà voi…troppa aqqua à dà passa sotto li ponti!
Ciò ribadendo appunto che quelle non sono Regole e che l’amico albanese di Martinez mi risulta un po’ patetico.
Il fatto che porti una figlia a scuola d’altronde lo conferma…quanti islamici hanno la cittadinanza italiana?
Essi sono per definizione APOSTATI ma sembra non interessare.
Essi si appellano allo stato, ai diritti ( !!! ) , quando questi sono sì delle astrazioni cadute dal cielo.
In ciò si riduco a feccia come la maggiorparte degli italiani. Se poi passare contromano ein moto ( senza casco of course ) diventa Regola , beh , stamo a bomba!
Grazie dello spazio.
Saluti
Per Daouda
”Rispondendo ad Andrea esplicherò meglio il già scritto:
Grazie. Ora ci vedo un po’ più chiaro.
”Innanzitutto dire astratto accostato ad universale è insensato.”
Questione di lessico, suppongo. Per me ‘astratto’ e ‘universale’ sono sinomini, di signiicato opposto all’altra copia di sinonimi ‘concreto’ e ‘particolare’.
”Per quanto riguarda le regole io affermavo che:
a) quelle che abbiamo oggi non sono regole”
Concordo, almeno nella maggioranza dei casi. Diciamo che quello che abbiamo oggi funziona da insieme di regole, ma differisce dalle regole vere e proprie perchè queste ultime sono universali mentre quello che abbiamo oggi vale solo per gli sfigati che -nell’esempio del codice stradale- non possono farsi togliere la multa da qualche santo in paradiso. Probabilmente èsempre stato così e sempre così sarà: cio’ naturalmente non toglie nulla alla necessità dell’esistenza di qualche regola, al cui rispetto universale ci si puo’ avvicinare indefinitamente come ad un ideale forse mai pienamente raggiungibile .
”b) disattendere tali regole non è erroneo”
Su questo posso essere d’accordo in qualche caso, ma non sempre, proprio perchè queste non son regole (v. più sotto dove sviluppo meglio il mio pensiero).
”c) la maluducazione è da condannare proprio perché contro le regole quelle vere”
Concordo.
”Per quanto riguarda il pericolo. Eh no.
Se c’è il pericolo contravvieni alle Regole ( che per comodità, per capirci, per esagerare nella semplificazione possiamo scrivere con la R appunto ).”
Qui il disaccordo fra noi è totale. La violazione delle regole non è la conseguenza dell’esistenza del pericolo: ne è la causa. V. più sotto.
”Se io contravvengo al rosso, al senso unico, al divieto di sosta, SENZA DANNO , dove sta il problema?
La differenza è abissale seppur la sovrapposizione gioca brutti scherzi e non rende chiarro il concetto.”
C’e’ una barzelletta Inglese sugli Italiani che risponde bene alla tua domanda.
Un Inglese viene come turista in Italia. Prende un taxi, e osserva che stupore che passa sempre col rosso agli incroci. Stupito, chiede il perchè al tassista. Quello risponde che in Italia fanno tutti così, e che pure suo fratello, tassista da una vita, si comporta alo stesso modo. Giunto ad un semaforo verde il tassista inchioda. Il turista chiede perchè se ci si fermi al verde quando si passa col rosso. Il tassista risponde:’Non si sa mai: dall’alra parte potrebbe arrivare mio fratello’.
La violazione di una regola da parte di uno non solamente spinge tutti a fare lo stesso, ma rende impossibile a chiunque di prevedere il comportamento altrui e di minimizzare di conseguenza i rischi che si corrono (in questo caso, nel traffico). Solo se tutti sono consci che tutti rispettano le regole, queste funzionano.
”Il problema è proprio in quel che scrivi: chi và contromano in una strada dove stanno i bambini con la moto è “stronzo”.
Non lo è invece, o per lo meno, non compie nulla di cattivo pur rimanendo stronzo ossia FASTIDIOSO PER TE ( anche per me ).”
Non è questione di fastidio ma di vero e proprio danno. Se so che per la strada girano persone come quel motociclista guido peggio e circolo molto meno tranquillo.
E’ come per il capitano della nave nel film ‘L’ammutinamento del Caine’ con Humphrey Bogart e Fred McMurray: a furia di aspettarsi tutta la vita un ammutinamento finiva con lo spingere davvero il suo equipaggio ad ammutinarsi.
La sfiducia nel rispetto altrui delle regole non soltanto spinge quasi irresistibilmente anche me a violarle, ma -quel che è peggio- distrugge preventivamente la mia capacità di sfruttare al meglio il bene comune (nella fattispecie, la strada).
Finisco anch’io coll’inchiodare al semaforo verde, quando altrimenti dovrei poter passare tranquillo.
Cio nonè fastidioso per me, ma per tutti indistintamente, perchè tutti indistintamente possiamo trovarci al semaforo verde.
A questo modo chi passa col rosso anche quando crede davvero che dall’altra parte non ci sia nessuno si comporta come quella persona che per rubare un bicchier d’acqua quando nessun altro ha sete distrugge un acquedotto: il danno alla convivenza civile è immensamente più grande del fatterello concreto in sè.
”Perché se stesse davvero sbagliando caro Andrea dove sono le guardie atte a stabilire l’ordine?
Il problema dell’Italia è proprio quello che dici tu: ‘dove sono le guardie’. In genefrale, come un furto rimane tale anche se è impunito, la violazione della regola di guidare contromano resta pericolosa anche se impunita, appunto perchè distrugge la coesione sociale he consente a tutti di passare serenamente ccl verde. Semmai, l’impunità moltiplica il danno: ecco perchè conta meno la severità della pena della sua certezza. (OT: Questo è l’argomento principe di Beccaria, che non a caso, da buon Illuminista, rivendicava la preminenza delle regole sui Valori a fondamento della vita comune FINE OT).
”Dove sta la tua mano?…Ancora attaccata al polso od incollata sul suo viso?”
Parla per te. Io quando ho visto all’opera schiamazzatori notturni e pedòfili li ho denunciati all’autorità di pubblica sicurezza.
”Perché altri ( altri intesi nel senso di tutti coloro che vivono tale situazione abitualmente e non il Martinez di turno che vive una volta all’anno tale situazione) non dicono nulla ?
Le regole vanno rispettate e chi sbaglia dovrebbe pagare.
Se stamo ad aspettà voi…troppa aqqua à dà passa sotto li ponti!”
Non dicono nulla appunto perchè la prolungata impunità distrugge la fiducia nella punibilità della violazione della regola, spingendo cosi’ tutti a inchiodare col verde.
Ciao!
Andrea Di Vita
….Se poi passare contromano ein moto ( senza casco of course ) diventa CONTRAVVENIRE ALLA Regola , beh , stamo a bomba!…
Daouda,
— Se io contravvengo al rosso, al senso unico, al divieto di sosta, SENZA DANNO , dove sta il problema? —
Le norme sul rosso e sul senso unico servono a prevenire un pericolo, non un danno.
Se investi qualcuno stracciando il rosso allora ti becchi un processo per lesioni colpose. Na cosa diversa 🙂
Z.
PS: Miguel, quel commento che hai citato mi ricorda quel gruppo su Feisbuc: “I comunisti sono tutti omosessuali, rimandiamoli al loro paese”. Geniale. C’erano degli esaltati che ci si iscrivevano convinti che fosse una cosa seria, e persino all’Unità ci erano cascati. Ma loro, si sa, ci arrivano sempre col treno della ghiaia…
Per Z
”omosessuali”
Qual’e’ il paese dei Comunisti? Cuba? Chi è che mi paga un soggiorno al Varadero?
🙂
Ciao!
Andrea Di Vita
Generalmente Cuba, o a volte la Russia, dipende.
Comunque hai notato che quando dici che sei comunista ti mandano sempre a fare dei gran viaggi? Per qualche motivo si presume che il comunista sia un abbonato Lonely Planet 🙂
Z.
Per Daouda
Senti un po’.
1) Se qualcuno, per risparmiarsi la fatica di percorrere 50 metri a piedi, si lancia con la moto contromano in mezzo a un gruppo di bambini, lo stronzo è lui, non io. Secondo le mie regole, che evidentemente non sono le tue.
2) La mia reazione è irrilevante: non sono l’oggetto del post e non l’ho raccontata. Non ho nulla in contrario a dare un pugno o a distruggere il veicolo di qualcuno in certi casi e l’ho fatto in altre circostanze; non l’ho dato perché c’era la bambina del mio amico.
3) Non mi hai ancora spiegato come ti sei permesso di darmi del “radicale”.
daouda,
chi passa con il rosso o va in motro contromano non è solo uno stronzo, ma un criminale.
perché una, due, tre volte ti va bene, ma prima o poi ammazzi qualcuno, e li sta il problema.
daouda ma ci sei o ci fai?
andare contromano in moto è da stronzi sempre, nei pressi delle scuole e anche altrove ,come per esempio sulle piste ciclabili dei ponti di firenze dove ciò avviene normalmente con il rischio di provocare un incidente gravissimo!
E secondo te questa pratica andrebbe bene fino a quando qualcuno non mi spiaccica sull’asfalto? Ma tu vaneggi altro che storie!!!
” come invece intellettualoide potrebbe essere il buon Pino poiché è molto spesso vero il detto ” quello che chiede chi abbia scureggiato, lui stesso l’ha fatta”.”
Dissipo subito i tuoi dubbi: visto che del tuo intervento non ho capito un cazzo, cioè, me ne sfuggiva completamente la logica, ho pensato che tu fossi un provocatore, semplicemente perché so di altri blog che sono stati presi di mira in questi giorni.
Tutto qua.
PS
Non ti capivo neanche come D.
Rispondo un poco a tutti e con vivo ( vorrei vedere diamine! ).
Preciso solo che desidererei essere cordiale ma per problemi di personalità ( io) come di mezzo ( nostro ) come di cazzate ideologiche quindi di malafede ( vostro) ciò non è né opportuno né , sinceramente, auspicabile.
Grazie.
x Maria:
No. Non è gravissimo in sé dacché la gravità ed il rischio sono MOMENTANEI. Passare con il rosso alle ore 04.00 in una strada sperduta di campagnia è cosa DOVEROSA; in città in un incrocio non pericoloso alla stessa ora è cosa ovvia.
Troppo spesso invece degli imbecilli aspettano il proprio turno ( prendo il caso del semaforo perché è il più emblematico ) IN OGNI CASO.
Ciò ci porterà ad una situazione stile danimarca o paesi similari. Lobotomizzazione.Da noi c’è la possibilità del menefreghismo spinto? HO GIA’ SPECIFICATO che ciò è non solo da avversare ma da COMBATTERE fattualmente, cosa che ho riproverato a Miguel di non aver fatto se si avrà l’accortezza di ri-leggere il mio intervento secondo questa logica che spero di aver reso più chiara.
Rigiro a te la domanda. Ciao.
x Pino:
Va bene. Non era però un dubbio quanto una eventualità che con la tua smentita mantiene ad ogni modo le stesse probabilità.
Auspico non sia così per venirti in contro.
Ad ogni modo io sono in un certo senso un provocatore argomentando nella mia tortusità che alle volte si palesa, innegabilmente.
x roberto:
Credo di aver già risposto più sù.
Il problema , come specifichi, stà lì dov’è giust’appunto. Se non c’è , dov’è?
E’ ipocrita ragionare come ragioni tu.
Sarebbe più onesto affermare quel che affermi riferendosi al codice della strada, ossia giungendoci in modo indiretto.Infatti il codice organizza.
Quando non c’è però bisogno di organizzare, quando non è necessario, può venir soppresso.
Inoltre questa logica che porti in essere esprime un’assolutizzazione che in sé è totalitarista, totemistica, superstiziosa utile a non riflettere.
Non che tutti lo debbano o lo vogliano fare, non che sia così importante essendo anche il ragionare un gran bel feticcio stile “anime belle”, ma ci vuole elasticità, ovunque ed in ogni campo.
Il fazioso non può esserlo per definizione; neanche l’idiota. L’idiota però ha dalla sua un certo buon senso ( almeno finché la sussunzione di questa nuova società post-industriale l’ha reso possibile ) e una patente inautorevolezza, cosa che i fichetti di ogni tipo invece si procacciano.
Ciò è “pericoloso” o più che altro patetico.
x Miguel :
Miguel tu racconti e sei bravo a raccontare secondo quel che vuoi trasmettere. Si capisce dove tu vada a parare già da ciò senza doversi soffermare sulla tua vita individuale che può solo colorire quel che già traspare da certa idealità illogica ergo faziosa.
Io semplicemente non c’ero. Quante volte può essermi capitato, in dinamiche diversissive per via della diversa esperibilità di ogni evento ma al contempo similari secondo il riferimento e la situazione presa in atto?
Alle volte non c’era nulla di irregolare, alle volte sì. Mi sembra banale.
Ho ribadito che le Regole ( con la R ) sono comuni a tutti. Queste sono Regole di tal tipo ( ti dispiace che ti abbia rigirato la domanda?) ?
Per quanto riguarda la tua reazione essa è molto rilevante invece.
Difatti la riporti qui e la rendi un dibattito virtuale per foraggiare la tua critica rispetto alle discriminazioni , rispetto a minoranze oppresse. Alquanto sproporzionato, in sé.
Indipendentemente dal fatto che per uccidere o picchiare o sfondare qualcosa ci debba essere un motivo , non è quel che hai fatto o non fatto il problema ( darti del coniglio è cosa questa sì irrilevante poiché frutto per forza di cose della mia immaginazione ), ma la tua interpretazione dell’evento.
Si possono interpretare liberamente gli eventi? Sì nella possibilità di farlo, no nel pretendere che la propria visione sia valevole.
Ritenere ( l’ho scritto altrove … … ) che un lampione sia albero non è cosa che meriti considerazione né spazio libero dove prevalere essendo un’assurdità.
Quando individualità , alla luce di proprie distrofie , danno vita ad azioni esse possono nuocere e vanno fermate.
E lo stronzo che arreca un pericolo ( quando lo arrechi ) e l’imbonitore che manipola un certo tipo di psichismo per eventuali scelte di campo ( che oggi si usa chiamare politiche ). Tale ultima parte è indipendente da te che semmai risulti essere un tramite per quanto tu possa ( come te altri in vari gradi, livelli e ambiti ).
Per dirti, in sincerità, nell’alimentare un’incompresione , una mia vanità o perlomeno una comunicazione farlocca IN QUESTO ORA io sono di certo una pedina.Ciònonostante , oltre ciò, quel che affermo non è erroneo.
p.s. Radicale in che senso?
p.p.s Quando ho scritto che lo stronzo eri tu ciò è da localizzarsi nella tua protervia poiché la tua protesta mi trovava e trova del tutto concorde come d’altronde mi trovava e trova concorde il commento del tuo amico, stronzo anche lui però, perché burino.
x Z :
Ma lo so 🙂 . Non neghiamo che il codice esiste soprattutto per organizzare .Potremmo non avelo e vivere a zonzo per la strada…ciò non toglierebbe niente al DOVERE di ognuno di pagare per gli incedenti di ogni tipo e gravità qualora accadessero ( in tal caso fantasioso…quasi sempre! ).
x Andrea :
( Non ho capito la tua prima riga )
Bah. Avrei delle riserve per l’utilizzo del termine concreto per come lo lasci suppore. Più concreto dell’universale “vedo” ben poco.
Di conseguenza rappresentarselo come astratto ( per l’appunto ), ideale o cos’altro è robbetta tipica da hegeliani od idealisti.
In definitiva si cerca la perfezionabilità poiché la perfezione è irragiungibile scordandosi che , così presupponendo, l’impalacatura logica è già crollata.
Concordando più o meno su quel che scrivi riguardo tali regole, ben sò che son cose a cui attenersi sia perché FATTUALMENTE compartecipanti del nostro vivere ed essere, sia per via dei pericoli ( come da retorica ), sia per via delle conseguenze varie.
Ciò non toglie che esse siano DOVUTE solo in determinate situazioni ( quali e quante non interessa ) .
Lo stesso esempio di Miguel può essere vissuto come situazione accetabile o non accettabile. Bisognerebbe però esserci stati e non solo una volta, ma viverla tale situazione.
Allora e solo allora si passa dalla regola alle Regole, altrimenti come si suol dire, si ha lettera morta oltre che assolutizzazione di un qualcosa che , oltretutto, è alquanto infimo come materiale su cui operare( SEPPUR E’ DALLE PICCOLE COSE CHE… ) .
Per quanto riguarda ciò che esprimi con la barzelletta inglese ciò mi trova totalmente d’accordo.
Infatti il mio affermare “SENZA DANNO” è chiaramente o in una situazione innocua per via del consolidamento di un’abitudine contro-norma oppure per via della disattesa necessità delle funzioni delle norme in situazioni particolari ( come ne ho fatto riferimento a Maria ).
Non faccio il capitalista, stai tranquillo!
Concordo poi con una cosa molto molto molto importante che riporto :
“La violazione di una regola da parte di uno non solamente spinge tutti a fare lo stesso, ma rende impossibile a chiunque di prevedere il comportamento altrui e di minimizzare di conseguenza i rischi che si corrono”
E’ per questo che i vizi FURONO usualmente privati, non credi?
Di seguito.
Permettimi di esprimere invece il mio riserbo sul fatto che SAPERE che in giro ci siano tanti coglioni sia negativo. Ciò è ovvio ma essi non mancheranno mai. La loro funzione è anzi necessaria affinché coglioni non si sia e si rimanga sempre guardinghi.
Sottovalutando si apre il baratro della diffusione massiva ( almeno sotto certi aspetti, più o meno ).
Per quanto riguarda le guardie, essa era una domanda gettata un po’ così.
E’ d’altronde sia benevola che malevola, in sé, come istituzione la polizia per molteplici ragioni.Potremmo ad ogni modo riaprire una diatriba come questa poiché c’è momento e situazione che implicano la delega , altre invece necessitano di propria iniziativa.
Chi non vive un’ambiente però non può agire nella legittimità.
Proprio per questo tendo a non considerare molto le guardie mentre ammiro la giustizia “fai da te”( ma che vuol dire in realtà? )che persiste nelle popolazioni islamiche , indipendentemente dalle applicazioni valevoli o non valevoli.
CHI ABBIAMO PERO’ OGGI, DI GRAZIA ?
Islamici per lo più apostati che mandano i propri figli a scuola , che li portano a vivere qui in una cultura che evidenzia la sua anti-tradizionalità e che si lamentano ma poi con piacere si attaccano alla mammella assistenzialista risparmiando per drenare gruzzoletti nelle proprie terre d’origine e cianciando di diritti alla maniera del popolo viola…hanno imparato bene il copione…
Utile chiedersi COL PERMESSO DI CHI?
Preciso che il mio sdegno è del tutto diverso dai presunti ( perché troppo facile usare le “parolette magiche”)xenofobi italiani.
A me fanno schifo entrambe le categorie con le dovute eccezioni, anzi gli italiani sono in una realtà peggiore dacché asserviti e colonizzati da tempo , esautorati via via dalla propria cultura.
Ciò giusto per ritornare su di un segnale lanciato da questo articolo digitale di Miguel.
Sull’impunità ti dò pienamente ragione.
Ciònonostante bisogna SAPER VEDERE dacché può darsi che la situazione descritta da Miguel non sia lesiva in alcun modo ( secondo quel che ho espresso ) e si comporterebbe un’azione semmai COERCITIVA contro tale motociclista.
Si inizia sempre dalla confusione e da queste fantomatiche regole discese dal cielo…ma siamo noi a farle discendere dal cielo rendendole assolute e quindi riproponendocele come raggioi divino atto ad illuminare dalla sua altezza il comun vivere che chiaramente si deve piegare a tal diktat contro-naturale.
Saluti
“Passare con il rosso alle ore 04.00 in una strada sperduta di campagnia è cosa DOVEROSA”
secondo me alla prima volta che sbatti su un trattore che rimorchia un carico di letame capirai che stai scrivendo delle sciocchezze
“Ciò ci porterà ad una situazione stile danimarca o paesi similari. Lobotomizzazione”
guarda, io vivo in un paese che sicuramente tu considereresti “similare” e ti assicuro che basta un mesetto che vedi la gente fermarsi davanti alle strisce pedonali, o mettere la freccia quando sorpassa, o tenere la destra sull’autostrada, a cambiarti, in meglio, la vita.
devo pero’ darti atto che delle tante cose strane lette sul blog di miguel questa filosofia della guida contromano è una delle più divertenti
Per Daouda
”E’ per questo che i vizi FURONO usualmente privati, non credi?”
In questa frase mi dimostri che hai capito quello che volevo dire.
La convivenza si basa sull’osservanza di regole, e queste diventano tali quando sono assolute.
Dunqe, concludi tu rispondendo ad es. a Roberto chi le rispetta sono STORDELLONI IPOCRITI. E ancor di più sono ipocriti coloro che si indignano per tale mancato rispetto.
Mi sembra anzi di capire che sia precisamente l’ipocrisia di quest’ultima indignazione quella che tu vuoi evidenziare.
Hai perfettamente ragione se individui tale ipocrisia. Hai torto se la condanni.
L’ipocrisia puo’ essere un male nei rapporti intimi. Ma è certamente un bene in quelli sociali. Non c’e’ morale senza moralismo. Ipocrisia, convenienza, buone maniere, legalità …chiamali come vuoi, ma senza di esse torneremmo davvero ad una condizione peggiore di quella degli animali nella giungla, perchè se è vero che homo homini lupus è anche vero che non c’e’ bestia peggiore dell’uomo, con la crudeltà alimentata dall’intelligenza.
O viene impalato chi passa col rosso alle quattro di notte in campagna, o chiunque (io, tu, Martinez,…) corre il rischio di essere impalato in qualunque momento.
La prima situazione si chiama ‘civiltà’, la seconda ‘anomia’ (non ‘anarchia’, che è altro.
Ecco perchè sapere che ci siano tanti coglioni non è negativo di per sè (anche èerchè è un fatto trivialmente noto): lo diventa nel momento in cui si fa consapevolezza che la diffusione della coglionaggine indebolisce la ‘civiltà’, aprendo così le porte al ritorno dell’ ‘ anomia’.
(Mi correggo. Una terza via in effetti esiste, e si chiama ‘guerra’. In tale situazione, il bersaglio dell’ineliminabile atrocità umana non è nè chi viola una regola nè un essere umano qualunque, ma un Nemico; l’individuazione del quale è secondo Carl Schmitt compito essenziale della politica. Non a caso i miitari di professione, di qualunque grado siano, sono spesso fra le persone più educate e meno violente che esistano. Oggi sono per lo più i vigilantes, i miliziani che scimmiottano i militari, a praticare stupri di massa).
Ciao!
Andrea Di Vita
Credo che tu esageri leggermente.
Le regole non sono MAI assolute, per il modo in cui Dio ha fatto l’uomo.
Quindi l’organizzazione sociale deve saperlo e tenerne conto.
I nazisti mettevano la Gestapo a spiare i bravi cittadini nazisti tedeschi, per timore che violassero le regole sulla denuncia degli ebrei.
Immaginarsi che elevare all’ennesima potenza le pene serva a rendere le regole assolutamente rispettate è ingenuo. I regimi più crudeli (l’Europa medievale, la Cina antica) non erano per questo più obbedienti alle regole.
Ciao
Per Francesco
”MAI assolute”
Giusto. Non avrei dovuto scrivere ‘assolute” ma ”universali”.
”elevare all’ennesima potenza le pene”
Non mi pare di avere detto questo. Ho parlato di quello che dice Beccaria. Conta la certezza della pena, piu’ della sua gravita’.
Credo invece che in assenza di questo regolare rispetto di regole universali ciascuno rischi concretamente una fine potenzialmente orribile.
Ciao!
Andrea Di Vita
la certezza della pena è sempre incerta e l’universalità della regola sempre particolare (infatti abbiamo giudici umani e non algoritmi)
dimentichi sempre che si tratta di amministrare uomini e non enunciati
ciao
Per Francesco
Senti, è una approssimazione. Mai vera al 100,00%, ma utile in pratica. Se dico che un gas è perfetto dico una cosa non vera tranne al limite per l’idrogeno e l’elio intergalattici, ma cio’ non toglie che per tarare il manometro che usa il mio gommista quella approssimazione sia più che sufficiente. Cosi’ se dico che una regola è universale non sto dicendo l’uomo è servo del sabato, ma che la legge si cerca di afre in modo che sia il più possibile uguale per tutti. Lo stesso dicasi per la certezza della pena per il reo (che comunque più certa è e meglio è per tutti).
Ciao!
Andrea Di Vita
e con vivo ( vorrei vedere diamine! ) INTERESSE.
saluti
Daouda,
— . Non neghiamo che il codice esiste soprattutto per organizzare .Potremmo non avelo e vivere a zonzo per la strada…ciò non toglierebbe niente al DOVERE di ognuno di pagare per gli incedenti di ogni tipo e gravità qualora accadessero ( in tal caso fantasioso…quasi sempre! ). —
“Quasi sempre” mi sembra il nocciolo della questione. D’altra parte, una simile prospettiva allieterebbe i parafangai 🙂
Z.
allieterebbe pure le pompe funebri
x Z : Di certo , eh eh eh , di certo!
x Roberto :
a) sciocchezze? passo abitualmente con il rosso ed abitualmente non provoco danni né incidenti SEMPLICEMENTE PERCHE’ quando lo faccio non c’è nessuno…
b) sono allietato dal tuo giudizio secondo il quale io scriva cose molto strane. E’ uno dei molti motivi per cui scrivo tal riconoscimento.
Ad ogni modo non metto in dubbio che in tali paesi il cuore si rilassi…il problema è che sono degli STORDELLONI IPOCRITI su di un certo livelli là dove , su di un certo livello, in Italia abbiamo furbi alla luce del sole.
Per altri argomenti la situazione potrebbe essere inversa.Per quanto mi riguarda poi entrambe le posizioni sono deficitarie.
L’intelligenza come l’onore non sono determinati da categorizzazioni del genere, non solo superficiali ma qualitativamente , per dire, macabre.
p.s. mi spiace si cerchinoi cavilli e non si colga l’insieme del mio messaggio. Così è, che problema c’è?
Saluti