Bruno de Cessole, cialtrone d’Occidente

Il signore che vedete in posa qui si chiama Bruno de Cessole, e pare che svolga l’impegnativo mestiere di écrivain de droite o “scrittore di Destra”.

cessole

Bruno de Cessole

Bruno de Cessole ha scritto un romanzo, intitolato L’heure de la fermeture dans les jardins d’Occident, “L’ora di chiusura dei giardini dell’Occidente”, che non ho né voglia né tempo di leggere.

Pare che l’autore però voglia imitare il noto cialtrone italiano Filippo Tommaso Marinetti, con la differenza che Marinetti almeno si arruolò volontario nella guerra che predicava, mentre non ci risulta che Bruno de Cessole abbia deciso di darsi finalmente un mestiere serio, andando a fare il Soldato d’Occidente in Afghanistan.

Comunque il personaggio mi interessa per un brano, citato con immenso compiacimento sul blog di Paolo Guzzanti (che a sentire queste cose, si esalta)  e che ci spiega piuttosto bene perché c’è tanta frenesia di inventarsi Terroristi Islamici:

Dovrei gioire del fatto che barbuti fanatici si decidano, infine, ad anticipare l’ora della chiusura dei giardini d’Occidente, e che questo conosca una fine degna del suo passato. Povera Europa esausta, sfiancata dal peso di una civilizzazione troppo pesante per le sue vecchie spalle, eccola confrontata al risveglio dei barbari, alla loro gioventù senza misericordia, all’acredine del loro risentimento. Ci si può lamentare, o indignarsi, invano, stimo che sia normale, e anche conforme alla legge della natura, di assistere a questa rivincita dei defraudati, dei diseredati e degli ultimi credenti, impermeabili al nostro scetticismo di spettatori disincantati della Storia. La democrazia umanista sarà stata il paradiso dell’Occidente e la sua tomba. Non posso impedirmi di sorridere di pietà quando vedo i nostri pensatori timbrati riesumare e mobilizzare la mummia di Hegel, per tentare di giustificare le loro palinodie e balbettare che, nonostante tutto, malgrado il suo corso erratico, esiste una ragione in opera nella Storia. Hanno dimenticato il ruolo cruciale che la guerra riempie nella visione del mondo del Filosofo di Jena?

Ai suoi occhi, è nel vortice delle battaglie e nello scontro degli eserciti che si misura la salute etica dei popoli. Senza la tonificante minaccia della guerra un popolo si addormenta sul molle cuscino delle sue abitudini, si lascia incarcerare nella cella della vita materiale, prima di perdere il senso e il gusto della sua libertà. Siamo pervenuti a questo stadio fatidico. Grazie siano rese ai terroristi: le loro bombe riusciranno forse a risvegliare la bella addormentata nel bosco dal suo assopimento fatale. Così come “l’agitazione dei venti preserva le acque dei laghi dalla corruzione”, allo stesso modo la tempesta terrorista che non può mancare di abbattersi sull’Europa offrirà miracolosamente ai nostri governi tentennanti e alle nostre sazie società l’opportunità storica di risalire la china della decadenza. E il pungolo del terrorismo farà sentire all’Occidente l’eterno signore che è la morte. Nei fumi neri e nelle macerie fumanti degli attentati, lì dove Bloy avrebbe scoperto il Paracleto, il vecchio Hegel avrebbe salutato la negazione della negazione e la più alta libertà, quella che consiste a non essere schiavo della vita”. Tace, poi alza il suo bicchiere, come se volesse brindare, e a voce alta lancia: “Alla salute dei nostri nemici! Possano prosperare e moltiplicarsi! Allah akbar!”.

P.S. Un commentatore segnala che avrei messo la foto della persona sbagliata (illustrava un articolo scritto da de Cessole, ma non raffigurava de Cessole). Correzione volante… ma sempre in attesa, perché un altro commentatore dubita del dubbio. Vedremo…

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20 risposte a Bruno de Cessole, cialtrone d’Occidente

  1. Andrea Di Vita scrive:

    Per Martinez

    Puoi non credermi, ma alle prime righe del tuo post mi è venuto subito in mente Bloy (il cattolico Bloy, sia detto per inciso), prima di vederlo citato in fondo. Comunque nulla di nuovo: la ‘guerra sola igiene del mondo’ del nostro Corradini, le ‘scogliere d’acciaio’ juengheriane e tutta la spazzatura spengleriana sui vari tramonti dell’Occidente stanno lì a dimostrarlo. Come riassunto da Lukacs, sono tutti esempi della Distruzione della Ragione che si accompagna allo sviluppo della fase imperialista e finanziaria de capitalismo. Questo catastrofismo apocalittico antimoderno fa tanto Radici Cristiane e Ritorno alla Tradizione (anzi, come sostiene quell’altro catastrofista de noantri che è Blondet, Ritorno al Reale). Non a caso è bandiera dei Testimoni di Geova. Almeno questo catatrofista non si accoda all’islamofobia stile orina fallace.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Riccardo Giuliani scrive:

      Ma sbaglio nell’affermare che sa tanto di male necessario al bene e viceversa? che a mio giudizio è l’incapacità di godersi la vita unita alla presunzione di doverla giustificare.

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per Riccardo Giuliani

        Mi sembri benevolo. Questo catastrofismo non vede cio’ che di bello puo’ nascere dal cambiamento. Esso postula solo che la distruzione dell’esistente sia tanto orribile quanto la dannazione dei reprobi nel giorno del Giudizio, e altrettanto encomiabile. E’ il classico vedere il mare e pensare solamente al mal di mare.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Riccardo Giuliani scrive:

          🙂
          Benevolo solo nelle parole: se qualcuno mi facesse capire di non essere in grado di godermi la vita neanche per un secondo credo che mi ucciderei.
          E se questo valesse per tutti vorrebbe dire che un’ottima arma contro il suicidio sarebbe l’assenza di pensiero (perdonate l’ossimoro).

  2. Miguel Martinez scrive:

    De Cessole insiste sul ruolo strumentale dei “terroristi islamici” al suo disegno di un “occidente moralmente forte”. Non sono il nemico, ma la sveglia per “noi”. In questo senso (non in tutti i sensi) lo “scontro di civiltà” è una precisa costruzione artificiale e retorica, voluta per dare un senso all’ammasso “occidentale”.

    Una tesi espressa con una certa chiarezza da diversi neocon, anche italiani, come Marcello Pera: inventiamoci un nemico per sentirci investiti di una missione.

    Personalmente, ritengo che per alcuni versi lo “scontro di civiltà” non sia una pura e semplice invenzione; ma nella presentazione di de Cessole e di Pera, lo è certamente.

    E’ interessante poi come qualunque retorica, che in altri momenti sarebbe stata definita “fascista” (o anche nazista o razzista), può passare, purché utilizzi l’espediente retorico dell’islamofobia.

    E quindi l’islamofobia diventa una sorta di premessa necessaria e insieme legittimante. Insomma, potrei dire, “i musulmani andrebbero mandati alle camere a gas perché non credono all’uguaglianza, ai diritti delle donne e dei gay”, e tutti starebbero zitti 🙂

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per martinez

      ”inventiamoci un nemico per sentirci investiti di una missione.”

      Questo l’ha detto il gauleiter di Danzica, Forster – citato da H. rauschning, ‘Hitler m’a dit’, pubblicato in Francia prima della guerra. E’ Carl Schmitt rimasticato (‘la politica è la scelta di un nemico’).

      ”qualunque retorica”

      Una volta si parlava di ‘razza’ e di ‘difesa della stirpe’. Oggi si parla di ‘identità’ e di ‘difesa delle radici giudaico-cristiane’.

      Quando le forze della ragione arretrano avanza il pre-giudizio: cioè il giudizio non su quelo che si è fatto, ma su qyello che si è, prima ancora (ecco il prefisso ‘pre-‘) di aver fatto alcunchè.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  3. Lorenzo scrive:

    Il declino dell’occidente e la nascita dell’occidentalismo. Cose che si collocano agli albori dell’Europa così come la concepiscono ora i vari eurabisti, controjihadisti o semplicemente nazisti. Il “filosofo” si danna per il declino della “nostra civiltà” e tutti gli altri si armano.

  4. Tao scrive:

    Ciao Miguel, nella foto però è Emil Cioran
    Ciao
    T.

  5. Gabriele scrive:

    Veramente non mi pare proprio Cioran… Non conosco questo De Cessole, e conosco poco anche Cioran, ma da un controllo sommario su Google (e ripensando alle foto che conosco del pensatore rumeno) penso che si possa proprio escluderlo.
    Grazie comunque per l’incisività dei tuoi post

  6. alessandro scrive:

    Beh, da chi si chiama De Cesso-le… cosa aspettarsi?
    …ma esiste per davvero?

  7. maria scrive:

    a proposito di terrorismo islamico guardate con quanta seriosità si dà notizia dell’ennesimo ritorno di bin laden sulla scena del mondo:)

    maria

    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201010articoli/59035girata.asp

  8. Francesco scrive:

    Il primo pezzo della citazione è interessante perchè si pone da un punto di vista molto alto e certifica la fine della civiltà occidentale e l’arrivo di qualcuno di nuovo. E ne parla con tono pacato, rilevando che il nuovo arriva da dove finora c’era miseria e mancanza di speranza. Molto hegeliano.

    Chiamarli “barbari” è giustificabile perchè possiamo guardare al passato, alla fine dell’impero romano – mi piacerebbe sapere come si esprime al riguardo un tedesco – unico precedente a noi noto. Il futuro giustamente ci è inimmaginabile.

    La seconda parte è, al contrario, patetica e sentimentale.

    Andrea, per essere uno che chiama alle armi contro Berlusconi ogni due per tre ora mi diventi un intellettuale pacifista? e sì che il 1920 è lontano …

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Francesco

      ”contro berlusconi”

      Non c’e’ contraddizione (persino il pacifista Einstein invitava ad arruolarsi contro Hitler). ‘Pacifista’ non vuol dire ‘impotente’ e nemmeno ‘non-violento’.

      ”forze della ragione”

      La citazione completa è di Russell, da ‘Perchè non sono cristiano ‘ (cito a memoria): ‘le forze dell’antiragione sono potenti e rumorose, ma cozzano l’una cntro l’altra. Quelle della ragione sono fleili, ma vanno sempre nella stessa direzione’.

      ”1920”

      E’ sempre il 1920. Il sonno della ragione genera mostri oggi come allora, e oggi come allora il prezzo dela libertà è l’eterna vigilanza. Certamente la storia si ripete, la prima volta come tragedia e la seconda in farsa: bondi non è farinacci.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  9. PinoMamet scrive:

    “Chiamarli “barbari” è giustificabile perchè possiamo guardare al passato, alla fine dell’impero romano – mi piacerebbe sapere come si esprime al riguardo un tedesco – unico precedente a noi noto.”

    Mi pare che quelle per noi latinofoni sono le “invasioni barbariche”, per i tedeschi sono “migrazioni” o “spostamenti di popoli”;
    questione di punti di vista.

    • Francesco scrive:

      E nella cultura tedesca chi sono gli invasori alieni che pongono fine a tutto il nostro mondo?

      Noi abbiamo i Germani e gli Unni, gli Slavi e gli Arabi hanno i Mongoli, gli indiani d’America hanno gli Europei, Indiani e Cinesi hanno assorbito di tutto nella loro storia, i neri d’Africa li hanno massacrati in troppi.

      Ciao

  10. PinoMamet scrive:

    “E nella cultura tedesca chi sono gli invasori alieni che pongono fine a tutto il nostro mondo?”

    è una domanda difficile; ci ho pensato bene, e credo che siano… loro stessi.

    Il che spiega sia Nietzsche che certi apocalittismi americani (gli angli e i sassoni sono pur sempre germani, e la stragrande maggioranza americana è comunque di origine tedesca).

    Ciao!

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Pinomamet

      E’ notevole che quella dell’apocalisse finale, il Ragnarok (dalla radice di ‘regnen’ = ‘piovere’, il che suggerisce una sotrta di Diluvio Finale) sia una dottrina contenuta nella religione degli antichi Germani. Che non hanno mai preteso di incarnare valori eterni, difatti.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  11. PinoMamet scrive:

    “E nella cultura tedesca chi sono gli invasori alieni che pongono fine a tutto il nostro mondo?”;

    è una domanda difficile; ci ho pensato bene, e credo che siano… loro stessi.

    Il che spiega sia Nietzsche che certi apocalittismi americani (gli angli e i sassoni sono pur sempre germani, e la stragrande maggioranza americana è comunque di origine tedesca).

    Ciao!

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