Non solo attacchi in acque internazionali…

Ma anche sabotaggi su suolo straniero, contro la flotta che portava aiuti a Gaza: le navi Challenger 1 e Challenger 2 sono state sabotate in porto da agenti israeliani.

Se ne vantano davanti a una commissione del parlamento israeliano.

Allo stesso tempo, l'International Solidarity Movement denuncia una nuova forma di sabotaggio o di "operazioni grigia":, come la definisce il ministro della difesa israeliano.

Come sapete, l'ultima nave della Freedom Flotilla, la Rachel Corrie, dovrebbe arrivare domani mattina a Gaza.

Un articolo su Haaretz parla di un presunto accordo segreto tra le autorità israeliane e gli organizzatori della nave Rachel Corrie per sbarcare gli aiuti che porta ad Ashdod; e questa notizia è arrivata anche nei media italiani.

In realtà non esiste alcuna trattativa tra Israele e gli organizzatori, e non può esistere. Infatti, la Rachel Corrie porta volutamente materiale proibito quaderni per bambini e penne – che verrebbero comunque sequestrati dagli israeliani.

Lo scopo di questa operazione grigia evidentemente è di far ricadere la colpa sugli organizzatori per aver disatteso degli accordi che non ci sono mai stati.
 

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